sabato 28 aprile 2012

La filosofia del piddino: inflazione e maieutica

Preludio

Dobbiamo, dovremo, parlare di tante cose brutte. Fatemi parlare di qualcosa di bello: mia figlia.

Dunque: grande classico della valle Sarentina, il sentiero a ferro di cavallo (Hufeisen Tour). Terza tappa, da Latzfonser Kreuz  alla FlaggerschartenHütte attraverso il Tellerjoch: la più lunga. In teoria si rimane in quota, ma in pratica sali, scendi, poi risali... Bella giornata, calda, si parte. Dopo un po’, come di consueto, stacchiamo er Palla (ar piede) e la sua gentile madre (che resta per prestargli assistenza psicologica a racchettate sulla schiena). Er Palla, se sa, è contemplativo (qui in versione Kaspar David Friedrich con Durnholzer See sullo sfondo):



(scusate, metto questo per la Basilisca che non mi coglie i riferimenti. Dico, ma io sono l'unico che ha Google sul computer? Che culo!).

Io e "mi' fija" prendiamo quota su una spalla del Foltschenai Spitze, come il sentiero vuole:



Da buon tecnico ortodosso dell’economia, sono specializzato nella gestione delle aspettative. O, se volete, da buon politico, nella vendita di sogni (i più rosa sono Fogni). E quindi ar Palla, quando mi chiede quanto manca, dico sempre: “ma caro, vedi, dietro quella gobba c’è il rifugio...”. Il rifugio non c’è, ma almeno arriviamo alla gobba. Ma con mia figlia è diverso, la verità alle donne si può dire (e qui effettivamente il tacchino induttivista ci starebbe bene). Mi accorgo che ci siamo staccati e abbiamo una borraccia in due, ci aspettano almeno tre ore di marcia, un caldo fottuto, niente ombra, indietro non voglio tornare, aspettare non se ne parla, e dico la verità: “Senti, Giulia, babbo è uno scemo e si è dimenticato una borraccia, abbiamo un litro in due e dobbiamo camminare tanto. Se hai sete mi chiedi da bere, ma bevi solo due sorsi perché non so quando arriviamo e fino al rifugio non c’è acqua”. “Va bene babbo.” E avanti, per agevoli ombrosi sentieri:


(bella de papà! L'unica creatura al di sotto dei dieci anni al di sopra dei 2500 metri... Non ti dico ai rifugi... come ci guardano...).

Io ogni tanto chiedevo: “hai sete?”. “No babbo”. “Ma bevi due sorsi!” “Va bene babbo”. Glu, glu. “Grazie”. E avanti. Siamo all’ultima forcella. “Senti, amore, la vedi quell’antenna? È il rifugio, siamo arrivati. Vuoi bere?” “Sì babbo”. “Ecco...” GLU (un unico sorso da mezzo litro): la cittina aveva sete, e come, ma se l’era tenuta. Aveva capito. Io commosso.

Come oggi dal dentista (una prémière). Un bell’uomo abbronzato, occhi di ghiaccio, molto rassicurante. Lei si siede, lui ci parla il giusto, le mette il drenaggio, il tampone, prende il trapano e comincia. Si era preparato l’anestesia. “Dà fastidio? Fa male?”. “No.” “Brava”. (e io, fra me e me: “te credo, ‘a bbello! Ma tu nu' lo sai chi è quessa...”).

Ecco, avete scoperto il mio lato Mario Brega. Immortale. “Chi sso’ quelli papà?” “Due de passaggio”...

Interludio: il quarto d’ora del dilettante
A proposito di “due di passaggio”, guardate cosa mi ritrovo nello spam:

Chiedo scusa per l'anonimo, non ho account google né altri, mi chiamo Giovanni. Vengo al dunque, l'osservazione di Nino è corretta, c'è un errore banale. Si tratta di semplice aritmetica e dunque non è opinabile. L'inflazione è cresciuta dell'840% dunque 8.4 volte, la svalutazione del 45% dunque 1.45 volte. Per cui l'inflazione è 8.4/1.45 = 5.8 volte la svalutazione. Mi meraviglia sopratutto il fatto che sembri così strano ad un professore che una cosa aumentata del 45% sia aumentata di 1.45 volte. E' solo un modo diverso di dire la stessa cosa, ma evidentemente non tutti i professori lo sanno...

(voleva dire: chiedo scusa per l’anonimato... come se il fatto di non avere un account Google impedisse a uno di scrivere come si chiama... Anche qui, come al solito, rispetto filologico per l’eterografia).

Accipicchia, hai ragione, amico! Pensa... due esami di matematica finanziaria con Rino Olivieri (docente immenso, lo ricordo con una gratitudine sconfinata e ancora mi sento in colpa per non avergli chiesto la tesi, ora che capisco quanto mi ha dato e quanto quindi poteva sentirsi in diritto di avere qualcosa in cambio... ma non devo spiegarvi che sono bastardo dentro...). Che fallito che sono: tanto studio, e non so nemmeno applicare un tasso di variazione. Eh già, vedi, l’università italiana è proprio un covo di tromboni incompetenti, hai ragione, lo ammetto...

Guarda: facciamo così: siccome tu sei più bravo di me, io mi aumento lo stipendio del 45% (perché sono anche massone e raccomandato), ma a te, in un empito di meritocrazia, lo aumento del 100%. Allora: io il mio lo moltiplico per 1.45, giusto? Se sbaglio, lo so, mi correggerai, e forse anche se non sbaglio... Tu invece di quanto lo moltiplichi il tuo? Be’, se per un aumento dell’840% moltiplichi per 8.4, allora per un aumento dell’800% moltiplicherai per 8, giusto? Applichiamo il principio di induzione completa... dunque, vediamo... per un aumento del 700% moltiplico per 7, per un aumento del 600% moltiplico per 6,... per un aumento del 200% moltiplico per 2, e dunque (come dici tu), naturalmente, per un aumento del 100% moltiplico per 1. Ecco, sarai contento: oggi il tuo stipendio (anzi, quello di tutti gli italiani) è aumentato del 100%: lo abbiamo moltiplicato per uno: prendevi 1000, ma da oggi prenderai 1000´1=1000 (che secondo te è un aumento del 100%).

Attenzione signori! Qui abbiamo a che fare con un piddino di razza! Se ti scopre Fassina sei a cavallo. Pensa: puoi far campagna su questo tema: appena vado al potere vi aumento del 100% lo stipendio! Chi non ti voterebbe? E il giorno dopo essere stato eletto, sarebbe facile: moltiplicheresti per uno tutti gli stipendi, così tutti avrebbero un aumento come quello che hai avuto tu: da 1000 a 1000. Cosa dici? Ma 1000 – 1000 = 0... Ah, dimenticavo, tu la matematica la sai. Quindi ti sei accorto che hai avuto un aumento pari a zero. Ti dirò un segreto, ma non dirlo a nessuno, mi raccomando: un aumento del 100% è un raddoppio: significa moltiplicare per 2. E quindi un aumento del 200% significa moltiplicare per 3, ecc. Bello, vero? Va da sé quindi che sia tu che quel genio del tuo amico avete sbagliato intanto in termini puramente aritmetici. Ma, come ho già spiegato a quel tuo amico, questo non è l’errore più grave.

Sai, per un economista il fatto che tu abbia (o meglio, ti sia dato) un aumento di zero non è poi così strano: tu sei uno zero. Uno zero intellettuale, e forse anche uno zero umano. Ecco, guarda, se vuoi dimostrarci di non essere uno zero umano, fai una cosa: chiedi scusa. Certo non a me, come avrai capito non ce n’è bisogno:


« Pensez-vous qu’il soit à votre portée de m’offenser ? Croyez-vous que la salive envenimée de cinq cents petits bonshommes de vos amis, juchés les uns sur les autres, arriverait à baver seulement jusqu’à mes augustes orteils ? »

Ah, queste parole immortali che non avrai mai letto e di cui mai, se non googlando, potresti intuire l’autore... Non saprai mai quello che perdi, ma del resto la Natura è matrigna, e tu ce lo dimostri. No, non chiedere scusa a me: devi chiedere scusa all’Università italiana per la supponenza con la quale uno come te, uno che non sa che un aumento del 100% coincide con un raddoppio, si è permesso si esprimersi riguardo ai “professori che non sanno”.

Bene.

Se non sei un cialtrone ti scuserai. Se non ti scuserai sei un cialtrone. Il problema è e resta tuo. A me basta sapere con chi ho a che fare. E credo di saperlo già. Quindi ora spiego agli altri perché il tuo errore è veramente grave, in termini di teoria economica. E spiegherò anche loro perché c’è gente che va in giro, come te, a commettere errori simili dando lezioncine agli altri. Una storia lunga, pensa: ci riporterà all’età di Pericle, quando è nata la democrazia, e quindi sono nati i piddini. Aristofane se ne occupò (nel Pluto... che non è il cane del mio amico).


Atto primo: la morte delle ideologie
C’erano una volta le ideologie, e c’erano quindi i loro sostenitori: nel secolo scorso, qui da noi, i fascisti e i comunisti. Successero tante brutte cose, le ideologie crollarono, e i loro sostenitori, come dire, si rimpicciolirono, un po’ come il maglioncino di angora che si infili, improvvido, nel ciclo a 90°. Ci fu piazzale Loreto, e i fascisti divennero missini, poi... non l’ho capito bene (ma rimasero fascisti). Ci fu il crollo di un certo muro, e i comunisti diventarono diessini, poi piddini, poi ini... ni... i... Fading away, in un estenuante diminuendo che va avanti da trent’anni (chapeau! Chi è del mestiere sa bene quanto sia difficile sostenere un diminuendo per 30 secondi).

Bene: scomparsi, o meglio, rimpiccioliti, e anche un po’ infeltriti, i loro sostenitori, voi direte, le ideologie avranno lasciato il passo a un pensiero più libero, più fattuale, più aderente alla realtà. Poterlo pensare sarebbe bello, ma sarebbe anche, soprattutto, molto ma molto ingenuo. Le ideologie non sono un dato esogeno. Non è perché un gruppo di marziani, mascherati da Nonna Papera, assalta il Palazzo d’inverno, non è perché una torma di sciamannati viene a fare una gita a Roma, che l’uomo, così, decide di abolire la razionalità. Eh no! L’abolizione del pensiero non è il risultato di uno shock esogeno, ma è il raggiungimento endogeno di un equilibrio: pensare è faticoso, e gli uomini, quando sono stanchi, magari perché fiaccati da una crisi economica, non vogliono domande, ma risposte. E sapete come va a finire. Il pensiero ideologico, il pensiero per appartenenza (io sono di sinistra, lui è di sinistra, quindi lui ha ragione), è una forma di economia di pensiero. E così come non è necessario assaltare un palazzo per adottarla, non è nemmeno sufficiente abbattere un muro per liberarsene.

Quindi?

Quindi fascismo e comunismo, deposti, vennero subito sostituiti da un’altra ideologia. Quale? Il vincolismo.

Ogni ideologia deve partire da un’idea forte, convincente, risolutiva: appunto, da una risposta. Il vincolismo questa idea forte ce l’ha: gli italiani sono un popolo talmente scarso da non meritare di governarsi da solo. Affinché gli italiani facciano la cosa giusta, occorre che essi soggiacciano a una costrizione, a un vincolo: appunto, il vincolo esterno, la valuta forte. Ne abbiamo parlato. Somiglia molto all’idea di Mussolini che gli italiani siano un popolo di schiavi, il quale, quindi, non può che soggiacere alla dittatura di un pugno di liberti. In effetti, visti i risultati, ci sarebbe da ragionare su quanto il vincolismo possa essere considerato una versione riveduta e (politicamente) corretta del fascismo...

Ogni ideologia, poi, deve avere un testo di riferimento. Ce ne son stati tanti, nel secolo scorso, ricordate? I comunisti, ad esempio, leggevano Marx. Oh, attenzione! Di libro, va da sé, ne occorre e basta uno, come sapete, per tanti motivi. I libri costano, poi fanno polvere (anche se per il nostro amico matematico, due libri in realtà fanno polvere quanto uno), e poi è difficile trovarne due che non si contraddicano, e se hai bisogno di risposte, perché sei stanco, e perché devi abolire il pensiero, allora non vuoi certo andare in cerca di contraddizioni. La Bibbia? Significa: i libri, come sapete. E già da qui capite molte cose. Poi c’è il Libretto rosso, il Capitale, La mia battaglia, ecc.

Mi dirai: ma è anche difficile trovare un libro che non contraddica se stesso. Certo! Ma per questo ho subito una soluzione: basta non leggerlo. E infatti, a giudicare dai risultati, non è del tutto certo che i comunisti leggessero Marx, e che se lo leggessero lo capissero, e che se lo capissero se lo ricordassero. Ma in fondo sono fatti loro: ora ci sono i piddini. I quali, deposto Marx (considerato una compromettente e polverosa anticaglia), hanno fatto di un altro filosofo il loro ideologo. Con un poderoso balzo all'indietro (certo, quello in avanti non è che fosse andato bene) son tornati alle origini, alle scaturigini del pensiero democratico, adottando come loro ideologo un filosofo poco noto della Grecia di Pericle (grande esportatrice e importatrice di democrazia): Etarcos.


Atto secondo: vita e opere del filosofo Etarcos
So di cogliere di sorpresa anche Schneider, che ha già avuto modo di strabiliarsi della mia MLT (memoria a lungo termine). Ma se Schneider non ricorda chi sia Etarcos, la colpa non è sua. Il fatto è che noi di questo filosofo sappiamo molto, ma da pochissimo tempo. Solo da quando, partiti i comunisti, nel ristrutturare l’edificio delle Botteghe Oscure sono stati rinvenuti in cantina quattro rotoli di papiro che riportano le “Vite dei filosofi” di un tale dal nome impronunciabile: Enegoid Oizreal. Questo testo preziosissimo ricorda molto le “Vite dei filosofi” di Diogene Laerzio (autore che l’analisi del testo rivela coevo del nostro Enegoid), ma ne differisce per due dati: intanto, i filosofi, con geniale intuizione, son presentati in ordine cronologico inverso, dal più recente, Epicuro, al più remoto, Talete; poi, fra le vite narrate da Enegoid troviamo quella di Etarcos, che Diogene omette.

