sabato 9 agosto 2014

Da Boghetta e Porcaro: diritto di replica

(la Gerstensuppe sobbolle, la nebbia sale dalla valle, e mi avvolge, mentre mi accingo a dedicarmi a un doveroso compito. Oggi è un piccolo giorno per questo blog, ma un grande giorno per la sinistra...)

Da Ugo Boghetta e Mimmo Porcaro ricevo e volentieri pubblico:



Caro Alberto,

ci chiedi di prendere le distanze da un articolo recentemente apparso su SollevAzione, duramente polemico nei tuoi confronti.Nemmeno a noi l’articolo è piaciuto, e soprattutto nella sua parte conclusiva:ma non dobbiamo dissociarci da nulla, giacché non facciamo parte né delMovimento Popolare di Liberazione (che di SollevAzione è il retroterra), né del Coordinamentodella Sinistra Contro l’Euro, cheabbiamo abbandonato (perché a nostro avviso troppo settario) dopo il fallimentodel convegno di Bologna. Del resto, come puoi vedere, non siamo presenti alforum di Assisi.

Un fallimento dovuto , crediamo, sia alle provocazionicontro te ed i tuoi, fatte di chi ancora oggi persevera su questa strada, siaal tuo sostanziale disinteresse per una operazione culturale e politica la cuiimportanza avrebbe richiesto (e ancora richiede) a ciascuno di noi la capacitàdi superare questo infimo livello dello scontro. E di non trasformare la nostradiscussione, come purtroppo spesso anche tu fai, in una cacofonia di insultiinutili e gratuiti.

Cerchiamo quindi di smetterla di attardarci su tutto ciò eproviamo a rispondere alle nostre veredomande: come costruire un ampio fronte, fatto anchedella parte migliore di coloro che ancora si autodefiniscono di “sinistra”,capace di essere all’altezza del compito impostoci dalle nostre idee? Quali sono i fattori storici, culturali epolitici (e quindi non solo caratteriali e comportamentali, che pure contano…)che impediscono di sfaldare il dogmatico europeismo di tanti sedicenti“radicali”? Come impedire che la battaglia contro l’Unione sia lasciata deltutto a forze politiche che, qualunque cosa se ne pensi, non sembrano in grado di sostituire l’“ordine europeista” con qualcosa di davvero migliore? Discutiamo e ragioniamosu questo. Senza accettare minacce e settarismi, certo, ma anche senzascivolare, ad ogni piè sospinto, nella più inutile polemica ad personam.

Siamo certi che pubblicherai questa lettera sul tuo blog, edauspichiamo che questo possa metter fine alla parte meno utile del nostroconfronto.

Mimmo Porcaro
Ugo Boghetta


Le doverose scuse (poi segue una breve cronologia)
Cari Mimmo e Ugo, intanto accettate le mie scuse per aver pensato che poteste in qualche modo essere associati a una cosa del genere. Mi vergogno di averlo anche solo sospettato, e quindi procedo immediatamente a rettificare in pubblico una "lieve imprecisione" che vi avevo detto in privato. Sono felice di avere torto, e il perché ve l'ho detto nella lettera che vi ho inviato. Quale fosse lo schieramento che mi attaccava in modo scomposto e sopra le righe, in ogni caso qualcuno si è dissociato (e nei casi più impensati mi è poi capitato di diventare amico dell'aggressore). Quando Bisin mi ha attaccato come "negazionista", Panunzi della Bocconi è intervenuto a precisare che non era il caso di mettermi nello stesso mazzo di Donald e della Napoleoni, perché i miei argomenti avevano un senso. Quando Malagutti dell'Espresso si produsse in questo capolavoro d'arte povera, Marcello Foa su Twitter gli disse in faccia che era disdicevole che un professionista serio come lui si dedicasse a simili lavori su commissione. Quando Borghesi dell'IDV mi attaccò nel suo modo sconclusionato, Alessandro Lelli, responsabile economia del suo partito, intervenne prontamente per mettere le cose in chiaro, nonostante, come si evince dal suo intervento, e anche da quello che fece al convegno del 12, al quale Ugo partecipò, le nostre idee sul futuro della moneta unica non sono esattamente coincidenti.

Ma il nostro senso della decenza largamente coincide.

Bene: a mia scienza, e se sbaglio ho ad ora 2757 lettori fissi che provvederanno a smentirmi, nonostante gli attacchi da "sinistra" siano stati più frequenti e sleali di quelli da destra (quella che vi ha giustamente schifato è solo la punta dell'iceberg), non ho mai avuto contezza di intellettuali di sinistra che, come oggi state facendo voi sentissero il dovere morale di dissociarsi in pubblico (in privato sì, e questo già la dice lunga...). Anche in questo la "sinistra" si era fatta superare a destra dalla Bocconi! Al fottuto pragmatismo del capitalismo, la "sinistra" ha finora (ripeto: a mia scienza) opposto la fottuta logica dell'appartenenza, del "pas d'ennemis à gauche". Una regola che ha come sbocco naturale un modello tattico e strategico (ma qui mi soffermerei sull'aspetto tattico) che a me continua a non sembrare ottimale, quel modello che ho censurato affettuosamente definendolo il bar di Guerre stellari, usando la metafora cara a un mio amico che non è vostro amico, e magari non lo sarà mai, ma che a metafore se la cava indubbiamente bene.

L'idea che mille ciuchi corrano più di un cavallo o tirino più di due buoi (e qui arresto la metafora) non mi è mai sembrata molto convincente.

Ecco, ragioniamone, delle cose che voi dite, e ragioniamone cominciando dall'ultima.

Io so bene che, per dirne una, Giorgia Meloni non vorrebbe farmi sposare il mio ragazzo. Quando siamo andati a trovarla, ci ha detto che lei è una persona aperta, ma ci ha consigliato di vivere in una dignitosa clandestinità. Questa è la linea del suo partito, in ogni caso. Bene: a me un mondo nel quale un omosessuale debba vivere clandestinamente la propria passione proprio non piace, e non saprei dirvi nemmeno perché: non so se non mi piace perché ho sempre vissuto in mezzo a omosessuali (non posso dimenticare di quando nel novembre del 1975, non avevo ancora tredici anni, arrivo a casa mia una telefonata: avevano ucciso Pasolini. Uno dei nostri amici, un uomo, scoppiò a piangere, spettacolo per me del tutto inconsueto, tant'è vero che è una delle poche cose che mi ricordo della mia infanzia della quale ricordo molto poco. Appresi da mia madre che erano stati molto amici. Per dirvela tutta, io le cose le capisco mediamente in ritardo: quello che mi salva è la rapidità e l'intransigenza nel trarre le conclusioni, una volta che le ho capite); non so nemmeno se mi disturba perché sono "de sinistra", atteso che la sinistra con i diritti civili ha più che altro preso per il sedere (appunto) il proprio elettorato, usandoli per rifarsi una verginità mentre praticava politiche sociali che sarebbe cortese definire fasciste; non so nemmeno se il mondo che ha in mente Giorgia, sotto questo profilo specifico, mi disturba perché sono un liberale, il che significa fondamentalmente che vorrei farmi i fatti miei in pace, e che gli altri facessero altrettanto, possibilmente restando al di sotto della soglia dei 40 dB. Cosa fanno e con chi lo fanno non mi interessa.

Ora voi direte: vabbe', che c'entra?

Invece secondo me c'entra.

Il mondo che la destra vuole certamente non coincide in tutto con quello che voglio io. Non penso nemmeno che l'intersezione fra "destra" e "sinistra" debba necessariamente essere l'insieme vuoto. Può darsi che lo sia. Nel mio caso non lo è, perché nel mondo che una certa destra, almeno a parole, vuole, c'è una cosa alla quale non posso rinunciare: l'articolo 1 della Costituzione, che attribuisce la sovranità al popolo. Ripeto: almeno a parole. Io non leggo nel pensiero di Salvini, di Meloni, di Crosetto, ecc. Non solo. Sono nuovo alla politica, me ne sono sempre strabattuto il belino, per cui non so che "però Tizio nel 2004 ha votato la legge tale", che "ma Caio nel 1996 si era alleato con Sempronio", che "guarda che Mevio nel 1985 era passato dal partito arancione a quello amaranto". E sapete cosa vi dico? Che non conoscere questa ricca e colorita aneddotica si sta rivelando un vantaggio. Perché quando poi incontro le persone e ci parlo, cerco di capire cosa mi dicono e di valutare quanto siano coerenti nelle proprie attuali convinzioni, e di cosa è successo prima me ne sbatto, ritenendo che se quello che è successo prima dovesse essere un buon indicatore di quello che succederà dopo, allora l'unica soluzione appropriata per la classe politica italiana (esclusi i presenti) sarebbe la soluzione finale.

Stringo.

Mi sembra che siamo d'accordo sul fatto che il modello tattico consistente nel "mettere insieme tutti quelli che la pensano come noi", fottendosene della loro qualità e del loro senso dell'opportunità, sia unanimemente bocciato da noi tre. Vogliamo allora riflettere su un modello consistente nel mettere insieme quelli che, in qualsiasi schieramento, dimostrano un minimo di qualità e di senso della realtà?

Vi faccio un esempio banale, anche qui.

Io a "sinistra" un editoriale come quello di Foa non l'ho visto. Colpa mia, della mia scarsa attenzione, del fatto che sono troppo impegnato col mio lavoro, o magari della scarsa visibilità di chi a sinistra ha provato a dire qualcosa di sinistra: se vuole più visibilità, citofonare Bagnai. Però non l'ho visto. Credo che su Twitter me l'avrebbero segnalato, a meno che io non sia seguito solo da fascisti come Fusaro o da nazisti come Giacché, no? Quindi molto probabilmente non c'è stato.

