sabato 1 febbraio 2014

Il crotalo



Dopo quasi tre anni di strada percorsa insieme, penso che ormai avrete imparato a conoscermi. Come in ognuno di noi, si sommano anche in me caratteristiche genetiche e culturali, contribuendo a formare il mio carattere, pessimo, come quello di chiunque ne abbia uno. Avrete capito che è più facile diventare mio amico mandandomi a prenderlo nel culo, piuttosto che facendomi tanti complimenti. Non ve lo nascondo: quando uno mi dice “Bravo!”, la mia reazione istintiva è, quasi sempre: “Ma tu che cazzo ne sai?” E mi infastidisco.  Questo penso sia genetico. Avrete anche capito che non c’è nulla sul quale ritenga proibito scherzare. Appartengo a un popolo poco superstizioso, e questo, in effetti, ritengo sia culturale. Vi sarete resi conto del fatto che non mi interessa poi così tanto cambiare il mondo o le persone, e così come non mi interessano i loro complimenti (mi bastano i miei), non mi interessa il loro rispetto (mi basta il mio). E penso che vi sarete resi tutti conto del fatto che, come ogni Bagnai, anch’io sono paziente come un crotalo.

Era così mio nonno, è così mio padre, ed è così mio figlio, per la disperazione di sua madre, la povera Rockapasso. A nulla son serviti, attraverso le generazioni, gli apporti di altro sangue: dei Fioravanti, dei Procicchiani, dei Capasso. Nei Bagnai il gene della pazienza è assolutamente dominante.

La pazienza del crotalo, però.

Povero crotalo! Va saputo capire. Anch’io amerei essere capito, ogni tanto, tutti noi lo ameremmo, e tutti noi sappiamo che è impossibile. Se proprio ci va bene, ci potrà capitare di incontrare qualcuno che ci conosca meglio di come noi ci conosciamo. A me è successo. Ma che si possa incontrare qualcuno che ti conosca e ti capisca come tu ti capisci e ti conosci è un evento assolutamente impossibile. I matematici (ma non gli ingiengnieri) avranno già capito perché. Che nel continuum dei caratteri umani qualcuno possa azzeccare l’ascissa giusta è un evento di probabilità zero, esattamente come quello che una variabile casuale con distribuzione assolutamente continua assuma come valore un dato numero reale x, dato che l’integrale definito da x a x di f(x) ecc. (ma son sicuro che qualche matematico avrà da ridire...).

Quindi, poveri noi, nessuno ci capirà mai, c’est purement mathématique. La felicità umana, la stessa possibilità di vivere un’esistenza accettabile, dipendono in gran parte dall’elaborazione di questo lutto. Risolto questo equivoco, il resto sono bazzecole. D’altra parte, bisogna anche dire che molto di quanto rende la vita interessante scaturisce proprio dall’ostinato rifiuto di accettare questo semplice fatto matematico. Noi vogliamo comunicare, intuendo o sapendo che è pressoché inutile, ma è da questo conato che nasce l’arte, per fare un esempio.

Del resto, capirete anche che uno che quattro anni fa si è messo di traverso al PUDE evidentemente non manca di una certa amabile opiniâtreté, è abituato ad abbattere i muri con la cerbottana, e non sarete sorpresi se questa sera cercherà di abbattere quello dell’incomunicabilità.

Dovevate aspettarvelo.

Non ho difficoltà ad ammettere che qualora una limitata capacità di comprensione, o limiti di tempo, o una sana economia di pensiero, vi impediscano di capire due cose alla volta, nel dubbio, dovendo scegliere, fra me e il crotalo, è meglio capire il crotalo. Le conseguenze di eventuali equivoci sono molto più severe (come dicono oggi gli analfabeti, quelli che dicono “decade” e “domestico”) nel secondo caso (ah, per chi non ci avesse rinunciato, nell’ordine: “gravi”, “decennio”, “interno”. Grazie). D’altra parte, siccome la gens Bagnaia è geneticamente paziente come un crotalo, se farete la fatica di capire il crotalo, capirete anche me.

Povero crotalo!

Lui, fondamentalmente, si farebbe i cazzi suoi in santa pace, nel deserto. E già qui me lo sento così vicino, fra i tanti animali che tribolano nel gran mare dell’essere. Lui, di base, non avrebbe alcuna intenzione di interferire con esseri animati che non ricadano nella sua catena alimentare (a valle, naturalmente: va da sé che nessuno di noi vuole interferire con gli anelli a monte, che nel caso del crotalo sarebbero, ad esempio, certi rapaci). Anche lui, come me, è uomo di pace (o, più precisamente, crotalo di pace): se può evitare un conflitto, lo evita, ci prova in tutti i modi. Lo sapete, no, perché il crotalo si chiama crotalo, vero? Perché il crotalo è il noto idiofono. Osservate, amici, la Natura, ed inchinatevi illuministicamente ad essa. Sì, la stessa Natura matrignissima con gli eurofili, nella sua infinita sapienza e misericordia ci dà una lezione straordinaria, che tutti dovremmo apprendere: nel sorprendente laboratorio dell’evoluzione, attraverso millenni ed ere geologiche, ha lasciato che si affermasse una creatura che tutti ricordiamo per una caratteristica di estremo buon senso: se può, evita il conflitto, e affinché tu capisca che non è il caso, ti avverte. Del resto, lo stesso vale, se pure con un diverso linguaggio, per le vespe, tanto per dire.

Certo, bisogna avere orecchio (o occhio, a seconda dei casi).

E se non ce l’hai?

Be’, anche qui, come dire, mi riconosco abbastanza nel crotalo. A lui, come a me, non piace partecipare ad inutili tenzoni. Ha poco tempo e gli piace vincere. Madre Natura, sempre attenta ai checks and balances, ha fatto sì lo sforzo di dotarlo di strumenti che gli consentano di evitare lo scontro. Poi, però, lo ha dotato anche di strumenti che gli consentono di sopraffare rapidamente gli avversari: quei due dentini scanalati, sapete... L’anagrafe del crotalo è molto semplice: o lo senti in tempo, e sei vivo, oppure no, e sei morto. Notate anche che ci sarebbe da chiedersi perché Natura matrigna abbia dotato di un simpatico sonaglio un essere che in effetti, prima facie, non ne avrebbe tanto bisogno, perché chi lo disturba fa rapidamente la nota fine dei figli del cavaliere bianco. Chissà. Sicuramente lo avrà fatto nell’interesse del crotalo, ma a me piace pensare che lo abbia fatto nell’interesse generale: perché, come dire, se il crotalo non avesse i sonagli, le sue vittime sarebbero randomizzate. Verrebbe morso chi passa da lì per caso. Dando invece al crotalo la virtù della pazienza e della prudenza, e il modo di esercitarle (il sonaglio di avvertimento), madre Natura ha deciso di adottare una strategia diversa, più selettiva. Viene morso (e quindi muore) chi passa da lì ed è così coglione da non cogliere l’avvertimento.

Se poi chi passa da lì, al crotalo, addirittura gli pesta la coda, be’, in questo caso, ne converrete, sarebbe un po’ troppo chiedere al sullodato rettile di esercitare quella che pure è la sua (e la mia) virtù più appariscente: la pazienza (del crotalo).

Voi direte: “Ma chi può essere così sprovveduto da pestare la coda a un crotalo?” Eh, ragazzi, il mondo non finisce mai di stupirci...

Guardate ad esempio questo articolo di scenarieconomici.it, e poi ricordatevi l’articolo sull’asse dei piddini. Notate qualche analogia? Notate qualche differenza?

Cominciamo dalle differenze.