Una vita, più che parallela (altro che Mario e Mariano), direi ortogonale a quella del più noto Socrate. Anche Etarcos, come Socrate, nacque nel 470 a.C. e morì nel 399 a.C. Ma tanto sano, prestante e vigoroso era Socrate (al punto che nella battaglia di Delio salvò Senofonte quando questi cadde da cavallo, dice Diogene Laerzio, V, 22), tanto cachettico, scialbo e insignificante era Etarcos. Sul cui nome, tra l’altro, grava un etimo che la dice lunga. Pare che sia infatti la contrazione dialettale (in dialetto beota, ovviamente) di Eterarcos, l’arconte dell’etera, insomma: il prosseneta, il lenone, il magnaccia. E certo, questo Etarcos un gran che raccomandabile non pare lo sia stato. Mentre Socrate, come ci ricorda Diogene Laerzio (V, 20), si era arricchito grazie ai suoi investimenti finanziari, dei quali saggiamente consumava solo gli interessi, Etarcos viveva di espedienti passando da una malversazione all’altra, al punto di finire in carcere per il coinvolgimento in una tangente di trenta talenti versata a Sesto (non S. Giovanni, cosa avete capito, quello doveva ancora venire: “in principium erat verbum...”), e dal carcere evase, dopo aver avvelenato con la cicuta il proprio carceriere, al grido di “me ne fotto”.

Si pensa, o almeno lo pensano certamente i due di passaggio, che nella carriera accademica essere privi di scrupoli e compromessi col potere politico fornisca un ingiustificato ma decisivo vantaggio. Ma non è sempre così. Mentre Socrate di allievi ne ebbe tanti, noti e meno noti (Platone, Aristippo, Senofonte...), Etarcos, nonostante la sua abiezione, non riuscì a fondare una scuola. Ed è forse per questo che di lui è rimasta poca traccia. Come ne rimarrà di noi che viviamo nell’università austera, e che ai nostri allievi possiamo solo offrire un caffè, e un agguato al prossimo concorso.

Ma non voglio tediarvi con questi dati biografici, per quanto significativi. A noi Etarcos interessa come ideologo dei piddini. E due sono le caratteristiche di metodo che lo identificano come tale. Di Socrate tutti sanno almeno un paio di cose. La prima, è che egli identificava il sapiente con colui il quale sa di non sapere; e la seconda, che “dispiegava il suo ardore di ricerca conversando con tutti”, e “scopo delle sue conversazioni – ovvero dialoghi – fu la conquista del vero, non che gli altri rinunziassero alla loro opinione”. Il dialogo, la maieutica...

Ecco, Etarcos è invece passato alla storia del pensiero per due caratteristiche un po’ diverse, ma molto piddine. La sua frase preferita era “so di sapere”, ed è l’impiego coerente di questo metodo a spiegare il lieve abbaglio del matematico dilettante di cui al precedente interludio. Sapendo di sapere, in realtà lui non sapeva una sega, ma va bene così: ha avuto quello che gli spetta (zero).  E il metodo di ricerca di Etarcos non era il dialogo, ma il monologo: lunghi, estenuanti monologhi, che fortunatamente sono andati persi a causa della rottura di un tubo nel vetusto e oscuro edificio ex-comunista, monologhi con i quali cercava di estirpare dalla mente dell’interlocutore le sue convinzioni, o almeno di farlo addormentare.

Perché, lo avrete capito, il momento si avvicina...

Socrate praticava il metodo maieutico, la maieutiké téchne, cioè l’arte della levatrice. Con questa metafora egli intendeva esprimere il suo desiderio che fosse il suo interlocutore a partorire la verità (non preconcetta) che dalla ricerca poteva scaturire, riservandosi lui, Socrate, il ruolo accessorio di levatrice, che poi è una che ti aiuta a toglierti qualcosa da davanti. Etarcos, viceversa, aveva un metodo diverso, direi opposto: anziché toglierti qualcosa da davanti, cercava di metterti qualcosa dietro. Questo era il metodo che Etarcos applicava ai suoi discepoli (i quali, dopo un po’, cambiavano maestro), ed è lo stesso metodo che la dirigenza piddina, secoli dopo, divinis preaeceptibus formata, ha applicato ai suoi elettori. Con un discreto successo, almeno finora. Ma sapete, quel metodo lì, che è già facile da applicare individualmente, se narcotizzi l’interlocutore con un monologo, diventa facilissimo da applicare collettivamente, se narcotizzi gli elettori con il pensiero unico.

Atto terzo: l’inflazione non è il livello dei prezzi
L’abbaglio dei due dementi di cui sopra deriva appunto dall’applicazione del metodo di Etarcos, il metodo piddino: so di sapere. Non per loro, quindi, dato che essi sanno di sapere, ma per voi, ricordo brevemente cosa è l’inflazione, altrimenti credo proprio che sia difficile farvi apprezzare la sesquipedale boiata detta dal primo dei due (Nino). Il quale, non pago di aver detto una boiata, insiste, e infatti dopo aver esordito con:


Il professore ha fatto un errore imperdonabile
Svalutazione monetaria: 45%
Inflazione 840%
840/45 = 19 circa
Conclusione: l'inflazione è stata 19 volte più grande della svalutazione
Ma non si fa così....
In realtà, l'inflazione è stata 5,8 volte più grande della svalutazione, che è sempre tanto, ma non 19....
(8,40/1,45)


Rincara con:
Anche un bambino sa che se c'è un incremento del prezzo di un prodotto del 45%, significa che da 1 (cioè dal 100% precedente), per comprarlo devi pagare 1,45 (appunto il 145%). Non ci sarebbe bisogno di specificarlo, se non a un microcefalo... Pensavo che in questo blog ci fosse qualcosa di interessante ed utile. Mi devo ricredere. Mi sa che devi tornare a scuola. Ma da alunno, alle elementari. Povera scuola italiana. Addio.

Un bambino lo sa, ma lui no. Infatti, se il cialtrone applicasse il suo stesso ragionamento, bisognerebbe dividere per 1.45 non 8.4, ma 9.4, proprio perché applicare un tasso dell’x% a una variabile significa moltiplicarla per 1+x/100. Esempio: se ho 100 euro e li investo al tasso del 5%, a fine anno mi danno 100´1.05=105 euro (speriamo). E quindi: se ho 100 euro e li investo all’840%, a fine anno mi danno 100´(1+8.4)=940 euro. Se me ne dessero 840, come pensa il cialtrone, mi starebbero dando gli interessi, ma si starebbero tenendo il capitale (100)! Un po’ come se nel primo caso mi restituissero solo 5 (gli interessi), ma si tenessero 100! Capito cosa non capisce? Sorprendente, no? Ma è il principio di Etarcos: so di sapere. Certo che poi la finanziarizzazione dell'economia può andare avanti a manetta con dei matematici simili! Ha ragione Alessandro (non più amico del tornese): forse certi clienti si meritano certi mutui!

C’è poi un altro problema: con il ragionamento che stavo svolgendo io, questo discorso non c’entra assolutamente nulla. Perché l’inflazione non è il livello dei prezzi, ma il loro tasso di variazione. Nei termini dell’esempio semplice, il numero interessante non è 105 (il livello al quale si arriva, che è quanto interessa ai due) ma 5% (di quanto sono cresciuto). Perché? Semplice: perché sia i prezzi al consumo che il cambio effettivo sono misurati come numeri indici, e quindi il livello che assumono in un determinato anno non ha alcuna rilevanza, è un valore meramente convenzionale: quello che conta, e quello che ha senso confrontare, sono le variazioni percentuali (appunto, i tassi di inflazione e di svalutazione).

So che è un punto tecnico, un po’ noioso, e certo non varrebbe la pena di affrontarlo per dimostrare un dato al tempo stesso futile e self-evident: cioè che due piddini che si esprimono con l’arroganza e la sciattezza propria dei piddini sono due cialtroni. Invece vi pregherei di seguirmi in questo ragionamento, anche se è noioso, perché credo che da esso chi non sa cos’è l’inflazione (e se siete onesti, voglio vedere alla fine di questo post quanti diranno di averlo saputo) potrebbe trarre giovamento. I due non lo sanno, è chiaro. Ma sanno di sapere (una cosa che non sanno cos’è... non so... qui forse devo veramente farmi aiutare da Schneider...). E se invece volete sapere sul serio, accomodatevi...

Atto quarto: panieri e indici
L’inflazione è la variazione percentuale di un indice aggregato dei prezzi. Cos’è un indice aggregato dei prezzi? A grandissime linee potremmo dire: un prezzo “medio”. Ma proprio a grandissime linee. Uno degli indici di riferimento è quello dei prezzi al consumo. Viene costruito appunto partendo da una media di prezzi di un gran numero di beni di consumo. Se andate sul sito dell’ISTAT e vi cercate i dati, scoprirete che nel 2010 questa “media” valeva 100. Che significato ha questo numero? Possibile che la media fra il prezzo del pane, quello delle scarpe, quello di un biglietto aereo, ecc. nel 2010 fosse 100? E poi, 100 cosa? 100 euro? Che vuol dire?

In effetti, come sto cercando di farvi capire, questo numero di per sé non vuol dire molto (ed è per questo che i due sono completamente fuori strada, oltre a non essere coerenti col loro stesso ragionamento: ma, con il vostro permesso, ora li lascerei perdere, e so che me lo accorderete volentieri).

Facciamo un esempio semplice: un’economia dove si consumano due soli beni, pane e carne. Uno studio preliminare stabilisce che una ipotetica famiglia media spende il 60% del proprio reddito in pane e il 40% in carne. 60%+40%=100% (il totale della spesa). Questi “pesi” costituiscono il famoso “paniere” dell’ISTAT. I “panieri” veri, naturalmente, sono molto più complicati perché comprendono una gran quantità di prodotti, e li trovate qui.

Come si costruisce l’indice dei prezzi partendo dal paniere? Semplice. Si rilevano i prezzi dei due beni (pane e carne): facciamo ad esempio l’ipotesi che nel primo anno il pane costi 2 euro al chilo e la carne 15. Poi si moltiplica ogni prezzo per il “peso” del rispettivo bene nel paniere: quindi il prezzo del pane per 0.6 e quello della carne per 0.4. Risultato: 0.6´2=1.2, 0.4´15=6. Poi si sommano i due valori ottenuti, ricavando il valore del paniere: 1.2+6=7.2.

Questi 7.2 euro sono la spesa media. Di per sé non ha particolare significato esprimerla al suo valore monetario: non è il prezzo di un bene, ma il reddito allocato ai consumi da una famiglia “tipo”. Per questo motivo lo esprimiamo prendendo come riferimento a un anno, ad esempio l’anno di partenza. Questo significa che nel primo anno porremo il livello dei prezzi pari a 7.2/7.2=1, oppure a 100´7.2/7.2=100.

A cosa serve questa operazione? Semplice. Dato che 7.2 non è il prezzo di alcun particolare bene, ma solo un generico valore di spesa, se lo normalizziamo a 100 ci sarà più facile leggere le sue variazioni negli anni successivi, quando i prezzi che lo compongono cambieranno.

Vediamo: supponiamo che nel secondo anno il pane aumenti del 50% e la carne del 20%. Quindi il prezzo del pane diventa 2´1.5=3 e quello della carne 15´1.2=18. Di quanto è aumentato il costo della vita? Dobbiamo ricalcolare il paniere. Allora: il pane incide per 3´0.6=1.8, la carne per 18´0.4=7.2. Totale del paniere: 9. L’indice dei prezzi al consumo per l’anno 2 è quindi 100´9/7.2=125. E siccome l’anno prima era 100, si vede subito che il costo della vita è aumentato del 25%. Del resto, è anche (9-7.2)/7.2=0.25=25%. Ma esprimere la spesa del paniere come indice (cioè porla uguale a 100 dividendola per il valore del primo anno, l’anno base) rende più facili i confronti. Se il secondo anno leggiamo 125 invece di 100, sappiamo subito che la variazione percentuale è stata del 25%.

Ora, già qui vedete un po’ di cosette interessanti.

La prima è che il livello dell’indice non ha un particolare significato: la scelta dell’anno base è arbitraria, è un fatto di convenienza, potremmo anche non prendere un anno base e utilizzare come riferimento il valore monetario del paniere (cioè 7.2 il primo anno e 9 il secondo) anziché esprimerlo come indice (cioè 100 e 125), la sua variazione, che è quello che ci interessa, cioè il tasso di inflazione, sarebbe uguale. Ci avete mai fatto caso che la radio vi dice quant'è l'inflazione, ma mai quant'è l'indice dei prezzi? Perché non è interessante (tranne che per i matematici... di un certo tipo).

La seconda è che l’indice risulta dalla composizione di dinamiche dei prezzi molto diverse. Questo ha molte conseguenze. Vi faccio vedere la più semplice, che è la seguente: tranne in casi molto poco probabili, l’inflazione zero implica che in alcuni mercati i prezzi stiano scendendo. Guardatevi questo esempio:


Qui il prezzo del pane raddoppia (da 2 a 4), mentre quello della carne scende del 20% (da 15 a 12). Fatti i dovuti conti, il valore del paniere rimane a 7.2, e quindi l’indice rimane a 100, e quindi l’inflazione è zero.

Visto?

Due considerazioni: primo, va capito che l’obiettivo di stabilità dei prezzi (inflazione zero) è assurdo, perché implica che in alcuni mercati i prezzi stiano scendendo. Bene! Direte voi. Male, dico io, perché vorrei vedere voi a operare in un mercato nel quale dovete acquistare materie prime e pagare lavoratori a prezzi e salari stabili o crescenti, mentre però sapete che il prezzo del prodotto che state vendendo scenderà! E vorrei anche vedere voi ad acquistare oggi una cosa della quale sapete che domani costerà di meno! La deflazione blocca l’economia perché la strangola dal lato dell’offerta, e la scoraggia dal lato della domanda. Ricordatevi quindi sempre che chi vi propugna la virtù della stabilità dei prezzi aggregati (inflazione zero) sta uccidendo qualche settore o filiera dell’economia.

Secondo: ma secondo voi, se il prezzo del pane raddoppia ma quello della carne scende, si continuerà a mangiare la stessa proporzione di pane e carne? Forse si mangerà un po’ meno pane (che costa di più) e un po’ più carne (che costa meno). E qui si apre un mondo di considerazioni su come gestire e rivedere il paniere (operazione che in effetti viene effettuata annualmente dall’ISTAT).

Atto quinto: il tasso di cambio effettivo nominale e reale
Se ripetete lo stesso ragionamento, e invece delle quote di spesa (60%, 40%) mettete le quote commerciali (quanto pesano i paesi x e y sul commercio dell’Italia), e invece dei prezzi dei beni (prezzo del pane, prezzo della carne) mettete i tassi di cambio (cambio con x, cambio con y), avete il tasso di cambio effettivo. Il discorso è analogo: quello che conta non è il livello che l’indice assume, perché è convenzionale, ma piuttosto la sua variazione, cioè il tasso di svalutazione (ricordate che quotavamo incerto per certo nel post cui di riferiamo).

Ora... ma a noi, di tutto questo, cosa ce ne fregava?

