lunedì 11 agosto 2014

Il moltiplicatore e i parvenus (il keynesianesimo per le dame - Capitolo terzo)

Nessuno contesta il diritto di chicchessia di avere ambizioni politiche, intese nel senso specifico di ambizioni ad una propria carriera politica personale, cioè di ambizioni a pervenire. In democrazia l'elettorato attivo e passivo è elargito a piene mani a chiunque, e va in generale visto come un dato estremamente positivo che al secondo (l'elettorato passivo, cioè la facoltà di farsi eleggere e così pervenire a qualche carica politica) aspirino persone competenti.

Come sarebbe bello se chi, in una democrazia, è chiamato a svolgere un ruolo, avesse almeno le basi tecniche elementari per capire in quale ambito tecnico sta svolgendo la propria azione, cosa può e cosa non può realizzare coi mezzi a disposizione, quali proposte sono razionali e quali demagogiche!

Accade però, purtroppo, con sconcertante e deplorevole, per quanto non sorprendente, regolarità, che nel dibattito attuale chiunque abbia esplicite o implicite, manifeste od occulte ambizioni a pervenire, sistematicamente distorca  i più elementari contenuti tecnici della materia della quale è esperto, creando un vulnus estremamente grave al processo democratico, il quale vorrebbe che chi è chiamato a svolgere l'elettorato attivo (cioè a votare), fosse, se non informato, almeno non disinformato.

Purtroppo non è così: chi vuole pervenire, nell'attuale regime, parte dall'operare una sistematica disinformazione degli elettori, al punto che ormai esiste un indicatore assolutamente efficace, con margini di errori risicatissimi, che consente di capire istantaneamente se qualcuno (ad esempio un mio collega) è animato unicamente da un'ossessiva brama di pervenire per realizzare un proprio obiettivo (appunto: pervenire), piuttosto che obiettivi collettivi (ad esempio: farci uscire dalla crisi): basta verificare su un libro di testo se sta dicendo una sesquipedale cazzata.

È una sesquipedale cazzata asserire che le importazioni non dipendano dal reddito, ad esempio, ma non è di questo che voglio parlarvi. Voi fate la spesa, e sapete quale percorso ad ostacoli sia oggi, in un supermercato, comprare italiano, quando anche si abbiano i soldi per poterselo permettere (materia della quale gli aspiranti pervenuti abitualmente non difettano)!

Oggi vorrei illustrare, a beneficio di chi non lo sa e di chi crede di saperlo, qualcosa di più basilare: il funzionamento della pietra angolare del modello keynesiano: il moltiplicatore del reddito.

Vorrei cominciare col ricordarvi una cosa piuttosto semplice, ma che abitualmente sfugge. In un'economia di mercato si produce per vendere, non si può vendere se nessuno acquista, e non si può acquistare se non si hanno soldi.

Dal primo punto (si produce per vendere, cioè per conseguire un reddito) deriva una ovvia conseguenza: il prodotto aggregato di una nazione coincide con il suo reddito aggregato, cioè con la somma dei redditi percepiti da chi detto prodotto (consistente di beni e servizi) ha contribuito a porre in essere. Dal secondo punto (non si può vendere se nessuno acquista) deriva un'altrettanto ovvia conseguenza: il reddito aggregato coincide con la spesa aggregata, e quindi lo stesso prodotto nazionale può essere calcolato (e viene calcolato) dai due lati: lato produzione (come somma dei valori aggiunti settoriali) e lato spesa (come somma delle spese dei vari operatori). Dal terzo punto (non si può acquistare se non si hanno soldi - propri o altrui, tramite l'accesso al credito) deriva un'altresì ovvia conseguenza: la spesa aggregata esprime la domanda aggregata di un'economia, cioè la domanda solvibile, quella che si traduce in capacità di spesa. In un'economia di mercato i pii desideri (ad esempio: il desiderio di scorrazzare in Porsche e andare a troie che in molti casi costituisce il sostrato etico dell'ambizione a pervenire) si chiamano "domanda nozionale", e non si misurano, perché i sentimenti, ahimè o per fortuna, non si misurano. Si misura la spesa, perché la spesa "so' ssordi", come direbbe un romano.

Sintesi, e procedendo per moto retrogrado: in economia la domanda aggregata è misurata dalla spesa aggregata che coincide con il reddito aggregato cioè con la produzione aggregata.

Dal che deriva che chi vi vuole far decrescere vuole che guadagniate di meno, e che chi ha "distrutto domanda interna" vantandosene alla CNN ha distrutto spesa, cioè reddito, cioè produzione effettiva.

Così, tanto per capire di cosa stiamo parlando.

Attenzione: ho detto "produzione effettiva". La produzione posta in essere si tramuta in reddito ecc. Ovviamente non è detto che questa produzione coincida con quella potenziale, con quella che gli economisti, a seconda dei contesti, chiamano "capacità produttiva" o "Pil potenziale", cioè con la produzione che sarebbe teoricamente possibile porre in essere dati i macchinari, le infrastrutture, e la popolazione in età lavorativa esistente.

Se si è in recessione, con impianti sottoutilizzati, con persone a spasso, il Pil potenziale sarà evidentemente superiore a quello effettivo: sarebbe possibile produrre di più, ma non lo si fa. Perché? Perché si è diventati pigri? No: perché se si producesse non si venderebbe.

Mi spiego meglio.

Contabilmente il prodotto aggregato effettivo coincide per definizione con reddito e spesa aggregata (a meno di dettagli coi quali non vi annoio, che contano per lo zero virgola). Ma economicamente il prodotto aggregato effettivo, i beni e servizi effettivamente posti in essere, possono essere vincolati o dal lato dell'offerta (non si può produrre di più perché non si hanno abbastanza macchine o lavoratori), nel qual caso il Pil effettivo coincide con quello potenziale e si è in piena occupazione, o dal lato della domanda (non si può produrre di più perché nessuno compra), nel qual caso il Pil effettivo è inferiore a quello potenziale e si ha disoccupazione.

Sintesi: in recessione il prodotto è vincolato dal lato della domanda.

Conseguenza: in condizioni di recessione parlare di riforme dal lato dell'offerta è intempestivo in termini economici. È però molto tempestivo in termini politici: i lavoratori la cui capacità contrattuale e in generale di organizzazione politica è sbriciolata dalla crisi accetteranno con minori difficoltà riforme effettuate nell'interesse del capitale, soprattutto se proposte loro da un cioccolataio "de sinistra" proveniente dal contado (il prossimo che dice che è fiorentino lo mando al diavolo, che incontreremo più avanti...).

Lasciamo però il lato politico e torniamo a quello economico. In condizioni di recessione, con capacità produttiva inutilizzata e prodotto vincolato dalla domanda, il modello più adeguato per la definizione del prodotto/reddito/spesa nazionale è un modello che considera appunto la domanda, cioè la spesa.

Tale è il modello keynesiano, nel quale il prodotto, Y, viene modellizzato in termini delle componenti di spesa.

Per farvela molto ma molto breve, mi limiterò in quanto segue a considerarne solo due: la più importante quantitativamente, i consumi, C, e il resto, che possiamo chiamare spesa autonoma, A, nella quale quindi confluiscono le spese degli imprenditori (investimenti fissi), del governo (consumi collettivi), del resto del mondo (esportazioni nette). Sto, per semplificare, astraendo dal fatto che anche queste componenti dipendono dal reddito. A differenza degli aspiranti pervenuti, però, io so bene che non è così, e vi dico, mentre adotto questa semplificazione a mero scopo didattico, che non è così. In particolare, le esportazioni nette dal reddito dipendono, e come! Ma per il momento faremo finta di no.

Quindi nel modello keynesiano il prodotto è dato da questa semplice relazione:

Y = C + A

Prodotto = Consumi + Spesa autonoma

Offerta aggregata = Domanda aggregata

Reddito aggregato = Spesa aggregata

...insomma: leggetela un po' come vi pare, le letture sono equivalenti, e occhio: il senso di questa relazione è che il membro di destra (la spesa, la domanda aggregata effettiva) vincola, e quindi causa, quello di sinistra (il prodotto, l'offerta, il reddito).

Tanto per capirci e per stabilire subito una differenza: nel modello neoclassico invece il prodotto è determinato dal lato dell'offerta, come Y = f(K, L) (cioè: il prodotto è funzione di, dipende da, capitale e lavoro). Questo sarà anche vero in termini potenziali, ma quando la disoccupazione è sopra il 10% le condizioni potenziali sono lontane.

Chiara la differenza di approccio?

Domande? (le fate sotto)

Stante il fatto che il prodotto è vincolato dal lato della domanda, è chiaro che basta aumentare la domanda, cioè la spesa, e aumenta il prodotto. Esempio: se in un'economia i consumi aggregati sono 75 e la spesa autonoma è 25, quanto sarà il prodotto/reddito/offerta?

Sarà Y = 75 + 25 = 100.

(se state usando un Pc con Windows, ravanando nel menù principale trovate una calcolatrice...).

Ma se lo Stato decide di spendere un euro in più, la spesa autonoma (che comprende anche quella dello Stato) passa da 25 a 26. E allora a quanto andrà il prodotto/reddito/offerta?

Andrà a Y = 75 + 26 = 101

(anche tu economista grazie a CEPU).

Visto che miracoli si ottengono abolendo l'ottusaausterità, l'austerità brutta e cattva che la Germagna ci sta imponendo perché è tanta tanta invidiossa, signora mia?

Finisce qui? Andiamo a casa?

Eh, no, non finisce qui. Comincia qui. Cioè: qui finisce il ragionamento delle comari euriste che si stanno attestando su quella che vi avevo detto sarebbe stata la loro estrema difesa: dare la colpa a un giocatore (la Germania) anziché alle regole del gioco (l'euro).

Comincia però la parte più interessante del discorso. Perché, vedete, dopo l'intervento pubblico la collettività nazionale ha un euro in più in tasca. E cosa ci fa?

Il discorso che Keynes svolge nel capitolo VIII, paragrafo III della Teoria generale è noto ai tecnici:

The fundamental psychological law, upon which we are entitled to depend with great confidence both a priori from our knowledge of human nature and from the detailed facts of experience, is that men are disposed, as a rule and on the average, to increase their consumption as their income increases, but not by as much as the increase in their income. That is to say, if Cw is the amount of consumption and Yw is income (both measured in wage-units) ΔCw has the same sign as ΔYw but is smaller in amount, i.e. dCw/dYw is positive and less than unity.

