giovedì 26 maggio 2016

Sinistra e Europa: storia di uno spiaggiamento

Non riprendo il discorso dall'inizio. Sappiamo che uno strumento di deflazione salariale non può essere "di sinistra". Spero anche che sappiate la differenza fra articolo indeterminativo (uno) e determinativo (lo), come pure, per dire, quella fra condizione necessaria e condizione sufficiente. Molti miei colleghi ignorano queste distinzioni per SMS (squallidi motivi strumentali), ma appunto non voglio riavvolgere il nastro qui e ora (sto per entrare in aula a fare esami).

Voglio solo segnalarvi due contributi che ci aprono prospettive sulla storia dello spiaggiamento della sinistra (contributi che, peraltro, mi avete segnalato voi).

Il primo è la tesi di dottorato di Carlo Giuseppe Cirulli, intitolata La sinistra italiana e il processo di integrazione europea: la transizione del PCI attraverso il suo discorso sull'Europa. Sicuramente un lavoro di qualità, dato anche il prestigio dell'istituzione dalla quale proviene. Non ho avuto tempo se non di scorrerla. Avrò tempo di leggerla quando sarò morto, temo, ma forse anche prima, e nel frattempo mi saranno gradite le vostre osservazioni e segnalazioni di passaggi cruciali. La parabola dall'antieuropeismo acritico all'europeismo acritico mi sembra una chiave di lettura sensata. Se la accettassimo, il dato sarebbe che la sinistra italiana in equilibrio tende ad essere acritica, e dall'equilibrio si scosta solo a calci nel sedere. La cosa non mi fa affatto piacere, anche se per me, come sapete, non è un'assoluta novità.

Il secondo è una serie di articoli pubblicati da Alessandro Mustillo su Senza tregua (l'organo del Fronte della Gioventù), e riassunti qui, nei quali si descrive ottimamente il punto di partenza di questa parabola: il periodo che Cirulli liquida come antieuropeismo acritico. In effetti, mi pare che di pensiero critico, all'epoca, ce ne fosse. Quanto meno, un'idea su quali fossero gli interessi da difendere traspare. La differenza rispetto a oggi è tanto abissale quanto desolante, come pure lo è la totale assenza di memoria storica di tanti che pure si piccano di "fare politica"...

(...ovviamente parlo di questo Fronte della Gioventù...)

145 commenti:

  1. Professore mi sa che i suoi appelli agli imprenditori sono finiti nel water con relativo sciacquone...

    http://www.repubblica.it/economia/2016/05/26/news/confindustria_verso_il_si_al_referendum_sulla_costituzione-140625164/

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    1. Vorrei ricordarvi che l'elezione di Boccia in Confindustria è stata un po' come l'elezione del presidente austriaco: non mi riferisco, ovviamente, a brogli (impossibili date le modalità), ma al fatto che l'organizzazione si è trovata divisa in due. Naturalmente il buon senso ha prevalso e la successiva "elezione ufficiale" ha visto una maggioranza dell'87%. Altrettanto naturalmente non possiamo aspettarci che chi pensa di essere al sicuro, e di esserci perché è stato più bravo di chi è rimasto travolto dalla crisi, possa assumere con facilità posizione di critica verso il sistema che, fra l'altro, fino a poco tempo fa (ora molto di meno) rischiavano di esporre alla malevolenza del settore bancario. Non abbiamo motivi di pensare che il buonsenso prevalga fra gli imprenditori più che nelle altre categorie. Il dato "asimmetrico" è che alla fine loro hanno più da perdere. Ma siccome hanno anche di più da parte, evidentemente la morte del paese non li interessa più di tanto. Era comunque mio dovere rivolgermi a tutti e a tutti mi sono rivolto.

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    2. Non li conoscevo. Ho cercato qualche informazione e pare che sia per Boccia che per Vacchi la priorità fosse la produttività/competitività (lato offerta).

      Boccia è più piccolo quindi teoricamente mi aspettavo che rappresentasse le istanze dei piccoli, invece è ancora più reazionario di Vacchi che mostra meno accanimento contro il welfare (mi ricorda un Cucinelli) e ha anche una faccia più simpatica...
      Ma è un "cosmopolita" che possiede una multinazionale, era sostenuto da Montezemolo, nonché amico di Prodi, osannato a Piddinia e meno ostile ai sindacati (che sono ostili ai lavoratori).

      Sicuramente è un giudizio superficiale, ma Vacchi sembra un ordoliberista illuminato quanto basta per mantenere a lungo il disequilibrio dello status quo.
      Boccia invece sembra avere quell'arroganza da self-made man che potrebbe portare prima a una situazione insostenibile.
      Insomma una specie di Renzi contro Prodi?
      Tutta qui la spaccatura o sono stata troppo superficiale?

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  2. Ottimo Mustillo, che cita Pajetta: "Sbaglia profondamente chi pensa che un’economia diretta da forze imperialiste possa essere un elemento di progresso nell’avvenire." E' tutto qui, no?

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  3. Simpatici i Giovini Comunisti, da "Se la lotta di classe la vincono le borghesie": "mediamente il patrimonio di un dirigente è pari a 5.6 volte quello di un operaio, mentre vent’anni fa era di tre volte." Ecco, questo fenomeno l'ho sperimentato direttamente, e la vera notizia e' che la sperequazione fa malissimo al capitale stesso, perche' il lavoro - soprattutto quello di alta/altissima qualita' - scade, se si umilia la base.

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  4. Pag 14:
    ) L’Ue ha un impatto positivo sulle élite politiche
    nazionali: fintantoché “esse riescono ad ottenere per
    il tramite dell’Europa e delle sue politiche ciò che è necessario per soddisfare il loro elettorato di casa.”.

    Al contrario sorgono delle criticità nel momento in
    cui le élite politiche domestiche sono costrette a
    “rendimenti insufficienti”, a livello nazionale, per
    via dei vincoli europei.

    Interessante no?

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  5. I «Il coordinamento economico di cui si parla nel trattato si risolverà in pratica in intese sempre più strette tra i vari monopoli per la spartizione del mercato a scapito dei piccoli e medi produttori sostituendo così alla protezione doganale una spartizione delle sfere di influenza tra i grandi monopoli

    Ma se c'èra una visione cosi chiara come siamo finiti nell'ue?

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    1. Perche' altrimenti saremmo in un mondo perfetto!

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    2. Tre passaggi in progressione colti al volo sfogliando le pagine: nel fine settimana me le leggo con calma, ma già da questi tre pezzi (spero non troppo frettolosamente estrapolati dal contesto) la mutazione del PCI si vede tutta. Ho messo in maiuscolo il passaggio che mi sembra fondamentale per capire da dove arriva l’eredità che è passata di mano in mano fino a Renzi (per ora, in attesa che Bonolis annunci “avanti un altro!”)

      UNO
      Togliatti al IX congresso del Pci nel 1960 (…) affermava come il Mercato comune
      aggravasse la divisione dell’Europa in blocchi contrapposti
      e facesse da ostacolo al processo distensivo. Per questo
      motivo il Segretario auspicava una revisione del contenuto
      del trattato del Mercato comune al fine di difendere interi
      settori dell’economia italiana messi in crisi dall’adesione
      dell’Italia alla Cee e di porre fine ai grandi monopoli che
      uscivano rafforzati dall’integrazione economica così come
      progettata nel trattato istitutivo della Cee. (pag. 69)

      DUE
      rimanevano fermi anche nell’ultimo Togliatti i principi cardine dell’antieuropeismo
      ideologico: la visione di un’Europa che andasse
      dall’Atlantico agli Urali contro la “piccola Europa” dei
      Paesi capitalisti, la ferma intenzione di combattere l’Europa
      dei monopoli e l’autoritarismo del Mercato unico che si
      caratterizzava per la presenza di organismi creati dall’alto e
      privi di qualsivoglia forma di legittimazione democratica. (Pag. 77)

      TRE
      Il 1972 era anche l’anno in cui si assisteva all’allargamento
      della Cee a Regno Unito, Irlanda, Danimarca e Norvegia,
      anche se poi quest’ultima non vi entrerà perché il
      referendum popolare sancirà la volontà opposta del popolo
      norvegese. Amendola, dovendo giustificare come mai, in
      tutti e quattro i Paesi, la classe operaia si fosse rivelata
      ostile all’adesione alla Cee, ne faceva risalire le motivazioni
      al carattere elitario del processo d’integrazione. Si
      ponevano così le basi per quello che sarebbe diventato uno
      dei leit motiv del contributo del Pci al processo
      d’integrazione, oltre che un elemento di convergenza con il
      movimento federalista di Spinelli: il problema del deficit di
      democraticità. Volendo far “parlare” Amendola stesso la
      Comunità europea appariva “non una comunità
      democratica, ma un blocco chiuso, dominato dalle forze
      egemoniche del capitale monopolistico e sottoposto alle
      pressioni degli Stati più forti, ad un direttorio”.
      SE DA UN LATO AMENDOLA RICONOSCEVA COME L’ITALIA FACESSE
      ORMAI PARTE DELLA COMUNITÀ E NON SAREBBERO STATI I
      COMUNISTI A PORTARLA INDIETRO AD UN ISOLAMENTO AUTARCHICO E
      NAZIONALISTICO, DALL’ALTRO SOTTOLINEAVA COME IL PCI NON
      VOLESSE “SUBIRE I TRATTATI ESISTENTI, MA AVVIARE UN PROCESSO
      DI TRASFORMAZIONE IN SENSO DEMOCRATICO” delle istituzioni
      europee ed una loro apertura alle forze popolari dei
      giovani, del sindacati e dei partiti politici di sinistra. (pag. 108)

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  6. In genere non si parla molto del ruolo giocato dal PSI in questa storia. Col senno di poi, è evidente che gli avvenimenti del '56 in Ungheria furono l'occasione per dividere i due partiti dei lavoratori italiani e far sì che i socialisti, in polemica con gli ex alleati, si gettassero letteralmente in bocca al liberalismo atlantista (1957, anno fatidico). Il processo di involuzione, inaugurato con la conversione all'europeismo, e infine la dissoluzione a cui andò incontro il PSI tra la fine degli anni '50 e la fine degli '80 mi pare che abbia anticipato in maniera impressionante quello che sarebbe poi accaduto al PCI dopo il 1978. Stesso film. Qualche informazione utile anche in questo articolo: http://www.studistorici.com/2012/02/13/adesso_numero_9/

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  7. Ho letto alcuni Capitoli della tesi di Cirulli trovando comunque fatti gia appresi nei suoi due libri; da quello che ho capito l"elite comunista si e" preoccupata di conservare la struttura ,quindi se stessa, rinnegando la base ideologica storica di lotta per un sistema economico alternativo e meno ingiusto; gli effetti di questa decisione ora sono chiari, siamo soli ,e quindi deboli e disorganizzati grazie al loro basso istinto di conservazione elitario; spero in una nuova Norimberga dato che I vari leader non sono stati dei Giganti del pensiero

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  8. Parlare di spiaggiamento della sinistra italiana potrebbe far pensare ai piu' giovani che ci sia mai stato un periodo unitario di navigazione d'altura.

    Purtroppo non c'e' mai stato nulla di simile.

    Basta rileggere la biografia di Filippo Turati, la nascita del partito socialista dei lavoratori Italiani a cavallo del novecento, subito seguita dalla prima scissione interna sulla guerra di Libia, le successive divisioni tra anarchici, riformisti, massimalisti ed infine la scissione comunista, proprio mentre il fascismo prendeva il potere.

    Un rosario di pochi avanzamenti parziali, conquistati col sangue dei manifestanti ed il lavoro parlamentare di una minoranza, e di moltissime sconfitte dei lavoratori, sia prima che durante il fascismo, e fino alla Caporetto odierna.

    Questo blog e' per me il 'luogo della reazione a Caporetto' e gli ultimi post del Prof. mi hanno fatto tornare in mente un altro Prof., quello di questa sequenza del film "I compagni" del 1963 di Mario Monicelli.

    https://www.youtube.com/watch?v=W3fc5LhHWos

    Agli autorazzisti ed ai piazzaleloretisti faccio notare che Marcello Mastroianni, che nel film arringa cosi' magistralmente gli operai, e' stato nella vita, come Ugo Tognazzi (che tanto ci piace citare per sfottere la 'piddinitas'), un "repubblichino".

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  9. Mi sento sempre più tradito da questa sinistra, e il jobs act è stata l'ultima pugnalata decisiva che ho ricevuto.

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  10. Quindi non lo sapevano dagli anni '70 al momento del famoso discorso di Napolitano citato in IPF... ma, almeno da 60 anni! Sarà che prima o poi il piddino medio si renderà conto che lo hanno sempre preso per il culo?

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    1. Condivido, @Piero.
      E c'era già l'autorazzismo:

      "È motivo di particolare orgoglio aver rinunciato alla cittadinanza italiana perché come italiano mi sentivo un miserabile mandolinista e nulla più. Come cittadino sovietico sento di valere diecimila volte più del MIGLIORE cittadino italiano”.

      Il Migliore (con l'articolo), al XXV Congresso del PCUS.

      Uno capisce tante cose...

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    2. XVI Congresso!

      Digitavo camminando, scusatemi...

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    3. @Piero il piddino sa di sapere, non sbaglia mai. di conseguenza non si accorgerà mai che gli stanno facendo il servizietto.

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  11. Non sto per dire nulla di nuovo, né segnalo alcunché di difforme da quanto si sa sulla piddinitas - in un certo senso abbasso il livello, perché schiaccio la profondità di un dramma storico sul dato cronachistico di un tizio che invecchia male.

    Ma vanno annotati, seppure risaputi, nomi e parole, su cui la storia inchioderà certa gente. Dice dunque Napolitano:

    “In Italia abbiamo la Lega, che è diventata la principale espressione in Italia di posizioni xenofobe, nazionalistiche anti elitarie e anti istituzionali e soprattutto anti Unione europea”.

    A futura memoria, ma è poco, è noise... E lasciamo stare la Lega, di cui mi cale poco. Andrebbe invece elaborata una teoria del lapsus come spin strategy.

    Quell'anti elitarie...
    Ho avuto un sussulto, poi no: l'Emerito sa quel che dice (come nel '56 sapeva quel che taceva).

    In pedagogia si chiama disseminazione.

    Vogliamo smettere di supporli idioti? (Non dico a lei, prof.).

    Sono NEMICI, vogliono esserlo.

    Non è nemmeno europeismo acritico, temo, né pochezza intellettuale, ma un caso lampante di diversità antropologica (e di grado secondo: la sinistra paternalisticamente diversa da se stessa).

    Immondi.

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    1. Interessante, molto.

      Disseminazione. Potrebbe dirci qualcosa di più?

      Grazie

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  12. Oggi su repubblica, pg. 35, segnaliamo Saviano, che dopo un'articolessa sulla Gran Bretagna nazione più corrotta del mondo perché paradiso del riciclaggio, altro che Italia dove sì c'è la mafia che uccide ma lì sono più raffinati perché i soldi non hanno "l'odore acre del sangue" ecc. ecc., e io quasi sorpreso a dirmi "toh, su repubblica non la solita botta di autorazzismo", in cauda ti piazza il servizietto obbligatorio.
    "Tra un mese la GB sarà chiamata a votare al referendum sulla cosiddetta Brexit (...).È fondamentale tenere presente che ci sono ambiti - come la sicurezza e la giustizia - in cui non si può agire isolati. Quando si parla di criminalità organizzata, di terrorismo, di narcotraffico, non esistono confini. Saremmo degli illusi a pensarlo. Come si può pensare di affrontare qualcosa che è per definizione internazionale con strumenti nazionali?".
    E bravo Saviano. Chi teli scrive i testi? In tutti questi duri anni di solitudine du' paginette di economia te le potevi studia'.