Eravamo partiti dalla confutazione di una asserzione piddina: ogni svalutazione è inutile perché si traduce immediatamente in altrettanta inflazione e quindi i benefici in termini di competitività vengono annullati. Per capire bene cosa si intende, dobbiamo ricordarci il concetto di tasso di cambio reale, che abbiamo analizzato qui (occupandoci di un altro piddino).
Il tasso di cambio reale è il rapporto fra i prezzi nazionali e quelli esteri espressi nella stessa valuta. Se il cambio è incerto per certo, il tasso di cambio reale si esprime così:


dove p sono i prezzi nazionali, e il cambio (quantità di valuta nazionale per una unità di valuta estera) e p* è il prezzo estero. Esempio: p prezzo in lire, e lire per dollaro, p* prezzo in dollari. Vedete che se e aumenta (svaluto) il rapporto diminuisce. Il piddino dice che però se lo faccio p aumenta della stessa percentuale, e il rapporto torna come prima. Noi abbiamo visto che il piddino ha torto (nella Fig. 4 di questo post), perché quando il cambio si svaluta (e cresce) il cambio reale diminuisce. Quello che vorrei farvi capire è che in questo concetto, che è quello che interessava a noi, quello che conta, ancora una volta, è il tasso di variazione, non il livello delle variabili.

Anche qui, facciamo un esempio. Immaginiamo di partire da un mondo in cui i prezzi interni sono a 1 (abbiamo visto che il livello non conta molto, è convenzionale), quelli esteri a uno, e il cambio è a uno pure lui. Nel mondo succede che se io svaluto del 100%, portando il cambio da uno a due (il cambio raddoppia... oh, voi lo sapete che questo è un aumento del 100%, vero? Mica siete matematici etarchici?), normalmente i prezzi stanno fermi, e quindi il cambio reale scende a 0.5=1/(1´2). Secondo i piddini, invece, non si sa bene perché, se io svaluto del 100% improvvisamente i prezzi interni aumentano del 100% pure loro, e il cambio reale rimane fermo.

Ripeto: abbiamo visto che questo non è vero.

Il dato tecnico è che l’ipotesi piddina di inutilità della svalutazione nominale implica che siano uguali i tassi di variazione di prezzi e cambio, cioè l’inflazione e la svalutazione. In altre parole, questa storia funzione se il rapporto fra inflazione e svalutazione è 1. Nell’esempio: 100%/100%=1. Quello che dicevo nel post precedente è che invece questo rapporto è stato, in Italia, 840%/45%=19. Una misura rozza, perché bisognerebbe ragionare magari in termini di medie geometriche ecc. ecc., perché i prezzi crescono monotonamente mentre il cambio prima sale poi scende, ecc. Ma quello che interessa sono i tassi di variazione: il livello di un indice non interessa a nessuno.

Tranne ai matematici che son così furbi da darsi un bel aumento del 100% = 0 (come abbiamo ampiamente visto).


Epilogo e profezia
Lo so, capire quanto sono cialtroni due cialtroni è una gran fatica: ma nessuna fatica è inutile, e spero che anche questa vi sia servita a riflettere su alcuni luoghi comuni. Comunque, questo è uno dei due motivi per i quali mi scuserete se, avendola io fatta a suo tempo, questa fatica, ho reagito con energia al tono insopportabilmente saccente dei due sconclusionati dilettanti. Prevedo che ne incontreremo sempre di più. Perché questo blog, nonostante il mio intento di non parlare a tutti, ma di aiutare chi desidera approfondire, rinviando a siti più consoni quelli che hanno abolito la razionalità, sta diventando popolare. E quindi di piddini ne arriveranno sempre di più. Poveracci: il mondo che ci hanno costruito gli sta crollando addosso. Smarriti si guardano intorno. Ma non perdono la loro sicumera.

Ecco, io so che non dovrei dirlo, so che non è bello, so che non è elegante, so che non è educativo, e io in fondo sono un educatore, so che non è cristiano, ma io queste persone purtroppo, vergognandomene, cercando di smettere, le disprezzo. Disprezzo la loro ottusità, il loro “sapere di sapere”, perché è questa la base antropologica sulla quale si è fondato il successo politico di quelle due o tre lenze che conosciamo: i Prodi, i Fassini, le Fassine. Non avrebbero potuto ingannare un paese, questi qua, se non avessero potuto contare sulle pretese intellettuali di un elettorato di media acculturazione, incapace di concepire il fatto che una laurea presa con un buon voto in materia affine è solo eventualmente l’inizio di un lungo e faticoso percorso di conoscenza della realtà economica. Tutti questi intellettuali dell’“a me non la si fa”, tutti questi intellettuali dell’“io so fare i conti”, oh, quanti, quanti ne vedremo arrivare, ognuno con la sua matitina blu, pronti ad applicare il pensiero di Etarcos, ma solo in parte, altrimenti la matitina blu si sa dove finirebbe. Ognuno pronto a difendere con le unghie e coi denti l’illusione di non essere stato preso in giro, l’illusione di poter raccogliere ancora qualche briciola, l’illusione di godere ancora di un po’ di benessere. Sconfitti, più e peggio di noi, che almeno proviamo a capire quello che ci stanno facendo.

Dovrebbero quindi farmi pena.

E invece mi fanno solo rabbia. Perché non posso non ritenerli corresponsabili, attivamente corresponsabili, della distruzione di tutto quanto è per me importante: la cultura, la ricerca, e un minimo di pace sociale per goderne senza barricate in strada, con le loro “non scelte” dettate dall’appartenenza e dalla pretesa di aver saputo brillantemente cogliere il superamento di un paradigma (marxista, keynesiano). Certo, a loro non la si fa! Il mondo è cambiato, loro lo sanno! C’è la Cina, adesso, dobbiamo unirci per competere... e via scemenzando...

Piddini, se entrate qua fatelo, come vi si addice, dopo il bel capolavoro che avete fatto, col capo cosparso di cenere e il cappio al collo. Se non lo stringerete voi, non saremo certo noi a farlo: questa porta è sempre aperta. Ma “errori imperdonabili”, lezioncine di bon ton, prolusioni sull’unità della sinistra da realizzare porgendo l’altra guancia a starnazzatori fascisti, pillole di epistemologia, ecc. ecc. tenetele per voi. Anzi, attenzione: gli epistemologi, in particolare, sono avvertiti: Marco Basilisco mi ha detto che d’ora in avanti sarà lui a occuparsene di persona. E siccome è un sentimentale e ama il bricolage, credo che abbia conservato da qualche parte una di quelle chiavi inglesi che ai bei tempi (per lui) si usavano per dialogare socraticamente con i provocatori. Nel tentativo, va da sé, di pervenire a una comune verità, e certo non per indurre gli altri a rinunziare alla propria opinione. Ma a rinunziare di scassare i cabasisi, ecco, quello magari sì.

105 commenti:

  1. Scusate: mi sono dimenticato però di aggiungere la morale della favola. Rimedio subito.

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  2. "so di sapere"... delle volte mi domando se una ristretta cerchia piddina, una élite del 33esimo grado del rito marziano antico e aggiornato, abbia accesso a una verità nascosta e inconoscibile per i profani, direttamente fornita loro dal grande barbuto dell'universo. :)

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    1. Quelli del 33esimo grado sono purtroppo spesso anche quelli del "proletari di tutto il mondo unitevi con l'euro contro il nemiko amerikano"... E quindi il gran barbuto li ha messi nei guai, anche perché io non son sicuro che lui la intendesse così, e Giuseppe una volta fece una citazione interessante che vale sempre la pena di ripetere.

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    2. @Giorgio D.M.

      Mi piacerebbe sapere perché fai questo accostamento piddini-Marx.
      Mi spieghi cosa c’entra Marx con le politiche economiche reali e finanziarie, e industriali dei piddini;
      libero mercato (della manodopera), liberalizzazioni, privatizzazioni, Globalizzazione (leggi- maggiore libertà di movimento dei capitali, di speculazione, di sfruttamento della manodopera a basso costo), dismissione di beni e industrie dello stato, sottomissione alle leggi del capitale finanziario, rinuncia al controllo diretto della propria moneta, ecc..

      Sai, vorrei imparare.
      Grazie.

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    3. Provo a spiegarmi con un esempio: Fassina che da Santoro dice che l'introduzione del bilancio in pareggio in Costituzione è un'assurdità economica ma una necessità politica per convincere il popolo tedesco del fatto che il popolo italiano sia affidabile e non spendaccione, Fassina tra l'altro immediatamente contestato da una signora che gli fa notare che i politici italiani dovrebbero preoccuparsi del popolo italiano e non di quello tedesco.
      Fassina è evidentemente un "ingenuo", certe cose non si dicono in televisione, sono voci dal sen fuggite come quella di Violante che a un certo punto in Parlamento rinfacciò a Berlusconi tutte le garanzie che gli avevano segretamente dato a tutela dei suoi interessi.
      Da che ne ho memoria, da dopo il referendum sulla scala mobile del 1985, la politica del Pci-Pds-DS-PD è sempre stata così: tutta una serie di proposte, valutazioni, decisioni "controintuitive".
      Ormai è un luogo comune che per decidere cosa è giusto fare è sufficiente sapere cosa dice il PD e scegliere il contrario.
      Eppure, la nomenklatura (centrale e periferica) continua con questa certezza, di "sapere di sapere", e ogni volta ti dona il verbo come se loro, e soltanto loro, fossero a conoscenza di un disegno che tu non puoi comprendere e che giustifica ogni loro scelta nonostante i tanti fallimenti, le sconfitte, le smentite date dagli avvenimenti.

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    4. @Alberto Bagnai

      Dovrebbe essere questa:

      "Se non nel contenuto, senz'altro formalmente la lotta del proletariato contro la borghesia è in un primo momento una lotta nazionale. Va da sé che il proletariato di ciascun paese deve vedersela in primo luogo con la propria borghesia"

      E aggiungo dalla prefazione di Engels al lettore italiano del 1893:

      "Se ciascuna nazione non avesse riacquistato la propria autonomia e unità, non si sarebbero potute compiere né l'unione internazionale del proletariato, né la tranquilla e intelligente cooperazione di queste nazioni per il raggiungimento di scopi comuni. Cercate solo d'immaginare un'azione internazionale comune degli operai italiani, ungheresi, tedeschi, polacchi, russi nelle condizioni politiche precedenti il 1848!"

      Manifesto del partito comunista

      E così siamo a posto con i testi sacri.

      Giuseppe Sini

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    5. @ Anonimo

      il mio commento precedente non è una risposta a te ma forse va bene lo stesso...

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    6. @ giuseppe sini

      Ah beh, bisogna capire a quale giuseppe il prof. si riferisse perché se sono io ho capito quale è la citazione, è molto più "terra terra" rispetto ad Engels, diciamo che ci richiamiamo ad uno dei "padri nobili" dell'eur...ehm del vincolo esterno... è questa qua:

      Mosca 1930 XVI Congresso del Partito comunista dell'Unione Sovietica:

      «È motivo di particolare orgoglio per me l’aver abbandonato la cittadinanza italiana per quella sovietica. Io non mi sento legato all’Italia come alla mia Patria... È motivo di particolare orgoglio aver rinunciato alla cittadinanza italiana perché come italiano mi sentivo un miserabile mandolinista e nulla più. Come cittadino sovietico sento di valere diecimila volte più del migliore cittadino italiano»
      Palmiro Togliatti

      Giuseppe

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  3. Certo. Quella però se la difese a casa sua anche Churchill. A me il vincolismo ricorda il fascismo molto di più per l'approccio paternalistico, come ho ricordato fin dall'inizio sul Manifesto, cioè per la precisa e DICHIARATA volontà di sottrarre ai cittadini il controllo politico della situazione, delegandola a istituzioni "tecniche" estere.

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  4. Caro Sig. Bagnai, devo dire che suo blog mi ha conquistato. Mi ha aiutato forse il fatto di non essere piddino, ma come Lei di essermi sempre battuto con una certa dose di masochismo sui vari forum con quel pensiero distorto, inamovibile ed ottuso di persone che pensano di attignere alla fonte della conoscenza rivelata (da Prodi, Fassino/a e Bersani), salvo poi i fatti dimostrare (sempre 10 o 20 anni dopo) che sbagliavano tutto purtroppo con conseguenze nefaste per il nostro paese. Ma devo dire che ha conquistato anche alcuni miei colleghi (antiberlusconiani per capirci) e perfino i di loro figli, a dimostrazione che talvolta si riesce a far passare un ragionamento che vada contro il pensiero piddino corrente, fatto di dogmi inamovibili. Forse è solo perchè in questo momento di crisi economica per cui la luce in fondo al tunnel è solo un treno che arriva, le più esposte di queste persone si stanno accorgendo che taluni degli dèi che i loro guru gli avevano detto di venerare, come l'Euro, la globalizzazione o il multiculturalismo per citarne solo i più deleteri, li stanno portando al disastro personale, un po' in ritardo ma davanti al burrone se ne stanno rendendo conto. E ho idea che vedere il PD far parte del governo più di destra (quella vera, quella finanziaria) mai visto in questo Paese, per di più assieme all'odiato Berlusconi (il demone cattivo per antonomasia secondo i predetti guru) abbia avuto l'effetto di un elettroshock su di una persona che sta dormendo.
    A questo punto però mi sorge una preoccupazione, ma ha senso che Lei perda tutto il suo tempo a leggere o a rispondere a tutte le obiezioni dementi dei residui piddini (quelli che abitano in collina nelle villette a schiera) che tuttora affollano internet? O almeno si limiti un po' nello sforzo (basta non far scrivere agli anonimi e bannare senza pietà gli altri). Il suo post principale basta e avanza per far capire a gran parte di questi soggetti un concetto riassumibile con un numero: il famoso 610. Vorrei anche poter usare il profilo Facebook per poter commentare e poter condividere i suoi post nella mia pagina Facebook.
    Cordiali saluti
    Roberto Luciani

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    1. Era finito nello spam. Ho spiegato a Schneider perché ho perso tempo con i due di passaggio: perché ci danno un importante messaggio, e per dare a mia volta un messaggio. Va da sé che non intendo passare tutto il mio tempo così, anche perché di pretesti per fornire notizie interessanti possono essercene di più lieti. Ma appunto, esattamente come ho scritto un altro post per "dedonaldizzare", diciamo che questo post è dedicato alle "piddine con la matita blu": il loro ingresso non sarà più consentito (che poi è quello che lei mi sembra stia chiedendo). Salvo nel caso in cui la correzione fraterna sia funzionale ad evidenziare punti critici del ragionamento. Purtroppo repetita juvant. Su Facebook non so cosa dirle, non posso aiutarla perché non ci sono mai entrato. Se mi fa pubblicità non posso che essergliene grato, ovviamente non per me, che non ci guadagno nulla, ma per... la causa!