Ovvero: chi si trova qualche soldo in più in tasca, tenderà ad incrementare i propri consumi, ma non si spenderà tutto il reddito aggiuntivo, un po' ne risparmierà. La propensione (marginale) al consumo, cioè il rapporto fra l'incremento dei consumi e quello del reddito, sarà quindi positiva (sarebbe negativa se più guadagni meno spendi), ma compresa fra zero e uno (sarebbe maggiore di uno se ogni volta che guadagni un po' di più ti indebitassi, o vendessi attività finanziarie o reali, per spendere più di quello che hai guadagnato).

Ora, siccome normalmente non succede che a ogni aumento di stipendio ti vendi un appartamento per andare in vacanza alle Seychelles (propensione al consumo maggiore di uno), e non succede nemmeno che a ogni aumento di stipendio sostituisci nella tua dieta la carne con la cicoria per mortificare il tuo corpo (propensione negativa), accade che la propensione al consumo è compresa fra zero e uno.

Sempre in virtù del programma "anche tu economista", vi segnalo che gli economisti questo discorsetto lo riassumono in una semplice formula:

C = cY

(ve la faccio moooolto semplice), dove C sono i consumi, e c (minuscolo) è la propensione al consumo.

Ne consegue che, ad esempio, se in un'economia il reddito aggregato è 100, e la propensione marginale al consumo è 0.75, i consumi aggregati saranno:

C = 0.75 x 100 = 75

(per i tecnici: certo che in questo caso MPC coincide con APC. Problemi?)

E quindi, se il reddito passa da 100 a 101, i consumi cosa fanno? Diventano:

C = 0.75 x 101 = 75.75

Facile, no?

Però...

Però...

Houston, abbiamo un problema! Quando sopra abbiamo detto che se lo Stato spendeva 26 il reddito andava a 101, lo abbiamo affermato sulla base del seguente ragionamento: aumenta la spesa autonoma, quindi:

Y = C + A = 75 + 26 = 101

Dov'è il problema? È che abbiamo tenuto fermo (un economista direbbe: considerato esogeno) C, il consumo aggregato, cioè abbiamo fatto come se aumentando il reddito lui, il consumo, non aumentasse! Ma le cose non stanno così! All'aumentare del reddito il consumo aumenta, quindi dire che il reddito aumenta solo fino a 101 quando la spesa pubblica aumenta di 1 è inappropriato, perché non tiene conto di cosa succede al consumo privato.

Voi direte: "Ah, sì, ce n'eravamo dimenticati, però basta poco, che cce vo? Ora sappiamo che i consumi passano a 75.75, quindi in effetti il reddito finale sarà 101.75!"

Bravi polli! Ma il livello di consumi 75.75 è calcolato considerando un reddito di 101! Se il reddito invece è 101.75, è chiaro che i consumi saranno diversi, più alti!

Il fatto è che il modello è composto da due equazioni:

C = cY
Y = C + A

e queste due equazioni sono simultanee (anche tu econometrico grazie a CEPU), nel senso che per sapere quanto vale C devi sapere quanto vale Y, ma per sapere quanto vale Y devi sapere quanto vale C.

A questo punto ci sono due strade, quella breve (per gli esperti) e quella lunga (per gli inesperti).

Strada breve: la forma ridotta (astenersi diversamente algebristi e passare al paragrafo successivo)
La strada breve è chiara: per sapere quale sarà l'impatto finale di un aumento della spesa autonoma sul reddito, cioè l'impatto che tiene conto di tutte le retroazioni via consumi, basta risolvere algebricamente il modello di due equazioni. Si può fare per sostituzione, e la cosa più ovvia è sostituire l'equazione di comportamento (quella del consumo) nella condizione di equilibrio (l'identità offerta=domanda, reddito=spesa). Otteniamo:


dove l'ultima equazione è la forma ridotta del reddito. Dicesi forma ridotta di un modello un'equazione nella quale una variabile endogena (incognita) dipende solo da variabili esogene (note e controllabili). I coefficienti della forma ridotta sono detti moltiplicatori, e quindi 1/(1-c) è il moltiplicatore (keynesiano) del reddito, che naturalmente, nelle ipotesi che stiamo facendo, vale:


Quindi il moltiplicatore è quattro. La forma ridotta del reddito pertanto ci dice che:


nel nostro modello (o nella nostra economia, se il modello è giusto) il reddito è pari a quattro volte la spesa autonoma, per cui se la spesa autonoma è 25, il reddito/prodotto/spesa/domanda è pari a 100, e se la spesa autonoma aumenta a 26 (cioè aumenta di 1), il reddito/prodotto/spesa/domanda diventa pari a 104 (cioè aumenta di 4). Guarda caso, l'aumento del reddito è pari al moltiplicatore (4), moltiplicato per l'aumento della domanda autonoma (1):

4 = 4 x 1

Ci siamo capiti.

Strada lunga: il raccontino (non astenersi algebristi)
C'era una volta un politico che voleva risolvere la crisi. Il Pil era in caduta libera, e lui non sapeva proprio cosa fare. Per raccogliere le idee, andò a fare una passeggiata. Mentre era sprofondato nei suoi pensieri, gli si fece davanti un petulante marmocchio dalla voce fastidiosamente blesa.

"Poitico? Poitico, mi senti?"

Il politico, infastidito per essere stato distolto dalle sue cogitazioni, avrebbe voluto dargli un calcio sui denti, ma era appunto un politico, e quindi disse:

"Bel bambino, cosa posso fare per te?"

"Ccusa, poitico, pecché fai autteità butta ottusa attiva?"

"Eh?"

"Sì, autteità bbutta della Germagna! Pecché a fai?"

"Ma, non so, hai qualche altra proposta?"

"Ccusa, poitico, ma tu devi fimmae i efendum, devi die no autteità butta attiva, e poi devi fae a manova eppansiva di un peccento di Pil"

"Dici che funziona?"

"Eccetto che unziona! Peò quetta ppesa pubbica a devi fae su podotti nazionali, devi aiutae la piccoa e media impesa, senno non unziona..."

Il politico, che ormai era alla frutta, anche per evitare di sentire l'insopportabile voce blesa del petulante e incompetente marmocchio, tornò nel palazzo, e gli diede retta: aumentò la spesa pubblica dell'1% del Pil, cioè di uno, visto che il Pil era uguale a 100 (ancora per poco), portando la spesa autonoma da 25 a 26. Dando retta al petulante marmocchio, usò questo miliardo per fare investimenti, e, fottendosene delle regole europee che non glielo avrebbero consentito, acquistò solo macchinari italiani, e diede appalti per opere pubbliche solo a imprenditori italiani.

Il reddito, sull'istante, aumentò per definizione da 100 a:

101 = 75 + 26

Questo miliardo aggiuntivo di spesa corrispondeva quindi a prodotto italiano e a redditi italiani. Gli italiani lo incassarono, e siccome la propensione al consumo era pari a 0.75, del nuovo miliardo 0.75 (il 75%) venne speso in consumi.

Come vennero spesi questi 0.75? Be', l'operaio dell'imprenditore italiano andò dal fornaio, e comprò 0.75 di pane.

L'aumento di reddito/spesa quindi fu:

1 + c = 1 + 0.75 = 1.75

cioè l'aumento iniziale di 1 (a ppesa pubblica bbona bbella che isovve tutti i pobbemi), più 0.75 (l'incremento endogeno di spesa dato dai consumi dell'operaio).

Ma... Il reddito del fornaio era aumentato di 0.75! E il fornaio aveva anche lui una propensione al consumo. Quindi di questo nuovo reddito ne spese quanto? Ma sì, il 75%, cioè 0.75x0.75= 0.5625.

Come vennero spesi questi 0.5625? Be', il fornaio andò dal lattaio, e comprò 0.5625 di latte.

L'aumento di reddito quindi fu di:

1 + c + c x c = 1 + 0.75 + 0.5625 =2.3125

cioè l'aumento iniziale di 1 (a ppesa pubblica bbona bbella che da sola isovve tutti i pobbemi), più 0.75 (l'incremento endogeno di spesa dato dai consumi dell'operaio), più 0.5625 (l'incremento endogeno di spesa per consumi del fornaio).

Ma... Il reddito del lattaio era aumentato di 0.5625! E il lattaio aveva anche lui una propensione al consumo. Quindi di questo nuovo reddito ne spese quanto? Ma sì, il 75%, cioè 0.75x0.5625 = 0.421875.

Come vennero spesi questi 0.421875? Be', il lattaio andò dal tabaccaio, e comprò 0.421875 di fiammiferi (potrebbero tornare utili, perché come sapete io non sono un economista eretico: sono un economista inquisitore).

L'aumento di reddito quindi fu di:

1 + c + c x c + c x c x c = 1 + 0.75 + 0.5625 + 0.421875

cioè l'aumento iniziale di 1 (a ppesa pubblica bbona bbella che da sola isovve tutti i pobbemi), più 0.75 (l'incremento endogeno di spesa dato dai consumi dell'operaio), più 0.5625 (l'incremento endogeno di spesa per consumi del fornaio), più 0.421875 (l'incremento endogeno di spesa per consumi del lattaio).

Ma...



























































"BASTAAAAAAAAA! CI HAI FATTO DUE PALLE CON QUESTA STORIA! E CHE È? ALLA FIERA DELL'EST? ABBIAMO CAPITO!"



























































Gentile lettore, mi perdoni per averla tediata, ma... mi consenta: la colpa non è certo mia! Se lei non fosse diversamente algebrista, saremmo già arrivati alla morale della favola...

Comunque: lo avrete capito: una iniezione iniziale di spesa autonoma provoca successivi aumenti endogeni della spesa per consumi, ognuno dei quali è il cx100% (nel nostro caso, il 75%) del precedente, per cui la somma di tutti gli aumenti di spesa, quello iniziale e quelli successivi, è una cosa del tipo:

Insomma: i successivi aumenti endogeni di reddito (i consumi dell'operaio, del fornaio, del lattaio, del tabaccaio, del carrozziere, del dentista,...) procedono in progressione geometrica, perché ognuno spende solo una frazione del reddito avuto dal precedente, e quindi la loro somma è la somma di una progressione geometrica, cioè, rectius, una serie geometrica convergente, che è poi l'unica serie che tutti voi sicuramente avete studiato (perché lo si fa prima della scuola terziaria).

