domenica 8 maggio 2016

L'Italia è malata

Defil ha lasciato un nuovo commento sul tuo post "Georgia on my mind (vita vissuta)": 

“Dove abbiamo sbagliato?” E’ una domanda dolorosa che tanti si pongono.

Anche io sono uno di quelli che se ne è andato dall’Italia. E, un bel po’ prima di andarmene, ero un entusiasta, tutt’altro che autorazzista. 

Senza andare fino agli antipodi, mi è bastato uscire dall’Italia. Nel tempo i confronti con l’ex Belpaese mi hanno reso critico con l'Italia. Non con gli italiani tout court, il cui autorazzismo mi pare piuttosto un equivoco lamento associato a rassegnazione e individualismo. In ogni caso – a parte la vicenda euro, sulla quale concordo con il nostro mentore e per la quale ho combattuto per anni - il paese è malato, se non altro sotto due aspetti.

Il primo è noto ai frequentatori de blog: la sindrome tutta piddina, poi oscenamente dilagata trasversalmente, del “c’abbiamo la curtura”. E a furia di consolarci con lo straordinario patrimonio dell’Italia, proprio quando arrivava l’euro e la tecnologia accelerava con passi da gigante, abbiamo continuato a guardare nello specchietto retrovisore, mentre anche i più scalcagnati, inconsapevolmente liberi dalla zavorra della “curtura”, guardavano avanti e cominciavano ad avvicinarci o sorpassarci. Intanto il PD si crogiolava in una battaglia monotematica contro Essbì e un aggiogamento a Bruxelles, barattando sempre più diritti economici con diritti civili. La burocrazia è aumentata, le chiacchere pure. Insomma, tra ciò che “ci ha fregati” vi è stata certo una gran presunzione (politica e individuale).

Il secondo riguarda l’informazione, su cui Grillo ha ragione da vendere. E' indubbiamente grazie alla rete se, ad esempio, i lettori di questo blog hanno potuto conoscere il pensiero di Bagnai e confrontarlo con altri pensieri (per lo più esteri), mentre i “giornalai” italiani facevano di tutto per ottundere le menti in una gara orwelliana di propaganda, come espresso sinteticamente nel 2006 da Marco Travaglio nel titolo di un suo libro: “La scomparsa dei fatti. Si prega di abolire le notizie per non disturbare le opinioni”  

E all’estero – non lontano, vivo e lavoro tra Malta e Barcellona – cosa ho visto e vedo, invece? Ho visto burocrazie che si snellivano, spesa pubblica aumentare con immediati e tangibili miglioramenti nei servizi, cittadini dotati di un crescente senso civico e solidali contestare i loro rappresentanti politici con più o meno vibranti proteste (quanto basta per far sentire la loro indisponibilità all'acquiescenza), ho visto giornali e telegiornali riportare e discutere questioni economiche e politiche, interne ed internazionali. Prendiamo due quotidiani: Il Corriere, succube anche della fruizione digitale, è sempre più una copia un po’ più elegante ed equivoca di un giornale scandalistico nel quale si fa accuratamente attenzione a non divulgare cosa succede fuori dai confini (gossip escluso). La Vanguardia è un proliferare, anche nella scarsità di spazi riservati alle immagini, di approfondimenti ed editoriali indipendenti sulle problematiche interne ma con vastissimi spazi su quanto accade all’estero. Le tribune politiche in TV (civilissime, tutt’altro che becere come certe nostre cose, e che non osano invitare veline e tuttologi) si svolgono il sabato sera! Di conseguenza la gente è più informata e, soprattutto, ha una capacità (che oggi è una dote) di cui l’Italia è da troppo tempo orfana: quella di indignarsi.

Mi è capitato un giorno a Barcelona di trovarmi in una discussione a cui partecipavano anche dei francesi, e a un certo punto mi sono sentito rivolgere un più che meritato j’accuse che suonava pressapoco così: “Mentre noi invadevamo le strade di Parigi e gli Indignados piazzavano le loro tende nelle piazze di tutta la Spagna, voi italiani dove eravate? Se ci foste stati anche voi, con noi, oggi non saremmo in questa situazione”. E probabilmente hanno ragione.

Ecco, se non altro con riferimento a questi due aspetti e alle conseguenze quotidianamente tangibili che ne derivano, pur con tutto l’amore consapevolmente provato in passato per l’Italia, io sono diventato autorazzista. 


Postato da defil in  Goofynomics alle 8 maggio 2016 19:16

46 commenti:

  1. Sappiamo tutti che non se ne uscirà democraticamente, indignarsi serve a poco e si è visto al massimo riesci a fargli cambiare burattino. Noi italiani avvezzi ai talloni crediamo di riuscir sempre a superare la tempesta ma questa volta temo che l'unico riparo sia 3 metri sotto terra.

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  2. "......io sono diventato autorazzista"

    Credo che questo atteggiamento sia sbagliato e tuttavia perfettamente spiegabile e razionale.

