martedì 14 maggio 2013

Apppppproposito...

Alle 20:30 incontro con Gustavo Piga alla Libreria Assaggi, via degli Etruschi 4, Roma.

A proposito, mi sono sempre dimenticato di chiedervi cosa ne pensate di questo. A me, non so perché, ricorda tanto questo. Voi quali analogie vedete? E... "chennepenzate"?


(e mica devo sempre essere io a dire "chennepenzo"? Dopo aver sterminato l'infausta genia dei "professorechennepenza" bandendola da Twitter, permettetemi di spargere un po' di sale al grido di "lettorechennepenzi"...)



























































Ah, scusate, vi dico anche cosa ne penso io:

Souvent, pour s'amuser, les hommes d'équipage
prennent des albatros, vastes oiseaux des mers,
qui suivent, indolents compagnon de voyage,
le navire glissant sur les gouffres amers.

A peine les ont-ils déposés sur les planches,
que ces rois de l'azur, maladroits et honteux,
laissent piteusement leurs grandes ailes blanches
comme des avirons traîner à côté d’eux.

Ce voyageur ailé, comme il est gauche et veule!
Lui, naguère si beau, qu'il est comique et laid!

Eh, già... come saranno ridicoli e turpi gli albatros che oggi volano alto, sognando l'Europa, o l'unione dell'algonchino e del samoiedo, quando i mercati, al grido di "il Re è nudo", li avranno riportati sul ponte della realtà...

101 commenti:

  1. Ve l'avevo detto? Mi pare di sì. Comunque, per gli annunci c'è Twitter...

    RispondiElimina
  2. Non ho capito un c.....o a prof te voio tanto ebbene ma che palle quando scrivi in francese o in inglese e mica semo tutti poliglotti ciao te voio bene

    RispondiElimina
  3. Non so se la domanda è retorica, spammo lo stesso.
    Quello che noto nei due articoli, sottolineo apprezzabili, è che vi attribuiscono tesi non sostenute, anzi entrambi ripetono analisi già lette qui.
    Piga attribuisce a Lei, o più in generale ai Goofysti, teorie (mi pare mai viste su questo blog) degli svantaggi portati dall'euro a livello di tassi di interesse. Quando l'argomento è stato affrontato lo si è fatto proprio per ridicolizzare quelli che... il risparmio del dividendo.
    Esattamente come Piga ribadisce.
    Brancaccio invece (che non fa riferimento diretto) sostiene che la soluzione possa essere una specie di corralito alla Frenkel. Personalmente la prima volta che ne ho sentito parlare e più spesso è proprio qui su Goofynomics.
    Sulle finalità e sui rischi politici e sociali preferisco non commentare, anche su questi punti mi pare siate allineati.
    Mi fate venire l'ansia!

    RispondiElimina
  4. Non ho capito un c.....o a prof te voio tanto ebbene ma che palle quando scrivi in francese o in inglese e mica semo tutti poliglotti ciao te voio bene

    RispondiElimina
  5. Be'... sono stato uno di quelli che hanno criticato Brancaccio, ma per un post che ricordo diverso, tutto chiuso nel suo mondo autorefenziale della parrocchietta degli egonomisti de' sinistra [invece no, era proprio quello, letto dopo l'intervento del cavaliere nero], e sbeffeggiato il Daveri dell'Italia VEcchia Ricca e DEnsamente popolata (Daveri recentemente semi-riabilitato).

    Entrambi si sono lamentati (non di me, ci mancherebbe), Brancaccio in modo più spiritoso.

    Su Piga non ho niente da dire dopo aver letto un suo post che ricordo così: "Bravo Monti, fai le riforme Monti, fai la spending review Monti, ma stai attento Monti: scegli i migliori Monti, hai capito Monti? I migliori... I migliOri... I miglIOri... IO! ME! Eccomi qui Monti! Non mi hai ancora chiamato Monti! Cosa aspetti a chiamarmi Monti?"

    Per non parlare del fatto che ignora o finge di ignorare cosa sia il tasso di cambio reale e quali effetti ha sulla competitività.

