lunedì 18 maggio 2015

Sono fra noi

A parte l'occhiale démodé, voi rabbrividireste se un signore con tali fattezze si sedesse accanto a voi in metropolitana?



Credo di no, non ce ne sarebbe particolare motivo. Del resto, su questa riflessione è stato scritto un libro importante. Il fatto è che stiamo vivendo in una psicosi collettiva, e quelli che la alimentano, i responsabili di questa pericolosa ventata di irrazionalità (e quindi di repressione della democrazia), non vengono da un altro pianeta: sono in mezzo a noi, sono persone "normali", qualche volta anche piacevoli: genitori premurosi, coniugi esemplari (su questo non entro), lavoratori scrupolosi.

Ma eseguono gli ordini.

L'ordine, ormai esplicito, è: smantellate la democrazia, perché costa. Del resto, costava anche negli anni '30, motivo per il quale le centrali finanziarie dell'epoca (che poi sono le attuali) plaudirono all'avvento di Hitler e Mussolini, salvo poi toglierseli di torno quando l'etica dell'austerità aveva avvitato il mondo in una spirale deflattiva che poteva essere risolta solo con una energica manovra keynesiana: la II Guerra Mondiale. 

Ma tranquilli... Io ogni tanto mi pongo serie domande sulle persone che incontro, su certe coincidenze, su certi percorsi, e poi mi dico che la storia non si ripete...

La SStoria però sì. 

101 commenti:

  1. Questo signore ritirò il suo passaporto (falso) per l'Argentina, gentilmente offerto dalla ditta Vatican, OSS & Peron, assieme ad altri compagni di merende quali Klaus Barbie, Joseph Mengele etc. nella villa di Albaro, a Genova, dove io frequentai negli anni settanta il conservatorio. L'ho scoperto di recente grazie ad un'inchiesta del Secolo XIX ma assicuro che quella villa trasmetteva vibrazioni per niente positive, ed io ho una certa sensibilità. Altro che Beach Boys.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Concordo. Ci feci un corso di musica. Che strano.

      Elimina
    2. Salve,

      fu beccato dal mossad in Argentina e poi ucciso dopo un processo.
      http://it.wikipedia.org/wiki/Adolf_Eichmann.

      Elimina
    3. Scusate l'abbassamento di livello,
      ma, da giovinetto, nel giardino di quella villa ho passato giornate intere a giocare a pallone mentre sentivo i suoni delle prove dei vari strumenti.
      Che bei momenti!! :)

      Elimina
    4. In realtà questi simpatici giovanotti sono stati aiutati da altrettanto simpatici e zelanti SSudtirolesi…
      “Verso la fine della seconda guerra mondiale alcuni amministratori del comune di Termeno rilasciarono alcuni documenti falsificati a diversi criminali nazisti che erano in fuga dalla Germania, ormai prossima alla sconfitta. Tra i più noti si citano i gerarchi nazisti Adolf Eichmann e Josef Mengele, che riuscirono a sfuggire al Processo di Norimberga, rifugiandosi in Sud America, all'interno del canale di fuga denominato Ratline.[3][4]”

      Elimina
  2. eeeh beh dai anche questo non sembrava così inquietante. Se non avete ancora letto Into that Darkness non fatelo. Rovina passabilmente l'esistenza.

    http://en.wikipedia.org/wiki/Franz_Stangl

    ciao! carlo (quello del flauto)

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Franz Stangl venne intervistato per circa settanta ore a più riprese dalla giornalista Gytta Sereni e il libro che @Carlo ricorda è il frutto di tali interviste che formano un continuum davvero inquietante, confermo.

      Con pacatezza e sistematicità la Sereni fece quel che non risulta essere stato fatto da altri che parlarono a qualsivoglia titolo con Stangl e i suoi simili, cioè risalì alla di lui infanzia e ai ricordi più lontani, si fece raccontare il suo mondo e la sua formazione fino alla storia recente per la quale lo stava intervistando.

      Fu così intelligente e pacata, abilissima, che Stangl sostenne i colloqui fino in fondo, lei sempre opponendo sensate obiezioni alle affermazioni di lui e anche accogliendo, dandogliene atto nei colloqui, una testimonianza a suo favore, accertatasene lei stessa, quella dell'ex ragazzino ebreo "protetto" da Stangl che a distanza di anni si dichiarava a lui riconoscente (passatemi le virgolette a "protetto"), reduce dal campo.

      Nel corso di tali lunghi colloqui e tra l'uno e l'altro certo Stangl non poté non pensare, per quanto forti fossero le difese e le scusanti che riusciva, lui come altri, a darsi, e il tono non accusatorio della Sereni, se fu il medesimo che emerge dal libro, deve aver operato non poco nell'incrinatura del personaggio, il quale ebbe, alla fine dei colloqui, un malore cardiaco - forse ne morì, ma non ne sono sicura in quanto lettura lontana.
      Al tono "normale" con cui Stangl raccontava, l'intervistatrice replicò con ragioni "normali" e pacatamente inoppugnabili.

      Stangl ci riguarda un po' di più di altri "grandi" suoi simili, in quanto fu inviato alla Risiera di San Sabba come premio per l'ottimo lavoro svolto in Polonia.

      Mi dissocio da Carlo perché consiglio la lettura indicata e preciso che esiste in traduzione, perciò non ci sono alibi, se proprio volete farvi del male. Può darsi non sia più in commercio, ma certo in qualche biblioteca la si trova.

      Elimina
    2. Devo a @Roberto Buffagni che ha scritto più sotto l'immediata correzione del nome dell'autrice, che è Gitta Sereny e non Gytta Sereni come ho appena scritto erroneamente.
      (Non avevo controllato per pigrizia).

      Elimina
    3. @Adriana non ti resisto ovviamente su questo. In Italia è uscito per i tipi di Adelphi con il titolo "In quelle tenebre". Non posso tuttavia non mantenere di leggerlo, se si vuole, con una generale disposizione d'animo lieta. Sebbene mi diletti moltissimo di riletture, la sua costola prende ormai la polvere indisturbata da molti anni. Stranamente, invece, ho ripreso il Malleus. Ma forse perché lì il male sembra decisamente meno banale.

      Ciao!

      carlo

      Elimina
    4. @Carlo

      Anch'io lo avevo letto in italiano anni fa col medesimo titolo, non ricordo se (già) pubblicato da Adelphi, e cercato dopo grande riluttanza e lungo rinvio, credendo fosse scritto memorialistico di un'ex prigioniera della Kolyma.
      Pensa tu.


      Vorrà dire che leggerò il Malleus, che ho sempre evitato.

