lunedì 18 agosto 2014

L'elasticità delle importazioni al reddito è due (2)

Un'altra piccola postilla prima di riprendere il nostro percorso "per le dame", quello che ci aveva condotto ad assistere all'incontro fra Corbelli e il diavolo nella campagna di Tor Forcuta. Vi ricordate? Il diavolo aveva indotto in perdizione Corbelli facendogli credere che le politiche espansive non creassero debito estero se rivolte all'acquisto di beni nazionali. Il diavolo faceva finta di non conoscere il concetto di moltiplicatore, che si basa sul fatto che parte del reddito di qualcuno, quando viene speso, diventa reddito di qualcun altro, che poi ne spende parte, ecc. Ora: il primo giro lo Stato può controllarlo (può decidere di comprare un bene da un italiano), i successivi no (l'italiano a sua volta non è obbligato a comprare beni italiani, se non gli convengono), e quindi ogni politica espansiva porta con se un aumento di importazioni. Nulla di male se i conti esteri sono a posto, se non si è in un periodo di crisi generalizzata di debito estero, e se altri meccanismi possono intervenire per rimettere le cose a posto.

Cioè nulla di male in una situazione tre volte diversa dalla nostra.

Oggi voglio semplicemente illustrarvi, con un esempio, cosa sia l'elasticità delle importazioni al reddito. Di elasticità vi ho già parlato qui (suggerisco ai nuovi di leggerselo). A differenza di una propensione marginale, che è un rapporto fra incrementi, l'elasticità è un rapporto fra incrementi percentuali. Date un'occhiata a questa tabella:


che ho fatto così, per voi, da buona casalinga, con gli avanzi che mi trovavo in casa. La prima colonna vi dà la variazione percentuale del Pil fra il 2007 e il 2013, la seconda la variazione percentuale delle importazioni, la terza il rapporto fra le due variazioni. Ogni paese ha la sua storia, e ci sono anche casi apparentemente assurdi, come quello di Estonia e Olanda dove il Pil è diminuito ma le importazioni aumentate (nel caso dell'Olanda ci sarebbe anche da ricordare che è il porto di sbocco delle merci tedesche, ad esempio, che quindi importa per avviare su mercati terzi, ma non insisto su questo). Come vedete, il rapporto è in quasi tutti i casi maggiore di uno (escluse Austria, Stati Uniti e Finlandia, le cui importazioni sono state relativamente "rigide"). La media dei rapporti è 2.1. In Italia il rapporto è stato 1.6. Il reddito è diminuito dell'8.6%, e le importazioni sono diminuite dello 0.086x1.6 = 0.137 = 13.7%. In Spagna le importazioni sono state più elastiche. Il reddito è diminuito "solo" del 5.8%, ma le importazioni hanno fatto un tonfo del 18.8%.

Ora, naturalmente, ci può essere una asimmetria fra la buona e la cattiva sorte, per carità. Magari la studiamo con Christian, e vi facciamo sapere. Ma se leggete le ultime notizie dalla Spagna, capirete che quelli che vorrebbero realizzare in Italia il "miracolo spagnolo" al grido di "basta spenne, che cce vo'!", forse non hanno chiare alcune regolarità empiriche, o non hanno chiaro il momento politico che stiamo vivendo. Se quando il reddito diminuisce, la diminuzione delle importazioni è più che proporzionale, quando il reddito aumenta l'aumento delle importazioni sarà più che proporzionale, a meno che non intervengano altri meccanismi di riequilibrio, come il tasso di cambio. Un'espansione fiscale non coordinata in cambi fissi è un cartoncino di invito alla troika.

Liberi voi di firmarlo!


Bene: avete capito cos'è un'elasticità?

Ah, nel caso, niente fiori ma opere di bene: sopra c'è il link per nominare ai #MIA2014 questo blog. Spero non vi piaccia perdere.