    Proprio pochi giorni fa si e' parlato di ragione e realta', "tutto cio' che e' razionale e' reale", e viceversa.

    http://www.filosofico.net/hegel76.htm

    Nelle nostre 'caratteristiche' nazionali devo pensare quindi che ci sia della razionalita' e credo che molto sia dovuto alla sconfitta nella II GM (con annesso corollario di due anni di guerra civile e senza pacificazione) con la conseguente cessione forzata di territorio, sovranita' diplomatica, sovranita' culturale, sovranita' militare e sovranita' economica.

    Alcune delle cessioni di sovranita' precedenti si sono definitivamente completate nell'ultimo trentennio (o come nel caso delle banche si stanno ancora completando) e la diffusa "consapevolezza inconscia" (sembra un gioco di parole) di essere una colonia pesa su tutti gli aspetti della realta' Italiana.

    Per avviare la decolonizzazione occorre IMHO partire dal recupero della sovranita' culturale (e grazie all'opera di questo blog e di a-simmetrie mi pare che si stia procedendo anche in fretta).

    La strada e' ancora lunga e se si cede all'autorazzismo potrebbe allungarsi ancora di piu'.

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  3. Come già asserito , finita la IIGM ai giornali italiani la carta per la stampa veniva data solo se le pubblicazioni erano confacenti al nuovo potere e forse è da lì che è iniziata la decadenza della stampa italiana , una vera censura non c'era ma non fornivano la carta . Ora che siamo culturalmente asserviti già da allora lo dimostra anche lo schierarsi sia allora che anche ora sempre a favore di uno stato o di un altro ,chi si schiera per gli USA e chi ancora per CCCP , talmente non si è aggiornato e questo fa si che la comunità permeista sia sempre più florida . oltre a questa sottomissione , per anni ci hanno lavato il cervello sol dire che protestare è incivile se non inutile ma che eravamo i furrrbiii , roba che se giri in giro , ti accorgi che gli italici oltre ad essere malvisti sono trattati come semplici organi genitali deambulanti e come non dargli torto ? da qualche mese sono qui in questo lembo di terra in mezzo all'oceano e cosa si vede e si sente ? che una ventina di persone con annessa la pubblica autorità rappresentante l'Italia , non fa altro che fregare in qualche modo gli altri connazionali sotto gli occhi di tutti e tutti lo sanno con le conseguenze del caso .Ma che ci vuoi fare : sono italiani .... e soprattutto ora stanno anche assumendo gli italiani a tariffe molto basse , si parla di 3- 4 € orari proprio perchè sono italiani ed in Italia si fa la stessa cosa . Ancora una volta il Prof ha ragione , abbassi i salari mantenendo la stessa moneta , solo che i salari li abbassano molto mediando sulle teste di cavolo italico , il frattale dell'europa .

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  4. "Se ci foste stati anche voi, con noi, oggi non saremmo in questa situazione" Personalmente non lo ritengo. Certo sarebbe stato una manifestazione di solidarietà un 1848 piccolo piccolo; ritengo però che sia gli indignidos sia i movimenti francesi peccano di "questismo" per dirla alla "Pedante". Vogliono riformare l'irriformabile senza andare a toccare il cuore del problema che é l'esistenza stessa del moloch europeo.

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  5. Diventare autorazzista, come un piddino qualunque, è la reazione sbagliata però in fondo ti capisco, come del resto capisco i piddini, perché ci sono passato pure io.

    In fondo il piddino è solo un deluso. Amareggiato con gli altri ma anche con se stesso. Quando si riferisce allaggente, molto spesso vi sta parlando di lui, o di cosa si è sentito dire per anni dagli ammericani prima, dai berlusconiani poi, e ora dagli europeisti.

    Le cose, gli italiani, lo stato, tutto deve cambiare ad eccezione di lui medesimo. Ah il libberismo! Cioè quella cosa che il mercato (dove compro) deve essere libero.

    Si sà, con il piddino in fondo non si può ragionare. Bisogna scherzarci su. La regola è non prenderlo sul serio. Tanto, se non ce la fa il Prof., con le quattro cose che (forse) abbiamo imparato noi da lui, noi di certo non avremo maggior fortuna.

    Buona giornata a tutti.

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    1. Ciò conferma quanto è scritto in Hagakure: "Chi si esalta nei tempi buoni vacillerà in quelli avversi". Comportarsi in questa maniera significa essere inconsapevoli nell'uno e nell'altro caso: ovvero vivere delle proprie proiezioni - peraltro spesso indotte in modo esogeno -, cessando le domande sul senso del reale. Se il paradigma passa attraverso un differente atteggiamento culturale - in ciò intendendo il maturare un'attitudine a valori esistenziali fondanti, invece del mero nozionismo propagandistico - ci sarà parecchio da lavorare, poiché l'opera di destrutturazione liberista è alquanto avanzata in ogni ambito (e sempre che vi siano sufficienti orecchie e menti per intendere, o disponibili al farlo).

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    2. Penso che meglio di tutti, il piddino lo caratterizzato meglio di tutti, federico nero su TW:

      "masochista con la sindrome del genio incompreso"

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  6. Io non sono d'accordo.
    Se gli altri sono tanto meglio perché l'unione europea è in crisi?

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    1. Eh........ in effetti questa cosa faccio pure io fatica a capirla. P.S. per fortuna non era autorazzista.