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    1. Chissa' come fanno in korea o giappone a combattere, e bene, questi fenomeni internazionali con mezzi e leggi nazionali. A me pare che ci riescano piuttosto bene.

      La gran bretagna ha i problemi di criminalita', riciclaggio ecc che denuncia saviano ADESSO che e' nella EU. L'autore non coglie la carenza totale di logica fra il corpo dell' articolo e la conclusione. Il vero problema e' che non la colgono neppure i lettori.
      Secondo me la conclusione e' inserita in automatico in fondo ad ogni articolo di repubblica. C'e' un copia-incolla basato sul "ci vuole piu' europa" poi velocemente adattato in base al contesto.

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    2. Ovviamente alla fine è "chi TE LI scrive". Io me li scrivo da solo e non premo la barra spaziatrice, pare.

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    3. Ooh!! Pofferbacco, ma non eravamo NOI i più corrrrrotti?

      Professore che tristezza! Anche questo primato ci vogliono togliere. :-D

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    4. In Giappone specialmente la Yakuza è piuttosto potente e rispettata. E sembra che sia messa in difficoltà dalla stagnazione economica più che dalle leggi nazionali.
      In ogni caso, ci andrei cauto nel paragonare il fenomeno con quello italiano corrispondente (aka "la mafia" o, come dicono quelli "de sinistra", "le mafie").

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  13. Saviano ha scoperto l'acqua calda :-)

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  14. Tra le due interpretazioni dello spiaggiamento irreversibile del comunismo ufficiale, quella di Cirulli e quella di Musillo, io propenderei per la seconda. Negli anni '50 le analisi politiche dell'allora Pci, sia pur viziate, prima, dalla sua totale subordinazione all'Urss, e, poi, dal suo smarcamento dalla madre patria con l'eurocomunismo, erano ancora fortemente critiche, e una visione sociale alternativa, sia pure a suo modo, quel partito l'aveva. Un punto di svolta, a mio avviso, si è avuto col compromesso storico e l'eurocomunismo berlingueriano (a suo volta prodotti da una lettura sbagliata, sempre a mio avviso, dei "fatti" cileni). Per dirla in breve, credo che la logica elementare prevalsa nel Partito riguardo la nuova appartenenza sia stata: compagni, se siamo diventati eurocomunisti bisogna diventare anche europeisti. Poi il (euro)comunismo s'è involato, ma l'europeismo, duro e puro, è rimasto.

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  15. Euro delendus est

    Mi massacrerete, lo so. Ma sono quel che sono: mi prendete così o mi lasciate così.
    Non so lei, Prof., ma io sono alquanto stanco di sentire ipotesi su ipotesi riguardanti il "perché" alcuni hanno fatto quel che hanno fatto.
    Che importa? Qual'è l'interesse di scoprire che la pallottola che ti ha reciso l'aorta è stata tirata con l'intenzione precisa di ucciderti o è partita accidentalmente? Me lo volete spiegare, per cortesia?
    Qual'è l'utilità, sia in termini di comprensione degli avvenimenti, sia in termini di organizzazione delle risposte allo stato di cose presente?
    Veramente, sono in parte meravigliato e in parte sconsolato. Sarà che vengo dalla rilettura di "Nati per credere" e dalla frequentazione assidua dei taccuini di Darwin, ma è davvero così difficile accontentarsi dei dati?
    Eppure sono lì, sotto i nostri occhi, tutti i santi giorni (e tutti i santi mesi, quando guardo la mia busta paga).
    Che sia stato per una causa o per l'altra, per un'ideologia o per l'altra, per un assegno o per un altro, francamente, non me ne può importare di meno.
    Mio padre on si chiedeva perché alcuni suoi ex migliori amici erano diventati fascisti. Gli bastava sapere che, grazie a loro, era diretto in Germaia su un treno piombato. Quando, per miracolo e per caso (e per la follia di una donna che coprì la sua fuga) prese la strada delle montagne, non si fece tante domande. I dati erano lì, sotto i suoi occhi, nella sua barba lunga di fame, nei numeri sulle braccia dei suoi compagni.

    Buona vita
    Guglielmo

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    1. i dati sono lì sotto i nostri occhi quindi perchè non accontentarci? Perchè non siamo nati per accontentarci ma per comprendere come funziona il mondo che ci circonda, perchè prima di noi altri si posero domande sulla realtà fisica sfidando i dogmi delle istituzioni del loro tempo;perchè l'evoluzione culturale ed etica dell'umenità passa attraverso la capacità di comprendere criticamente quei dati, di rielaborarli per non ricadere sempre negli stessi errori; la conquista delle famose risorse culturali senza le quali una nazione non può sopravvivere

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    2. Se si fanno ricerche e si scrivono libri su, che so, la decadenza della civiltà maya (tema per me molto interessante, ma datato nel tempo), perché non si dovrebbero analizzare con altrettanta acribia le cause che hanno portato "la sinistra" ad abiurare a se stessa (cosa che, tra l'altro, ha determinato, almeno in parte, la situazione disastrosa in cui ci troviamo a vivere)?

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    3. Per quel poco che vale mi trovi d'accordo. Il trascendente è ampiamente sopravvalutato ma, dal roveto ardente in poi non si parla d'altro. Potrebbe essere questa ia la natura più diffusa del bipede implume...

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    4. Il fatto è che, all'indomani del crollo dell'euro-fogna, quelli "de sinistra" saranno ancora lì, e dato che estirparli fisicamente credo sia impraticabile oltre che controproducente,ci toccherà seguitare a conviverci; in quest'ottica non è del tutto ozioso cercare di penetrare i loro meccanismi di reazione psicologica e culturale, perché la "piddinitas" è categoria antropologica trasversale e maggioritaria, ed è quindi un elemento importante nella valutazione, anche a scopo previsionale, della traiettoria che prendono gli eventi della storia umana.

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    5. Secondo me la domanda giusta non è perché ma COME.
      Come hanno fatto a trasformare così il partito di Pajetta (e Napolitano prima-maniera) in quello di Berlinguer? A parte le conversioni personali di cui non ha senso interessarci, il problema è come hanno fatto. Anzi, lasciami riformulare. Siccome interessa di più la Storia d'Italia piuttosto che quella di un singolo partito, il problema è come è possibile che SOLO IL PCI si oppose?
      Notare la chiarezza di Pajetta che vede bene (from Mustillo) come il passaggio di sovranità a livello sovranazionale necessariamente diventa attività di lobby con tutte le conseguenze su lavoratori e PMI!!!. Persino il concetto di fogno (la speranza).
      Pajetta sedette alla Costituente (Napolitano no by the way). Se è vero, come è vero, che quelli della Costituente avevano capito esattamente il problemino di come si vive assieme, perchè questi a SOLI 10 anni di distanza non capiscono più? La mia stupida risposta è che non c'è da stupirsi visto che poco prima ci facevano mettere la gente nei forni (o sui treni per il forno), evidentemente oggi la "loro scienza" è progredita. Bisogna farsene una ragione. Possibilmente individuare le tecniche che usano per manipolarci a tal punto. Dobbiamo difenderci.

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    6. C'è poi il fatto che la memoria storica è importantissima, come le chicche di Arturo qui sotto. Io sto ricostruendo e capendo molto del mio passato anche intimo. Devo dire che è una scoperta struggente e irrinunciabile. Una specie di rinascita (quella cosa che Alberoni chiamava stato nascente) Grazie a voi.

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    7. Perché devo sempre guidare con gli occhi sullo specchietto retrovisore? Io vorrei decidere la strada da percorrere. Quindi devo guardare avanti.

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    8. “perché questi a SOLI 10 anni di distanza non capiscono più?”

      Azzardo un’ipotesi: perché i piccoli e medi produttori erano visti come dei nemici di classe peggiori dei grandi monopoli, in quanto il terreno delle PMI era poco permeabile all’azione sindacale e poco fertile dal punto di vista politico.
      Nel conflitto con la grande impresa c’era una sorta di reciproco riconoscimento politico, e la maggiore presenza del sindacato in quest’ultima dava un maggiore potere contrattuale (con annesse possibilità di stringere accordi di compromesso sottobanco debitamente remunerati).
      Credo quindi che il rapporto di scambio “più influenza dei grandi monopoli” contro “indebolimento e successiva eliminazione del tessuto delle PMI” fosse sostanzialmente gradito dalla dirigenza del PCI: a 10 anni di distanza quello che stavano facendo lo sapevano benissimo.

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    9. Caro Guglielmo,

      l'utilità per me sta nella speranza che da un post del blog di economia più letto di Italia arrivi uno schiaffo in faccia ai fognatori, che li metta davanti allo specchio sicché spiri dalle profondità dell'animo un grido accusatore: "Tu sei questo, tu sei così, sei corresponsabile della tua schiavitù e di quella dei tuoi prossimi, se ancora li senti". Poi cosa faranno con loro stessi è un loro problema. Molti, compresi alcuni che sono qui, è così che si sono ricreduti.

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  16. Mi è capitato qualche mese fa di dover redigere una tesina (per un corso monografico di storia contemporanea) sul concetto di nazione nel PCI nei primi anni '70. Tra le varie fonti, e i vari lavori ho spulciato anche i sopra citati (gli articoli di Mustillo sono brevi e semplici, la tesi del dott. Cirulli tutt'altra cosa). Il tentativo di superare le rigidità ideologiche (acriticismo) di Berlinguer, combinato con la spinta all'integrazione nel sistema politico, mediatico e istituzionale, che era l'ossessione del ceto dei vecchi maneggioni togliattiani (Napolitano, Macaluso, Amendola, ecc...) a portato in breve tempo dal primo acriticismo ideologico che teneva insieme anti-americanismo ed anti-europeismo (visione d'insieme che il prof. non ha mai mancato di sottolineare) ad un altrettanto acritico "europeismo" inteso come una delle chiavi strategiche per leggittimarsi e poter accedere, dopo decenni di frustrante opposizione, al governo del paese. La diversità comunista era diventata non più politica e ideologica (si non è una parolaccia) ma soltanto antropologica. E qui ritorna Etarcos...

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  17. Un po' di memoria storica in effetti fa sempre bene. I passi seguenti sono tratti dall'intervento di Togliatti in Assemblea Costituente del 20 giugno 1947, dopo il primo "fate presto" della storia repubblicana, la crisi del '47.

    Ecco qui (pag. 5093): "E veniamo alle questioni economiche, sulle quali ha parlato a lungo l’onorevole Ministro del bilancio. Mi permetta l’onorevole Einaudi se non mi associerò al coro di elogi che ha raccolto, anche per il motivo che molte delle cose che ho sentito dire da lui tre giorni or sono, le avevo sentito dire, non ricordo con precisione quante decine di anni fa, quando ero allievo del Professore Einaudi ed ero obbligato perfino a ripeterlo all’esame se volevo prendere il ventisette o il trenta che mi doveva permettere di continuare gli studi senza pagare le tasse. (Si ride). Non ho sentito nelle cose che egli ha detto l’accento dell’attualità politica, né il senso dei problemi che angustiano oggi la massa dei lavoratori. Questo non l’ho sentito!”

    Ricorda poi che Einaudi, oltre che ministro, era anche governatore della Banca d'Italia (!): "Il fatto che l’onorevole Einaudi conservi la carica suscita un’impressione singolare, onorevoli colleghi, perché noi parliamo spesso di controllo del governo sulle Banche e sul credito e quindi anche sulla Banca d’Italia; ma invece qui si crea una situazione particolare nella quale sembra che sia la Banca d’Italia che controlli il governo... (Applausi a sinistra) e questo non è giusto.
    La verità è che la direzione della Banca d’Italia deve essere profondamente trasformata da quella che è oggi. Devono entrare in quella direzione rappresentanti di tutte le forze produttive del Paese, non soltanto banchieri e capitalisti; vi devono entrare rappresentanti delle classi lavoratrici, dei sindacati, delle cooperative. Dobbiamo avere una direzione collettiva della Banca d’Italia, la quale ci dia la sicurezza che non prevalga alla testa di quell’istituto né una dottrina né la concezione politica di un determinato partito né gli interessi di un particolare gruppo sociale; ma siano tenuti in considerazione tutti gli interessi di tutta la Nazione.”


    Senti, senti.

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    1. "La verità è che la direzione della Banca d’Italia deve essere profondamente trasformata da quella che è oggi. Devono entrare in quella direzione rappresentanti di tutte le forze produttive del Paese, non soltanto banchieri e capitalisti; vi devono entrare rappresentanti delle classi lavoratrici, dei sindacati, delle cooperative. Dobbiamo avere una direzione collettiva della Banca d’Italia, la quale ci dia la sicurezza che non prevalga alla testa di quell’istituto né una dottrina né la concezione politica di un determinato partito né gli interessi di un particolare gruppo sociale; ma siano tenuti in considerazione tutti gli interessi di tutta la Nazione."

      Posizione lievemente più articolta rispetto a chi sostiene che l'istituto d'emissione, sottoposto a controllo democratico, diventa come un bancomat che stampa moneta e crea inflazione.

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  18. Andiamo avanti ancora un poco: "Perché, quando sentiamo avvalorare l’opinione che un governo particolare, un governo, anzi, di un particolare colore e di una particolare struttura, e di quella struttura che io prima ho definita non rispondente alle necessità della democrazia in Italia, deve essere messo a capo del Paese perché questo possa avere quegli aiuti di cui ha bisogno, ebbene, se le cose stanno così, allora non siamo più d’accordo. Questo infatti è un intervento diretto nella vita politica interna del nostro Paese, e quando si interviene nella vita politica interna del nostro Paese, vuol dire che non si fa più una politica di prestiti e aiuti a scopo di ricostruzione, ma una politica di potenza, di conquista di determinate posizioni, e a una cosa simile noi come italiani né ci possiamo né ci dobbiamo prestare, se vogliamo siano risparmiate al nostro Paese le sciagure di un nuovo conflitto nel quale qualcuno sembra ci vorrebbe trascinare.
    Sono inoltre completamente in disaccordo con la posizione che ho visto accennata, non so se in una dichiarazione ufficiale del Presidente del Consiglio, o in articoli dell’organo del partito democristiano, dove si dice che noi dovremmo portare il nostro Paese al livello del regime democratico di coloro che ci aiutano. Non sono d’accordo. Il nostro regime democratico si deve sviluppare a seconda del nostro genio nazionale, a seconda delle aspirazioni della maggioranza dei cittadini italiani ed esso avrà la sua impronta particolare, che non sarà né americana, né inglese, né francese, né russa, ma italiana e soltanto italiana. (Applausi a sinistra). E poi, a che còsa livellarci? A che cosa adeguarci? Forse che per metterci allo stesso livello con gli americani dovremmo avere anche noi una legge che metta fuori legge, i sindacati e distrugga le libertà recentemente scritte nella nostra Costituzione? Questa sarebbe democrazia? Oppure dovremmo metterci a linciare i negri? Oppure dovremmo avere un regime come quello che in una grande parte, badate, in una gran parte dell’opinione pubblica italiana, suscita sempre l’impressione di essere un regime nel quale in realtà la direzione politica appartiene a plutocratici gruppi e non, come noi vogliamo, alla maggioranza del popolo liberamente espresso attraverso forme concrete di organizzazione e lotta politica?
    L’onorevole Giannini ha scoperto che non c’è un problema dell’indipendenza. Mi pare che egli faccia confusione fra la questione della interdipendenza dei singoli Paesi e quella dell’indipendenza nazionale. Quella è sempre esistita, in una certa misura, ed aumenterà sempre più. Lo sviluppo economico di ogni Paese dipende da quello dei paesi vicini e lontani; ma questo non vuol dire che non esista un problema di indipendenza, cioè di libertà interna di ogni popolo, il quale deve essere pienamente nella facoltà di darsi quel regime che crede e di governarsi come crede senza intervento straniero. E questo non vuol dire affatto un ritorno all’autarchia, ma semplicemente il rispetto di quell’ideale per cui hanno combattuto i nostri antenati nel secolo passato e i nostri concittadini che sono morti negli anni del recente passato nella lotta per cacciare dal nostro Paese quello straniero, che pensava di toglierci l’indipendenza, ma copriva anche lui le sue intenzioni reali con le ciance relative a una cosiddetta unione dei popoli europei nella quale la libertà dei popoli sarebbe stata soffocata e distrutta. (Applausi a sinistra).”