      Elimina
  3. "Ma eseguono gli ordini"

    Per fortuna non tutti e non sempre, e quei pochissimi che non lo fanno alla fine fanno la differenza.

    http://www.theguardian.com/world/2011/dec/09/david-cameron-blocks-eu-treaty

    Tutte le volte che ripenso al colpo di stato Monti del 2011 fantastico nella mia mente, chi sa se ci fosse stato ancora Mr. B in carica a dicembre 2011, magari ci sarebbero stati due o piu' voti contrari (forse anche 5, considerando che Svezia, Repubblica Ceca ed Ungheria erano anch'essi contrari) e magari l'euro sarebbe finito allora....

    D'accordo, la storia non si fa con i se e con i ma, tuttavia 'dum spiro, spero'.


    RispondiElimina
    Risposte
    1. Se non ci fosse stato un Monti ce ne sarebbero stati Tre.

      Elimina
  4. Vorrei inoltrare una petizione a nome degli ignoranti, che mi pregio (fregio?) di rappresentare.
    Il testo è il seguente:

    Chi è costui?

    Ringrazio Lameduck per l'indizio ma non ci è sufficiente...

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Si tratta di Adolf Eichmann-
      Se volete approfondire... http://it.wikipedia.org/wiki/Adolf_Eichmann

      Elimina
    2. Da un romanzo di fantascienza:

      "L'arrivo di X AD ATENE fu accolto da una fortissima ondata di esultanza mista a odio verso quello che si era impresso nell'immaginario dei sopravvissuti ALLE POLITICHE DI AUSTERITA' come uno dei maggiori responsabili della sorte DEI GRECI. Tuttavia X offrì di se stesso un'immagine poco appariscente, quasi sottomessa, ben diversa da quella di inflessibile esecutore degli ordini DELLA TROIKA; negò di odiare I GRECI e riconobbe soltanto la responsabilità di avere eseguito ordini come qualunque soldato avrebbe dovuto fare durante una guerra. PANAGIOTIS GRIGORIOU lo descrisse, con una frase poi passata alla storia, come l'incarnazione dell'assoluta banalità del male.
      La linea difensiva fu impostata nel dipingere l'imputato X come un impotente burocrate, mero esecutore di ordini inappellabili, negando quindi ogni diretta responsabilità; egli stesso d'altro canto non mostrò nessun segno di sincero rimorso e di critica verso l'ideologia razzista dell'UE e le sue concrete e criminali applicazioni. La sua colpevolezza, provata in maniera esaustiva dalle testimonianze di numerosi sopravvissuti chiamati a deporre contro di lui, condusse il giudice militare a pronunciare la definitiva sentenza di morte.
      Nonostante ciò, talvolta trasparì nel suo atteggiamento un certo disprezzo e sufficienza verso le vittime che deponevano in aula."

      LA figura di X (nome a piacere) è "liberamente" ispirata a lui.

      "L'arrivo di Eichmann in Israele fu accolto da una fortissima ondata di esultanza mista a odio verso quello che si era impresso nell'immaginario dei sopravvissuti ai lager come uno dei maggiori responsabili della sorte degli Ebrei. Tuttavia Eichmann offrì di se stesso un'immagine poco appariscente, quasi sottomessa, ben diversa da quella di inflessibile esecutore degli ordini del Führer; negò di odiare gli ebrei e riconobbe soltanto la responsabilità di avere eseguito ordini come qualunque soldato avrebbe dovuto fare durante una guerra. Hannah Arendt lo descrisse, con una frase poi passata alla storia, come l'incarnazione dell'assoluta banalità del male.
      La linea difensiva fu impostata nel dipingere l'imputato Eichmann come un impotente burocrate, mero esecutore di ordini inappellabili, negando quindi ogni diretta responsabilità; egli stesso d'altro canto non mostrò nessun segno di sincero rimorso e di critica verso l'ideologia razzista del terzo Reich e le sue concrete e criminali applicazioni. La sua colpevolezza, provata in maniera esaustiva dalle testimonianze di numerosi sopravvissuti chiamati a deporre contro di lui, condusse il giudice militare a pronunciare la definitiva sentenza di morte.
      Nonostante ciò, talvolta trasparì nel suo atteggiamento un certo disprezzo e sufficienza verso le vittime che deponevano in aula."

      Elimina
    3. http://en.wikipedia.org/wiki/Adolf_Eichmann

      Elimina
    4. Vediamo se lo riconosci ste :o)

      http://www.ilsecoloxix.it/p/italia/2013/09/15/AQOZ6vO-nazisti_silenzio_della.shtml

      Elimina
    5. Su google c'e' da tempo anche la funzione 'ricerca per immagini'.
      Basta scaricare la foto pubblicata qui nel blog (che e' poi quella di Adolph Eichmann) sul proprio dispositivo e caricarla nella pagina di ricerca google che il gioco e' fatto.

      Elimina
    6. E' Adolf Eichmann, uno dei maggiori responsabili operativi dello sterminio degli ebrei nella Germania nazista.
      (non lo conoscevo neppure io, l'ho googlato eh)

      Elimina
    7. Mi sa che la lettura de Lo stato ebraico di Herzl farebbe a molti l'effetto che ha fatto a lui.

      Elimina
  5. ... le centrali finanziarie dell'epoca (che poi sono le attuali) plaudirono all'avvento di Hitler e Mussolini, salvo poi toglierseli di torno quando l'etica dell'austerità aveva avvitato il mondo in una spirale deflattiva che poteva essere risolta solo con una energica manovra keynesiana: la II Guerra Mondiale. ...

    ... L'esistenza dell'ex Unione Sovietica, tuttavia, ruppe le uova nel paniere a chi, come Roosvelt, pensava che si potesse trascinare lo stato "comunista" nell'orbita dell'occidente tramite l'accondiscendenza sull'Europa orientale e la fondazione dell'organizzazione delle Nazioni Unite.
    Per questo motivo le manovre keynesiane dovranno continuare fino agli anno '70, quando alcune crisi internazionali daranno modo alla reazione di cominciare a riguadagnare il terreno perso.

    Roberto Seven

    RispondiElimina
  6. ma che dice prof? si lasci guidare da un (purtroppo) esperto di occhiali. quei modelli sono tornati di moda e pure da un bel po'. e come gli odiosi pantaloni a vita bassa, non sembrano voler tramontare... perché? perché fai uno stampo, ce coli dento a celluloide, e vai con la produzione a valanga e apparentemente fantasiosa.
    personalmente, le montature che "nascondo" il viso le trovo orrende. quando ti guardo e quando mi guardano, voglio che si veda il viso non l'occhiale.
    per esempio, dal mio punto di vista, la sua montatura parla chiaro :-)

    RispondiElimina
  7. Adolf Eichmann...google è terribile...ho fatto una ricerca con le parole: tedesco passaporto falso argentina.

    Se hai davvero voglia di trovare qualcosa...