21 commenti:

  1. Buonasera professore,

    Quanto esposto è tutto molto chiaro e che dietro ci sia la fregatura come sta cercando di mettere alla luce è reso sempre più evidente da un fatto: i giornali in questi ultimi giorni, ovviamente imbeccati dai partiti hanno ormai spostato (e neanche troppo gradualmente) il loro target da "l'austerità salverà il paese, vietato spendere" a "solo spendendo in deficit salveremo l'italia" (se tutto non fosse così tragico potremmo chiudere la discussione con una fragorosa risata)! Ma.. Sebbene mi sia chiara la convenienza politica dell'intraprendere scelte di politiche economiche espansive anche se quest'ultime fossero di breve o brevissimo respiro e anche se dovessero portare il paese in un futuro non troppo lontano alla catastrofe (chiunque al potere oggi riuscisse a far fluire qualche goccia d'acqua nell'arido deserto dell'industria italiana, sarebbe visto come il salvatore della patria..)


    non capisco come queste sarebbero possibili tecnicamente.

    Convinto anch'io della scientificità della sua tesi, cioè che un aumento della spesa pubblica o diminuzione della tassazione si tradurrà in larga misura in un aumento delle importazioni, mi chiedo chi ci presterà i soldi per colmare i deficit di bilancia commerciale?!

    Immagino che Scalfari & co. non siano ancora riusciti nel lavaggio del cervello di Dusserdolf e dintorni, e che le banche del centro non potranno essere obbligate per decreto a riacquistare fiducia verso la periferia.

    Tecnicamente quindi la mossa politica di chiedere lo sforamento del tetto del 3% del deficit pubblico, presuppone la volontà politica della BCE di agire come compensatore degli squilibri in maniera potenzialmente illimitata essendo, per i motivi da lei brillantemente esposti in innumerevoli post, squilibri commerciali strutturali e non sanabili in regime di cambi fissi??

    Colgo un'altra volta l'occasione per ringraziarla di tutto il lavoro che sta svolgendo.

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  2. Ma avrebbe senso fare la stessa cosa fatta con le partite correnti anzichè con le importazioni ? Potrebbe essere interessante ?

    Dico questo perchè (se ho capito bene) una buona parte del nostro deficit delle bilancia dei pagamenti è dovuto ai trasferimenti unilaterali dei proprietari di aziende italiane all'estero (per via del fatto che spendono gli utili fatti in Italia dove la roba costa meno cioè in Germania). Quindi il rapporto fatto sulle partite correnti dovrebbe essere ben peggiore di 1.6 no ?

    Voglio dire:

    1 - tolgo l'austerità-->la gente ha più soldi in tasca-->maggiori consumi di beni esteri (importazioni) --> partite correnti tendono al meno

    2 - tolgo l'austerità-->la gente ha più soldi in tasca-->maggiori consumi di beni prodotti internamente --> maggiori utili di aziende italiane con proprietario estero --> maggiori trasferimenti unilaterali--> partite correnti tendono al meno

    Ha senso quello che ho detto ?
    Dico ciò perchè potrebbe avere ripercussioni politiche:
    dalla tabellina sopra si vede che sarebbe peggio per la Francia che per l'Italia, facendolo con le CA potrebbe essere peggio per l'Italia che per la Francia.

    Nel primo caso stiamo tranquilli che la troika in Francia la prendono a pedate e finisce il giochino. Nel secondo la troika viene amorevolmente accolta in Italia e siamo fregati.

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    1. un pò come l'ora legale: si potrebbe dire a tutti di andare al lavoro (chi ancora ce l'ha) e andare a pranzo un'ora prima ma scommetterei nel caos anche nella obbediente ale-magna.
      Si fa prima a spostare le lancette, così la capiscono anche i piddini.

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  3. Se vogliamo essere ancora più cattivi possiamo ricordare anche gli inutili sforamenti della Francia per esempio che, insieme alla Spagna era l'unico Paese ammesso ad effettuarli (la Germania l'aveva già fatto molto tempo prima ed in ben altre condizioni e per ben altri scopi).
    Purtroppo il problema è mainstream.
    Oggi il TG3, regno piddino per eccellenza, sproloquiava di QE da parte della BCE al fine di acquistare i titoli di Stato dei Paesi PIIGS per evitare "la catastrofe" della fine dell'Euro.
    Roba da vomito.