Probabilmente Foa non è anticapitalista (mi ci giocherei due palle, a dire il vero). Be', sapete che c'è? Che anche se io non credo che il capitalismo sia la fine della Storia, anche se immagino che ci potranno, anzi dovranno, essere evoluzioni, rispetto a un sistema di organizzazione dei rapporti sociali e di produzione che come minimo rischia di sgretolare il pianeta, e anche se, d'altra parte, tutte le soluzioni alternative che mi vengono in qualche modo proposte, e tutte le spiegazioni del fallimento delle alternative precedenti, mi appaiono estremamente poco convincenti, bene: tutto ciò laicamente considerato, alla constatazione che, in una chiave strategica, di lungo periodo, io e Marcello saremmo molto probabilmente da parti opposte di ipotetici schieramenti politici, oggi, di fronte al rischio estremamente concreto che in Italia non ci sia più qualcosa di simile a una reale dialettica politica per molti decenni, non mi sento di opporre altro che un cortese ma fermo: "e sti cazzi?"

Foa è liberale, quindi non integra i requisiti della purezza etnica marxista o marxi-
ana?

Ah, va bene, quindi ci teniamo Draghi? Insomma, io non so come dirlo: se una persona che si preoccupa di ciò di cui mi preoccupo io, cioè di continuare ad avere, attraverso il processo democratico, voce in capitolo nella gestione del mio paese (che non significa che tutto poi debba essere fatto come voglio io, ma che io possa esprimere un dissenso), bene: se una persona che si preoccupa di questo nel momento nel quale tutta l'intellighentsia di sinistra plaude all'arrivo della Troika (per interposto Scalfari o Furbini), se una simile persona è "de destra", che faccio? Mi sparo, o ci parlo? Perché le alternative sono queste, visto che abbiamo escluso che caricarsi una "sinistra" come quella citata all'inizio del post è inutile e controproducente.

Be', sapete che c'è: io ci parlo.

E voi che fate?

Non riusciremo a salvare il paese solo appellandoci a una classe lavoratrice la cui coscienza di classe è stata distrutta dalla porca logica dell'appartenenza, che l'ha condotta ad accettare i provvedimenti che ne hanno sbriciolato il potere contrattuale perché venivano "da sinistra". Non riusciremo a ritrovare la libertà di dialogare, di combatterci, fra destra e sinistra, appellandoci a dei proletari che visibilmente desiderano solo diventare dei borghesi, o anche semplicemente sopravvivere (come dar loro torto?), cioè che sono stati sottoproletarizzati da élite estremamente abili nel fare del divide et impera uno stile vincente!

Ecco.

A me dispiace farlo notare, ma al termine del percorso di "purezza etnica" della sinistra, quello in virtù del quale la sinistra doveva rivolgersi ai "proletari" (qualsiasi cosa ciò voglia oggi dire), c'è la nascita dell'unica forza di sinistra che sta raccogliendo un rilevante consenso presso la classe operaia: il Front National di Marine Le Pen! Bel paradosso, no? E sapete bene, voi che siete attenti, che a me questa cosa non fa molto piacere. È tutto dimostrato per tabulas, con buona pace dei simpatici goliardi che vogliono farmi passare per sponsor di Borghezio, del quale io non condivido nulla, e loro condividono il metodo.

Ecco, secondo me il problema è questo: capire quali sono le priorità (e per me la priorità è evitare il commissariamento, la colonizzazione alla quale la permanenza nell'euro necessariamente ci conduce), e capire a quale "classe" di riferimento esporle per avere un supporto (e per me questa classe non necessariamente coincide col piddino sottoproletarizzato da decenni di prodismo, veltronismo, dalemismo, bersanismo, renzismo, ismo, insomma).

Mi ha molto confortato scoprire che su questo punto non sono il solo a pensarla così. Secondo me, rispetto all'obiettivo di riacquistare la sovranità, cioè la democrazia, la linea di demarcazione non è fra capitale e lavoro, ma fra piccoli e grandi.

Poi, riacquistata la democrazia, si parlerà.

Esempio: non un singolo imprenditore che conosco, inclusi quelli che ho in famiglia, riconosceva l'opportunità delle riforme pinochettiane messe in atto dagli ultimi tre governi: tutti ne erano profondamente scontenti. Ma se cercate alle feste dell'Unità, di operai che son contenti perché "la sinistra" è al governo da tre anni ne trovate quanti ne volete. Che dobbiamo fare?

Concludo tornando al punto: oggi con voi ho avuto torto, e sono particolarmente lieto di ammetterlo.

Vorrei però dire, a mia parziale scusante, che le risposte che ho ricevuto da altre persone in qualche modo implicate negli eventi che citate, o associate alle persone che citate, non sono state ugualmente confortanti. Mi sembra che ci sia una scarsa consapevolezza in giro non tanto di cosa sia il codice penale (un dato tecnico sul quale possiamo tranquillamente soprassedere), ma di cosa sia l'opportunità politica di procedere con "il bar di Guerre Stellari". Purtroppo capisco che questa mio atteggiamento si presta a fraintendimenti. Qualcuno, ora, oltre che megalomane, sionista, liberista, calvo, ecc., mi darà anche dell'oligarca. Eppure, sono sicuro che leggendo Marx, o magari Gramsci, da qualche parte ci sarà scritto, perché ci deve essere scritto, che occorre che a un certo punto gli intellettuali si rimbocchino le mani e facciano la loro parte per far maturare una coscienza di classe. Dico: "ci deve essere scritto", perché è una cosa talmente ovvia che se si fossero dimenticati di scriverla, noi oggi ci saremmo dimenticati di loro.

Chiedo anche qui il supporto dei miei dotti lettori di sinistra, che non sono, però "de sinistra".

Associarsi a chiunque, indipendentemente dalla definizione tecnica dei suoi comportamenti, per fare "qualcosa" (quello che ho chiamato il "qualcosismo") è la strada verso l'insuccesso. Siccome io non sono esattamente De Coubertin, raccolgo il vostro invito a capire insieme non come combattere questa guerra, ma come vincerla, tenendo presente che il problema è il rovesciamento di un paradigma culturale, come voi giustamente evidenziate: operazione che a mio parere non è detto coincida, almeno in una fase iniziale, con la raccolta di un consenso ampio "quale che sia".

Segue lettera.

(p.s.: accetto anche la censura sui miei toni, ma vi pregherei di collocarla nel contesto storico nel quale certe dichiarazioni sono state fatte. Non sfuggirà al vostro occhio sagace una certa evoluzione nel mio modo di pormi. Magari sarà verso il peggio: mi sorveglierò. Tanto per farvi un esempio: prima dell'incontro di Bologna ho ricevuto una richiesta di intervista dalla sinistra "de sinistra" di questo tenore:

Chiacchierando in giro con le persone si fa fatica a intendere il suo punto di vista vero.Io vorrei capirci un po' meglio, per capire come ha senso muoversi.

Ora, credo che a me si possa dire di tutto - e lo si fa - tranne che io sia poco chiaro. La tentazione sarebbe stata di rispondere: "Le vie del Signore sono infinite: prendine una e vattene affanculo!" Avrei fatto male?...)

Cronologia per i nuovi arrivati
Questa parte non riguarda Ugo e Mimmo ma i tanti ultimi o penultimi arrivati che continuamente chiedono "ma chi è Uga?"; "ma chi è er Palla?"; "ma perché una Bcesimileallafed non risolverebbe il problema?"; "ma perché l'euro all'Italia ha fatto male e alla Germania no?"; "ma cos'è l'euro?"; "ma dove si prende il 64 barrato?"; forse perché immemori di uno dei miei post più negletti dai miei venti lettori...

Capisco che per chi segue la logica del "facciamo er partito" e quindi quella del bar di Guerre stellari (seguono esempi) l'atteggiamento secondo il quale chi ti si accosta non deve necessariamente essere blandito, e anzi è il caso che gli si faccia capire che si sta unendo a una comunità di persone che stanno facendo un percorso comune da tre anni, e che magari hanno voglia di parlare una loro lingua e di non usarla per ripetere sempre le stesse cose, possa sembrare incredibile. Sapete quei blogger che a ogni commento: "Ma quanto sei bravo! Ma che bella idea! Ma che cosa fantastica! Scrivimi!".

Ah, l'indecorosa e improbabile ricerca del consenso...

Ecco: qui no.

In questo caso però, anche se ciò mi obbliga a rovistare in materiale organico (non nel senso dell'"intellettuale organico", va da sé), preferisco fare un post self-contained, che contenga cioè tutti gli elementi di fatto necessari perché un lettore appena arrivato, o dalla memoria labile, possa ricostruire gli avvenimenti.

Non sapete, ma ve lo dico io, che fui io a scrivere a Pasquinelli il 10 ottobre del 2011. Il suo blog riportava, con un'introduzione molto spiritosa, il mio famoso articolo. Siccome a me le persone spiritose piacciono, scrissi alla redazione del blog questa lettera:


Il 10/10/2011 14:07, Alberto Bagnai ha scritto:
Sono capitato per caso sulla pagina:

euro-uscirne-e-di-destra

del vostro blog e volevo ringraziarvi non tanto per l'ulteriore diffusione data al mio commento, quanto per la lucidissima e caustica introduzione, che descrive in modo assolutamente esemplare il "non senso" dell'intervento della Rossanda.

Sarò schematico: io appartengo a un mondo in cui l'intelligenza era a sinistra. Mi ha fatto tanta tristezza vedere ridotta così una persona che quando eravamo giovani passava per una gran rivoluzionaria. Come mi ha fatto tristezza (e direi anche onco) l'intervista fatta da lei a Giuliano Amato.