    RispondiElimina
  6. loro sono allineati , cercano di trovare i pregi della gabbia €, ormai è talmente chiaro e alla luce del sole(sole che sorgi libero e giocondo o il sole dell'avvenire?).
    Talmente stolta la sinistra che ieri sera LUTWACK (lo scrivo come lo pronuncio) diceva quello che già nel 1996 scriveva sul corriere della sera.
    più che il re è nudo il PUDE è nudo

    RispondiElimina
  7. So che devi essere stringente sugli OT ma volevo segnalare che alle 8e50 a Barletta durante il tour Grillo dice che abbiamo ceduto sovranità all'Europa in primis quella monetaria, e che invece economie come il Giappone, che hanno il controllo e la possibilità di stampare moneta, stanno meglio.
    Ma cazzo allora diciamolo chiaro e tondo che è meglio se usciamo da questa dannata unione monetaria.
    Quindi è Casaleggio il piddino?

    RispondiElimina
    Risposte
    1. L'opera omnia di Kamerad Grille (& C.) è come la bibbia, ci si trova tutto ed il contrario di tutto, a seconda della bisogna: l'adesione al non-pensiero deve essere comunque fideistica, e ogni esegesi è tempo perso.

      Elimina
  8. Non ritengo plausibile pensare che il Prof. Piga sia cosí superficiale da volersi inserire sulla questione del "dividendo" dell'euro, o meglio, la questione del dividendo secondo, a suo avviso, due opposte fazioni, attribuendo quindi un certo pensiero (inesatto) alla Goofynomics, senza avere nozione di quale sia la posizione effettiva.
    Partendo da questa ipotesi, le ragioni che possono aver portato il Prof. Piga a scrivere quell'articolo attribuendo una falsa interpretazione possono essere di vario genere, anche se al momento non riesco a pensarne nessuna nobile o positiva.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Apprezzo l'estrema eleganza della tua risposta, ma ti esorto ad essere sempre socraticamente aperto al dubbio.

      Ad esempio, quando ieri sera Piga mi ha accusato di aver detto "ce lo chiede l'Europa" senza capire il senzo sarcastico e antifrastico della mia frase, e ribattendo con uno stucchevole, ovvio e buonista "l'Europa siamo noi" (facendomi molto incazzare, non so se si è visto, mi stava partendo lo Charlus ma mi sono contenuto), provava a fare il furbetto, o semplicemente non aveva capito che aveva davanti? C'era o ce faceva?

      Ecco, io, con tutto l'affetto, conoscendolo e comunque stimandolo (meglio lui di altri, lui almeno i nomi li fa), non credo che riuscirò mai a rispondere a questa domanda, un pochino anche perché la risposta non mi interessa.

      Eh, già, paradossi: "chennepenzo" interessa tanto a voi, ma molto poco a me!

      Elimina
  9. Prima cosa penzo che 'sta cosa di ribadire in continuazione "di destra", "di sinistra" è ... che mi ricorda tanto quando gli uomini "de sinistra" erano costretti ad andare in giro con riporti che gli partivano da sotto le orecchie perché tagliarsi i capelli era "di destra".

    Poi penso che la frase:

    le navire glissant sur les gouffres amers

    è forse la più bella che abbia mai sentito e che al momento mi sento proprio così: un vascello che scivola su profondità amare...


    Quando li prendiamo ad arpionate questi albatros?

    RispondiElimina
  10. Profe, sebbene lei è assolutamente contrario e la farò incazzare, lei è diventato in questi mesi un vero leader politico.
    Se ne dovrà fare una ragione...


    RispondiElimina
    Risposte
    1. Non sono "contrario". È un fatto che non si può rinnegare che divulgare alcune semplici verità tecniche in un paese annegato nella menzogna da 30 anni di diniego del dibattito costituisce un rilevante atto politico. Lo so che sto facendo "politica" (senza entrare nel tormentone anni '70 "perchè, cioè compagni tutto è politica").

      Non sono un "leader" perché sto guidando solo me stesso, e comunque chi se ne dovrà fare una ragione, eventualmente, non sono io...

      Elimina
    2. Prof. Bagnai,
      lei non è un leader, ma sta agli economisti che ci sono in giro come il Metro Campione custodito a Parigi sta ai vari strumenti di misura della lunghezza che sono in commercio: per capire se misurano giusto o no, bisogna confrontarli con la misura del Metro Campione.

      Elimina
  11. Ma, Profe, povero albatros, non lo dileggi troppo. Già ci pensano le ciurme a catturare e torturare per divertirsi questo re dell'azzurro, gigante nelle ali e goffo sulla terra. Non è piddino, l'albatros.