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  4. Gli avanzi se li sono mangiati, non ci sono più caro Prof. ma capita con i report EUROSTAT.
    Dai dati dell' articolo linkato e dal dato del PIL spagnolo previsto per il 2014, l' elasticità relativamente al 2014 è + 8,1/1= 8,1 (ammesso che quel dato sia mantenuto, (ma dai dati OCSE rilevo che sul 2014 il dato previsto è + 2,6 per l' aumento delle importazioni rispetto al 2013). In ogni caso sarebbe altro che asimmetrico il dato e tra valori positivi. La variazione è veramente pazzesca.
    Ma la domanda che mi pongo è, da dove deriva questo aumento delle importazioni, da quali aumento di redditi? Perchè come dice l' articolo, c' è l' effetto delle mportazioni energetiche che hanno peggiorato la situazione ma per 1/6, il resto viene da consumi, credo e questi consumi di prodotti esteri, derivano da ulteriore indebitamento verso estero?

    P.S. Stasera Fubini a La7 faceva il premio (IG)NOBEL; che grande autorevolezza quando spiegava le cause della crisi. Da ascoltare per capire dove possa arrivare la supponete ignoranza di Fubini e la svegognata arroganza del falso in atto pubblico; per esemplificare, la Grecia è andata meglio dell' Italia nel 2014, ha detto l' (IG)NOBEL. Io non le posso sentire più ste cose, mi viene il voltastomaco e lancerei uova contro la TV ed in particolare verso i due conduttori.

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  5. A meno che la nuova MArianna non vinca le prossime elezioni, in Francia continueranno a fare quel che han fatto: grandi dichiarazioni e niente fatti. Sono la brutta copia di Renzi in Italia (e ce ne vuole per essere la brutta copia di Renzi, lo so.... )

    Buona vita
    Guglielmo (Evreux, Haute Normandie)

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  6. Io credo che stia diventando tutto oggettivamente più chiaro, quantomeno per gli addetti al settore, come ripete ormai da anni il professor Bagnai: TUTTO questo è scritto chiaramente nei testi economici scientifici. Ora io non posso pensare che in Italia, in Francia e nelle stessa Germania le menti che contano non abbiano capito che l'euro è ormai destinato a rompersi! Il problema non è più economico ma è grosso come l'altopiano del renon da un punto di vista politico! Partiti come il PD (in italia) che hanno rivendicato fino all'altro ieri le magnificenze dell'euro, mai potranno ammettere il fallimento per colpe proprie (l'aver scelto per interessi fortemente classisti e di breve periodo e sotto l'ebbrezza dei più pericolosi sogni ideologici) ma dovranno necessariamente incolpare qualcuno delle non riuscite promesse! Ecco perchè, ma questa è una mia opinione, l'obiettivo più realistico sarà quello di fare in modo che sia la germania ad uscire per prima dall'euro (che anche tecnicamente rappresenta lo scenario più gestibile). E cosa c'è di meglio per spaventare i tedeschi se non il bottone della stampante?? E giù a chiedere QE e giù a chiedere di sforare i tetti del deficit.. E se dietro tutto questo qualcosa si stia già muovendo? Approfittando anche del rallentamento dell'economia tedesca (che porrà i politici tedeschi nell'obbligata direzione di incolpare i piigs della situazione in cui si trovano? Oggi davano la colpa all'ucraina vi rendete conto che questa scusa non reggerà per molto??) con queste richieste non faranno che irrigidire ancora di più l'elettorato tedesco. Alla periferia, se gli va bene, otterrà prima o poi il nein definitivo da Berlino e potranno addossare le colpe alla signora bionda per il brusco risveglio dai sogni che loro avevano promesso; se gli va male faranno partire la giostra (e la stampante?) ancora per un po', quanto basta per mettersi al riparo dalle prossime elezioni (tanto del poi gli è mai fregato qualcosa?).. Mi chiedo se dietro l'incontro tra renzi e draghi ci sia stato anche un ragionamento del genere..