Dice: "Ma se l'aumento di spesa è due?" E che gli fa? Cambia il fattore di scala, ma non la ragione della serie, e quindi succede questo:


1/(1-c) (la serie geometrica) resta il fattore per il quale moltiplicare l'incremento di spesa iniziale (uno, due, quattro virgola sette, quello che è) per ottenere il totale degli incrementi di spesa/reddito/prodotto, cioè l'effetto che tiene conto di tutte le retroazioni endogene attraverso il canale del consumo.

Epilogo
Alla fine dell'anno il politico, che si aspettava un aumento del Pil del 4%, si trovò con un risultato molto più deludente, e con i creditori esteri alla porta, che gentilmente lo esortarono a citofonare alla troika. Disperato, il politico scappò dal palazzo, per sottrarsi all'ira popolare. Nascosto in una forra, mentre sentiva salire giù, dalla valle, una torma infuriata di elettori coi forconi, e cercava quindi di farsi piccolo piccolo, si sentì apostrofare dalla blesa, insopportabile e stentorea voce del moccioso petulante e incompetente:

"Bbavo poitico, hai fatto a cosa ggiutta... Hai cconfitto a butta autteità attiva, bbavo!"

Il politico, ormai, non era più un politico. Era solo un uomo esasperato e terrorizzato, per cui invece di blandire il moccioso, gli disse: "Ma brutto pezzo di merda, vuoi almeno parlare piano? Guarda in che condizioni ma hai messo? Il deficit della bilancia dei pagamenti è esploso, il Pil non è aumentato quanto avrebbe dovuto, non sono riuscito a creare tutta l'occupazione che avrei teoricamente dovuto creare e per di più ho la troika in casa e la gente mi insegue per darmi fuoco, con i fiammiferi comprati dal lattaio, perché ha capito che ho messo il paese in mano a interessi stranieri. E questo solo perché ti ho dato retta!"

E improvvisamente il marmocchio si trasformò in un adulto, pervenuto al potere: un bel vestito scuro, veniva dall'aver giurato nelle mani del Presidente della Repubblica, e con voce melliflua disse al politico uscente:

"Ah, collega, anzi, ex-collega, mi ero dimenticato di dirti un dettaglio. Io ti ho raccontato con la mia stucchevole voce blesa quello che succede in economia chiusa, in autarchia. Ma certo, noi non siamo in autarchia, perché io ho un sogno europeo, voglio l'apertura. Anche la tua, che avverrà quando ti acchiappano. Il dettaglio era semplice: affinché la tua lotta contro l'austerità avesse i risultati che tu auspicavi, e che io ti avevo maliziosamente suggerito solo perché volevo metterti in difficoltà e sostituirmi a te, occorreva che tu, il miliardino che hai speso, non solo lo spendessi in beni nazionali, facendo fare investimenti a imprese italiane, ma poi lo seguissi in tutti i suoi infiniti passaggi, e dicessi all'operaio di comprare solo pane italiano, fatto con farina italiana, lievito italiano, in un forno italiano; al fornaio, di comprare solo latte italiano, fatto in Italia da una vacca cresciuta in Italia e alimentata con mangime italiano, dopo essere stata vaccinata con vaccini italiani, e trasportato da un camion italiano alla centrale del latte per essere pastorizzato con macchinari italiani e confezionato da macchinari italiani in tetrapak prodotti in Italia a partire da cellulosa italiana; al lattaio, di comprare fiammiferi prodotti in Italia, con legno italiano, e, naturalmente, con zolfo italiano..."

"Ma... Ma è un compito impossibile!" replicò l'attonito ex-politico.

E mentre dagli eleganti pantaloni si vedeva sbucare una coda, e sulla fronte spuntavano due inequivocabili corna, con il più soave dei sorrisi e la più suadente delle voci l'ex-marmocchio soggiunse: "Lo so bene, carissimo! Altrimenti, perché mai te l'avrei dato?"

E scomparve, lasciando una nuvoletta dall'acre odore, appunto, di zolfo.

L'ex-politico realizzò di aver incontrato il demonio.

Gridò inorridito, i suoi ex-elettori lo trovarono, lo aprirono, e diedero fuoco a quel che ne era rimasto (il lattaio aveva portato i famosi fiammiferi).

Sic transit gloria mundi.

Dite che non succede? Ah, be', certo: infatti da quando stiamo in piedi (quattro milioni di anni, se non ricordo male) non è mai successo, e comunque oggi è tutto molto diverso: oggi c'è la Cina.

Se sapete leggere fra le righe, va bene. Altrimenti, ne parliamo nella prossima puntata...









(capito quale e quanta è la malafede di certe persone, dove vogliono pervenire, e dove condurranno il nostro paese per realizzare i loro porci fini personali? Posso essere lievemente irritato? No? Ho un brutto carattere? Bene: ne riparleremo quando avremo la troika in casa. Allora capirete...)

100 commenti:

  1. Grazie.

    Rispondo alle quattro domande finali:
    - sì (e sono contento di essere ridiventato ariete da vergine che ero)
    - altroché
    - e come no?!?
    - au contraire, vous etes adorable

    P.s.: sia detto senza ironia, considerato il suo record di previsioni azzeccate il povero bimbominkia mi fa quasi pena… QUASI

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Sul bimbominkia nulla quaestio. Qui il problema è chi andrà al posto suo, come, e quando.

      Elimina
    2. Come da consolidata tradizione italiana, anche il governo Renzi potrebbe durare quanto un gatto sull'Aurelia. A ottobre, al massimo, lo vedo in grave danger.
      E, nella peggiore (forse) delle ipotesi, potrebbe esserci un governo Renzi 2.

      Elimina
    3. Tra le altre cose mi sono letto questi, non conoscendo certi signori.



      Mi viene da pensare che tentare di essere cooptati in un ipotetica elite sovranazionale sia molto piu' ambito che tentare di costruire consenso nel proprio paese nell' interesse dei suoi cittadini. Che ci parli della tua preoccupazione per la mancanza di freni inibitori con questo tono mi mette sull' attenti, piu' di prima. Ma per unire tutti i puntini ho bisogno di maggiori dettagli. Spero sia possibile. Perchè poi il diavolo che fà? Si trova nell' esatta posizione nella quale si trovava il politico. Sarà lautamente ricompensato (come?) per aver allungato l' agonia del paese e quindi il portafoglio azionario di controllo industriale di qualcuno?
      Io faccio fatica ad immedesimarmi, quindi capisco poco.



      Elimina
  2. le importazioni non dipendano dal
    reddito? E da cosa dipendono allora? Dalla quantita di escrementi che fa il mio cane?

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Citofonare Piga, Becchetti, ecc. In economia le funzioni di domanda dipendono da reddito e prezzi relativi. A Tor Vergata ci deve essere qualcosa nell'acqua...

      Elimina
    2. MI dicono dalla regia che Tor Vergata nell'acqua ci sia l'eurina :lol: #DAR
      (scusi per la battuta prof.)

      Elimina
  3. Al posto del partito ci compriamo un canale televisivo e in una decina di stagioni di bim bum bam forgiamo la nuova classe dirigente e i suoi elettori.
    LEI NON HA ASSOLUTISSIMAMENTE UN BRUTTO CARATTERE CHI GLIEL' HA DETTO? Non posso continuare il commento, tanto sarei ripetitivo. Sta serie Keynes speriamo sia lunga.

    RispondiElimina
  4. Bellissima esposizione. La smetta per cortesia di dire che lei non è interessato a questa materia, in quanto la padroneggia ed è un eccellente divulgatore.
    Aggiungo le seguenti considerazioni: se il fiorentino non fiorentino (?) ha in mente di fare politica democristiana, ossia politica keynesiana con il cambio fisso, la quale porta evidentemente ad un peggioramento dei saldi di finanza pubblica, come il caso francese ha ampiamente dimostrato, lei crede davvero che Angela lo lasci fare?
    Voglio dire, nel lungo periodo chi glielo fa fare alla Germania di tenere l'euro? voglio dire, tu puoi evidentemente all'inizio barare e fare una bella svalutazione salariale competitiva per ingolfare i tuoi mercati di sbocco con i tuoi beni e capitali, dovendo poi "distruggere la loro domanda interna" per riportare quei capitali intonsi a casa propria.
    A questo punto, però, hai piallato anche la tua, di domanda interna, e non solo: hai diminuito drasticamente gli investimenti, interni ed esteri, destinati alla crescita del tuo sistema produttivo.
    Collocando queste fasi del ciclo di Frenkel in sequenza, che vantaggio avrebbe il paese forte nel lungo periodo? voglio dire, quasi nessuno, perchè a fronte di qualche annetto di aumento di profitti industriali vedrebbe poi deteriorati tutti i suoi fondamentali e rischierebbe perdite su crediti in caso di ristrutturazioni per fallimenti, come si è visto in Grecia con l'haircut dei titoli emessi dal governo di Atene.
    Ad un certo punto dovrai assumerti la responsabilità di quello che stai facendo, introducendo elementi di stabilizzazione del ciclo che non possono non essere i trasferimenti fiscali.
    Dovrai cioè lavorare di più, non soltanto perchè hai più ordinativi e l'inflazione più bassa ma anche perchè una fetta di quella torta dovrai trasferirla ai tuoi mercati di sbocco e gratuitamente, per consentire la loro esistenza e il loro funzionamento.
    Quindi, perchè i tedeschi dovrebbero volere l'euro?
    Il cerino passa in mano a Angela.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Perdonami: ribadisco che non me ne frega niente, è solo passione civile, ovvero rabbia, la rabbia che mi assale quando vedo dei cioccolatai che vi prendono in giro.

      Elimina
    2. @Euresia.
      è una guerra e pensare di non avere vittime è da folli.
      Cosa si spetta il paese avvantaggiato dall'euro dall'euro?
      che:
      1) prosciughi il tessuto industriale di Italia Spagna Grecia Portogallo

      2) prosciughi i risparmi italiani (immensi una volta)

      dopo che succede?
      quando chiudi tutte queste fabbriche e perdi tutte queste professionalità (disoccupazione ed emigrazione di medio e medio alto profilo) hai ammazzato il tessuto economico e sociale del tuo Paese.
      basta farsi un giro nel Meridione dove ormai a Palermo è impossibile prendere un autobus (un inferno raccontano le cronache).