    RispondiElimina
  8. Prof. se posso permettermi..tra un po' diranno che lei fa terrorismo "al contrario"...

    RispondiElimina
  9. Prima l'immagine dell'Albero della Diairesi e poi quella di Adolf Eichmann. La apprezzo sempre di più, ed è chiaro perché non rimarremo che noi.

    RispondiElimina
  10. Sono fra noi, è vero, ma la cattiva notizia è che la gran parte non se ne rende neppure conto. Lo si capisce da come ti guardano quando gli dici come la pensi: "ma questo cosa dice? E' impazzito? Un nemico (del partito unico) della democrazia?!?". Ormai ci ho fatto il callo...

    RispondiElimina
  11. “Tu stesso hai affermato che solo in potenza i cittadini di uno Stato che aveva eretto i crimini più inauditi a sua principale finalità politica erano tutti ugualmente colpevoli; non in realtà. E quali che siano stati gli accidenti esterni o interiori che ti spinsero a divenire un criminale, c'è un abisso tra ciò che tu hai fatto realmente e ciò che gli altri potevano fare, tra l'attuale e il potenziale. Noi qui ci occupiamo soltanto di ciò che tu hai fatto, e non dell'eventuale non-criminalità della tua vita interiore e dei tuoi motivi, o della potenziale criminalità di coloro che ti circondavano. Tu ci hai narrato la tua storia presentandocela come la storia di un uomo sfortunato, e noi, conoscendo le circostanze, siamo disposti fino a un certo punto ad ammettere che in circostanze più favorevoli ben difficilmente tu saresti comparso dinanzi a noi o dinanzi a qualsiasi altro tribunale. Ma anche supponendo che soltanto la sfortuna ti abbia trasformato in un volontario strumento dello sterminio, resta sempre il fatto che tu hai eseguito e perciò attivamente appoggiato una politica di sterminio. La politica non è un asilo: in politica obbedire e appoggiare sono la stessa cosa. E come tu hai appoggiato e messo in pratica una politica il cui senso era di non coabitare su questo pianeta con il popolo ebraico e con varie altre razze (quasi che tu e i tuoi superiori aveste il diritto di stabilire chi deve e chi non deve abitare la terra), noi riteniamo che nessuno, cioè nessun essere umano desideri coabitare con te. Per questo, e solo per questo, tu devi essere impiccato.»”

    Excerpt From: Hannah Arendt. “La banalità del male. Eichmann a Gerusalemme.” iBooks.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Se non vado errato questa è, però, parte della sentenza del tribunale israeliano: comunque, visto che so che apprezzi, segnalo il recentissimo lavoro pubblicato a tema da colui che ritengo il più profondo conoscitore dei temi che ci stanno a cuore.

      Vale realmente la pena di investire qualche ora per leggerlo e rileggerlo.

      Elimina
    2. No, non è la motivazione della sentenza del tribunale, ma la motivazione che avrebbe auspicato Hannah Arendt

      Elimina
    3. Va be', sto svalvolando: dallo stesso articolo che ho linkato...

      « That “who belongs together in it”—a thought Arendt first voiced in 1958, at a talk in Germany, five years before Eichmann was published—has an eerie resonance. In the epilogue to Eichmann, Arendt offers what she thinks should have been the Israeli court’s judgment against Eichmann. Her very last two sentences read:

      And just as you [Eichmann] supported and carried out a policy of not wanting to share the earth with the Jewish people and the people of a number of other nations…we find that no one, that is, no member of the human race, can be expected to want to share the earth with you. This is the reason, and the only reason, you must hang.
      »

      Elimina
  12. «– Per quello che ho fatto, la mia coscienza è pulita– […] – Io non ho mai fatto del male a nessuno, intenzionalmente […] Io avevo contatto con i lavoratori ebrei – disse Stangl –Avevo con loro dei rapporti molto cordiali. Mi ha domandato poco fa se c’era qualcosa che mi desse piacere. A parte lo svolgimento del mio lavoro, era questo, che mi dava piacere: i rapporti umani»
    Franz Stangl, direttore del campo di sterminio di Treblinka,i ntervistato da Gitta Sereny in: "In quelle tenebre"

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Ti sei rovinato anche tu velo? :)
      Istintivamente, rispetto alla Banalità del male, In quelle tenebre mi sembrava un po' come uno di quei libri di esercizi che, in alcune discipline, si associano al testo della teoria. Di peggio credo di aver trovato solo il Malleus.

      http://it.wikipedia.org/wiki/Malleus_Maleficarum

      ciao!


      carlo (quello del flauto)

      Elimina
    2. "C'è però un'altra prospettiva sull'omicidio situato in una visione medica che è stata secondo me insufficientemente riconosciuta: l'omicidio come imperativo terapeutico. Questo tipo di motivazione emerse nelle parole di un medico nazista citato dalla famosa dottoressa sopravvissuta Ella Lingens-Reiner. Additando i camini lontani, essa chiese a un medico nazista, Fritz Klein: "Come può riconciliare ciò con il suo giuramento [ippocratico] come medico?". Klein rispose: "Ovviamente sono un medico e desidero conservare la vita. E per rispetto verso la vita umana asporterei un'appendice incancrenita da un corpo malato. L'ebreo è l'appendice incancrenita nel corpo dell'umanità""

      I medici nazisti - La psicologia del genocidio
      Robert Jay Lifton
      Rizzoli

      Elimina
    3. "In quelle tenebre" è, senza dubbio, un brutto libro, ma alcuni dialoghi con Stangl (come quello riportato) trovo che siano piuttosto interessanti

      Elimina
  13. "l'etica dell'austerità aveva avvitato il mondo in una spirale deflattiva che poteva essere risolta solo con una energica manovra keynesiana: la II Guerra Mondiale".

    Esatto prof! Purtroppo questa lezione della SStoria non entra in testa al popolo, non solo a quello piddino, ma anche al memmtaro orfano di Donald...

    RispondiElimina
  14. Non per infierire, ma sembra un po' Gino Paoli da giovane...