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  5. Nnamo ar mareeeee.... E ssi incontrate er cavajere nero... come regolarvi lo sapete! ;)

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  6. Salve a tutti

    E' il mio primo commento quindi spero mi sia concessa questa riga per ringraziare i partecipanti e il nostro valoroso ospite.
    E' legato al post dal filo sottile del cercare di vedere la moneta ... no, volevo dire, la medaglia da tutti i lati (e quindi mi illudo di non essere OT).
    L'altro giorno sono andato alla presentazione del libro (sulla crisi) di un professore di Economia politica delle Istituzioni presso la Facoltà di Scienze Politiche all'Università Cattolica (in gioventù talento dello sci alpino).
    Uno degli oratori ha ritenuto di avvertire il pubblico presente che "una eventuale esplosione dell'euro avrebbe costi immensi". Lo scrittore non ha battuto ciglio. Alla fine ho chiesto al relatore dei "costi immensi" (docente di Economia dell’integrazione europea, Facoltà di Scienze Politiche) su che cosa basava quell'affermazione. Ha risposto che c'era lo studio di un economista americano di cui non ho capito bene il nome (il brusio delle persone che sciamavano), visto che quando sono andato a cercarlo in rete non l'ho trovato.

    L'oratore catastrofico ha dimenticato di dirmi che unioni monetarie se ne sono sempre fatta e, talvolta, si sono dissolte (e la vita continua). In rete ho trovato, comunque, una quantità di studi sulle conseguenze della dissoluzione dell'euro. Sono studi fatti da banche (comprensibile) che dipingono tinte fosche (tipo il docente di integrazione europea). Capisco anche questo. Segnalo solo il titolo di quello di Rabobank "Breaking up the eurozone: Blessing or disaster?" (ma dentro, se non faccio confusione, la musica non cambia)

    http://www.rabobank.com/content/images/WP1001wbo%20breaking%20up%20the%20eurozone_tcm43-133919.pdf

    http://bruxelles.blogs.liberation.fr/UBS%20fin%20de%20l'euro.pdf

    http://www.bestadvice.ie/uploaded/Euro_jpmorgan1211.pdf

    Ho trovato poi anche questo :

    http://blogs.news.sky.com/therealeconomy/Post:90f8c052-6352-4cab-a7bc-09b3f03186f7

    Sono i finalisti di un premio indetto :

    "A few months ago Lord Wolfson, the chief executive of Next and a Conservative peer, offered £250,000 to the person or team who came up with the best solution for a euro break-up."

    Benchè non abbia letto i contributi, mi sembra di capire che ciascuno ha predisposto un'analisi relativa a "come uscirne" (ovvio : il tema era questo). Le banche invece mi pare abbiano fatto un'analisi relativa a "come muori se provi a uscirne".

    Ho fatto questo commento nel caso qualcuno si ritrovasse sommerso dal terrore spalato a vagonate ovunque, riguardo al possibile dissolvimento dell'eurozona.

    Salve a tutti

    Neri

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  7. P.S.: avrete notato che per i piddini un aumento del 100% dei salari NON genera inflazione... ma solo se lo fai mettere in pratica a un matematico astro...filo...

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  8. io ieri son rimasto un quarto d'ora a leggere quello che diceva Nino perché non lo capivo. non ero neanche sicuro della tua interpretazione perché non poteva essere così stupida la critica. e invece sì, era proprio una coglionata. cazzo, ma la Figura 1 era eloquente, sarebbe stato assurdo metterla e poi concludere sui livelli. cioè, non saremo tutti ferrati in aritmetica qui (almeno, io), ma cazzo, un errore del genere l'avremmo colto.

    e io che ieri ci ragionavo anche su.

    incredibile, peccato perché la critica arrivava dal forum di astronomia amatoriale più frequentato d'italia, quindi lì per lì mi son anche preoccupato.

    però nessuno di voi forse ha colto il messaggio del Commendator Arguzia delle 9.56 (il primo) qui:

    http://www.trekportal.it/coelestis/showthread.php?t=46619&page=8

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  9. Grazie. Zimbellare i piddini è opera quanto mai meritoria. Mi rimane un dubbio: la loro presunzione è superiore all'incompetenza o è l'inverso? E soprattutto una diminuzione della presunzione del 20% implica un aumento dell'incompetenza del 20%?

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  10. Please don't spam off,(come il post su Kitsch, Kundera, euro.PD)...
    La parte finale del post consente due ordini di osservazioni:
    1. Sapere di sapere:
    ...Un piddino porta il bimbo di sei mesi dal pediatra:" sto regazzino (è licenza sintattico-semantica, non parla proprio così) piagne tutte le notti e nun smette più. Che devo fà?"
    Il pediatra: "ma lei gli da' il latte?"
    E il piddino "Seee, co' 'e cozze.."
    Ecco sapendo di sapere, ci hanno dato le cozze convinti che il latte facesse male (co' e' cozze), perchè lo dice l'europa, anche se stravolge la fisiologia dell'organismo da nutrire...
    2. Che dire dell'equazione col paternalismo fascista?
    Difficile la deduzione tassonomica in base a un elemento singolo, anche se ce ne sarebbero altri non del tutto univoci, però (prego non indurne "epistemologia").
    Parlerei fenomenologicamente di "tirannia".
    In proposito, alla ricerca di categorie utili e affidabili, (sulla tirannia), segnalo la poderosa trattazione di "Juan Matus" nel libro di Carlos Castaneda (no, lasciate stare il peyote) "Fire from within", cap.2 "Petty Tyrants" (trad. it, orrida). Propendo per la categoria "small fry".
    Ben diverso il discorso su Monti-bundesbank-Merkel: trattasi di veri "little petty tyrants", che versano più sul mostro epocale a richiami novecenteschi: ciò conferma che il sonno della ragione (le cozze invece del latte) genera mostri e ciò aggrava l'errore piddino: Nietszche (RIP) diceva: Ecco che dobbiamo abbracciare il contrario della verità, solo adesso l'errore diventa menzogna".

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  11. Buongiorno Prof !
    A questo punto la domanda nasce spontanea :" Ma noi possiamo dire che Sappiamo di Sapere che i piddini non Sanno !?" :-)
    Scherzi a parte bellissimo post, molto interessante la parte riguardante la composizione e la divisione percentuale del paniere dei prezzi istat (panieri ed incidi ).
    Però lei è stato molto crudele con i matematici piddini, visto che per calcolare il prezzo del pane nel paniere ha fatto 2 x 0.6, doveva fare 2 x 1,60, è il 60 % !!!!! AHHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHHAHAHAHAHA!!!!!!!!!!

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  12. con preghiera di essere pubblicato :D...le mando un video dietro le quinte di Mario Brega da cui poi hanno preso la scena che ha linkato lei nel suo articolo http://www.youtube.com/watch?v=295Jrrrk3Jc

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  13. prof ma io tutt'ora ho sempre la stessa domanda, non ho capito come si calcoli il 840%..non mi torna! può esplicitare il calcolo fatto per noi ignorantelli?

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    1. Scusa, non sei ignorante tu ma approssimativo io, nel senso che con i dati arrotondati che riporto nel posto dovresti ottenere 800%. Se non ottieni nemmeno questo, allora ti spiego... ma fammi sperare!

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    2. ebbene in questo caso le sue speranze sono ben riposte! il conto fatto da me dava 800 e non capivo il 40.. mi stavo inventando strane spiegazioni immaginarie per farlo tornare ma non ero poi così convinto.. ah si ha visto il video che le ho linkato subito sopra?

      saluti!

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    3. Sì, adesso, scusa, non ho avuto tempo, ma rende abbastanza l'idea del mio stato d'animo verso le "piddine (discalculiche) con la matita blu", come i due di passaggio che ci hanno allietato in questo post. Perché insomma, prima o poi qualcuno glielo doveva dire... Ma... secondo voi... in cosa sono laureati? Io un'idea ben precisa ce l'ho, ma non la dico nemmeno sotto tortura... in ingegneria!

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    4. Nooooooooooooooooooooo!
      Non è possibile! :)
      In primo luogo per l'obiezione idiota e in secondo luogo per la supponenza con la quale è stata avanzata.
      Guardi, se non fosse un sito di astronomi direi che sono laureati in economia e commercio... :)

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    5. ahah.. non credo si tratti di ingegneri.. sa credo che alla fine il percorso di studi conti fino ad un certo punto in questo caso, il problema è la sicumera che impedisce loro di riflettere e di ammettere che fooooooorse sono stati un pò avventati. E in ogni caso concordo sul fatto che tutti quei discorsetti del tipo "rispetto per la matematica" siano arroganti e maleducati a prescindere.

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    6. ...Ma che je fanno in quella facoltà? Il mio migliore amico è ingegnere: quando abbiamo una discussione e sono sicuro del fatto mio, ho imparato a scommetterci soldi (l'ultima volta: in Thailandia adesso è autunno?). Provi!
      PONZI PONZI PO PO PO

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  14. Ogni volta che il PDeLLINO di turno mi ripeteva questo assioma che la svalutazione di una eventuale LIRA 2 dopo una eventuale uscita dall'euro sarebbe stato un massacro perchè l'inflazione sarebbe andata alle stesse IO ho sempre replicato che SECONDO ME (in base alla mia "lacunosa" conoscenza economia) stava dicendo una cazzata.
    ora grazie a LEI, grazie a te, posso anche togliere il "SECONDO ME".
    saluti
    Furio
    Furio

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  15. OT?

    ORA HO CAPITO È STATO ECATROS A SOTTOSCRIVERE LA CONVENZIONE CON BNL PER I MUTUI DEI SENATORI E DEGLI AMICI DEI SENATORI AL TASSO DELL'1,50 ANNUO.

    Mi immagino questo dialogo:

    Buongiorno direttore sono Ecatros consulente finanziario per gli eletti dal popolo Italiano, vorrei stipulare un mutuo a tassi convenienti con ricarichi equi.

    D: signor Ecatros come lei ben sà noi sosteniamo un costo di raccolta e di approvvigionamento e il taso di riferimento a livello Europeo non lo decidiamo noi ma la Banca Centrale, allo stato attuale il costo del denaro presso la BCE è all'1%, gli va bene se le applichiamo una spread (maggiorazione) di 1 punto,

    E: Mi scusi ma io qui cosa ci sto a fare, quello che per lei è un misero punto dal mio punto di vista è un ricarico sui costo primario del 100% non le sembra un pò esoso visto anche le buone garanzie che le stiamo dando dovute all'elevato reddito di chi rappresento.....

    D: Capisco effettivamente il reddito di un eletto in Italia è notevole,ma come lei ben sà i soldi sono nostri e noi banchieri non ci poniamo crossi dubbi etici. Detto questo voglio venirle incontro, facciamo cosi gli applichiamo uno spread dell' 0,50 in fondo mezzo punto è una inerzia,

    E: Mica tanto una inerzia stiamo parlando di un ricarico del 50% di ricarico sul costo primario di raccolta, ma siccome voglio evitare che qualcuno pensi che è un favore siamo d'accordo firmiamo questa convenzione.

    D: Sig. Ecatros spero che questo sia di buon auspicio per poter fare altri affari con i suoi clienti anche se non possiamo garantire il soliti trattamento a tutti ma solo agli amici degli amici.

    E: Certo capisco anche voi dovete sottostare alla legge ferrea del costo medio per unità di prodotto venduto alla clientela.

    CHE FORTUNA CI SIAMO SALVATI PER UNA VOLTA ECATROS A FATTO AFFARI SENZA PIGIARLO DA DIETRO ALI ITALIANI.

    Mica tanto basta dare una piccola occhiata a questa legge sulla soglia dei tassi di usura dove a parità di prodotto le banche possono applicare su un mutuo fino ad un tasso del 8,57% ( un ricarico di 7,57 punti o se volete del 757%) e per le aperture di credito in Conto Corrente si arriva al 15,81% ( un ricarico di 14,81 pinti o se preferite del 1.041,81%) certo sono tassi limite, ma per vedere la rilevazione dei tasi medi realmente applicati potete scaricare la tabella di rilevazione di Banca D'Italia (1) e vi renderete conto che le differenze sono sempre enormi.

    MA QUELLO CHE VOLEVO EVIDENZIARE E' LANOMALIA DI STABILRE PER LEGGE UNA RILEVAZIONE SUL TASSO DI USURA CHE PRENDE IN CONSIDERAZIONE I TASSI MEDI APPLICATI E VI AGGIUNGE ANCHE UNO PREAD DI ELASTICITÀ. MENTRE SI DOVEREBBE PARTIRE DAL COSTO EFFETTIVO CHE LE BANCHE SOSTENGONO PER L'APPROVIGIONAMENTO DEL DENARO E DA LI STABILIRE DOPO QUANTI PUNTI DI RICARICO SI DEVE CONSIDERARE CHE IL TASSO È DI FATTI USURANTE.

    1)http://www.bancaditalia.it/vigilanza/contrasto_usura/Tassi

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  16. Gentilissimo prof. Bagnai, quindi, riassumendo, concludiamo che:
    1) la svalutazione "del cambio" non va di pari passo con l'inflazione (non c'è correlazione);
    2) spesso le due parole "svalutazione" e "inflazione" sono considerate ingiustamente sinonimi
    3) l'uscita dall'euro sarebbe gestibile e relativamente indolore.
    Mi potrebbe dire che cosa critica maggiormante della MMT?
    Grazie mille, i suoi interventi sono gustosissimi, oltre che precisi. Non mi toglierò mai dalla testa l'espressione "ad usum piddini". Suona troppo bene!
    A presto e grazie.
    Emanuele

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    1. Scusa Emanuele se faccio lo sgarbo di passarti avanti, ma la risposta probabilmente la puoi trovare già qui

      http://goofynomics.blogspot.it/2012/03/mmt-no-grazie-per-ora.html

      E mentre la leggi il prof può rispondere alla mia domanda in arretrato: cosa fu a determinare il crollo dell'inflazione a partire dal 1980? Solo (si fa per dire) il contemporaneo crollo del prezzo del greggio? Grazie

      (ma davvero racchetti il bimbo perché rimane indietro nella scarpinata? Non sarai piddino ma sei aguzzino)

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    2. Caro Bigmanu, questo blog, come sai, per il momento è dedonaldizzato, il che significa, tra l'altro, che quando uno me ne parla, al primo messaggio rispondo, come sto facendo con te, per ricordargli che non ne voglio parlare, e al secondo non rispondo. Seguirà circostanziato post sui danni della spaghetti-MMT, che NON è la MMT. La prima però mi interessa di più, per il semplice motivo che sta rendendo più difficile il mio lavoro. Ma ne parleremo.