    Anche a me pare che così acritiche certe posizioni non fossero.

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    1. Grazie Arturo per aver postato questo discorso di Togliatti.

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    2. Bellissimo, grazie per il contributo.

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    3. Mi unisco anch'io ai ringraziamenti. Non credo che sia inutile dare una profondità storica a quanto ci sta succedendo, tutt'altro.

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    4. Dalla stessa seduta

      "E' molto male [...] quando un uomo politico crede alle proprie bugie"

      "La verità è che la direzione della Banca d'Italia deve essere profondamente trasformata da quella che è oggi. Devono entrare in quella direzione rappresentanti di tutte le forze produttive del Paese, non soltanto banchieri e capitalisti; vi devono entrare rappresentanti delle classi lavoratrici, dei sindacati, delle cooperative"

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    5. Ringrazio anch'io Arturo.

      L'ennesimo QED del prof!! Tutti sapevano tutto da sempre!

      Ha ragione il rag. Fantozzi: CI prendono per il culo da una vita...

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    6. Sì, in effetti, si avverte la prevalenza d'un tono.
      È vero anche che spesso, dovendo dire qualche cosa, si tende a ingigantire per avere un più facile bersaglio. Quando i testi sono parecchi poi, tocca pure sforbiciare se no non si arriva mai.
      E insomma, per corroborare, aggiungerei che, anche volendo concedere con generosità qualche svista sul lontano passato, quando infine il nostro autore giunge ai tempi per i quali emergono alla coscienza dei ricordi diretti, come dire?...., il comodo divano si rivela essere in finta pelle.
      Volendo essere troppo cattivi si potrebbe dire che emerge chiaro che l'epoca del telefonino troppo si concilia con quella della soap opera. Ma invece cerchiano di essere positivi: si tratta di un lavoro ricco di riferimenti e di spunti, guidati da un'ipotesi forte ma, a suo modo, efficace e sintetica.
      La storia, invece, forse è un poco più articolata, e anche più fetente.

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  19. premetto che non sono un intellettuale (non potrei, visto che il mio modo di processare informazioni e' troppo random - non lineare) e francamente neanche mi interessano molto le teorie, a meno che non le possa applicare per trovare soluzioni ai problemi. Per cui non mi date addosso (questo e' un blog d'elite) se dico qualche strafalcioneria, please :-). Pero' ho la presunzione di intervenire perche' sospetto che questa domanda l'avevo in qualche modo posta io in un precedente post, perche' penso che dai propri errori si impara piu' che dai successi, ed e' importante capire dove abbiamo sbagliato per non ripetersi (poi magari si fanno altri errori, ma almeno non ci si annoia).
    C'e' una cosa a cui sono brava, pero', ed e' parlare molto con la gente (tutti, dal verduraio al megamanager) ed ad ascoltare ancora di piu'. Percio' mi viene abbastanza facile tastare il polso della situazione.
    Detto questo, credo che secondo me chi c'e' andato piu' vicino alla risposta e' Luca Pasello, a proposito dell'autorazzismo (vi consiglio questo: e' spassosissimo, ma dovete leggerlo tutto per capire: http://www.theguardian.com/world/2016/may/08/crude-but-rarely-nasty-the-jokes-europeans-tell-about-their-neighbours).

    Adesso, io personalmente credo che gli italiani sono razzisti (e forse il fatto che sono autorazzisti e' una conseguenza di cio'). Esperienza personale: sono calabrese ed ho fatto l'universita' a Firenze - ho subito piu' razzismo in Italia da meridionale che in Inghilterra da straniera (qui, in effetti, mai, a parte un episodio anche divertente nel nord dell'Inghilterra, che poi non era tanto rivolto a me personalmente ma ad un gruppo di cui facevo parte, tutti inglesi tranne io, ma c'era anche una coppia di gypsies). Ultimo in ordine cronologico, in un commento di questo blog, nel post sulla scuola: qualcuno che parlava della sua ex prof con le 'o' aperte tipiche da calabrese albanese - anche questa volta non era rivolto a me, ovviamente, ma qui una cosa cosi' non passerebbe. Poi, se non pensate che gli italiani siano razzisti, mi dovrete spiegare come mai gli australiani, o americani, o canadesi non sono extracomunitari - o mi sbaglio (ci sta anche, visto che non vengo spesso da quelle parti)? Devo anche dire che gli italiani sono in buona compagnia - anche i francesi son razzisti (forse anche di piu'), anche gli spagnoli lo sono (forse un po' meno) ecc. Il che non vuol dire che gli italiani son cattivi e gli inglesi buoni, e' solo che gli ultimi hanno piu' esperienza e sono piu' coscienti. Infatti qui solo l'idea di proibire il burka e' un'eresia: sono ben contenta di vivere in una societa' cosi', dove c'e' questo rispetto per la diversita' (anche se a me il burka personalmente non piace, ma non e' a me che deve piacere). Credo che il fatto che non siano cattolici contribuisce.
    Io ho la sensazione che specialmente per la gente del sud Italia abbracciare il progetto europeo ha rappresentato la speranza (by the way, non c'e' cosa piu' inutile e stupida della speranza!) di sentirsi finalmente parte dello stessa entita', cosa che l'unita' d'Italia non e' riuscita a realizzare - per gli spagnoli e' stato superare il franchismo. Forse un po' di revisionismo storico ci vorrebbe anche per capire come andarono davvero le cose nell'800, e cambiare il presente.

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    1. Magari ho interpretato male io, ma da quello che ho capito del tuo commento mi sembra che non ti sia chiare la differenza tra razzismo (rivolto contro stranieri o sottogruppi di connazionali, es. i meridionali in Italia o in prospettiva classista gli operai) e l'autorazzismo che motiva il vincolo esterno.

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    2. dall'italia dei campanili all'italia di westminster , dove il 2° di è sinonimo di proprietà .
      Gli italiani sono razzisti , invece gli inglesi eccetto i pochi che hanno bastonato mezzo mondo e guardano dall'altro tutti , non saranno razzisti e autorazzisti , ma in quanto a danni in nome di sua maestà ne hanno fatti veramente tanti e tanti li abbiamo subiti , ma essendo oltre che autorazzisti anche masochisti ce ne compiacciamo .
      Ps. Il burka ed il coprire donne e uomini ,facilmente è nato come difesa ad un sole ed ad un clima arido chi non lo usava diventava brutto e bruciato , poi come tante cose tipo € , con il passare del tempo diventano religione e perdono la loro razionalità . Ora dire di non volere il Burka o l'€ non è razzismo ma ratio , poi vige anche la reciprocità .

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    3. Io invece ho capito nulla. Ma sono stupido io (e dunque autorazzista)

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    4. Cara Alessandra, gli inglesi non sono storicamente razzisti forse perche' abituati a sterminare le popolazioni dei territori in cui andavano ad insediarsi, invece di dover avere la sgradevole esperienza di doverci convivere e confrontarsi. C'e' da dire che oramai la questione razzismo e politically correct sta decisamente rasentando la follia (imho); seguivo giusto recentemente un dibatitto sulla TV britannica dove hanno chiesto il licenziamento di una giudice (nera) di "Britain's Got Talent" perche' per fare un complimento ad un gruppo di 4 cantanti (neri) li ha definiti "'four sexy, chocolate men"

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    5. Questa mattina scrivevo dall'Iphone e mi sono limitata a constatare la confusione tra razzismo e autorazzismo, ora mi accodo a Tino, Alfonso e Luca: gli inglesi non sono razzisti? Ma è una barzelletta?

      Più che dagli errori in se stessi potresti imparare dalla sezione "per cominciare". Giusto per capire di cosa stiamo parlando dopo 5 anni di Goofynomics.

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    6. "Infatti qui solo l'idea di proibire il burka e' un'eresia"

      Perchè gli inglesi autoctoni sono favorevoli a un simbolo di discriminazione contro le donne oppure perchè la società (in paarticolare quella londinese) è così multiculturale che le opinioni degli anglosassoni in merito vengono annacquate da quelle degli immigrati ?

      Tra l' altro per quanto riguarda il razzismo regionale ti consiglio di esporre le tue opninioni inerenti alla tollerante società inglese a qualche tuo amico irlandese, se è vero che sai ascoltare le persone credo imparerai qualcosa di nuovo.

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    7. Dear Alessandra,
      sono l'autore della frase incriminata sul ricordo della prof d'italiano.
      Lungi da me l'essere razzista.
      Volevo semplicemente porre l'accento su una cadenza dialettale particolare che contraddistingue un territorio.
      Inoltre, lei che è calabrese, sarà al corrente che in Calabria c'è una numerosa comunità di origine albanese,realtà sconosciuta ai più e dato che questo è un blog di informazione , poteva essere interessante comunicarlo.
      #godsavethecalabrians

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    8. Gli inglesi sono divisi in caste. Anche tra loro, si distinguono benissimo. Se non sei nella casta non ti vedono proprio. Se sei italiano "conlaLaura" magari sei meglio delle caste dal numero 10 al 3, e quindi quasi quasi ti trattano con rispetto. Ma l'apparenza spesso inganna e loro sono maestri. Ci sono ovviamente eccezioni (tantaggente è meravigliosa specie nei villaggi ecc. ecc.)

      Un altra cosa è il politically correct a livello parossistico. E mi pare che abbia preso anche Antonella. Non vedo nulla di offensivo nel dire che il calabrese ha le o aperte, è semplicemente vero. Come è vero che noi ternani usiamo le d al posto delle t. Insomma, Antonella, forse c'era qualcosa d'altro che t'ha infastidito ma quella di ricordarsi la pronuncia della prof non mi sembra per nulla denigratorio.

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    9. Non mi sono spiegata bene, penso - avevo gia' premesso che il mio cervello funziona randomly e ogni tanto mi salto qualche passaggio :-). Neanche volevo offendere nessuno e se l'ho fatto sono desolata. Ho solo detto che gli italiani son razzisti, e per quanto mi riguarda e' un fatto, per quanto si possano generalizzare i fatti, di cui ho esperienza diretta. Ho anche puntualizzato che lo sono - parliamo sempre in generale - meno di alcuni e piu' di altri. Non era neanche un giudizio di valore, solo una considerazione e ho precisato che per me e' dovuto alla poca dimestichezza con un fenomeno di cui gli inglesi hanno avuto storicamente piu' esperienza, per via del loro passato coloniale.

      Detto questo, qualche precisazione. Intanto dovete mettervi d'accordo se il burka e' per difendersi dal sole in certi climi (le donne si e gli uomini no?) o una discriminazione contro le donne: io personalmente sono per la seconda ipotesi, ma siccome credo anche che l'emancipazione e' un processo che va attuato dal soggetto in questione se no emancipazione non e', allora penso che e' meglio non interferire, anche per non peggiorare la situazione - in altre parole, il proibizionismo non solo non serve ma e' spesso controproducente. L'impero britannico ha uno dei migliori record in termini di violenza sulle popolazioni assoggettate - vedi gli spagnoli in Sudamerica e i francesi in Algeria (e infatti i maghrebini ancora non gliel'hanno perdonata) - bel primato, direte voi! Sono d'accordo. Il fatto e' che sono piu' fini, loro - poi vi diro' come stanno gestendo il passaggio dal contante all'elettronico: io per il momento mi ostino a usare il contante per quanto posso ma non me la rendono facile:-).

      Della storia con l'Irlanda devo ammettere che non so molto - a parte quello che ho visto in un film (The wind that shakes the barley di Ken Loach). Ero qui quando l'IRA fece saltare la NatWest Tower, e si sentiva molta tensione. Adesso non piu'. Ho anche un paio di amici irlandesi, uno di Belfast e l'altro dell'Eire - vivono molto bene qui.

      Il political correct e' un'invenzione americana e questa non e' ancora una colonia americana come era l'Italia (adesso europea, qualunque cosa cio’ voglia dire) - anche se mi ha meravigliato non sentire nessuna voce autorevole (se ne avete notizia segnalatemelo), a parte qualche commento da amici e conoscenti, sulla lezioncina di Obama sull'immigrazione. Si vede che andiamo per quella china, e non c'e' da starne allegri.
      Sono almeno vent'anni che non ho la televisione (l'ultima l'ho regalata) e anche se l'avessi certo ho molto di meglio da fare che guardarmi Britain's got talent :-).

      SEGUE

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    10. Io penso che non si possa essere in una maniera con se' stessi e in un'altra con gli altri. Se sei razzista sei razzista: sentirsi (o meglio, far finta) un po' meglio degli altri in fondo e' solo un escamotage (estemporaneo, futile e dannoso) per sentirsi un poco meno peggio con se' stessi. E ho la sensazione che il razzismo (o autorazzismo, non vedo questa differenza) in fondo maschera rabbia e frustazione: non sono due emozioni da coltivare.

      La conclusione (si, lo so, ci ho messo, ma se siete arrivati fin qui, please bear with me :-)) su quello che volevo dire, e' qui di seguito.

      Nel '94 o '95 scrissi un tema in inglese sull'integrazione europea. Ero molto giovane allora ma qualche libro sull'unita' d'Ialia lo avevo gia' letto. E le domande che sollevavo questionavano la necessita' di questa ulteriore integrazione (io qui c'ero venuta con la carta d'identita' e neanche la guardavano all'epoca, tant'e' che rientrai poi da un viaggio in Italia con la ID scaduta e un po'di faccia tosta - adesso impossibile!) sottolineando come i processi d'integrazione dovrebbero secondo me avvenire in maniera direi quasi organica, spontaneamente.