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  7. Proff mi scusi ma un politica fiscale espansiva non porterebbe ad una deflazione non dolorosa? Sono un produttore di scarpe, non pago l' imu e quindi posso diminuire il prezzo delle scarpe? O esempi così. Non potremmo permetterci di fare le scarpe alla germania con la flat tax?

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    1. Se una nuova crisi di bilancia commerciale (e conseguente alibi per la Troika e nuove riforme) ti sembra "poco dolorosa"..

      Ma poi, perchè diavolo uno dovrebbe adottare misure che non risolvono il problema? Quando poi è evidente che si potrebbe andare nella direzione giusta ma non c'è la volontà di farlo?
      E soprattutto: perchè noi dovremmo avallare queste scelte?

      E poi "fare le scarpe alla Germania".. mi sembra l'approccio da stadio, lo stesso dei piddini per l'euroneforte


      infine "con la flat tax" quando dovremmo aver capito che se mettiamo in atto politiche espansive dentro l'€ gli facciamo un favore, torniamo ad essere la loro locomotiva

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    2. In queste condizioni di moneta sbagliata del 20% anche qualche percento di riduzione dei prezzi sarebbe poco più che un pannicello caldo. Inoltre dopo gli affaroni che il produttore di scarpe ha fatto in questi anni, ce lo vedi a rinunciare a tutto l'extra-profitto dato dalla diminuzione delle tasse? Probabilmente il prezzo sarà abbassato solo dello stretto necessario o anche meno, il resto sarà maggiore profitto magari per abbellire un po' i conti nell'attesa di sbolognare l'attività all'ide di turno o semplicemente per arraffare il più possibile prima di uscire definitivamente dal mercato cosa che sarà prima o poi inevitabile perdurando queste condizioni.
      Vendere di più vuol dire anche produrre di più e ormai questo significa comprare più semilavorati all'estero, ti posso dire per esperienza personale che nella meccanica di precisione molte aziende italiane hanno chiuso e alcune lavorazioni in Italia difficilmente le riesci a trovare o comunque sono più costose che all'estero. Difficile convincere un'azienda che è costretta a ridurre i costi a rivolgersi al terzista dietro casa quando in Repubblica Ceca l'officina aperta con capitale alamanno ti da lo stesso prodotto con un bello sconto del 20-30%.
      Inoltre in cruccolandia continuano, giustamente, a farsi i fatti loro quindi parte degli sforzi fatti dalle imprese italiane per recuperare competitività sono vanificati dal fatto che gli operai tedeschi sono fuuurbi e continuano a farsi pagare una miseria per far fare alle loro elite la figura dei primi della classe... finché il ramo non sarà completamente segato.
      Girala come vuoi, per risolvere un problema (la bassa competitività) la cosa più sensata e semplice è rimuoverne la causa principale (l'aggancio monetario con l'€uromarco), il resto è solo €urocollaborazionismo e tirare a campare.

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    3. @Mario
      Perdonami franchezza, ma perchè per andare da Milano a Venezia vuoi passare per il Brennero?

      Per fare le scarpe alla Germania, o quanto meno per tornare a giocarsela alla pari, "basta" (mind the double quotes, leggi "si comincia col") lasciare agire la legge di mercato anche per la moneta.

      Come era un tempo quando eravamo forti! Già perché eravamo forti! Punto!

      L'avvallare od il solo portare al livello della discussione dei palliativi è assimilabile allo sbattersi dei pesci in acqua bassa...ed infatti stiamo morendo soffocati!