    RispondiElimina
  12. Ammetto che non colgo nessuna analogia. Se non uno sguardo quasi del tutto indifferente verso la grave situazione italiana.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Giusto, ma accanto a questo c'è un evidente desiderio di porsi su un piedistallo in posizione di terzietà al di sopra di due categorie di economisti descritte come ugualmente becere e sempliciotte (una delle quali, in entrambi i casi, è costituita dalla mia umile persona, che uno dei due - il più leale - nomina), e questo all'unico fine di accreditarsi come economista "serio" e "uomo di mondo" agli occhi di QUALSIASI possibile governo vada al potere (fosse andato al potere).

      Questo giochino è molto divertente ma non voglio giocarlo.

      Elimina
    2. Ma non vi eravate chiariti a Napoli? Perché tornarci sopra?

      Elimina
    3. Perché io se c'è un problema voglio affrontarlo. Chiarisco un concetto. Qualcuno dovrebbe dirmi chi sono, a sinistra, "i fautori di un’uscita dall’euro in condizioni di libera circolazione dei capitali e delle merci". A sinistra, quando quelle righe sono state scritte, non vi era, che io sappia, alcun fautore di una discussione critica sull'euro salvo il sottoscritto, che però, guarda caso, non è un liberista. Quindi o c'è qualcosa che ignoro, o queste parole sono un'allusione spiacevole perché inesatta. E, guarda caso, io di allusioni non motivate non ne avevo fatte (anche se mi era capitato in un post precedente di mettere in evidenza l'inconsistenza della paura di Brancaccio per i fire sales, o meglio, più esattamente, dell'idea che l'euro ci difendesse da essi - idea implicita nel suo ragionamento e non esplicitamente smentita, salvo errore: ma che l'euro sia oggi il principale strumento della svendita del nostro paese non credo di doverlo spiegare).

      Dopo di che, se uno si è chiarito smette, non ricomincia. Qui invece è tutto un florilegio di allusioni ai sempliciotti per i quali basta uscire. Finché queste cose vengono dette di fronte al cadavere di Ferrero, un intellettuale che non è stato in grado di leggere altro che il sottotitolo del mio libro, va anche bene così. Ma preferirei che ci fosse più precisione nel parlare del lavoro. Ripeto: io ho altro da fare, ma non sopporto letture slealmente riduttive del mio lavoro. I rispettivi fan club trarranno le debite conclusioni, prima di quelle della SStoria.

      Elimina
  13. Si beh l'Europa è brutta, ci affama e le notizie dei suicidi non le trasmettiamo nemmeno più (tranquilli organi PUDE, le commentano sul NYT e le ritwitta pure Barry Eichengreen).
    Però vuoi mettere quando in "quei salotti", noi europei ci mettono tutti seduti vicini?

    E poi ormai c'è il libero mercato quindi se usciamo, gli altri ci comprano (bene, ma giacché lo sappiamo, regolamose) e il libero mercato non si toccherà mai perché i tedeschibrutti sono pronti all'Eurexit ma non al neo-protezionismo.

    C'è puzza di tifo per Eurointegrazione nonostante la palese consapevolezza che a noi andrà [rullo di tamburi] male.
    Vomito per il pensiero, ma non mi stupisco di sentirlo. Non so voi.

    RispondiElimina
  14. C'è anche questa perla di Boldrin...
    "Gira per l'Italia e l'Europa un mito (piu' propriamente: una cretinata) secondo la quale la crescita economica di un paese dipende fondamentalmente dalle sue esportazioni (nette delle importazioni, evidentemente). L'idea di fondo e' che se vendi quello che produci fuori del paese ti "arricchisci", quindi per "arricchirsi" occorre che crescano le esportazioni. Su questa cretinata (vedi sotto il perche') si basano le "teorie salvifiche" che chiedono svalutazioni "competitive", uscite dall'euro, inflazioni altrui (preferibilmente tedesche) eccetera. La base analitica di tale fantasia e' l'identita' contabile (sottolineo "identita'") Y = C+I+G+X-M.E' una teoria ovviamente mercantilista, oltre che illogica come vedremo in un momento. Soprattutto, e' una teoria "fantastica" nel senso che ci vuole tanta fantasia, dati alla mano, per pensare che un paese avanzato possa crescere se e solo se crescono le sue esportazioni. La ragione e' banale e la illustrero' usando prima i dati italiani e poi il "miracoloso" caso tedesco.