    RispondiElimina
  15. Purtroppo se ne sono salvati tanti e non intendo solo di tedeschi.
    I Giapponesi, con l’unità 731, si sono sporcati le mani con crimini uguali a quelli prodotti dal dottor morte e della sua equipe.
    E così gli americani che con il nucleare hanno dato vita a veri e propri studi sugli effetti provocati. In una società equilibrata avrebbero dovuto pagare anche loro per ciò che è successo ad Hiroshima e Nagasaki: veri e propri crimini contro l’umanità.
    Mi fermo qua perché mi sale uno schifo impetuoso.
    E’ solo questione di tempo prima del prossimo giro di giostra, a meno che qualcuno non rinsavisca… speriamo.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. http://www.presentepassato.it/Dossier/900barbaro/hiroshima3_tibbets.htm

      Intervista a Paul Tibbets,l'aviatore che sgancio' l'atomica:

      -"Lo rifarebbe oggi?"
      -"Ma certo,sono stato educato alla disciplina.Ai miei tempi,se uno riceveva un ordine da chi ne aveva l'autorità,obbediva"

      P.S.
      Quest'anno io e i miei"vecchi",due ex operai in pensione,diamo il 5x1000 ad a/simmetrie

      Elimina
    2. Si figuri,mi limito a eseguire i suoi ordini!:))

      Elimina
    3. Difficilmente un lettore di Giannino (se ne ha) o una Maria Barbisa del Quaresima (e ne ha, grazie alla sapiente scelta dell'avatar) potrebbe rispondere in modo così spiritoso sotto a un post così tragico. Questo mi assicura che non ci arrenderemo senza combattere.

      Elimina
    4. Ma quell'aviatore non cadde in profonda depressione???

      Elimina
    5. Mi pare che "cadde", ma dalle depressioni anche profonde si può guarire.

      Elimina
    6. Prof,la verità è che molti italiani le sono debitori,anche quelli che(ancora)non lo sanno o non lo meritano.
      Per parte mia,oltre che a lei,lo debbo ai miei affetti più cari,genitori in primis:due ex operai,persone umili di umili origini,nati poveri e,avanti di questo passo,morti altrettanto poveri...però loro questo l'hanno capito.Come le ha detto Brigitte Granville:"Il nostro problema sono le persone colte".
      Infine,male che vada,meglio all'inferno con lei che in paradiso con certi stracciaculi dello spirito:se non altro ci si diverte come dei matti!

      Elimina
    7. Devi vedere su Twitter come son scatenati i wuminkia, gli utili idioti del montismo. Non ce la fanno...

      Elimina
    8. @ Giuffrida
      Non fu Tibbets a cadere in profonda depression, fu Claude Eatherly, che comandava uno degli aerei di supporto alla missione, ed ebbe, in seguito, una corrispondenza con Gunther Anders (che fu compagno di studi e primo marito di Hannah Arendt)

      Elimina
    9. @Alliv
      "Il nostro problema sono le persone CHE CREDONO di essere colte". Epistemologicamente si chiama "cultural lock-in", oppure, secondo terminologia più flamboyant: "sapere di sapere"

      Elimina
    10. @il velo di Maya
      Concordo.Come disse il ragionier Montale:“Gli analfabeti al giorno d’oggi sanno leggere”.Non sempre capiscono,però sanno leggere.

      Elimina
    11. @ AB
      I wu minchia vengono da Piddinia, difatti. Sono i gatekeepers dei gatekeepers, in quanto antiortotteri: gatekeepers 4.0 (libberisti: 1.0, grembiulinirossi 2.0, ortotteri 3.0). Ci sono tanti simpatici metalivelli di gatekeeping

      Elimina
    12. Sai cosa è divertente dei Wuwuzela? Che chi scrive a volte è simile a un cacciatore che spara nel buio, senza sapere cos'ha colpito. Il loro unico romanzo di valore, "Q", (prima che il num.3 li sfanculasse), era in qualche modo premonitore.
      Nel libro rievocarono il massacro di Frankenhausen, ma poco dopo con la stessa gioiosa fede dei contadini contribuirono a portare i manifestanti al massacro di Genova 2001.
      Dopo, lo capirono. Chiesero scusa per l'errore politico, dopo un par d'anni.
      Ma ancora oggi non afferrano la "contraddizione principale". Eppure notate i segni: l'eroe del romanzo, Thomas Muntzer, viene soprannominato il Coniatore (per una discutibile traduzione da Monetarius).
      L'unico piano serio che riesce ai protagonisti, involve una specie di "stampa di moneta" ai danni dei Fugger.

      Nel 2014 invece, tanti anni in Einaudi dopo queste intuizioni, i protagonisti del loro ultimo romanzo sono rivoluzionari presi dal 1793 che riescono a fare solo una cosa rivoluzionaria: salvare il Delfino. Bah!

      (comunque non è per caso che attaccano ora con la loro retorica. La loro capacità di fare danni non va sottovalutata.)

      Elimina
  16. Caro Alberto,
    da qualche tempo seguo il lavoro di divulgazione tuo e dei tuoi collaboratori di a/simmetrie. Non ho molta dimestichezza con il linguaggio dell'economia e quindi spesso mi trovo in difficoltà a comprendere pienamente quanto dici, soprattutto negli articoli più tecnici.
    C'é però qualcosa di ineffabile che mi pone in una condizione di fiducia (come vedi non di fede) nell'accogliere le istanze ed analisi che proponi.
    Forse e la passione e anche l'incazzatura che ci metti, forse é l'estrema lucidità scientifica nell'argomentare, forse l'insieme di queste due cose con quel "pizzico" di cultura umanistica che rende questo tuo scrivere e raccontare degno di ascolto, riflessione ed azione.
    Il post di oggi, nella sua folgorante durezza, mi pone di fronte ad uno spettro del passato, da un lato, e mi fà, finalmente, non sentire più solo dall'altro.
    Mi spiego.
    La foto in primo piano di Adolf Eichmann mi ha ricondotto in luoghi di lutto e disperazione che per lunghi anni sono stati compagni della mia famiglia. Quel "normale" ed efficiente funzionario é stato un'architrave operativo di una logica di sterminio che ha decimato buona parte della mia parte materna.
    Quel "non mostro"ha mostrificato la vita di centinaia di migliaia di persone. E l'ha fatto nella totale normalità di chi svolgeva un lavoro ed eseguiva ordini. Se mostruosità c'era bisognava avere buoni occhiali per vedere nell'abbandono della Coscienza personale la radice di questo mostruoso.
    Credo che anche oggi valga questa esemplarità. Di fronte al crimine violento e sanguinoso si é propensi a "vedere" il Male e quindi a disumanizzare il criminale, per non dovere fare i conti con il fatto che é un uomo come noi. Facciamo nascere il mostro e l'illusione di poter continuare a distinguere Buoni e Cattivi é servita.
    Eichmann non era un Mostro! E' stato un triste essere umano che ha abolito la funzione più alta della coscienza: quella della responsabilità giudicante di fronte ai fatti.
    Ed ecco perché mi fai sentire meno solo.
    Io ho 49 anni e almeno da quando ho iniziato a lavorare dopo gli studi mi pongo la questione della Banalità del Male quotidiana. L'appello alla responsabilità personale al quale pare che si faccia a gara per sfuggirvi. Non dobbiamo "mostrificare" nessuno, ma iniziare a Vedere quanto é Normale colui che opera per il Male e banali le sue Logiche.
    Tu e il lavoro dei tuoi collaboratori, nel campo di vostra competenza, cercate di fornirci un paio di occhiali adatti. Come quelli del protagonista di "Essi Vivono" di Carpenter.
    Grazie!
    Ivan da Torino

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Sono io a ringraziarti. Quando si comincia col dare un prezzo ai diritti, si finisce col non darlo alla vita. Non è allarmismo, è storia, ma solo chi ha avuto il triste privilegio di aver memoria di tanto dolore può rendersene conto.