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  7. Mi dispiace sinceramente che Defil si sia sentito sotto accusa dai francesi & spagnuoli, perche' si e' visto quanto sia efficace manifestare & indignarsi: una beata c.ppa. L'italiano lo sa, nella pancia e/o nella mente, che er capoccia vien fatto fuori solo da n'artro capoccia. La risposta forse piu' appropriata sarebbe dovuta essere: bravi francesi & spagnuoli, quale credibile e significativa forza politica hanno generato le vostre vibranti proteste? Senza polemica, giusto per capire...

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    1. @a perfect world
      Avrei voluto rispondere allo stesso modo.
      E aggiungo: a cosa è servito un referendum (oltre alle proteste più che indignate) in Grecia? Dove eravamo tutti? Perché non riusciamo a superare queste stupide recriminazioni negativamente nazionalistiche che favoriscono soltanto il "divide et impera"?

      Eppure capisco il risentimento di chi ci ha pagato più degli altri, di chi, ad esempio, è stato costretto ad emigrare.
      Ci sono situazioni in cui è difficile non cadere nel luogcomune statobruttocorrottofannullone, burocrazia cattiva, Italiamerda.
      Succede anche quando - oltre alle politiche che penalizzano, chi più chi meno, (quasi) tutti - una banale inefficienza causa gravi conseguenze a un soggetto debole, già provato da una ineluttabile tragedia.

      Se le ingiustizie comuni sono un po' alleviate nella condivisione, l'ingiustizia "particolare" nega anche questo conforto. E quando generale e particolare si sommano la disperazione e l'odio prendono il sopravvento.
      Più il soggetto è debole, più la più piccola inefficienza diventa disastrosa, non solo moralmente; se non avessi avuto un minimo di "paracadute" economico e un lavoro (più che precario: P. IVA), sarei in rovina.

      Un certificato - una croce e un timbro su un pezzo di carta - che dovrebbe essere emesso entro 30 giorni, è invece in ritardo di 8 mesi. Ripetutamente sollecitato a vari comuni e ASL (distanti quasi 200 km) che rimbalzano ad altri comuni e altre ASL.
      Ogni volta a spiegare - quindi rivivere La Tragedia - a impiegati svogliati, spesso arroganti, solo in 2 casi comprensivi e disponibili, ma la loro buona volontà non è valsa a sbloccare né a capire chi debba espletare quella minima, insignificante procedura.

      Non mi sento di raccontare le mancanze ancora peggiori patite a causa del menefreghismo irrispettoso della Procura (nei confronti di una parte afflitta dal dolore, sicuramente innocente, eventualmente lesa).

      Ho fatto appello ai miei diritti, al loro senso del dovere, al decreto legislativo, alla pietas, alla minaccia di ricorrere a un avvocato... ho ottenuto le scuse personali della (sostituto) procuratore, ma non si è sbloccato nulla. Il medico legale non risponde al telefono, né alle email (di posta certificata), nonostante sia per decreto uno specifico dovere di qualsiasi dipendente statale.

      Scriverei ai giornali che con queste storie vanno a nozze, ma sarebbe una magra soddisfazione/vendetta personale. L'eventuale pubblicazione servirebbe solo ad incrementare la demonizzazione e la mancanza di fiducia nello stato, utilizzata per smantellarlo e quindi in definitiva per peggiorare la nostra situazione di cittadini.

      Perché chi dovrebbe proteggerci se ne frega di noi o ci fa deliberatamente del male anche quando non ottiene nessun beneficio personale dalla sua mancanza/cattiva condotta?
      Perché un Paese malato fa soffrire così tanto che, invece di provare il desiderio di curarlo, si arriva a odiarlo, a desiderare che si estingua, nonostante la consapevolezza che si estingueranno insieme a lui anche i nostri residui minimi diritti?

      Non cerco commiserazione, è solo il resoconto della mia esperienza.

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    2. Da sabato scorso ad oggi, nonostante buona volonta' loro ed una certa cortese insistenza noi, all'ospedale di Melegnano non sanno ancora bene come inviare il foglio di fine ricovero di mia moglie. Lo dovrebbe compilare il medico e spedirlo telematicamente all'INPS, lo dovrebbe espletare l'ufficio accettazione, non si sa bene, certo la mia dolce meta' e' fra le primissime pazienti ad essere dimessa da un ospedale ad occhio anni '70.

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    3. "Le rivoluzioni sono sempre gestite dal potere".
      Le uniche vere rivoluzioni, nate dal popolo, sono tutte e soltanto quelle soffocate con bagni di sangue (vedi guerra civile nella Vandea francese, vedi guerra civile "brigantaggio" nelle Due Sicilie post 1860, ecc ecc...).
      Ergo: la rivoluzione francese non fu una rivoluzione, ma ennesimo cambio di potere "eStero diretto".

      Il potere viene fatto fuori solo da un altro potere. E, purtroppo, il prossimo potere liBBBerale è anche peggio di quello attuale che viviamo dal 1789.

