sabato 18 luglio 2015

Maman se meurt, maman est morte!

(...astenersi diversamente europei, anche perché non è mai aria, figuratevi oggi...)


Nous devrions être assez convaincus de notre néant : mais s’il faut des coups de surprise à nos cœurs enchantés de l’amour du monde, celui-ci est assez grand et assez terrible. Ô nuit désastreuse ! ô nuit effroyable, où retentit tout à coup, comme un éclat de tonnerre, cette étonnante nouvelle : Madame se meurt, Madame est morte ! Qui de nous ne se sentit frappé à ce coup comme si quelque tragique accident avait désolé sa famille ? Au premier bruit d’un mal si étrange, on accourut à Saint-Cloud de toutes parts ; on trouve tout consterné, excepté le cœur de cette princesse. Partout on entend des cris ; partout on voit la douleur et le désespoir, et l’image de la mort. Le Roi, la Reine, Monsieur, toute la Cour tout le peuple, tout est abattu, tout est désespéré ; et il me semble que je vois l’accomplissement de cette parole du prophète : Le roi pleurera, le prince sera désolé, et les mains tomberont au peuple de douleur et d’étonnement.



Doveva essere un racconto di Maupassant, o forse Flaubert. Sicuramente l'autore era un normanno, e fra di voi c'è chi se lo ricorderà. L'ho letto non so quando, non so dove (forse rovistando nella libreria di qualcuno?), non so in quale lingua. Il protagonista è un uomo piuttosto sordido, salvo errore, cui a un certo punto muore la madre. E allora quest'uomo arido, calcolatore, insomma: il tipico normanno (il normanno, forse per la collocazione a Nord-Ovest in effetti, come saprete, tiene abbastanza del genovese, talora con conseguenze avverse - il bout de ficelle, per chi se ne rammenta), si intenerisce, prende pietà di se stesso, non essendo "vocato", come oggi si suol dire, a prenderla degli altri, e nel suo monologo interiore esclama una cosa del tipo: "È morta la mamma: non c'è più nessuno che si ricordi come ero da bambino...".

Questa frase (credo di Maupassant, più che di Flaubert: Maupassant l'ho frequentato di meno) mi è rimasta impressa, mi ha dato più di tante altre il senso del lutto, della perdita. È presso nostra madre il ricordo della nostra verità più profonda, presso di lei che ci ha conosciuto quando ancora avremmo potuto essere tante cose, salvo poi accettarci quando siamo diventati quello che siamo, lei che ci ha visto nella nostra nudità, nella nostra innocenza, lei, l'unica persona, forse, alla quale ci siamo mai rivolti sine dolo (quasi modo geniti infantes).

Allora, ieri alle cinque mi arriva il messaggio:

MB: "Mamma ha sceso l'ultimo gradino della scala. Hai visto mai toccasse puro (sic) all'euro!"

CN (cavajere nero): "Et lux perpetua luceat ei. Fatti forza. Quando sarà il funerale?"

MB: "Domani 14:30 a piazza WYTSWRQTWS"

CN: "Mi faccio forza anch'io."

MB: "Ma mica farai la scemenza di venire? Pensa a salvare il continente...".

Errore!

Mai dire al cavajere nero cosa fare.

Con 40 gradi all'ombra (ma sei nodi di vento e umidità al  30%), in un rigoroso fresco di lana antracite con cravatta berlusconiana d'ordinanza, mi sono subito la mesta cerimonia, che, sarò strano io, ma comunque mi mette sempre meno tristezza di un matrimonio. Oggi poi si parlava di uno che chiede quello che anche voi chiedete così spesso: "quomodo possumus viam scire?".

Per la risposta, rivolgersi a Iscariota, il teologo del blogghe.

