giovedì 28 febbraio 2013

Guerrieri vs. X: che farebbe l'Italia da sola ecc.

(paulo majora canamus. Da chi mi ha invitato andrò, sapendo dopo, come lo sapevo prima, che sarebbe comunque stata una perdita di tempo)

Quello che secondo me dovrebbe suscitare il maggior sospetto contro gli argomenti luogocomunisti è il loro carattere vagamente sentimentale, scollato dalla realtà, che conferisce loro un grande valore psicagogico, e quindi demagogico, ma che proprio per questo andrebbe valutato con attenzione e sottoposto alla prova dei dati e dei fatti storici.

Guerrieri


Un esempio per tutti. Ieri, su SkyTV, ho avuto il piacere (ostentatamente non ricambiato) di incontrare il prof. Paolo Paleotti Guerrieri dell'Università di Roma "La Sapienza", col quale avevo condiviso a lungo l'appartenenza al Dipartimento di Economia Pubblica (quello di Caffè, per intenderci). L'argomento potete immaginare quale fosse.

Evocando lo spettro del ritorno alle valute nazionali, il prof. Guerrieri non si è fatto mancare il solito ritornello: "Dove andrebbe la povera Italietta tutta sola, il mondo oggi è dei big players (un po' di latinorum inglese non guasta), noi non potremmo competere, ecc.". Le parole non ricordo se fossero esattamente quelle, ma il concetto quello era.

Il timore per la povera Italietta bisognosa di protezione...

La paura, si sa, è un forte aggregatore di consenso attorno ai regimi autoritari. Per questo parlo spesso di violenza dell'eurismo: una violenza che, prima di essere economica, è psicologica.

Va bene: questa canzoncina la conosciamo. Vogliamo sentirne una diversa?

X

Di X non vi dico nulla. Sarete voi a dirmi chi è, se lo indovinate, e chi ci riesce vince la "Velina d'oro" 2013, cortesementa assegnata dal Minculeur (Ministero della Cultura Eurista). Io mi limito a riportarvi quanto X diceva in tempi non sospetti:

L'Europa ha le dimensioni ottimali per una nazione? Probabilmente no. L'"Europa" intesa come insieme dei potenziali membri dell'Unione Economica e Monetaria non sarà mai uno stato nazionale, ma potrebbe avvicinarsi a diventare uno stato federale. Molti sostengono (correttamente) che una qualche forma di unione politica sia necessaria per rendere sostenibile l'unione monetaria. Altri prendono la posizione ancora più netta secondo cui l'unione monetaria non è altro che un passo verso l'obiettivo reale, quello di una unione politica europea. Io sostengo che questo atteggiamento è antistorico. Nel 1946 c'erano 74 paesi al mondo e oggi ce ne sono 192. Più di metà di questi paesi sono più piccoli del Massachusetts. Nel 1995, 87 paesi avevano meno di 5 milioni di abitanti.

Si può pensare che le dimensioni ottimali di un paese siano il risultato di un compromesso. Da una parte, i paesi piccoli hanno il beneficio di una bassa conflittualità interna e di una relativa convergenza delle preferenze. Dall'altra, i paesi grandi hanno diversi vantaggi, fra i quali economie di scala nella fornitura di beni pubblici, resistenza a shock esterni, e grandi dimensioni del mercato interno. Tuttavia, dato che i mercati internazionali diventano sempre più aperti, il principale beneficio di un grande paese (quello di avere un grande mercato interno) diventa sempre meno importante. Un paese non deve essere grande per essere aperto. Quindi, la tendenza verso la riduzione delle dimensioni medie dei paesi è perfettamente comprensibile in un ambiente che favorisce la liberalizzazione del commercio. Perché mai un paese vorrebbe ingabbiarsi in una unione politica quando potrebbe invece essere piccolo, godere della propria libertà di scelta politica, e commerciare pacificamente col resto del mondo? Non c'è bisogno di integrazione politica se c'è integrazione economica. Ma l'Europa sta andando nella direzione opposta...

Secondo me, l'unica alternativa ragionevole all'unione monetaria è la flessibilità del cambio, unità alla mobilità dei beni e dei fattori di produzione.

Sintesi

Vi lascio alle vostre valutazioni. Mi conoscete abbastanza per sapere che mentre non sono assolutamente d'accordo con Guerrieri, non sono completamente d'accordo con X, il quale però argomenta in termini perfettamente razionali (anche se nel quadro di un modello che non condivido appieno, quello liberista). Come dicono gli pseudoeconomisti nostrani (Bagnai e Borghi), con la Cina non dobbiamo giocarci al tiro alla fune, dobbiamo commerciare. E se loro sono grandi, e noi siamo piccoli, questo significa, fra l'altro, che noi abbiamo un grande mercato di sbocco (sul quale i nostri marchi - nel senso di brands - finché sono ancora nostri, sono posizionati piuttosto bene). In cosa essere più grandi aumenterebbe le nostre opportunità? Ah, ancora con la tiritera della ricerca e dello sviluppo! In un sistema come quello eurista che ci condanna a tagliare qualsiasi investimento pubblico nel settore? Serve l'unione monetaria per cofinanziare un progetto di ricerca?