      Elimina
    2. Come promemoria rleggiamo il raccapricciante passo che ci informa che i diritti devono fare i conti con la compatibilità economica.

      "In Italia troppe tutele vengono equiparate a diritti assoluti, troppe garanzie sono difese come diritti intangibili. Andrebbero invece trattate semplicemente per quello che sono: tutele e garanzie che sono utili, vanno benissimo, ma solo fino a quando c’è una compatibilità economica che le renda possibili."

      http://mobile.ilsole24ore.com/solemobile/main/art/notizie/2015-05-16/la-consulta-e-l-illusione-diritti-senza-fine-081050.shtml?uuid=ABQM7ShD

      Elimina
    3. A proposito di memoria. Ricordo che non troppo tempo fa chiesi a mia nonna un dettaglio che da sempre mi aveva incuriosito ovvero quale fosse la percezione del rischio incombente da parte di chi, di li a poco, avrebbe visto e vissuto tutto l'orrore che la guerra comporta. Mi ha colpito in maniera non indifferente sapere da lei quanto tale pericolo non fosse in alcun modo sentito dalla gente comune, si certo qualcuno ne parlava anche in modo piu' o meno credibile, ma nel parlare quotidiano, nelle coscienze diffuse, questa oscura minaccia non aveva cittadinanza: e cosi, apparentemente dall'oggi al domani, la storia gettava la sua scure sugli uomini. Penso sia una questione interessante da osservare.

      Elimina
    4. A proposito di compatibilità economica: sono, tra le altre cose, RSPP e mi occupo di sicurezza sul lavoro. Appunto: di diritti e tutele. E' assolutamente vero che c'è una questione di compatibilità economica. Altrettanto vero che non è mai assoluta, ma è determinata dal contesto sociale. Gli schiavi, per esempio, avevano poche tutele sul lavoro. E' questione di priorità, determinate socialmente. Chissà verso quale direzione si stanno modificando le priorità, in questo contesto di involuzione democratica...

      Elimina
  17. Sono tanti, eseguono ordini e, oggi come allora, la testa del serpente è sempre lì, al suo posto e maledettamente difficile da tagliare.

    RispondiElimina
  18. Tra le citazioni che più mi piacciono della Arendt:
    " E' anzi mia opinione che il male non possa mai essere radicale, ma solo estremo; e che non possegga né una profondità, né una dimensione demoniaca. Può ricoprire il mondo intero e devastarlo, precisamente perché si diffonde come un fungo sulla sua superficie. E' una sfida al pensiero, come ho scritto, perché il pensiero vuole andare in fondo, tenta di andare alle radici delle cose, e nel momento che s'interessa al male viene frustrato, perché non c'è nulla. Questa è la banalità. Solo il Bene ha profondità, e può essere radicale. " (Scambio di lettere con Gershom Scholem)

    E' una affermazione vitale, di forza e spiritualità sorprendente, per una pensatrice di formazione marxista. E' l'equivalente laico della discesa di Cristo agli Inferi.

    RispondiElimina
  19. E' positivo che molti ricordino costui ed altri criminali nazisti come ad esempio Erich Priebke o Herbert Kapplee ed i crimini commessi "obbedendo agli ordini". E' però poco confortante che quasi tutti alla domanda chi fu, ma soprattutto cosa fece il generale Cesare Benelli nell'episodio che maggiormente lo caratterizzò e dove non dovette obbedire ad alcun ordine, non sappiano rispondere. Si può anche ripetere la prova facendo la stessa domanda riguardante il generale Mario Roatta. La Storia, o la SStoria, dovrebbe essere studiata senza preconcetti altrimenti sì che facilmente si ripete.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Io e mia moglie, appena aperto il post, di fronte alla fotografia, abbiamo avuto un sussulto, ed esclamato, quasi insieme " Eichmann". Per qualche motivo, quella faccia ordinaria e' impressa nella nostra memoria. Forse c'entra la famiglia, suo padre e mio nonno, entrambi partigiani, ma di quelli riluttanti, di quelli che ai Tedeschi rinfacceranno sempre di aver dovuto lasciare gli attrezzi di lavoro per impugnare fucile e Sten e che agli attrezzi di lavoro volevano tornare in gran fretta a guerra finita, tanto da passare sotto silenzio il male che la guerra aveva fatto a loro, obbligandoli a versare il sangue di altri. ma tutti e due allevati nel culto della responsabilita' personale. Ognuno e' Maestro di se e padrone della propria coscienza. Ognuno puo fare un passo indietro e dire "no" di fronte al Male, anche ad altissimo costo per se stessi...Io vivo dall'altra parte del pianeta, ma continuo a dibattere e disseminare quel che il Professor Bagnai scrive qui. Non lo faccio solo per mia figlia o i miei nipoti..lo faccio per me. Perche' un giorno sentiro' quella coscienza spegnersi...ma non l'avro' mai ne tradita ne' ingannata. E non avro' paura di perderla.

      Elimina
  20. il conformismo, il disinteresse. la mancata volontà di interrogarsi sulle grandi questioni riguardanti ciò che accade intorno a noi, portano inevitabilmente alla banalità del male; del resto è più piacevole una grigliata con gli amici, quattro chiacchiere sul nulla per evitare un qualsiasi conflitto verbale piuttosto che parlare di ciò che sta accadendo , confrontarsi , riflettere; ma li capisco , a volte pensare è spiacevole e poi si vive una volta sola, inoltre se si pensa di stare al sicuro perchè preoccuparsi della sorte degli altri quando i nostri geni sono al sicuro sotto un gazebo?

    RispondiElimina
  21. Credo che una delle prime mosse di un vero potere assoluto sia quella di sbarazzarsi di ogni forma di responsabilità per vestire i panni di "fatto oggettivo", "necessità storica", "ordine naturale".
    Con quanta frequenza ricorrono queste parole magiche quando si parla oggi di economia e/o politica!

    RispondiElimina
  22. “Era stato impartito l'ordine di trovare un punto della corrente ove poter passare a guado, e di varcare il fiume. Il comandante degli ulani polacchi, un uomo anziano di bell'aspetto, arrossendo e confondendosi per l'emozione, chiese all'aiutante se gli fosse consentito attraversare il fiume coi suoi ulani senza cercare il guado. Chiedeva che gli fosse concesso di attraversare la corrente sotto gli occhi dell'imperatore; ed era evidente il suo timore di sentirsi opporre un rifiuto, come un ragazzo che chieda il permesso di montare a cavallo. L'aiutante rispose che probabilmente l'imperatore non avrebbe sgradito questo eccesso di zelo.