Mi è servito almeno a capire da chi il buon Marco abbia preso una delle tante virtù che lo adornano, quella di essere patologicamente in ritardo. Non per dire, vero, non mi sto lamentando: il caldo mi piace, ma certo che ad aprile la cosa sarebbe stata meno impegnativa sotto il profilo cardiovascolare. Che poi, siccome sono un sentimentale, e lui sa scrivere, quindi sa parlare, mi ha fatto anche commuovere (ma questo non c'entra), e soprattutto, mentre lui ricordava sua madre, e io pensavo che chi si ricordava del vero lui non c'era più, ho capito quanta verità ci fosse nell'analogia fra l'euro e l'Alzheimer che ci aveva proposto.

Perché, pensateci, il caso greco lo dimostra: come nell'euro tutto quello che ci dicono accadrebbe dopo la sua fine (la povertà, le banche chiuse, il disordine sui mercati, la distruzione dei risparmi...) in effetti accade prima, e lo subiamo per la nostra pervicace ostinazione a tenere in vita una cosa che è già morta, così anche nell'Alzheimer il lutto più grande, la distruzione della memoria, il non avere più chi si e ci ricordi come eravamo quando eravamo veri, viene prima, e lo subiamo mentre e perché ci ostiniamo a tenere in vita una persona che è, in effetti, in qualche modo già morta.

La differenza, naturalmente, è che se ci possono essere buoni motivi (incluso quello di far crescere il Pil, sotto la voce servizi sanitari) nel tenere in vita quello che alla fine è solo un vegetale particolarmente ingombrante e pericoloso a se stesso e agli altri, non c'è alcun motivo nel tenere in vita una moneta artificiale e destinata al fallimento (tanto più che lei il Pil, cioè il nostro reddito, anziché crearlo lo distrugge).

Consolati, Marco.

Almeno a te tua madre non ha detto quello che la mia ha detto a me: che Boeri è un bell'uomo! La cara vecchietta, alla quale il mio nome di battesimo sospetto che cominci a dire poco (non sarebbe una novità in famiglia: ricordo sua madre...), non sa che quel belloccio sta per sfilarle dal portafogli un bel po' di soldini, perché, si sa, se il paese va male la colpa è dei pensionati. Ma anche questa è una storia normanna, della quale però ricordo l'autore e il titolo: Bel Ami...

E, per restare in zona:





(...oh, che poi Boeri sia un bell'uomo, e, se piace, che lo sia anche Varoufakis, non lo contesto, come in genere non contesto quello di cui me ne batto. Certo però che comincio a pensare che le suffragette abbiano fatto di molti danni, come del resto in qualche modo velatamente pensava uno che se ne intende - non di suffragette: di madri, e di danni...)

(... e così abbiamo fatto contento anche il nostro giovane amico dalla compagna diversamente cozza - ossequi, a proposito - che si lamentava del fatto che sul blog non si parlasse più di cose alte...)

(...e ora me ne vado a montare le parti, che domani si prova col neoborbonico. Come? L'ultimo gradino dell'euro? Et vos estote parati, quia, qua hora non putatis, Filius hominis venit. Verbum domini, va da sé, quindi ve potete fidà...)

(...se in questo blog c'è ancora un KPO, mi aspetto una qualche reazione...)

65 commenti:

  1. Se siamo sempre più numerosi a ritenere dannoso l'euro, siamo almeno in due a ritenere un matrimonio più mesto d'un funerale.
    Si addice ciò perfettamente anche alla moneta unica: se il suo maritarsi col l'Europa è stato una tragedia, fiduciosi ne attendiamo le venture esequie.

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  2. Condoglianze a Marco Basilisco. Per il resto, "Sous un Dieu juste, il n’y a point de puissance qui soit affranchie par sa nature de toute loi naturelle, divine, ou humaine."

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  3. Credo di essere molto fortunato... oggi mia madre a momenti vomita sulla tavola apparecchiata sentendo Renzi sciacallare sulla terribile storia della bimba siriana morta (ucciso) su un barcone per crisi diabetica e sepolta in mare con funerale celebrato via cellulare. Decisamente non ci sarà risparmiato nulla.