Suvvia, non scadiamo nel ridicolo, e soprattutto evitiamo i sentimentalismi.

Credo che la razionalità, e quindi l'assenza di sentimentalismo, sia il minimo che ci si possa aspettare da un docente della prima università mondiale (sia in generale, che nel campo dell'economia). E se con questo indizio non siete in grado di dirmi chi sia X...


(have fun...)

Vincitore alle ore 16:50 Sergio Govoni: mister X è, come ha detto indipendentemente qua sotto istwine (alle 16:54), il grande Alberto Nazionale, AA (io sono solo AB, il mio rating è più basso). Il testo proviene dal suo commento a Obstfeld, M. (1997) "Europe's Gamble", Brookings Papers on Economic Activity, 2, 241-317, che è l'articolo dove, fra l'altro, Obstfeld (questo qui) chiarisce che una svalutazione può essere efficace per rilanciare l'economia anche in presenza di real wage resistance, cioè anche se i lavoratori non vengono tosati, come si esprimeva un noto pecoraio.

Insomma, ragazzi, mettetela come vi pare: l'economia è una cosa, il libro Cuore un'altra. E ad oggi, in Italia, l'economia non dico che la troviate solo qui... ma quasi! Speriamo in meglio...

47 commenti:

  1. prof ci provo, al limite cestini.... Zingales prima di partire per la tangente?

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  2. Fuori argomento, ma non tanto (violenza eurista).
    Andatevi a vedere l'atteggiamento del giornalista tedesco ad Agorà di questa mattina. D'accordo, l'interlocutrice non è delle migliori, ma la sostanza è quella.

    http://www.agora.rai.it/dl/RaiTV/programmi/media/ContentItem-25d0295c-c352-4e83-801d-87d66192d303.html#p=0 al minuto 50:20

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  3. La risposta è facile è già scritta nel post.

    X è il prof. Paolo Paleotti Guerrieri dell'Università di Roma "La Sapienza".

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  4. Il fu the other national Albert. The great Alesina.

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    1. Ho sempre detestato i secchioni che mi facevano arrivare secondo quando per una volta sapevo la risposta... ;-)

      Vabbé, ti sei strameritato la "Velina d'Oro 2013", mi sacrificherò col miserevole secondo premio: La Velina di Carne 2013!

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    2. avevo indovinato anch'io ma con istwine non si puo' puntare neppure al second best
      prende il primo e il secondo posto :)

      che il pensiore cristillino di alesiana si sia cosi' annebbiato sembra strano...
      insomma se non dice piu' queste cose ma ne dice di orribile non è un caso €€€€€€€€€€€€...

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  5. Be', poi si è dovuto guadagnare la Tommaso Padoa-Schioppa Visiting Professor alla Bocconi.

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  6. Nel mentre anche sul salmonato avvisano che un piccolo paese, nonostante la protezione della "grande moneta" è finito a gambe per aria.

    Ora penso che la classifica sia:

    Grecia, Cipro, Portogallo, Irlanda, Spagna, Slovenia, Italia, Francia. I prossimi ad entrare nel club med chi saranno?

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    1. "Il debito pubblico schizzato dal 16% nel 2008 al 59% stimato nel 2013" e, come al solito, questa storia dello schizzo vorrebbe suggerire al lettore che gli sloveni abbiano scialacquato a mani basse. E' però ancora in regola con i parametri europei come il giornalista non può fare a meno di notare; poco male, basterà aspettare l'inevitabile salvataggio delle banche e anche questa volta potranno tutti felicemente urlare: debitopubblicospesaimproduttivabrutto!

      Se non sbaglio il differenziale di inflazione con la Germania è positivo per tutti i paesi anche per Finlandia e Olanda che sono quelli che, essendo biondi pure loro, hanno tenuto di più il passo. Quando si accumula una grandezza che è quasi sempre dello stesso segno, non importa quanto piccola, alla fine si ottiene sempre lo stesso risultato: diverge, quello che cambia è il tempo. Quindi la domanda potrebbe essere non tanto chi ma: quando arriveranno gli altri?

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  7. Salve prof, una domanda da assoluto profano.

    Poniamo il caso che domani ci sia un governo forte, capace di uscire dalla moneta euro tramite decreto o altro atto per tornare alla lira, e poniamo sempre il caso che questo governo per tre anni decida di "regalare" a tutti i disoccupati e quelli senza un reddito "dignitoso" la somma di 3/4 milioni di lire al mese imputando tali cosi ad un eventuale deficit......cosa succederebbe? sarebbe fattibile da un punto di vista tecnico/economico?

    chiedo scusa per le imprecisioni

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    1. E chi cercherebbe più lavoro o chi rischierebbe più attività d'impresa se tutti percepissero 3 o 4 milioni al mese sia lordi che netti? Non trovi?