    Non appena l'aiutante ebbe espresso quest'opinione, il vecchio ufficiale baffuto levò alta la sciabola, il volto radioso e gli occhi luccicanti, lanciò un «Evviva!», e dopo aver ordinato agli ulani di seguirlo, diede di sprone al cavallo e galoppò in direzione del fiume. Scudisciò con rabbia il cavallo che gli si era impuntato sotto, poi entrò deciso nell'acqua, inoltrandosi verso la rapida corrente. Centinaia di ulani galopparono dietro di lui. Al centro, dove la corrente era più impetuosa, l'acqua era fredda, la sensazione raccapricciante. Gli ulani si aggrappavano l'uno all'altro cadendo di cavallo; qualche animale affogò, e affogarono anche alcuni uomini; gli altri insistevano nel procedere a nuoto, chi stando in sella, chi reggendosi alla criniera. Si sforzavano di nuotare, avanti, verso l'altra sponda, e, sebbene a mezzo miglio di distanza ci fosse il guado, erano orgogliosi di nuotare e di affogare in quel fiume, sotto lo sguardo di quell'uomo che, seduto sul tronco, non si curava nemmeno di guardare.”

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Quos vult perdere dementat (conclude Tolstoj). Dopo aver precisato che in quell'episodio affogarono 40 ulani, e che a quel colonnello polacco che aveva avuto la bella pensata di trascinare i suoi uomini in una inutile morte Napoleone fece assegnare la Légion d'Honneur.

      Elimina
  23. PS
    La SStoria, quella che piace a Mieli e ai cultori di teleKRAItre... "la Storia semo noi..." è sempre maestra di vita... molti tra loro ora si baloccano ancora coi littoriali della sul-tura... ma han già pronto, a data aperta, il biglietto per Ventotene e Montefiorino... Da li ci spiegheranno il perché ed il percome della neo-resistenza "diggitale"... V... come Varoufakis! XD XD XD

    RispondiElimina
  24. Visto ci siamo in tema di 'radici del male' suggerisco anche, sull'argomento, gli studi di Alice Miller.

    RispondiElimina
  25. Mi viene in mente il commento tipico di chi viene intervistato per essere il vicino di casa dell'assassino: "Sembrava tanto una brava persona, uno normale, uno come noi"

    Se solo si potesse conoscere prima chi ti ammazza il vicino, non esisterebbero più queste interviste. O forse si?

    RispondiElimina
  26. in Sicilia i mafiosi potevano essere brutte persone ma pure carine.
    Erano ceffi, pazzoidi ma pure funzionari e persone distinte.
    Di tutti i tipi.
    Il discorso di Eichmann poi non è così banale perché queste persone sono selezionate, un processo quasi naturale di selezione.
    nella vecchia mafia quando bisogna scegliere il picciotto lo si chiedeva: "vuoi venire?"
    e ti davano una pistola e ti chiedevano di sparare ad un uomo.
    Così, senza un apparente motivo per chi veniva testato.
    molti si sono ritirati ovviamente ma c'è stato sempre qualcuno che quel grilletto lo ha premuto (eseguiva il compito o no?).

    RispondiElimina
  27. Quando ci trasferimmo dove vivo ancora oggi, un paesone di ottomila anime, avevo otto anni e avevo già iniziato la terza elementare. Ricordo ancora bene il primo giorno dopo il trasferimento. Caso volle che lo stesso giorno era il primo anche per un'altro nuovo arrivo, un bambino di origini abruzzesi.
    Il maestro, nato a fine ottocento, ci presentò alla classe.
    Non potrò mai dimenticare gli sguardi sprezzanti e superiori di quei bambini, tutti nati lì, tutti cresciuti lì. Noi eravamo gli stranieri .
    Provai a fare amicizia, ho sempre provato a fare amicizia, con tutti, senza fare differenze, ma mi accorsi presto che non centravo nulla con loro.
    Cristo, avevamo otto anni, degli stupidissimi bambini di otto anni, quei bambini di cui tutti vantano l'innocenza, la purezza, il senso dell'uguaglianza...balle.
    Ci scartarono da subito, niente giochi, niente coinvolgimento, solo sguardi freddi e distaccati.
    Diventammo amici, io e l'abruzzese, si chiamava Roberto.
    Il terzo o quarto giorno non ricordo, il maestro uscì e mise il preferito alla lavagna a segnare chi non stava tranquillo.
    Mentre osservava gli cadde lo sguardo su di me, io, cercando una complicità, un'intesa, gli sorrisi. Si girò e scrisse il mio nome alla lavagna. Rimasi parecchio interdetto, non capivo.
    Quando arrivò il maestro chiese il motivo per ogni nome, ero il primo, quindi disse:" Mi ha riso in faccia!".
    Mi fece andare alla cattedra e mi diede una sberla. Ero un misto tra sorpreso e altamente incazzato così mi fece la morale bla bla etc etc. Lo avessi detto a casa mi sarebbe arrivato il resto (quando sento parlare del mito della dura educazione mi sale il sangue alla testa)

    Lo han processato da poco per appropriazioni indebite, assieme al parlamentare della zona avevano fatto una fondazione...il nostro è un comune nucleare, sono arrivati e arriveranno molti evri.

    Otto anni cazzo, otto anni negli anni settanta, e ci si lamenta oggi del razzismo nei confronti di gente che culturalmente ha poco o nulla a che fare con noi.

    Fino alle medie ho vissuto una sorta di condizione da emarginato.
    Diciamo che non mi stupisco che accadano certe porcherie (e al mondo ne accadono troppe).

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Al di là del buonismo, il bambino è solo un piccolo adulto. Più debole nel fare il bene, più debole nel fare il male. Si nasce pianticella e si diventa albero, da un seme. Qualcosa un tutore o un innesto possono fare, ma da ogni pianta solo certi frutti.

      Elimina
    2. A seminibus eorum cognoscetis eos. Mia identica esperienza nell'arrivare da Firenze a Roma, ma la mia forza era ed è il fottermene.

      Elimina
    3. Ho imparato, tardi, ma ho imparato :-).

      Elimina
    4. Sono stata straniera nella mia stessa città.....provenivo da una scuola diversa ed ero completamente sola. Non ero come loro.

      Elimina
    5. Diciamo che e' stata una dura lezione di vita. Ci (almeno mi) hanno insegnato troppe insulse garronate, almeno lei ha capito subito come funzionano i "rapporti sociali" fra alfa, gregari e solitari.