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    1. Avere una madre compos sui è una delle tante cose che non si apprezzano finché non le perdi. Io quando mia madre mi diceva che Napolitano "è tanto una brava persona" opponevo un plumbeo "bè certo!"

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    2. Per non parlare di mio padre. Non andiamo d'accordo su nulla, ma su Salvini mi ha fatto da battistrada (anche se, dovendo scegliere, alle politiche voto Meloni... che tra l'altro, avendola vista di persona per la prima volta alla presentazione del libro di Polimeno, devo dire che il video non le rende giustizia)

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    3. Tra le tane sberle in faccia che mi ha regalato la vita ( whatever a man sows, that he will also reap -with interest! Mannaggia!- ) ho la fortuna di avere una mamma (ex piddina, tralaltro) per cui Bagnai "è tanto una brava persona (ma che caratterino!)"e Borghi "è tanto simpatico!". Dulcis in fundo, si è presa una cotta per Vladimiro Giacché!
      Ora devo ringraziare goofynomics anche per avermi ricordato che io ho una Supermamma!

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  4. Un abbraccio a Marco. Con l'augurio a lui e a tutti noi di sapere comunque sempre mantenere in vita il bambino che si è stati, anche se chi ne custodiva meglio la memoria (perché si ricorda bene ciò che più si ama) non può più aiutarci a farlo.
    Come dice Amos Oz:

    "Dentro ogni uomo, pensai, sta sempre acquattato il bambino che era una volta. In alcuni si capisce che è ancora vivo e vegeto, mentre altri si portano in seno un cucciolo morto".

    Quanto al KPO, prof, per me non ha più scopo di esistere da quando ha raggiunto il suo fine: la piena e completa redenzione di Marco S. ;-)

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    1. A scanso di equivoci, Iscariota non è redento, ma censurato, altrimenti questo blog diventerebbe un calendario per camionisti (dei quali peraltro condivido l'estetica, incompatibile però con le mie finalità didattiche).

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    2. Comunque se non fossi piddina invece di Oz mi avresti citato il racconto de cujus. Ora devo cucinare per Marco, poi ho impicci fino a mercoledì. Chi mi aiuta?

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    3. Lo so che sono expiddina prof, Marco S. mi sta aiutando a uscirne con grande bontà, saggezza e comprensione ;-). Però dato che anche se il peccato è perdonato, si sa che il purgatorio resta, io e Simone quest'anno in espiazione verremo al Goofy4 a piedi.
      Quanto al racconto, una a volta ho chiesto a Dragan di aiutarmi a ricostruire qual era un romanzo di cui mi ricordavo solo un misero particolare che non riguardava neanche il protagonista e lui ce l'ha fatta. È lui che può farcela anche questa volta.

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  5. Anche se non lo conosco personalmente, porgo le mie condoglianze a Marco e la mia solidarietà per il dolore che sta vivendo e quello che ha vissuto: rimane un mistero (dalla soluzione forse assai banale) il perché la vita possa raggiungere picchi di sofferenza inumani e tuttavia nulla di quello che si fa ad una persona sofferente è perso neanche quando a vincere è la morte.

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    1. Un pensiero per la mamma di Marco e per Marco.

      "...nulla di quello che si fa ad una persona sofferente è perso". Certo, lo spero sempre....
      Ormai sono settimane che mi divido tra il lavoro e mia madre che non sta bene. Non faccio l'impiegata ed è dura. Mi piacerebbe solo avere tanta forza, energia e buon umore per donare a a mamma tutto quello che merita, ora; non voglio accantonare per il giudizio universale, ma adesso vorrei realizzare quegli "interessi" probabili dovutimi......
      Me ne frega poco della classe operaia che va in paradiso e della signora Morte che ci traghetta, Lei fa il suo mestiere, ed io voglio compiere anche i miei doveri al meglio.