      Che dire... Preghiamo per Putin :/

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  8. Mah, with all due respect, questo intervento di Defil mi lascia perplessa. Sono diventata piuttosto allergica a tutto quello che inizia con "Gli italiani...", perfino Flaiano (che peraltro non ho letto, ma solo sentito citare fino alla nausea).
    Secondo me non è utile ragionare così. Oltretutto mi sembra assurdo valutare in blocco tutti gli Italiani e allo stesso modo valutare tutto l'estero dall'esperienza di un singolo tra Malta e Barcellona. Poi, bisogna capire che cosa è "italiano" e che cosa dovuto alla contingenza in cui ci siamo infilati negli ultimi anni per i noti motivi. Che cosa è "italiano" e che cosa ci è imposto dalle regole non certo italiane che ci stanno strangolando.
    Francamente credo che si debba parlare facendo riferimento a statistiche e non osservazioni estemporanee (micugginismo). Anche in Italia negli anni alcuni aspetti burocratici sono migliorati.
    A me allora è capitato di notare che l'Asl di Milano, quando ho compiuto 50 anni, mi ha mandato a casa l'appuntamento già preso per uno screening di utilità scientificamente provata presso una struttura considerata tra le migliori d'Italia, gratis, mentre la mia amica Laura che vive in UK ha chiesto lo stesso screening al suo medico di base che le ha risposto "Torni quando si sentirà qualcosa che non va". Però non ne traggo conclusioni sui nostri rispettivi servizi sanitari, perché questi confronti vanno fatti con metodo.
    E sinceramente, per arrivare all'ultima parte, che anche l'indignazione degli indignados sia stata utile, visto che mancano di centrare il bersaglio...
    Quanto all'informazione italiana meglio non parlarne, ma leggete questo articolo di Voci dall'Estero sull' informazione tedesca.
    Insomma, secondo me Defil rischia di fare discorsi generici poco utili e di ricadere nella porca rogna italiana dell'autodenigrazione...

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    1. CuoRo @Nat.

      che mi promise 'na pastasciutta; me sa che, daje e daje, me toccherà accettarla... (ovvio di no, se scherza, ancora je la famo, a mette' 'nsieme du' pasti...);

      o la "Cuoravo";

      da quest'anno, io "Milio", in quanto "INoccupato", non ho più diritto all'assistenza sanitaria gratuita.
      Questa è l'amarissima Poison Pill del fantasmagorico "Jizz Act" (l'atto di schizzare. Sulla finezza, sto cercando di smettere).

      Lo so, che non è "La posta del cuore", per @Alberto.
      Difatti, "svongolo" altrove, al volo.

      Mi pareva, però, un aspetto interessante, su cui, molti, glissano, e, a me, compromette l'esistenza.

      Mi compromette, o semplicemente influenza, il modo con il quale IO mi relaziono col mondo.

      Però "Mamma" mi dà 50 Sauri a settimana.
      E mangio:
      #...ettelamenti 'Miliè?...#penzaqquellichestannomalepeddavero.

      Ma, giurerei, anche ad altri. La compromette.

      Per fare quello che, in teoria, devo fare due volte l'anno, credo si chiami medicina preventiva, dovrei passare da 0, a 272 Mauri (circa) di spesa.

      Mi uccidi, in pratica.

      Va da sé, lo eviterò.
      Glisserò sulle radiografie, che tanto sono out-to-date.
      La salute ha quel "quid" che rende, possibile, rimandare:
      "Finché dura, fa verdura"



      L'Italia, rimane un posto fighissimo, invivibile, ma comunque pieno di gente fighissima.
      Dove, comunque, anche se sei 'no stronzo come me, c'è qualche folgorato, che ti mette le mani addosso per farti del bene.
      Del Bene. DEL BENE.
      Per curarti. Tipo #Bene.

      Salvo presentare regolare fattura.

      #WelcomeHome
      (Non vi immaginate quanta voglia avrei di piangere, o di saltare giù. Abito al sesto, e non vi nascondo che il pensiero ci esce.
      Ve lo garantisco.
      Ma 'gnà darò mai sta' soddisfazione, sarebbe "INopportuno").

      Rimane un fatto: che quel poraccio di "Alberto" (un turboprof. con contromastici) si sobbarca un lavoro ingrato, e nella fattispecie, pure il mio inutile, e sudatissimo, pianterello.

      Lo faranno MinistroDeglIinferni.
      #MinisteroDegliInferni

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  9. Nonostante non mi piaccia questo post trovo interessante, e degno di riflessione, il fatto che l'€ è arrivato mentre tutti immaginavano che all'Italia non sarebbe potuto succedere nulla. Ricordo ora un grande italiano che la chiamava "boria delle nazioni", il che le presuppone.

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  10. Ce vonno li sordi. Date a bagnai i soldi che hanno avuto renzi o grillo e la situazione la risolviamo subito. Nn parliamo poi se gli diamo i soldi del corriere.

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    1. Condizione necessaria ma non sufficiente. Devi anche sistemare comodamente i tuoi attributi nelle mani di chi eroga li sordi...

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  11. Mediaset ha avuto fino a qualche tempo fa il monopolio della tv privata (i piccoli canali non sono dei mass-media e quindi non riescono ad influenzare grandi masse). La RAI ha una fortissima dipendenza politica e prima del 1945 era stata sotto il controllo fascista per circa un decennio, poi lottizzata quando oltre RAI1 (DC) nacquero RAI2 (PSI) e RAI3 (PCI).