      Elimina
    6. Questo commento è stato eliminato dall'autore.

      Elimina
    7. Diciamo che i conti tornano perché lapo strofo c'è...

      Elimina
    8. In effetti non si capisce molto, meglio così (appena svegli e di fretta è difficile sistemare tutto al posto giusto).

      Elimina
    9. "Cristo, avevamo otto anni, degli stupidissimi bambini di otto anni, quei bambini di cui tutti vantano l'innocenza, la purezza, il senso dell'uguaglianza…balle"

      A otto anni l'innocenza, la purezza, il senso dell'uguaglianza?! Esatto: balle.

      Sul "tutti" ce ne sarebbe da dire…

      Elimina
    10. Tutti quelli "de sinistra" me pare...

      p.s la cancellazione del commento mi pareva un'hatto dovuto.

      Elimina
    11. Esatto, anche se io avrei detto tutti i pelagiani (di sto cazzo). Ma pelagiano e de sinistra sono in pratica due sinonimi.

      Elimina
  28. E' qualche giorno che rifletto sulla banalità del male e sui subdoli metodi di repressione della democrazia.
    Lo spunto me lo ha offerto un episodio, poco pubblicizzato a mio avviso nei social, ma di una certa gravità se visto da una particolare angolazione priva di ideologie.
    Mi riferisco all'articolo apparso in prima pagina su uno dei quotidiani che ritenevo mediamente più meritevoli di attenzione rispetto alla melassa che gli ruota intorno: FQ.
    In questo giornale è stato innescato uno squallido dibattito sui costi relativi alla scorta di Salvini, sorvolando scientificamente su un elemento molto importante:
    quelle effettuate a Salvini sono contestazioni ideologiche che prefigurano l'impedimento ad esercitare il proprio liberissimo diritto d'opinione, ben diverse, ad esempio, dalle contestazioni che vengono effettuate sempre più spesso nei blindatissimi comizi del Presidente del Consiglio, le quali invece rappresentano una libera protesta nei confronti di un operato concreto, non di un idea o di un parere.
    Questo episodio secondo me rappresenta quindi un classico esempio di banalità del male che, con la motivazione della necessità di ridurre la spesa dello Stato (economica) unitamente alla pelosa ipocrisia di assecondare gli sbarchi selvaggi dei clandestini (umanitaria), in realtà conduce in qualche modo a ridurre uno dei principali pilastri della nostra democrazia il diritto alla libera opinione.
    In pratica non si condannano i fautori di tale violenza, ma soltanto colui che esprime un'opinione scomoda.
    D'altronde non stupisce che questo comportamento di negazione delle opinioni altrui, venga ancora più subdolamento adottato a livello governativo dalla gioiosa macchina da guerra di questa pseudo-sinistra.
    Ma infine, perchè poi stupirsene così tanto?
    In fondo l'ultimo vero dittatore che abbiamo avuto in Italia era inizialmente un esponente di spicco del partito socialista e sotto di lui sono state avviate le prime vere e radicali riforme sociali che ci hanno consegnato l'attuale welfare.

    RispondiElimina
  29. Sto leggendo "Storia del Terzo Reich", di William Shire, e la cosa sorprendente è che Hitler aveva scritto tutto nel suo "Mein Kampf". Gli industriali e i banchieri lo avevano pesantemente finanziato, non sapendo che comunque anche loro, assieme ai sindacati e alla democrazia, non facevano parte del piano personale del Fuhrer. Siamo per molti versi in una fase simili, senza un uomo forte, ma con molti poteri soli.

    RispondiElimina
  30. Decisamente si. Il nazismo sta risorgendo ovunque in Europa, ma a quanto pare nessuno riesce a scorgerlo.

    RispondiElimina
  31. Gentile Bagnai, giustamente il libro in questione mette in guardia sulle persone normali che, in circostanze favorevoli, diventano pericolosi criminali. Pare però che il normale in questione fosse di suo ladro, cinico e violento anche prima. (Murmelstein)
    E' vero che l'occasione fa l'uomo ladro (e assassino), ma anche i ladri cercano le giuste occasioni per manifestarsi. Occhio anche dimensioni personali... quasi fino alla fisiognomica?

    RispondiElimina
    Risposte
    1. @ cristiana fischer - Suggerisco di partire da questo link per farsi una idea generale del dibattito storico.

      http://en.wikipedia.org/wiki/Hitler%27s_Willing_Executioners

      Elimina
    2. Non ho mai creduto valido il detto " l'occasione fa l'uomo ladro ", preferendo piuttosto " l'occasione fa agire il ladro ". La mia soglia del crimine e' alta, devo essere probabilmente disperato per i miei figli per concepire un furto. Questi soggetti sono normali all'apparenza, ma decisamente ben introdotti nel lato oscuro.

      Elimina
    3. In generale, mi accontento della vecchia morale che parla di bene e male come due principi (princìpi o prìncipi?) antitetici che si combattono in ciascuno di noi, insomma, che il male sia solo assenza di bene mi pare... una sparata. Che poi il male non sia solo incarnato nei singoli ma in collettività, non fa problema.

      Elimina
  32. Dal discorso di Benedetto Croce tenuto il 24/7/’47 all’Assemblea Costituente (contro il trattato di pace)
    “E qui mi duole di dovere rammentare cosa troppo ovvia, cioè che la guerra è una legge eterna del mondo, che si attua di qua e di là da ogni ordinamento giuridico, e che in essa la ragion giuridica si tira indietro lasciando libero il campo ai combattenti, dall'una e dall'altra parte biasimati o considerati traditori se si astengono da cosa alcuna che sia comandata come necessaria o conducente alla vittoria.
    Chi sottopone questa materia a criteri giuridici, o non sa quel che si dica o lo sa troppo bene e cela l'utile, ancorché egoistico del proprio popolo o Stato, sotto la maschera del giudice imparziale. Segno inquietante di turbamento spirituale sino ai giorni nostri (bisogna pure avere il coraggio di confessarlo), i tribunali senza alcun fondamento di legge, che il vincitore ha istituiti per giudicare, condannare e impiccare, sotto i nomi di criminali di guerra, uomini politici e generali dei popoli vinti, abbandonando la diversa pratica, esente d'ipocrisia, onde un tempo non si dava quartiere ai vinti o ad alcuni dei loro uomini, e se ne richiedeva la consegna per metterli a morte, proseguendo o concludendo con ciò la guerra.
    Giulio Cesare non mandò innanzi a un tribunale ordinario o straordinario l'eroico Vercingetorige, ma esercitando vendetta o reputando pericolosa alla potenza di Roma la vita e l'esempio di lui, poiché gli si fu nobilmente arreso, lo trascinò per le strade di Roma dietro il suo carro trionfale e indi lo fece strozzare nel carcere. Parimente si è preso oggi il vezzo, che sarebbe disumano se non avesse del tristemente ironico, di tentar di calpestare i popoli che hanno perduto una guerra, con l'entrare nelle loro coscienze e col sentenziare sulle loro colpe e pretendere che lo riconoscano e promettano di emendarsi: che è tale pretesa che neppur Dio, il quale permette nei suoi ascosi consigli le guerre, rivendicherebbe a sè, perchè egli non scruta le azioni dei popoli nell'ufficio che il destino o l'intreccio storico di volta in volta a loro assegna, ma unicamente i cuori e i reni, che non hanno segreti per lui dei singoli individui. Un'infrazione della morale qui indubbiamente accade, ma non da parte dei vinti, si piuttosto dei vincitori, non dei giudicati ma degli illegittimi giudici.”
    Si prega i coglioni in ascolto di non dare del fascista a colui che riproduce una parte del documento. L' 'ESCREMENTO nazista doveva essere AMMAZZATO e non processato. Siete in grado di capire la differenza?