      In questa mia presunzione maledico l'euro ma l'ignoranza e il disprezzo delle genti: atti osceni, perpretati dai governanti, da tutti i responsabili.

      E benedico chi si procura di non far spegnere mai la sua lampada.
      In questo tetro frangente della coscienza umana adombrata i piccoli chiarori sono fili di Arianna e a volte segno di speranza per chi rischia di perdere il coraggio.

      Grazie per la compagnia di questo blog.

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    2. Sofia quando le persone cui vogliamo bene soffrono senza che quello che facciamo possa lenire le loro sofferenze allora diventiamo particolarmente sensibili alle sofferenze evitabili, quelle che dipendono dall'egoismo, dall'ignoranza, dalla prevaricazione. Tu però non farti distrarre: rimani concentrata perché davvero (e non è solo una speranza) ogni momento che passi accanto a tua madre sarà fondamentale per entrambe.
      In bocca al lupo, stringi i denti e ricorda sempre di sorridere.

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  6. Condoglianze a Marco Basilisco.
    Doppie se stasera cucinerà davvero lei... Ovviamente scherzo, non conosco la sua arte culinaria.

    Parlando di frasi che mi hanno toccato nel profondo ci fu quella di mia madre quando morì la sua: non avrò più nessuno da chiamare mamma.

    Per l'euro, spero proprio stia arrivando anche l'ultimo gradino, ma come disse mia nonna negli ultimi giorni di lucidità: a quast mond le difezil anc murir

    Buona serata

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    1. Questa è una cosa che a un poeta non può succedere. Né morire, né non aver chi chiamare mamma. Qualcuno si ricorderà cosa intendo.

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    2. Il Prof. è un grande economista, sa scrivere, è un poeta, un filosofo, un ottimo musicista, un comunicatore, uno psicologo, sa parlare 6 lingue.... Ecc..
      Ma non può saper far tutto. È impossibile!
      Sicuramente cucina da schifo....

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    3. Alessandro Ale 19 luglio 2015 13:06

      Mah saperlo! Nel dubbio leggi più sotto ;-)

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    4. Comunque conosce la differenza tra Carnaroli e Roma (Marco, by the way, ieri ho fatto un ottimo risotto - chicchi individui - con il Vialone nano...)

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    5. Eh ma in cucina conoscere non è sapere.

      Fino a quando non infilerò la mia forchetta nel suo risotto e non infilerò il mio coltello nella sua aguglia io non crederò che il maestro è un grande cuoco!

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    6. Caro, tu sei Iscariota, non Tommaso, quindi fai la tua zuppetta nella tua scodelluccia...

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    7. Ma almeno mi lasci "pucciare" nel suo piatto!

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    8. Giusto Marco. :-)
      Approccio scientifico ci vuole.
      La "pucciata" è d'obbligo in questi casi.
      Come per i dati macroeconomici di cui bisogna sempre verificarne la veridicità e la fonte; anche per i risotti, zuppe e qualsivoglia pasto bisogna sempre verificarne l'effettiva bontà.
      Altrimenti anche un risotto può rimanere solo teoria.

      Prof. Ci ha tirati su troppo bene.
      A noi non la si da ad intendere come ad un semplice piddino.
      :-D

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  7. Caro Marco, "persi" mia madre il 17 luglio di 10 anni fa. Ricordarlo qui, immaginandoti ricordare e dare l' estremo saluto pubblico alla tua, mentre ascolto questo dono di requiem di Alberto, mi sembra il miglior modo per dirti che, da allora, il dialogo con lei non è mai cessato, si è fatto più semplice e onesto. Cerco di essere sempre in ascolto e lei mi parla, sempre gli stessi concetti di quando ero bambino, che non riuscivo a capire. Ti abbraccio.

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    1. Che bello questo tuo post, Erik. Anche io ho perso mia madre troppo presto, ma una cosa per me molto importante me l'ha detta dopo, in un sogno. Lo so che forse me la sono detta io con la sua voce, ma non importa. Ti abbraccio.