      PS: haircut da subire? dopo ti fai tutti i QE che vuoi.. tanto gli altri non hanno più nulla e puoi fare il pietoso (e per giunta "finisci per essere il buono con i poveracci")

      Elimina
    3. Posso inserire la mia personale risposta alla stimolante domanda di Euresia?
      Vi ricordate la canzone di Edoardo Vianello, quella dell'Hully Gully?
      "se prima eravamo in due a ballare l'H.G., ora siamo in tre a ballare..."
      Che vuol dire?
      Semplice.
      Che se anche la Germania, intesa come i suoi politici, avessero ravvisato una certa convenienza a costruire questa bella gabbia, forse ora cominciano ad accorgersi (i politici, non il popolo) che la dentro c'è spazio anche per loro, poi qualcuno chiuderà la porta a catenaccio e si godrà lo spettacolo...
      Sono stato eccessivamente criptico?

      Elimina
  5. Ognuno co' 'a farina sua ce fa li gnocchi che je pare.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Sicuro. Ma se la compra da Lidl dà lavoro a un tedesco, e non ci son santi: o aggiusti i prezzi relativi, o pedini tutti i consumatori, tipo Stasi, e gli imponi di scegliere i prodotti che costano di più.

      Elimina
    2. Mai fatta la spesa da Lidl, and proud of it, anche quando non ero consapevole così come oggi.
      Comunque, è per questo che da adesso ho deciso di approvvigionarmi da una piccola bottega che smercia prodotti di una fattoria toscana, mugellana per l’esattezza.
      Spenderò di più? Non credo, basta selezionare ciò che si compra, evitando acquisti inutili e spesso dannosi.
      D’altronde mi par di capire che uno dei capisaldi per la sopravvivenza, oggi, sia appunto quello di saper selezionare (prodotti, informazione, persone…..)

      P.s. per quel lettore che esprimeva nell’ altro post il dubbio sull’origine del personaggio toscano: egli non è fiorentino, ma di Rignano sull’Arno, e non aggiungo altro.

      Elimina
    3. Capisci bene che quello che fai tu non conta nulla, vero? Cioè: tu sai che eserciti un'attrazione sul globo terrestre? Ma sai che quando ti alzi dalla sedia la terra non devia dalla propria orbita, giusto?

      Elimina
    4. (il che non significa che non sia giusto alzarsi dalla sedia, va da sé...)

      Elimina
    5. Io la compro da Mulino Marino...

      Elimina
    6. Non so come dirvelo: per fortuna siete degli essere umani e non dei salmoni, altrimenti non vi accoppiereste mai. La vostra capacità di risalire la corrente è pari a zero.

      Elimina
    7. Giusto, giustissimo, prof…mai pensato di salvare/modificare alcunché, s’immagini!
      Ho capito perfettamente che la soluzione dei problemi non dipende dal numero di persone che decide di cambiare abitudini, ma viviamo anche noi in questo sistema, e mi pare legittimo esprimere un pensiero.

      Elimina
    8. Ma figurati, siamo qui per questo. Anch'io mi regolo come te. Il punto, però, è che noi coi nostri comportamenti possiamo comunque solo limitatamente controllare i comportamenti a monte. Chi ti dice il fornitore italiano da chi si rifornisce? C'è tutta una casistica sulle varie truffe riferite a "biologico" ecc. Buy Italian potrebbe diventare un'ottima operazione di marketing. L'unica forza sufficientemente pervasiva da garantirci che le presone acquistino italiano perché gli conviene sai qual è.

      Elimina
    9. Ah se vuole criticare il biologico con me sfonda una porta aperta...pure io coltivo senza pesticidi l'orto...non do mangimi ogm alle mie galline, ma non vedo perchè devo pagare un provato per poterlo scrivere sulle uova.

      Certo per me è facile trovare insalata frutta e formaggi da chi li produce di persona...mi rendo conto che qualcuno al supermercato è "obbligato" ad andarci...

      Elimina
    10. mia moglie ha una volkswagen...

      Ma giuro che quando ho letto il tramonto dell'euro l'avevo già sposata...

      Elimina
    11. Scusatemi...qualcuno mi spiega perché i prodotti dell'eurospin costano meno?

      Ve lo spiego io perché faccio la spesa da loro...

      Bhe qualche anno fa non mi sarei sognato minimamente di fare la spesa in catene alimentari straniere...anzi avevo paura e repulsione...

      Colpa della crisi la mia azienda ha azzerato qualsiasi straordinario, tutti i festivi comandati lautamente pagati con una maggiorazione del 230% adesso vengono corrisposti con una umiliante maggiorazione di soli 2 euro per ora...i domenicali (prima con maggiorazione del 50%) retribuiti meno di 3 euro l'ora (non maggiorazione ma solo 3 euro per ora) che ti vengono restituiti in ore di riposo che vanno cmq a toglierti possibilità di ore di straordinario...

      In somma il mio reddito è diminuito di circa il 20/30% nel giro di 2/3 anni.

      Io la spesa devo farla per forza da ldl o all'eurospin...

      Contenti?

      Elimina
    12. La mia parte ottimista mi dice che: tutto fa ...
      Come d'altronde pensava quello che pisciava nel mare.

      Elimina
  6. Post di una chiarezza esemplare. E' strano come "l'economia", vista dal basso assomigli incredibilmente al "buon senso" (algebra a parte).
    Come sia possibile sostenere che le importazioni NON dipendano da reddito e prezzi relativi, è una faccenda psichiatrica più che econometrica.

    Mio corregga se sbaglio ma se al consumatore semplice sostituiamo l'imprenditore non credo che il ragionamento di fondo cambi molto.
    Come faccio a convincere il mio barista a comperare zucchero Eridania (italiano) al posto di quello della Lekkerland (tedesco)? A lui costa meno quello Lekkerland e se al posto di prendere 1 caffè ne prendo 10, a parte la mia tachicardia, lui guadagna un pò di più (e quindi non si capisce perchè dovrebbe cambiare) e la Lekkerland guadagna ancora di più.
    Se ho scritto una boiata, mi bacchetti pure.

    Mi restano due dubbi:

    a) come diamine fa a costare meno quello Lekkerland, dato che io vivo in Romagna dove ha sede l'Eridania?!

    b) mi piacerebbe sapere chi è stato a postare questa rasoiata da 10 e lode sul sito di GP :)

    "“Papà, ma allora perché ti sei candidato insieme ai partiti di Bisin e Monti?”

    Se lo incontro, gli offro una dozzina di caffè.

    Chinacat

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Non sono stato io. Mi sono limitato a dirglielo su Twitter. C'è un limite a tutto, ma qui mi pare che il senso del limite sia stato perso. Quello che mi preoccupa di certe persone è la totale assenza di freni inibitori.

      Elimina
    2. Rispondo alla a.
      Quello tedesco costa di meno perchè l'inflazione in Germania è più bassa e i tedeschi hanno svalutato nel contempo il lavoro.
      Risultato: costi di produzione totali inferiori a quelli degli zuccherifici italiani, per cui il prezzo di vendita del prodotto finito a parità di qualità è più basso.

      Questo è un vantaggio competitivo di Pirro se per puro caso non blocchi il mercato dei cambi.
      In quel caso infatti impedisci che ad un'accresciuta domanda di zucchero di qualità "meno costoso" (e grazie al cavolo, hai pagato meno i lavoratori) si accompagni un naturale aumento di prezzo della moneta nella quale comperi quel bene.
      L'aggiustamento al rialzo o rivalutazione, quella cosa che dovrebbe essere virtuosa secondo i democratofobi euristi e che la Germania cerca in tutti i modi di evitare, creerebbe infatti un aggiustamento nel mercato estero per cui lo zucchero "a lavoro svalutato" tornerebbe a costare quanto sarebbe costato senza svalutazione salariale, sterilizzandola.
      A quel punto la politica stessa di svalutazione salariale sarebbe inutile ed elettoralmente dannosa, in quanto non produrrebbe nuova ricchezza nè sotto la forma di esportazioni nette nè per aumento di profitto industriale.
      Invece se blocchi il cambio, leggasi "euro", non avviene l'adeguamento del prezzo della moneta all'aumentata domanda di beni e servizi, rendendo efficace il dumping salariale nella determinazione del prezzo finale del bene o del servizio.

      Concludo riportando una forse sottovalutata perla del direttore repubblichino, questo: "Dal canto suo il presidente della Bce a settembre aprirà il rubinetto della liquidità come ha già da tempo annunciato con due finalità ben precise: ravvivare il rapporto tra le banche e la loro clientela (specialmente in Italia dove questo non accade ancora in modo soddisfacente) e diminuire il tasso dell'euro nei confronti del dollaro per favorire le esportazioni e quindi rafforzare la domanda di beni e servizi europei."

      Se non siete saltati sulla sedia, ebbene si, questo signore dopo averci raccontato insieme peraltro alla totalità dei mezzi di informazione italiani che la svalutazione è un male, che ci volevano le cariole per la spesa e che se l'Italia svalutava falliva perchè non aveva i soldi per acquistare le materie prime dall'estero ci sta candidamente consigliando di svalutare l'euro!
      Quindi: se si svaluta la propria moneta con la propria banca centrale, si va in fallimento e c'è iperinflazione.
      Se a svalutare la moneta è la bce, si "favoriscono le esportazioni...".
      Tutto chiaro, camerata Eugenio, tutto chiaro.

      Elimina
    3. Sul freno inibitore avrei qualche appunto di natura teologica.
      Sul "limite perso", credo che il licenziamento del fedele mezzadro - il ferruccio db - dalla gonade dell'informazione del Belpaese rappresenti la certezza del dissolvimento prossimo e immediato, come lo stesso M Foa evidenzia sinteticamente.
      Dei cani - quanto ai galli - non si mangino tra loro, ho qualche ragionevole dubbio .. dipende come "allevi" gli uni e gli altri.
      E resta il tema socio-politico della gestione democratica del "trapasso" nel Belpaese che bussa violento ma, da fetido monosteronico, qualche risorsa culturale c'è, permane e si diffonde.

      Che dire, da ultimo e come sempre, il GRAZIE a chi racconta la VERITA' di cose semplici e ovvie con i colori della Memoria.

      Elimina
    4. Parlando di zucchero, per far capire quanto sia ormai difficile comprare italiano, consiglio la lettura delle vicissitudini di Eridania .
      Della serie: "Italiani, buttate via le vostre barbabietole schifose e convertite tutto a bio masse, tabacco e altro: vi paghiamo e vi facciamo diventare più belli!"
      Infatti...