      Allora, com'e' possibile che il popolo italiano non abbia fatto tesoro dell'esperienza fallimentare dell'unita' per non rifarla piu'? Io sospetto che non e' stata elaborata abbastanza - in fondo, a chi glien'e' mai fregato che i calabresi siano emigrati in massa per servire il signor Agnelli? Adesso che gli italiani tutti emigrano, finalmente ci si pone il problema: va bene cosi', si vede, non e' mai troppo tardi per imparare. E direi che questo e' in fondo il senso della vita stessa...

      A cui aggiungo che il nemico ci frega sempre sulle nostre debolezze: forse (lo sottolineo) per noi italiani e' stata la speranza (ho gia' detto cosa penso di questo concetto) di trovare nell'Europa un'identita' che non avevamo da italiani; in parallelo, forse (ditto) per gli spagnoli e ' stata la speranza di togliersi di dosso l'eredita' del franchismo - abbiamo visto com'e' finita anche per loro politicamente (vedi caso Garzon) prima che economicamente.

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    11. @occhiodifalco: so di cosa parla a proposito delle comunita' albanesi, non solo in Calabria - in Sicilia c'e Piana degli Albanesi (ci sono stata) tristemente famosa per la strage di Portella della Ginestra.

      Era rilevante "l'accento su una cadenza dialettiale particolare che contraddistingue un certo territorio" nel suo commento sulla scuola? Non mi pare che parlasse di comunita' albanesi... A me sembrava piuttosto un commento 'en passant', irrilevante e un po' derisorio. Comunque, adesso me lo vado a rileggere e se mi sono sbagliata, tornero' per chiederle umilmente scusa :-)

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    12. Ci stanno tante realtà albanofone in Calabria, uno è il mio paese, Caraffa di Catanzaro. E' vero che l' accento del madrelingua arbereshe (mio padre e mia madre comunicano fra loro in codesto idioma. Io faccio lo stesso con mia nonna) è particolare, per alcuni aspetti sembra l' accento sardo, tanto da faticare a riconoscerne un calabrese. In Calabria sono presenti numerose comunità grecaniche e occitaniche che conservano lingue usi e tradizioni. Non mi risulta per le altre numerose comunità stabilitesi nel corso dei secoli in Calabria. Normanni e arabi.
      Lo so che è OT, ma come potevo non cogliere la palla al balzo?

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    13. Cara Alessandra,
      sei partita fraintendendo il razzismo con l'auto-razzismo, poi i commenti che hai suscitato sul razzismo inglese ti hanno mandata completamente alla deriva.
      Il professor Bagnai ha iniziato un discorso 5 anni fa e non è possibile ripetere ogni giorno a ogni nuovo arrivato il riassunto delle puntate precedenti. Invece è chi arriva che, se vuole intervenire in un discorso, deve cercare di capire di cosa si sta parlando.

      Se non vedi la differenza tra razzismo e autorazzismo significa che questo sforzo non lo hai fatto. Rinnovo quindi il consiglio a leggere i vecchi post, specialmente quelli relativi al "vincolo esterno" e a leggere "L'Italia può farcela".

      Di tutto quello che hai scritto l'unica parte in tema è stata : "per noi italiani e' stata la speranza di trovare nell'Europa un'identita' che non avevamo da italiani".
      Di questo stiamo parlando: della convinzione che noi italiani siamo corrotti, evasori, pelandroni, disonesti perciò incapaci di governarci, quindi dobbiamo rinunciare all'autodeterminazione e farci governare da altri.

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    14. @ sergio pezzullo: "gli inglesi sono divisi in caste" - e gli italiani no? Io non ho una laurea ma ho due postgraduate, fatti qui, uno dei quali a livello di master (level 7: mi mancano 90 crediti per dire che ho un master, che sono 180 - io ne ho solo 90). La laurea non ce l'ho perche' in Italia all'epoca che studiai io non c'era la laurea breve: feci il triennio e poi mi misi a viaggiare. L'universita' mi annoiava, ero (sono) troppo curiosa e fare l'universita' in Italia per me era un tedio, con le prospettive di lavoro che c'erano, poi... In Italia se non ti raccomandava qualcuno, eri al palo, almeno all'epoca, non so adesso - non penso che le cose siano cambiate molto, o forse in peggio, se mi sbaglio correggetemi. Ho un lavoro decente (non da emigrata), una professione che in Italia non esiste, sicche' lungo spiegare.

      Qui se vuoi studiare, indipendentemente se papa' o mamma ti possono mantenere, ti danno la possibilita': ci sono i grants (l'equivalente delle borse di studio) e il student loan (ti prestano soldi a interessi bassissimi - non solo adesso ma da sempre - che poi restituirai quando avrai un lavoro e una busta paga decente). In piu', se hai una laurea qui e' difficile che finisci a fare lavori poco qualificati, nel senso che una laurea qualche prospettiva te la da. Non c'e' neanche bisogno di raccomandazioni - guarda un po'!

      Poi e' vero che le cose stanno cambiando con questo governo e l'austerity c'e' anche qui, e anche peggio, nel senso che un corso di studi e' carissmo ecc. ecc. Pero' in quanto a mobilita' sociale, non penso che noi italiani abbiamo niente da insegnare a nessuno :-)

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    15. "Ho solo detto che gli italiani son razzisti, e per quanto mi riguarda e' un fatto"

      E questo non sarebbe autorazzismo ? Forse è il caso di seguire il proprio consiglio e cercare l' origine della rabbia e della frustrazione che ti spingono a dire queste cose. Oltretutto continui a confondere concetti totalmente diversi tra loro come ti ha già fatto notare qualche altro utente; i bianchi americani per più di mezzo secolo hanno coltivato razzismo contro i neri, pur non avendo alcun motivo di rabbia contro ex schiavi privi di diritti civili e sottomessi.

      Trasecolo inoltre sulla tua teoria della "finezza" del dominio coloniale inglese, urge prendere in mano un libro di storia e studiare la grande carestia in India al tempo dell' illuminato Churchill, lo sterminio brutale dei Kikuyu o la grande carestia irlandese...certo gli inglesi erano finissimi fin quando gli inferiori lavoravano per i padroni, ma quando si ribellavano non esitavano a usare campi di sterminio quando ancora non esistevano le SS.

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    16. #egnente

      Appello al moderatore: abbia pietà di noi!

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    17. Scusa Silvia, mi ero distratto. Stavo cercando di ricordarmi chi mi avesse raccomandato. Ma io nacqui ingrato, e non me lo ricordo...

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    18. Ma si figuri Alessandra!
      Non deve mica scusarsi come non l'ho fatto io nei suoi confronti ma verso quelli del moderatore di cui , le ricordo, siamo simpatici ospiti e che si deve sobbarcare la lettura dei nostri commenti più o meno irrilevanti e più o meno ricchi di parole e frustrazioni.

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    19. Ingrato, smemorato e così poco curioso da finire l'università (in Italia!).
      Noi italiani non possiamo capire una level 7 che le mancano solo 90 crediti (su 180) per dire di avere un master (in UK!)

      Un caso umano molto diverso, ma mi viene in mente Lampredotto... anche la fuga di cervelli (?!) ha qualche risvolto positivo (almeno due).

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    20. Marie Antoinette, tu però sei troppo assetata di sangue...

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    21. Se si può cavar sangue da una rapa, sì!

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    22. Con questo caldo!?

      Un bel frullato fragole-banana no?

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    23. E comunque io raccomandato lo fui: naccui… nassi… in Italia.

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    24. Cara Silvia,
      ho gia' detto che per me non c'e' differenza tra razzismo e autorazzismo, almeno semanticamente - poi, nel contesto di questo blog (non lo seguo da cinque anni, ma almeno due, forse anche tre) ha un altro significato, dici tu. Va bene. Ti diro' che non sono d'accordo neanche sull’autorazzismo: gli italiani pelandroni? Assolutamente no (si fanno un c***!). Evasori? In generale, si. Non che gli altri non lo siano, ma sono meno spudorati. Per farti capire, io i primi tempi qui lavoravo nei ristoranti italiani (nord e sud Italia, non c'e' differenza all'estero): tutto a nero e orari da schiavi. Quando ho imparato bene l'inglese ho lavorato con gli inglesi, sempre nella ristorazione: un po' in regola e un po' cash in hand, che veniva dalle mance - nei tre ristoranti italiani dove ho lavorato, e altri di cui so, le mance (uno persino aggiungeva il 10% di servizio on top) se le tenevano e da li' facevano le paghe. Orari decenti, tant'e' che le malattie e le ferie mi corrispondevano proporzionalmente a quello che c'era nel contratto. Corrotti? Si, ma non piu' degli altri, e l'ho gia' detto a proposito del riciclaggio a Londra sebbene mia sorella, che e' avvocato, sostiene che le leggi antiriciclaggio che hanno qui in Italia ce le sogniamo - fatta la legge, trovato l'inganno :-), dico io.

      Raccomandazioni? Sono sicura che esistono anche qui (non ne ho esperienza), ma non a livello spicciolo come in Italia dove anche, e forse soprattutto, per fare lo spazzino al comune ti serve la raccomandazione del politico di turno (anche gli spagnoli son pretty bad in questo senso, ma non penso che ci superano). Di assumifici qui non ne ho mai avuto notizia, perche' c'e' piu' controllo sulla spesa pubblica, anche se il sistema sanitario e' in bancarotta e lo stanno privatizzando - devo ammettere che non so i dettagli tecnici, non e' il mio campo.
      I politici non hanno tutti i privilegi dei nostri politici (almeno sulla carta, poi sono sicura che ne hanno altri), e anche la regina sembra che costi meno che il nostro presidente della repubblica (!). I local councillors (l'equivalente dei nostri assessori e consiglieri comunali) lavorano quasi su voluntary basis perche' prendono pochissimo (http://www.bbc.co.uk/news/uk-politics-20967913). Poi e' anche vero che i pezzi grossi hanno spesso doppi incarichi, adesso sotto scrutinio. Come lo e' anche il fatto che per fare il politico qui servono due cose: una laurea di Oxbridge e i soldi, proprio perche' la carriera politica non vuol dire soldi, almeno al'inizio, e il potere e’ privilegio di pochi ben selezionati.

      Concludo: non lo so se gli italiani sono piu' corrotti degli altri, sicuramente hanno meno vergogna, la qual cosa in altre circostanze puo' essere anche positiva :-). Al sud Italia l'unica impresa che investe e' la mafia alla luce del sole e lo stato non fa niente! Io mi scandalizzo quando vado in Calabria al vedere certe automobili, centri commerciali ecc perche' non capisco da dove vengano questi soldi quando la gente normale e’ alla fame o quasi - non e' vero che non lo capisco, basta imparare dalla storia: Portella della Ginestra, appunto.

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    25. Ripeto, stiamo parlando di generalizzazioni. Non mi sembra di essere la sola a pensare che in Italia si fa carriera non in base al merito ma alle raccomandazioni: non so se sapete della recente polemica di una ricercatrice italiana, parte di un nutrito gruppo che ha ottenuti vari fondi di ricerca all'estero, con la ministra dell'educazione. Ovviamente non e' in assoluto sempre cosi', e mi pare che il professor Bagnai, che rispetto e ringrazio, ne e' la prova, come ha puntualizzato, anche se io sospetto sia una minoranza. Ho sentito anche una ricercatrice calabrese che dopo aver lavorato in Germania in un centro di ricerca di eccellenza per anni, e' tornata in Calabria ad insegnare all'universita' di Cosenza: sosteneva che il livello in Italia e' altissimo - non ho dubbi al riguardo, ho solo detto che non e' il mio cognitive style (perche' mi annoio facilmente), tant’e’ vero che sostengo che l’Italia forma figure professionale che finiscono all’estero. Io stessa riconosco che l’istruzione italiana mi ha dato un’ottima base (anche se tu pensi che io sono una rapa :-). Let’s agree to disagree). Le statistiche OCSE sembrano contraddire la mia opinione, ma io penso che sia un problema di parametri.

      A proposito del razzismo: purtroppo ho sentito barzellette sui neri (in Toscana, si sa che li' hanno un bel senso dell'umore :-)) che mi vergognerei solo a ripetere. Io ero allibita e mi dicevano: "ma dai, non fare cosi'!". Aggiungo che ho ancora ottimi amici in Toscana, conosciuti all'epoca dell'universita' (infatti mi fermo spesso quando vado in Italia) e non tutti sono razzisti. Anche perche’ il razzismo alla base e’ xenophobia, paura del ‘diverso’, che quando poi si conosce non fa paura piu’.

      Il punto non e', per quello che mi riguarda, decidere chi e' meglio o peggio tra due o piu' popoli, ma piuttosto capire come la storia influenza le attitudini degli stessi. Penso anche che nessuno (sia a livello personale che di gruppo - il caso del burka si puo' applicare ad altre situazioni) debba governare altri, altrimenti non s'impara, vedi lo stato attuale delle ex-colonie (anche questo si puo' applicare all'Italia). Mi pare che non ho insultato nessuno, non era mia intenzione e se l'ho fatto chiedo scusa. Neanche volevo enfatizzare le mie qualifiche, ma piuttosto il fatto che le ho ottenute qui e me le sono pagate io, il che mi sembrava rilevante rispetto alla mobilita' sociale. Ti diro’ di piu’: ci sono molti studenti italiani nelle universita', la maggior parte dei quali lavora e studia come ho fatto io perche' e' permessa una certa flessibilita' in termini di tempo da dedicare allo studio - pero' una volta stabiliti i tempi in cui uno deve finire, bisogna stare al passo e la montagna di fuori corso che c'erano in Italia, ai miei tempi almeno, qui non c'e'.

      Siccome pero' non sono neanche disposta a farmi insultare - tra l'altro ho una montagna di reports da scrivere visto che anche qui ci oberano di lavoro inutile - chiudo qui.

      Ultima nota per occhiodifalco: quello che dico io sara' anche irrilevante, pero' non mi ha risposto nel merito della rilevanza del suo di commento sulla sua prof.

      Grazie di nuovo al signor Bagnai per lo spazio e a tutti coloro che hanno pensato che valesse la pena leggere quello che ho scritto, incluso quelli che si sono presi la briga di replicare. Gli insulti mi rimbalzano – qualificano voi. Mi scuso di nuovo con coloro che si sono sentiti offesi dai miei commenti.

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    26. Pensa che io sono nata in Italia e mi hanno dato la cittadinanza senza la raccomandazione. O i miei genitori sono omertosi.
      (essendo anche loro italiani non si può escludere)

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    27. Cara Alessandra,
      purtroppo non ti rimbalzano solo gli insulti (che tu per prima hai dato agli italiani, tranne te of course!), infatti continui a non capire cosa significa QUI e PER NOI autorazzismo.

      Ti sei definita una buona ascoltatrice, vediamo se diventi altrettanto brava a capire ciò che leggi (da due o tre anni).
      Se fossi davvero curiosa avresti cercato di capire l'argomento prima di perseverare sproloquiando fuori tema, evidentemente la tua convinzione di sapere tutto ha avuto il sopravvento, quindi in amicizia segnalo un post (ce ne sono altri).
      Lascia perdere la semantica, dimentica il significato "standard" del termine razzismo per un momento, resettati e leggi.
      Repubblica e il vincolismo

      Puoi non condividere, ma in questo caso ti consiglio il salotto di "Repubblica" o quello della democratica Catherine Elizabeth Middleton.
      Permettimi di aggiungere che in questo contesto trovo irrilevante la tua percezione dei fenomeni di evasione, corruzione, ecc. italiana rispetto ad altri paesi.
      Irrilevante (e presuntuosa) proprio perché non basata su dati ma su percezioni soggettive ed esperienze personali di valore aneddotico.
      Io stessa in questo momento sono vittima di una gravissima inefficienza burocratica riferita a un episodio già di per sé tragico, quindi sostenere certi principi mi costa un notevole sforzo razionale.