      Attenzione: non dico che l'uscita sarà indolore. Quando noi usciremo dall'euro o l'euro uscirà da noi saranno dolori. Ma sarà sempre meglio che restare dentro, per i motivi che secondo me sono stati chiariti in modo definitivo da Marino Badiale e Fabrizio Tringali.

      Vorrei anche fare un'altra precisazione, perché vedo che sei interessato e perché bisogna comunque essere rigorosi. Non è esattissimo dire che in generale non c'è correlazione fra i tassi di inflazione e svalutazione. Può anche esserci, ma è generalmente debole e non implica una relazione uno a uno. Ad esempio, fra i dati riportati nella Fig. 2 di questo post la correlazione è pari a 0.28 (quindi positiva, come si aspetterebbe un piddino, ma me lo aspetto anch'io), solo che non è statisticamente significativa (t di Student pari a 1.62 con p-value 0.12, quindi l'ipotesi che la correlazione nella popolazione sia nulla non può essere respinta nemmeno al livello del 10%). Il coefficiente di regressione (che puoi interpretare come un rudimentale coefficiente di pass-through) è pure lui vicino a 0.2 (mentre per il piddino sarebbe 1) e non è significativo (mentre per il piddino è un coefficiente di granito).

      Va da sé che un'analisi rigorosa del pass-through richiederebbe un campione più appropriato (magari dati mensili), più variabili di controllo, ecc. Ma questo lavoro accurato lo hanno fatto Goldfajn e da Costa Werlang (citati nel post in questione), giungendo, come spesso accade, alle stesse conclusioni del mio lavoro meno complicato.

      In altre parole: certo che la svalutazione un qualche effetto sull'inflazione ce l'ha. Ma se prendiamo, ad esempio, per buono il mio coefficiente, la svalutazione che ci aspetta (intorno al 20%), nella peggiorissima delle ipotesi potrebbe determinare un'inflazione aggiuntiva intorno a 3-4 punti percentuali (dai 3 attuali a 6-7), e non "forever", ma come effetto di impatto, e per di più con la solita clausola "ceteris paribus" (mentre è chiaro che si potrebbe intervenire comunque per abbattere questi effetti). Il tutto soggetto a una discreta imprecisione statistica (il coefficiente non è significativamente diverso da zero, quindi parlare di un'inflazione che arriva al 7% è veramente schierarsi dalla parte del piddino proprio per farlo contento...).

      Non so se è chiaro: tu mi parli tecnico, io ti rispondo tecnico: la correlazione c'è, ma non è significativa. Il dolore dell'uscita verrebbe quindi da altre parti (turbolenze sui mercati finanziari, ecc.).

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    3. Claudio caro, getto la maschera: non sono un aguzzino, sono un piddino. Infatti non legno io mio figlio, lascio che lo faccia (affettuosamente) sua madre. Esattamente come la dirigenza PD non ha praticato la sua maieutica al contrario direttamente sugli operai, ma lo ha praticata per interposta Banca d'Italia. Quindi, sì: sono piddino anch'io.

      Detto questo, ogni volta che parlo del rientro dell'inflazione negli anni '80 tu fai questo (lecito e opportuno) siparietto. Allora la domanda che pongo io è: ma questo post che l'ho scritto a fare?

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    4. OPSSSS

      http://www.tradingeconomics.com/chart.png?s=umrtit&d1=19830101&d2=19900430

      E con questo mi hai colto in castagna, ma di brutto. Ma posso giustificare la mia amnesia: ho ancora un rapporto magico ed esoterico con l'economia, che mi porta a sperare che tu mi spieghi nuove e sorprendenti cause dei singoli fenomeni, in particolare dell'inflazione, visto che evidentemente mi affascina. E pensare che ho pure letto l'articolo di Pastore... Ma quando uno è di coccio...

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    5. Ho letto l'articolo di badiale e Tringali che lei cita, è interessantissimo, riassume finalmente l'idea di quella che potrebbe essere una vera visione politica. L'unico limite secondo me è l'uso del termine "decrescita" che secondo me risulta fuorviante rispetto a quello che col termine si vuole indicare. decrescita somiglia troppo ad un sinonimo di recessione. Comunque grazie della segnalazione.

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    6. Purtroppo in Italia il movimento "decrescista" risente di due problemi: l'adozione di una parola d'ordine che se può avere un richiamo sul vasto pubblico (come gli starnazzamenti di Donald) tragicamente travisa la natura del problema e convoglia la discussione su uno sterile nominalismo contabile, e la presenza di personaggi che sono parte organica dell'apparato disinformatorio di regime, o comunque si comportano come tali (e non mi riferisco ovviamente né a Marino né a Fabrizio, che secondo me sono abbastanza consapevoli di entrambi i problemi e dei quali continuo a segnalarvi l'indispensabile blog - mai più senza).

      Al di là di questi problemi del nostro pollaio italiano, rimane il fatto che nel medio (non nel breve, ma nemmeno nel lungo) periodo un ripensamento dei nostri modelli di consumo è necessario. Questa è una verità fisica, sulla quale alcuni economisti ironizzano, e pochi lavorano.

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    7. Gentile Professore, ho letto anch'io, ma che cosa significa esattamente "decrescita"?

      Riguardo la Grecia, mi pare che in Italia ci siano state delle manifestazioni di solidarietà. Probabilmente inconcludenti e inutili perché venivano dal basso, dalla gente (da una parte della gente, non tutta) e non dallo stato italiano.

      Non so se fossero disinteressate o se derivassero da un buon senso di convenienza, visto che dopo di loro, potrebbe toccare a noi.

      Non so neppure se negli altri paesi ci sono state manifestazioni analoghe, ma penso che la spaccatura di cultura e mentalità tra paesi nordici e mediterranei sia netta.

      Sono favorevolmente stupita dal risultato del sondaggio: più della metà degli italiani vuole uscire dall'euro? Mi pare una buona notizia o sbaglio?

      Silvia

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  17. Mi scusi ma lei ha commesso un errore imperdonabile... (potevo anche dire cosa pensavo a Tyson di sua sorella però oggi preferisco fare così)

    Conosco Ecatros e, pur non sapendo quale edizione sia a sua disposizione, (la mia è delle Edizioni Progress con un'introduzione di Giorgio Napolitano) devo correggere il suo errore: Ecatros ebbe un illustre allievo, Enotalp, purtroppo oscurato dalla dossografia filoplatonica che non ne riconobbe mai il valore.

    E soprattutto, facendo un'indagine nel mondo fuori della caverna, ho scoperto una cosa su di lei che il presente post conferma: lei è anche satanista (oltre che massone). Ritiro subito la tesi del gemello sadico. Benvenuta teoria dell'indemoniato.

    Al netto dell'ironia professore: nella stigmatizzazione del "matematico" a mio avviso ha trasceso. Comprendo le ragioni della rabbia e capita anche a me di usare l'umiliazione come strumento pedagogico, tuttavia... Comunque il blog è suo, a lei la scelta della strategia comunicativa (e mi preparo al peggio).

    Aggiornamento sulla mia dolce metà: sa perché non la riconfermeranno? Perché la persona che deve sostituire non andrà in pensione, come previsto quando la metà venne assunta nel settembre dello scorso anno. E come mai? Ma per la riforma delle pensioni mio caro (mi dico), quella che aumenta l'occupazione e favorisce i giovani...

    Schneider (l'invertito - e se lo sa la mia dolce metà..)

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    1. Ecco, estote parati...

      Degli allievi di Etarcos parliamo un'altra volta, perché io ho l'anastatica del papiro e c'è scritta un'altra cosa.

      Torniamo al fatto, con un esempio. Un paese cresce al 4%, l'altro al 2%. Tu diresti probabilmente che la crescita del primo è il doppio di quella del secondo. Non vorrei che la lettura di certe elucubrazioni matematiche ti facesse supporre che il tuo ragionamento è sbagliato. Il tuo ragionamento è giusto. Ma per i "due de passaggio" invece bisogna dire che la crescita del primo è 0.4/1.2=0.039 volte quella del secondo (hai seguito, no?).

      Mi dirai: hanno fatto un errore. Bene: a prescindere dal fatto che se ti presenti con la matita blu forse è meglio se stai attento a quello che dici (Etarcos docet), allora correggiamolo: dovresti quindi dire che la crescita del primo è 1.04/1.02=1.02 volte quella del secondo.

      Ma 4 è il doppio di 2, non il 2% in più di due. Insomma: i due confondono statica e dinamica. Un errore che posso tollerare e tollero nei miei studenti che vengono da un percorso aziendale e hanno obiettivi formativi di un certo tipo. Ma che evidentemente è intollerabile NELLA SOSTANZA se qualcuno viene qui a formare me.

      Ora, ti segnalo una cosa. Io una scemata simile potevo tranquillamente non pubblicarla. Nessuno ne avrebbe mai saputo nulla: i ragli degli asini non salgono in cielo. Avrei conservato la mia dignità (alla quale non tengo perché preferisco dimostrarla in altri modi, come del resto Palamède de Charlus).

      Invece ho scelto un'altra strada perché questa storia ci dà un segnale importante, e per dare a mia volta un segnale.

      Il segnale che questa storia ci dà l'ho scritto in grassetto nel post, ma te lo sintetizzo: il problema che stiamo vivendo non è un problema di debito pubblico ma di imbecillità privata. Guarda ad esempio l'impeccabile risposta di istwine a Marco, che sintetizza ciò che intendo. Saremo sempre più circondati da persone che sanno di sapere, persone che hanno una certa istruzione ma nessuna cultura. Ripeto, senza questa base antropologica i fassini e le fassine non avrebbero fatto tutto il male che stanno facendo. Un po' sì, ma tutto no, e non così a lungo. E quindi il nostro problema sono LORO, PRIMA e molto ma molto più di Monti.

      Questo è il messaggio per noi.

      Il messaggio per loro è un altro. Tu ti rendi conto che questi sono due analfabeti di matematica. Mi dirai: "sì, si capisce, ma forse proprio per questo dovresti essere indulgente". Chiedi alla tua dolce metà quanto si sente indulgente! Chiedilo a Luciano, che mi ha scritto un messaggio che temo di aver cancellato per sbaglio (interfaccia di merda), nel quale riferiva la sua angoscia di restare fra poco senza lavoro!

      A prescindere dal fatto che normalmente non ti rivolgi a chi potrebbe saperne più di te e lo ha dimostrato in sedi internazionali parlandogli di "errore imperdonabile" e concludendo col protrettico "la matematica va rispettata" (anche le persone, imbecille, altrimenti potrebbero non rispettare te, visto che non te lo meriti), a prescindere dal fatto che non ci si dovrebbe MAI comportare così, perché è una ovvia mancanza di senso della realtà, TANTO MENO lo si deve fare adesso perché è in corso, ahimè, una guerra. Una guerra che come sa la tua dolce metà, come sa Luciano, come sanno tanti altri, non sta facendo prigionieri.

      E allora ai piddini che hanno voglia di mostrare la loro istruzione ho voluto dare un messaggio molto semplice: questa non è la sede più adatta per farlo. Ne hanno altre, TUTTE le altre. Si accomodino, finché dura.

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    2. Ok. Prosegua, io la seguo.

      Schneider

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    3. Ma con loro il discorso si chiude qui, tranquilli.

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    4. Referto : Paziente Nino
      Il paziente mostra i sintomi della sindrome ben nota in letteratura col nome di (vulgo) piddinite : noto processo infiammatorio a decorso acuto che può facilmente cronicizzare.

      Diagnosi
      All'anamnesi il paziente ha mostrato i sintomi tipici dell'infiammazione in forma acuta : valutava correttamente le conclusioni del ragionamento sottopostogli (infatti le sue prime parole sono state le seguenti : "Le conclusioni, secondo me, sono esatte") e immediatamente dopo iniziava un rivisitazione estemporanea, in mancanza di qualsivoglia sollecitazione di origine iatrogena, nella quale si produceva in quiproquo di origine endogena (imponeva la seguente trasformazione 840% = 8.4 e la seguente 45% = 1.45 palesemente difforme dalla prima. L'utilizzo incauto di tali trasformazioni ha dato vita al risultato erroneo che scatenava la sindrome piddinica). La presente (guardia aggiunta di giorno) ha effettivamente assisitito al manifestarsi dei sintomi tipici : confusione tra cause ed effetti, sicumera mal riposta, euforia da appartenenza e una certa dose di arroganza (imputabile pro quota alla giovane età del soggetto).

      Prognosi
      E' ben noto che una parte importante della sintomatologia è da ascrivere all'ansia di veder realizzate le aspettative introiettate dal paziente mediante il prolungato imbibimento di stimolazioni esterne (lettura di giornali, trasmissioni televisive, mostre di chiacchere e così via) che veicolano una realtà preconfezionata in grado di sedurre il soggetto fino a fargli ritenere che sia la sua propria realtà. In taluni casi la malattia degenera in forma cronica.

      Note (del Titolare del servizio / della guardia aggiunta di giorno)
      La trattazione grafica di concetti di qualsivoglia natura ha mostrato effetti terapeuti ben noti in letteratura. Si ritiene che la mancanza di una trattazione simbolica (ovviamente implicita nei grafici) sia in grado di veicolare i concetti in maniera assimilabile dalla maggior parte dei pazienti (e infatti Nino ha esordito in modo corretto). Come nel caso in questione le ricadute sono sempre possibili, stante la natura infiammatoria della sindrome piddinica. Ulteriori sedute di terapia grafica hanno mostrato la remissione dei sintomi nella maggior parte dei casi. Il paziente deve comunque consultare uno specialista al minimo accenno di ricaduta. In generale sarebbe di grande aiuto a questa tipologia di pazienti, la disponibilità di presidi distribuiti in maniera capillare sul territorio.

      In fede

      la Guardia aggiunta di giorno

      Neri Napacadi

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    5. Gentile dottore,

      ma secondo lei la terapia che ho applicato somministrando calcio (in culo) al soggetto è del tutto inappropriata? O riscontra la sua approvazione?

      Suo,

      Dr. Casa (mia, dove comando io)!

      P.s.: avercene di (e)lettori come te, già staremmo navigando in altre acque!

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    6. Caro Dottore

      consulti improvvisi e reiterati mi hanno distolto dal mio (pur piacevole) compito di risposta. Me ne scuso.

      Come Lei ha correttamente rilevato il paziente si trovava nell'immediato pericolo di cronicizzazione se non peggio (voluntario exitu cecidere, che sopravviene in taluni casi particolarmente gravi anche se, purtroppo, non infrequenti). Credo pertanto che la terapia (d'urto) da Lei opportunamente e tempestivamente somministrata potrebbe aver salvato il paziente.

      Con i mei complimenti per il Suo lavoro di divulgazione di tali rilevanti acquisizioni, Le invio cordialissimi saluti.