A me, come a scenarieconomici.it, l’articolo di Romano Prodi era passato del tutto inosservato. Ce lo aveva fatto notare (a noi) il buon Tiziano Diamanti. Ora, vedete, io sto cominciando ad affermarmi, e se scrivo mi pubblicano. Le repentine conversioni a U che da qui in avanti si produrranno potrebbero essere, per me, materia di articoli di giornale, tanto per dire. Più in generale, voi avete così tante idee, che potrei campare su questo blog per il resto della mia vita letteraria, semplicemente sfruttandole, cioè rubandovele.

Solo che, come il crotalo, anch’io sono intellettualmente onesto, cioè non voglio né essere, né sembrare, qualcosa di diverso da quello che, purtroppo o per fortuna, sono. E quindi, invece di scrivere con l’idea di Tiziano un articolo per il Fatto Quotidiano, o magari per il Foglio, ho semplicemente pubblicato il suo commento, riconoscendogliene la paternità, come è successo con tanti di voi, esclusi quelli che me lo hanno chiesto (va da sé: a differenza del crotalo, io sono un po’ dispettoso). Poi, mi son fatto due conti, e mi sono accorto di una cosa che in effetti è, o potrebbe sembrare, agli ingenui, uno scoop. In effetti, citando un valore ottimale del tasso di cambio euro dollaro, Prodi aveva praticamente detto che per l’Italia l’euro funzionerebbe se fosse la lira.

Notate bene, cercate di capire cos’è l’onestà intellettuale, quella virtù che chi fa ricerca deve imparare sul campo, ed è suo interesse farlo presto, perché farsela insegnare dagli altri può essere doloroso.
Nel mio articolo io riconoscevo due cose: il contributo di Tiziano, verbatim, ancora una volta, e il mio specifico, modesto, contributo originale. Si fa così, sapete, a noi ricercatori viene naturale. Ogni volta che scriviamo qualcosa, esponiamo rapidamente lo stato dell’arte, e poi chiariamo in che cosa pensiamo di contribuire al suo avanzamento. Nello specifico, Tiziano aveva meravigliosamente descritto le contraddizioni del pensiero prodiano. Io, da tecnico, aggiungevo il dettaglio quantitativo: la svalutazione auspicata da Prodi per l’euro coincide con quella che ci si attende per una ipotetica nuova lira, e naturalmente questa svalutazione, compatibile col nostro equilibrio, è incompatibile con quello della Germania. Aggiungevo anche il dato politico: i nostri politici sono evidentemente ignari, inconsapevoli (o schiavi) del fatto che le dinamiche economiche e politiche sono dominate dai rapporti di forza. Altro che battere i pugni sul tavolo!

Questo era il mio contributo, era, ed è, né cangia stato.

Ora, io nell’articolo di scenarieconomici.it vedo copiata l’impostazione del ragionamento di Tiziano (e fin qui). Vedo annunciato come uno scoop nel titolo il mio contributo specifico. L’unica cosa che non vedo è il mio nome, quello del crotalo.

Allora, cerchiamo di capirci, cari amici. Con la mia intervista vi ho fatto fare un bel po’ di contatti (non dovete dirmelo, lo so da me, succede sempre così). Buon senso vorrebbe che se vi servite di una mia idea diceste che è mia, e questo non nell’interesse mio, ma vostro.

Vedete, cari amici, quello che avete fatto è qualcosa di più di una lieve scorrettezza. È una gigantesca metafora. Per voi, usare le mie idee, è come per l’Italia adottare una valuta troppo forte: è, insomma come per la cornacchia mettersi le penne del pavone. Un’operazione che è non solo ridicola, ma anche e soprattutto foriera di gravi problemi.

Tranquilli, non siete i primi e non sarete gli ultimi. Questa correzione fraterna non servirà né retrospettivamente a voi, né preventivamente ai tanti altri (vedi alla voce incomunicabilità). Ma sapete com’è, oggi è la giornata della saggezza, sto arrivando a Rive Droite e vi regalo un’altra perla non mia: la cosa più terribile che ti possa capitare è che un tuo desiderio si avveri. Chi cerca notorietà sfruttandomi l’avrà. Poi non vi lamentate...

(scritto fra St Lazare e Rive Droite. Erick m'appelle, je vous quitte...)

73 commenti:

  1. Ammazza un cavajere coi sonagli! Anzi, coi controsonagli!
    Maestro la prendo in parola e la saluto con un bel va' a da via'l cü!

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  2. Cito da wikipedia:
    "una peculiarità di tutta la famiglia dei Crotalidi è la presenza di sensibilissimi recettori ad infrarossi" [...] "hanno una funzione fondamentale visto che questi serpenti sono sordi" [...] "percepire variazioni di temperatura nell'ordine di 0,003 °C" [...] "permette al serpente di creare una vera e propria percezione tridimensionale del calore, molto utile per localizzare la posizione esatta della preda" [...] " il sonaglio viene fatto vibrare trasformandolo così in una sorta di dinamo che carica elettrostaticamente il corpo dell'animale dando modo alla lingua di sentire le cariche elettriche presenti nell'aria"

    Questa spiega un bel po' di cose... ma con la musica come fa?

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  3. Professore nell'articolo c'è linkato dall'inizio dei tempi (nel senso che non è stato aggiunto furbescamente postumo) il suo post. inoltre 99% dei lettori di scenarieconomici.it legge goofynomics quindi la cosa non sta in piedi.

    io non sono gpg (seppur faccio parte di scenarieconomici) ma l'articolo è stato fatto in buona fede e non c'è e non c'è mai stata (e non ci potrebbe mai essere) volontà di plagiare alcunché.

    lei magari se ne fotterà, d'altronde non ci avrebbe aggredito in questa maniera se avesse un qualche riguardo e rispetto per noi o per il nostro lavoro, rispetto che da parte nostra invece non è mai mancato e l'articolo che lei ritiene plagio è solo l'ultima dimostrazione.

    Come si può accusare di plagio qualcuno che linka il suo articolo originale all'interno del post? non avrebbe alcun senso, è una sciocchezza se ne rende conto? come ho scritto su twitter, lei scambia la stima ed il rispetto per plagio.

    ovviamente non sto a dirle che sarebbero state apprezzate 2 righe di mail qualora avesse trovato fastidioso il pezzo, avremmo editato a piacimento in virtù della stima e del rispetto che proviamo per lei. ma così con post e twitter .. e non so nemmeno perché ho scritto questo commento, forse involontariamente come gesto distensivo visto che siamo sinceramente dispiaciuti dell'incomprensione, seppur fermi nel difendere le nostre ragioni (come detto il post è linkato). Eppure già so che questo commento riceverà risposte sarcastiche o di insulti oppure verrà cestinato, quindi non mi illudo molto sui risultati di questo commento, anche se ovviamente la speranza è l'ultima a morire.

    per concludere direi anche una cosa, col senno di poi il suo post poteva anche essere meglio evidenziato e di questo ce ne scusiamo, però lei sa, avendo un blog, che non tutte le ciambelle vengono col buco, che a volte si scrive di fretta e che mettere un link sembra sufficiente. In questo può esserci stata un filo di leggerezza ma MAI e POI MAI l'intento di far propri contenuti altrui.

    cordialità

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    1. Avevo ben detto che l'incomunicabilità è una tragedia. Vedo che non ci capiamo, ma a me non interessa. Non voglio cambiare gli altri. E nemmeno me stesso.

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    2. Credo che sarebbe stato più onesto scrivere proprio letteralmente ad esempio:

      Fonte: goofynomics.blogspot.it

      Invece di mettere l'url di collegamento sotto le parole "per prodi l'euro....."

      Nessun commento sarcastico comunque..e men che meno insulti. Mika siamo sulla bakeka di facebook dell'ortotterone qui.

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    3. Contributo da ingegnere (tanto per essere certo di risultare simpatico al professore): la cache di Google conferma che il link a goofynomics c'era sicuramente almeno dal 31 gen 2014 22:52:07 GMT
      Si veda la cache qui.