    Le esportazioni italiane sono, da molto tempo, circa il 12% del PIL mentre le importazioni sono, da molto tempo, circa altrettanto. Questo vuol dire che la nostra trade balance e', da molto tempo, vicina a zero. A volte leggermente positiva (come all'inizio di questo millennio) a volte leggermente negativa (come negli ultimi anni). Ma, facciamo pure FINTA che, con qualche miracolosa politica industriale, si riesca a farla diventare positiva per un valore pari al 5% (ossia, 1/20esimo) del PIL. Sarebbe un miracolo ma fa lo stesso, tanto la teoria che voglio discutere si fonda su miracoli, ossia assurdita'. Tanto per dare un'idea, il surplus commerciale tedesco e' ora pari a circa il 6% del PIL e tutti lo considerano "mostruoso", "destabilizzante" e quant'altro. Invece del numero 6 ho scelto il 5 prima del % per la semplice ragione che 100/5=20 mentre 100/6=16,66666666666666[periodico] ed i calcoli a spanne son meno rapidi.
    Ora, persino in questo caso miracoloso (e destabilizzante) se la crescita del PIL dovesse venire SOLO dalla crescita dell'export (X) - import (M), ossia della trade balance, sarebbe necessario che la trade balance crescesse del 20% all'anno perche' il PIL crescesse dell'1%. In altre parole, perche' il PIL cresca del 5% occorre RADDOPPIARE il proprio surplus commerciale ogni anno! Questo, sia chiaro, nel caso in cui il paese in questione sia un "mostro destabilizzante" come la Germania. Se sei un paese "normale" come l'Italia o la Francia ed hai, quindi, un surplus commerciale di circa il 2% del PIL sarebbe necessario che questo raddoppiasse ogni anno perche' il PIL crescesse di ... un misero 2%!!!Spero questi numeri rendano chiara l'assurdita' dell'intera proposizione e l'irrilevanza delle "teorie" dei vari Krugman, Stiglitz, Roubini e compagnia cantante secondo cui la soluzione dei problemi di Grecia, Italia, Portogallo e Spagna viene da una svalutazione competitiva che darebbe "fiato" alle esportazioni!

    RispondiElimina
    Risposte
    1. In un suo testo divulgativo, Galbraith parla dei mercantilisti e spiega che non erano affatto così pirla come la storiografia ha voluto farli passare. Ai tempi c'erano forti problemi di disoccupazione e/o sottoccupazione, a cui evidentemente la politica delle esportazioni voleva porre rimedio. Ma anche ammettendo che in Italia ci sia la piena, pienissima occupazione, politiche a favore dell'export possono essere ben motivate. Se ad esempio di parla di export in settori avanzati, che prevedono quindi margini molto più elevati.
      Comunque, per me Boldrin resta quello dell'uscita dallo Sme con 12% di svalutazione e il taglio di due terzi dei salari in caso di uscita dall'Euro. Direi che quest'ultimo è un record molto difficile da battere. Probabilmente impossibile.

      Elimina
    2. Boldrinomics...
      Aspetto ancora che qualche sua pur misera previsione si avveri.
      E' da anni che stigmatizza Roubini e Krugman, ma a dire il vero i fatti (dal 2007 a oggi) smentiscono sempre e comunque solo lui e i suoi pards..

      Elimina
    3. Non capisco per quale motivo il nostro cerca di metterci l'anima nel suo tentaivo di autoscreditarsi.

      Elimina
    4. Anche un profano capisce che manca almeno un dato fondamentale, ovvero il rapporto export/PIL della Germania. Poi ad es. in http://www.econ.uniurb.it/materiale/7998_Dispensa_Economia_aperta.pdf i numeri (pag 3, tab 1) sono diversissimi, il che induce il profano a sospettare che le metodologie di misura siano differenti - ovvero altri dati mancanti. Forse il 12% non include i servizi? Mah.
      Nel mondo della specializzazione estrema e' difficile orientarsi - e un Grazie maiuscolo al professore per i suoi sforzi. Poi pero' mi servirebbero anni di studio per passare dalla fede alla valutazione ponderata di quanto esposto (il libro l'ho letto, ma appunto lo scopo della divulgazione e' lo stimolo all'approfondimento). Il mio campo sono le telecomunicazioni, potrei raccontarvi di come una tecnologia sovranamente inadatta allo scopo - e costosissima - sia l'ossatura delle Rete e non solo. Altri esperti vi potranno convincere del contrario, senza alcuna malafede perche' le variabili sono innumerevoli e probabilmente non c'e' una risposta univoca. E' solo un esempio della complessita', senza nessuna pretesa di generalizzazione, anzi.