      Tanto vale prendere un elicottero e buttare soldi in giro qua e la...

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  8. Niente da fare, intervista a Skytg24 è introvabile come la figurine di Sergio Volpi e Paolo Poggi di quando ero ragazzetto.

    2-3 settimane fa, per 2-3 sere, mi son messo a "spulciare" l'archivio storico del Corriere mettendo come keywords "Giavazzi" e "Alesina", e inserendo come date dai primi anni '90 fino al 2013.
    Devo dire che se del primo domina il pensiero euroreligioso fin dalla notte dei tempi, leggendo i vecchi editoriali del secondo si trovano parecchie cose interessanti.
    In primis "I quattro grandi bluff dell'Unione Monetaria". Articolo che ha girato velocemente appena scovato.
    Direi che questa prosa che leggo nel post, nonché queste idee, ricordano proprio l'Alesina del 1997. Queste considerazioni, unite all'indizio finale, mi fanno propendere verso suddetto personaggio.

    Ho vinto allora la "Velina d'oro" 2013 o ho toppato alla grande?

    P.S.: e come Sergio Volpi e Paolo Poggi, introvabili nel '97, è ugualmente introvabile l'Alesina del '97.

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  9. La risposta è facile è già scritta nel post.

    X è il prof. Paolo Paleotti Guerrieri dell'Università di Roma "La Sapienza".

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  10. A proposito di economisti grillini, sentite un po' questo :|

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    1. "Guardiamo l’Italia. Quando si è unita il Sud aveva produttività bassisma, il Nord elevata" Ma questo scherza?! Napoli era la seconda capitale europea, all'epoca, e possedeva la prima flotta del mediterraneo. In tutto il Sud non c'era stato un solo emigrante, prima dell'annessione da parte del Nord, mentre solo il Veneto, alla stessa data, ne aveva gia' avuti piu' di un milione. Il Nord e' 150 anni che si sta foraggiando al Sud.

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    2. Se si affidano a questa gente, siamo fritti, ha ragione il prof Bagnai quando dice: "a sto giro non ce la facciamo".

      Comunque ho sentito grillo esprimersi su posizioni molto severe sull'euro, posto i video se riesco a trovarli.

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    3. Per dovere di chiarimento.

      Mauro Gallegati non è l'esperto di economia di Grillo, è una delle tante bufale che girano in rete in questi giorni.

      Inoltre posto i link dei video di interventi riguardanti la posizione che grillo ha sull'euro.

      http://www.youtube.com/watch?v=5VzJmvlPbZU

      http://www.youtube.com/watch?v=1zYIf3SzqDI

      Mi sembra una posizione estremamente contraria, ricordavo bene.

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  11. Prof. se ha tempo vorrei portare alla sua attenzione questo link. c'è un'intervista a tal Gallegati, economista vicino a Grillo che sembra terrà dei seminari economici per i nuovi eletti 5 stelle.

    http://www.giornalettismo.com/archives/802471/beppe-grillo-non-vuole-uscire-dalleuro/

    Ebbene noto con orrore che siamo su posizioni abbastanza simili a quelle boldriniane. è una cosa gravissima...qua si rischia fortemente che l'unica speranza di rendere consapevoli gli italiani sia già tramontata...

    non so che pensare...

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    1. A me sembra che Gallegati sia piu' esperto di economia del lavoro che di economia internazionale e monetaria.

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  12. Credo che chi non ha twitter non si meriti di perdere questo.

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  13. Non fosse che Pescara non è New York ed il nome non è il cognome, X potrebbe essere una delle personalità del matrimonio alchimististico di Alberto Bagnai alias Alistair Crompton

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  14. Gentile prof.Bagnai,
    il riferimento al Minculeur mi è piaciuto da matti, anche se non ho vinto niente.
    Mi auguro che in futuro le capiti di tornare sul tema trattato in QED 19, perchè purtroppo non ho capito la cosa della domanda, i prezzi relativi ed il reddito.
    In ogni caso , come sempre, buon proseguimento e grazie.

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    1. provo a dare una risposta, essendo ultimamente stranamente incline al masochismo:

      Se la Germania uscisse dall'euro e ritornasse al marco (moneta più forte), si troverebbe con un vantaggio ulteriore nell'acquisizione delle aziende e degli altri assets dei paesi periferici proprio perchè denominati in euro (moneta più debole rispetto al marco) e perchè in difficoltà per i motivi oramai noti. In questo caso per la Germania si avrebbe magari un effetto negativo sulle esportazioni di beni prodotti nel paese stesso, però potrebbe contare su di un aumento degli utili provenienti dalla gestione delle aziende acquisite negli altri paesi, le quali nel frattempo avrebbero riconquistato un po' di competitività di prezzo rispetto ai tedeschi e vedrebbero le proprie esportazioni riprendere.