Se non l'avete vista, andatevela a vedere. Il Manifesto ormai è un organo della Confindustria... così sapete quanto duro è il compito che vi siete proposti!

Cordialmente.

Alberto Bagnai

Ne seguì l'invito al convegno di Chianciano, che dette origine a questo video.

Nasce da qui la leggenda delle persone alle quali io dovrei la mia fama e che con tanta ingratitudine ho ricambiato! Poi sarei io il megalomane? Nell'ottobre del 2011 i lettori fissi del mio blog erano zero, perché il blog non c'era. Quelli di SollevAzione forse un centinaio, quindi sono raddoppiati in tre anni: un successone! Il video dell'amico Fiorenzo ha avuto in tre anni 10000 visualizzazioni. Quello dell'amico Claudio in due anni solo solo 150000 (quindici volte tanto)! Ma soprattutto, il mio articolo sullo Sbilifesto aveva avuto 55 commenti (record assoluto per quel blog che nessuno legge perché non c'è niente da leggere) e svariate decine di migliaia di Google hits, a fronte degli zero commenti e delle poche centinaia di hits degli articoli degli altri intervenienti nel dibattito. Se mai ci fu una distribuzione skewed, fu quella, perché la differenza fra chi dice cose e chi dice parole "er popolo" la capisce e la apprezza.

Ma naturalmente io devo la mia popolarità a Fiorenzo e Moreno, va da sé. Del resto, anche Donald era convinto che io gli fossi debitore (e ora non chiedetemi chi è Donald, perché anche Donald è il niente, quindi chi lo sa lo sa, e chi non lo sa si attacca): Dio li fa e poi li accoppia!

Già questo delirio di onnimpotenza basterebbe a chiudere il discorso, no?

Chiunque aveva capito che era stata detta una parola diversa, il problema era questo. Quanti di voi mi hanno descritto la sensazione di essere presi a schiaffi in faccia dal mio articolo? Non era un articolo politico: non cercava il consenso. Altro che "pas d'ennemis à gauche", altro che "quantoseibravoquantoseibelloscrivimi". Lì c'era scritta una cosa molto semplice: che per il principio del terzo escluso, chi militava a sinistra era o un coglione o un traditore. Come captatio benevolentiae non era male!

Eppure, migliaia di persone lessero questo articolo così repulsivo e vi videro una speranza, quella speranza che ora pesa su di me come un macigno, perché per la sincerità con la quale mi è stata espressa io sento il dovere morale di non tradirla.

Ma naturalmente io devo la mia popolarità a Moreno che mi invitò due mesi dopo a Chianciano, e a Fiorenzo che mi filmò.

Porello...

Mi ricordo ancora che mi chiese il permesso. Io risposi: "Fai come ti pare, tanto la carriera me la sono già rovinata". Lui rimase un po' interdetto.

Ma io devo a lui la mia popolarità!

Cazzo: collocatevi!

Collocatevi, per Dio! Linneo, Lombroso, sono forse vissuti invano? Lo capite sì, o no, che se voi avete cominciato prima, e io dopo, ma la gente ascolta me, ci sarà pure un cazzo di motivo?

Pare di no. In questo siete uguali uguali a Paolo Cirino Pomicino. E a noi piace ricordarvi così...

Comunque, questo atteggiamento lievemente scollato dalla realtà, nonché dalla filogenesi, all'epoca non si era manifestato. Loro mi invitavano alle loro iniziative, per vari motivi riuscii a partecipare solo a una di esse (non c'era preclusione ideologica, solo tanta, ma tanta, stanchezza fisica).

A posteriori, ho l'impressione che questi amici, come tanti altri, avessero capito benissimo, meglio di me, il mio potenziale, e, avendo un glorioso futuro politico dietro le spalle (dove, come sapete, si trovano alcuni organi essenziali per la fisiologia umana), volessero usarmi come taxi per fare un pezzo di strada, per portarsi avanti lungo un percorso politico che non mi interessava non perché non lo condividessi, ma perché intuivo che era viziato da due pecche inemendabili: una profonda ignoranza dei fatti e delle dinamiche in atto, e la fottuta logica dell'appartenenza.

Questo mi apparve con estrema chiarezza in occasione del loro primo attacco.

Come altresì non sapete, ero stato contattato dai responsabili del Manifesto di Solidarietà Europea nel novembre del 2012. La lettera, molto cortese, e dovuta a un interessamento di Claudio Borghi, rimase lì per vari motivi: lo sfinimento, il fatto che non condividevo certe sfumature moralistiche dell'analisi di Stefan (che i creditori abbiano le loro responsabilità a me era chiaro già allora, e dall'anno successivo sarebbe stato chiaro anche alla Bce), e anche, devo dirlo, a mia vergogna, l'assenza di personaggi "de sinistra". Sì: la fottuta logica dell'appartenenza, questo cancro del pensiero, si era impossessata anche di me. Altra cosa della quale mi vergogno: ma ho imparato ad essere sincero con voi.

Solo che, nel corso del 2013, aveva aderito anche Jacques Sapir, uno studioso di statura eminente, e di estrazione marxista. La natura trasversale del Manifesto era garantita. Alla fine, riprese le forze, scrissi e aderii all'invito di partecipare alla presentazione del Manifesto a Parigi.

Ora, occhio alla cronologia, perché è significativa.

Io dichiarai la mia adesione al Manifesto in questo post del 25 maggio 2013. Un'adesione della quale nessuno tranne me sapeva nulla.

Ma su Twitter avevo detto tre giorni prima che avrei annunciato una mia (nota: mia) iniziativa politica. Pronta era seguita la risposta dei simpatici buontemponi in data 23 maggio 2013. Una inconcludente articolessa nella quale l'autore si avventurava nel compito di tracciare con mano ferma l'epitome di due secoli di storia del pensiero economico (sarei più credibile io se vi dicessi che vado a fare il K2 senza bombole), e dalla quale traspariva un unico sentimento: una colossale, gigantesca, sesquipedale rosicata per essere stato tenuto fuori da quello che lui credeva fosse un mio progetto politico!

Ma non lo era, cazzo, non lo era! E comunque: cosa avrebbe mai motivato questi toni da amante tradita? Non riesco a spiegarmelo...

In ogni caso, dopo aver reso nota la mia adesione al Manifesto, nacque la leggenda del Bagnai liberista: certo, a quel punto era facile! Mi ricordo una delle tante sconclusionate (ma non per questo meno gradite, ovviamente, soprattutto a Rockapasso alla quale immediatamente giro le loro lettere) ammiratrici, che un giorno mi scrisse:

il tuo nome associato a quello di un ex ministro di pinochet
è troppo.
Da oggi in poi lavoro e basta.
non voglio più leggere nulla
non voglio sapere più nulla.
mi banno da sola

Io pensai "chew" e chiesi: "Scusa?". Risposta: "Su sollevazione".

Sì, perché la presentazione del Manifesto, a Parigi, dove il dibattito è decisamente meno avanti che da noi, per motivi che non vi spiego (ovviamente perché Sapir non ha incontrato Pasquinelli e Fraioli), avevamo dovuto farla ospitare nel quadro di un dibattito organizzato da liberisti veramente macchiettistici. Noi avevamo il nostro slot di un'ora, siamo arrivati, abbiamo parlato, ce ne siamo andati, punto. Sto ministro di Pinochet non so proprio chi fosse, ma non lo dico certo per recuperare la mia Dulcinea "de sinistra": confido nel fatto che avrà trovato una delle tante vie del Signore, e l'abbia usata per gli scopi di cui sopra...

Insomma, giusto per spiegarvi il livello di diffamazione infimo al quale questa gente era arrivata.

Probabilmente ho anche preso l'aereo insieme a un serial killer. Peccato che questo dettaglio sia sfuggito loro, ci saremmo divertiti... come con quella cosa del "passacarte di Prodi"! Solo perché partecipai al convegno dell'IEA nel 2002, dove Prodi era keynote speaker! Il mio unico contatto con lui? Me lo ricordo come fosse ora! Stavo salendo verso la Basilica da Estrela, e sull'Avenida Alvares Cabral la sua scorta per poco non mi arrota. Io gli mandai tutti i morti possibili e immaginabili, e mi rafforzai nel mio proposito di andare a Belem a piedi (quindi in ampio ritardo per ascoltarlo), attardandomi in una tasca dove ho mangiato le seppie più gustose della vita mia (seppie minuscole, stufate con nero e osso dentro, una libidine).

Ma quella tasca non sono mai più riuscito a localizzarla, e questo rimane uno dei pochi veri rimpianti della mia vita...

Il passacarte de che?

Prodi nemmeno lo vidi. In vita mia l'ho incontrato una volta sola, al Parlamento Europeo, e mi ha bloccato la digestione (vedi sotto). A Lisbona mi ricordo Bob Solow, Alberto Quadrio Curzio, che in qualche modo mi riconobbe e mi salutò (forse perché aveva letto Dante), e Alan Deardorff, che trovò il mio articolo con Carlucci sufficientemente potabile da essere inserito nella raccolta dei lavori più significativi del convegno. Non piace ai nostri simpatici buontemponi? Peccato. Chissà se hanno capito cosa c'è scritto? Non mi ricordo invece Michele Boldrin, che era lì anche lui, e che pubblicò il suo articolo nella stessa raccolta. Ma lui è un economista serio, avrà partecipato a tutte le sessioni. Io invece preferivo me ragaillardir, seguendo il consiglio che il poeta dava alla sua anima:

"Dis-moi, mon âme, pauvre âme refroidie, que penserais-tu d'habiter Lisbonne? Il doit y faire chaud, et tu t'y ragaillardirais comme un lézard. Cette ville est au bord de l'eau; on dit qu'elle est bâtie en marbre, et que le peuple y a une telle haine du végétal, qu'il arrache tous les arbres. Voilà un paysage selon ton goût; un paysage fait avec la lumière et le minéral, et le liquide pour les réfléchir!"

