martedì 31 ottobre 2017

Vincolo esterno e vincolo interno.

...che poi, scusate, se il vantaggio di entrare nell'euro fosse stato che il calo dei fatturati, e in particolare dell'export (vincolo esterno), avrebbe stimolato le imprese ad essere più produttive, se la logica fosse veramente questa, un po' autoritaria, del mettere in difficoltà la gente perché reagisca con uno scatto di orgoglio, credo che a tutti dovrebbe immediatamente venire in mente una riflessione ovvia! Una uguale necessità di stimolare la produttività per rilanciare i fatturati si sarebbe avuta se, a parità di altre condizioni, non fossero state fatte tante riforme il cui scopo, in definitiva, era quello di abbattere il costo del lavoro! La necessità di far "rendere" di più un lavoratore che ti costa il giusto (vincolo interno) avrebbe ugualmente stimolato l'imprenditore a adottare tecnologie più produttive, a competere veramente sul piano dell'innovazione e della ricerca. Il lavoratore pagato il giusto avrebbe poi potuto anche comprare il giusto (alimentando la domanda interna). Invece si è scelto di penalizzare la nostra impresa sui mercati esteri per penalizzare i nostri lavoratori sui mercati interni ("fatti pagare di meno o chiudiamo..."), col risultato di penalizzare le nostre imprese sui mercati interni. Ora, la maggior parte delle nostre imprese da sempre si rivolge al mercato estero. Siamo un paese esportatore perché dipendiamo dalle materie prime estere, che non si possono acquisire se non si esporta. Questa è storia. Poi c'è l'attualità: il paese sta morendo, ma siccome all'estero un po' di ripresa c'è, alcuni imprenditori vivono la piacevole illusione ottica di godersi i meritati risultati del loro sforzo, mentre, in realtà, quelli che stanno godendo sono i risultato del loro sforzo e delle altrui politiche economiche, meno autolesioniste della nostra, che fanno sì che i loro clienti esteri abbiano ancora soldi per pagare. Ma un'impresa può campare solo sull'estero? Detto in altri termini: possono resistere cellule sane in un tessuto economico e sociale che tende alla necrosi? Sicuri? La vita non è fatta solo di clienti col portafoglio temporaneamente pieno perché sono dalla parte giusta dell'Europa. C'è anche dell'altro, ma cosa sia rinuncio a spiegarlo (e non sto parlando di valori morali, ma di cose molto concrete): se chi ha necessità di capirlo potesse farlo, spiegarlo sarebbe inutile perché avrebbe già capito. La scelta di privilegiare il vincolo esterno (la compressione dei fatturati, e quindi delle retribuzioni) rispetto a quello interno (la difesa delle retribuzioni) è una scelta politica, che risponde a precisi interessi distributivi: quelli di chi vuole che i salari calino, fottendosene se questo uccide il paese, perché tanto all'estero qualcuno che compra c'è. Quando un'impresa ragiona così, da organo diventa tumore. E il tumore, poverino, fa una brutta fine: uccide il corpo che lo ospita, pensando di essere furbo, salvo poi accorgersi, a decesso avvenuto, che la morte del corpo è la morte di tutte le sue cellule: tumore incluso. Alcune imprese hanno potuto salvarsi dal declino italiano andandosene: ma non a tutte sarà dato questo. Ovviamente, la colpa sarà sempre delle tasse, del Sud fannullone, della burocrazia, degli altri.

Mai della propria incapacità di vedersi come cellule di un organismo.

Amen.

15 commenti:

  1. Vorrei aggiungere che il vincolo interno può essere da stimolo per le imprese per un loro maggiore impegno sul lato commerciale. Nell'altro caso, le imprese si possono adagiare solo su politiche di prezzo di vendita (al ribasso). In questo caso non credo si possa andare molto lontano (come si sta vedendo/ vivendo)

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    1. Sono d'accordo. D'altra parte, bisogna anche capirli, i mainstreamers (qui parlo dei miei colleghi): nei loro modelli il prezzo è tutto, e risolve tutto (come ci siamo detti parlando di Della Vedova). Ora, se questo da un lato rende paradossale che essi non si preoccupino delle conseguenze di bloccare "il prezzo dei prezzi" (il tasso di cambio), d'altro canto rende altresì paradossale che la menino con la retorica della qualità e dell'eccellenza, quando in fondo il loro modello mentale li spinge inesorabilmente verso il Bangladesh...

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    2. Li caratterizza una carenza estetica, prima che etica. Per questo non hanno orrore di scambiare l'Italia con il Bangladesh. Solo se ti fa difetto il senso estetico, il prezzo può essere tutto.

      Rifacendomi al post seguente, sul Rocky Horror, icastico nel ricordo di come è andata, direi che la "corda che ci è stata data per impiccarci" è consistita soprattutto nel farci abbandonare il senso estetico della vita.

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  2. Il mio principale ha sempre usato i contratti a tempo determinato prima e il job act poi .Quando ,per giustificare il posticipo di due settimane dello stipendio(gli facciamo ,noi dipendenti così pure da banca), si è lamentato del calo del fatturato ,dandone la colpa a noi,un collega dai modi "semplici "gli ha risposto:"Doveva succedere se adesso tutti i pricipali fanno come hai sempre fatto tu "

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  3. Se avessi studiato ciò che accade in Norvegia, come ti dicevo, ti saresti accorto che il grafico delle alci uccise dal 1981 ad oggi, dimostra come le imprese italiane seguono lo stesso trend.