      Questo è possibile perchè l'uscita dall'alto della Germania manterrebbe intatto il mercato unico per gli altri paesi europei, inoltre loro avendo represso la domanda interna continuerebbero ad importare poco, anche se un po' più di prima, ma avrebbero comunque una bilancia commerciale positiva proprio per l'afflusso degli utili dalle altre economie, afflusso reso possibile proprio perchè nel frattempo verrebbe mantenuto il mercato unico e la libera circolazione dei capitali.

      Un'uscita dal basso invece romperebbe il mercato unico, a patto che chi esce dal basso attui politiche di tipo protezionistico, come porre dei limiti alla libera circolazione dei capitali, vincoli all'acquisizione di aziende italiane e di stato da parte di acquirenti esteri, annullamento del divorzio BCI - Tesoro.

      Chissà quante lievi imprecisioni avrò detto.

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    2. aggiungo per maggior chiarimento, che queste acquisizioni sarebbero comunque possibili grazie ai capitali accumulati in Germania grazie al persistente squilibrio a loro favore della bilancia dei pagamenti resa possibile dall'euro.

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  15. Mi scusi, al di là della battuta un po' sciocca del mio intervento precedente, può spiegare da dove può venire l'idea espressa da Gallegati che "uscire dall’euro vuol dire impoverire la nazione di almeno il 30 per cento da un giorno all’altro"?
    A parte il linguaggio assolutamente impreciso, a me sembra incredibile che un economista possa dire una cosa del genere. Almeno dovrebbe accennare a quale sia il canale, il meccanismo che dovrebbe portare all'impoverimento. A me non ne viene in mente nessuno, tranne l'idea che l'abbandono della moneta unica possa creare un clima di sfiducia che blocchi ogni nuovo investimento. Ma anche se ciò avvenisse per un periodo prolungato di diversi mesi (cosa del tutto irrealistica) non vedo come ciò possa portare a un'amputazione dell'attività economica del 30%.
    Sono molto perplesso. Con Boldrin che affermava che l'uscita dall'Euro ci porterà ad avere salari cinesi, credevo di aver sentito tutto.

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    1. Penso che Gallegati associ un'eventuale svalutazione del 30% (forse anche troppo alta) ad un impoverimento del 30%. Ovviamente non serve dire che è un'assurdità

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    2. Sì, deve essere così. L'ho capito dopo. Mi chiedo però se ci fa o ci è. Perché se ci è, significa che lui e molti economisti come lui non capiscono nulla di economia.

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  16. E saremo anche piccoli, ma mi pare che possediamo la piu' alta percentuale del patrimonio artistico d'Europa, prima dell'Euro la piccola Umbria coi suoi laboratori orafi lavorava piu' oro degli interi USA e via dicendo. Le eccellenze non mancherebbero. Basterebbe promuoverle.

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  17. Non so se l'avevate gia inserito.....

    http://www.repubblica.it/economia/finanza/2013/02/27/news/volkswagen_premio_da_7200_a_100mila_dipendenti_tedeschi-53538073/?rss

    da non perdere i 4 commenti.

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  18. Indovinate chi ha detto questo - : (per Alberto e contessa elvira puo' essere abbastanza facile.. queste scoperte confermano certi miei sospetti complottisti^^ , proprio in senso letterale...

    '...Sono questi gli anni del passaggio verso un' europa più unita , più integrata e , augurabilmente più coesa. E tuttavia , quando si sentono magnificare i nuovi traguardi europei come se si trattasse di una sorta di paradiso terrestre che ci attende ,c'è solo da rimanere sconcertati .
    E' naturalmente fondamentale che l'Italia riesca a raggiungere il passo deo suoi grandi partners europei e che per far questo si mostri capace di compiere tutti gli sforzi che debbono essere compiuti .
    Diversamente si produrrebbe una frattura di portata storica nelle linee di fondo del nostro progresso.
    E tuttavia , dobbiamo insistere a chiederci quale europa vogliamo e verso quale europa vogliamo indirizzarci .-non verso un europa sottratta ad ogni controllo dei poteri democratici .Non verso politiche determinate solo sulla base di criteri macroeconomici ,indifferenti di fronte alla valutazione dei costi sociali.
    Un 'europa fondata su di un mercato unico , aperto e libero ma il cui sviluppo non contraddica il principio che gli anglosassoni definiscono come il 'mercato piu' la democrazia '.Non un europa
    in cui in cui la modernizzazione diventi brutalmente sinonimo di disoccupazione .Un 'europa
    dove le rappresentanze sindacali abbiano un loro spazio , una loro dignita' ed una loro influenza .
    Un europa che guardi che guardi al proprio equilibrio interno ma anche all'altra europa che si è liberata dal comunismo ma che rischia di restare ancora separata e divisa non piu' , come è stato detto , dalla cortina di ferro ma dal muro del danaro .
    Un 'europa capace di una vera politica estera e di una piu' larga apertura verso il mondo piu' povero che preme alle porte dell'europa e che ha assolutamente bisogno di un acceleratore che gli consenta di uscire dalla depressione , dalla stagnazione e dal sottosviluppo , senza di che le ondate migratorie diventeranno sempre piu' incontrollabili .'