      La tesi non è quella che in Italia tutto è perfetto o che è meglio/peggio di altri paesi, ma se ci lasciamo trasportare dall'istinto anti-stato e anti-italiano facciamo solo il gioco di chi ci ha trasformati in colonia e vuole privarci di ogni minima residua autonomia democratica ed economica peggiorando ancora il problema.

      In particolare qui pensiamo che spese politiche, corruzione, evasione, malasanità, lentezze burocratiche, furbetti vari, ecc. ecc. siano "onde" cavalcate per togliere potere allo stato in generale e in particolare all'Italia che pertanto dovrebbe essere governata da Bruxelles o da Berlino o dalla Troika... da chiunque purché non italiano.

      Non neghiamo che questi problemi esistono (in Italia come/più/meno che altrove) e non ci opponiamo al tentativo di ridurli (eliminarli è utopia), semplicemente sosteniamo che:
      - non siano la causa dei nostri attuali problemi economici e del deficit di democrazia (perché questi si sono manifestati a partire dal divorzio tesoro-Bankitalia e sono peggiorati con i trattati EU e con l'euro)
      - vengono strumentalizzati per privarci della democrazia e sottoporci a dominazione straniera (vincolo esterni) e a questa strumentalizzazione ci opponiamo.

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    28. @Alessandra i tuoi commenti non sono offensivi, sono però sbalorditivi, dal nostro angusto view point. Ho un caro (ex) amico che vive negli USA da ormai oltre 25 anni, e sostiene esattamente le stesse tue opinioni, e coglie dell'Italia le stesse tue osservazioni. È andato via dall'Italia molto giovane, se ho ben compreso esattamente come hai fatto tu. E come hai fatto tu ha assorbito acriticamente la visione anglosassone della vita, dell'universo e tutto quanto... E la risposta, invece di essere 42 (cit.), è diventata un impenetrabile elenco di aneddoti personali a sostegno della superiorità anglosassone, miscelati ad acute osservazioni sui rilevanti problemi anglosassoni, cosa di cui però LORO sono coscienti e che stanno affrontando, non come NOI per i quali i difetti sono scolpiti nella roccia... Proprio come ci stai raccontando.
      Non lo so. Forse avete davvero ragione voi. Mi verrebbe da arrendermi.

      P.s. il mio (ex) amico mi ha bloccato su facebook qualche mese dopo esselo andato a trovare. Continuavo a chiedergli (con educazione) come mai in Texas non fossi riuscito a trovare in vendita un solo quaderno a quadretti. Credo che avendo due bimbe alla scuola primaria non abbia retto.


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    29. @Stefano
      Forse dobbiamo proprio arrenderci perché queste convinzioni non appartengono solo ad anglosassoni o italiani migrati tanti anni fa.

      Questi discorsi, tali e quali, li sento dal fruttivendolo sotto casa, dal commercialista (non Marco S.), dalla pettinatrice, dai politici alla televisione, dai disoccupati e dagli imprenditori falliti o con attività ancora fiorenti... insomma da tutti ovunque.

      Al momento le lobby stanno stravincendo: non solo sono hanno più potere politici/economico, non solo non hanno opposizione ma trovano il sostegno di milioni di vittime entusiaste!

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    30. Partiamo dalla premessa che "Qualsiasi generalizzazione e' ingiusta e razzista" (Di Francia, Repubblica e il Vincolismo), ma e' necessaria per comunicare in sintesi, soprattutto via digital media (anche il linguaggio lo e' in se', aggiungo io).

      Giusto per reiterare, ce ne dovessere essere bisogno, premetto anche che ne' volevo insultare nessuno, ne' mi sembra di averlo fatto, o almeno questo spero, magari un po' tardivamente :-). Forse non ho applicato il principio alla base del politically correct, per cui c'e' una denotazione e una connotazione, e la connotazione dal punto di vista dell'interlocutore e' anche piu' importante nella comunicazione.

      Ribadisco che gli italiani in generale (sottolineato) sono razzisti, che non vuol dire brutti e cattivi, semplicemente che non hanno dimestichezza con il doversi confrontare con altre culture, anche se dovrebbero averne - esperienza personale e non solo. C'era un emiliano a Barcellona che mi chiamava 'calabrona'; io ci ridevo sopra (non lo faceva per cattiveria ma ignoranza) anche perche' io mi facevo la pausa pranzo al bar dove lavorava e lui mi serviva - gli lasciavo pure la mancia. Recentemente ho conosciuto una donna albanese che vive in Italia da anni (in Veneto) che mi diceva che le sue amiche sono tutte immigrate del sud Italia ecc ecc. Ho litigato da poco con una mia (ex) amica toscana che sostiene, dati alla mano, che al sud c'e' tantissimo analfabetismo, molto piu' che al nord – conclusione: la gente del sud e’ ignorante.

      A proposito di razzismo, solo due fatti, e purtroppo qui devo fare un confronto: http://www.theguardian.com/politics/2016/jan/27/david-cameron-bunch-of-migrants-jibe-pmqs-callous-dehumanising; http://www.mirror.co.uk/news/uk-news/top-tory-suspended-after-saying-8062842.
      Non e' accettabile che un politico come Salvini faccia le affermazioni che fa - invalida tutto quello che di giusto possa dire - e prenda anche voti. Come non e' accettabile che Berlusconi chiami la Merkel 'culona' - le femministe dovrebbero averlo sbranato vivo e invece sono sicura che molte donne lo hanno votato. Purtroppo poi sono anche queste cose che influenzano la percezione che si ha - stereotipi, se volete, che pero' fanno parte dei nostri processi per organizzare l'informazione in categorie mentali.

      SEGUE

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    31. Ti posso solo ringraziare, caro Stefano, se mi aiuti a rendermi conto che sono biased nelle mie opinioni. Pero' non credo di essere acritica nei confronti della cultura anglosassone - ho detto che Londra e' un centro di riciclaggio mondiale prima che lo dicesse Saviano :-). Poi approfondiro' con mia sorella sulle leggi antiriciclaggio e se vi interessa riferiro'. Non mi piace neanche il modo in cui stanno gestendo il passaggio dal contante al digitale. Non c'e' un dibattito: semplicemente e' sempre piu' difficile trovare merci se non online - sono impazzita per trovare delle viti che mi servivano per riparare una sedia (quello dei quaderni a quadretti e' successo anche a me); adesso anche per i mezzi di trasporto basta 'toccare' la carta su un sensore, e devo dire che mi risulta piu' pratico quando poi devo fare la dichiarazione delle tasse perche' e' tutto nell'estratto conto. Cioe' ci stanno abituando ad usare la carta finche' vedrai arrivera' il momento che il cash non sara' piu' un'opzione.

      Lo so che il professor Bagnai sostiene e prova, dati alla mano, che l'evasione in Italia e', in proporzione al pil, uguale che in Europa (lessi il post). Io non so come spiegare la discrepanza tra la percezione e il fatto. Forse, che e' quello che dicevo, inutilmente, alla mia amica toscana a proposito dell'analfabetismo, bisognerebbe guardare anche ai qualitative data e non solo ai quantitative: cioe' che magari i sud italiani istruiti sono tutti emigrati e quindi al sud rimangono gli analfabeti (sembra che in Calabria vivano di fatto meno di un milione di persone - vi rendete conto?).

      Io penso che l'economia, e qui sarete tutti d’accordo perche’ e’ questo che stiamo cercando di capire (cioe’, come?), come tutte le scienze umane, non e' solo fatta di dati ma che la psicologia gioca un ruolo importante - un po' come quando la gente ha la percezione che l'economia va bene (anche se non e' vero: c'e' un problema di debito privato qui prima che pubblico che e' una bomba ad orologeria), quindi spende e consuma.

      Io non l’ho capito. So che ho fatto presto a rendermi conto che l'euro era una fregatura...

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    32. Sì, sì cara, qui siamo tutti d'accordo, in primis il professor Bagnai: l'economia è una scienza "umana", quindi da interpretare non solo con i dati ma con la psicologia e con i tuoi aneddoti.

      La discrepanza sull'evaso è proprio dovuta al fatto che hai spiegato alla tua amica toscana: gli onesti istruiti come te sono migrati e qui siamo rimasti noi raccomandati evasori razzisti e asini oltre a Saviano, per caso non lo volete?

      Grazie a te, carissima, abbiamo visto la luce.



      Penso che sia la sequenza di commenti e risposte più surreale e dadaista del blog.

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    33. E' stato bello.

      (Alessandra Bacci/Cassandra da Firenze)

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    34. Alessà, tu sei Calabrona e io sono Umbriaco. E allora? Quell'altra è culona (e pure, come pare aggiunse il bellissimo Silvio "inchiavabile"). Letteralmente significa che la giudica brutta, il senso vero è che è odiosa. E allora? Sarà poco elegante ma succede. Ha detto quello che pensa. E' legittimo. D'altra parte, somiglia tanto a uno dei "funniest insults" del veneratissimo Churchill alla donna che lo rimproverò per la sua ubriachezza.
      http://www.independent.co.uk/news/uk/home-news/my-dear-you-are-ugly-but-tomorrow-i-shall-be-sober-and-you-will-still-be-ugly-winston-churchill-tops-8878622.html
      Bello lui, invece, today and tomorrow, 'sto cafone (che sia italiano? magari da Abbiategrasso?). Ma questo non urta la sensibilità dei più nemmeno oggi.
      Conclusione? Il politically correct funziona a modo suo e serve per cambiare discorso e censurare quello che fa comodo. Io sento dire troppa gente in UK che i greci se lo meritano. Questo è davvero insopportabile, perché conduce e giustifica la criminalità. La stessa cosa successe agli ebrei. Calabroni e Umbriachi non rischiano e credo mai hanno rischiato tanto. Il resto sono scemate o al peggio cattivo gusto.

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    35. @Stefano Longagnani
      Concordo con te su tutto, specialmente sullo scoraggiamento finale.
      Una domanda, tanto ormai siamo finiti irrimediabilmente OT: mi sfugge il riferimento alla scarsità di quaderni a quadretti in Texas. Che vuol dire? Grazie.

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    36. @ S. Longagnani lei è davvero pessimo ahahah (42).

      @ Alessandra Perri
      "I Demoni fanno in modo di far sembrare fallaci le cose che, davvero, andrebbero perseguite"
      (traduzione mia, da Lattanzio, conosciuto via Lovecraft:
      "Efficiunt daemones, ut quae non sunt, sic tamen quasi sint, conspicienda hominibus exhibeant"

      La percezione dei fenomeni è oggi mediata da agenti che possiamo, sotto certi aspetti, definire metafisici (nel senso di intangibili e imperturbabili): i media.

      Buona sera a tutti.

      P.S. mi scuso se qualche post fa parlai di giochi di parole e lei si offese. Non era mia intenzione, in alcun modo.

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    37. Cara Alessandra, siamo tutti qua per capire, quando succede proviamo un gran piacere e perciò val la pena confrontarci (cioè parlando come magno, non te la prende per le critiche che siamo tutti qui accapì).
      Ti faccio solo un appunto. Non ha importanza confrontare l'evasione accertata rispetto al PIL, perché anche l'imposizione fiscale conta. Se io metto tasse bassissime tutti pagano. Se metti tasse al 80% dimmi tu chi può pagare? In Italia siamo molto vicini a questo secondo caso e l'evasione di molti piccoli è addirittura necessaria per la loro stessa sopravvivenza. Paradossalmente, se avessimo sovranità, lo stato dovrebbe simultaneamente spendere e abbassare le tasse. E credo che anche scontando l'effetto dovuto alla crescita, cioé solo prendendosi la moneta (e lasciar fare badando solo alla ordinaria amministrazione), l'abbassamento delle tasse sui piccoli evasori produrrebbe gettito molto maggiore. E la crescita ci sarebbe comunque, anche perché siamo un popolo straordinario.

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    38. Grazie a tutti per le repliche – anche a Obli: ho apprezzato molto anche se non e’ il mio genere; by the way, molto carini i gatti :-)
      Emilio, non mi sembra che lei abbia detto niente di offensivo, almeno nei miei confronti. Io cerco solo di stare molto attenta anche alla forma (anche se non sempre mi riesce, evidentemente :-)). La violenza dei mezzi digitali e’ molto pericolosa e devo aggiungere, anche se a molti non interessera’, che sono piuttosto scioccata da quest’esperienza - evidentemente c’e’ un motivo per cui ancora mi ostino a preferire la comunicazione con gli esseri umani in pelle e ossa (un po’ come per il cash :-)).
      Forse quello che volevo dire in sostanza era che la risposta non puo’ essere sterzare a destra (per quanto ancora valida possa essere la distinzione tra destra e sinistra) e prendersela con quelli che stanno peggio di noi. Vedrete come gongolano quelli che ci hanno messo (o meglio, quelli da cui ci siamo lasciati mettere) in questa situazione – mezzi di distrazione di massa, appunto – come qualcuno ha sottolineato piu’ in giu’.
      Ringrazio ancora il prof Bagnai, non solo per filtrare i miei irrilevanti commenti, ma anche per il lavoro che fa – oltre che educativo mi sembra anche terapeutico :-).