      Mi creda Suo,

      Neri Napacadi


      p.s. ecchecc ... ormai non ci contavo quasi più (sentiti ringraziamenti al blog del Leprechaun che ti ha citato un po' di tempo fa)

      Neri

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  18. Quasi dimenticavo. Dia a suo figlio la Kritik der Urteilskraft.
    Se non la ha più le mando la mia, per un animo romantico da "fottutodiciannovesimosecolo" (le premesse "spirituali" come saprà stanno lì, nell'opera più geniale del maggior filosofo illuminista) questo e altro.

    Cordiali saluti.

    Schneider (perso sopra un mare di.. no non è nebbia)

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    1. (comunque è Etarcos... non Ecatros... Leonardo a te tte fa 'na pippa, come dicono a Roma)

      Torno sul satanismo. Domani è la tertia post Pascha, suono l'organo alla messa bassa e quindi la lezioncina me la farà nostro (non se se tuo, comunque mio) Signore:

      "Carissimi: Obsecro vos tamquam advenas, et peregrinos abstinere vos a carnalibus desideriis [questa è per te], quæ mílitant adversus animam, conversationem vestram inter gentes habentes bonam: ut in eo, quod detrectant de vobis tamquam de malefactoribus, ex bonis operibus vos considerantes, gloríficent Deum in die visitationis [e questa è per me]."
      (Epístolæ B. Petri Ap., I, 2, 11-19)

      Suono la toccata quinta di Michelangelo Rossi (questo è solo a titolo indicativo perché fa un po' dormire) e la Toccata in fa di Pasquini (Landsberg 215). Ma da buon europeista tu mi ascolterai solo Springsteen, o al più Richard Strauss. Fottutodiciannovesimosecolo, in effetti.

      Vedi, molti libri (o bibli, come li chiamava Giulia a due anni) sono meglio di uno. Apri, e sei subito servito.

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  19. OT.

    Per evitare si sovraccaricare il Prof di lavoro postando più commenti fuori tema visto il limite dei 5.000 caratteri. Ho colto l'occasione per fare un Post e rispondere ad alcuni amici di blog che mi avevano posto alcune domande.

    http://keynesiano.wordpress.com/2012/04/28/dialogo-fra-blogger/

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  20. Comunque professore,
    il contemplativo er Palla ha tutta la mia solidarietà...

    Suave, mari magno turbantibus aequora ventis
    e terra magnum alterius spectare laborem;
    non quia vexari quemquamst iucunda voluptas,
    sed quibus ipse malis careas quia cernere suavest.
    suave etiam belli certamina magna tueri
    per campos instructa tua sine parte pericli;
    sed nihil dulcius est, bene quam munita tenere
    edita doctrina sapientum templa serena,
    despicere unde queas alios passimque videre
    errare atque viam palantis quaerere vitae,
    certare ingenio, contendere nobilitate,
    noctes atque dies niti praestante labore
    ad summas emergere opes rerumque potiri.
    o miseras hominum mentes, o pectora caeca!
    qualibus in tenebris vitae quantisque periclis
    degitur hoc aevi quod cumquest! nonne videre
    nihil aliud sibi naturam latrare, nisi ut qui
    corpore seiunctus dolor absit, mente fruatur
    iucundo sensu cura semota metuque?

    ... ma in montagna si deve camminare con passo spedito! :)

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    1. E con questo ti sei meritato un invito a cena da Marco Basilisco. Dove, purtroppo, non sarà Lucrezio ad aiutarti, ma Catullo:

      Cenabis bene, mi Fabulle, apud me
      paucis, si tibi di favent, diebus,
      si tecum attuleris bonam atque magnam
      cenam...

      (e mi son fermato in tempo). Bene intendenti pauca...

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  21. La vedo in ottima forma socratica, Profe. Magari la prossima escursione potrebbe farla qui:
    http://chiapas.turista.com.mx/por+tierras+de+asombro-printpage-84.html
    Il territorio è totalmente de-piddinizzato da anni, e non parlano merkeliano.
    Eppoi dell'escursione del Berty non è rimasta memoria.
    roberto

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  22. Prof, dovrebbe fare delle FAQ "ad usum piddini" dove deviare domande o commenti altrimenti da cassare....
    Marco_mi

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    1. Hai ragione, devo affiancare al blog una sezione didattica, lo farò contestualmente alla "riforma" della mia attività didattica a Pescara. Non appena so se riesco (sarebbe il primo anno!) a insegnare le stesse cose dell'anno scorso, e che l'anno prossimo insegnerò ancora le stesse cose, investirò in questo compito.

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  23. Ma chi è Etarcos?

    Forse quello che rendiconta i verbali delle aule a noi, ingrati(...??) e ignavi (...!!), delle bur­le­sques dei postriboli di palazzo (Gra­zioli, Sofitel ....) mentre si impone necessaria la chigiana sodomia e, per equilibrio termodinamico, i paradigmi goebbelsiani del guadagno senza lavoro e del lavoro senza guadagno.

    Neltempo del parossismo del paradosso, l'uso della parola è
    ancora quello del "Through the Looking Glass" (Lewis Carroll, 1872)

    "Quando io uso una parola - dice Humpty Dumpty - questa significa esattamente quello che decido io... né più né meno."
    "Bisogna vedere - dice Alice - se lei può dare tanti significati diversi alle parole."
    "Bisogna vedere - chiude Humpty Dumpty - chi è che comanda... è tutto qua."
    Ma .. chi comanda in un comanda in un consiglio di amministrazione di SPA, in un'assemblea condominiale .. e in uno stato?
    That's all, folks!

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  24. La ringrazio per la sua opera di divulgazione, non economica, ma politica.
    Non perchè sia minore quella economica, solo perchè al momento sono impegnato a cercare di capire quello che scrive prima ancora di poterne parlare con un minimo di senso.
    Mi riferisco, in particolare, alla sua continua campagna anti-piddini che condivivo dolorosamente.
    Ha proprio ragione lei, non si cancellano le radici e quello che siamo con un colpo di spugna; sono anni che non voto più una delle forme di involuzione del PCI, eppure continuano a fami male.
    Non dovrebbero, ma ci riescono, faccio ancora una fatica immensa a mandarli a quel paese nel mio cuore (per fortuna in cabina elettorale ci va il cervello, almeno la croce riesco a negargliela).
    La loro capacità sistemica di devastare il tessuto sociale ed economico è impressionante, vengo da una realtà dominata da questi signori, dominata e devastata.
    Mi sono trasferito nel mitico nord-est (mitico perchè è oramai un luogo inesistente) e trovo milioni di occasioni per ritornare a guardare indietro visto lo scempio leghista con cui ho a che fare tutti i giorni. Eppure ogni volta trovo un altro desolante deserto quanto mi guardo indietro, faccio ancora fatica a mandarli a quel paese nel mio cuore.
    La sua opera di divulgazione mi aiuta non poco e di questo la ringrazio.
    Grazie,
    Mirko B.

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    1. Al cuore non si comanda. Ma nemmeno allo stomaco. Mentre il primo problema riguarda tutta l'umanità, il secondo, a partire dagli anni '80, ha riguardato principalmente la maggioranza silenziosa dei salariati, secondo le dinamiche esposte qui e qui. Ora, però, il gioco si è fatto più duro, e anche i frequentatori dei tinelli buoni, quelli convinti, più o meno in buona fede, di incarnare il progresso e il superamento di vecchi paradigmi (tutti tranne uno: lo stantio europeismo di spinelliana memoria), cominciano ad essere morsi dalla crisi, capiscono di essere presi in una morsa, ma non capiscono qual è. Fino a pochi anni fa ci arrivavamo a fine mese? Che è successo? Sarà colpa della Cina? Certo, amico, sono stati i cinesi ad erodere il tuo potere di acquisto... con la loro offerta di prodotti a basso costo!

      Chiaro, no?

      Ho scritto questo post per evidenziare un concetto molto semplice: questi mediocri, che hanno lasciato massacrare chi era più debole di loro, credendo che il sacrificio degli altri li redimesse dal loro peccato originale, e sperando di cavarsela, hanno ampio diritto al nostro disprezzo (intellettuale) e, laddove alzino le loro crestine, anche alle nostre affettuose repliche.

      Ma molti mi scrivono per dire che hanno deciso di smettere... Chissà se ci saranno mai altre elezioni in Italia... E chissà cosa succederà... Le crisi economiche, tradizionalmente, penalizzano chi è al governo... e ora al governo ci sono TUTTI (cioè nessuno, col sostegno di tutti)... E allora chi verrà penalizzato?

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    2. Io ho la fortuna di avere un ottimo impiego e di non aver subito i morsi di questa crisi, per ora. La mia condanna ai piddini risiede in tutte quelle occasioni perse per cambiare questo paese, cosi tanto che non riesco più ad esser cosi ingenuo da continuare a pensare che siano degli incidenti di percorso. Chi verra' dopo ? Ho la netta sensazione che non avremo più elezioni democratiche, quindi non credo che si porrà questo problema fino a che non crollerà l'intero sistema. Dopo? Ci rimboccheremo le maniche ed andremo a cercare le persone valide nei vari campi che possano aiutarci a ricostruire dalle macerie, sperando di non commettere i medesimi errori. Spero solo che mia figlia che oggi ha tre anni, non mi appenderà per i piedi come in parte la mia generazione meriterebbe.
      Mirko B.

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    3. Aggiungo che oggi e' venuta la finanza in borghese in visita all'agriturismo di mia moglie. Uno direbbe : hai paura dei controlli evasore? Ma la realtà e' molto diversa, un agriturismo di sola ristorazione perso nelle risaie della pianura veneta, nemmeno fosse l'hotel sheraton di Parigi.
      Tre finanzieri di domenica in borghese a controllare una struttura che vive solo grazie al doppio lavoro, con una conoscenza delle regole che gestiscono la contabilità di un agriturismo pari a zero spaccato. Alla fine se ne sono andati con i complimenti inserendo orario diverso nel rapporto per far risultare di esserci stati un oretta in più.
      Questo paese e' alla frutta, senza speranza.
      Mirko B.

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    4. Io un'ipotesi da suggerire l'avrei. In realtà la ha detta il mio signore a una cena e io sentivo mentre servivo (sono un servo - in quanto lavoratore dipendente - come il professore mi ha pertinentemente ricordato).

      Sarebbero penalizzati sempre i partiti di governo... Però... Però la discussione sul ritorno al proporzionale sarebbe funzionale ad un nuovo governo di larghe intese, o di unità nazionale che dir si voglia.

      Motivo per cui Pdl, Pd e terzo polo sono stretti l'uno all'altro, perché la migliore assicurazione per ciascuno di loro è la reciproca garanzia di coprirsi le spalle, proponendo - chissà - dopo il risultato elettorale un bel governissimo Passera, di fronte allo "stallo della politica", "al ritorno della speculazione" e altre favolette simili. Anche l'inchiesta sulla Lega, relativamente ai quattro spiccioli che si è presa, (e pure Vendola, dai) potrebbe essere Letta in questo senso.

      Il tutto però non sarebbe una prova di forza, a mio modestissimo avviso, ma di debolezza. Pensassero di avere consenso torneremmo alla pantomima dei poli contrapposti e invece...

      Umilmente vostro

      Herr Lampe

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  25. Grazie del chiarimento, professore. Non è che io voglia parlare di MMT, so bene come la pensa, (anche se sulle nostre pagine FB lei è citatissimo e anche apprezzatissimo, spero non La scocci troppo); attendo quindi il suo post sulle pecche della MMT (spaghetti o meno che sia). Lo leggerò con interesse. Sul fatto della svalutazione e dell'inflazione mi sono espresso un po' sbrigativamente, mi scusi. Mi potrebbe solo dire qual è il suo post in cui parla dell'aumento del debito pubblico in Germania nei primi anni dell'euro, mentre quello dei PIIGS stava scendendo? Non riesco più a trovarlo.
    A presto e grazie ancora. Buon lavoro.

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    1. Carissimo, il post era questo. Non devi scusarti: è stato utile precisare, perché, come dire, di imprecisi in giro ce ne sono (come avrai capito)!

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  26. Ho letto l'articolo di Badiale e Tringali. Ma ho l'impressione che come la solidarietà umana e di interessi tra i popoli europei sia di fatto impedita proprio dai meccanismi istituzionali UE, allo stesso modo anche la formazione di consensi maggioritari, nei singoli paesi, per la uscita da questi meccanismi UE sia estremamente difficile se non impossibile.
    Anche ammesso che possa superarsi il controllo mediatico che impedisce, in ciascun paese, un sommovimento elettorale in tal senso, la governance impedirebbe di fatto o lo svolgimento delle elezioni o la formazione di un governo duraturo che le rispetti (e hanno mille strumenti, di cui spread e "mercati" sono l'assaggio). Al punto in cui stiamo l'area UEM già assomiglia al Cile di Pinochet, in una versione per ora strisciante (cioè partiamo da un certo grado di ricchezza accumulata e distribuita, per una pregressa dinamica di crescita considerata inefficiente-e l'hanno pure scritto nel trattato di Lisbona-, e andiamo verso una progressiva distruzione e riallocazione della ricchezza via riduzione costante del deficit-pareggio di bilancio).
    Per dire: se la consapevolezza e il rifiuto della manovra in atto fosse effettivamente rappresentabile nei politici del parlamento UE, questi dovrebbero semplicemente rifiutarsi di riunirsi e di far funzionare le sedi truffaldine di coordinamento con gli organi esecutivi, del tutto svincolati da ogni investitura parlamentare. La foglia di fico del parlamento europeo è già in sè un mezzo di illusione politico-finanziaria che va disattivato...

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    1. Viviamo un periodo molto interessante perché nessuno è capace di prevedere esattamente cosa succederà, ma la probabilità che succeda qualcosa nei prossimi mesi è piuttosto elevata. Suggerisco esercizio fisico, una alimentazione priva di grassi, e poca televisione, in modo da potersi godere il più a lungo possibile quello che ci sarà DOPO, che non sarà peggio di quello che stiamo vivendo ORA.

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  27. Maieutica e vincolismo.

    Il "dato" serve ma oltre ci sono gli appartenenti.

    http://www.youtube.com/watch?v=dr4ubQW6XS8&feature=g-vrec

    That's all, folks!

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    1. Lui è molto simpatico e intelligente. Ma cosa pensa dell'euro? Perché oggi la differenza fra destra e sinistra è l'euro. Non un'altra. Chi fa polverone (piacevole, istruttivo, arguto, divertente) intorno a questo concetto, per chi sta lavorando? E dove lavora?

      Scusate, so che lo troverete riduttivo. Un giorno capirete voi, o capirò io. THAT'S all, amico caro.

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  28. Su quei "sassi", prof, la vedo troppo incerto rispetto all'algebra economica che ammiro per la efficacia didattica che condivide anche con uno svogliato come me degli ultimi banchi.
    Ora vado a rispulciare il 12° capitolo del TG ... quella è una chiave esoterica dei FETICCI.