      P.S. Il mio crotalo personale (quello che ora dorme in camera da letto) dopo aver agitato furiosamente i sonagli per avvisare del pericolo, poi se mi fermo di scatto e resto immobile per qualche minuto (con lo spirito contrito) solitamente si acquieta.... :-)

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    4. Ma certo che il link c'era, l'ho visto anch'io. E del resto anch'io ho messo il link a Tiziano nel mio post. Ma l'ho anche nominato. Intendiamoci: non è scenarieconomici che costruisce la mia autorevolezza. Ma non si fa così: quando si cita il contributo originale di qualcuno, per quanto possa essere semplice, si cita anche il qualcuno di turno. Faccio anche notare che molte cose sembrano semplici dopo che qualcuno te le ha dette, ma se fossero veramente semplici le avresti dette tu. Io da quanto ho fatto finora non ci ho guadagnato nulla e ci ho perso abbastanza, per cui l'unica cosa che ho voglio mi sia riconosciuta. Poi, ovviamente, ognuno si regola come crede. Semplicemente, qui finisce una collaborazione.

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    5. @Andrea
      Non potete prendervela con Bagnai se giustamente si è risentito della cosa. E' capitato anche a me di dover intervenire alcune volte per ristabilire la giusta "paternità" rispetto ad articoli scritti da miei collaboratori, a volte "plagiati" (sul serio però) anche in pubblicazioni di settore.
      La prassi che mi sembra più corretta è sempre quella di citare espressamente la fonte all'interno dell'articolo (con tanto di autore e link all'articolo originale).
      In rete poi si vede di tutto, a parte le aziende che vendono a pacchetti articoli "originali", in realtà spesso copiazzature di cose già scritte (e i più furbi copiano dalla carta stampata non "ricercabile" con copyscape o strumenti analoghi), per finalità di posizionamento sui motori di ricerca o marketing tout court, c'è anche l'idea un po' bizzarra che ciò che gli altri scrivono e pubblicano sia di dominio pubblico, e quindi utilizzabile come si vuole e senza richiedere autorizzazioni o citare le fonti (quando spesso in calce ai siti è espressamente scritto - tutti i diritti riservati -).
      Non è questo ovviamente il vostro caso, ma dal punto di vista dell'autore (e l'ho sperimentato più volte, su persone più competenti di me), è sempre seccante e irritante scoprire situazioni di questo genere, da quelle più lievi (come la vostra) a quelle più gravi, anche perché spesso non si viene pagati per ciò che si scrive.
      Almeno per quanto mi riguarda l'URL linkato in modo contestuale non lo riterrei giustamente sufficiente.
      Complimenti comunque per il progetto. :)

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    6. Professore, personalmente vedo buona fede nella diffusione/riproduzione del suo post: la mancata citazione della fonte è stato sì un errore, che è stato opportuno far notare, ma comunque perdonabile.
      Continuo a pensare che lei sia ingiustamente anzi gratuitamente crudele con i suoi sostenitori, molto più crudele che nei confronti di chi la diffama, ma da sua ammiratrice (si può dire?) ho capito che posso provare profonda stima e riconoscenza per il lavoro di informazione che ha svolto finora (il fatto che lei non ne capisca le ragioni è irrilevante) senza farle complimenti. Isabella.

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    7. Chiarisco un concetto. I bastoni fra i piedi me li hanno messi sempre quelli "dalla mia parte" soprattutto se "miei sostenitori" e soprattuttissimo se "in buona fede". Mi spiace, sarò certamente stato ingiusto, me ne rendo conto e accetto le vostre critiche. Il punto però è che non potete prendere del metodo scientifico quello che vi piace (il fatto di avere aperto gli occhi se non a voi personalmente, quanto meno a molti altri), ma poi rifiutare quello che non vi piace (il rigore, con la scusa che sse volemo bbene, che il mezzo è quello che è, ecc.).

      Questo in generale, anche volendo prescindere dal fatto che qui c'è uno che per portarvi i risultati di questo metodo ha messo in gioco molto. Quindi, come dire, se fate così, poi vi conviene sperare che io perda!

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    8. Cmq io, sarà per sbadataggine ma non avevo notato il link a Goofy durante la prima lettura. Il motivo é che c'é nel testo una prima frase evidenziata in rosso che però non é un link. Quindi ho pensato che non ci fossero link nel testo in quanto non c'é differenza visiva tra i link e le frasi evidenziate. Quindi a voler pensare male (che come disse qualcuno é peccato ma ci si azzecca spesso; anche se io non sono particolarmente sensibile al discorso del peccato... Ma vabbé...) si potrebbe pensare che il link (quasi nascosto per me) fosse il classico paraculo (per usare un francesismo) nel caso di rogne. Magari sbaglierò ma apprezzo il chiarimento crotalesco.

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  4. Secondo me Scenarieconomici ha commesso una leggerezza.
    Mi preoccupano molto di più le inversioni ad eUro di molti italiani, esattamente come quando passammo dal Fascismo alla Repubblica.
    Per parlare di qualcosa di concreto per le future generazioni: quand'è che decideremo di insegnare i rudimenti di contabilità, economia e finanza nelle scuole? E' dai tempi di Isaac Newton con la bolla dei Tulipani che le crisi finanziarie si abbattono su questo martoriato pianeta eppure la gente non sa nemmeno distinguere tra un'azione e un titolo di Stato.
    Una volta bastava saper leggere per capire meglio il mondo, ora ci vuole altro. L'asticella da saltare è più alta.
    Altrimenti i Prodi e le loro fotocopie future continueranno ad approfittarsi di milioni di analfabeti che firmeranno cambiali in bianco sul loro futuro senza saperlo.

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    1. Economia e Politica sono fortemente legate, ergo nelle scuole non entrano. Si insegna qualcosa dei sottosistemi, necessari al funzionamento, ma i pilastri, i meccanismi principali ed ultimi vanno cercati altrove.

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  5. On topic?

    Cento volte al giorno ricordo a me stesso che la mia vita interiore e esteriore sono basate sulle fatiche di altri uomini, vivi e morti, e che io devo sforzarmi al massimo per dare nella stessa misura in cui ho ricevuto.

    Uno scappato di casa

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  6. Fossi in loro cercherei un buon incantatore di serpenti, magari il flauto glielo presta lei...... buon soggiorno in Francia Prof.

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  7. Un crotalo dispettoso. Superlativamente più intrigante dei solo crotali o solo dispettosi.
    Peccato per GPG IMPERATRICE, per lungo tempo voce nel deserto in Rischio Calcolato, stava facendo un ottimo lavoro di divulgazione in un contesto retrivo, sordo, cieco, tordo iperordoliberista dove l'ignoranza non si nasconde dietro l'ipocrisia piddina e si manifesta in tutta la rabbia del rivendicare col miopegoismo del ceto-medio-imprenditoriale uno stato contro lo lo Stato, il diritto del più forte contro i meno forti, i parassiti, senza tanti complimenti. In questo contesto i grafici e commenti asciutti della defunta han chiuso la bocca ai demonizzatori della spesa pubblica più di una volta. Una battaglia comune su fronti diversi.
    Vabbè, pace all'anima sua.

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  8. Evidentemente quelli di scenari economici non sono molto avvezzi alle pubblicazioni scientifiche. Se un ricercatore A scrive un paper P1 e il ricercatore B scrive il paper P2 che é di fatto una copia di P1, allora non é sufficiente per B aggiungere alla fine di P2 una nota che rimandi a P1. P2 potrebbe andare bene se con un chiaro riferimento a P1, estendesse i concetti di P1 o li confutasse; ma una copia con una nota in fondo non farebbe una bella figura nel mondo accademico (sorry!)