      Elimina
  15. Ma chi è 'sta economista Veronica de Romanis che a "Ballarò" sta luogocomuneggiando a tutto spiano, esaltando la Riforma Hartz in Germania e concludendo che la Merkel ha sviluppato una politica sociale da imitare perché ha saputo godere (a differenza di noi, beninteso) della stabilità dell'euro? Ah, ecco (grazie Wikipedia): è la moglie di Lorenzo Bini Smaghi, l'ex Bce e attuale presidente di Snam Rete Gas (e si capisce, poi, la svendita privatizzatrice cui prodest). Non c'è niente da fare, finché il mainstream schiera i suoi pezzi da 90 (si fa per dire) nelle trasmissioni di più alto ascolto, e senza nessuno che li sbugiardi, la battaglia sarà ancora dura.
    Vabbe', me ne torno a leggere l'Albatros di Baudelaire.

    RispondiElimina
  16. A proposito, guarda che fine ha fatto l'albatros (STColedridge, The rime of the ancient mariner):
    The self-same moment I could pray;
    And from my neck so free
    The Albatross fell off, and sank
    Like lead into the sea.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Non sto a dirti che a differenza del vecchio marinaio io non porto alcun rimorso per aver abbattuto l'albatros. Lo considero una sorta di igiene del dibattito. Troppi volatili abbiamo visto passare: paperi, gallini, oche, e albatri. Per carità, io sono per la biodiversità, per la filiera corta, e per il cv lungo. Ma il dibattito deve svolgersi fra uomini.

      Elimina
    2. L'albatros, nella marineria di un tempo, era noto per recare seco una sfiga tremenda, vivo o morto che fosse. Comunque, come diceva il vecchio Nietzsche, è giunta (e da mo') l'ora di togliersi i guanti. Talmudicamente: "Chi è pietoso con i crudeli, è crudele con i pietosi" (Eichmann docet)

      Elimina
  17. Io il Piga l'ho letto varie volte,se non sbaglio
    (è passato un pò di tempo)criticava l'euro,
    ma l'unica cosa di cui si dispiaceva,
    era che la moneta,che a lui piace tanto non abbia funzionato,
    anzichè l'abbandono preferiva il ravvedimento teutonico.

    Critiche e dispiacere;
    a me non piaceva
    l'ho lasciato perdere,
    preferisco la senape di Digione !! ;-)

    Per Brancaccio nù me piace,non l'ho mai seguito,non sò che dire.
    Ma dai discorsi pindarici un altro amante della krukkomoneta.

    Vabbè ai "poster" l'ardua sentenza.
    Io ne uno vecchio sui Beatles,magari ne comprerò uno con le 12 stelline come ricordo della 3° guerra (valutaria) mondiale.

    RispondiElimina
  18. Brancaccio lo stimo, ma sarò Goofynomico fino alla morte, Capitan Bagnai mio Capitano! E se di albatros vogliam parlare, Le rispondo per le "Rime..":

    One after one, by the star-dogged Moon,
    Too quick for groan or sigh,
    Each turned his face with a ghastly pang,
    And cursed me with his eye.

    Four times fifty living men,
    (And I heard nor sigh nor groan)
    With heavy thump, a lifeless lump,
    They dropped down one by one.

    eh già...caddero uno ad uno ... il famoso REDDE RATIONEM!