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    39. @Sergio: sono d’accordissimo! Io le tasse le pago tutte perche’ non posso evadere (situazione assurda, tra l’altro: fino a due anni fa eravamo assunti dall’universita’, poi ci hanno passato alle agenzie con zero-hour contract anche se continuiamo a lavorare per lo stato) pero’: in proporzione pago mooolto piu’ di google, per esempio; pago piu’ soldi in tasse che in affitto per vivere in un monolocale di 20 metri quadri. Percio’ ti diro’ che se potessi evadere almeno un poco probabilmente lo farei se non altro per potermi permettere una stanza in piu’. Qui entro certi limiti l’evasione e’ tollerata, e’ difficile che ti controllino se presenti una dichiarazione dei redditi congruente – c’e’ molta autocertificatazione e sei obbligato all’IVA solo oltre £70.000 di fatturato. Pero’ se ti beccano te ne fanno pentire. L’altra sera mi e’ capitato di chiacchierare di questo scambio di opinioni un po’ sopra le righe con un inglese che ha vissuto in Italia e che adesso ha un’agenzia di collocamento qui. Lui sostiene che a certi livelli, oltre alle competenze, contano anche le conoscenze – la differenza, secondo lui, e’ che gli inglesi sono piu’ furbi (quando dico piu’ fini, lo dico ironicamente), cioe’ fanno la selezione normale (advertising, colloqui, selezione, ecc) e poi al momento dell’assunzione, a parita’ di merito (sottolineato), scelgono chi vogliono loro. Il che un po’ equivale a quello che dico io a proposito degli italiani che non hanno vergogna :-). Quello che penso, tra l’altro, e’ che in Italia (e non solo – altro aneddoto: un rappresentante di commercio spagnolo mi diceva che prima dell’euro anche li’ evadevano tutti, dopodiche’ sono iniziati i controlli e un’impresa del suo settore ha dovuto pagare una multa salatissima. Hanno smesso. In Italia penso che sia successo qualcosa di simile) si ha la sensazione, almeno al sud, di essere abbandonati dallo stato (non condivido, anzi, io penso che lo stato e’ stato troppo assistenzialista, a cambio di voti, per cui se vai nella pubblica amministrazione locale trovi anche molta gente incompetente che e’ li’ in virtu’ di favori). Qui, almeno una volta, avevi la certezza che se ti ritrovavi senza lavoro ti pagavano l’affitto (anche il mutuo in passato, adesso non so) e ti davano di che tirare avanti finche’ non ne trovavi un altro (molti se ne sono approfittati).
      Tra l’altro, ti diro’ che io penso che anche l’illegale andrebbe legalizzato e tassato (lo so, il prof Bagnai ha trattato anche questo argomento): droghe e sex industry, non il pizzo!
      Una delle tante contraddizioni che io rilevo nell’avere una moneta unica e’ la sua esistenza in regimi fiscali diversi. Pero’ a parita’ di regime fiscale, continuo ad avere la percezione (non c’e’ modo, ovviamente, di trovare dati) che gli italiani, ed altri gruppi, evadano piu’ degli autoctoni. Non sono la sola.
      Popolo straordinario? Non esageriamo, mica gli altri son scemi :-). Pero’ si’, con un certo livello culturale – non parlo solo del Latino :-), ma anche dell’artigianato (qui non esiste piu’ da un pezzo!) tant’e’ che Hollywood, per esempio, deve la sua fortuna grazie anche alle maestranze italiane. Qui gli italiani lavorano e fanno impresa.

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  20. Puo essere solo che avessero già paura di fare brutta figura?
    In fin dei conti oggi chi è antieuropeista viene tacciato di essere un infedele.
    Peggio di bestemmiare davanti a jiadi john.
    Si è riusciti ad abbinare a un mezzo un fine. Quaindi l'integrazione europea, che è solo un mezzo, è per forza buona perchè persegue fini nobili.
    Forse è questo voluto errore concettuale della propaganda europeista che ha fatto cadere nel sacco molti precursori piddini.

    Un altro banale esmempio è il contante: se sei contro il contante elettronico sei un accanito sostenitore dell'evasione.

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  21. Starace - amministratore delegato- Enel, vi spiega come si piega in azienda chi non accetta QUALUNQUE CAMBIAMENTO...è interessante notare come la strategia di base è la stessa con la quale si "costruisce" l'Europa..la Paura. Qui il link: https://m.facebook.com/story.php?story_fbid=887984161346849&id=552614738217128 Saluti da Napoli.

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  22. "La parabola dall'antieuropeismo acritico all'europeismo acritico mi sembra una chiave di lettura sensata. Se la accettassimo, il dato sarebbe che la sinistra italiana in equilibrio tende ad essere acritica, e dall'equilibrio si scosta solo a calci nel sedere."

    La chiave di lettura citata a me appare poco credibile (a meno di cambiare "antieuropeismo acritico" in "antieuropeismo critico") e mi permetto di segnalare questo altro contributo in merito al dibattito parlamentare del 1957.

    http://web.tiscali.it/giornalino/DibattitoCEE1957.html

    Dalle trascrizioni degli interventi risulta che la sinistra italiana nel 1957 era critica ed abbastanza unita (quindi si e' apparentemente passati da critici ad acritici rimanendo pero' sempre abbastanza uniti).

    L'astensione dei Socialisti rifletteva infatti la posizione (in linea con la tradizione riformista di Filippo Turati) che fu espressa da Riccardo Lombardi nel dibattito parlamentare.

    Lombardi spiegò come l'obiettivo socialista fosse quello di introdursi nelle istituzioni europee al fine di cambiarne lo spirito, costruendo, sulla base delle strutture comunitarie che stavano nascendo per impulso delle forze capitalistiche e liberali, una Europa socialista in cui fossero prioritariamente tutelati i lavoratori, e che avesse al centro del suo interesse l'uomo e non il capitale.

    Col senno del poi (a giudicare dai frutti dell'albero) e' facile vedere che quello fu un grave errore politico e che i discendenti dei comunisti di allora hanno poi fatto propria la posizione dei socialisti (con l'aggravante specifica che nel frattempo si e' totalmente trascurato di "introdursi nelle istituzioni europee al fine di cambiarne lo spirito").

    Probabilmente il basso profilo del dibattito parlamentare di allora (ed anche successivamente) fu dovuto ad una sorta di gioco delle parti, perche' nel 1957 nessun leader dei maggiori partiti prese parte al dibattito - non Fanfani, né Togliatti, né Nenni.

    Credo che i leader fossero pienamente consapevoli che l'adesione al progetto europeo fosse la classica proposta che 'non si poteva rifiutare' e che pensavano di poter tutto sommato limitare i danni in sede di attuazione del progetto.

    Chiudo segnalando che trovo comunque divisivo insistere piu' di tanto sulla storia dello "spiaggiamento della sinistra", perche' nella sua navigazione da fine ottocento ad oggi la sinistra - purtroppo - non e' mai riuscita a navigare in altura (vinse prima il fascismo ed i vincoli NATO dal dopoguerra la hanno sempre costretta a navigare sottocosta).

    La nota condizione necessaria per ritornare a crescere la ritengo ormai raggiungibile solo attraverso il cammino parlamentare e con la 'vecchia costituzione'.

    Quindi che vinca il NO ad ottobre (e pure col voto dei piddini).

    "... la totale assenza di memoria storica di tanti che pure si piccano di fare politica...." e' purtroppo un male incurabile.

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  23. Scusate la lettura brutale, e se ribadisco il mio scetticismo nei confronti dela dirigenza storica del PC, ma tendo ad identificare le vere svolte del partito:
    1) agli inizi degli anni '50, quando hanno cominciato a ricevere fondi dal PCUS.
    2) agli inizi degli anni '90 quando, dopo quarant'anni, hanno smesso di arrivare finanziamenti da Mosca e, con ogni probabilità, si sono attivati altri canali...

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  24. C'è il tentativo,a sinistra,da parte di coloro che evidenziano l'insostenibilità dell'area euro o,più in generale,del progetto europeo, di mettere in secondo piano l'euro di per sé facendo credere che nell'ultimo trentennio il libbberismo sia arrivato,come se fosse una malattia,anche qui "aggredendo" il progetto europeo.

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  25. "La parabola dall'antieuropeismo acritico all'europeismo acritico mi sembra una chiave di lettura sensata". E' vero! Il problema è che, per definizione, sono acritici i meri esecutori. Per quanto possa addolorare molti, il PCI, almeno ai vertici, è sempre stato un partito gregario: prima dell'Unione Sovietica; poi, eclissatasi quella, ha cambiato nome e prontamente trovato nuovi padroni che, peraltro, pagano meglio e non rompono i coglioni se ti fai lo yacht.

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  26. I francesi mi sembrano di un altro pianeta

    http://www.news24italia.com/in-francia-e-tutto-paralizzato-e-rivolta-contro-la-legge-sul-lavoro-stop-a-treni-camion-e-aerei/

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    1. Se ho capito qualcosa da tutti i post,del Prof.Bagnai, letti non è che cambi così tanto.
      Se gli Operai perdono si beccheranno un bel taglio del salario,con annesso downsize dei diritti,che porterà un bel colpo all'economia prodotta dai consumi interni.
      Se vincono,niente taglio dei salari,niente sofferenze sui consumi interni,ma la bilancia commerciale della Francia resterà negativa.
      Il problema non è se gli Operai , e i loro
      movimenti,vincono o perdono ma l'Ecu...ehm..volevo dire l'Euro.
      All'interno di cambi fissi monetari,adozione della moneta unica,ogni aumento dei salari si trasforma in un peggioramento della bilancia commerciale.Tutto questo sempre se ci ho capito qualcosa(è spero vivamente di sì).

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    2. Ma poi tutto sto bulirone sulla legge del lavoro, ma niente mi sembra sulle cause che rendono necessaria detta legge.
      Sempre a curare il sintomo senza intaccare la malattia.
      E comunque se tolgono la possibilità di abbassare i salari tramite licenziamenti facili, e restano nell'euro, gli squilibri nella bilancia commerciale potrebbero peggiorare rapidamente in Francia.
      È arrivato anche per loro il momento di distruggere la domanda interna?

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    3. Lo scontro e' epocale e continuato...con alternanze di fortune. Ma se accettiamo le "loro" regole come leggi di natura...abbiamo perso. Sono le scelte primarie che vanno negate...Adam Smith era un filosofo morale, la Ricchezza delle Nazioni e' del 1776. Dal 1789 al 1799 i Francesi hanno fatto a pezzi una "legge" di natura come la monarchia assoluta e instaurato la Repubblica. La Rivoluzione d'Ottobre ha portato speranze, paura e delusioni, l'ordine nato dalla IIGM ha portato a una piu' equa distribuzione della ricchezza prodotta in Occidente e a una serie di conquiste sociali che hanno innalzato il livello di vita di generazioni e milioni di persone.....finche' non abbiamo permesso a un manipolo di determinati criminali di sovvertire quell'ordine...ma soprattutto di raccontarci che "leggi economiche" imponevano quel sovvertimento, idiozie come "inflazione iniqua tassa per i poveri" o imbecillita' come le banche centrali "indipendenti" con compiti come " controllare la stabilita' dei prezzi" e non obiettivi con al centro l'umanita' come il pieno impiego...Stabilita' di cui non frega niente a nessuno, purche' con i prezzi crescano anche i redditi...che e' l'unica cosa che hanno inchiodato, divorando "fette" sempre piu' ingorde della ricchezza planetaria prodotta. E quando si parla di mettere mano ai privilegi...si scopre che i governi che dovevano essere i regolatori della distribuzione in un framework legale che impedisse scontri cruenti, sono stati comprati o la loro sovranita' castrata. E vi dicono che ci sono le "regole" le loro "leggi economiche", immutabili e perfette....che quando non funzionano impongono con la mano pesante di polizie militarizzate o eserciti professionali avulsi dalla società ( i coscritti son pericolosi,tendono a non sparare sul popolo..)...quando non con mercenari al soldo delle megacorporation, che ormai spingono trattati apertamente fabbricati per esautorare e invalidare qualsiasi controllo, contrappeso o framework di leggi che limiti i danni del "libero mercato". Questi hanno paura e temono una sola cosa...e per quella si stanno preparando...che un giorno solleviamo la testa e riscopriamo quel che Mao Dze Dong aveva gia' scoperto...che un giorno, messi con le spalle al muro e con solo catene da perdere, riscopriamo da dove nasce il potere. E che torniamo a fare a pezzi le false "leggi economiche"...facendo macerie delle loro Bastiglie. E la Bastiglia più' grossa e' l'euro. E' quindi vero che in Francia lottano condotti da un sindacato abbagliato, sordo e cieco. Se anche vincessero la battaglia della "loi travail"...avrebbero perso la guerra stando nell'euro.

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    4. Il suo commento mi ha indirizzato verso una riflessione che non avevo mai fatto. Quelli che "le LEGGI economiche" ci impongono: sono gli stessi che l' economia non è una scienza. Direi che va dritta dritta nel manuale di logica eurista.

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    5. Mica tanto. Fammi come i greci: si ribellano alle conseguenze (austerità/flessibilità), ma non alla causa (l'€). Quindi irrilevanti...

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  27. Nessuno ha mai preso in considerazione il ruolo dell' enorme potere economico di cooperative e finanza "rosse"? Forse i motivi dello spiaggiamento sono molto più veniali di quanto si possa pensare.

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    1. Ma dici "veniali" nel senso di "venali"?

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    2. Intendevo nel senso di "meno complessi"... Ma devo dire che "venali" ci sta anche meglio!

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  28. Buonasera. Commento OT, ma non posso fare a meno di condividere con voi tutti, la mia rabbia e tristezza. Roma. Convegno "I nuovi adolescenti e la fuga nel virtuale", a cui partecipo in quanto referente alla salute, della mia scuola. Interventiinteressanti, ma la moderatrice con incarichi al Miur,nei suoi interventi ci ricorda che oggi il compito della scuola è: educare alla flessibilità,alla resilienza per saper affrontare il SACRIFICIO!Questo è necessario perché oggi è cambiata la società è il mondo economico!!!
    Lascio a voi i commenti e ringrazio il professore per avermi dato questo spazio,se lo ritiene opportuno.

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    1. ...e che c'è di meglio della fuga nel virtuale per abituare i giovani alla resilienza? Ormai sono zombie. Alla gentile moderatrice non viene in mente che è un po' strano che il progresso tecnologico e, in fondo, anche sociale (la servitù della gleba in teoria l'abbiamo abolita) non serva a nulla? A che ci serve progredire se dobbiamo affrontare oggi dei sacrifici che speravamo di esserci lasciati dietro le spalle? Lei forse penserà che la colpa sia della Cina...

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    2. La cosa che mi fa lievemente in..zzare è che codesti figuri, ci fosse un'invasione militare del paese e occorresse davvero fare sacrifici per sbattere l'invasore fuori dai piedi, si darebbero per malati o pacifisti (del resto, l'invasione c'è egualmente in altro modo e non se ne rendono conto). Ma per il resto c'è Mastercard, e siccome glielo ha detto Picone che bisogna essere flessibili e resilienti...

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    3. BAH! InveceInvece di dire resilienza si dovrebbe dire: la propensione a prenderla in quel posto. Forse qualcuno si sveglia...

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    4. Quando sento la parola “educare”, metto mano alla pistola.
      In un precedente commento mi sono già espresso sugli educatori che parlano per il tuo bene, categoria trasversale che spazia dai politici trombati che si sono riciclati nella carta stampata, agli intellettuali di sinistra diversamente colti (aka piddini), ai dittatorelli di ogni risma. Bisognava chiedere alla moderatrice con incarichi al Miur cosa fa lei per educare (argh!) i suoi figli alla flessibilità, alla resilienza e al saper affrontare il sacrificio – l'eterno ritorno della “durezza del vivere” dei darwinisti sociali alla Padoa Schioppa –, o forse parlava soltanto dei figli degli altri. Il virtuale è pericoloso, ci sono siti poco raccomandabili come il blog di Bagnai o quello di 48, se un giovane accidentalmente dovesse finire in uno questi posti, la sua coscienza potrebbe restarne traviata in maniera irreparabile. Molto meglio se i figli rimangono a casa davanti alla TV.
      Il titolo del convegno è interessante: "I nuovi adolescenti e la fuga nel virtuale". Il termine “fuga” è stato usato nel titolo con una connotazione volutamente spregiativa: dato che gli adolescenti non fanno quello che dico io educatore (argh!), dato che gli adolescenti non vanno nella direzione che io educatore (Bleah!) ho deciso per loro, deduco che gli adolescenti stanno percorrendo la strada sbagliata che io educatore (pfui!) definisco unilateralmente “fuga”. Il tema di questi convegni non è l'adolescente ma l'adulto, questi convegni sono autoreferenziali, fatti dagli adulti per gli adulti: dato che gli adolescenti non ci ascoltano più - non per maleducazione, ma perché i giovani sentono la puzza di disonestà intellettuale a chilometri di distanza – bisogna indottrinare i genitori affinché prendano provvedimenti per indirizzare i figli verso la strada giusta decisa da noi ottimati e noi ottimati abbiamo deciso per una maggiore resilienza dei futuri servi della gleba. Per indottrinare i genitori, cominciamo con l'agitare lo spauracchio della pericolosità del virtuale, fomentiamo il senso di colpa del genitore che ha comprato lo smartphone al figlio favorendone la sua fuga dalla realtà, e concludiamo il convegno ribadendo la necessità di riavvicinare i figli (altrui) alla “durezza del vivere”.