      Elimina
    5. @ Bagnai-sensei

      Sul "non sono stato io" la rimando a questo :))

      https://www.youtube.com/watch?v=RegxuU8NOhs

      Si scherza, obviously.

      @ eurasia

      Da buon goofysta quel meccanismo lo conosco; ma credo che la segnalazione fatta da Fabio MG sia complementare:

      "Nel 2005 l'Unione Europea decide una drastica revisione della regolamentazione delle quote di produzione di zucchero. In base a queste nuove regole le società produttrici sono fortemente incentivate a restituire le quote contro una forte compensazione economica e quindi, di fatto, alla chiusura degli impianti produttivi."

      La morale? Uno degli stabilimenti chiusi dista da me 20 km ma i bar della zona (7 su 10) comprano lo zucchero dalla tedesca Lekkerlad.

      PS

      La percentuale di 7 su 10 non è casuale: ho speso un botto in caffè per scoprirlo :)

      Elimina
    6. Ma lo zucchero della eridania non è italiano.
      Ritengo che spesso per dar forza alla nostra tesi si tenda a esagerare.
      L" eridania lo zucchero lo prende dal brasile e secondo me anche i tedeschi lo prendono dal sud america.
      Non dimentichiamo che oltre non essere un mercato chiuso l" europa è oramai soggetta a importazioni di ogni genere, ultima mia scoperta i fagiolini egiziani, a 1,30 eu al kg , questo il prezzo finale, quello iniziale per me non supera i 0,25 cent.
      L" euro aumenta le difficoltà in maniera esponenziale ma non è l" unico problema. La mondializzazione delle merci cammina di pari passo con l" euro nella top ten delle fregature.
      Quindi l" euro è una peste ma anche con la nostra moneta sovrana credo che diversi problemi sarebbero comunque sopraggiunti causa questa eccessiva movimentazione delle merci da paesi molto poveri a paesi molto ricchi senza le dovute misure di sicurezza.
      Chiaramente le misure non si prendono perche guadagnare il 1000% su un prodotto aiuta il portafoglio di chi importa.Chi importa conta di più politicamente di chi consuma.

      Elimina
    7. PALI e FRASCHE tra “BOSCHI” CEDUI

      Da sono cartesiano – ego ergo cogito - da esoterico razionalista, parrebbe differente la costruzione della pista cifrata dell “caso Eridania”, altrimenti tutti ad minchiam.

      La Storia
      i.) 1899: fondazione genovese (9/12 dei soci genovesi e 64% del capitale con minoranza finanziaria torinese e proprietà terriere romagnole
      ii.) 1899: 1° zuccherificio a Codogoro (Romagna) dove il socio di minoranza coltiva bietola da zucchero
      iii.) 1900: 2° zuccherificio a Forlì dopo che la bietola diventa la principale coltura agricola
      iv.) 1920: dopo il disastro della 1° WW, Eridania riprende attività e investimenti
      v.) 1928: crisi economica mondiale, Eridania consolida il primato italiano saccarifero (produzione e trasformazione bietola) con fusioni strategiche con altre società italiane del settore (Liguere Lomarda e Distillerie Nazionali)
      vi.) 1930: 28 stabilimenti di trasformazione che coprono il 60% del fabbisogno nazionale di zucchero
      vii.) 1947: dopo il disastro della II WW riprendono le attivtà di produzione
      viii.) 1966-8: il petroliere A Monti investe nel saccarifero concentrando tutte le società italiane presenti nel settore con qualche problema legato all’emergente mercato unico europeo che porta alla chiusura dello storico zuccherificio di Forlì
      ix.) 1980: cessione di Eridania (Monti) a Ferruzzi (Gardini)
      x.) Anni ’80: revamping e ristrutturazione impianti da parte dei Ferruzzidi e creazione della controllante francese Beghin Say che possiede il 100% di Eridania
      xi.) Anni ’90: “crollo” dei Ferruzzi (Gardini) coinvolti in “tangentopoli” e precaria situazione di Eridania
      xii.) 2001: SACOFIN (2/3 Coop produttori Bieticoli SCRL (BO) / FINBIETICOLA 1/3 del gruppo Maccaferri – zuccherifici SADAM marchigiani) rileva Eridania
      xiii.) 2003: scissione delle attività industriali residue: 5 a COPROB/FINBIETOLA (denominata ITALIA ZUCCHERI) e 2 a Maccaferri (ERIDANIA SADAM che ne detiene il marchio)
      xiv.) 2005: direttiva CEE che revisiona le quote “zucchero” incentivando “restituzione di “quote” di priduzione a fronte di incentivazioni economiche = COPEOB/FINBIETOLA chiude 5 su 7 stabilimenti attivi , ERIDANIA SADAM 6 su 7. Attivi in Italia 4 zuccherifici (3 COPROB + 1 ERIDANIA SADAM)
      xv.) 2007: ERIDANIA SADAM (Maccaferri) chiude accordo con l’inglese TATE&LYLE (multinazionale agro-alimentare) per la commercializzazione e distribuzione in Italia dello zucchero inglese + import
      xvi.) 2011: esce TATE&LILE entrano i francesi di CRISTAL Co

      Le note

      Poco dipende oggi la fonte di approvvigionanamento e il suo prezzo, parrebbe più interessante indagare sulle logiche del “libero mercato” e dell’ingombrante presenza democratica nelle decisioni di politica industriale delegate alle “porte girevoli” dei lobbisti "democratici" di Bruxelles.

      Qualche informazione, anche storica, deve essere affermata

      http://agritrade.cta.int/Resources/Agritrade-documents/Special-reports/Corporate-restructuring-in-the-EU-sugar-sector-Implications-for-the-ACP

      Credo e concordo, caro Alberto, che la misura perduta sia quella dell'unico "muscolo" umano residuale utile: IL CERVELLO.

      Elimina
  7. Se ho capito bene la sintesi è questa:
    Un aumento della spesa pubblica si traduce in piú reddito privato che non necessariamente verrà speso in beni prodotti "in casa".
    A meno che i beni prodotti "fuori casa" costino di più.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. ...come sarebbe se il mercato non venisse drogato dal cambio fisso. Ottima sintesi. Ma la puzza di zolfo bisognava introdurla nel quadro. Può anche darsi che sia semplicemente un peto, anziché la manifestazione di forse demoniache...

      Elimina
  8. Spero che lei non abbia ragione.Spero che lei non abbia ragione.Spero che lei non abbia ragione.Spero che lei non abbia ragione.Spero che lei non abbia ragione.Spero che lei non abbia ragione.Spero che lei non abbia ragione.Spero che lei non abbia ragione.Spero che lei non abbia ragione.Spero che lei non abbia ragione.Spero che lei non abbia ragione.Spero che lei non abbia ragione.Spero che lei non abbia ragione.Spero che lei non abbia ragione.Spero che lei non abbia ragione.Spero che lei non abbia ragione. Almeno questa volta....... La pregoooooooooooooo!!!!!!

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Ma come non ha ragione? Stai parlando col Cavajere nero cazzo!!!!

      Elimina
    2. Stai sereno Stefano, il cavaliere nero questa volta avrà, se possibile, ancora più ragione delle altre.

      Elimina
    3. Non ha più ragione in se stesso, ma di sicuro chi asserisce e sostiene il contrario ha sempre più torto: per correggere un errore basta la semplice verità, per giustificarlo devi commetterne altri due.

      Elimina
  9. Poi ce l'hanno coi complottisti: già Draghi mi ha fatto incazzare e non mi sembra che nelle alte sfere qualcuno abbia protestato... (giornali, piddini, ingeGNIEeri e co. tutto tace...).
    PS: per "l'Ing." mi riferisco alle mie conoscenze...
    Profe io la vedo sempre più grigggia: l'Argentina (nel senso di sudamericanizzazione) la vedo dietro l'angolo :( :( :(

    RispondiElimina
  10. Prof,
    le tasse come influenzano il meccanismo ? Vanno semplicemente a sottrarsi da quel 75% ?

    Ho sempre pensato che le tasse fungano da retroazione per stabilizzare il sistema (nel senso che senza di esse si saturerebbe subito la capacità produttiva), è corretto ?

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Le tasse smorzano la propensione marginale, perché ai consumatori non entra in tasca tutto il reddito, ma solo quello al netto delle tasse. Ne parliamo in un prossimo capitolo, quando raccontiamo la storia di quelli che "bisogna diminuire la spesa per diminuire le tasse"...

      Elimina
    2. Siccome di economia non ne capisco veramente una mazza, la probabilità che abbia preso un granchio è pari a uno, ma la storia della tasse me la sono spiegata così: nel gioco del Tutti Cercano di Inculare Tutti ovvero tutti i paesi devono avere un saldo positivo delle partite correnti, le tasse sono dei veri e propri dazi. Attraverso la tassazione si abbatte il reddito disponibile insieme alla propensione al consumo (il famoso we are destroying the domestic demand ) e così è più difficile venire a esportare nel mio paese.
      In pratica, da una parte si cerca di inculare i vari fratelli d’Europa attraverso la svalutazione salariare (e vai col motto la Spagna cresce!!!) e dall'altra si cerca di non essere inculati tassando e quindi facendo crollare i consumi interni.
      Il problema è che sto gioco l’ha inventato il Rokko Siffredi di turno e in questo caso a lui la patata piaceva mangiarla insieme ai crauti.

      Elimina
    3. Il prof ha più volte detto che quello che è spiegato è un'esemplificazione didattica. Nel moltiplicatore andrebbero inseriti sia la pressione fiscale (t) e sia la propensione marginale all'import (m). Il moltiplicatore completo dovrebbe essere una roba simile

      1/1-c(1-t)+m

      E' evidente che 1-t (reddito disponibile) va a diminuire la propensione al consumo, quindi il moltiplicatore

      Elimina
    4. Ma le parentesi no, eh? 1/[1-c(1-t)+m]. Ti dice molto bene che siamo sul blog...

      Elimina
    5. Certo prof ha ragione, ho dimenticato le parentesi (il che non è da poco), colpa delle vertigini che ho in questi giorni, mi deconcentrano. Menomale che siamo sul blog

      Elimina
    6. Ma diminuire la spesa per diminuire le tasse è recessivo per Haavelmo, o sono troppo fuori moda?

      Elimina
  11. Mi verrebbe da dire che si tratta della ennesima riprova della legge di Murphy:
    "Per risolvere i problemi di un insieme complesso esiste sempre una soluzione semplice, facile da capire e da spiegare, che NON funziona".