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  8. @MarioRossi... “è strano come una discesa vista dal basso somigli a una salita”. Poiché le tasse (sto semplificando... poi il Prof mi bacchetterà e io ritornerò nel mio angolino) servono a pagare spesa pubblica, se non paghi l'IMU pagherai qualcos'altro. L'idea della flat-tax a me non dispiace, ma DOPO, solo DOPO che abbiamo sistemato i fondamentali: cambio flessibile, sovranità monetaria e autonomia politica. Altrimenti facciamo gli Tsipras di turno (e le brutte copie non mi sono mai piaciute).
    Peraltro, credo non sia mai esistita una deflazione indolore, o una decrescita felice...

    Buona vita
    Guglielmo

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    1. Esattamente come dici, Odisseo: cambio flessibile, sovranità monetaria, indipendenza politica. Tutte cose che saranno non semplici e che avranno un prezzo. Ma la libertà non ha prezzo

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    2. Quando mio padre saltò dal treno che lo stava portando nei campi di concentramento tedeschi non credo si chiese quale potesse essere il prezzo. Ma vedere la sua foto con una pistola in pugno mentre saluta calorosamente gli ultimi tedeschi che lasciano il mio piccolo paese d'origine non ha prezzo. Altro che Mastercard.

      Buona vita
      Guglielmo

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    3. Mio padre non riuscì a saltare dal vagone, benché il macchinista rallentasse in punti opportuni del percorso. Aveva il filo spinato nel suo vagone. Un caro saluto, Guglielmo.

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  9. non avendo mai niente da obiettare nel merito, continuo sul filone corretore di bozze. «In Spagna le esportazioni sono state più elastiche»: ti riferisci, ovviamente, alle importazioni.

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    1. Grazzie, però a te mancava una "t". Vedi quant'è difficile? Se mi scrivi ti mando i post da leggere in anteprima...

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  10. Visto che nella tabella l'elasticita' al reddito delle importazioni della Francia (5.6) risulta piu' che tripla di quella dell'Italia (1.6), mi sa che sta per arrivare un'altra mazzata per le esportazioni tedesche.
    http://news.yahoo.com/french-prices-plunge-july-sparking-deflation-fears-072649104.html
    Perche' non mandiamo il camerata Scalfari a Parigi a chiedere anche li' l'intervento della troika?
    Gli farebbero fare subito la fine di Don Bastiano e ci potremmo togliere tutti la soddisfazione di schiaffeggiarci a vicenda.....
    https://www.youtube.com/watch?v=UcvoVu0ZVlE

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    1. Attenzione perché quello che viene presentato è solo un dato storico che risente quindi di fattori contingenti e non può di per sé essere considerato come una stima. Diciamo che il rapporto fra variazioni delle importazioni e del reddito è condizionato anche da altri fattori che qui non si vedono, per cui se può avere un senso prenderne una media (ipotizzando che così i fattori specifici ai singoli paesi si annullino), non ha molto senso soffermarsi su un valore specifico. Per stimare l'elasticità in un singolo paese conviene utilizzare i dati storici di quel paese e tener conto anche dell'evoluzione dei prezzi. Si può fare.

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  11. Tabellini intervistato- mi pare domenica - da Il Fatto ci indica la strada, ed è ancora quella della deflazione salariale, quindi al posto della ridistribuzione del reddito ci ripropone la (ri)distruzione della domanda interna.........unbelievable !

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  12. Un bel discorso, bello quanto ovvio. Non so cosa pensare: e' vero che Renzie e' giovane, potrebbe dire e' stata tutta colpa del vecchio, io sono il nuovo che avanza. Ma a me sembra tanto un venditore che si trova di fronte alla scelta di dire, il prodotto che vi sto vendendo e' una fregatura non compratelo e cosi' non vende niente e viene licenziato, oppure dice e' un prodotto valido, provalo per 2-3 anni e vedrai che ti troverai bene...poi ogni anno ci sara' qualcosa che non va, ma ci si inventa sempre qualcosa per tirare avanti un altro anno... Dopo 2-3 anni ci si accorgera' che il prodotto era una fregatura e si andra' a votare...troppo tardi? Forse si...

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