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  19. Che me tocca de sentì...
    Rientrando a casa in auto, Zapping 2.0 su radio1.
    Ospiti Claudio Scardovi, economista (brutta razza) e Fabrizio Goria, giornalista de "L'inchiesta".
    Hanno parlato di un possibile ricorso al MES da parte dell'Italia, non tanto per ragioni di stabilità finanziaria, quanto per vincolare, con la sottoscrizione del conseguente protocollo di impegno, l'azione di ogni futuro governo ai precetti di rigore ed austerità made in Troika.
    Insomma, l'apoteosi del vincolo esterno...
    Magistrale la chiusura di Scardovi che, alla domanda del conduttore (Loquenzi) se abbia senso parlare di uscita dall'euro, ha risposto (riassumo) che come ogni proposta può essere discussa (e di questo gli sono grato) ma che una svalutazione del 50, 60, 80%, anche se nel breve avrebbe aumentato le esportazioni, nel lungo avrebbe prodotto problemi di ricchezza relativa...
    Ho atteso fino ai titoli di coda sperando di sentire che si trattava di uno scherzo ispirato alla radiocronaca dell'invasione marziana di Orwell, ma no: era tutto vero.

    Poi dice che uno basisce...

    Franco

    P.S.
    il podcast ancora non c'è, ma se lo mettono on line, prima lo riascolto per essere certo di non aver sognato, poi lo posto.

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  20. Carissimi ortotteri o chirotteri, rettiliani o rettiloidi, sauriani od homines sauri, populi lucertola o giovanotti italiani assetati di sapere, ascoltatemi:

    Avete notato ?

    Come mai negli ultimi giorni ci sono sempre dei giornalisti tedeschi nei vari talk-show televisivi?

    Che siano venuti per prenotare le vacanze pasquali scendendo all'Adriatico selvaggio, che verde è come i pascoli dei monti?

    Che siano qua di passaggio, mentre stavano viaggiando dal sud al nord, dal nord al sud, dall’est all’ovest, dall’ovest all’est?

    Che siano venuti per intervistare il Papa, prima che parta per il suo drammatico autoesilio, autolesionistaedificante ?

    Che siano stati mandati per scovare ed asfaltare il complotto grillopopulistaossessivodemagogicoeretico?

    BOHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHH???????????????????????????????????????

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  21. Buonasera Prof, che ringrazio infinitamente per tutto questo immane lavoro, e ciao a tutti, è il mio primo post anche se seguo il blog da diversi mesi.
    Intervengo per segnalare questo articolo
    http://www.wallstreetitalia.com/article/1512046/crisi-debito/crisi-europa-stiglitz-e-un-disastro-creato-dall-euro.aspx

    Non so se avete letto anche del dibattito sul rientro delle riserve auree tedesche in territorio alemanno. Loro si stanno già attrezzando da prima delle nostre elezioni.

    Ancora grazie di cuore Prof!!

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  22. Il segretario di Stato americano Kerry oggi a Roma: ^Tutti nel paese vogliono riforme e cambiamenti... fate presto!!!^ Caro Prof. era da tanto tempo che volevo farLe questa domanda: "si ar Cavajere Nero nun je dovemo da rompere er ca**o, che dovemo fa si er Cavajere Nero rompe er ca**o a noi?"

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  23. L'integrazione politica (centralizzazione), e l'integrazione economica (mercato) sono due fenomeni completamente distinti. L'integrazione politica comporta maggior potere per uno Stato di imporre tasse e regolare la proprietà mentre l'integrazione economica rappresenta un'estensione della divisione interpersonale e interregionale della partecipazione al lavoro e della partecipazione al mercato. In linea di principio, tassando e regolamentando la proprietà privata e gli operatori di mercato, tutti i governi sono dannosi. Essi riducono la partecipazione al mercato e la formazione della ricchezza economica.(Hans hermann Hoppe, Democrazia il dio che ha fallito, p. 169)

    Secondo Hoppe adottando un regime di libero scambio illimitato (globalizzazione dei mercati senza mondializzazione politica), persino lo stato col più piccolo territorio potrebbe pienamente essere integrato nel mercato planetario ed usufruire di tutti i vantaggi economici e sociali della divisione del lavoro. In questo caso la liberalizzazione degli scambi risulterebbe inseparabile dalla decentralizzazione e dall'autonomia e molti piccoli stati e comunità prospere ed indipendenti non aspirerebbero ad unificarsi con altri, proprio perché la loro economia, aperta ai mercati mondiali e basata sul valore reale della moneta, ne trarrebbe direttamente il maggiore vantaggio senza passare per le strettoie burocratiche e fiscali dello stato planetario sovrano, unitario e accentrato, dipendente da una burocrazia planetaria non elettiva e statalista.
    Le condizioni attuali di dipendenza delle economie dalla finanza virtuale a livello mondiale, a mio avviso, spingeranno gli stati nazionali e le comunità locali verso periodi di grande instabilità e di ristagno economico e saranno soggette a crisi ricorrenti; crisi che i popoli dovranno subire pagando prezzi molto alti per aver rinunciato irresponsabilmente alla loro identità ed alla parte maggiore della sovranità individuale e collettiva