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    2. @Nat
      Mi permetto discretamente di suggerire che si può fare a meno di domandarsi se fosse il proprio "io" o quello di qualsivoglia altro: resta solo la "voce" a risuonare, e quella è sempre vera.

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    3. Grazie dell' affetto Nat. Quando liberiamo l' amore fra noi, ci ascoltiamo. Non occorre attendere la morte (o una discontinuità) per sentirsi, e la poesia di questo luogo rende verità al nostro essere, non immortali, ma eterni.

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    4. Ma sai che cosa mi ha detto mia madre, in sogno, Erik? "Dio è come una grande luce, e in questa luce ho casa". E alla fine, se credo in Dio, il motivo sostanzialmente penso che sia questo. E a leggere il Vangelo me l'ha insegnato lei. Ce lo leggeva, a volte, quando eravamo piccoli, la sera. Vedi che se sono una cattocomunista non è per caso...;-)

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    5. Scusa Alberto se ci dilunghiamo.
      La mia fece sacrifici enormi per farmi studiare ciò che lei, con la terza elementare, cercava di spiegarmi: rifiutavo di ascoltarla perchè IO stavo studiando e lei no. Mi diceva che Gesù uomo è esistito e l' avevano ucciso i preti. Ora le chiedo di sorreggere il soffitto che sento mi stia crollando addosso e m' immagino che lo faccia pulsando nel mio cuore.
      Come te, sono cresciuto cattocomunista anch' io. Ora sto cercando di comprendere Emanuele Severino (si fa per cambiare) con il suo ritornare a Parmenide e la follia dell' Occidente. Mi chiedo se sia una perdita di tempo o meno. Lo capirò, forse, strada facendo. Se qualcuno agevola il processo gliene sarei grato, visto i miei malaugarati tempi.

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  8. Non conosco Marco, nè la madre, ma conosco la malattia che fu anche quella di mia nonna (morta diversi anni prima che il suo cuore si arrendesse all'evidenza). Riguardo le sofferenze della vita, voglio portare la mia interpretazione. La famiglia, proprio la famiglia, quale prodotto del matrimonio (quello piú triste di un funerale) ha proprio questa caratteristica, ridurre l'universo nel "tuo" piccolo universo, la tua famiglia. Il nucleo ristretto. Il desiderio dell'uomo (inteso come il maschio) di conquistarsi la certezza della paternità ha avuto un prezzo molto alto: Distruggere le grandi organizzazioni matriarcali dove i figli erano i figli di tutti e le madri, le madri di tutti. La famiglia monogamica patriarcale rende la morte di un uomo o di una donna, la morte dei tuoi genitori. Gli unici. Qui mi fermo...troppo lungo per un Blog. Saluti a tutti, in particolare a Marco, siamo tutti sulla stessa barca.

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  9. Nel perdere una persona cara, oltre al dolore "empatico" per chi aveva perso la vita, ho sempre provato un dolore "mio", egoistico: come un'amputazione, come se morisse una parte di me, come morire un pezzo per volta.
    Scusa Marco, se non riesco a scrivere qualcosa che sembri anche solo consolatorio... le più sincere condoglianze.

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  10. Sto invecchiando e i miei standard di bellezza si abbassano in proporzione a quanto divento più cesso io ogni giorno che passa.
    Però Boeri continuo a vederlo bruttino, come vedo bruttino Renzi. Varoufakis è già meglio, ma detesto i piacioni con l'aria da palestrati e anche i bellocci con look da motociclista.

    Ho sempre votato a cazzo, ma mai nessuno per la bellezza, ammesso e non concesso che fosse possibile farlo. Non voterei neanche Raul Bova (a meno che non si metta a parlare come Bagnai o Giacché, ma non penso sia probabile).
    Trovo che ci sia molta disparità tra le sempre più elevate e numerose bellezze rosa e quelle sempre scarse azzurre, nella totale uniformità di non-pensiero, incapacità politica e ignoranza economica.
    Quindi penso che le più dannose suffragette siate voi maschi.