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    1. Mettiamola così: la colpa è anche nostra. Abbiamo portato nel mondo del web un minimo di dati e di rigore, in un epoca di auritiani, donaldiani, ecc. Questo è piaciuto ed è diventato un modello da imitare. Guardate adesso i vari Bisin, Minosse, ecc. alla rincorsa! Tutti ora argomentano con dati. Prima era molto diverso: bastava emettere qualche raglio conforme al pensiero comune.

      Forse facciamo male ad aspettarci che sia anche stato recepito il modus operandi accademico, il quale, peraltro, ha una sua ragion d'essere ben precisa. Se non si procedesse come dico sopra (cioè esponendo lo stato dell'arte e il proprio contributo), non si andrebbe mai avanti, e staremmo reinventando la ruota da secoli.

      Ora, questo a me sembra abbastanza ovvio perché è parte del metodo del mio lavoro, e credevo di avervelo insegnato. Credevo aveste visto con quanta pertinacia ribadivo il fatto che la maggior parte delle "mie" idee non erano affatto mie, e non era certo per trincerarmi dietro l'"auctoritas" di persone che non conoscevate. In un mondo dove l'informazione è distorta come quello italiano, sarebbe stato facile passare per un genio vendendo aria fritta (o rifritta, come nel caso di Donald). Speravo che fosse stata percepita la differenza non solo di contenuti e di clima etico, ma anche di metodo, Così non è.

      Allora, siccome, come dicevo al buon Oscar Dabbagno, da qui in avanti si apre una sterminata serie di scoperte dell'acqua calda, e siccome le scoperte dell'acqua calda non portano da nessuna parte, meglio chiarire subito che il metodo scientifico è quello del crotalo.

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    2. E' vero, l'effettosull'altra parte è che sono stati costretti a passare dalle fregnacce apodittiche alle fregnacce "credibili" (ricorda qualcosa?).

      Seguirà l'uscita dal sistema (delle fregnacce).

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  9. Capire è già catturare. C'è più libertà di quanto sembra.

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  10. CHOMSKY: "LA DEMOCRAZIA IN ITALIA E' FINITA"

    Noam Chomsky, il maggior linguista vivente, l'autore del capolavoro Il linguaggio e la mente (Bollati Boringhieri, 2010), a 86 anni ha mantenuto una lucidità di pensiero che non lascia spazio a dubbi e illusioni. "Le nostre società stanno andando verso la plutocrazia.

    Questo è neo-liberismo" ha detto Chomsky, in Italia per il Festival delle Scienze all'Auditorium Parco della Musica di Roma dove è protagonista di due appuntamenti sold out in sale di 700 e 1.200 posti tanto che sabato 25 gennaio è previsto uno schermo supplementare nel foyer dell'Auditorium.

    LA DEMOCRAZIA E' SCOMPARSA Chomsky ha ricordato che "secondo uno studio della Oxfam, l'Ong umanitaria britannica, 85 persone nel mondo hanno la ricchezza posseduta da 3,5 miliardi di individui. Questo era l'obiettivo del neoliberismo" di cui parla come di "un grande attacco alle popolazioni mondiali, il più grande da 40 anni a questa parte".

    In Italia "la democrazia è scomparsa quando è andato al governo Mario Monti designato dai burocrati seduti a Bruxelles, non dagli elettori" spiega il linguista di Filadelfia, che vive vicino a Boston ed è a Roma con la raccolta di testi inediti in Italia su oltre 40 anni di lotte e pensiero I padroni dell'umanità (Ponte alle Grazie). Sono saggi politici dal 1970-2013 dove i principali accusati dello sfruttamento politico e delle guerre, dal Vietnam alla Serbia e all'Iraq, restano gli Stati Uniti e la società dominata dalle multinazionali.

    L'EUROPA E' AL COLLASSO In generale "le democrazie europee sono al collasso totale indipendentemente dal colore politico dei governi che si succedono al potere perché sono decise - sottolinea Chomsky - da banchieri e dirigenti non eletti che stanno seduti a Bruxelles. Questa rotta porta alla distruzione delle democrazie e le conseguenze sono le dittature". "Mario Draghi - continua - ha detto che il contratto sociale è morto.

    Ciò che conta oggi è la quantità di ricchezza riversata nelle tasche dei banchieri per arricchirli. Quello che capita alla gente normale ha valore zero. Questo è accaduto anche negli Stati Uniti ma non in modo così spettacolare come in Europa. Il 70% della popolazione non ha nessun modo di incidere sulle politiche adottate dalle amministrazioni". E da chi è composto questo 70%? "Da quelli che occupano posizioni inferiori sulla scala del reddito. Quell'1% che sta nella parte superiore ottiene a livello politico ciò che desidera. Questa è la plutocrazia".

    GLI INTELLETTUALI HANNO LE LORO COLPE Tra i pensatori più autorevoli del nostro tempo, Chomsky non risparmia critiche agli intellettuali che, spiega, "hanno tutte le responsabilità degli altri esseri umani: cercare di incentivare il bene comune e del resto del mondo". La sfida del futuro è "non limitarci a osservare il corso degli eventi" e per farlo, conclude, "bisogna eliminare la struttura di quelle istituzioni che perseguono il 'tutto per noi stessi, niente per gli altri', non colpire il singolo perché verrà semplicemente buttato fuori dal sistema".


    Il crotalo però non può fare a meno di topi, topini, roditori, per alimentarsi e sostenersi, se no rischia di venir ingoiato da un altro crotalo …


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  11. Dai che la crisi è passata.

    A proposito ma...se Letta dice agli arabi che la crisi è passata e che l'Italia "offre oppurtunità" di investimento prende per il culo di piu gli arabi o gli italiani?

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    1. Direi piu' se stesso!
      Direi che "s'offre tanto" perche' sa che non sara' mai invitato agli incontri segreti che contano.....
      http://online.wsj.com/news/articles/SB10001424052702303519404579354591112751418

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  12. Nell'articolo dell'illustrissimo sta tutta l'insostenibike pesantezza dell'accademico. Quando racconto a qualcuno le Sue tesi sarò obbligato a citare il blog o basta dire "l'ha detto Bagnai"? Nel dubbio dirò "lo dicono autorevoli accadamici". Può andare?

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    1. Caro, tu puoi dire quello che vuoi, puoi anche dire che lo pensi tu, qual è il problema? Sono cose di buon senso, in fondo. Un conto è dire, un conto è pubblicare, penso che anche tu possa arrivarci, nonostante la tua gradevole leggerezza.

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    2. ...ah, già, scusa, sì, leggerezza: non avevo notato le famose "tesi di Bagnai". Ma poi, perché usate sempre questo vocabolo: "tesi"?

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  13. Giusto ieri parlavo con un amico di Bagnai. E dicevo che, sì, il prof è arrogante e ha un carattere impossibile, però sul piano tecnico è ineccepibile. Ragion per cui non lo si può liquidare (come pretendeva lui) come un santone alla pari di Grillo o Barnard.
    Beh, qui viene fuori il carattere. Una presa di posizione assurdamente ed inutilmente dura su una leggerezza di SE; ulteriormente aggravata dall'arroganza con cui risponde al povero Andrea Lenci (commento delle 00.17).
    E' vero che nel mondo accademico le citazioni si fanno in altro modo, ma qui siamo sul web, non in ateneo.
    "Forse facciamo male ad aspettarci che sia anche stato recepito il modus operandi accademico, il quale, peraltro, ha una sua ragion d'essere ben precisa."
    Esatto. Posto che vai, usanze che trovi.
    Hai portato i contenuti accademici, con il relativo modus operandi, qui sul web, e di questo ti va dato merito. Ma lo hai fatto sul tuo blog, dove sei padrone; non puoi pretendere che tutti si adeguino al tuo standard, neanche quando ti citano. Altrimenti dovremmo seguire gli stessi criteri anche quando, magari chiacchierando con gli amici, parliamo di ciò che scrivi tu.
    Nel caso specifico poi, SE è un sito dove il metodo scientifico è applicato con un rigore nettamente superiore alla media; media che, come sappiamo, è molto bassa. Ogni ambito ha le sue regole, e tu te la stai prendendo con quelli che più si avvicinano a te.