    La mia soluzione 'alla Murphy' (quindi facilissima da capire, che non va spiegata proprio e che NON funziona per altri motivi - che ricadono pero' nell'ambito della prima legge della termodidattica) e' quella di un deciso intervento di politica fiscale volto a favorire la produzione di una nota azienda Italiana per rimpiazzare gli accendini - sicuramente Cinesi - dell'esempio.....

    http://it.wikipedia.org/wiki/Beretta_ARX-160

    RispondiElimina
  12. Moltiplicatore inverso
    Se un aumento di spesa pubblica innesca un aumento della domanda aggregata di 1/(1+c)Y, a sua volta una diminuzione di spesa pubblica comporta una diminuzione di consumi.
    Secondo stime FMI citate da un economista (che non gli è simpatico )
    l' effetto depressivo dei tagli è superiore a l 'effetto espansivo d' identico ammontare.

    A Lei risulta ?

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Il segno è sbagliato: 1/(1-c). Più che inverso in questo caso direi asimmetrico (diverso per shock positivi o negativi). Può benissimo essere. Qual è lo studio IMF?

      Elimina
    2. Grazie per la correzione ( bastava copiassi )
      Alludevo ad un articolo di Fassina che forse ho frainteso ( e due ! )
      http://www.stefanofassina.it/My_own/CORRIEREDELLA%20SERA4GOSTO.PDF
      in cui l 'autore critica il finanziamento di una riduzione d' imposte con tagli alla spesa pubblica e afferma che " il moltiplicatore della spesa pubblica è 3 o 4 volte maggiore del moltiplicatore delle tasse " secondo Non c' è due senza tre ( figuracce )
      SE ho capito il suo post in una economia di mercato aperto gli effetti moltiplicativi di maggiore spesa pubblica ( con quali soldi ?) potrebbero andare a beneficio soprattutto di produttori esteri con pochi vantaggi per il PIL nazionale e tanti svantaggi per la bilancia dei pagamenti.
      La speranza è l' ultima a morire quindi le chiedo : il modello di asimmetrie sul ritorno alla lira ( vado a memoria ) dimostra che l' elasticità alle importazioni è compatibile ad un ritorno alla lira.
      Nel nostro caso la moneta è sempre l' €uro quindi non ci sarebbe " effetto cambio " mi domando tuttavia se tale elasticità alle importazioni non potesse aiutarci a mantenere in Italia buona parte degli effetti espansivi

      Elimina
  13. In effetti e' quello che sto pensando anch'io. L'austerita' da ridotto drasticamente l'export tedesco. I paesi periferici non hanno piu' soldi o credito per acquistarli. Allora arriva Renzi che con voce grossa rivolto alla Merkell dice qui comando io e basta austerita'. Vogliamo crescita. La Merkell lo asseconda e nei paesi periferici esplode il debito pubblico soprattutto quello verso estero. L'unica cosa che non mi e' chiara e' in che forma vorranno le garanzie sul nuovo debito. ERF?

    RispondiElimina
    Risposte
    1. "La Merkell lo asseconda e nei paesi periferici esplode il debito pubblico soprattutto quello verso estero."

      Da quel che ho capito io, non quello pubblico ma privato.

      http://vocidallestero.blogspot.it/2013/06/la-bce-scopre-che-il-problema-e-la.html

      Che DOPO diventa pubblico.

      Chinacat

      Elimina
    2. Si, dipende dalla politica che il venditore di pentole alla sagra del paese ed il cameriere della BCE vorranno fare. Se vogliono stimolare la domanda interna attraverso un aumento della spesa pubblica, per esempio per la manutenzione straordinaria di strade, scuole ed ospedali, beh allora li lo stato deve cacciare i soldi ed e' un debito pubblico. Se invece sono le banche (private) a prestare i soldi per accendere un mutuo per la casa, per finanziare l'acquisto di una mercedes, degli elettrodomestici e caldaia nuova tedeschi, si in questo caso e' un debito privato che come dici tu in caso di crisi diventa pubblico per non far fallire le banche che hanno prestato soldi alla cazzo di cane, come e' successo prima della crisi finanziaria del 2008.

      Elimina
    3. Credo che la tua definizione di debito pubblico sia errata. Quello che lo stato spende per infrastrutture e servizi si trasforma automaticamente in deficit di bilancia dei pagamenti verso l'estero, perché gli stipendi (di chi esegue le infrastrutture, dei medici e infermieri, dei dipendenti pubblici in genere) vengono spesi in beni prevalentemente esteri e quindi il debito pubblico non ha nessuna esplosione verso l'estero. Che poi il debito pubblico non è un problema, ma la spesa per interessi si.
      Saluti.

      Elimina
    4. Chiaro che diventa anche un deficit. Ma se non ho quei soldi li devo chiedere in prestito a qualcumo e quindi aumenta il debito o no? Prof., aiuto serve una sua consulenza. Grazie.

      Elimina
  14. Mi sono spaventato nel leggere questo post. Non per l'esposizione teorica, che in pratica è il punto di partenza del modello IS-LM. Mi sono spaventato perché deduco che nelle romane stanze dei bottoni abbiamo (o rischiamo di avere) dei signori che:
    1 - negano la correlazione positiva tra reddito nazionale e importazioni (e quindi nessuno capisce perché Monti abbia massacrato i nostri portafogli);
    2 - continuano a sottovalutare il moltiplicatore fiscale, nonostante quello che ha detto l'IFM e nonostante Mr. Blanchard abbia sottolineato come l'avere sottostimato il moltiplicatore avrà conseguenze negative e durature sull'occupazione (è il fenomeno dell'isteresi);
    3 - ignorano i vantaggi comparativi.
    Comincio a pensare che la Merkel sia il minore dei nostri mali.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Infatti NON E' la Merkel il nostro problema: lei fa i suoi interessi, sono i NOSTRI DI POLITICI CHE NON SI CAPISCE COME CAZZO RAGIONANO. Come diceva qualcuno (il padrone di caza credo) o sei coglione, o sei collaborazionista. Comincio a propendere per un misto delle due: collaborazionista perché coglione.
      La cosa che mi fa incazzare ancora di più è vedere non la gggente (e va bè) ma politici e giornalisti che ragionano per appartenenza NEL 2014 cazzo!!! Quante braccia rubate all'agricoltura...

      Elimina
    2. Credo che si chiami modello reddito-spesa, ma non ci giurerei...

      Lodevole la semplificazione prof., ma provenendo io da Milwaukee, se lei mi scrive che: "è neoclassicobruttocattivochicagoboy dire che il prodotto è funzione di capitale e lavoro", il carletto che è in me, me se rimpone tutta la notte. Lo so che lei lo sa, ma la gente non lo sanno, quindi andrebbe specificato che se imponiamo la condizione che tutto il prodotto viene consumato, allora la domanda aggregata è ben lontana dal reddito potenziale e prende la via del lago michigan e si crea disoccupazione....e ora piallatemi.
      Anzi, ne aggiungo una. Mi hanno insegnato (ma giuro, che c'ero arrivato anche da solo) che il vero merito di Mainardo è stato introdurre la dinamica come aspettativa di reddito (o minor reddito) futuro. Senza guardare le stime der Fondo, posso già dire che uno shock negativo, fa più forte de uno positivo.
      E, aspettando l'erpice meccanico, mi vado a riposare che domattina me tocca spalare (letteralmente) quintali di erba e palta.

      Elimina
    3. @Emilio

      Emiliuccio... Non è che ti stai sopravvalutando? Dove ho detto che la domanda aggregata è uguale al reddito potenziale? Qualcuno ha capito quello che hai capito tu?

      Senti, io voglio bene a tutti, e qui bene amat bene castigat. Io non so chi ti abbia insegnato cosa, ma in economia mi pare che tu vada un po' ad orecchio. Sbaglio?

      Elimina
  15. Per dimostrare quanto astuta e' la Merkell avevo scritto questo articolo. http://noeuro.org/17-no-euro-La_riforma_del_lavoro_non_e__la_vera_causa_della_mancanza_di_competitivita_.aspx

    RispondiElimina
  16. Scusate l'OT, ma mi pare carino. Se andate sul sito di Repubblica, pagina economia, trovate sul lato destro della pagina un contatore che registra il costante aumento del debito pubblico italiano.
    Lo stesso contatore (cifre, caratteri, colori...) che si trova da tempo sul sito dell'istituto Bruno Leoni.

    RispondiElimina
  17. la morale della favola (o dell'incubo) allora è sottostare alle leggi macroeconomiche , che solo il calabrone viola le leggi della fisica e vola mentre non potrebbe e solo perchè non lo sa. Poi rilanciare immediatamente lo stato avendo disponibilità di molta energia gratuita e questo lo si può ottenere dal buon uso dei fiammiferi e poi informarsi sempre usando un po di più quel 1.3 - 1.4 kg di materia largamente poco usata

    RispondiElimina
  18. Sempre più convinto che il vero problema in Italia sia l'informazione.
    Non dico fuoriclasse, basterebbe gente non collusa con il potere (non lo dico io ma la classifica sulla libertà d'informazione).
    Possibile che per trovare informazione bisogna navigare su blog come questo? Inveve di essere materiale da giornale nazionale?
    Invece sui giornali nazionali leggiamo che benvenga la troika.

    RispondiElimina
  19. Con questo post mi sembrava di leggere "il maestro e Margherita"!

    RispondiElimina
  20. OT Stavo guardando una registrazione del 7/02/2014 sul canale TV della Camera dei Deputati il titolo era :L'ingresso dell' Italia nel'euro:problemi e prospettive.
    Dopo l'intervento del "nostro" Amato Giuliano il quale dopo aver elencato senza però entrare troppo nel merito (qualcuno potrebbe aprire gli occhi) i problemi del'europaradiso ci informa che non è giusto che in un unione qualcun' altro paghi i propri debiti però una struttura sovranazionale non dovrebbe dare solo austerità ma fare come in America dovrebbe pompare le economie in difficoltà.
    Gli avrei voluto chiedere:
    SSSSSSSSSSSSSSSSScusi ma quello di cui parla non è che si chiamano TRASFERIMENTI FISCALI VERI?
    Poi arriva il turno del noto prestigiatore: Bini (S)maghi e li non ce l'ho fatta più :Esordisce con le solite cose 20 anni di riforme non fatte su tutti i fronti lavoro,burocrazia,ecc....Ma poi alza il tiro NOI ITALIANI ABBIAMO LA RESPONSABILITA' di fare quello che c'e da fare perche' se l'eurozona va male è colpa dei problemi nostri anzi un Italia che riparte farebbe rifiorire l'euro.