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    5. Dott. Grande
      "Non c'è odore più cattivo di quello emanato dalla bontà corrotta: è l'umana e divina carogna che lo produce. Se sapessi con sicurezza che un uomo sta venendo da me per farmi del bene, correrei a mettermi in salvo." (H. D. Thoreau, Walden ovvero Vita nei boschi, cap. I)
      Ha già provveduto Bagnai a definire zombie la maggior parte dei giovani (peraltro, è ovvio che non sia nemmeno tutta colpa loro). E tuttavia questo accorato appello alla cattura dei fuggiaschi, i quali hanno sostanzialmente il torto d'aver preso cammino e testa opposti a quanto suggerisce Junger nel suo "Trattato del Ribelle" (1), è in sé affatto simile, secondo le motivazioni vere, a quel che cent'anni fa era il considerar vigliacchi e disfattisti coloro che rifiutavano l'assalto al filo spinato intatto.
      In merito al sacrificio autentico e all'evento storico testé evocato, vale la pena dunque ricordare quel maggiore degli Alpini il quale, vistosi rifiutare per l'ennesima volta l'ordine di sospendere l'inutile e sanguinoso assalto del suo battaglione, guardò il suo attendente e disse con gravità: "Ho capito!". Dopodiché uscì solitario dalla trincea per prendersi anch'egli la sua bella palla in fronte. Allora, saputo che il comandante di battaglione era caduto, dai superiori giunse l'ordine immediato di sospendere l'attacco.

      (1) cito, come esempio attualissimo: "L'essere umano è ridotto al punto che da lui si pretendono le pezze d'appoggio destinate a mandarlo in rovina". (Trattato del Ribelle, 2)

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    6. http://italians.corriere.it/2016/05/26/twitter-e-la-scienza/?utm_source=rss&utm_medium=rss&utm_campaign=twitter-e-la-scienza&utm_source=twitterfeed&utm_medium=twitter

      ve prego...

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  29. OT - Contrordine compagni...

    http://www.zerohedge.com/news/2016-05-27/stunning-reversal-imf-blames-globalization-neoliberal-agenda-spreading-inequality-ca

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  30. Verso la fine dei tempi ?
    Osservare ed analizzate la cosa in qualunque modo lo si faccia qualcosa sfugge e i conti non tornano . Ora possiamo capire che i vari messianici di destra o di sinistra funzionali alle elites non capiscano una cippa e fin prendiamo la cosa per buona e certa , ma è altamente improbabile ,se non impossibile, che le elites stesse non sappiano cosa stanno facendo e non sappiano che segando il ramo su cui sono sedute alla fine cascano anche loro , siamo forse così ingenui da pensare che non abbiano un piano che va al di là della caduta del ramo vero ? se hanno iniziato una via , se riesco io l'ultimo degli arrivati a sospettare qualcosa , questa via deve per forza avere un fine e portare da qualche parte .
    Ora non facendo nessuna dietrologia o complottismo , solo i fatti attuali e spiegabili per ora solo con domande .
    1)Distruzione delle economie di vari stati e messa alla fame di generazioni di persone , per mangiare e vivere occorre energia e mai come in questo periodo la tecnologia può dare energia per il sostentamento ...
    2)Immigrazione sregolata e massiccia praticamente di soli musulmani , si che praticamente i territori da cui provengono esprimono questa religione , ma sono anche territori che potenzialmente sono pieni di energia sia fossile che 'ecologica' e apparentemente anche chi si è sempre erto a paladino di usanze e religione tace.
    3)La chiesa romana in qualche modo si allea e benedice i musulmani , da sempre il nemico del mio nemico è mio amico e vista l'attuale presa in consegna della Chiesa da parte della sua parte militare , parrebbe che la guerra secolare tra le 2 chiese si sia rivitalizzata molto
    4)Su internet, in perfetto stile medievale, si parla sempre di piu di apocalisse con annessi e connessi cercando proselitismo e da come si sta evolvendo usando mezzi cinematografici un qualche finanziamento deve per forza esserci ( pensavo che il medioevo si fosse fermato a Clusone nell'ultima Danza Macabra rimasta ma sta tornando molto in fretta alleandosi con la fame e la disperazione attuali ).
    Già queste sole quattro cose fanno intravedere alcuni attori che stanno perseguono un gioco macabro : deve in in un modo o nell'altro portare da qualche parte ?
    Ora se io fossi l'attore che sta scatenando il caos lo farei per un motivo ( non posso credere che lo si scateni così per sbaglio e solo per ignoranza , scusate ma qui gli insegnamenti del Prof anche fuori da un corso di laurea sono abbastanza comprensibili e completamente condivisibili ) e il motivo cosa potrebbe essere ?
    Perché queste elites che hanno mezzi e tempi per analisi stanno provocando un tale sfracello ? Gioverà a loro ? sicuramente pensano di si .
    Io una mezza pazza idea me la sono fatta ed è pessima, che quando il Prof parla di di un centinaio di milioni di vittime sarebbe il danno minore, un tuono primaverile seguito da 4 gocce, quando riporti il medioevo per scatenare la 'peste' ti accontenti forse di un centinaio di milioni o piuttosto prendi ad esempio proprio la peste medievale ? non ha molto senso , una volta che riesci in qualche modo a convincere anche solo pochi che l'ira divina si sta abbattendo sulle genti e spargi la 'peste' incolpando il fato o il maligno , accontentarti di qualche punto percentuale , sappiamo tutti che in fatto di pestilenze ci sono intere scorte che aspettano solo l'attimo di essere liberate .
    Delirio di un sabato mattina ? forse , ma i dubbi e le domande restano .

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    1. Almeno il Medioevo ci ha lasciato veri capolavori, come appunto la Danza Macabra di Clusone, il Trionfo della Morte di Palermo, e quei libri di pietra che sono le Cattedrali (che un tempo eran dipinte anch'esse). Questa fine dei tempi cosa lascerà come eredità artistica, morale e spirituale: i visori della realtà virtuale (letto in altri termini: pugnette elettronico-cerebrali)?

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  31. Provo a riassumere quello che ho capito. Corigetemi plis.
    1. La criticità c'è stata quando faceva comodo. Anche se ancora stentiamo a crederci, è vero (come dice il prof) che il disastro attuale era prevedibile. Quindi dobbiamo concludere che le elites della partitocrazia l'avevano previsto. Tutti.
    2. Al PCI, al tempo del trattato CEE, serviva dirlo, magari con personaggi di secondo piano tanto per dare un segnale anche all'altra parte della barricata. Agli altri no. Quindi andavano via col liscio del sogno-fogno, seguendo lo schema prefabbricato da qualcun altro. Acriticamente.
    3. Il cammino verso un altra dittatura ERA stato formalmente scongiurato dalla struttura stessa della Repubblica pensata dalle nostre migliori menti nel 46-48. Quando i socialisti se ne vengono fuori con la ggegniale idea di combattere "da dentro" un sistema politico sovranazionale che è e sarà diretto dal potere stesso che la Repubblica vorrebbe disciplinare (meglio non nominarlo che non sembra politically correct) beh.. siamo già alla frutta. E' chiaro che il progetto non funzionerà e la bomba a orologeria è innescata. I compagni socialisti già sono acritici e di acriticismo vivono. Mancava solo il PCI, che poi si accoderà velocemente. L'acriticismo era già evidentemente ben radicato in tutta la società italiana. Insomma, rendiamoci conto, anche il fatto che la DC di allora proponesse il papocchio CEE è scandaloso!!! Avercela oggi una DC come quella!!! Mi chiedo, possibile che nessuna voce critica non si levasse anche da li?
    4. Tutto questo per dire che le elites intellettuali, qualsiasi cosa facciano (politica, media ecc.) sono funzionalmente asserviti al potere e lavorano sempre contro la società. Non è cinismo, è un fatto. La distinzione tra appoggio acritico o colpevole forse non esiste nemmeno e semmai lo chiediamo a S.Pietro il più tardi possibile. Lo spiaggiamento della sinistra fa più impressione perché "gioca sulla fascia sinistra", appunto.
    5. (confusamente raccolgo). Ora, nessuno si accorge più di nulla quando è bombardato da troppa "informazione". Ed è bellissimo rincoglionirsi coi videogiochi (o magari con gli europei di calcio alle porte), chissà perché?
    D'altra parte, l'acriticità è un meccanismo inferenziale. Sbagliato quanto vi pare, ma a quello serve. Altrimenti si rimane bloccati e si deve sospendere il giudizio e l'azione.
    Se il bombardamento delle "cose da pensare e fare" per il "cittadino esemplare" è fuori dalle possibilità umane, come mi pare evidente, è naturale che valori, convinzioni, razionalizzazioni e comportamenti siano basati su quel meccanismo. Insomma, è riduttivo dire che (mo lo nomino) il Capitalismo agisce sulla percezione dei bisogni di cose da comprare. In questo tempo esso è talmente forte che agisce sulla percezione tout-curt. La percezione di tutto. Siamo tutti sotto ipnosi continuata.
    Il risveglio è difficile e sempre parziale. Non si fa studiando e sapendo tutto (che è impossibile) ma solo qualcosina. Le falle che restano le si continua a rattoppare acriticamente.

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  32. La ringrazio per la segnalazione della tesi di Cirulli,che metto da parte e spero di leggere questa estate. Comunque, che ormai la sinistra fosse spiaggiata (o forse appiattita) su un europeismo che io definisco, più che acritico, "ottuso", tranne rare prese di posizione, comunque tardive, vedi Fassina, che però ad oggi conta quasi zero da quella parte, penso sia evidente a tutti. Senza andare troppo indietro nel tempo, è sufficiente accostare il pensiero di Napolitano (ex Re della Repubblica) negli anni '70 dello scorso secolo a quello di oggi. Magari ci saranno tante altre ragioni che ne spiegano la parabola e forse io la faccio troppo breve... tuttavia l'unica spiegazione che mi viene in mente per giustificare un tale capovolgimento di pensiero è una sola: malafede.

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    1. Per Napolitano forse ha inciso la iscrizione alla Three Eyes?

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    2. Ur Loggia massonica Three Eyes (ove Ur sta per internazionale o sovra-nazionale, dunque non appartenenti, né obbedienti a nessun Grande Oriente nazionale).

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    3. Sentite: a me questa roba non interessa. Mi occupo di altro. Ci siamo?

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    4. La mia era una specificazione in riferimento alla domanda. Se si cede alla tentazione di tirare in ballo certe vicende chiaroscure e difficilmente definibili, trattandole invece alla stregua di dati quantificabili ed analizzabili, davvero non se ne esce più (dalla spirale di supposizioni).

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    5. Sulla massoneria, solo 2 puntualizzazioni:

      1) Per quanto riguarda l'Esoterismo:
      La magia è l'arte di indurre gli altri a fare la tua volontà (vedi Vanna Marchi VERA maga). Tipo, la televisione è magica. E con questo sull'esoterismo si è detto tutto il necessario.

      2) Le logge massoniche, al di là dei riti fuffoni, servono il grande capitale e da questo sono finanziate e al servizio di questo operano. Cioè, operano politicamente per raggiungere gli obiettivi dei ricchie e dei potenti, che ripagano con denaro o con opportunità di carriera. Quindi si capisce meglio cosa fa la massoneria guardando all'economia e alla politica piuttosto che al "manuale dell'apprendista".

      3 esempi:
      1) varie logge in italia sono dedicate a "Churchill" o a "Roosvelt" e, guarda caso sono particolarmente presenti alla Maddalena o a Livorno, cioè dove ci sono le basi militari Usa.
      2) Le prime logge massoniche in italia furono fondate a Firenze da commercianti inglesi.
      3) La più antica loggia italiana, la Ausonia di Torino, la fondarono i francesi ai tempi diNapoleone III).

      Sul'esistenza delle UR lodge, abbiamo come unica fonte Gioele Magaldi, e un po' pochino... E comunque postularne l'esistenza non incide in modo significativo sulla lettura che noi diamo della realtà.

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  33. Povera Sahra Wagenknecht che si beccha una torta di ciccolato in faccia dal movimento antifascista tedesco, solo perchè ha affermanto che la Germania non è in grado di accogliere tutti i migranti. Wagenknecht viene accusata dagli antifascisti tedeschi di collaborare con AfD. La torta era marrone con chiaro riferimento alla camicie marroni di 70 anni fà.

    Anche la Gestapo al inizio operava con metodi intimidatori che man mano diventarono sempre più aggressivi. Il resto si può leggerlo nei libri si storia o facendo una visita a Buchenwald.


    Ieri il deliro di Martin Selmayer che incita alla battaglia contro l'opposizione, oggi la torta in faccia alla Wagenknecht.

    La libertà d'opinione stà venendo sempre meno è viene cambattuta radicalmente dai media, per adesso, in futuro chi sà se non manderanno in giro gruppi di picchiatori, stavolta con le camicie nere o rosse.

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    1. Ma la povera (!?) Sahara cosa risponde a chi dice che bisogna abbandonare l'euro per tornare alle valute nazionali?

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  34. Risipiscenza sinistra? Il poco simpatico Cremaschi a la7 si è così espresso: “se vogliamo davvero migliorare la nostra economia e quella europea dobbiamo uscire dall’euro, ossia da questo sistema monetario comune, poiche’ impedisce i riallineamenti delle economie, e porre fine alle politiche neoliberiste che precludono volutamente la crescita e fanno venir meno le politiche industriali nazionali”...
    Speriamo non resti una voce nel deserto...

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    1. Ops, rileggendo vedo che mi è scappata una i per una e... Resipisco e mi scuso...

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    2. E l'inviato di Libération, Eric Jozsef, scuoteva con disappunto e disgusto la testa: non è questa una soluzione possibile.
      Cremaschi ha ribattuto, ma non vale un'unghia di Bagnai.
      Sire dovrebbe avere il dono dell'ubiquità.

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  35. Il nuovo presidente di Confindustria, Vincenzo Boccia, ha ufficializzato la fase di centralizzazione del capitale che va inevitabilmente ad aprirsi, allorché ha affermato, al suo insediamento, senza mezzi termini che «l’industria del futuro richiede dimensioni adeguate» e come se non bastasse ha aggiunto che «piccolo non è bello in sé ma è solo una fase della vita delle imprese, si nasce piccoli e poi si diventa grandi», l'incipit dell'articolo di Dario di Vico sul Corriere chiarisce fin da subito il punto di vista: Se è vero che in politica spesso ci vuole un governo di sinistra per realizzare provvedimenti di destra, da ieri forse si può pensare che in Confindustria occorre un piccolo imprenditore per spingere le aziende a diventare grandi.
    Entra così nel vivo quella che Marx definirebbe “l'espropriazione del capitalista ad opera del capitalista, della trasformazione di molti capitali minori in pochi capitali più grossi”.