(L'ideale per un allergico come me - anche ai pollini, non solo alle cazzate. E io che sono un bastardo mi sono commosso quando qualche giorno fa un giovane laureato all'università della strada incidentalmente nel discorso ha lasciato cadere questa osservazione: "Perché questi pensano che er poeta è uno che passa la vita a sballasse, ma mica lo capiscono che Baudelaire ogni giorno se faceva er mazzo, poi se sballava..." Ecco: se a Lettere capissero questo, saremmo tutti un pezzo avanti...)

Risparmio infiniti altri passaggi, e arrivo all'ultimo, quello citato sopra, che è divertentissimo!

Perché, vedete, forse a voi sfugge un dettaglio: Moreno Pasquinelli, anima del blog de cujus, è anche socio fondatore di Riscossa Italiana, l'associazione promossa dagli amici Antonio Rinaldi e Luciano Barra Caracciolo. Socio fondatore, che dal punto di vista del diritto civile non vuol dire nulla (nelle associazioni tutti i soci hanno pari obblighi e pari diritti), ma dal punto di vista simbolico un suo perché ce l'ha: indica una forte identificazione col soggetto associativo che si va a costituire.

Bene.

Ora fatevi due risate!

Cosa imputa a me il tovarich Pasquinelli? Di avere aderito al Manifesto di Solidarietà Europea insieme con Bolkestein, e di essere amico di Magdi Allam.

Accipicchia: due autentici crimini contro l'umanità, me ne rendo conto. C'è di che interrompere i rapporti con una persona... salvo poi associarsi con un'altra, Antonio Rinaldi, che questi crimini, se tali sono (e io non lo credo), li ha commessi in misura ancora maggiore!

Perché, quanto al primo punto, io ho aderito al Manifesto quando Bolkestein ancora non c'era, mentre Antonio ha aderito quando si sapeva che Bolkestein avrebbe partecipato (cosa che non ha influito sulla sua decisione: Antonio ha aderito per intimo convincimento, ma quello che voglio dire è che se il problema è Bolkestein, allora, scusate, ma perché ve la prendete con me e andate a braccetto con Antonio? Non ha senso, no? E se Sapir, che per lottare contro l'euro fa più in un minuto di quello che voi fate in un anno, il problema non se lo pone, perché ve lo dovete porre voi?).

Quanto al secondo punto, il mio fantomatico sodalizio con Allam sarebbe dovuto al fatto che ho partecipato, con estrema riluttanza (perché, anche lì, ero sfinito, e infatti al ritorno svenni due volte in aereo), a un convegno organizzato con estrema professionalità da Allam al Parlamento europeo, nel quale feci un discorso che credo Pasquinelli non abbia ascoltato (le barriere linguistiche si possono superare), altrimenti non mi accuserebbe a vanvera di ignorare le radici profonde della crisi. Ora, in tutto questo chi era stato il tramite? Ma, ancora una volta, Antonio, che di Allam è amico personale (cosa nella quale io non vedo nulla di censurabile), e di Pasquinelli (per il quale essere amici di Allam - cosa che io non sono, avendo avuto rapporti cordiali ma professionali - è peccato mortale) invece è socio!

Roba da non credere!

Uno smateria contro di me, sulla base del fatto che io sarei amico di una persona che appena conosco, e della quale non ho motivo di volere tutto il male che invece lo smateriante gli augura, ma al contempo lo smateriante si associa come fondatore a un progetto promosso da un amico personale della persona in virtù della quale io vengo vituperato!

Di più!

Mi si imputa di aver cooptato in a/simmetrie quel "boiardo" di Savona... e Antonio, promotore di Riscossa Italiana della quale Pasquinelli è fondatore, è fra i primi laureati di Savona alla LUISS, allievo prediletto e amico fraterno da decenni, mentre io ho avuto il piacere (perché per me è stato tale) di conoscere Savona nemmeno un anno fa, grazie appunto ad Antonio che ringrazierò sempre per avermi offerto questa opportunità. Savona è dell'Aspen, di Bilderberg, della Spectre? Sicuro, certo, anche peggio. Credo sia un rettiliano. Ma è uno che capisce quello che sta succedendo. E come ho provato a spiegare sopra a Mimmo e Ugo, oggi la vera lotta di classe è fra chi ha capito e chi non ha capito. Quindi per ora se devo stare con qualcuno preferisco stare con Savona, piuttosto che con uno che mi accusa di essere amico di persone dei cui amici è socio!

Insomma, caro Moreno o chi per te: qui i casi sono due. O Allam (o Savona, e quindi Antonio) è il demonio (io puzza di zolfo non ne ho sentita), e allora che cazzo ci fai dentro Riscossa Italiana, che è stata promossa dal demonio? O Allam (o Savona, e quindi Antonio) non sono il demonio, e allora perché mi stai a seccare?

Restatene col tuo 0.00000x%, e lasciami in pace. Tu vuoi fare un percorso politico (e di talento ne hai!), io no, quindi non capisco proprio cosa abbiamo da dirci...

Non ci posso credere, e comunque, cari amici, #DAR!

Una risata li seppellirà! Il double standard è così pacchiano, le motivazioni di questi attacchi sconclusionati così palesi e meschine, che sinceramente io ho deciso di disinteressarmene.

Certo, sarebbe bello che l'onestà intellettuale di Ugo e Mimmo fosse un bene più diffuso.

Ma nella vita non si può avere tutto.

Vediamo chi va al simpatico camping di Assisi (Mimmo e Ugo no) e poi tireremo una bella linea. Ora le cose le sapete, avete gli elementi per decidere.

Sed de hoc satis.





Lasciamoli ragliare,
col Capitale in mano,
lasciamoli ragliare,
sono un rettiliano....






(ah, Moreno, se vuoi salvare la faccia fai una cosa: dimettiti da Riscossa Italiana. Mica per niente, sai. Ho come la sensazione che a loro non mancherai, e così potrai continuare a esternare contro gli amici di Savona e Allam, evitando la figurella che consiste nell'aver fondato un'associazione con un amico di Savona e Allam!)

70 commenti:

  1. Dedicato ai piddini: http://youtu.be/4AOHNeEmfKk

    Buona vita
    Guglielmo

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  2. "Eppure, sono sicuro che leggendo Marx, o magari Gramsci, da qualche parte ci sarà scritto, perché ci deve essere scritto, che occorre che a un certo punto gli intellettuali si rimbocchino le mani e facciano la loro parte per far maturare una coscienza di classe."

    A me è piaciuta questa Storia dei 45 cavalieri ungheresi.

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    1. Ma Gramsci è un oligarca rettiliano, o magari, chissà, uno di quelli che Halevi chiamerebbe i marxisti inutili... O come li chiamava? Non posso googlare qualsiasi artropode... Per questa settimana basta lo Zoropsis.

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  3. E io ch’avea d’error la testa cinta,
    dissi: "Maestro, che è quel ch’i’ odo?
    e che gent’è che par nel duol sì vinta?". 33

    Ed elli a me: "Questo misero modo
    tegnon l’anime triste di coloro
    che visser sanza ’nfamia e sanza lodo.

    Mischiate sono a quel cattivo coro
    de li angeli che non furon ribelli
    né fur fedeli a Dio, ma per sé fuoro.

    Caccianli i ciel per non esser men belli,
    né lo profondo inferno li riceve,
    ch’alcuna gloria i rei avrebber d’elli".

    E io: "Maestro, che è tanto greve
    a lor che lamentar li fa sì forte?".
    Rispuose: "Dicerolti molto breve.

    Questi non hanno speranza di morte,
    e la lor cieca vita è tanto bassa,
    che ’nvidïosi son d’ogne altra sorte.

    Fama di loro il mondo esser non lassa;
    misericordia e giustizia li sdegna:
    non ragioniam di lor, ma guarda e passa".

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    1. Intanto, averne ragionato ha permesso alla sinistra di non farsi sorpassare a sinistra dalla Bocconi. Se permetti, mi sembra un buon risultato.

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    2. Sono d'accordo con te. E' un buon risultato.
      E credo tu avessi ragione a dire: "State calmi".

      Come dice il Tao Te Ching: "Governare un grande Paese è come fare una frittura di pesciolini: non agitare. Questo è tutto".
      Peraltro, c'è una cosa che - credo - non riuscirò mai a comprendere: Lenin se ne andò in Russia con (e grazie a) i soldi dei suoi nemici di classe, gli "imperialisti prussiani". E non gli passò per la mente che non avrebbe dovuto accettarli. E questi, che attaccano te con simili argomenti, pensano di essere suoi eredi? Ma va a caghér, direbbero dalle mie parti.
      Li metto nel girone degli ignavi, ché stasera mi sento gentile, e credo che i traditori veri siano sempre pochi e, quasi sempre, ben installati al comando.

      Buona vita
      Guglielmo

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    3. Eh, ma per loro le rivoluzioni le fa "er popolo", con tanta buona volontà, e ovviamente senza soldi...

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  4. Il senso di appartenenza l'ho abbandonato dopo aver cominciato a capire che qualcosa non tornava...nel 2008 circa. Posso ritenermi più maturo di chi é più vecchio di me? Aggiungo: che tristezza mi mettono questi dello 0,00000x%...