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  24. Ieri su la Cosa ho chiesto a matteo di organizzare altri hangout con la Undiemi e Bagnai insieme agli eletti portavoce M5S, mi ha risposto assicurandomi che a breve verrà fatto, anmche xchè sono in programma tutta una serie di iniziative in modo da mettere in contatto esperti della società civile con i parlamentari M5S in modo da formarsi su argomenti specifici grazie appunto ad esperti (che è la filosofia di base del M5S9..quindi deduco che Gallegati sia uno di questi, ma non sarà il solo, chiaramente per i media mainstream è già la voce unica del M5S, ma non penso che sarà così ;-)

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  25. http://www.ilsole24ore.com/art/notizie/2013-02-28/aziende-tedesche-pagano-bonus-181625.shtml?uuid=Abk5IPZH

    @ gianni
    articolo sui bonus in germania anche sul sole. Come direbbe il Prof. in Germania non lavorano tutti alla volksvagen, forse le rivendicazioni salariali dopo 10 di moderazione sono volute anche dalle aziende per stimolare la domanda interna poichè i piggs sono alla frutta.

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  26. Buongiorno, allego video interessante sul pensiero medio del "tetesco di cermania" a riprova di quanto male faccia la cattiva informazione in una democrazia (sia in italia che in germania ovviamente) a riprova, se ce ne fosse ancora bisogno, di quanto sostiene il prof. Bagnai.

    http://www.youtube.com/watch?feature=player_embedded&v=X-0CcPXOpGE

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    1. La risposta. Come la germania è vista dall'italia.
      Amzi, da un altro esimio prof di pescara.
      Presto disponibile trascrizione e traduzione per i non capenti polentonici :P

      https://www.youtube.com/watch?v=xSHHK7KJ0G0

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  27. L'interrogativo che si pone Guerrieri: “che farebbe l'Italia da sola”, non ha alcuna ragion d'essere per il semplice motivo che l'Italia non è sola, e non è “bisognosa di protezione” perché già abbondantemente protetta, ben oltre le sue naturali esigenze.

    È noto, o almeno dovrebbe esserlo a chiunque si occupi di politica italiana, che l'Italia è un “interlocutore privilegiato” degli Usa. Il che significa in primo luogo che qualsiasi governo italiano condivide a prescindere tutto ciò viene deciso a Washington. Comprese le guerre agli “integralisti islamici” che hanno sostituito gli ormai obsoleti “comunisti”, nel quadro di quel capolavoro di ipocrisia che oggi va sotto il nome di “ingerenza umanitaria”.
    E infatti, ieri il nuovo segretario di Stato Usa John Kerry era in visita a Roma per presenziare alla
    riunione con la non meglio precisata “Coalizione nazionale siriana”, che rappresenterebbe l’opposizione al regime di Assad, per "coordinare gli sforzi" per "rafforzare il popolo siriano e sostenere il Comando militare supremo dell’Esercito libero affinché possa esercitare la legittima autodifesa".
    Insomma, il solito ritornello che la Casa bianca utilizza quando è in procinto di mandare a gambe per aria un governo non allineato ai propri interessi, come nel caso della Siria, appunto.

    Ma la vera notizia è che Kerry si è incontrato a Villa Taverna, residenza dell’ambasciatore David Thorne, con Amato, Prodi, D’Alema, Gianni Letta, Alfano, Terzi, Moavero e Frattini (inopinatamente candidato come futuro segretario Nato) per analizzare la situazione dopo lo “tsunami Grillo”.
    Oggi Stefano Folli scrive sul Sole24Ore che durante il pranzo è stato spiegato a Kerry che “i seguaci di Grillo sono degli interlocutori possibili, ma vanno convinti uno a uno”.