    PS: e con questo mi sono scavato la fossa. Pazienza... in fondo sono un po' crotalo anche io

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    1. No, mi dispiace, non ci siamo, non cogli il punto, ma non ti sei scavato alcuna fossa. E comunque io non pretendo nulla. Ognuno si scredita come vuole. Siccome questo andazzo d'ora in avanti sarà la regola, ho semplicemente precisato come ci si comporta. Ognuno è libero di NON farlo. L'ateneo non c'entra nulla. C'entra invece il puntare sul cavallo giusto.

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    2. Prof, mi viene il sospetto che non tanto di onestà o disonestà si tratti, ma anzitutto di confusione espositiva, cioè di non saper impostare (e forse mai dovuto fare) il tanto vituperato tema o riassunto presente almeno tre mattine su sei (in alternanza con la mattina di problema e dettato) all'epoca della scuola elementare d'antan: scrivendo di un argomento trattato da altri, si doveva subito dire che il tale argomento era stato trattato dall'autore AB, la tale poesia o il tale racconto di cui si faceva riassunto e/o commento erano dell'autore AB, il tale brano era tratto dall'opera GF (allora i blog non c'erano) dell'autore AB.
      E così all'orale, esponendo la lezione studiata.

      Impostare il discorso seguendo l'ordine logico appreso dalla maestra e senza che ci permettessimo alcuna di quelle spiritose invenzioni (cioè approssimazioni o bugie ) dalla didattica e dalla mentalità successive considerate "creative", "spontanee" e dunque sacrosante (e di solito solenni scemenze): impostare subito in tal modo il discorso diventava un metodo, appunto, nel quale sia disonestà che onestà avevano poco spazio, anche perché, se non si nominava l'autore AB, il resoconto scritto od orale non veniva considerato completo e l'alunna omettente veniva richiamata a una maggior attenzione.

      Poi vennero molteplici riforme scolastiche, la didattica e l'apprendimento come libera espressione di...(di solito, cavolate), "la grammatica è borghese" (propugnato il credo da molte direzioni didattiche), il "qualcosa ha/ho detto/scritto" (dalle elementari all'università), la scuola che deve "gratificare", il 5 in italiano in prima o in terza superiore come trauma inenarrabile.

      (Le ultime invenzioni anche burocratiche non le svelo perché tengo famiglia).

      In conclusione: la confusione espositiva, presumibilmente di antica origine, per me non è una scusante ma un'aggravante e va da sé che le iniziali maiuscole GF e AB le ho scelte proprio a caso ;)

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    3. Sì, mi scuso per il termine "onestà", che può suonare pesante. Il punto credo sia quello che esponi. Ora, vorrei essere molto sereno nel farvi constatare una cosa. Da ormai tre anni questo è l'unico laboratorio di pensiero critico funzionante in Italia, e il merito è vostro e mio. Io riconosco sistematicamente i vostri meriti: l'ho fatto nel libro, in generale e in particolare, lo faccio nelle interviste televisive, sui giornali, ecc. Forse non è nemmeno un fatto di confusione, ma di stile.

      Da qui in avanti, siccome sarà la violenza dei fatti a imporre all'evidenza di tutti che le cose andranno a finire come qui diciamo da anni, sarà evidentemente tutta una corsa a dire "io l'avevo detto". Anche questo non sarà il caso di SE, per carità. Però ci vuole veramente poco a dire, come qui tutti noi facciamo, "l'ha detto Tizio". Ci vuole talmente poco, ed è una cosa talmente naturale, che quando non viene fatta, perdonatemi, a me più che fastidio suscita sospetto. Non saprei nemmeno io di cosa, onestamente. Ma perché pestare la coda al crotalo?

      Potremmo anche chiuderla con un "tutti i gusti son gusti...".

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  14. Professore,

    ci sono anche giornalisti come Marcello Foa, che anche oggi, danno a Cesare (lei) quello che e' di Cesare; legga cosa pensa Foa di lei e del suo libro.

    Detto da un giornalista che non viene dal suo percorso "ideologico", mi sembra uno straordinario riconoscimento da parte di un vero liberale:

    http://blog.ilgiornale.it/foa/2014/02/02/euro-tutte-le-ragioni-di-bagnai-e-di-chi-non-si-rassegna/

    Buona permanenza nella perfida Francia, alla quale non so cosa la accomuni! Per me i Francesi restano quello che sono (e non ne penso bene).

    C'e' gente intellettualmente onesta da tutte le parti.







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    1. Credo che il problema di trovare qualcuno che condivida il mio ipotetico percorso ideologico e anche un minimo di buon senso sia sostanzialmente insolubile.

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    2. E' già la seconda volta che Foa cita Bagnai; io penso che Foa sia un illuminista, nel senso più profondo del termine: allontana la nube dell'oscurantismo ideologico con logica e analisi.
      Credo che il prof si debba rassegnare a "sentirsi di sinistra" ma citato e divulgato dalla destra.

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  15. http://www.gustavopiga.it/2014/la-pistola-a-salve-delleuropa-leuro/?utm_source=rss&utm_medium=rss&utm_campaign=la-pistola-a-salve-delleuropa-leuro
    E poi invece si legge questo intelligentone che dice che non abbiamo capito un cazzo! Che Prodi non vuole un Euro come la Lira anzi esso è la nostra salvezza perché potremmo svalutarlo senza preoccupare i mercati, perché con esso potremmo sederci al tavolo dei Grandi. Potremmo svalutarlo e creare ricchezza, lavoro, prosperità, financo fratellanza tra i popoli. Ma io mi chiedo: questo è stato in Germania negli ultimi 70 anni?

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    1. E il tavolo dei grandi,beninteso,è quello dove sei commensale oppure sei nel menu,come ci è stato ripetutamente spiegato.Questi viaggiatori ricordano un poco i fermatori del trenino,se non altro per la fine che faranno.

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    2. Piga ha scoperto le sue carte da tempo, con i suoi Viaggiatori in Movimento credo abbia interessi politici chiari (vuol fare un movimento o vedere di aggregarsi a qualche partito già esistente), quindi dal suo punto di vista va "capito", deve dire che l'euro così com'è non va bene, ma può essere cambiato e salvato. Insomma è un altro che per difendere l'euro e i propri interessi sta distruggendo la sua reputazione economica (spero che riesca meglio come filosofo, ma pensando a Fusaro e leggendo lui, ho forti dubbi). Negli ultimi mesi poi è passato dall'essere un simpatico Fognatore degli USE a diventare un patetico difensore dell'"euro diverso", continuando a dire che la fine dell'austerità (che comunque ha le sue colpe) riporterà il benessere nell'UEM. Nel post citato poi mette il link al post di SE e non a quello originale di Alberto come se volesse evitare una sorta di scontro frontale, magari sbaglio ma come si dice : a pensar male...
      Il pensiero di Piga mi sembra chiaro, invocare un euro diverso per guadagnare consenso politico per i Viaggiatori, con la consapevolezza che quando l'euro finirà potrà dare tutta la colpa alla cattiva Austerità, ovviamente senza citare minimamente la lotta di classe che l'euro ha innescaco e portato avanti a senso unico, vedi Electrolux.
      Che poi le TeorieDiBagnai non siano di Bagnai (come specificato nel Tramonto dell'euro), che il prof porti una sfiga tremenda e abbia il carattere di un vecchio Crotalo, è un altro discorso. ;-)

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    3. Piga sa benissimo come la penso e gliel'ho detto di persona a maggio scorso in un incontro pubblico e disponibile su Internet. Non credo ci sia altro da aggiungere.