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  36. Il nuovo presidente di Confindustria, Vincenzo Boccia, ha ufficializzato la fase di “centralizzazione del capitale” che va inevitabilmente ad aprirsi, allorché ha affermato, al suo insediamento, senza mezzi termini che «l’industria del futuro richiede dimensioni adeguate» e come se non bastasse ha aggiunto che «piccolo non è bello in sé ma è solo una fase della vita delle imprese, si nasce piccoli e poi si diventa grandi», l'incipit dell'articolo di Dario di Vico sul Corriere chiarisce fin da subito il punto di vista: Se è vero che in politica spesso ci vuole un governo di sinistra per realizzare provvedimenti di destra, da ieri forse si può pensare che in Confindustria occorre un piccolo imprenditore per spingere le aziende a diventare grandi.
    Entra così nel vivo quella che Marx definirebbe “l'espropriazione del capitalista ad opera del capitalista, della trasformazione di molti capitali minori in pochi capitali più grossi”.

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  37. Trovo interessante il link perché ha il merito di focalizzare alcune questioni di fondo legate al ruolo dei poteri economici e alla politica europeista, che a mio avviso risulta necessario ripensare, anche perché, per quanto enfatizzate dall'autore, ideologiche nella loro impostazione e relative ad un contesto storico differente, le posizioni del PCI prese in esame non sono affatto ancronistiche. Rappresentano anzi un ottimo strumento per capire che la natura dell'integrazione economica dell'Unione europea, già prima dell'euro, era e rimane inestricabilmente legata agli interessi del capitalismo monopolistico. Risulta consequenziale che il modello di integrazione basato su quest'Europa, più che presentarsi come una speranza, si riveli il come peggiore degli incubi totalitari; un vuoto universalismo globalizzante e omologante. In questo vuoto sguazzano le destre, che di fronte alla perdurante crisi economica, alla ridefinizione degli spazi del vivere comune determinato anche dall'immigrazione si presentano, come già fatto in passato, come l'unico argine alla destabilizzazione che ogni crisi comporta. Ne risullta un cortocircuito nel quale sia gli immigrati sia i soggetti sociali più deboli, intesi come quel sottoproletariato europeo maggiormente esposto allo strapotere del mercato comune, si ritrovano a lottare tra di loro (vedi per esempio le continue polemiche che animano i dibattiti sull'attribuzione delle case popolari) per una guerra in cui in palio c'è quello che il diritto pubblico, concretamente e non semplicemente a parole, dovrebbe garantire prima di ogni interesse privato e dove però a vincere sono i signori che, come in ogni guerra, prima distruggono e poi prendono. Solo che in questa guerra non distruggono cose ma persone, sradicandole dal proprio territorio, dalle proprie appartenenze per consegnarle alla logica del dominio incondizionato e impersonale del mercato. La sinistra, non più abbagliata dal sol dell'avvenire, ma accecata dall'illusione della buona competizione esalta, in linea con le logiche del libero mercato, un controrazzismo che in realtà non solo asseconda i flussi della nuova manodopera schiavile, ma si trasforma inoltre in una sorta di autorazzismo da senso di colpa che in fondo imputa la proletarizzazione delle masse europee a sprechi ed inefficienze (quegli spreconi dei greci..). Ma un'ottima sponda all'affermazione dell'ordo liberismo che imperversa in Europa è offerta anche dalla destra; questa infatti non ha trovato di meglio che recuperare dal suo (povero) bagaglio concettuale il vetusto concetto di nazionalismo (vedi, in Italia, la trasformazione della Lega di Salvini che ha però almeno il merito di aver identificato, in una sintonia, apparentemente ossimorica, con le posizioni del PCI antieuropeista le cause economiche del problema Europa) come arma per contrastare gli interessi economici del grande capitale; ma proprio l'aspetto xenofobo è lo spettro che agitato dalle sinistre (che stanno riuscendo a sostituire degnamente il fascismo come stampella del capitalismo) diviene la bandiera intorno cui coalizzare le forze della civiltà mondialista e pacifista, colorata, innnamorata del mondo e dei diritti, che con la sua retorica perbenista e politicamente corretta viene a costituire la facciata pulita e presentabile degli interessi speculativi più violenti e distruttivi che civiltà umana abbia mai partorito. Se di fronte a questo scempio sono arrivato a sperare che in Austria vincesse chi ha perso, e ha perso perché doveva perdere, so per certo che quella non sarebbe stata la strada giusta per cercare di ricostruire l'Europa, così come so per certo che per questo compito non serve tornare a Marx, perchè è da Marx che bisogna ripartire.

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    1. Marx? Orwell ? Cristo? Budda ? ma il problema non si pone neppure ce so lippricipi …
      ebbecate sta ordinanza
      deli prìncipi der jet set et : laddove non ci sono le condizioni socio economiche- sanitarie, orbene , ci sono ” i principi” , ci sono i “pertanto” , ci sono gli “appare dunque”, e quindi che problema c’è ? tina
      mas de che stamo a parlà ? ma de che stamo a raccontà?
      È tutto chiaro , tina
      Trib. Milano, sez. I civ.,
      ordinanza 31 marzo 2016 (es. Federico Salmeri)

      PROTEZIONE UMANITARIA – PRESUPPOSTI – RIFUGIO CD. ECONOMICO - SUSSISTE
      “L’impegno internazionalmente e costituzionalmente riconosciuto e garantito dal combinato disposto degli artt. 2 e 32 Cost. deve attuarsi mediante il riconoscimento di aiuti umanitari in favore di coloro che hanno lasciato il proprio Paese di origine per condizioni di vita del tutto inadeguate ai parametri di benessere e di dignità umana cui si ispirano i principi che presiedono la comunità internazionale. Pertanto, là dove il richiedente sia giunto nel territorio del nostro Paese egli è titolare del pieno diritto ad accedere alla protezione umanitaria affinché gli sia garantito un livello di vita adeguato per sé e per la propria famiglia, laddove le condizioni socio-economiche e sanitarie del Paese di origine non consentano un livello sufficientemente adeguato ed accettabile di vita. La concessione della protezione umanitaria appare dunque una misura idonea ad assicurare l'attuazione di questo diritto”
      Eih, judex, e col combinato disposto dei problemi di pratica attuabilità dei comandi e degli interrogativi su quanti rifugi cd economici sono disponibili e chi li paga e delle ripercussioni socio economiche ne derivano e della violazione palese della par condicio di chi , già qui in italia, da italiano, non c’ha il rifugio
      come la mettiamo eh?

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    2. Post largamente condivisibile, con alcune romantiche imprecisioni: la sinistra "accecata dalla buona competizione" e la sinistra che rappresenta "le forze della civiltà mondialista e pacifista, colorata, innnamorata del mondo e dei diritti", è oramai rappresentata dallo stesso coacervo di sedicenti "sinistri" che acriticamente crede che sia giusto (e quindi di sinistra) tutto ciò che gli viene detto sia giusto; la riuscita dell'opera mistificatoria si basa proprio nel confondere il mezzo ed il fine: il mezzo è lo strombazzamento di valori che non possono essere non condivisi come quelli di una civiltà mondialista pacifista e colorata, il fine è il libero mercato deregolato, anzi, eteroregolato; la fetorica (mai errore di digitazione fu più illuminato!) perbenista e politicamente corretta è l'altro lato della medaglia rappresentato dall'utile idiota, cui sempre più spesso l'intellighenzia col cuore a sinistra ed il portafoglio a destra è ricorsa per convincere l'asinistra: due nomi per tutti: prodi e bergoglio...

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    3. Perfetto. L'immigrazione la pagano gli ultimi. Tra gli "umanitaristi", a parte gli innocenti lobotomizzati dal wishful thinking del fogno mondiale colorato, ci sono quelli che guadagnano grazie ai salari in nero, ai bassi salari in generale, alle commesse e ai voti. Inoltre, l'immigrazione serve a distogliere, confondere e incanalare il dissenso, creando lo strazio della guerra tra poveri.
      Uno dei tanti pregi di questo blog è che ci stiamo riappropriando delle parole, del ribaltamento dei significati e dei messaggi occulti del linguaggio usato per la lobotomizzazione mediatica. PIIGS, paesi virtuosi,ecc. Se la sinistra fosse innamorata dalla competizione non loderebbe il blocco dei prezzi delle monete e tutto sto mercato che non ha niente di libero! Secondo me, pure della parola liberale ci si dovrebbe riappropriare sistematicamente.
      Questi non sono né liberali, né socialdemocratici, né di destra né di sinistra. Quando si dice destra e sinistra si sottintende democratica. Noi invece stiamo discutendo una ideologia totalitarista. I discorsi di Napolitano o Scalfari sono discorsi eversivi. Non sono "di destra". Così stiamo offendendo uno come Borghi, rendiamoci conto! Viceversa, la Merkel che si prende 1milione di immigrati in 1 mese o Renzi che gestisce alla caxxo di cane non è politica di sinistra. E' pazzia pura. Sono fuori. Da fuori le distinzioni non hanno senso perché "i poli si toccano" (cit.Totò). Dovremmo tutti pensare a Borghi quando diciamo "destra" o "liberale". E pensare a Keynes o Bagnai per la sinistra. Siccome la situazione è drammatica, la differenza tra i due (tra l'altro interessantissima per coltivare i miei personal wishful thinkings) per ora è irrilevante.

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  38. ...l'avrete visto - diliberto??

    http://www.ilfattoquotidiano.it/2016/05/29/partito-comunista-italiano-la-rinascita-il-26-giugno-a-bologna-avra-il-simbolo-con-la-falce-e-il-martello/2777097/

    Certo che se dopo uno spiaggiamento prendi il largo senza riparazioni, vai a fondo.

    Saluti dalla Russia.

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  39. PS. Bollettino deguera. La rondine non si vede ancora. In UK di quello che succede in Francia non passa nulla. Della Francia restano vino, formaggio, paesaggio rurale e fisarmoniche. La buona notizia è che RT (Russia Today, che trasmette da Londra) non è stata ancora oscurata.

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    1. @Sergio Pezzulli: a me non pare che ci sia tutta questa censura.

      (E ho cercato solo "Sciopero").

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    2. Bravissimo! Cerchiamo di diffondere Let me Google it for you :)

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    3. Però dai, le notizie in prima serata te le scordi

      http://www.swissinfo.ch/ita/belgio--continua-sciopero-treni-vallonia--centinaia-km-code/42188786

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    4. Anche sull'homepage dei principali quotidiani inglesi non si trova la notizia. Quindi la trovi solo se vai a cercarla, ma per cercarla dovresti prima conoscerla.

      Lo stesso vale per i quotidiani italiani: neanche da noi si trova la notizia in homepage, dove si si trovano notiziucole di sport, gossip e sciocchezze varie.
      Si parla invece dello sciopero degli spazzini, ma soprattutto per mettere in evidenza la sporcizia che alimenta l'autorazzismo.
      Solo alla fine degli articoli si parla della motivazione, che sarebbe la presenza di troppi sindacalisti.

      Ora scusate la polemica, ma per quello che stanno facendo per i lavoratori non è una grave perdita (se non che è comunque un taglio). In un'Italia che accetta qualsiasi cosa senza che i sindacati organizzino un minimo di protesta, l'unica cosa su cui si sciopera qual'è? Il taglio dei sindacati.
      Ma signori cari, "qualcuno" ve lo aveva detto che questo sistema avrà sempre meno bisogno di voi, dunque adesso cosa volete? Solo perché hanno toccato voi, sanguisughe dei vostri rappresentati,?

      Chiusa la parentesi sindacati, censurare è stupido, basta nascondere le notizie importanti sotto quintali di spazzatura.

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    5. E infatti parlo dei "grandi" telegiornali in TV, quelli che arrivano a tutti, o gli appuntamenti col giornalista independenteeddesisnistra (la domenica 9-10), sempre in TV. Farage è sparito (è pazzesco, qualcosa non quadra); sarà fascista ma ha è molto efficace e preciso nel dipingere tutto il quadro. B.Johnson era un idolo ma dopo la sparata(?) dei Nazi l'hanno linciato (eg. Channel 4) senza contraddittorio. Sparito anche lui. Non guardo molto ma l'ho visto solo una volta, prima "riportato dal cronista" e poi 10sec di intervista ovviam. tagliata e ovviam. sull'unico argomento concesso: gli immigrati. Il trucco è anche quello. Si parla solo di immigrazione. Tutto il resto (tipo la democrazia in EU) non si può discutere perché sarebbe scontato. Tanto per aggiornarvi (live) BBCNews delle 1830(La Francia non esiste) un po di bla-bla con Cameron e il candidato Mayor of London belli sportivi e sorridenti in mezzo ai plaudenti e si finisce leggendo punto per punto il manifestino per la campagna. E mi prende un colpo. Uno dei motivi della REMAIN campaign is *) per mantenere i diritti acquisiti dai lavoratori ...grazie ai regolamenti EU cha hanno superseeded quelli inglesi e -si sostiene- CADREBBERO col Brexit. Ora io su questo mi sono già indignato direi fisicamente, nel senso che non ci credo a prescindere. Mi indignai quando lo lessi su un tweet di indovinate chi? Corbyn.
      Riassumo, se anche fosse vero che leggi in vigore (e quindi già applicate) possano sparire, questo è esattamente lo stesso punto di Corbyn, cioè dell'altra metà dei voti del parlamento inglese. Ma de che stamo a parlà?

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    6. Infatti Sergio, volevo darti ragione.
      Certo che se sai cosa cercare, su Google qualcosa salta fuori!
      Oltretutto sembrano soprattutto avvertimenti sul blocco dei trasporti per i turisti/viaggiatori più che articoli sulla legge del lavoro.

      L' Inepenedent apre la notizia così:
      "A new strike threat has been issued over the Euro 2016 football championships, even as the French petrol crisis begins to ease."
      Ah già ma è laburista...

      ps
      qual è: so che non ci vuole l'apostrofo, ma scrivere e rileggere in un riquadro di 2 o 3 cm non è proprio il massimo della comodità...

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  40. Si parla di svalutazione salariale ma quì si sta facendo un copia/incolla con gli Stati Uniti da decenni(per è così) e permettetemi, se si parla di Stati Uniti, zitti e muti tutti quanti se no!

    http://sbilanciamoci.info/usa-90-reddito-fermo-40-anni/

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  41. Che fine ha fatto il nostro ceto medio Cresce la percezione (!!!) di appartenere ad una classe sociale più bassa

    Perché quando parlano di percezione dell'evaso sembra che parlino di dati e non di percezione,
    mentre
    quando ci sono i dati per dimostrare che il ceto medio sta scomparendo e una fascia sempre più ampia di persone vive al limite della povertà o sotto, pubblicano la "classe percepita" e continuano a ripetere e specificare che è solo percepita?

    "Per questo, conviene fare attenzione al degrado che coinvolge il sentimento (!!!) sociale. E spinge verso il basso gli operai, per primi, facendoli sentire (!!!!) "ultimi"".

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