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    1. Invecchiando gli standard di bellezza cambiano eccome. L'unica costante sono i modi, il muoversi, il sorridere, lo sguardo. La gentilezza e l'eleganza sobria dei gesti. La grazia.

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    2. @a perfect world

      Il ricordo è oblio dotato d'immaginazione. Né indietro, né avanti: meglio guardare dentro, e al fondo del fondo (come recita un detto zen: una volta raggiunta la sommità del palo, continuate a salire).

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    3. @a perfect world

      Il ricordo è oblio dotato d'immaginazione. Né indietro, né avanti: meglio guardare dentro, e al fondo del fondo (come recita un detto zen: una volta raggiunta la sommità del palo, continuate a salire).

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  11. "Nella prima consapevolezza vediamo noi stessi come uno degli elementi di continuazione dei nostri antenati e come anello di congiunzione alle generazioni future. Quando guardiamo alle cose in questa prospettiva sappiamo che prendendoci cura del nostro corpo e della nostra coscienza nel momento presente ci stiamo prendendo cura di tutte le generazioni passate e future" dal libro Paura di Thich Nhat Hanh
    Condoglianze a Marco Basilisco

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  12. Mia madre mi morì tra le braccia; venivo da Roma a Latina ogni sera per il turno al suo capezzale. Fu un momento terribile per me, sia per l' evento sia per come accadde, appunto fra le mie braccia e ancora, se ci ripenso resto a lungo attonito.
    Caro Marco, capisco la tua profonda amarezza, per ora, per me non ci fu amarezza più grande e spero che resti quella la più grande tra le amarezze; un abbraccio!

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  13. Le merendine di quando ero bambino non torneranno più, i pomeriggi di Maggio non torneranno più...Mamma!! mia madre non tornerà più....

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    1. Non so gestire i ricordi. E' come precipitare in un abisso e contemporaneamente sentirsi soffocare. Ma guardare sempre avanti non e' la soluzione, anzi.

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  14. https://fr.m.wikisource.org/wiki/Oraison_funèbre_de_Henriette-Anne_d%27Angleterre

    Condoglianze Marco

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  15. Anche la mia mamma è morta tra le mie braccia...le braccia della prima figlia che aveva messa al mondo. Il cerchio della vita si chiudeva. Coraggio, Marco, anche se non ti conosco. Alzero' il mio sguardo alle vette da dove mi viene conforto.

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  16. Requiescat in pace.

    παῖδες δὲ πέπλων μητρὸς ἐξηρτημένοι
    ἔκλαιον· ἡ δὲ λαμβάνουσ' ἐς ἀγκάλας
    ἠσπάζετ' ἄλλοτ' ἄλλον ὡς θανουμένη.

    Euripide, Alcesti 189-191

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    1. I figli piangevano, aggrappati ai vestiti della mamma: e lei, che stava per morire, prendeva in braccio or l'uno or l'altro, e li baciava.

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  17. Condoglianze.
    Il ricordo lenirà il dolore e ricordando sorriderai.
    Per me è stato così.

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  18. "The cats will know"

    "Ancora cadrà la pioggia
    sui tuoi dolci selciati,
    una pioggia leggera
    come un alito o un passo.
    Ancora la brezza e l'alba
    fioriranno leggere
    come sotto il tuo passo,
    quando tu rientrerai.
    Tra fiori e davanzali
    i gatti lo sapranno.
    Ci saranno altri giorni,
    ci saranno altre voci.
    Sorriderai da sola.
    I gatti lo sapranno.
    Udrai parole antiche,
    parole stanche e vane
    come i costumi smessi
    delle feste di ieri.
    Farai gesti anche tu.
    Risponderai parole –
    viso di primavera,
    farai gesti anche tu.
    I gatti lo sapranno,
    viso di primavera;
    e la pioggia leggera,
    l'alba color giacinto,
    che dilaniano il cuore
    di chi più non ti spera,
    sono il triste sorriso
    che sorridi da sola.
    Ci saranno altri giorni,
    altre voci e risvegli.
    Soffriremo nell'alba,
    viso di primavera".