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  16. "la cina esiste da 5000 anni", Bagnai, sei un Bagniaista......questa è una delle frasi preferite di Bagnai per non rispondere!!! ....usssssignur......leggiti l'articolo e poi fatti due conti con la lira, ariauguri.
    Questo mi accadeva in una discussione nella fogna di fb.Va bè consolati, per il piddino hai pur sempre scoperto la Cina!

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    1. Facebook è veramente una fogna, e infatti è rimasta l'ultima trincea degli euristi, che anche su Twitter stanno recedendo... Non contare su di me!

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    2. Ehilà! Su Facebook c'è anche gente che si sgola contro l'euro, eh? Se no perché amici e colleghi mi prenderebbero per il culo, da un paio d'anni? Ma riderà bene (per non piangere) chi riderà ultimo...

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  17. Stamattina, quando ho letto questo post mi era venuta voglia di commentare ma ho frenato l'istinto perché è sempre meglio riflettere prima di scrivere.
    Poi altri hanno commentato più che bene quindi rinuncio a commentare l'eperienza di altri ma posso postare la mia.
    Da quando mi sono appassionato alla lettura di questo blog e di altri che trattano dell'economia i rapporti con mia moglie sono peggiorati.
    Sarà quel certo nervosismo che provocano certe notizie e certe informazioni e forse questo nervosismo non coglie solo me ma anche il prof.
    D'altra parte ne aveva già parlato precedentemente.
    Sembra che l'euro non provochi solo catastrofi economiche ma anche nei rapporti sociali (lasciando da parte quelli tragici).

    Oggi avrei voluto porre una domanda sul PIL ma memore delle "istruzioni per l'uso" e venutami in mente l'emozione che potrebbe provare un allievo del prof. a porre allo stesso un quesito mi sono astenuto, mi sono anche arrangiato da solo ed ho trovato un "PIL for dummies" qui, spero sia utile per i "dummies" come me.

    Sono stato anche fortunato perché ho trovato anche questo commento che riporto perché utile per farsi due risate e stemperare gli animi, qui la fonte:
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    Dicolamia2013

    Nella formula non vedo la voce R = Risparmio

    Dunque se io facessi da me le pulizie di casa e mettessi sotto il materasso 2’000 CHF/mese non contribuirei a nessun aumento del PIL nazionale.

    Invece se io facessi fare le pulizia di casa dalla moglie del mio vicino e la pagassi 2’000 CHF e il mio vicino facesse fare le pulizie di casa a mia moglie e la pagasse 2’000 CHF, per la gente comune saremmo due pirla, ma per gli economisti avremmo prodotto 4’000 CHF di PIL.

    MXM
    Ceterum censeo BNS (BCE, FED ecc.) delendam esse
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    Dopo le risa mi è venuto un dubbio, ripensando al post recente sull'Argentina dove si parlava di sovrafatturazioni per foraggiare il mercato nero, queste sovrafatturazioni non gonfiano artificialmente il PIL?

    Ma alla fine, quanto valore dobbiamo dare al PIL se è così "grossolano" come dato?

    Saluti.

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    1. L'alternativa qual è? In questo momento la lotta alla contabilità nazionale è puramente ideologica, anche se bipartisan (da destra e da sinistra). Qualsiasi strumento di misurazione di qualsiasi cosa è imperfetto. Questo non significa venerare il Pil. Significa che se vuoi articolare una politica economica devi comunque avere degli indicatori sia pure imperfetti di riferimento. Staremmo peggio se invece di essere sceso al livello del 1997 il Pil pro capite fosse rimasto sulla sua traiettoria?

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    2. "Sarà quel certo nervosismo che provocano certe notizie e certe informazioni"

      eh si, la consapevolezza fa incazzare, e rende il sangue amaro, forse in maniera permanente

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    3. In risposta al commento di Dicolamia2013 su un sito ticinese e qui ripreso da Marco Caporaletti, si può dire che essendo appunto una pirlata (pagare la moglie del vicino per fare le pulizie di casa con annesso ricambio di favore) il caso sarà alquanto improbabile e pertanto il pil non registrerà alcun aumento fittizio del prodotto interno.

      Qualora poi vi fossero effettivamente dei pirla, è giusto che il pil ne tenga conto (tendenzialmente non discrimina le attività di nessuno)..

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    4. Più che di pirla io parlerei di evasori o truffatori.
      La pratica delle sovrafatturazioni, fatture false, fatture per scaricare l'iva etc. etc è alquanto diffusa, basta sentire il tiggì della sera.

      Quanto questo influisca sul PIL è da vedere, potrebbe falsarlo del 20%?, 30, forse 40? boh!

      L'unica cosa sicura è che dalle fatturazioni diciamo legali e dichiarate lo stato ricava iva e tasse ma se poi sono vere o fuffa non è dato sapere.

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  18. Citare accuratamente e manifestamente le fonti da cui una ricerca (accademica o meno) trae i propri debiti teorici per poi svilupparsi autonomamente (se vuol essere originale, sennò basta un link al testo e chiuso lì), è una questione etica, di onestà intellettuale, codificata in una metodologia precisa ("scientifica"). Ma con l'avvento del web tutto ciò è stato scompigliato, e mi pare essere in corso una ri-definizione (col senno di ora, cioè di prima, direi in peggio, come in peggio, ad es., vedo la lingua del futuro, che più che a quella di Dante assomiglierà a quella degli sms) di protocolli e paradigmi, il che può portare all'abbassamento, convalidato dall'uso generalizzato, della soglia di accettabilità del "discorso" secondo i canoni precedenti. Non so se il medium possa conformare di sé in toto il messaggio (il vecchio McLuhan era convinto di sì), comunque il web ci ha messo del suo. E' un aspetto specifico, fatto salvo il fatto che una tecnica non può creare di per sé disonestà o malafede in un utente, se l'utente non è già predisposto.

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    1. Alla fine a me se uno reinventa la ruota (come dicono gli inglesi) non mi interessa nemmeno tanto quale sia il suo atteggiamento psicologico, ma solo il fatto che si perde tempo. Comunque sì, hai ragione, forse c'è anche un problema di "medium". Qui medio ferit, medio perit.

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  19. Prof sinceramente al suo posto mi sarei risparmiato questa fatica. Ho dato un'occhiata a scenarieconomici che non conoscevo e ne ho tratto l'impressione che siano suoi grandi ammiratori. Forse si potevano perdonare.
    Ho letto poi un'intervista che lei ha dato a scenarieconomici a marzo 2013 e quando si parlava di Banca centrale hanno cominciato a girarmi....
    Non riesco a capire quello che sta succedendo su Banca d'Italia e non sono d'accordo con quasi niente di quello che si dice sull'argomento, anche da parte degli eterodossi.
    Non solo per la rivalutazione delle quote, che secondo me dovrebbero valere zero, ma quello che più mi sconvolge è la creazione di questo mercato delle quote. Saranno quotate sul LSE?
    Scherzi a parte: Tremonti voleva nazionalizzarla ed ora mettono le quote in un mercato over the counter?
    Impazzisco: se torniamo alla Lira ed un governo vorrà nazionalizzare la Banca d'Italia dovrà fare un'asta?
    Secondo me anche questa mossa è finalizzata a rendere più difficile l'uscita dall'Euro. Le termiti di Salvatore Giacchetti operavano in Europa ed influenzavano la legislazione degli stati "sovrani". Ora le termiti da noi sono diventate autoctone.
    Lo so, sono fuori tema, ma sta cosa mi fa proprio diventare na bestia.