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    1. Io già faticavo prima, dopo ho capito di appartenere solo a me stesso.
      Forse.
      :D

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  5. Risposte
    1. Bravo Antonio. Ma a Pasquinelli perché non interessa cosa Antonio pensi di Gaza, visto che lui Allam lo frequenta? Mistero...

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    2. P.s.: da quando Antonio è di sinistra? Si stava per candidare con Fratelli d'Italia! (e avrebbe fatto bene, avrebbe imparato molto). Hai letto il mio post? È lungo, lo so...

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    3. Caro Prof.
      Quando i post superano le due cartelle, mi viene dfficile e non li leggo proprio, i suoi li leggo tutti, in particolare quelli tecnci, numeri, grafici, da cui non mi stacco nemmeno un momento, quelli un po' descrittivi mi costano più fatica e mi debbo abituare pian piano, come quando entro in mare; ci crede se le dico che stamattina mi sono alzato e ho subito preparato il polpo coi pomodorini (azz ho dimenticato di mettere il peperoncino) e nella testa mi frullava sempre questo cruccio, debbo leggere il post, debbo leggere l' ultimo post del Prof. mi perdona?

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    4. Cao Alberto, è un post totalmente irrilevante: una nota a piè pagina nella storia della parte più minoritaria e folcloristica della sinistra italiana. Non vale la pena che tu ci perda tempo. Cercami, invece, se la trovi, una voce di sinistra che si sia dichiarata contro la cessione di sovranità...

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    5. Ci provo, ma ci vorrebbe il Large Hadron Collider di Ginevra per trovare qualche traccia di particelle subatomiche di anticessionedisovranitàdesinistra nella materia oscura di quel pensiero a senso unico.

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  6. Certo che se aspettavamo Sollevazione che ci definisce "borghesi piccoli piccoli i quali, fino a che la ruota del benessere girava se ne stavano tranquilli a fare i cazzi loro, contemplando le magnifiche e progressive sorti del capitalismo" - se aspettavamo loro e il cannibalismo dei frazionisti marxisti onanisti per svegliarci, a quest'ora invece che qui saremmo a difendere l'Europa dai populisti. E dai comunisti.
    Invece, grazie a Bagnai che dà visibilità persino a loro, abbiamo imparato un po' di cose e persino da loro ne abbiamo imparato qualcuna, nonostante la loro mitologie rivoluzionarie, nonostante l'elitismo, il razzismo, nonostante il loro disprezzo per noi, maggioranza dei loro concittadini, ai quali affibbiano etichette spregiative. A noi, dei quali sostanzialmente non sanno un cazzo e non frega un cazzo, come si vede.
    Certo non è grazie a loro, ma grazie a Bagnai, oltre che ad una mia dignità preesistente, che ho potuto incontrare ed "aprirmi" a persone dalla storia diversa dalla mia, ad apprezzare almeno in parte pensieri che nascono in modo diverso dai miei e insieme contribuire se non altro alla diffusione di tante verità negate, che noi poveri paria "non di sinistra" non conoscevamo punto e basta, e non perché stessimo in adorazione di un capitalismo che non ci ha mai convinto, senza essere di sinistra.
    Nonostante loro, facciamo qualcosa di utile anche per loro, come il documentario sulla Grecia, che senza Bagnai non sarebbe mai venuto alla luce. Il documentario sull'uscita dal capitalismo lo faremo la prossima volta, quando riuscirete a convincerci che è il momento buono.
    Per ora il cartello "sinistra contro l'euro" e qualche falce & martello resuscitata che gli gira intorno, non ci ha convinto. E credo che non abbia convinto nemmeno qualcuno dei miei nuovi amici cresciuti dalle vostre parti. Eppure, menefreghisti come siamo, facciamo qualcosa di concreto e di utile, anche con qualcuno di voi, nonostante la vostra astrattezza. E nonostante il vostro preteso e malcelato senso di superiorità morale, perché in fondo eravate, e restate sempre, piddini.

    ag

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    1. L''accusa "piccoloborghese" è carsica nella storia della sinistra... Gli stalinisti nel 37 accusavano Durruti e i suoi di aver creato nella Catalogna da loro controllata una società piccolo borghese.... e in seguito si sa come decisero di affrontare il fenomeno...

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  7. Ho letto i due articoli di sollevazione pochi giorni Fa, dopo averli trovati sulla mia TL di twitter, e sinceramente sono penosi entrambi. In particolare quello di Pasquinelli fra le varie fregnacce che dice, a mio avviso mostra una vile e sconcertante disonestà intellettuale in questo passaggio:

    "La tesi di Bagnai è alquanto semplice (ciò che non rende inutile leggersi il suo ponderoso Il tramonto dell’euro). Proviamo a ricapitolare la concezione generale di Bagnai: (1) la crisi non chiama in causa la struttura del sistema capitalistico, essa trae origine da alcuni “squilibri”; (2) dipende dal fatto che i debiti privati sono diventati pubblici; (3) se è anzitutto crisi dell’eurozona, ciò dipende dallo squilibrio delle partite correnti e delle bilance commerciali; (4) l’euro è causa essenziale poiché, che con le parità fisse, impedisce alle leggi di mercato di farsi valere anche nella sfera valutaria.

    La cura per uscire dal marasma è quindi semplice: tornare alle valute nazionali, e, grazie al gioco compensativo delle svalutazioni e rivalutazioni, i mercati capitalistici, compresi quelli finanziari torneranno a scoppiare di salute."

    È veramente incredibile che citando il Tramonto abbia il coraggio di dire che basta uscire dall'euro perché tutto si sistemi.
    Dopo Li Compagni si costernano per la chisura deR Manifesto, deR giornale De Gramsci e speriamo presto di Repubblica (federale tedesca), se è il livello medio è quello di Pasquinelli non ce da meravigliarsi.

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    1. Il cattivo maestro di questa squallida disonestà intellettuale sappiamo chi è.

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    2. di persone disoneste intellettualmente (le più pericolose) ce ne sono tante.
      il prof è il trade union tra economia e filosofia.
      a questi zero del pensiero non viene in mente che una cosa è dire "combattiamo il capitale" un'altra cosa è invece quella di capire come funziona il "capitale" (l'economia).
      per esempio il ciclo di Frenkel..
      cazzo, parte da due presupposti imprescindibili!
      vogliamo parlare poi della curva di Phillips (cribbio, non la citano e chissà perché) e della relazione tra inflazione e disoccupazione?
      niente di niente
      Passiamo avanti
      Oppure vogliamo parlare della crescita dei differenziale tra dinamiche salariali e di produttività?
      ops..

      e nel libro del prof mica si parla di "commons" (o un nome del genere) con una mega stangata (critica) alle privatizzazioni e liberalizzazioni?
      a ri ops!

      questi il libro non lo hanno letto ma e cm tutti i pirla credono che basta uscire dall'euro.
      Ma anche loro, impantanati dalla assoluta mediocrità, credono nei feticci (il capitale) e quindi dato che non hanno a mente come funziona ritengono che chi ne combatte un altro (a torto perché non è così) sia allora da demonizzare (loro sono in ragione perché combattono il capitale).
      il feticcio dell'euro quindi non avendo il nome di capitale non può essere il problema.

      la pirlaggine che hanno non gli fa comprendere che una parte della società utilizza dei mezzi (leggi) che conducono a certi comportamenti.
      è la famosa questione "materialistica" per me, ovvero un sistema che traccia dei percorsi che inducono i soggetti a percorrerli.
      Cesare Pozzi parlava sapientemente di "traiettorie culturali".
      noi qui li abbiamo definite diversamente.
      Per esempio il prof citando Keynes spiegava come questo (e quel) sistema inducono i soggetti a speculare e non ad investire.
      non speculi? muori!
      speculi? puoi sopravvivere se non hai il cerino in mano quando la bomba esploderà.
      i soggetti quindi speculano.
      Anche qua: individui il problema nella separazione (che non c'è) delle funzioni delle banche e nella liberalizzazione del movimento dei capitali.
      ma se non ci arrivano non è colpa loro.
      non è colpa di chi nn si accontenta degli stupidi slogan del tipo "abbasso la speculazione" (che non dicono niente) oppure "tassiamo le rendite"..
      l'elenco è lungo e Cesare Pozzi ci spiega per esempio cosa è successo in Italia adottando una moneta più forte e cosa ha comportato un crollo dei tassi di interessi (via crescita abnorme dell'offerta monetaria.. che poi, c'è stata inflazione! ahha) a livello produttivo (comportando la scelta di lavorare più sull'edilizia e sui centri commerciali ovvero sugli affitti..).

      La fortuna del blog è che gli strumenti forniti servono a comprendere meglio le vicissitudini dandogli un perché.
      non è cosa da poco.
      un mondo diviso tra buoni e cattivi non serve a nulla per miglioraro

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  8. Guardi Prof,io non perderei un minuto a spiegare certe cose ai clienti e ai gestori del famoso bar intergalattico.....perché sono arciconvinto,e non mi chieda il perché,che tutto ha origine dalla storia del taxi.....manco avevano più la forza di stare in piedi....a forza d'appoggiarsi allo 0,00....quanto all'articolo di Sollevazione,non c'è da stupirsi,è il metodo vissarionovic...e a dire il vero,non mi pare d'aver visto ste grandi battaglie antieuro dei nostri eroi,sarò stato distratto...sa,in certi tempi ce n'era una ogni dieci minuti,pure sul diritto a pungere delle zanzare...a meno che non fossero nel famoso bar o nei pressi....cioè,lodevoli comunque,ma politicamente zero...essere e dover essere ,that's the problem....