    (Alessandra/Cassandra da Firenze. "I gatti lo sapranno" di Cesare Pavese, in "Verrà la morte e avrà i tuoi occhi", Giulio Einaudi editore, Torino 1951. Aprile ritornerà. Anne Sofie von Otter & Elvis Costello, "It's April After All", originally written by Ron Sexsmith)

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  19. Un sincero abbraccio a Marco Basilisco. Sia io che la mia ragazza conosciamo bene la malattia, che ha colpito in passato entrambe le nostre nonne materne.

    PS Lei è davvero adorabile professor Bagnai. Un caro saluto dal Portogallo anche da parte della mia compagna che la ringrazia, una terra splendida che dice molte cose.

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    1. Anche a me. Visto quante trombe sugli organi? Qualcosa vorrà pur dire...

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    2. Lo vede che è adorabile? unisce il sacro al profano in maniera deliziosa. Comunque il Requiem di Fauré indica classe nella scelta: " [...] è così che sento la morte: come una lieta liberazione, un'aspirazione alla felicità dell'aldilà, piuttosto che, un trapasso doloroso [...]". E' una dedica bellissima.

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    3. Ok. Googla "batalha organ" o qualcosa di simile. Non era un invito a occuparsi della diversamente cozza. Se continui così ti deferisco a Martinet.

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    4. A dire il vero avevo intuito il riferimento, ma per nascondere la mia ignoranza sul tema tentavo di buttarla in caciara; lo spauracchio martinet mi ha riportato alla luce. Ho trovato Pedro de Araujo e un disco di Ton Koopman la cui track numero 6 mette allegria, cosa non indifferente trattandosi di musica per organo. Ora devo smetterla perchè diversamente cozza non ama particolarmente la musica organistica, dice che le ricorda troppo il suo passato da credente forzata. Che ce volemo fa'? So' i danni de 'na certa educazione...

      PS adesso io non voglio dire però postare all'1:47... poi mi spiega come riesce a dormire 4 ore a notte e mantenere la lucidità... sembra Belfagor

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    5. Sono lucido perché ho la pelle grassa. Per il resto, segnala alla tua diversamente cozza che anche le mie due (madre e figlia) le sono vicine nell'avversione per l'organo. Un popolo che si è scrollato dai genitali esterni gli arabi quando erano gli arabi, e non uno spin-off del Dipartimento di Stato, si scrollerà anche l'euro.

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    6. Di-cì (Diversamente Cozza) sostiene che Lei sia uno short sleeper: " Nessuno può decidere di diventare uno short sleeper da un momento all'altro" ha spiegato il dottor Buysse. E se lo dice il dottor Buysse c'è da crederci, eh. Per la pelle invece consiglia il differin crema. Non Buysse, Di-cì. Comunque ho segnalato. A proposito di segnalazione: la sinistra portoghese mette ovunque cartelloni contro l'Euro invocando il ritorno all'escudo. Pare che la lezione dei veri arabi sia stata un'esperienza quantomeno formativa.

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  20. Ricordo ancora le sue carezze al bimbo che ero, le piccole parole sfasciate che tentavo di articolare ed il suo sorriso, le antiche complicità.........
    Coraggio, la mamma non ti lascerà mai. Mai

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  21. Anche io non sono bravo con le parole....

    Da Buddista credo nel legame karmico.
    Il legame profondo che ci lega ai nostri cari rimane in eterno.

    Anche se la mamma non c'è più, il suo amore, i suoi insegnamenti e tutto quello che ti ha trasmesso rimarranno per sempre incise nel profondo della tua vita, Marco.
    Come l'inchiostro di sumi rimane indelebile sul foglio di carta di riso.
    Lei esisterà sempre. Sei parte di lei e lei è parte di te.