    Negli anni della nascita di MEDIASET Berlusconi ha influenzato fortemente la possibilità di pluralismo, quando con la maggioranza in parlamento ha varato diverse leggi per prorogare la chiusura di RETE4 ai danni di Europa7 di Francesco Di Stefano.

    Il lungo periodo senza un vero pluralismo ha dato vita ad un giornalismo televisivo politicamente schierato, molto più attento a compiacere l'editore che a rendere un servizio pubblico.
    Ora con il DT grazie all'aumento del numero di canali sono subentrati nuovi soggetti, ma permangono i danni e la struttura di quanto c'è stato fino a qualche decennio fa.

    Nella nicchia della carta stampata, dove pure i soggetti sono più numerosi, i nomi di chi possiede sono noti,
    C. De Benedetti, Berlusconi, Agnelli, Caltagirone, Confindustria. E come è logico aspettarsi difendono una certa parte sociale, rappresentando di fatto un ulteriore ostacolo nel dibattito libero.

    Questo lo sappiamo tutti, quindi fin quando internet non farà gli stessi numeri che fanno i canali televisivi con i TG, gli SPOT (pro Euro), i talk show, non ci saranno abbastanza italiani consapevoli di cosa sia realmente l'euro e come l'Europa ha progressivamente ridotto la democrazia, favorendo poteri esterni i cui interessi sono contrapposti a quelli del popolo.

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    1. Non penso Internet potra' mai costituire un'alternativa. Le persone considerano il Corrierone, la Repubblica come autorevoli per definizione, assieme al tiggi' delle 20. Internet e' cosi' farcita di spazzatura che distinguere le perle sara' sempre appannaggio di una sparuta minoranza. E' solo una biblioteca piu' grande, e le biblioteche non le bruciano piu', basta far studiare poco e male le maggioranze.

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    2. Ha perfettamente colpito nel segno, solo in pochi (purtroppo) riescono a scegliere e valutare correttamente le fonti su internet, dunque l'effetto catalizzatore del web e dei social viene di fatto annullato.
      Codesto difetto però non è solo imputabile alle generazioni più anziane, che meglio si identificano con la sua descrizione, ma anche con le generazioni cresciute nell'era del "www", ho 30 anni e ho conoscenti coetanei che sono dei casi disperati.
      Mi auguro che in futuro si possa rimediare a questo problema intervenendo tramite l'azione formativa scolastica (o almeno sfruttando al meglio quello che ne resterà).

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  12. uhmmm
    in realtà proprio con l'euro hanno voluto mettere la retromarcia.
    Chi era in difficoltà ha delocalizzato e fatto operazioni finanziarie.
    Le privatizzazioni hanno tolto un motore potente all'innovazione.

    Vabbuò.. lasciamo perdere.

    Sul fatto di andare in piazza:
    1) al Sud si manifesta poco o niente per motivi storici (le ossa le abbiamo rotte da decenni)

    2) al Nord o al Centro hanno lavorato di fino.
    Chi ha protestato è stato messo alla gogna..
    e mediaticamente loro hanno lavorato benissimo.



    PS: su Grillo.. i nostri Padri Costituenti non avevano internet ma erano meglio informati.. toh, qualcosa non mi torna.
    Tralascio qualsiasi considerazioni sulle informazioni altrui..
    a) i tedeschi sanno che il loro governo è simil nazista?
    b) i francesi sanno dei crimini di guerra del loro nano?

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  13. e visto che parliamo di questo, ma può essere che i tedeschi in sé non siano migliori (quelli che si incontrano a lavoro) o che i francesi siano tontoloni o che gli inglesi.
    Sorvoliamo, suvvia!

    PS: le leggende dei siracusani (del metalmeccanico) che le rifilano ai tedeschi a lavoro è "letteratura" consolidata dalle nostre parti.

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  14. Ci sarebbe stato bene anche un "W Peppe" alla fine.

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  15. le manifestazioni di indignados e compagnia varia sono solo allegre scampagnate che non hanno risolto nulla. Sono un altro strumento per anestetizzare il consenso senza risolvere nulla puntando sul fattore emotivo del momento. Forse non è chiaro che il significato di rivolta non è andare semplicemente a gridare in piazza e sfasciare qualche vetrina. inoltre dal punto di vista pratico non è stato risolto nulla. La Spagna è un paese che ha in seno fortissime tensione scessioniste acuite dalla crisi e forti disuguaglianze nella distribuzione di ricchezza.

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  16. Caro Defil, chioso il tuo commento con "l'opinione pubblica italiana è come il suo sistema industriale: in decadenza ma con sacche d'Eccellenza che all'estero si sognano". Testimoniato dalla " redazione" di vocidallestero che ormai da tempo si annoia a tradurre articoli dall'estero con un apparato concettuale superato da n anni in questo blog e nella costellazione di blog "vicini", con n in rapido aumento. Cari saluti e una prece agli amici transalpini, che si indignano per la loi travail ma non hanno ancora capito che il problema non è questo padulo, ma il padulo (da libera rielaborazione del pedante)

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    1. "Una prece agli amici transalpini, che si indignano per la loi travail ma non hanno ancora capito che il problema non è questo padulo, ma il padulo (da libera rielaborazione del pedante)". Giusto. Ma come dice la benemerita Prima legge della termodidattica, ci sono cose che se potessero essere capite non andrebbero spiegate. Ma a chi dovrebbero rivolgersi gli amici transalpini per farsele spiegare? Se ancora non l'hanno capito, vuol dire che le spiegazioni non gli sono arrivate (o potute arrivare). Be', forse la faccio facile...?