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    1. Credo anch'io che, al di là dei prossimi ed eventuali stress test, al di là del fare un favore alle banche, l'intento principale sia stato quello di complicare e mettere i bastoni tra le ruote all'€-exit (la paura fa novanta, come si dice, ma in questo caso fa 7 e 1/2)

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  20. @marco caporaletti.
    A proposito della fonte PIL for dummies, un'obiezione di carattere non strettamente finanziario: in questa bella società a costo quasi zero, parte del costo quasi zero è un costo di genere, indovinare quale, come del resto nella fonte si trova senza che però sia detto "costo di genere" che in termini del tutto personali ritraduco come schiavitù domestica all'ennesima potenza, dato che si parla di istruzione e cura degli abitanti e dando per scontato il lavoro domestico di base.
    Le donne si fanno un mazzo tanto (v. fonte, che però impiega un linguaggio neutro) più di ora, esattamente come temo sarebbe la nuova (?) società auspicata dai predicatori dell'autoconsumo, gli esaltatori della natura, i degustatori degii idilli silvo-agricolo-pastorali, gli amish europei, per dire.
    Uno schifo, IMO (non IMU!!!).

    Non ce l'ho con chi ha messo il link, @marco, e neppure con chi ha scritto il post, ma proprio con gli auspicatori del nuovo servaggio della gleba. E se sono donne, peggio.

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    1. Adriana, ho colto la precisazione e sono d'accordo con te, anche a me era parso un pò "sempliciotto" e di più lo era il commento.

      Considera però che lo scopo era quello di semplificare e l'utilizzo di un luogo comune era efficace anche se detestabile.

      Spesso semplificare urta alcune sensibilità, chiedo venia.

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    2. Marco, il piattume a senso unico e solito era quello del testo di partenza in mezzo a un utile esempio di computo del PIL.

      Per me che sono un poco irruente è sempre un buon esercizio leggere e rileggere prima di rispondere, proprio cercando di distinguere, nella lettura e nella risposta, la cosa dalla cosa detta, la cosa detta dal come detta, il come detta dalle possibili mie risonanze, le possibili mie dalle possibili altrui.
      In questo cercare di distingure ecc. ecc,. i buoni maestri, dalle elementari in su, hanno avuto la loro parte, mentre i difettacci in partenza, in itinere e in arrivo (bleahhhh) sono miei originali.

      Un esercizio di pazienza e ponderazione (grrrrr) lo faccio "grazie" a un gruppo di discussione Fbook nel quale mi ha arruolata un'amica, ad alta percentuale di piddini molti anche pdini molti irriducibili e talvolta simpatici, ma proprio col paraocchi.
      Pensa che il massimo che ho ottenuto sulla Grecia è stata la speranza che tra poco smetta di soffrire, in seguito - presumo a ciò si pensasse - al successo di Tsipras alle europee, e sui sottomarini venduti alla Grecia dalla Germania, che questa diventi meno corrotta, Uh uh.
      In totale, due adesioni illuminate, una e una.

      Li preferisco ai pro-gleba per ovvie ragioni, ma, al confronto, leggere e criticare il pro-gleba che immagina un Pil-con-ridotta- spesa pubblica-grazie-alle-massaie è stato una passeggiata.

      Ciao e grazie della risposta.

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  21. Prof,
    se le cose NON andranno a finire come qui dite da anni, ho già in mente il titolo di un libro :

    "Il tramonto del crotalo"

    Buona serata

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    1. E quale sarebbe il titolo in caso le cose andassero a finire "come dite qui da anni"? Pensiamo sopratutto alle vite rovinate di 2 generazioni di italiani, inutilmente, se le cose sono "come dite qui". Che cosa pensare di Prodi, Monti, Amato, Draghi, Napolitano ecc. ecc. ecc. se le cose stanno "come dite qui". Del resto l'esercizio proposto qui é quello di farsi un'idea propria e non di fare tifo per una "tesi" o l'altra. Ho sempre odiato i tifosi.

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  22. La verità è antiestetica. Come la buona musica al primo ascolto. Per chi non ne è avvezzo.

    Poi rimane solo quella. E non desideri altro.

    La verità oggettiva è espressione dell'onestà soggettiva. E viceversa. Logos e pathos. Scienza ed arte. Maschio e femmina. Est ed ovest. Positivo e negativo. Potenza, tensione, energia. Vita, morte. Equilibrio dinamico. Il ciclo. Il Tao.

    Bazaar, pipposofo.

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  23. Caro SE, se posso suggerire, la prossima volta metti il riferimento esplicito! Magari con un bell'occhiello della serie:

    Clamoroso outing del Bel Pirla! Come evidenziato oggi dal prof Bagnai su Goofynomics, Prodi ci dice che l'euro funzionerebbe bene se fosse... la lira!.

    Piuttosto, non mi riferisco all’episodio specifico ma più in generale…. non ci posso credere. Ma davvero siamo ancora, mind my English, a scagazzare la minchia con … "ma che caratteraccio Bagnai…Ma che arroganza…."

    ...miiinchia ma chisssssssssennnnnnefuuuuutte dell'arroganza di Bagnai, che non è arroganza ma bensì semplicemente intolleranza ai coglioni (ed ai bastardi traditori); in cambio di questa "intolleranza" abbiamo ricevuto la chiave di lettura per unire i puntini su di un fatto fondamentale che condiziona ed incide pesantemente sulle vite di tuti noi!

    Ergo, per me può andare avanti a prendere a sberle chi gli pare e quando gli pare, specialmente ALCUNI colleghi suoi, ai quali è evidente che lui NON può andare a genio! Essicapisce: questi novelli Guidobaldo Maria Riccardelli ammanniscono per anni fetenzie sulla corazzata Knjaz' Potëmkin Tavričeskij, e che cosa ti succede: arriva il nostro a dire esplicitamente quello che era già dentro all’intimo dei malcapitati spettatori, ma che non riuscivano ad esprimere, e cioè che la corazzata Potemkin è una Cagata Pazzesca. [1] Naturalmente beccandosi 92 minuti di applausi!

    Ebbene si, cari …. (metteteceli voi i nomi che tutti soni troppi), l’Euro è una cagata pazzesca! (8 milioni di contatti o quelli che sono non lo so!)

    Però, che arrogante ‘sto Bagnai….

    [1] Con tutto il rispetto per Sergej Ejzenštejn, qui ovviamente non si discute il film, ma la coercizione imposta dall’Etarcos di turno, lo specialista del pensiero per conto terzi!

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  24. Sembra che citare Bagnai sia diventato molto trendy
    Personalmente dubito che l'autore abbia compiutamente capito quello di cui riferisce nel suo blog. Anzi, credo che l'autore abbia letto frettolosamente il Tramonto dell'euro. Anche perché, argomentando dei pregi del libro, si produce nella perla che segue:
    "la solidità dell’analisi non è dogmatica ovvero non si propone di suffragare una tesi elaborata a tavolino, ma pragmatica, incentrata su dati storici, statistici oggettivi".
    E come potrebbe essere diversamente?

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    1. Sempre meglio di chi insulta senza leggere non trova? Almeno un uomo e un giornalista che teoricamente dovrebbe stare dall'altra parte fa leggere ai suoi lettori qualcosa che non appartiene alla vulgata economica e politica, quella si very trendy for over 20 years.
      Chapeau a Marcello Foa, e per essere un vero democratico.
      Vada a cercare un equivalente di Foa su La Repubblichella.