    That's all, folks!

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    1. Però quella nelle foto è mia figlia (che al momento si occupa di conversioni fra centimetri e decametri)... E non mi sembra molto contenta di essere stata messa su Internet: ho violato la sua privacy!

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    2. Ciao Poggio,
      it's a kick to bump here into your "that's all folks"...Loved cartoons' wisdom too, but here, on Goofy, it looks like something can really turn into a "stream of awareness"...and so you're a welcome companion, as ever...

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    3. in darkness, folks need streams of Goofy's awareness.
      That's all, folks!

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  29. Chiavi Inglesi in voga negli anni settanta?

    Hazet 36 se non ricordo male!
    ....mmm Marca tedesca!
    Una banalissima Beta può bastare?

    Alex

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    1. La migliore chiave inglese rimane sempre il par. 3 del terzo capitolo (secondo capoverso).

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    2. Thank you very grazie!
      Alex

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  30. Segnalo una critica alla svalutazione che mette in conto che non produca inflazione:
    http://econoliberal.blogspot.it/2011/11/la-folle-idea.html
    la tesi principale è che la moneta debole farebbe fuggire i capitali su altri stati con monete forti (aggravando il nostro debito).

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    1. Senti, Marco, uno di non essere un troll deve anche dimostrarlo, però, sai... Dunque: quel blog è scritto evidentemente da un dilettante, il quale, oltre a ripetere la solita scemenza del circolo vizioso svalutazione-inflazione (perché dici che non la ripete? la ripete, quindi è un dilettante, e quindi tu sei un troll... o no?), aggiunge una scemenza più grande, che è quella che metti in evidenza tu.

      Facciamo una cosa: fatti un giro per questo blog partendo dal primo post, e poi spiegaci con parole tue perché l'amico liberale è un dilettante. Oppure, rispiegaci con parole tue qual è l'utilità scientifica e politica di recensire ogni raglio pseude-liberista.

      Attenzione: non sto dicendo che non ci sia, questa utilità. Anzi, secondo me c'è. Ma vorrei, prima di andare avanti, che tu me la dicessi con parole tue...

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    2. ma uno che dice che in Argentina il default ha fatto male e che son sull'orlo del baratro, ma che minchia ci vuoi dire?

      quello negava pure i saldi tra settori. cioè, la base della base (vabbè anche Bisin li nega...). che minchia ci vuoi dire?

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    3. Mi dovreste spiegare cosa vuol dire negare i saldi, perché, non so se vi è chiaro, ma negare i saldi significa negare che:

      Y = C + G + I + X - M

      oppure negare l'algebra (cioè negare il fatto che se porti una variabile dall'altra parte dell'uguale essa cambia segno). Ora, non voglio credere che un docente di economia neghi l'una o l'altra cosa, quindi siatemi precisi, vi prego, non sgretolatemi troppe certezza...

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    4. proprio questo Alberto. quello non è un economista (seriamente, è un fotografo mi pare). è solo un fallito che vota il PD.

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    5. Mi piacerebbe avere un esempio di chi contesta la definizione di reddito nazionale. Sarà per questo che abbiamo depenalizzato il falso in bilancio?

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  31. Grazie Professore,
    i concetti di svalutazione e inflazione nella mia testolina troppo stretta si sovrapponevano e si confondevano prima della sua spiegazione.

    Mi è tornato in mente il cartone animato della BCE con il mostro dell'inflazione ridotto ad una specie di ranocchio chiuso in un barattolo...

    E' più comodo (e fa anche tanto per bene) credere alla "monade" piuttosto che usare la propria testa. Il suo autore preferito probabilmente sentenzierebbe "Gli italiani, generosissimi in tutto, non sono generosi quando si tratta di pensare".

    Ma non è solo colpa nostra. Ci insegnano a diffidare degli sconosciuti, ad accettare i dogmi, a rispettare in devoto timore le autorità. Dovrebbero metterci in guardia dalle istituzioni e dai luoghi comuni, invece.
    Ne “Il Nome della Rosa” il pensiero critico di Guglielmo è tacciato come peccato di orgoglio.
    Quanto mi sembravano lontani il medioevo e quei principi quando lessi il libro; poi un giorno mi sono svegliata e mi sono accorta che non è cambiato nulla.

    La maieutica, quella sì è davvero lontana, confinata sulla pagina di un libro di filosofia.

    Ma a ben vedere anche Gadda forse sbaglia. Nella bramosia tutta italiana di attribuirci difetti (di cui nel profondo andiamo orgogliosi invece di vergognarci), non si accorge che l’avarizia di pensiero travalica i confini nazionali.
    Tutta l’Europa almeno (ma credo il mondo intero) ne è progioniera: ne sono esempio le "voci critiche della Germania" (quelli di Attac non povere anime belle come me) che hanno "dimenticato" di menzionare l'euro!

    Insomma, tra chi il pensiero critico non lo esercita per comodo e chi non lo sa esercitare perché troppo pigro (o talmente condizionato da credersi libero), restano rarissime voci intelligenti e sincere. Per una sempliciotta come me, averne scoperta una è già un bel traguardo.

    Ieri discutevo con un amico e sostenevo che il nostro male è l'euro e che dobbiamo uscirne il più in fretta possibile. Lui mi ha risposto che è stato in Germania, dove tutto funziona benissimo, e che noi facciamo schifo (e i greci sono ancora peggio), per questo andiamo male, ce lo meritiamo. Dobbiamo imparare dai tedeschi, ha detto. E non è neanche pieddino!

    Purtroppo non sono in grado di argomentare i suoi insegnamenti e alla fine non posso far altro che dire: "leggete il blog del Professor Bagnai".

    Dubito che lo facciano perché tutti pensano di saperla sempre più lunga degli altri. Come i due saccenti maestrini a cui ha risposto per le rime e a cui si addice quest’altra citazione di Eco:
    “(A Parigi) hanno sempre la risposta vera?”
    “Mai,” disse Guglielmo,”ma sono molto sicuri dei loro errori.”
    E non sono gli unici, purtroppo.

    Posso farle un paio di domande fuori tema?
    Ho letto che è "contento" che il pareggio di bilancio sia passato perché si augura che l'euro scoppi il più in fretta possibile.
    Anch'io mi auguro lo stesso, ma non riesco a essere tanto ottimista perchè nel nostro scenario politico non vedo chi abbia le capacità di "traghettare" l'Italia fuori dall'euro (se potesse farlo lei sarei tranquilla).
    Pensa che qualcuno sarà in grado di farlo? Di farlo bene, intendo.

    Ho letto che Spagna e Olanda, subito dopo aver votato a favore del patto di bilancio, hanno dichiarato che già il prossimo anno non rispetteranno l'impegno.
    Ma allora non potevano votare contro?

    Prima lo Sme po l'euro hanno "imbrigliato" l'economia italiana. E' dovuto a qualcosa di preciso contro di noi o rientra soltanto nell'altri desiderio di egemonia? Perché aderiamo a queste cose se ci penalizzano?

    E per finire una questione più egoistica e pratica: in previsione di uno scoppio dell’euro ci può dare qualche consiglio pratico per i nostri risparmi?

    GRAZIE e scusi le divagazioni
    Silvia

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  32. Professore,
    forse sono OT, ma avrei bisogno di un chiarimento. Nel suo post, di cui la ringrazio per il rigore dimostrativo, sul debito pubblico, lei parla del moltiplicatore keynesiano che si trova in tutti i testi del primo anno. Tanti anni fa ho studiato sulle dispense di Paolo Sylos Labini, quando a Bologna non insegnava ancora il parente di Letta. E ricordo benissimo l'equazione del moltiplicatore. Poi sono passati gli anni. E' possibile che, come lei ricorda in suo commento, che il moltiplicatore oggi sia messo in discussione, anzi confutato (negativo, minore di uno), proprio da chi, come Monti (ma anche da Cameron che taglia i dipendenti pubblici perché così i privati sono indotti a produrre posti di lavoro che li compenserebbero), sostiene che la spesa in deficit non può più sostenere la crescita, a causa dell'equivalenza ricardiana? Inventata da Barro, questa ipotesi sostiene che la spesa dello stato in deficit sarebbe subito vanificata in previsione (in condizioni di aspettative razionali, naturalmente) di future tasse e quindi si assiterebbe ad una caduta della domanda invece di un suo stimolo. Sarebbe questa allora la giustificazione teorica (si fa per dire) del taglio del debito pubblico per ottenere una "vera" crescita economica? Sto capendo bene o sono completamente fuori strada?
    Monti ha appena detto che con il deficit spending non si fa più crescita...
    Grazie e non mi picchi troppo (solo un poco) se ho scritto cose errate: devo imparare nonostante l'età...altriemnti non avrei studiato sui testi di Sylos Labini.

    Tito

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    Risposte
    1. Sicuramente l'"equivalenza ricardiana" può fornire un supporto "scientifico" a chi intendesse sostenere l'insussistenza del moltiplicatore keynesiano. Ma... quali sono le ipotesi scientifiche empiricamente verificate alla base di questa equivalenza, e quali sono i risultati delle verifiche empiriche della stessa?

      Io, ad esempio, potrei controbattere che l'arcangelo Michele interverrebbe per portare il moltiplicatore almeno fino a 1.7. Un argomento la cui fondatezza scientifica sarebbe pari a quella di Barro, ma che in più avrebbe il pregio di essere debitamente comprovato dai fatti...

      In altre parole, senza picchiare nessuno (ci mancherebbe) non ho capito la domanda qual è: vuoi sapere il verdetto della letteratura scientifica sull'ipotesi di equivalenza, a valle di quello su tutti i suoi presupposti (agente rappresentativo, attese razionali, ecc.)?

      Sai, in agonia capita che si deliri. Bisogna essere umani. C'è un dibattito interessante sul fatto se sia opportuno o meno accorciare certe sofferenze...

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    2. (p.s.: ovviamente in agonia è il governo. Stamane alla radio una delle tante voci del padrone non poteva astenersi dall'ammettere che l'IMU si presenta come un'imposta particolarmente gravosa e iniqua e che Equitalia ha comportamenti vessatori al punto da far sorgere sospetti sulla sua buona fede - lo diceva lui, io non me ne intendo... capisci...)

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    3. "la spesa dello stato in deficit sarebbe subito vanificata in previsione (in condizioni di aspettative razionali, naturalmente) di future tasse e quindi si assisterebbe ad una caduta della domanda invece che ad un suo stimolo"

      Sono un po' ignorante e questa equivalenza ricardiana che ricorre nei commenti non ho ancora capito cosa sia... però ho capito benissimo cosa sono e quanto mi costano l'IMU, la tassa per finanziare i servizi pubblici comunali calcolata sulla base dei metri quadrati dell'abitazione e che si aggiunge alla TARSU che quest'anno aumenta del 20%, e la tassa per finanziare gli investimenti dei comuni calcolata e applicata come l'IMU (l'IMU bis).

      Quindi mi domando: ma sulla base di quale logica una persona che vede il suo reddito disponibile (quello che rimane del suo reddito una volta che ha pagato tutte le tasse) ridursi (ipotizzando che non si azzeri per la perdita della fonte del reddito e anche che, seppure declinante, rimanga sufficiente per mantenere lo stesso livello dei consumi o anche per incrementarlo) a fronte di una politica di "risanamento" dei conti pubblici che provoca una recessione devastante (e quindi una ulteriore diminuzione del suo reddito disponibile in prospettiva, queste sono quelle che io chiamo aspettative razionali, e il popolo italiano deve pensarla così dato che l'indice di fiducia dei consumatori continua a diminuire) dovrebbe consumare di più oggi?

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  33. La domanda è: è posssibile smontare completamente, e una volta per sempre, la tesi di chi sostiene che il moltiplicatore è negativo, e insieme a questo anche le attese razionali, i modelli DSGE etc. Esatto, vorrei sapere il verdetto della letteratura scientifica. Se si sta delirando è bene che che almeno noi abbiamo le idee chiare.
    Grazie
    Tito

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    Risposte
    1. Bene, ora la domanda è chiara. Preciso che lo sono anche le mie idee in merito. A questo proposito faccio rilevare, sperando che non venga considerata una critica distruttiva, che la sua domanda è però un po' ingenua da un punto di vista epistemologico (sempre meglio però un'ingenuità vera che una raffinatezza falsa... se l'ingenuità è vera!).

      Mettiamola così: a qualsiasi livello ci poniamo, il dibattito è un dibattito fra sordi, e se poi da questo dibattito vogliamo trarre elementi di motivazione e convinzione politica allora peggio che andar di notte. Lei mi sembra preparato, conosce addirittura i DSGE, quindi ne sa molto più di me. Ciò significa che una sua idea se l'è fatta o se la può fare andandosi a fare una ricerca su EconLit.

      Ma al piddino cosa facciamo leggere?

      Kirman (1992)? O Weizsaecker (2010)? E poi, quando ha capito di cosa stiamo parlando, gli facciamo anche leggere Bernheim (1989) (sì, 1989: il dibattito è chiuso, per me, da 23 anni, un quarto di secolo), che però è una lettura inutile, perché senza agente rappresentativo e senza aspettative razionali non c'è equivalenza (quindi, come dire, letti i primi due articoli il terzo è inutile, perché si capisce che alla domanda di Barro si può rispondere, come dice istwine, lasciandogli un post-it con scritto "sì" appiccicato alla porta del frigo)?

      (Per inciso: i miei lettori sono fatti così. Nec pluribus impar.)

      Vede: sono tutti articoli di riviste impattate, alcune top 20. Quindi anche Zingales le sa (o potrebbe saperle) queste cose, visto che tra l'altro anche il suo amico Boldrin scrive articoli che intendono smentire l'ipotesi di razionalità delle aspettative.

      Allora, e concludo: se uno non lo capisce da sé che l'idea che qualora il governo faccia una politica fiscale espansiva tu smetti di spendere IN PREVISIONE di tasse future per ripagare il debito pubblico (che come sappiamo NON è il problema), e allora la politica espansiva viene azzerata dal tuo comportamento virtuoso... ecco, se uno non ha abbastanza cervello da capire da sé che questa è una stronzata (non un argomento capzioso, non un argomento infondato, non una tesi non supportata dai fatti, non una ipotesi smentita da decine di studi empirici: UNA STRONZATA), mi perdoni, mi scusi, se uno non ha abbastanza cervello per capire questo, per quale motivo dovrebbe avere abbastanza cervello da leggere Bernheim, e soprattutto, mi perdoni ancora di più, Stendhal o Hugo (leggendo i quali si capisce benissimo cosa sta succedendo e perché)? E allora che argomenti sta cercando? Smontare cosa? Una cosa che non esiste? E per chi? Per persone che non possono situarsi al livello tecnico, e non vogliono situarsi a quello politico?