    Ho spento la TV era veramente troppo.
    Stasera ho appreso che Irlanda,Grecia,Portogallo,Spagna ( e la lista si sta allungando) non vanno bene perchè noi non abbiamo fatto quello che dovevamo fare.
    Mi sento sempre più umiliato.

    RispondiElimina
  21. Bagnai-sensei, visto che non mi ha righellato prima (ma se serve, righelli pure) c'è una prospettiva che a me sembra corretta sebbene sia drammatica. Ovvero:

    "Stante il fatto che il prodotto è vincolato dal lato della domanda, è chiaro che basta aumentare la domanda, cioè la spesa, e aumenta il prodotto."

    "Ma se la compra da Lidl dà lavoro a un tedesco"

    Dal 2011 ad oggi abbiamo assistito ad una vera e propria ecatombe di aziende italiane che hanno semplicemente chiuso i battenti. Per queste aziende la "capacità produttiva" (oppure "Pil potenziale) è lo zero assoluto dato che lo stabilimento è chiuso.
    Ma se riparte la domanda?
    Forse semplifico io ma non credo che si smetterà di comperare gabinetti & affini dato che la Ideal Standard è fallita.

    http://ilpiccolo.gelocal.it/trieste/cronaca/2013/10/30/news/ideal-standard-fallita-la-trattativa-450-in-mobilita-1.8020255

    Le quote di mercato non sono svanite nel nulla, il che vuol dire che putacaso esplode la domanda di gabinetti, ci sono ottime probabilità che il prossimo "bianco destrerio" sia teutonico.

    Sono troppo pessimista?

    Chinacat

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Ma scusate, io il post cosa l'ho scritto a fare? Chi propone il referendum contro l'austerità, anche se lo fa in buona fede, sta ovviamente collaborazionando con la Germania, per il semplice motivo che l'euro è fatto a misura di Germania, e chi ti convince che il problema sia un altro ti sta tradendo. Allora il discorso del diavolo non è servito? Avrei dovuto metterci anche i cessi? Gli spazzolini da denti? Le lenzuola? Il parquet? Cazzo: se la competitività è drogata importeremo tutto, tutto, tutto, tutto, tutto. Esporteremo solo i laureati.

      Non è chiaro?

      Elimina
    2. Esporteremo pure gli aspiranti stidenti di economia che poi si laureeranno alla LSE (perché fa fico e fa CV) che poi torneranno qui a dirci che non siamo competitivi perché #noninvestiamoinricercacastacriccacorruzioneevasionefiscalestatobrutto

      ahahahhahahahah. ah, è già successo? Sono triste e amareggiato.

      Elimina
    3. Sempre che, quando usciremo da questa gabbia non sia troppo tardi, con un tessuto economico ormai definitivamente distrutto e "nuovi" politici fiancheggiati dall'attuale "informazione" non convincano gli italiani che è stata colpa nostra perché non ci siamo impegnati abbastanza. Speriamo di no, che si esca subito, nel più breve tempo possibile e si chiariscano le responsabilità dei politici attuali.

      Elimina
    4. "esporteremo solo i laureati."

      Ehm , prof ma lei non sa che: (cito da post piddini su FB, giusto per farsi due risate. PS, il tizio è un estimatore di Bisin il che è tutto dire! ).

      "Chissa perche' gli altri paesi che hanno adottato l'euro con l'eccezione dei paesi sud europei non hanno i problemi italiani.
      Forse sara' perche' hanno la meta' dei parlamentari in proporzione alla popolazione.
      Forse sara' perche le ditte e lo stato investono di piu' in ricerca e educazione.
      Forse sara' perche' hanno quasi il doppio di laureati a confronto a noi.
      Forse sara' perche' i processi civili si risolvono in 1/3 del tempo, quindi i contratti vengono piu' facilmente rispettati.
      Magari sara' perche' a differenza nostra hanno tutti universita' fra i primi 200 posti dei ranking internazionali, quindi sfornano laureati di maggior valore per le aziende locali.
      I loro studenti delle superiori ottengono risultati migliori nei test PISA.
      Forse sara' perche' hanno tutti mercati piu' liberalizzati e non impongono licenze a numero chiuso per le professioni, forzando una concorrenza che permette al meritevole di farsi avanti.
      La questione dell'euro e' solo una foglia di fico che non copre da sola problemi ben maggiori."

      Insomma secondo lui fra le varie cazzate i nostri laureati sono delle merde.

      Io, so da conoscenze dirette che appena fanno colloqui all'estero vengono assunti seduta stante, conoscerò solo genitori di geni? boh!

      Elimina
    5. se la competitività è drogata importeremo tutto, tutto, tutto, tutto, tutto. Esporteremo solo i laureati.
      Non è chiaro?

      Bagnai-sensei, è chiarissimo. E' solo che è drammatico. E' una di quelle conclusioni a cui non si vorrebbe mai giungere.

      Elimina
    6. certo che è chiaro, quello che non è chiaro è perché qualcuno dovrebbe considerarli degli incompetenti!

      Elimina
  22. Prof. abbastanza chiaro ad una prima lettura; grazie. Diciamo che quando Renzi decise di mettere quei soldi in busta paga, il ragionamento della serva mi portò a ipotizzare, fin dall' inizio la possibilità che quei consumi potessero rivolgersi verso prodotti esteri, ma non solo, perchè una parte di quegli 80 euro potevano finire nelle tasche di chi non consuma nulla qui e rimette il delta positivo drettamente all' estero con ulteriori negative conseguenze.
    Se le è possibile vorrei un suo parere su quanto sotto.
    Guardando i dati economici dalle statitistiche OCSE, incluso l' Household Spending, ho fatto un intervento pochi giorni fa, e confrontandoli tra Italia, Spagna,Portogallo e Grecia, ho la vaga impressione che qualcosa non torni; come se Portogallo e Spagna, stessero truccando i dati del PIL, parlo dei dati di decrescita/crescita, visti anche i valori di disoccupazione e produzione; cosa ne pensa? Prima di fare qualsiasi ipotesi, è possibile che qualcuno di quei paesi possa truccare conti secondo lei?

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Caro Alberto
      A proposito degli ottanta euro in busta paga ti segnalo l' articolo di Montella e Mostacci pubblicato su economia e politica :
      http://www.economiaepolitica.it/distribuzione-e-poverta/i-modesti-effetti-degli-80-euro-in-busta-paga/
      Gli autori sostengono che : "La propensione al consumo, che, come noto, diminuisce all’aumentare del reddito, è uguale sia nel gruppo dei beneficiari sia in quello dei non beneficiari, come risulta dalle elaborazioni condotte sui dati dell’indagine della Banca d’Italia."
      Nel post del nostro prof. mi sembra di capire che portando all' estremo il suo ragionamento sostiene che : un aumento di spesa pubblica non comporta maggiore PIL perchè si traduce tutto in maggiori importazioni a causa del cambio fisso dell '€uroche distorce il commercio internazionale II risultato di +100 nella spesa pubblica sarebbe di +100 di debito pubblico +100 di debiti verso la UE ( Germania )per maggiori importazioni.
      Forse sono io che ho frainteso, spero che il nostro mi voglia correggere, magari con qualche numerello che metta in relazione le variazioni di PIL con la nostra bilancia commerciale. Io ho consultato il sito dell 'ISTAT ma mi sono subito smarrito tra i numeri.

      Un caro saluto

      Elimina
    2. Caro Patrizio, ottimo articolo e spunti, avevo scritto questo a marzo, su un altro blog che frequento, e inviato un messaggio a Bimbominchia utilzzando facebook in quella data.
      Un caro saluto ed un buon ferragosto a te ed agli amici del blog.

      Elimina
    3. @patrizio. il tuo link è inaccessibile: problema temporaneo, complotto o problema solo mio?
      giusto per la cronaca l'errore che mi dà è "Errore nello stabilire una connessione al database".

      Elimina
    4. Jackari
      se apri direttamente sul link, ti da quel messaggio, se fai copia/incolla su una nuova scheda lo apre senza problemi.
      Ciao

      Elimina
    5. @Jakari.
      Ti leggo solo ora. A volte il server non è accessibile altrimenti segui le indicazioni di Alberto49 e dovrebbe funzionare.
      E' una rivista on line gratuita di economisti di sinistra , sopratutto della scuola di Graziani credo, euroscettici/contrari vedi l' articolo sull' Electolux di maggio ad esempio.
      Buona lettura a tutti

      Elimina
  23. Padoan ha ancora buoni amici ma il superindice OCSE mi sembra una sola, nel cosidetto Composite Leading Indicators (MEI, il superindice OCSE) siamo in crescita; I migliori sono gli spagnoli e gli sloveni con 102,9 poi viene la Grecia con 102,8 e poi il Porogallo con 101,9 e poi noi con 101,7. Ma soprattutto l’ indice è in crescita da ottobre 2012.
    La Germania è in diminuzione dal feb.2014 ed il suo indice è solo il 100,2 e la stessa Svizzera è a 99,6 ed è in calo da novembre 2013, quando aveva solo 100,4.
    C'èdi che rallegrarsi no? L' euro fa bene sembra chiaro

    RispondiElimina
  24. poiché so che ci tieni, segnalo «il fornaio ando», la quale si ripete per ben due volte e, diacritici a parte, la seconda il soggetto dovrebbe essere il lattaio.

    RispondiElimina
  25. Solo una precisazione: se si sta usando un computer, si sta usando un calcolatore (non "anche", è proprio un calcolatore, fa solo quello. L'output a video è il risultato di un certo numero di calcoli). Non bisognerebbe usare strumenti di cui non si comprende il funzionamento, o si finisce per pensare che per un paese grande ci vuole una moneta grande (ignorando cos'è una moneta), o che la rete può liquefare la democrazia (ignorando un sacco di cose, a cominciare dal significato del termine "democrazia"). O che per accedere ad un computer serva una password

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Precisazionismo idiota per precisazionismo idiota, un calcolatore non è una calcolatrice, e per questo non basta credere di aver studiato: basta consultare un dizionario.