    RispondiElimina
  19. A primo impatto ho avuto la sensazione che sia Piga che Brancaccio è come se si fossero messe le ciabatte di lana per non disturbare quando scendono dal letto per andare al bagno. Hanno paura di dire le cose come stanno, ci girano attorno ma non le prendono mai di petto. Per carità al termine della lettura qualcosa viene fuori ma sempre in punta di piedi. “E’ giusto ma….,” “pensiamoci, però…”, "chi sono io per dire cert cose".
    Riguardo a Piga mi hanno colpito due affermazioni:
    1)“l’euro ha fatto bene il suo mestiere” dovrebbe avere il coraggio di dirlo ai greci e non solo ed inoltre, non so se gli farà piacere, ma è sulla scia del nostro salvatore Monti che fece questa uscita infelice proprio dalla Lilli nazionale o da Lerner, non ricordo bene, sempre parlando della Grecia;
    2) “L’euro è un meccanismo per forzarci a decidere se rimanere uniti al tavolo geopolitico o no per i prossimi 100 anni” nel frattempo che si aspetta la decisione ci siamo giocati generazioni di europei, ma forse sono io che non capisco la profondità del verdetto.
    Brancaccio invece sembra che voglia fare una critica a chi vuole uscire dall’euro evidenziando i possibili intoppi, ma poi trova sempre la soluzione, dal ripristino dei meccanismi di indicizzazione, alla limitazione delle acquisizioni estere, dal controllo amministrativo di alcuni prezzi base al limite alla libera circolazione delle merci, dimenticando che questi meccanismi di difesa degli interessi del lavoro subordinato sono possibili se esci dall’euro mentre non puoi fare nulla se persiti nella moneta unica, ma anzi ti rimane solo la deflazione salariale e la soppressione delle tutele dei lavoratori.
    Quello che mi da fastidio più di tutto è però questa contrapposizione fra chi vuole restare e chi vorrebbe andarsene, come se la verità fosse nel mezzo, quando è nell’evidenza dei fatti che non è così.
    Secondo me i due non vogliono turbare il sonno della sinistra e si permettono solo di dare qualche piccolo scossone se sentono russare troppo forte.

    RispondiElimina
  20. non c'entra un tubo, ma il post me lo fa venire in mente (forse perché ce l'ho nella capoccia sempre più spesso): ma costoro che vogliono gli Stati Uniti d'Europa, si può sapere in che lingua vogliono scrivere le leggi di questo novello mega-stato?
    e già, perché la questione lingua è una cosa seria, in italia ne sappiamo qualcosa. essa nasce dal basso, dalle radici, da un comune sentire e non si può calarla dall'alto.
    e quando traduci più vai nei tecnicismi e più saltano fuori le sfumature (determinanti!) e dunque la differenze. "omicidio colposo" in italiano vorrà dire lo stesso che in "tetesco"?
    su questo, per quanto chiedo, non si riesce ad avere risposta (a parte il solito "facilone" che ti dice: "in inglese", e questo solo perché l'inglese lui lo conosce (o crede), dimenticando che per esempio la gran brettaggna non ha nemmeno l'euro).
    progetto del burocrate: moneta unica, che strangola, lingue diverse, che dividono.
    potranno mai comunicare, così, fino in fondo, un lavoratore italiano e uno olandese? avere un comune sentire?
    mah...

    RispondiElimina
  21. Mi sembra che ambedue hanno capito perfettamente che tipo di grande fregatura sia l'euro, ma per coerenza personale non vogliono arrivare a dire che l'unico modo per rimediare ai guasti dell'euro bisogna semplicemente uscirne. Riconosco che stanno facendo uno sforzo sovrumano per non arrivare a dire "Accidenti aveva ragione Bagnai"
    Mi rendo conto che sto semplificando parecchio, ma è questa è la sensazione di pelle, dato che per approfondire maggiormente, ma data l'ora non ce la faccio. MI sto preparando ad una cena dove affronterò una manciata di piddini irriducibili, tra i quali uno sta rinsavendo dopo aver letto il suo libro. Forse è la breccia che farà crollare le certezze di tutti gli altri...
    Voglio però segnalare off topic, un nome da ricordare al momento giusto, una economista da Ballarò, la Sig.ra Veronica De Romanis, cantrice sperticata delle meravigliose virtù personali e politiche della cancelliera Merkhel, nonchè spietata fustigatrice di noi italiani, che non abbiamo approfittato del paradiso dell'euro, dei risparmi sugli interessi etc.... NOn si può invitarla a qualche prossima convegno sull'euro insieme a lei prof?
    Scusami Alberto se torno a darti del tu, capisco il tuo grande sforzo di difendere la professionalità di molti tuoi colleghi (ad esempio Daveri, che insieme abbiamo "apprezzato" a Parma) ma questa proprio mi sembra indifendibile. Ma guarda e passa senza cercare qualcosa di lei, tanto la pattumiera della storia è già pronta ad accoglierla a braccia aperte.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. @ Luca,
      giustamente la S.ra De Romanis (coniugata in Lorenzo Bini Smaghi) è indifendibile, ma intanto è lei che dal mainstream "dà la linea" di luogocomunismo al ppoppolo italiano, e - ahimé - la pattumiera della Storia è ancora ermeticamente chiusa. Quando aprirà (la pattumiera) le sue fauci?