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    2. mah, fuori col guascone mode off e fatto salvo che non esiste un'opinione pubblica francese mora, scarmigliata, con la bandiera in mano e il seno al vento, rimane pur vero che oltralpe il FN è stato primo partito nazionale col 27% alle ultime regionali e che il professor Sapir fa ampia opera di divulgazione; più in piccolo ci sono gruppi come UPR. Il che mi porta a pensare che il problema non sia l'assenza di fonti e di divulgazione - nel 2016 chi cerca trova, a maggior ragione con 4 anni di ritardo.

      Il problema oggettivo, in Francia come in Italia, è il tradimento dell'informazione in generale e dei corpi "intermedi" che rappresentavano i lavoratori e che anestetizzano il cadavere martoriato del lavoro e della piccola imprenditoria. Il problema soggettivo è IO, o se vuoi, il problema oggettivo è il fallimento (o il successo, a seconda dei fini) del sistema educativo. Resta il fatto che senza IO, anzi, con IO, non si va da nessuna parte.

      Poi in Italia ci si indigna anche meno del dovuto, ma questo ci porta sui lidi dell'indifferenza italiana verso il destino comune, l'impossibilità a sentirsi comunità e ad identificarsi con la patria e in ultima analisi alle radici dell'autorazzismo. Ecco, in questo dai cugini francesi dobbiamo solo imparare.

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  17. semplicemente Defil può permettersi di essere razzista perchè si è trasferito altrove. E' meno auto e più razzista! (anche se non è escluso che, più avanti con gli anni, voglia avere la pensione dallo stato italiano).

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  18. Scusa Defil ma credo che non sia proprio un meritato j’accuse. I francesi hanno manifestato a Parigi
    senza curarsi degli altri, gli spagnoli hanno manifestato a Madrid senza curarsi degli altri. Ora che
    Atene è di nuovo a ferro e fuoco non mi sembra che nessuno si stia stracciando le vesti, anzi
    facciamo tutti in modo di non accorgerci della sciagura. Podemos ha solo da un punto di vista
    mediatico, sostenuto Tsipras andando sul palco elargendo sorrisi e strette di mano, tutto fumo e niente arrosto. L’unico modo per essere veramente solidali sarebbe quello di unirsi simbolicamente ai greci quando sono in piazza Sintagma, ognuno nelle proprie piazze di riferimento nello stesso giorno e soprattutto per gli stessi motivi. Domanda: ma quali sono i motivi? Nessuno né i francesi, né gli spagnoli, né gli italiani forse cominciano i greci, hanno compreso o perlomeno la stragrande maggioranza va a tentoni, non riesce ad unire i puntini, come dice il Prof. Quindi non è uscire di casa e sventolare una bandiera o suonare i tamburi che ti permette di battere l’armata poderosa che ci sta rimandando indietro togliendoci i più elementari diritti, ma ancora una volta è capire l’origine del nostro brutale arretramento. Quindi potevi benissimo dire ai tuoi amici stranieri che piazza o non piazza le cose in Europa non cambieranno mai se ci ostiniamo a non voler percepire le cause e a ragionare per appartenenze. I francesi per la loro storia sono sulle barricate, gli spagnoli riempiono la loro capitale, gli italiani sono disincantati ma, rappresentato tutti purtroppo la sconfitta dei popoli europei. Se ce ne fosse ancora bisogno poi, anche da questo si comprende bene del perché non ha senso fare gli stati uniti d’Europa, perché ognuno segue il proprio DNA, infatti questo continente rappresenta la più grande eterogeneità mai vista su questa terra e non avrebbe senso azzerarla perché sarebbe come andare contro la Storia. Malauguratamente manca chi rappresenta le giuste istanze dei lavoratori europei tutti ed è qui il punto centrale e dolente: la sinistra che per definizione dovrebbe raccoglierle è diventata il maggiordomo del capitale, discorsi fatti su questo blog mille volte.