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  4. Che poi tradotto, vincolo esterno significa "Cultura dominata".
    E si sa, le culture dominate sviluppano i peggiori vizi.

    E' stupefacente ragionare assieme agli arcobalenisti, in quanto scusano i peggiori vizi delle altre culture sapendole dominate, e implicitamente considerano la propria come se fosse una cultura dominante.

    Pensano davvero di stare dalla parte vincente (sic).

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  5. La capacità di vedersi come cellule di un organismo si studia sui banchi delle scuole elementari. Mi riferisco al famoso discorso di Menenio Agrippa. E si conosce anche frequentando il catechismo, mi riferisco a 1Cor 12. Di qui si capisce che l'egoismo non è solo un vizio della morale, ma anche un difetto della ragione. Amen

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    1. Eh, ma Menenio Agrippa era interclassista... e la lettera ai Corinti esclude i diversamenti cristiani...

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  6. Della Vedova al convegno dove ha dominato l'autocompiacimento e lo sforzo unanime nel sostenere una tesi falsa, ha fatto un discorso per ingraziarsi la rielezione.

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  7. Le imprese più che di stimoli o di accuse hanno necessità di essere aiutate;
    devono avere intorno a loro una struttura organizzativa statale in grado di supportale offrendo i servizi di base: in primis in materia di selezione e ricerca del personale. Gli Uffici del Lavoro in Italia, funzionano in maniera inefficiente per quanto riguarda il collocamento dei disoccupati. Sono solo Enti certificatori dello Stato di Disoccupazione.
    Non collocano quasi nessuno e oltre i 3/4 di chi trova lavoro utilizza altri canali.
    Il legame tra scuola ed impresa è inesistente.
    Chi si diploma o laurea deve fare da sè per trovarsi un posto di lavoro. Non c'è flusso di informazione tra imprese, disoccupati e studenti che si diplomano.
    I livelli contrattuali devono essere collegati non all'anzianità ma alla formazione effettuata. I fondi europei per la formazione devono essere dati anche alle imprese non solo agli Enti Provinciali e vari.
    Sono banalità quotidiane che fanno la differenza nella vita delle persone e nell'economia di una Nazione.
    Le aziende manifatturiere in Italia sono impossibilitate a operare per una miriade di motivi ed è per questo che sono scappate all'estero, ma solo chi ha avuto il coraggio, la forza e la fiducia di ricominciare altrove. Gli altri hanno chiuso lasciando a casa migliaia di persone. Il male peggiore non è la disoccupazione del momento e l'impossibilità di trovare un lavoro con la stessa specializzazione. Il peggio arriverà tra qualche anno: molte figure della manifattura saranno disperse per sempre perchè non ci sarà più il passaggio di testimone e la conoscenza di come si produce un certo prodotto sarà perduta.
    Saremo sempre più un Paese di soli servizi senza capacità di produrre quei beni essenziali alla vita di tutti i giorni.

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    1. Un altro vizio è stato quello di far credere alle aziende di essere nel pieno diritto di pretendere manodopera già qualificata sebbene giovanissima. Inculcarci cioè che si possa specializzarsi sui banchi di scuola e arrivare a lavoro già esperti. Errore nonché poca lungimiranza. E quelli che sono rimasti indietro o hanno avuto disavventure lavorative? Amen

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  8. la disoccupazione produce un bell'effetto (tra i tanti): ovvero quello che crea più "immobilismo"!
    Ovvio che ci sono delle eccellenze ma se queste sono attorniate dal deserto il risultato sarà il loro appassirsi..
    La vera meritocrazia sta nell'avere opportunità e quindi poter capire, provando e riprovando, e scoprire quale ambiente risulta più consono alle proprie attitudini.
    E se hai questo, allora si vede un naturale turnover e incontri persone con più esperienze (al plurale).

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  9. "mica vorranno privarsi di 60 milioni di consumatori?"
    Si ricorda questa domanda un po' provocatoria che si fece (e ci fece), in un suo intervento all'Università di Genova, nel 2013?
    Ai tempi non era ancora chiaro dove si volesse arrivare col manganello del vincolo esterno, se avesse prima o poi prevalso il buonsenso e chiuso con questa follia nel breve giro di qualche anno, oppure se tristemente, a distanza di quasi 5 anni, dobbiamo constatare che l'intento era proprio quello, ed in grande stile.

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  10. Asimmetricamente, dal lato Germania, pare che abbiano scelto di alleviare sia il vincolo esterno (con una moneta debole, non temono più concorrenza italiana) e pure quello interno (abbassando i salari). Poi dice che siamo noi i pigroni, che vogliamo vivere senza vincoli.

    Se la logica è questa, uno pensa che così facendo la loro produttività sia poi andata a ramengo, processo che immagino più facile del suo miglioramento.

    Non ho competenze per suffragare questo, ma so che la mia Golf degli inizi 2000 (fatta in Serbia) ha un'infinità di problemi, mentre la sua contemporanea Lancia Y con motore Fire è ancora un orologio. E costavano uguale in italia. E la Lancia ha chiuso.

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