      Elimina
  22. Sera prof
    Ecco CHENEPENZOIO :

    Piga mi sembra una persona veramente e profondamente innamorato del Fogno EUROpeo, diciamo che è un animo innocente e gentile del PUDE, ma comunque accecato dalla sua passione.

    Brancaccio invece mi da l'impressione di essere un fuuuuurbo, non cattivo ma calcolatore, nel senso che rimane in attesa di capire che fine fa l'EuroFollia per poi salire sul carro giusto.

    P.S. non so se ricordi, ma qualche mesetto fa ti avevo segnalato la furbizia di Brancaccio, che trascurando il fatto che le nostre aziende hanno già perso molto valore ( ricordi il 20% di 20 è il 4% di 100 ?) ammoniva che la svalutazione che seguirebbe l'eurexit, indebolirebbe molto le nostre società del 20 / 30 %. Spero di non aver creato confusione.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Cioè tu avevi segnalato a me qualche mese fa quello che io avevo scritto qui un anno e mezzo fa? Sei fuuuuuuurbo...

      Le obiezioni di Brancaccio, purtroppo, non sono solide. Sono ahimè opportunistiche e a me spiace, perché così non riusciremo mai a entrare nel merito dei problemi. "Uscendo svenderemo" (ma stiamo già svendendo adesso), "la svalutazione deprimerà i redditi reali" (ma adesso già ce li stanno tagliando e siamo in caduta libera), "interclassismo" (ma il piccolo imprenditore non è mio nemico), "troppa attenzione ai fondamentali" (ma non ha fatto un esempio di economia col CA in surplus che sia stata aggredita dalla speculazione), ecc.

      Allora: se giochiamo a chi vuole avere ragione, io ho già perso e vado per la mia strada da solo.

      Oppure ho vinto, ma comunque vado per la mia strada da solo.

      Elimina
    2. Mi correggo.
      Dopo aver letto il tuo post, in un commento,non ricordo a quale articolo, avevo solo segnalato che Brancaccio non teneva conto del valore già perso dalle nostre aziende e società, ma calcolava l'effetto svalutazione sul 100% del loro valore.
      Così è più chiaro ? ��

      Elimina
  23. Mah, Piga mi pare abbastanza cerchiobottista e onestamente non riesco a capire dove voglia andarea parare. La riduzione del problema euro alla sola spesa per interessi che secondo lui viene fatta su questo blog (tralasciando tutto il problema di CA) è come gli risponde il buon Correttore solo uno straw man funzionale al suo discorso. Discorso che alla fine non si capisce bene dove porta se non ad un ulteriore e vaga "rinegoziazione" (sic!) Dei vincoli europei che ci si guarda bene dall'approfondire negli effetti nefasti sulla ns economia reale. In quel "forzarci a sedere al tavolo geopolitico" io ci leggo tutta la violenza fascista della costruzione... negoziare da una posizione di debolezza ad hoc mi pare proprio una fine strategia...
    Almeno nei commenti è riuscito a far incazzare anche Boldrin e questo è un punto a suo favore :P
    Nel pezzo di Brancaccio forse è anche peggio: c'è una grossa attenzione ad apparire algidamente equidistante tra le opzioni "in & out", ma anche qui viene usata la condizione di paglia "senza se e senza ma" che nessun sano di mente ha mai prospettato, tantomeno su questo blog ( ma almeno Brancaccio in questo è più furbo e infatti non ci cita). Attenzione che stride con la sua provenienza di sinistra. L'impressione che ne ricavo io è che al di la della preoccupazione ( peraltro legittima) di apparire "diversi" nel dibattito sull'euro non ci sia granchè. Magari essendo articoli del 2012 forse qualche passo in una direzione o in un altra lo hanno fatto.