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Naturalmente sì. E l'ho detto e ripetuto decine di volte, ogni volta che mi è capitato di parlare, dai tempi del liceo in qua, delle buffonate imbastite dai vincitori - moralmente "superiori" juris et de jure - a Nurnberg e a Tokio.

      Elimina
    2. Francesco francesco e der Kampfhunh: sono d'accordo con voi. Il baco è il pensare che ci siano popoli/razze(?)/nazioni superiori ad altre. Cesare facendo ammazzare Vercingetorige paradossalmente si riconosceva al suo livello. Infatti lo stesso sarebbe successo a parti invertite! L'oscenità dei "processi" con cui finì la Seconda guerra mondiale sta esattamente nella PRETESA di voler giudicare dei regimi politici e per il loro tramite interi popoli dal predellino cigolante della propria "superiorità morale".

      Che poi, cazzo, se c'è una cosa che accomuna, rende uguali, e DOVREBBE affratellare TUTTI gli uomini è la loro INFERIORITA' morale (San Paolo è sempre San Paolo, mica kazzi…)

      Elimina
  33. Mengele, Eichmann, dilettanti.
    Oggi le multinazionali farmaceutiche USA si sono fatte molto piu' furbe....

    Pare che sperimentino direttamente sui popoli 'liberati' piu' di recente (e che sono piu' affini geneticamente ai bianchi USA) vaccini e cure sperimentali (invece che sugli animali)!

    "Perhaps this helps explain Georgia’s lost of population, as of November 5, 2014, the population of Georgia, excluding the former territories of South Ossetia and Abkhazia, amounted to 3.729,635 people, which is 14.7 percent less (641 of 900) than the census results of 2002 (4.371,535)."

    Certo colpisce l'idea che la popolazione della Georgia (patria di Stalin e di Shevarndnadze ai tempi dell'URSS) stia diminuendo cosi' rapidamente per motivi apparentemente 'inspiegabili'....

    http://www.veteranstoday.com/2015/05/19/neo-georgians-as-expendable-as-white-rats-part-2/

    RispondiElimina
  34. Premetto che non ho ancora letto i commenti.
    Ma fatemi capire, la tecnica è:
    _ creare una grossissima crisi
    _aspettare che la gente si incazzi
    _ lasciar fare il più matto tra gli incazzati per fare in modo che cominci a sterminare
    _dargli la colpa di tutto e scatenare una guerra
    _ radere al suolo e ripartire da zero.

    ..neanche Hitler..

    RispondiElimina
  35. Ad oltre un anno dall'inizio del disastro ucraino l'Ue sembra finalmente rendersi conto di aver commesso un grave errore nel sostenere il regime di Kiev.
    Ieri, a Riga, si è aperto il vertice europeo dedicato al Partenariato Orientale, ossia a quei paesi che vogliono entrare nell'Ue, e in tale ambito, commentando gli sforzi dell'Ucraina per aderire all'UE, il presidente del Consiglio europeo, Donald Tusk, ha dichiarato che gli ucraini "hanno il diritto di avere un sogno, ma non è prevista l'adesione all'Ue nell'immediato futuro”, mentre il cancelliere austriaco Werner Faymann ha esortato “i suoi colleghi europei a non fare promesse ai partner europei orientali che non possiamo mantenere".
    Perplesso anche Hollande, il quale ha sottolineato che "gli europei sono naturalmente preoccupati perché in Ucraina ci sono stati alcuni problemi che noi non abbiamo. Il crimine organizzato minaccia la nostra sicurezza; lo stesso vale per la migrazione".
    Secondo il giornalista britannico Neil Clark, un altro motivo che induce ad evitare un rapporto più stretto tra Ue e Ucraina è di ordine economico, perché “l'economia dell'Ucraina è un caso disperato" che sinora si sosteneva grazie ai prestiti russi, e il costo dell'ingresso dell'Ucraina nell'Ue graverebbe tutto su quest'ultima.
    Mentre gli europei cercano di porre rimedio all'intricata situazione che hanno contribuito a creare, perché un conto è fare retorica un tanto al chilo sui non meglio precisati “valori euro-atlantici”, un altro è mettere mano al portafogli per sostenere Poroshenko, gli ucraini si stanno rendendo conto che dopo la cacciata di Yanukovic la situazione, anziché migliorare, precipita. Da giorni a Kiev si registrano tensioni e tafferugli con centinaia di persone che manifestano davanti al parlamento per protestare contro la crisi. Oltre alle dimissioni di Yatsenuk, i manifestanti chiedono una “legge che ristrutturi i prestiti privati in valuta straniera, consentendo di ripagare in grivnie ad un tasso pre crisi, ossia 5 grivnie per dollaro, contro le 20 attuali”.

    Come si vede, la volontà di allargare i confini Ue è causa di tensioni e dissidi, né le cose vanno meglio per coloro che già ne fanno parte, come rileva il presidente dell'Inps Tito Boeri: «...abbiamo un aumento dell'incidenza della povertà di circa un terzo, con la percentuale delle famiglie che si trovano al di sotto della soglia di povertà salita dal 18 al 25%, da 11 a 15 milioni di persone si trovano in questa condizione nel giro di sei anni».
    Apparentemente ignaro del disagio crescente patito da milioni di persone, Draghi, che esegue ordini superiori, segnala invece che “l’outlook dell’economia dell’area euro è oggi il migliore da sette lunghi anni ”.
    E quindi più Europa.

    RispondiElimina
  36. Pur di vedere scomparire la fogna €Uropea sono disposto ad accettare la guerra. Per me sarebbe la terza. Tre, il numero perfetto.

    RispondiElimina

Tutti i commenti sono soggetti a moderazione.