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  25. L'essere degni ai propri occhi è essenziale. non potremmo dare, altrimenti, il meglio, resteremmo personalità timorose pronte a delegare ad altri le decisioni sulle scelte essenziali. Cresciamo in un clima di attacco alla dignità delle persone. Succede ovunque anche nelle famiglie quando un padre o una madre per farsi obbedire inducono i figli a non avere stima e fiducia in sè stessi. Chi è in posizione di comando ed è dominato da ossessioni o paure, e ha l'intelligenza per capirne il potere, tende ad usarle creando le condizioni perchè gli altri si vedano incapaci di avere forza, intelligenza, coraggio e consapevolezza. Con l'inganno, non riconoscendo i nostri meriti, gli sforzi e le capacità, producono in noi sensi di colpa e di inferiorità ci rendono psicologicamente soggiogati, incapaci di far valere la nostra volontà. La dimensione politica è dominata da queste logiche. Ci dicono corrotti e inefficienti (contribuendo efficacemente prima a creare il giusto clima di corruzione e di inefficienza) così che ci appaia come scelta giusta e necessaria una modalità autoritaria di gestione della cosa pubblica.
    Ci dicono cicale, gente che non ha voglia di lavorare, così che la povertà, la mancanza di lavoro, conseguenza di accordi favorevoli all'economia del più forte, ci appaia come un meritato castigo. Il Riconoscimento diventa essenziale ed è proprio quello che volutamente ci viene a mancare. Sono meccanismi, però, che una società matura non può più accettare ma sono pochi quelli che leggono in quest'ottica l'attuale conflitto politico-economico. Siamo quasi tutti abituati a considerare la dignità come una questione di secondo piano rispetto alle altre, quindi risultiamo poco sensibili, poco rispettosi.
    I ragazzi di scenarieconomici sono in buona fede….nemmeno se ne sono accorti.

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  26. Scusate, sono un indegno pubblicista, ma figlio di un giornalista di altra epoca, non quella odierna (vorrei dire di mio padre: con i "controc..." ma sarei di parte), e qualche cosa, pur non esercitando quotidianamente la professione, l'ho appresa.
    qui la questione è semplice: la fonte si cita, sempre e per esteso, a meno che non rientri nella categoria "segreto professionale".
    ora, questo mi pare il tipico caso che scaturisce dal "facile accesso al web", per cui delle persone, magari giovani magari giornaliste (ma capita spesso che i blogger non lo siano e non ci troviamo nulla di male), trattino l'informazione, sia pure nella buona fede, con velocità eccessiva, spesso supportati dalla passione e quindi da un pizzico di esaltazione, nonché dalla superficialità. Si crede che la citazione sia sufficiente, e invece non lo è. Le sigle, gli acronimi, ad esempio, si esplicitano, per esteso, perché non tutti sono dovuti a sapere a cosa ci si riferisce.
    Uno dei problemi, per esempio, che sorgono dal "nuovo giornalismo", è che troppo spesso, alcuni narrano i fatti come se scrivessero un racconto; ma siccome anche il giornalismo, avendo le sue regole, si dona un minimo di scientificità (se così mi è permesso definirla), ecco che il derogare alle regole in nome di una presunta "modernità", di un "non si usa più"... crea confusioni, dalle quali non sono esenti i professionisti. Purtroppo. Basta guardare in quanti scrivono romanzi, credendo che "basti saper scrivere", ma una cosa è un "pezzo" una cosa un romanzo... vabbè, lasciamo stare
    La reazione di Bagnai non mi meraviglia, perché decine di volte mi è capitato sentire persone che si lamentavano di come era stata riportata l'intervista che avevano rilasciato - a volte senza motivo - solo che in questo caso, a differenza di altri, il soggetto ha la possibilità di replicare, e ovviamente, giustamente, consequenzialmente lo fa!
    Chi si espone al pubblico deve essere pronto a beccarsi tutte le critiche, positive e negative. scenarieconomici che continuerò a seguire, stavolta si è beccato la risposta. Succede... Anche a Bagnai succede. sono cose che si mettono in conto.
    La verità, se sei veramente appassionato al tuo lavoro, è che il cazziatone, quando arrivi da persona competente, è roba che fa crescere. E secondo me gli amici di scenari faranno tesoro di questo episodio. Succede...
    Chiudendo con una affettuosa critica, se dovessi, io, fare un appunto al prof., se fossi il caporedattore, gli direi che la prima parte del "pezzo" è troppo lunga e farraginosa. tagliare almeno il 30%!
    Ma questo è un blog, e quindi non è un "pezzo". :-)
    PS - ci fa un elenco degli epiteti che possiamo usare quando vogliamo complimentarci, perché sa, io posso divenire anche eccessivamente volgare (ho una scuola fortissima in tal senso dietro di me), e non vorrei essere frainteso.

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    1. Un cazziatone fa crescere ma un cazziatone da parte del cavaliere nero...
      Si scherza ma la penso alla stessa maniera. Tra l´altro certi comportamenti non vengono tollerati se sono nemici e collaborazionisti come zonin & zonin a farne sfoggio, a maggior ragione non si puó transigere con amici ed alleati, anche quando sbagliano in buona fede. Prima di tutto a tutela loro.

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  27. Brevemente.
    Quando SE produce autonomamente un contenuto, che sia uno studio oppure un sondaggio, mette in chiaro e in maiuscolo la propria paternità già nel titolo.
    Quindi SE ama che gli venga riconosciuto ciò che produce, mentre si abbandona a una "svista" per il lavoro di altri. Non è simmetrico, ma soprattutto non è rispettoso.
    Bastava veramente poco... (Poche le parole, ma il cui significato sarebbe stato grosso).

    Fr.

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  28. Vorrei spostare l'attenzione su un fatto.
    L'oggetto del contendere, in questo caso, non riesco proprio ad inquadrarlo come un semplice caso di scorrettezza nelle normali prassi inerenti la divulgazione scientifica.

    Quello che è avvenuto in quell'aula intitolata a Galileo Galilei, nella stessa aula nella quale ho avuto l'onore di laurearmi (per quel che può contare), è stata la confessione di un delitto da parte di uno degli esecutori materiali.
    Quando la divulgazione scientifica si intreccia con la denuncia vera e propria, ritengo che il politically correct possa anche subire qualche deroga, stante la buona fede.


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    1. Non si tratta di politicamente corretto. Sfugge a tutti un altro dettaglio: la battaglia si gioca sul fronte dell'informazione, e non ci possiamo permettere friend fire. O meglio: chi se lo permette con una fionda, poi ce deve sta' se io ho un Kalashnikov (buon'anima)... La confessione del delitto, se permetti, c'era già stata sulle colonne del Financial Times nel dicembre 2001, come più e più volte ricordato in seguito alla segnalazione di uno di voi (non ricordo più chi e mi dispiace, ma ricordo che Giorgio D.M. ci linkò l'originale...).

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  29. La capacità di ferire le persone che ci dimostrano affetto o apprezzamento mi sembra propria più degli adolescenti che dei crotali.
    Mi sembra poi che nel mondo economico, portato in questi tempi bui ad un'insolita ribalta, si scorgano più piume di pavone (per continuare l'allegoria col mondo animale) che sonagli di crotalo. (remember your colorful travel buddy).

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  30. Io non direi che Lei ha pa pazienza di un crotalo, o che ne deficita..tutti quei "dibattiti", quelle trasmissioni, quello scempio di personaggi con cui ha dovuto avere a che fare in virtù di questa battaglia provano una grande, enorme, inimmaginabile pazienza.

    Va da sè che è una pazienza selettiva e in un contesto rilassato o comunque adeguato, è sacrosanto prendersi la libertà delineare dei confini ben evidenti ai più.

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  31. Lei, con la sua natura "veracemente una e binaria" ;P mi ricorda più una fusione tra due epici cattivi.
    Il Capitano Giacomo Uncino, gentiluomo anacronisticamente secentesco, religiosamente fedele alle "buone maniere", maestro di flauto e clavicembalo.
    E la sua nemesi... il coccodrillo. Il crotalo se ne sta per i fatti suoi. Il coccodrillo di Barrie, una volta assaggiata la carne eurista, la seguirebbe in capo al mondo per papparsi il resto... Annunciandosi con il tic-tac che scandisce la fine dell'Euro.

    Cos'hanno in comune questi due nemici irriducibili? La fedeltà al ricordo del male e del bene ricevuto.
    E il bello è che il presuntuosissimo Peter Prodi la passeggiata sull'Asse la fa da sé...

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