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  19. Un post su cui riflettere ma anche in parte dissentire.
    Defil non mi pare esponga le vere ragioni del perchè è diventato autorazzista, oppure io non riesco bene a capire quali reali cxause adduca per giustificare questo autorazzismo.
    La struttura dello stato e le infrastrutture italiane sono messe male? Ma bisogna anche vedere le cause di ciò, a partire dal divorzio Bankitalia/Tesoro e poi via via tutte le altre questioni come il fatto che siamo contributori netti anche della Spagna, da anni, che le bolle scoppiate lì le stiamo pagando anche noi profumatamente con i vari fondi salvastati, che la spesa pubblica è aumentata anche perchè in Spagna sono passati, accettandole supinamente, attraverso politiche di austerity che hanno prodotto l' effetto contrario e prodotto una enorme bolla di debito pubblico, mi pare a velocità doppie della nostra. E chi li ha votati quelli che hanno fatto queste politiche, chi li ha accettato,chi ha controllato, i mass media, i cittadini o chi altri?
    La snellezza della burocrazia, è sicuramente un punto su cui siamo d' accordo, ogni giorno mi incazzo con qualche funzionario pubblico, ma siamo proprio sicuri che le differenze, oggi, tra noi e i due paesi citati siano così abissali? No, lo dico, perchè da quello che mi raccontano amici e nipoti, non è che siano tutte rose e fiori sia in Francia che in Spagna. Ma anche se ci fossero differenze importanti, è questo il motivo per il quale un giovane o una azienda scappa dall' Italia? E quando prima dell' euro la situazione era anche peggiore, o allimite uguale, come mai che i giovani e le aziende restavano in Italia e le multinazionali investivano, ed io ho lavorato in UNILEVER, tanto per dire!
    Passando poi alle critiche sulle diverse posizioni dei movimenti antagonisti, vorrei sapere cosa abbiano cambiato nelle politiche di quei paesi, tali manifestazioni, se poi le destre e le pseudosinistre, comunquie eterodirette, si sono mosse esattamente come richiedevano a Bruxelles. Mi viene da rispondere a quegli spagnoli e a quei francesi, vi hanno fottuti e mazziati, ai primi, dove la disoccupazione è quasi quadruplicata, ed ai secondi, stateve attenti, perchè la strada sarà di lacrime e sangue, e cadere dall' alto, è peggio che cadere da un basso piedistallo. Quindi fate poco gli spiritosi e cercate di capire cosa ci sta succedendo e cerchiamo di capire come uscirne fuori.
    Ma poi, come ultima cosa, in Spagna restano tutti lì i giovani? Non mi pare proprio!

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  20. Un cane si sta mordendo la coda:

    sostanzialmente si diagnostica all' Italia un insufficiente coesione sociale,si presuppone che ogni terapia possibile sia stata tentata senza sortire risultati apprezzabili o abbia addirittura peggiorato la situazione e che quindi sia, non dico utile, ma almeno legittimo, nutrire sentimenti di disprezzo nei confronti dei propri connazionali.
    Ma non è questo disprezzo reciproco all' origine del male di cui dicevamo? Non è questo diprezzo a far concepire come terapia moralizzatrice risolutiva la compressione dei diritti democratici?
    Quindi cosa dovrei pensare di lei Sig. Defil?

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  21. Ci sono delle evidenze che mi permetto di sottolineare:

    http://www.cdt.ch/mondo/cronaca/154964/polemiche-in-italia-il-cdt-svela-cosa-ha-detto-davvero-il-ministro-giannini

    Orizzonte48 del 10 maggio 2015
    http://orizzonte48.blogspot.it/

    https://twitter.com/sil_viar0/status/730092814357434369

    Non ho capito l'argomentazione di @Dafil, ma certamente è un mio difetto di comprensione.

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    1. Aristotele buttato nel cesso, assieme al metodo deduttivo: sostiene la Giannini che "Sapere non significa necessariamente saper fare"; semmai è proprio il saper fare a non significare necessariamente un sapere più articolato e fondato, poiché anche un cane può essere ammaestrato, senza comprendere appieno quel che fa. Ci attendono una medaglietta, un marchio e un collarino elettronico (speriamo anche l'antipulci e qualche scatola di croccantini...).

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  22. Dafil ha scritto sulla base di percezioni ed esperienze personali, elaborate con la sua mentalità.
    Non so se lo abbia fatto in maniera obiettiva, ognuno di noi le avrebbe riportate in maniera personale.
    Mi risulta fastidiosa e non totalmente giustificata la denigrazione del nostro paese, certo problemi esistono ma la società perfetta non esiste.
    Esistono invece le nostre paturnie.

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  23. Vedo che ci sono molte critiche all'intervento di Defil.
    In effetti anche a me non ha del tutto convinto.
    Non ho una conoscenza approfondita della stampa francese, però mi ricordo alcuni articoli di Liberation pro-euro che, nella sostanza, dimostrano una totale, beata ignoranza dei più elementari fatti economici.
    E' così diverso dal Manifesto? Le Monde è così diverso da Repubblica.
    Ho visto anch'io a suo tempo diversi dibattiti su temi politici ed economici sulla Tv francese, e in effetti il livello è dieci gradini sopra quello italiano.
    Ma se poi non si fa l'ultimo passo, quello decisivo, a che servono?
    Il documentario sulle sorti della Grecia apparso su Arté alla fine cosa serve se, al di là della simpatia, - cioè del patire insieme - con il popolo greco, non riesce ad arrivare al cuore della questione?

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  24. Su cosa non sono d' accordo? Ecco!

    “Mentre noi invadevamo le strade di Parigi e gli Indignados piazzavano le loro tende nelle piazze di tutta la Spagna, voi italiani dove eravate?