    Kerry non è l'unico a farsi gli affari nostri. Anche Anton Börner, presidente dell'associazione di categoria BGA (commercio e servizi), ha voluto dire la sua sottolineando offensivamente che «la società italiana ha bisogno ora più che mai di un moderatore esterno. Con le proprie forze l'Italia non sarà in grado di superare la profonda lacerazione e le divisioni interne.
    [...]
    Inoltre, il mercato del lavoro dovrà essere ulteriormente flessibilizzato. [...] Il patto sociale tedesco potrebbe essere un esempio per arrivare ad una impostazione del diritto del lavoro flessibile, socialmente responsabile e nonostante ciò vicina agli investitori.
    In nessun modo dovrà essere ridotta la pressione dall'esterno sul governo e la società italiana, piuttosto la si dovrà aumentare con l'obiettivo di attuare le riforme assolutamente indispensabili. Se il paese non dovesse superare la sua frammentazione e non realizzasse queste riforme, ciò avrebbe conseguenze irreparabili per l'Euro.
    [...]
    Ci poniamo l'obiettivo di dare una forma all'Europa, come recentemente richiesto dal presidente Gauck. Rifiutiamo tuttavia dei compromessi incerti, perché i trattati e gli accordi devono essere rispettati senza se e senza ma e non devono essere piegati alle esigenze».

    Così Grillo e i suoi sostenitori ora sanno che non saranno soli nella loro opera di risanamento di questa Italia dilaniata dalla corruzione, dalla casta, dal debito pubblico, e tutte le altre frasi fatte che hanno imparato a ripetere per fare bella figura pur non avendo niente da dire.

    Certo, a giudicare dai commenti sul sito di Grillo, la maggior parte degli elettori grilleschi non sembra essersene ancora resa conto. Ma non appena il loro guru avrà ricevuto istruzioni dall'alto, se ne faranno una ragione anch'essi. Il che non significa necessariamente che diverranno anche più consapevoli di come stanno realmente le cose in Italia.
    Ma questo non è un grande problema, tranne per coloro effettivamente persuasi che un mediocre comico come Grillo sia realmente in grado di modificare il corso della politica italiana.

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  28. se si uscisse dall'estero bisognerebbe regolamentare meglio i movimenti di capitali, sfavorire le acquisizioni esterne e via dicendo.
    con questo voglio dire che qualche altro mandato bisognerebbe mandarlo a quel paese.
    e poi una cosa.. la svalutazione impiega del tempo per produrre i suoi effetti e quindi si potrebbe sfruttare anche il fatto che il valore delle azioni nel frattempo crescerebbe.

    PS: nel 92 cosa successe?

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  29. Indovinate un po' chi è?

    «…i contadini, gli operai, i commercianti, la classe media, tutti sono testimoni… Invece loro preferiscono non parlare di questi 13 anni passati, ma solo degli ultimi sei mesi... Chi è il responsabile? Loro! I partiti! Per 13 anni hanno dimostrato cosa sono stati capaci di fare. Abbiamo una nazione economicamente distrutta, gli agricoltori rovinati, la classe media in ginocchio, le finanze agli sg...occioli, milioni di disoccupati… sono loro i responsabili!»
    «Io vengo confuso… oggi sono socialista, domani comunista, poi sindacalista, loro ci confondono, pensano che siamo come loro. Noi non siamo come loro! Loro sono morti, e vogliamo vederli tutti nella tomba! Io vedo questa sufficienza borghese nel giudicare il nostro movimento»
    «Mi hanno proposto un'alleanza. Così ragionano! Ancora non hanno capito di avere a che fare con un movimento completamente differente da un partito politico… Noi resisteremo a qualsiasi pressione che ci venga fatta. È un movimento che non può essere fermato. Non capiscono che questo movimento è tenuto insieme da una forza inarrestabile che non può essere distrutta. Noi non siamo un partito, rappresentiamo l'intero popolo, un popolo nuovo»

    Si, sembrerebbe proprio Grillo, ma è Hitler nel 1932.
    Ora, sarebbe facile una semplice uguaglianza ponendo Grillo=Hitler, ma sarebbe un comportamento mononeuronale o piddino (come da definizione).

    Analizziamo però il contesto: siamo nel 1932, la Germania è fortemente indebitata, siamo nel pieno della Grande Depressione è la Germania, assieme a molti altri Paesi, è appena uscita dal GOLD STANDARD che ha già causato innumerevoli danni.
    Analogie col contesto attuale?

    Nel 1992, a febbraio inizia Tangentopoli e a settembre avviene la svalutazione ed emerge il "paladino" di Pietro, che non è che sia meno duro nei toni verso gli inquisiti. I problemi dell'Italia non furono dunque la crisi energetica, scala mobile, un indebitamento pubblico che andava disinflazionandosi, SME, no! Nel '92 la colpa è sempre della CASTACORRUZIONECRAXICHEARRUBBBA... Notate qualche analogia col contesto attuale?

    L'Argentina legò il cambio al dollaro e nel 2001 va in default e di chi è la colpa?

    Però non tutti i cambi fissi vengono per nuocere: nel 1969 (se non ricordo male) iniziano le trattative di Parigi per il ritiro delle truppe in Vietnam e nel 1971 Nixon dichiara la fine della convertibilità del dollaro in oro...
    Io ci vedo un forte, fortissimo legame tra le due cose, ma vabbé, c'è chi è romantico e preferisce pensare che a fermare la guerra siano stati i figli dei fiori, Lennon e Yoko Ono dal loro lettone ma si, illudersi e sognare non fa mai male.