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  9. Mi permetto di presentare il mio dubbio anche qui, visto che l'ho presentato anche tra i commenti dell'articolo de cujus (insieme all'intro di "everybody need somebody", che ogni volta che leggo Illinois, mi torna troppo in mente, recitato da un irripetibile Aykroyd), ammesso che passi il filtro.....
    E' possibile parlare di comportamento irrazionale di una molteplicità di individui, verosimilmente eterogenea, rispetto alle scelte di investimento aggregate? A me sembra una cagata bestiale, un non-sense degno di corrado guzzanti. Illuminatemi voi che siete freschi di studi....
    P.S. Prof, la sua prosa è insuperabile anche quando scrive di getto, come sopra, ma quella del Rinaldi è troppo "sparosa". E' nato col dono della sintesi.

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  10. Che dire, continuo a stpirmi di quanto le persone siano disposte a stracciare quel poco di dignità che (anche un vermiciattolo, son certa) possieda. Tutto per un quarto d'ora di notorietà. La bramosia è nemica dell'intelletto, chi non lo sa è ignorante e/o in malafede.

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    1. Io chiedo scusa a tutti voi per avervi afflitto con la squallida cronaca di questo delirio di onnimpotenza, però da un lato era veramente molto importante che si sapesse che anche a sinistra ci sono persone oneste intellettualmente, e dall'altra, sinceramente, che dopo tutto questo, e anche questo, io debba pure essere additato come quello che mina la sacra unità della "sinistra", mi sembra veramente troppo.

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    2. Mi spiace Alberto, questa volta dissento. Non deve nessuna scusa per aver raccontato una serie di fatti. L'usanza di questo blog è sempre stata quella di informare di modo che, ciascuno di noi, potesse farsi la sua opinione. Le scuse sarebbero dovute a lei, invece. In ogni caso la tattica della denigrazione, quando non si hanno argomenti seri per controbattere, è la maggiormente usata. Elaboreremo anche questo lutto, come abbiamo fatto con tanti altri. Inoltre, per una volta che a sfogarsi è lei, beh, questa è casa sua. Buona notte Prof. :-)

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    3. Prof. le persone ospiti della sua aula come minimo soffrono di insofferenza alle categorie/appartenenze. Ovviamente i tassonomisti della macchinetta ci apostrofano come "bagnaisti"! Mentre quelli dell'Illinois vivono nei loro sogni di un mondo senza mercato, che ispira una certa cupa tristezza.

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  11. Gli intellettuali che hanno contribuito a far maturare una coscienza di classe erano BORGHESI. Borghesi illuminati che io vado cercando vanamente da molti anni.
    Non era forse un borghese Carletto Marx?

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  12. L'ho letto tutto...meglio che le riviste del barbiere!!!!!!!!

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    1. D'altra parte, nel mare magno dell'informazione italiana l'unico organo di stampa che si è seriamente interessato del mio lavoro è Cronaca Vera! Capisci bene che quella del gossip era una strada segnata...

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  13. Questi non sono di sinistra, certamente, Orazio Fergnani e soprattutto Giorgio Vitali, ma sono due simpatici mattacchioni che hanno querelato Mario Draghi (ed altri) per PER INCOSTITUZIONALE, ILLEGALE ED ILLECITA ADESIONE AL "Trattato Costituzionale Europeo", acronimo “TCE”... ED ALTRO.
    La Stazione dei CC è quella relativa alla residenza di Fergnani, l' altro, Vitali risiede al ex Casilino23; questo per completezza.

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    1. Capisci che è una enorme sconfitta che a sporgere querela a difesa della Costituzione siano dei mattacchioni simili?

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    2. Potremmo noi fare qualcosa? Io ci starei! Prof. io sono di Latina, e perciò, per contatti che ho con i miei amici, trovo solo chiusure a sinistra, ne sono assolutamente consapevole; lì negl ann '68-'70 ci si menava. Uno dei due mattacchioni è di Pontinia, lei, credo, non può avere il polso di quella realtà di agricoltori medio-piccoli, ma sono tutti di destra estrema, gente con l' immagine di Mussolini attaccata in sala da pranzo, d' altronde la loro storia iniziò con Buonanima. Le evidenze di ciò che accade in quella economia locale, e dei motivi per cui la crisi lì è spaventosa, si respira, si vede, girando nelle innumerevoli serrande abbassate, nei capannoni chiusi, non li toccano, per loro è importante il sogno europeo.

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  14. "un'unico sentimento". Quandoque bonus dormitat Homerus.

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  16. Salve, a tutti,
    mi permetto di intervenire , non credo di aggiungere nulla di nuovo, ma mi scontro con il 'dogmatismo europeista' dovuto all'appartenza politica 'de sinistra', e a volte anche 'de destra' ogni giorno. Con amici, parenti, padri, madri, zie, colleghi, etc

    Penso spesso che ormai la gente pensa con la pancia come si disse qui in un commento.
    Fregandosene di informarsi seriamente e seguendo in modo pedissequo il pensiero dell'elite
    di appartenenza.
    Ho riletto da poco 1984 di George Orwell e mi è parsa una descrizione perfetta della società attuale.
    A chi mai viene in mente di mettere in dubbio la vivace e splendida realtà propinataci dai teleschermi del partito?
    Avete idea di quanta fatica possa costare cercare in internet o ancor peggio sulla carta stampata
    notizie reali, dati concreti, opinioni circostanziate, riferimenti storici ad esempi passati?
    Significa un lavoro in più. Un altro. Informarsi costa tempo ed energia. E poi per cosa? Per mettersi
    contro l'idea del mainstream? Per diventare un mezzo asociale, uno strano che la pensa diverso?

    Ieri al bar ho discusso con il barista, ex berluschino ora m5s, e ora felicissimo delle riforme Renzi al senato.
    Non lo avevo mai fatto prima. Chi cavolo me lo fa fare, pensavo, di mettermi a discutere in un bar
    per delle idee politiche che tutti poi considereranno strambe e assurde.
    Forse il Professore ha ragione.
    Forse è vero che non ha troppo senso spiegare con modi gentili a chi non vuol capire. Perchè se le persone fossero davvero aperte alla comprensione, all'informazione, ad avere un'idea personale e libera forse, tutte le persone che conosco, che erano così convinte di una certa idea di sinistra,
    forse loro non sarebbero ancora così felici delle ultime linee politiche di sinistra.
    Eppure, lo sono.
    Non solo gli operai alle feste dell'Unità! Anche gli intellettuali! Laureati, dirigenti, Professori, e insegnanti!
    Questo mi fa impazzire. Se la parte teoricamente più illuminata,
    l' "intelligenza" di questa società, se anche loro sono incapaci di vedere la realtà, come posso io
    anche solo dare anche un piccolo dettaglio in più? Mai io potrò influenzare una classe sociale (culturale? Sinistroide? ) che ha già deciso che deve essere fedele alla sua appartenenza.
    Ciecamente e acriticamente.
    Dunque no, non è questione di pancia, ma di cervello. E qui Orwell mi martella di nuovo.
    Nella scena dei lavoratori davanti al teleschermo durante i 5 minuti dell'odio.
    Non pensare è necessario e applicato perfettamente per aderire all'ideologia preconfezionata. Qualunque essa sia ovviamente.
    Forse, in fondo, la repubblica non era fatta per l'Italia. O forse, più probabilmente il martellamento
    mediatico pro-consumistico ha fatto ciò che nessun tiranno avrebbe mai nemmeno sognato.
    Raccontava Andreoli in uno dei sui libri su alcuni omicidi italiani, di un uomo ucciso fatto a pezzi
    e nascosto in un freezer da madre e figlia. L'omicidio è stato scoperto dopo un anno.
    Ma non vivevano in una casa isolata. Ma in un condominio a Torino. Concludeva Andreoli
    che oggi possiamo vedere la morte in tv (era il periodo della guerra nel golfo) ma non vediamo quella nell'appartamento accanto.
    Dunque questo forse è vero, che pensiamo di meno. Che la nostra coscienza (critica o di altro tipo) è addormentata.
    E questo alla fine è ciò che mi rimane in mente quando mi trovo a discutere di economia o euro
    o politica con gente di sinistra.

    Non ho la più pallida idea di quali siano "i fattori storici, culturali e politici (e quindi non solo caratteriali e comportamentali, che pure contano…) che impediscono di sfaldare il dogmatico europeismo"

    Ma leggere che c'è qualcuno, anche a sinistra, che se lo chiede fa tanto piacere.

    ps
    Grazie ancora per la divulgazione.

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    1. Guardi, lasci stare. Qualunque imprenditore che abbia meno di 100 operai dovrebbe sapere benissimo quale danno l'euro gli stia arrecando ormai da tempo.
      In caso contrario, non bisogna sprecare troppo il fiato, ripetendo le stesse cose alle stesse persone per tentare di convincerle.
      La morale cristiana è meravigliosa, non tutti però la meritano.
      Occorre sedersi sulla riva del fiume, essendosi in anticipo premunito dalle conseguenze dello scempio del tecnopopulismo, attendendo di veder passare il cadavere di quelli che acconsentono a farsi euroterminare.
      E' uno spettacolo triste ma vario: passano persone, intere aziende, redazioni giornalistiche di organi di partito, politici con motorini e l'accendo d'oltralpe che hanno consentito docili all'euromattanza.
      Vuol mettere la soddisfazione di vederli passare e fargli ciao ciao con la manina?

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  17. Splendido modo per cominciare la mia giornata, e gran bel post. Non è gossip, è storia: forse minore, ma sempre storia.
    Lega assieme pezzi lontani della mia vita e in qualche modo mi fa sentire meglio. Nella merda peggiore che io ricordi, beninteso, ma comunque meglio.