    Le avevamo già fatte con quaranta anni d' anticipo, e con risultati migliori. Del resto, se uno ti chiede: Perché non fate anche voi una Podemos: sicuri sia "avanti"?
    Del resto anche qui eravamo arrivati prima... Il M%S. Questo, naturalmente, serve per capire che non sempre, chi arriva prima ha capito meglio. O no?

    Concordo invece la lapidazione che defil fa di quelli che ciavemo a curtura. Non li abbiamo sempre ribattezzati. "quelli che leggono sempre i libri sbagliati, e quando leggono quelli giusti non li capiscono"?

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  25. mi dispiace... Gli auto razzisti non li sopporto, mi provocano disturbo fisico, da qualsiasi luogo provengano...qualsiasi strada abbiano percorso... Oltretutto non ritengo la Spagna una avanguardia in campo politico e sociale...

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  26. Bocciata la sfiducia, via alla Loi Travail.
    Vive l'Académie Française!

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  27. Si, siamo nuovamente al punto di partenza : e' tutta colpa della castacriccacorruzione e degli italiani che non sono ordinati come la Germania dove lavora mio cugino; ma basta!

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  28. Ach!! Mi sembra che non abbiate colto. Non ho disprezzato gli italiani. La mia erauna testimonianza, non un pamphlet.
    Ho scritto solo che, se all'epiteto autorazzista voglio dare una valenza, essa riguarda il fatto che malainformazione e piddinismo hanno prodotto piaghe. Tra queste, acquiescenza (chettefrega) e rinuncia all'indignazione.
    Non ho scritto che "fuori" è il bengodi. Francia e Spagna stanno in molti casi con le pezze al c... altroché!
    Però qui (cioè fuori dall'Italia) ho colto una sensibilità più forte. Tra la gente e tra i media. E non è vero che non dà frutti. E non è vero che non hanno ottenuto niente. Sarebbe più onesto riconoscere che abbiamo di fonte un'elite transnazionale che si comporta mafiosamente come Badalamenti con Peppino Impastato: ci fanno parlare sperando che ci si secchi la gola e che le grida divengano rumore di sottofondo. Non è facile debellare un "sistema" se non lo si fa insieme. Ciò non giustifica critiche aprioristiche e non sperimentate, standosene in poltrona a 1500 km di distanza. Leggo questo blog dalla sua terza settimana di vita, e se mi sono permesso di scrivere l'ho fatto con ponderazione e obiettività. L'impressione che talvolta si senta la necessità di criticare in maniera accesa e aprioristica, offre il destro a quella "presunzione" (intesa come saccenza) che - volenti o nolenti - ci ha fatto perdere, in questo inferno eurista, più di tutti (vedi tab. FMI qui : Sapir http://vocidallestero.it/2016/03/18/sapir-5-tesi-sulleuro/).

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  29. Ciao a tutti. Il post e i commenti mi hanno fatto venire in mente una considerazione che umilmente vi dico.

    Essere autorazzisti allo scopo di svendere il paese, è diverso dall'esserlo per capire come migliorarlo. Se lo scopo fosse il secondo non ci trovo nulla di male.

    A settembre sono passato da uno studio privato alla pubblica amministrazione.
    A vari amici ho elencato critiche anche dure al mio nuovo ambiente lavorativo. Ma mai lo faccio per peggiorare l'Italia. Semmai per cercare di migliorarla.

    ps. Ovviamente i miei amici capiscono che dobbiamo svenderci.

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  30. Scrivi:

    "E a furia di consolarci con lo straordinario patrimonio dell’Italia, proprio quando arrivava l’euro e la tecnologia accelerava con passi da gigante, abbiamo continuato a guardare nello specchietto retrovisore, mentre anche i più scalcagnati, inconsapevolmente liberi dalla zavorra della “curtura”, guardavano avanti e cominciavano ad avvicinarci o sorpassarci."

    Ma qui secondo me attribuisci colpe e rapporti di causa-effetto che non sussistono. Non credo abbia senso pensare che "il popolo" si crogiola con la cultura *e quindi* snobba la tecnologia. L'italia non è una grande azienda che tutta insieme decide di fare una stessa cosa: c'è il mercato, è libero e si investe su quello che è utile per rimanere sul mercato. Se c'è domanda di un bene si produce quel bene, altrimenti no. Se i beni tecnologici hanno molta domanda l'offerta di questi se ci sono le condizioni si crea per semplice desiderio di guadagno o di sopravvivenza, non perchè si ha la "cultura tecnologica". La politica eventualmente potrebbe incidere sulla produzione di questi beni finanziandole o creando domanda da parte dell'amministrazione pubblica, ma questo non dipende da decisioni del "popolo", dipende dalle scelte di chi governa che soccombeva a rapporti di forza di potenze colonizzatrici. Se in italia si è creata meno produzione di "tecnologia" (dico "se" perchè non mi sembra così scontato che sia vero) rispetto al resto d'europa la causa va ricercata
    1) a livello di scelte politiche (che risentono del nostro status di colonia)
    2) a livello di dinamiche di mercato (gli incentivi erano tali per cui era oggettivamente sconveniente farlo)
    Non credo che abbia senso ricercare le cause in una "cultura retrograda" degli imprenditori che a dispetto delle leggi di mercato avrebbero insensatamente deciso di tenere bassi i propri profitti.

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