    Vi rincontrerete in una prossima vita. In una vita dove lei magari sarà la tua migliore amica; o tua sorella.

    Condoglianze.

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  22. Questa mia canzone avvolgerà attorno a te, bambino mio, la sua musica come le affettuose braccia dell'amore.
    Questa mia canzone toccherà la tua fronte come un bacio di benedizione.
    Quando sei solo, si stenderà al tuo fianco e ti sussurrerà all'orecchio; quando sei tra la folla ti circonderà di riserbo.
    La mia canzone sarà come un paio di ali ai tuoi sogni, trasporterà il tuo cuore al limite dell'ignoto.
    Sarà come la fedele stella lassù quando la notte scura è sulla tua strada.
    La mia canzone si siederà nelle pupille dei tuoi occhi e porterà il tuo sguardo dentro il cuore delle cose.
    E quando la mia voce sarà silente nella morte, la mia canzone parlerà al tuo cuore che vive.

    Rabindranath Tagore

    ...e comunque il cavaliere nero in cucina non ci è proprio entrato

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    1. Ma porca di quella troia! Dovevo ancora smontare le parti del concerto di Asiago...

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    2. Prof. se dovesse aver bisogno di un letto, un tetto e un pasto caldo a 4 km dal centro di Asiago mi faccia sapere che mi organizzo e la ospito volentieri (tranquillità pre e post concerto garantita).

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    3. I cannot remember my mother
      only sometimes in the midst of my play
      a tune seems to hover over my playthings,
      the tune of some song that she used to
      hum while rocking my cradle.
      I cannot remember my mother
      but when in the early autumn morning
      the smell of the shiuli flowers floats in the air
      the scent of the morning service in the temple
      comes to me as the scent of my mother.
      I cannot remember my mother
      only when from my bedroom window I send
      my eyes into the blue of the distant sky,
      I feel that the stillness of
      my mother's gaze on my face
      has spread all over the sky.

      Rabindranath Tagore

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  23. Le mie sentite condoglianze. Anche mia mamma è molto malata ( alla demenza ed alla encefalopatia ora i medici hanno aggiunto anche il Parkinson). Assisterla è sempre più difficile, fisicamente e moralmente, ma è mia madre e devo fare il mio dovere.
    In compenso Napolitano le è sempre stato sugli zebedei da ben prima dell'€uro.

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  24. Le madri sanno cose misteriose che noi mai sapremo, e mai sapremo come le sanno, e nemmeno se sanno di saperle.
    Io ricordo sempre quel passaggio del vangelo dove si dice che "Maria meditava tutto questo nel suo cuore". Mi pare di non riuscire mai a comprenderla questa frase...
    Oggi mia madre, a tavola, commentando le ultime del bamboccio fiorentino sulla tassazione ha sentenziato che: "ci toglierà la casa sulla tassa".
    Dapprima ci è venuto da ridere e mia sorella l'ha corretta. Poi... ci ha colto un amaro sospetto.
    Un abbraccio a marco.

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  25. Dopo tante cose belle scritte da altri, sono solo in grado di inviare un abbraccio a Marco e a tutti quelli che hanno sofferto perdite affettive importanti.

    Sensazione di solitudine che mi colse una volta: tra i parenti stretti, non c'è più nessuno più vecchio che possa raccontarmi come fossi da piccola.
    Pensiero che poi passò.

    Non so ipotizzare che cosa penserà di me un parente stretto molto più giovane quando non sarò seccata e dunque non sarò più li a seccarlo.
    Ma spero ricorderà almeno la visita al Colosseo, che mi ha espressamente chiesta, più altre particolarità romane che vorrei vedesse in mia compagnia.
    Poiché rischio il fuori tema, saluto tutti (scade il tempo dell'Internet point).

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  26. Correggo: "quando sarò seccata", anche se forse si capiva.
    E anche "lì".

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