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  18. Contravvenendo alla fondamentale regola de er Cavjere Nero, mi permetto di suggerire questo sottotitolo al post!!!

    Se non altro per rimanere in tema con le numerose citazioni stellari…

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  19. Mi era sfuggito il pezzo di Malagutti. Con una importante conseguenza. Non riuscivo a capire come mai nella tanto sbandierata società dell'informazione gli organi di informazione tendano a fare la fine del Titanic. Grazie a Malagutti finalmente sono stato illuminato: nella società dell'informazione gli organi di informazione fanno la fine del Titanic PERCHE' NON SI OCCUPANO DI INFORMAZIONE.
    Infatti l'articolo in oggetto supercazzoleggia di Bagnai ed altri, nel tentativo di screditarli. Nemmeno l'ombra di una critica a QUELLO CHE SOSTENGONO Bagnai e gli altri. Con riflessi di bilancio per Gruppo Editoriale L'Espresso SpA che dovrebbero essere presi in seria considerazione..
    Comunque anche Sapir sul suo blog lamentava qualche mese fa un'operazione del genere. Screditare la persona per screditarne le argomentazioni. In quel caso la tesi usata era l'equivalenza tra il rifiuto dell'euro e il rifiuto del "diverso".
    Insomma, se ho davanti un tedesco (spagnolo, marocchino, cinese, samoano, canadese...) con in tasca la stessa moneta che io ho in tasca, allora lo accetto. Diversamente no.
    Tesi improponibile per chiunque sia dotato di un grano di sale. A maggior ragione per chi ha letto qualcosa di Carlo M. Cipolla.
    Quasi dimenticavo. Un recente sondaggio condotto dall’istituto statistico francese IFOP, commissionato dal settimanale “Marianne” , colloca Marine Le Pen davanti a tutti. Vuoi vedere che nel 2017 ....

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    1. Speriamo in MLP, ma il 2017 e' troppo tardi. Serve che in francia votino prima.

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  20. Interessante articolo di Guido Rossi sul SOLE sulla certezza del diritto contro la speculazione. Ovviamente nulla contro l' incertezza del diritto in UEM; ma bisogna capirlo Rossi, pure lui è di sinistra.

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  21. Non so,potrei dire una stupidaggine.Eppure alla base di un dato comportamento è riconoscibile un fattore psicologico irrisolto.I soggetti di questa sx da 0,0000x non riescono a risolvere questi conflitti che li riguardano e che sono il loro il collante,la fonte di identificazione fra loro.Cioè un doppio evitamento dove i soggetti si trovano in situazioni spiacevoli e irrisolte.Non hanno capito che la Storia non gli permetterà la ritirata.Non questa volta.
    Uno di questi è certamente il senso di appartenenza da cui non riescono (o non vogliono) slegarsi.L'altro elemento credo sia il narcisismo il quale non gli permette di ammettere di aver preso una cantonata seriale per buona parte della loro vita.Sostanzialmente il fallimento.
    Caro Prof.Ci vogliono doti caratteriali che non tutti hanno per superare tutto ciò.
    Spero che qualcuno di loro alla fine ce la faccia ma continuo a rimanere scettico.
    E' un vuoto politico pesante e continuano a spigolare in un vigneto già vendemmiato.
    Fa bene a bacchettarli sulle mani senza calli,molto bene e con mille ragioni.

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  22. Prima Scarlatti, poi Handel e adesso... Cutugnooooo?
    Prof, condivido il rifiuto della logica dell'appartenenza, ma qui si esagera...

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  23. "(la Gerstensuppe sobbolle, la nebbia sale dalla valle, e mi avvolge, mentre mi accingo a dedicarmi a un doveroso compito. Oggi è un piccolo giorno per questo blog, ma un grande giorno per la sinistra...)"

    Niente Mus oggi?

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  24. Sul senso di appartenenza di sono spesso interrogato. Lo trovo un facile espediente psicologico per spegnere l'interruttore del pensiero. Voto il partito XY e quindi sono buono. Ci trovo qualcosa di religioso, nel senso negativo del termine, e mi scuseranno i cattolici di questo forum, ma questa e' la mia opinione; trovo un parallelismo con la questione fedeli-infedeli. Vado a messa la domenica quindi sono buono. Io sono buono. Gli altri non so, forse no. Anzi visto che votano per WZ mi sa di no. A pensarci bene penso siano fascisti, si sono fascisti! Fascisti!
    Noi e loro Us and them "Black and Blue And who knows which is which and who is who", ma la gente capisce bene il concetto di Black and Blue: tu sei Black, loro sono Blue, chiaro no? Spegni quell'interruttore adesso, non hai bisogno di pensare.
    Siamo in guerra, oggi i generali non guardano alla cartine, come nella canzone dei Pink Floyd, ma siedono in comode poltrone e guardano grafici sui loro computer, mentre in prima linea di muore, magari non come in guerra, ma si muore; si muore di disperazione, di fame, di povertà; e del tutto inutilmente, come in tutte le guerre.
    "Forward he cried from the rear and the front rank died."
    "Rinunciate alla sovranità" dicono i generali di oggi. Bisogna andare avanti nell'integrazione europea, forward!

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  25. "Mammaaaaaaa, Bagnai ha partecipato ad un congresso dove c'era anche Magdi Allam!!!"

    "Tesoro, lavati subito le mani!!"

    Non posso credere che il dibattito "a sinistra" sia a questo livello. Nel dossier su Gramsci, un poliziotto fascista scrisse: "Questo cervello è pericoloso".
    Di questi tizi si potrebbe dire: quale cervello?

    PS

    Adesso che la sinistra italiana, insieme alla destra, sta riportando la lancetta della storia indietro di 150 anni (il Senato fu di nomina reale fino al fascismo) immagino che quelli di Sollevazione, fedeli alla linea del "ma dove era lei quando noi etc etc", faranno questo:

    http://it.wikipedia.org/wiki/Th%C3%ADch_Qu%E1%BA%A3ng_%C4%90%E1%BB%A9c

    Io ne dubito seriamente. Se lo facessero, chi rimarrebbe a dire "ma lei dov'era quando noi..."?

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  26. @UGO mi fa molto piacere che si sia ristabilito un dialogo tra te e Alberto. Come ho cercato di spiegarti al ristorante a Bologna la sera del convegno, il nodo politico è indubbiamente questo: "come costruire un ampio fronte, fatto anche della parte migliore di coloro che ancora si autodefiniscono di “sinistra” ". Sono convinto che anche, e soprattutto, da questa scelta (ossia dalla scelta di collaborare con tutte, e ripeto tutte, quelle forze che oggi si pongono a difesa delle Costituzioni Democratiche degli Stati Europei, così come le conosciamo dal secondo dopoguerra), passi la possibilita' di poter difendere tutti quegli interessi sistematicamente schiacciati da oltre 30 anni di politiche reazionarie. Ricordi cosa mi dissi? "All' inizio degli anni ottanta è stata persa una guerra!". Bene. Adesso ci giochiamo quel poco che ci è rimasto in termini di diritti politici, e le nostre vite dipendono da questo. Forse quando sara' tutto finito ed avremmo difeso e, (ahimè) ripristinato, (come descritto nelle ultime 100 pagine del "Tramonto dell' Euro") gli strumenti indispensabili all' esercizio della sovranità popolare sia la destra che la sinistra italiana dovranno essere rifondate ed il minimo comune denominatore che legittimerà il sistema politico che verrà a costituirsi sarà la scelta che oggi tutti noi siamo chiamati a compiere.
    Con simpatia

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  27. E’ un problema di time mismatch: le idee degli economisti possono influenzare le idee, ma generalmente questo succede quando sono defunti. Meanwhile? Ci manca un Cromwell politico. (Ps: non auspico la dipartita di Alberto, eh)

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  28. "Non riusciremo a salvare il paese solo appellandoci a una classe lavoratrice la cui coscienza di classe è stata distrutta dalla porca logica dell'appartenenza, che l'ha condotta ad accettare i provvedimenti che ne hanno sbriciolato il potere contrattuale perché venivano "da sinistra". Non riusciremo a ritrovare la libertà di dialogare, di combatterci, fra destra e sinistra, appellandoci a dei proletari che visibilmente desiderano solo diventare dei borghesi, o anche semplicemente sopravvivere (coma dar loro torto?), cioè che sono stati sottoproletarizzati da élite estremamente abili nel fare del divide et impera uno stile vincente!"

    Vallo a far capire agli scissionisti dell'atomo,ormai siamo al quark,....a quattro gatti del bar galattico che armati di fionda e un paio di fiabe sulla purezza etnica,soli-duri-puri ,vorrebbero combattere Dark Fenner!

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  29. Ci voleva questo esempio di come la filologia faccia bene alla salute (politica). Verba volant, ma la cronologia resta. E taglia la testa al famigerato toro. Soprattutto due date: il 22 maggio: annuncio su Twitter (equivoco che ha messo, per così dire, il pepe al culo a quelli der partito che Bagnai s'accinge a fare) e il 23 maggio: articolo sulla dis-appartenenza (id est la fatwa, o il kherem). All'epoca ci rimasi molto male (per l'equivoco, id est malafede), mi piaceva ancora il detto "l'unione fa la forza", poi uno se ne fa una ragione.

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  30. Sempre più senza parole. Dar contro a lei sta diventando l'apice di intere vite!

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  31. Si domanda Alberto: "Quali sono i fattori storici, culturali e politici (e quindi non solo caratteriali e comportamentali, che pure contano…) che impediscono di sfaldare il dogmatico europeismo di tanti sedicenti“radicali”?"