      Elimina
    2. non per niente i francesi lo chiamano "ordinateur" ed in italiano si usa spesso la dizione "elaboratore elettronico".
      Tecnicamente la CPU che è il motore del computer fa operazioni di calcolo binario, (somme, sottrazioni, shift binari che sono moltiplicazioni in binario) ma anche confronti booleani, operazioni di scambio dati tra registri interni e memoria ram, gestione di registri puntatori etc etc etc.
      Vado a memoria, comunque fa tante altre cose oltre ai calcoli.
      La cosa bella è che potrebbe essere emulata perfettamente da una macchina di Turing (che è la macchina più semplice che possa essere costruita). Consiglio veloce lettura di questo.

      Elimina
    3. Proprio perché, incidentalmente, conosco la differenza ho parlato di calcolatore e non calcolatrice. In effetti ciò che mi premeva evidenziare in realtà è che il pressapochismo da tuttologi un tanto al chilo è costume diffuso, non esclusivo della disciplina economica. Ed è, a mio avviso, un problema di metodo prima ancora che di contenuti.

      @marco caporaletti: Può essere emulata da un sacco di cose, tanto che Ada Lovelace programmava pascaline alla fine del 1800. Sì, il primo programmatore della storia dell'umanità è, udite udite, una donna.
      Figura interessante, consiglio approfondimento

      Elimina
  26. Non lo so dire con certezza, ma secondo me stavolta il demonio non si accontenterà di scomparire, ma vorrà tutto, subito e per sempre. Questo lo renderà più pericoloso, ma anche più vulnerabile.

    RispondiElimina
  27. Qualcuno ha commentato facendo gli scongiuri ma visto come l'informazione di regime e anche quella estera spingano per il commissariamento le sue conclusioni hanno molte probabilità di realizzarsi.
    Follia pianificata.
    Daltronde se lo scopo economico-sociale è quello,cioè continuare a distruggere la domanda continuando sulla linea del "successo ellenico",il bersaglio grosso rimane la cessione di sovranità e la nostra Costituzione.
    E i collaborazionisti fanno il loro miserabile lavoro....collaborano a pieno regime.
    Leggendo il post di ieri dell'ineffabile Scacciavillani sul suo Blog dello SfascioQuotidiano (e le susseguenti risposte ad alcune repliche) mi son sentito un potenziale Zodiac.Sensazione scomparsa da lì a poco leggendo i commenti per lo più favorevoli all'arrivo della Troika.
    Perchè il famoso "conoscere per deliberare" lo si trova quì e in altri blog ma contro la quinta flotta mediatica l'impresa è stramaledettamente ardua.
    Mi affido all'imponderabile,al noumeno.L'uomo è talmente imperfetto che annienta qualsiasi teoria del caos.
    Voglio crederci.
    Grazie Prof. e mi scusi se ho chiamato fiorentino il contado.

    RispondiElimina
  28. Grande post! Mi ha ricordato l'audizione alla Commissione Finanze del dicembre 2013. Nelle slide a corredo, ce n'era una esattamente coincidente con la sostanza del post, intitolata "Perché rinunciando all'austerità non si risolve nulla" (DAR!!)
    http://www.unich.it/docenti/bagnai/blog/20131203Camera.pdf
    Ora, dal momento che i nostri rappresentanti in Parlamento pare non abbiano ben metabolizzato i gentili e formali (oltre che chiari) suggerimenti, proporrei, nel caso si potesse ripetere l'evento, di portare un bambinello piccolo e stronzo dalla vocetta insopportabile!
    Forse la scenetta è più al loro livello culturale, e qualcosa potrebbero apprendere... (ovviamente non i Gutgeld che sanno benissimo tutto).
    P.S. Mi rendo conto che Uga è già troppo grande, e allora propongo il mio secondogenito: ha 4 anni, è sveglio quanto basta, ed ama giocare con i pupazzetti di stoffa a cui fa fare le vocette insopportabili: insomma, ci si può lavorare su...!
    :-D
    (su gente, qualcuno deve fare il Diavolo!)

    RispondiElimina
  29. "al diavolo non si vende....si regala" cit. Eh....già .
    domanda: come mai le imprese italiane in difficoltà passando a conduzione estera vanno immediatamente bene? nel mio piccolo quotidiano vedo che subito vanno in esenzione iva (che viene lasciata a carico della comunità).....

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Perché licenziano un bel po' di italiani improduttiven...

      Elimina
    2. Prof. Le alzo la palla per la schiacciata sotto rete
      E così esportano anche in Germania ed in Cina! Lo vede che la colpa non è dell' euro?

      Elimina
    3. Domanda da ignorante in materia, come vengono gestite iva e tasse per tali imprese? Se zerba22 può spiegarlo, grazie.

      Elimina
  30. Ai diversamente algebristi e a chi, come me, ha problemi di senilità, suggerisco una controprova semplice semplice della tesi di Bagnai. Dosi crescenti di austerità hanno prodotto un significativo miglioramento nella bilancia corrente dell'Italia. Con buona pace degli amici di un blog che si richiama a Keynes, questo non è dovuto ad una dinamica particolarmente favorevole delle esportazioni (che non hanno ancora recuperato i volumi pre-crisi, con risultante ulteriore calo della nostra quota di mercato internazionale) ma bensì alla compressione dell'import causata dalla soppressione della domanda indotta dall'austerità.
    Ora se in qualche modo dovessimo rilanciare la domanda, è facile prevedere quali sarebbero le ripercussioni sulla bilancia con l'estero. Si tratta "solo" di una questione di logica. O no ?

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Si tratta solo di una questione di mera logica. Che non possiamo ovviamente pretendere dall'uomo che sussurrava ai trulli.

      Elimina
    2. Grazie, professore. Mi ha dato il coraggio per rilanciare su di un piano un po' più sofisticato.
      Quella che l'Italia ha realizzato con estrema diligenza è la cosiddetta "svalutazione interna". Lasciando perdere i meccanismi d'azione (penso di conoscerli ma rischierei grosso), è dimostrabile che la svalutazione interna ha sul saldo di bilancia corrente effetti analoghi a quelli prodotti dalla svalutazione del cambio. La differenza fra le due è che, convenzionalmente, la prima si serve della deflazione, la seconda dell'inflazione.
      Ma c'è un altro aspetto della deflazione di cui anche gli euristi dovrebbero essere ormai consapevoli : anche ammesso che contribuisca a ripristinare la competitività del Paese (a big if), essa è assolutamente incompatibile con l'obiettivo di ridurre il debito, come dimostra il trend ostinatamente crescente del rapporto debito/Pil. E qui torniamo alla casella numero uno. Per quanto non sia pensabile che si possa proseguire indefinitamente con dosi crescenti di austerità (aka internal devaluation), si tratta purtuttavia dello strumento che tiene la bilancia corrente in equilibrio. E' perciò plausibile ritenere che nell'ipotesi di abbandono dell'austerità l'unico modo per assicurare la tenuta dei conti con l'estero sia la svalutazione del cambio.
      Cristo quanto l'ho fatta lunga !

      Elimina
    3. Legga i Dossier !!
      Durante un dibattito televisivo sull' €uro ( ho perso il link scusate ) tra il prof. Borghi, la piddina Alessandra Moretti apostrofa il docente con questa frase : le esportazioni vanno bene, s’informi e si legga i dossier.
      Non so a quali dossier si riferisse ma dalla serie storica ISTAT del PIL a prezzi correnti mi risulta che dal 2011 ad oggi il saldo della bilancia commerciale è positivo. Sono dati correnti né deflazionati ne depurati dal trend di lungo periodo ecc.
      Sono dati in controtendenza con un andamento di fondo negativo dal 2000 al 2010.
      Mi sono dato la spiegazione i Giancarlo Bergamini : l'import è diminuito a causa della ns recessione . Mi sembra che anche condivida questa spiegazione.
      Non vorrei commettere l 'errore di liquidare troppo frettolosamente dei dati che contraddicono la mia ( la nostra ) tesi l' euro ha danneggiato la ns bilancia commerciale e non solo.
      Potreste consigliarmi un qualche approfondimento ? magari sulla propensione marginale all' import che Gianluca Pierri ha giustamente indicato a completamento del moltiplicatore ?
      Gia li sento : l' €uro c' ha salvato dai prezzi delle materie prime, le esportazioni tirano...aboliamo la camera elettiva, rendiamo obbligatorio un anno nei boy scout e il paese riparte.
      Grazie

      Elimina
  31. Longo (euro24ore) oggi a tgcom24:

    - siamo in deflazione
    - questa è una crisi di domanda
    - l'euro ha raggiunto un valore troppo elevato, penalizza le nostre imprese

    Qual'è la ricetta per uscirne? ma certo, gli aggiustamenti fiscali! tagli al bilancio e riduzione delle tasse... però almeno sull'analisi dell'attuale momento finalmente dopo quattro anni di fesserie lette sul suo giornale ci ha preso.
    Avrebbe avuto l'assist facile per contestare la politica del governo sulla flessibilità visto che, essendo una crisi di domanda, i provvedimenti dal lato dell'offerta non c'entrano nulla ma ovviamente non l'ha fatto.
    Sconcertante lo slancio del presentatore nei confronti di B. Aquilini: "la sua ricetta di uscita dall'euro è ignorata dal resto del mondo" (prima che lui aprisse bocca).
    Certo, come no. Gli inglesi sono euroentusiasti e i francesi non vedono l'ora di farsi massacrare dalla troika, mentre la letteratura economica e i premi nobel "ignorano la ricetta di uscire dall'euro".
    C'è poco da fare, Borghi è un signore, io l'avrei messo con le spalle al muro.
    Uno non può dire qualsiasi cosa a spregio di qualunque logica e razionalità soltanto perchè conduce un programma televisivo.

    In quel momento avrei voluto poter evocare il cavaliere nero.

    RispondiElimina
  32. Se prendi 80 euro dalle mie tasse e li dai a uno che può solo comprare tedesco, i soldi delle mie tasse vanno in Germania.
    Troppa sintesi?

    RispondiElimina
  33. Prof. Bagnai,
    Immagino che il moltiplicatore funzioni anche al contrario!..cioè: se riduco la spesa autonoma questo comporta successive diminuzioni della spesa per consumi, nel corso di tutta la catena ?

    RispondiElimina
  34. Porca miseria.... Mai mi sarei aspettato che la soluzione dei paradossi di Zenone avrebbe potuto anche dimostrare l'incompetenza di chi vuole risollevarci con 80€ nella attuale situazione sbilanciata di bdp .. O sbaglio?

    RispondiElimina

Tutti i commenti sono soggetti a moderazione.