    Ora, dopo tutto 'sto discorso, si può fare l'uguaglianza di cui sopra o semplicemente capire che a stimoli simili, l'essere umano reagisca in maniera simile e che il riproporsi di determinate situazioni ricrei dialettiche sociali simili tra loro: Hitler nel '32, Tangentopoli nel '92 o Grillo oggi.

    Ma credo che di esempi ce ne siano molti altri.

    Oltretutto, mi viene da ragionare su una cosa: ma se il tasso di crescita è determinato dall'accumulo di capitale per equilibrarne il deprezzamento e destinare risorse al progresso tecnologico, ciò vuol dire che se gli squilibri di breve periodo ipoteticamente ne accentuassero il deterioramento, ci vorrebbe maggior risparmio pubblico per sostenere maggiori investimenti, portando a scelte procicliche?!? E dato che G<0 influisce negativamente su S, allora facciamo l'austerità espansiva in recessione o al massimo il pareggio di bilancio?!? Avrò senz'altro capito male io.

    Prof, speramo de rivederla più spesso in TV e che le lascino più spazio.

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    1. Le analogie ci sono, e al contempo le epoche storiche sono profondamente diverse. Cio' che dovrebbe spaventare di questi movimenti "populisti" non sono certi proclami ma verso chi decidono di veicolare il risentimento delle classi colpite e soprattutto se questo risentimento viene poi coltivato anche quando non ha piu' ragione di esistere. Il Fascismo in Italia trovo' grande appoggio nella classe dei mezzadri, per fare un esempio, in quanto offri' aiuto contro le angherie delle Case del Popolo e di quella gente disperata e alla fame che aderi' al comunismo e che cercavano rivalsa non a carico dei Signori dei Padroni terrieri bensi' a carico di chi non poteva certo aiutarla. Ma il Fascismo stesso si guardo' bene dal toccare i privilegi dei Signori, anche perche' infiltrato dagli stessi fin dal principio. Mentre Mussolini faceva ancora propaganda paesino per paesino, c'era gia' chi intratteneva rapporti coi salotti della societa' bene. Il pericolo di una deriva e' sempre presente, in ogni tipo di movimento o corrente di pensiero, populista o intellettuale che sia. E anche se concordo pienamente con la questione euro, compreso il fatto che l'euro ha aumentato la corruzione, mi sento di dire che l'equazione "euro=piu' corruzione" quindi "niente euro=niente corruzione" non funziona. Casta, corruzione, nepotismo e compagnia bella sono problemi che a parer mio non sono automaticamente combattuti combattendo l'euro, perche' sebbene vero che la Casta appoggia l'euro, sara' velocissima a cambiar pelle dovesse l'euro cadere.
      Chiudo con una provocazione: fu l'eccesso di corruzione a provocare la crisi del '92 e Tangentopoli, o fu Tangentopoli tagliando le teste delle prime file della politica e lasciando manipoli di inetti lacche' al comando a provocare la crisi?

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    2. Bellissima la tua osservazione sul veicolare il risentimento, la trovo estremamente acuta e sono invidioso di non averci pensato da solo. Ma il bello del confronto e dello scambio è proprio il reciproco arricchimento, in ogni sua forma.

      Sul discorso euro e corruzione, credo invece che il punto sia differente: se fossimo come la Germania o più forti, l'euro ci sarebbe anche andato bene, dato che avremmo avuto dei parametri simili e magari saremmo meno in sofferenza. Lo stesso dicasi per tutti i 17 paesi dell'eurozona. Ma non è così. Il discorso sulle aree ottimali è più o meno un miraggio, dato che gli squilibri, anche all'interno dei landen tedeschi, esistono, così come esistono qui da noi in Italia e direi un po' ovunque.
      Dunque, il punto non è la corruzione, lo spreco o la malagestione, quanto il fatto che l'euro sta demolendo quello che 70 anni di pace stavano costruendo: una coscienza e un'identitá europea, capace di guardare attraverso gli occhi della fratellanza tra i popoli europei, oltre i vari nazionalismi. E non è un sogno, prima o poi vi si giungerá, ma certo non perchè non devo passare al cambio quando traverso il confine. Solo intelligenze rese mononeuronali dall'amore di un sogno possono essere così sciocche da credervi ignorando tutta la letteratura sociologica, economica, l'esperienza storica e via dicendo.

      L'euro arriva in un contesto prematuro, in cui vi sono enormi differenze: storiche, linguistiche, culturali e via dicendo. Dunque, seppur lo volessimo rendere in tutto simile agli Stati Uniti, come soluzione puramente tecnica, rimarrebbe solo una forzatura di un qualcosa che non c'è: l'Europeo.

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  30. Le elezioni italiane viste dalla Germania-Intervista a Ulrike Herrmann:

    http://ilupidieinstein.blogspot.it/2013/02/da-tedesca-vi-dico-lausterity.html

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