    Provo a dare una risposta generalissima.

    Perchè la destra ha una concezione realistica della natura umana, la sinistra no.
    Fino a Marx escluso, la sinistra crede con Rousseau che la natura umana esista, e che sia integralmente buona: responsabili del male sono le strutture sociali ingiuste. Cambi quelle, e i torti si raddrizzano. Di conseguenza, chi si oppone al cambiamento perpetua il male: ragionevole accorciarlo di una testa.
    Da Marx in poi, per la sinistra la natura umana non esiste: è integralmente frutto della storia e dei rapporti sociali. Finchè la prospettiva comunista resta credibile (finchè resta in piedi l'URSS) si rinvia l'avvento del mondo nuovo e pacificato al futuro comunista. Quando la prospettiva comunista smette di essere credibile (quando implode l'URSS) nell'emulsione valoriale della sinistra accadono, come per logica interna e inerziale, tre cose:
    1) se il comunismo ha perso e il capitalismo ha vinto, ciò dimostra che il comunismo ha torto e il capitalismo ha ragione, perchè il capitalismo, essendo vincitore, dimostra di rappresentare il progresso storico (conseguenza dello storicismo integrale: storia come tribunale assiologico di ultima istanza). "Il liberismo è di sinistra".
    2) la funzione svolta dalle avanguardie rivoluzionarie - guide e pedagoghi del proletariato in vista della rivoluzione socialista prima, comunista poi - può esser conservata nella forma, ma solo rovesciandola nel contenuto. Vale a dire: le ex avanguardie rivoluzionarie del comunismo diventano avanguardie rivoluzionarie del capitalismo, e si assumono la responsabilità di guidare ed educare gli ex proletari, ora cittadini e consumatori cosmopoliti, verso il mondo nuovo dei "diritti umani" e del "progresso".
    3) La nuova pedagogia rivoluzionaria capitalista segue gli stessi criteri della vecchia pedagogia rivoluzionaria comunista: 1) manipolazione burocratica delle coscienze + ingegneria sociale (niente di male nella manipolazione: la natura umana non esiste, l'uomo è integralmente plasmabile, tra persuasione e manipolazione non c'è differenza assiologica) 2) sogno messianico (prima comunismo, oggi Unione Europea, governo mondiale, etc.). Che vi si creda autenticamente o meno, conta poco; l'importante è "credere di credere" (Kolalowski). Non c'è bisogno di sottolineare l'importanza mobilitante di una prospettiva messianica, per compattare il proprio fronte.
    Difficile, per gli ex comunisti, resistere alle sirene dell'ordoliberismo e del capitalismo globalista: a) conservano il posto di lavoro b) continuano a schierarsi dalla parte del progresso, che è la parte vincente e insieme la parte del bene. Meglio di così...

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  32. "se il comunismo ha perso e il capitalismo ha vinto" appunto confronto fra concetti assoluti? Era gia' insita la debolezza della posizione, pura posizione appunto, che se perduta sembra irrecuperabile, il giocattolo rotto da buttare.

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  33. Questo breve passaggio "anche se immagino che ci potranno, anzi dovranno, essere evoluzioni, rispetto a un sistema di organizzazione dei rapporti sociali e di produzione che come minimo rischia di sgretolare il pianeta" buttato lì en passant è tutt'altro che insignificante, anzi!

    Ad oggi non trovo riflessioni sufficientemente razionali sopra dei modelli alternativi ma non posso fare altro che ritenere ugualmente irrazionale il modello di crescita proposto (e comunemente) da euristi e anti-euristi.

    buon lavoro,
    M

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  34. Bagnai, l'ultimo bastione a difesa del tardo capitalismo. Attacchi lo strumento di disciplina delle classi sociali e difendi il modello capitalistico che lo brandisce.Ti definisci di sinistra,ma in fondo rimani un romantico liberale.

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    1. Compagno, sei un mito! Certo che leggendo con la benda e andando avanti a botte di diffamazione il sole dell'avvenire rischiate di non vederlo! Io ho detto che so che il capitalismo non è la fine della storia, ma non so quale sia, ad esempio, la tua proposta. Perché non ce la dici (rimanendo, come credo tu sia capace di fare, al di fuori del penale)? Guarda che non è una provocazione: è una sincera curiosità. Perché finora in giro ho trovato solo roba di questo tipo, dove ti esorto a leggere il paragrafo "La soluzione è a portata di mano!" (ho cercato poco ed è colpa mia, ma avevo anche altro da fare, come sai).

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  35. Professore, mi permetta, ma risolvere un problema di matematica è di destra o di sinistra?
    Risolvere un enorme problema costituito dalla distruzione progressiva della capacità produttiva di un paese e la riduzione ad uno stato di povertà di un'intera generazione , è di destra o di sinistra?
    Lei la risposta la sa e anche noi avendola appresa dalle numerose lezioni che proprio Lei ha tenuto nel suo blog.
    Chi non ha capito non merita ulteriore perdita di tempo.
    Giovanna D'Arco : "Guidero' gli uomini oltre quel muro, e non mi volerò a guardare che mi segue o no."
    Andiamo avanti, con determinazione verso il nostro obbiettivo.
    Grazie.
    Con affetto
    Sua M.

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    1. Ma... Sento una voce! È il timer che mi dice che devo andare a stendere i panni...

      See you later!

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  36. Con un po' di ritardo e parzialmente OT: ricordo la visione dell'evento di Chianciano su internet con simpatia; come quello della "mia conversione". Fu veramente sconvolgente tant'è che il primo intervento (un bel po' dopo) su Goofynomics fu "Galeotto fu il suo intervento di Chianciano". Fino ad allora non ero mai intervenuto nel blog ma le assicuro che ero già un lettore fisso (o fissato, faccia lei) pur non essendo registrato.

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    1. Carissimo, sono contento di averti raggiunto in questo modo e spero che tu capisca il senso del mio intervento. Quella fu una piacevole esperienza, ma da qui a dire che ad essa devo quello che ho costruito mi pare ce ne corra (e comunque c'è modo e modo di esprimersi). Resta con noi.

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    2. Sempre più in ritardo: anche se a volte mi prendo qualche pausa perché incasinato le assicuro che sono (im)perfettamente a conoscenza dell'immenso lavoro che ha svolto. Con fatica ma cerco sempre di aggiornarmi sia con il blog che con twitter. Per esempio, oggi, mi son letto tutti i post seguenti e attendo con ansia l'uscita del nuovo libro... CI SONO!!!! ;-))))
      Sono consapevole che molti degli eventi successivi hanno avuto uno spessore scientifico superiore (ne ho persi molto pochi) ma si metta nei panni di chi come me fino ad allora aveva sentito solo la solita fuffa "fritta". La prima riflessione (di alto contenuto scientifico) fu: 'azzo, qui ci stanno a percula'!!!
      Non credo di poter insegnarle nulla ma tante volte si produce un effetto maggiore parlando anche al cuore oltre che alla mente... Non me ne voglia ma in quel frangente riuscì a far passare contenuti e dati statistici attraverso il cuore.
      A dir la verità quel video, dal punto di vista divulgativo, si presenta anche piuttosto male con quella musichetta esotica e nostalgica ma oggi ha un sapore del tutto particolare: un monito a qualcuno di SSinistra che pensa di essere moderno e progressista. Miri sempre al cuore, con la scienza ma miri al cuore.... l'effetto è assicurato

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  37. Se fossero filologicamente corretti il campeggio lo dovrebbero fare qui , se fossero furbi lo farebbero a Canossa. Invece sono fuuuurbi, quindi DAR!

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  38. non per andare OT ma vorrei ribadire che mentre i porcari e altri discutono....teorizzano....criticano....qualche volta ironizzano,...altri offendono....ci sono dei Frati Barbanera, mi perdonera' il nostro prof, che ci azzeccano e non teorizzano proprio! Il nostro cavaliere sempre ombroso ci aveva detto che la peste avrebbe colto anche i lanzichenecchi, corretto? Ebbene, proprio oggi leggevo dell'indice ZEW nel link sotto, e leggevo anche che il kamerad Weidmann si sbilanciava a caldeggiare un aumento, beati loro, delle retribuzioni kartoffelniane, di ben il 3%. Dopo tale affermazione avra' fatto harakiri davanti al bunker di Berlino come il suo ex capo...ah no, quello si e' sparato.

    http://www.investireoggi.it/economia/la-germania-entra-in-stagnazione-qui-vien-giu-leconomia-delleurozona

    E ha la pazienza di discutere con gente cosi'...che ancora filosofeggia o teorizza mentre i vari Schettini tengono corsi su come affrontare il pericolo e gestire i rischi e ....ovviamente....con opportune purghe....stimolare ...la crescita.

    Ahiahai signora Longari.....

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  39. Purtroppo Moreno Pasquinelli, che ho avuto il piacere di conoscere e di conversarci, è vittima è vittima di quel cancro che tu hai giustamente definito senso di appartenenza.Lui sarebbe anche disposto ad alleanze temporanee con movimenti "de destra" e questo lo ha detto in mia presenza a gennaio 2014 al forum di Chianciano, ma sono gli altri componenti del suo movimento MPL che si oppongono e non lo permettono. Forse dovrebbe avere il coraggio di abbandonare MPL.

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    1. Faccia quello che vuole. In ogni caso:

      A) questo post dimostra che è riuscito a isolarsi a sinistra, e:

      B) la misura è colma, quindi per me lui e chi gli sta intorno sono persona non grata.

      Non credo ci sia molto da eccepire.

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