      Quindi, capisce, anche sé "smontare completamente" chiarisce (agli altri lettori) il senso della sua domanda, mi sembra che sia importante che io e lei ci chiariamo ulteriormente:

      1) sì: il governo sta delirando;
      2) sì: io ho le idee chiare (lei non so, la vedo lievemente offuscato, ma può essere un errore di prospettiva da parte mia, non se la prenda);
      3) sì: tutto è agli atti della letteratura scientifica nelle sedi più prestigiose.

      So what?

      Ah... capisco: forse lei è venuto qui a chiarire le idee a me? La ringrazio...

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    2. In effetti la domanda posta non è ben comprensibile, non tanto sul piano tecnico quanto sull'attendibilità e pertinenza fattuale delle sue motivazioni.
      Se l'equivalenza ricardiana valesse (Bernheim lo smentisce, grazie prof., siamo qui per sapere queste cose) in una direzione, dovrebbe valere(anche nei suoi corollari sull'accumulo di capitale privato), anche nella direzione opposta(=diminuzione del deficit-pareggio di bilancio=aumento dei consumi, e dell'accumulo di capitale in the long run).
      Cioè, se "riduco" l'indebitamento le supposte (in tutti i sensi) aspettative "razionali" di calo delle tasse (e del tasso di interesse) dovrebbero indurmi (prima? poi? quando? solo monti lo sa, ma ce lo dicesse!) a consumare (anche investire?) di più.
      E' manifestamente bizzarro (in teoria), è sospetto di delirio che ci si voglia giustificare una recessione, ma, dati certi presupposti (che non si riscontrano) potrebbe pure spiegarsi.

      Senonchè, noi non veniamo da un periodo di spesa pubblica in incremento perseguito in funzione della crescita, cioè da consistenti e prolungate politiche keynesiane di deficit spending (da almeno 20 anni, e con sicurezza da quando le manovre le "chiede l'europa").
      Quindi, poichè, tra l'altro, il deficit italiano è comunque stato tenuto sotto controllo e i conti e la spesa pubblica, al di là della sua efficienza (altro discorso), pure (in rapporto al PIL può parere di no, ma come al solito si trascura la stagnazione e poi la decrescita del denominatore), tanto che siamo stati tra i pochi paesi UEM a vantare costantemente un avanzo primario, è la stessa domanda a non essere logicamente giustificata.

      Cioè, dopo un ventennio di politiche che tentano di ottenere riduzione dello stock di debito, del deficit (con alterne fortune), e della spesa sociale, a costo di perdere crescita, oggi, poichè queste politiche hanno fallito, (non ottenendo la crescita: in effetti proprio "loro" hanno fallito), si vorrebbe una dose incrementale di queste "ipotesi", per...accanirsi ancora di più CONTRO una presunta politica (comunque storicamente non verificatasi) fondata sul moltiplicatore keynesiano (di cui è indimostrata l'infondatezza?

      Detto in altri termini, siamo in crisi: ciò deriva dalla debolezza della domanda e della crescita (http://www.gustavopiga.it/2012/il-destino-degli-eroi-della-politica-economica/), che a sua volta deriva da vincoli monetari e valutari che influiscono su indebitamento privato e deficit della bdp, e ce la prendiamo col moltiplicatore keynesiano,CHE NON E' STATO PERSEGUITO ANZI CONTRADDETTO per 20 anni, al fine di giustificare la prosecuzione nelle politiche sbagliate (basate su presupposti teorici inattendibili)?
      Beh, pure i nazisti, prendendo il potere nella recessione provocata dalle politiche recessive di austerità post '29, davano la colpa agli ebrei (e falsificarono il documenti sui "Savi di Sion").
      Il solo fare questo "dibattito" ha qualcosa di "lunare", e dimostra che Goebbels è rinato e lotta insieme a "loro" ("Essi vivono", di Carpenter ci illumina su cosa li muova)

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    3. Amaro e Gabbana? Ma il problema secondo me alla fine non è neemmeno a quale busta appartengono, ma chi passa loro la busta...

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    4. Dicono che Blanchard abbia messo alla frusta gli economisti suoi "dipendenti" al FMI per fargli ecogitare la dimostrazione che l'austerity provochi la crescita e...abbia alla fine rinunciato per...default (neuronale).
      LA PIETRA FILOSOFALE OMODOSSA è una sòla (http://www.gustavopiga.it/2012/cinema-della-vera-arte-economista/ vedere al punto 6 del discorso del prof.Velasco)

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    5. @Quarantotto

      L'equivalenza ricardiana è solo uno dei tanti teoremi di "indifferenza" (un altro è il teorema di Modigliani-Miller) che naturalmente scaturiscono, applicando un metodo assiomatico-deduttivo, dalla teoria dell'equilibrio economico intertemporale. Ora, il fatto è che nei modelli (chi li costruisce lo sa), un po' come nelle salsicce, ci trovi quello che ci metti. Se ci metti un unico ometto che sa tutto, compreso tutto quello che succederà e quando succederà, è ovvio che, pro bono pacis (suae), questo ometto avrà comportamenti "offsetting" che gli consentono di restare sulla sua traiettoria. E siccome questo ometto coincide con l'economia, che è fatta da un ometto solo, in questi modelli (l'agente rappresentativo), e che quindi quello che è buono per lui è buono per tutti (perché c'è solo lui), ecco che tutti sono contenti (cioè è contento lui), lo Stato cattivo viene sconfitto, ecc. ecc.

      Non vorrei (per tito, a me sinceramente...) che la domanda di tito fosse del tipo "be', ma queste cose vecchie a me le insegnava una cariatide come Sylos-Labini, ora la scienza ha fatto progressi!" Questa sarebbe veramente da ridere... No: progressi direi di no...

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    6. ...certo, Barro, Modigliani-Miller, Sargent-Wallace non sarebbero vittime del tacchinismo induttivista: loro deducono. La domanda è: siete sicuri che si possa fare scienza solo con gli assiomi?

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    7. non lo so Alberto, ma tu la fai troppo difficile con sti assiomi. io personalmente posso raccontare la mia storia, ovvero di quando ebbi a che fare con Marino Loy.

      lo so che molti di voi leggendo il nome non capisce. quello è il suo nome anagrafico, ma lui non è altro che l'agente rappresentativo.

      era un tipo basso, un po' tarchiato ma ironico e socievole. e in più era razionale, mai visto nessuno così razionale. vive in un paesino della Basilicata.

      chi l'avrebbe detto? l'agente rappresentativo della meglio letteratura americana in realtà è nato e vive in Basilicata. e nessuno lo sa. uno dei tanti tesori nascosti della nostra bella Italia.

      gli ho chiesto che tipo di aspettative avesse per il futuro e mi ha risposto "istwine [perché mi chiamo così all'anagrafe], le mie sono aspettative razionali". al che ho capito di essere di fronte al vero, autentico, genuino agente rappresentativo. quello della letteratura scientifica.

      gli ho lasciato il numero dicendogli che se mi fosse servito un consiglio l'avrei chiamato. e lui, gentile mi ha detto "quando vuoi chiamami, lo sai, io sono razionale". al che ne ho approfittato, per giocare gli ho chiesto di nuovo "ma quindi che aspettative hai per il futuro?" e mi ha detto solenne "aspettative razionali". Dio mio, l'agente rappresentativo, che uomo essenziale.

      è stato come incontrare, che ne so, Guido Anselmi o Nando Mericoni. cioè, incontrare il personaggio dei tuoi libri o lungometraggi preferiti. un incontro unico. non so se capite, ma sicuramente no perché bisogna provarlo.

      questa è la mia esperienza.

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  34. Grazie mille! Chissà perchè, ma mi pareva di essermelo sognato...Devo ripetermi più spesso il motto dei piddini: "Abbi fiducia in te stesso, mentecatto!", che spiega molte cose...:)
    A presto.

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    1. Non te lo sei sognato te: se lo è sognato Letta (e Fassina). Per noi non è un sogno: è un incubo. E alla fine ci sveglieremo tutti.

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  35. "Sei nata con la guerra, grazie all'Europa hai vissuto nella pace, assieme ai vostri colleghi europei garantite più sicurezza, l'esperienza di studio a Malta ti sta aprendo nuove opportunità, con i cantieri europei hai trovato un lavoro (hahahahahaha scusate non resisto) grazie ai fondi comunitari hai avviato la tua impresa un'azienda italiana ti ha offerto un lavoro a Parigi (oddio hahahahha), è stata dura ma ora sei molto soddisfatto, OGGI in Europa puoi vivere, viaggiare, lavorare dove vuoi, con l'Europa unita puoi dare un futuro ai tuoi figli, l'Europa è ANCHE tua!"

    HASHAHAHAHAHA

    Prepariamoci tutti il 9 maggio è la festa dell'Europa unita!

    http://www.youtube.com/watch?v=qb1jasCaiog

    Giuseppe

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    1. Io il 9 maggio sarò in volo per il Portogallo, credo. Potrò festeggiare con i miei amici portoghesi questa significativa ricorrenza, che ci affratella e contribuisce in modo decisivo a creare quel clima di comunanza spirituale che prima dell'arrivo della bandiera stellata in effetti nessuno su questo continente provava. Grazie euro (perché, ricordatevi: Europa=euro, questo non si discute...).

      Ma... era più bravo Goebbels, o erano più fessi i tedeschi dell'epoca?

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    2. Il modo in cui è costruito lo spot mi richiama alla mente certe immagini, ne scelgo una fra tante:

      http://chineseposters.net/images/e13-50.jpg

      il titolo mi pare adatto: The new struggle starts from here, early 1970s.

      Giuseppe Sini

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    3. miiiiiiiii nemmeno il tempo di capire che è di nuovo in Italia e già riparte???? Ma la vogliamo finire con questi sprechi? che avrà da dire poi ai portoghesi di così importante da non essere detto via webcam???? e' colpa sua se c'è il debito pubblico restituisca i soldi secondo me ha anche il suv!

      Io ho la sensazione che era più bravo Goebbels e molto più fessi i piddini di ieri di oggi e di domani.

      Giuseppe

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    4. sempre peggio Giuseppe ci siamo entrambi registrati con l'inconfondibile nick giuseppe? Ok te lo lascio da oggi in poi mi chiamo solipsismo va bene? non è che ti vuoi chiamare sul blog così anche tu?

      Siamo d'accordo?

      hehehe :)

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  36. A proposito: stanno arrivando anche dei contributi decisamente interessanti per il convegno di giugno. E io accarezzo segretamente l'idea di organizzare una sessione parallela di Goofynomics. Ma dovremmo discutere questa cosa in privato. Non adesso, ma fra un paio di settimane, chiederò agli interessati di scrivermi, così vediamo se si può organizzare qualcosa...

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  37. “ stupidità e avidità”
    “Most financial crises are caused by a mix of stupidity and greed and recklessness and risk-taking and hope,” said Geithner, who helped tackle the crisis for the Bush administration when he was the head of the New York Federal Reserve and has been urging Europe to act more aggressively to contain its debt problems. ” (US Obama Treasury Secretary Timothy Geithner, 26/04/2012)
    "La maggior parte delle crisi finanziarie sono causate da un mix di stupidità e l'avidità e la sconsideratezza e l'assunzione di rischi e di speranza", ha detto Geithner, che ha contribuito a far fronte alla crisi con l'amministrazione Bush quando era il capo della Federal Reserve di New York ed è stata spinta l'Europa ad agire in modo più aggressivo per contenere i suoi problemi di debito”
    Caro Goofy, io sono immensamente grato per le energie economiche che consumi per condividere la tua conoscenza e con irriverenza svogliata (io che ho meno voglia) sono consapevole che è necessaria la ricostruzione elementare della comunicazione e della linguistica dei “segni” e il modo in cui questi formano il “senso”.
    E’ necessaria la ricostruzione semiologica ed economica del paradosso dell’equivalenza “rendita = profitto” universalmente radicato che vanifica ogni liberismo, persino quello originario di A Smith.

    Chi RUBA E’ LADRO, non è avido e tanto meno stupido.

    E’ folgorante la discesa di Goofy vista dal basso, quanto il “guadagno di chi non lavora” e il “lavoro di chi non guadagna”.
    That’s all, folks!

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    1. Sì, però se parli per farti capire è meglio, altrimenti resta demagogia moralistica, con la quale, evidentemente si è sempre tutti d'accordo, perché non dice mai nulla (per quanto si esprima in modo "alto"). La spiegazione di Geithner, sinceramente, non mi sembra molto meno insoddisfacente della tua, ma so che tu puoi fare meglio (lui no, ha troppi vincoli)!

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  38. "la sconfitta che celebriamo in questi giorni (unico paese al mondo a celebrare una sconfitta e questo dice molto) spacciata per "liberazione""

    Oh Alessandro, tu sei un ex liberale reo confesso!

    http://www.youtube.com/watch?v=3l25Y-RDjF0

    Per me tu non hai celebrato proprio nulla il 25 aprile e comunque la frase che hai tirato fuori è un tipico luogo comune fascista... non so se te ne rendi conto...

    E' sempre così che finisce... uno critica il PD e poi gli tocca di pentirsene perché le alternative sono peggiori.

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  39. Continuo a non capacitarmi del fatto che ne la curva dell'inflazione ne quella dei redditi reali italiani pubblicate due post prima di questo abbiano una sensibile discontinuità in corrispondenza dell'adozione dell'euro nonostante è palese la perdita di potere d'acquisto avvenuta. Lei che spiegazione si è dato del fenomeno? grazie

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  40. Curiosità
    tra i due contrapposti, il saggio Socrate che sa di non sapere e il pidddino Etarcos che "sa", con le stesse lettere (segno del destino?), c'è anche Storace di cui si può dire tutto tranne che non sappia riconoscere l'aria che tira.

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    1. In effetti credo che Storace non sappia di sapere... Grazie per l'opportunissima precisazione!

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  41. Vorrei scusarmi per non essere stato chiaro per niente con la mia domanda sul moltiplicatore e l'equivalenza ricardiana. Non penso affatto che Sylos Labini sia una vecchia cariatide, anzi: mi dispiace che la teoria economica mainstream dopo gli anni '70 abbia prodotto una tale regressione da arrivare a giustificare appunto tagli selvaggi come fondamentali per la crescita (i vari Letta, etc.). Cercavo solo una spiegazione. Per favore non mettetemi tra chi sostiene gli attuali nuovi Goebbels.
    Grazie
    Tito

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    1. Carissimo, dispiace tanto più a me che ci lavoro. Se non ti ci metti da solo, con i Goebbels, non ti ci metteremo certo noi. Grazie per il chiarimento.

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