    RispondiElimina
  24. Tra l'altro, gli ultimi commenti di Boldrin a quell'articolo di Piga sono uno spasso...

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Credo sia meglio il momento in cui il buon Piga suggerisce a Boldrin di difendere l'Euro "volando più alto".

      Elimina
  25. Prof, non confondiamo il maestoso veleggiatore con gli avvoltoi che, col ghebbio carico dei nostri poveri resti, non riusciranno a riprendere il volo...

    RispondiElimina
  26. com'era prevedibile il vento cambia direzione e qualcuno si accinge a veleggiare verso il "velavevodettoio"...

    RispondiElimina
  27. A me ricordano i "ma anche" di veltroniana memoria, la fine che ha fatto l' originale la sappiamo.
    Io nel mio lavoro sarei già finito ( più di quanto non sia già intendo ) se dicessi ai proprietari che il motivo per cui il loro cavallo sta male è X MA ANCHE Y MA ANCHE Z e dopo la terapia potrebbe peggiorare, MA ANCHE guarire, MA ANCHE morire. Penso che sia una delle cose più difficili in Italia prendere una posizione convintamente e difenderla fino in fondo...in fin dei conti ci si lascia sempre una via d'uscita.

    RispondiElimina
  28. OT

    Il primo intervento di Luttwak alla trasmissione "In Onda" del 04/05/13, quella con Cofferati.

    RispondiElimina
  29. Non so se c'entra qualcosa ma vorrei approfittare delle poche reazioni alla sua poesia francese per chiederle che pensa lei di quello che ha detto ierisera a piazzapulita il prof. Fitoussi sul fatto che le regole, come quella del 3% imposta da Mastricht, è fatta per essere snobbata e sul fatto che la Francia conti molto sull'Italia per aiutarla a sbancare questa situazione dell'EURO che strozza alcuni e ingrassa altri !

    RispondiElimina
    Risposte
    1. La prima osservazine è ovvia, soprattutto da parte di un economista che appartiene al paese che questa regola ha violato per primo (insieme alla Germania). La seconda corrisponde con molti discorsi che ho sentito ieri. Dove e da chi sono fatti miei, magari un giorno saranno anche fatti vostri! ;)

      Elimina
  30. Francamente non riesco a comprendere il motivo per cui il Prof. Piga ci accomuna allo stuolo dei Gianninizzeri riguardo allo spreco del famoso "dividendo dell'Euro" visto che le discussioni in Goofy sono andate "in direzione ostinata e contraria".
    Entrando nel merito, noto nell'articolo (punto 2) delle scivolate sul moralistico parlando di possibili svalutazioni( svalutazioni? remember Goofy!) per lenire il nostro" orgoglio ferito" nonché di "beffe" perpetrate agli incauti economisti dalla simpatica e dispettosa moneta, quando (come i lettori del blog sanno bene) in realtà tutti i principali studiosi hanno sempre ribadito l'insostenibilità di tale UM nelle condizioni in cui si è generata; trovo un po' cinico l'assunto " l'Euro è un meccanismo per forzarci a decidere...e sta facendo bene il suo mestiere, mettendoci davanti alle nostre contraddizioni...senza mitragliatrici o bombe" poiché stiamo, in tutta evidenza, combattendo una guerra occulta e "pulita" che ha provocato, e provoca tuttora, vittime e riduce gli assetti produttivi di interi Paesi alla stregua di trofei di caccia.
    Anche l'articolo del Prof. Brancaccio - più in sintonia con chi scrive - non sembra essere pertinente con il pensiero espresso qui, visto che sulle misure da adottare in caso di uscita unilaterale in realtà le idee sono abbastanza convergenti.
    Mi sembra, magari sbaglio, che entrambi pecchino di reticenza nell'omicidio della UE non "denunciando" il killer (Euro) né il mandante(Germania), limitandosi a celebrare l'estrema unzione.
    Spero che " L'Albatro" di Baudelaire non sia stata pensata per i due colleghi, perché a Ballarò questa sera ne è apparso uno bello, maestoso (-una- albatro femmina in verità), coniugato ad un pennuto ben più famoso, che si é librato nell'aere cinguettando melodiosamente "Merkel, Merkel"; quando arriverà il momento del ponte, perché arriverà, io in coperta ci sarò, e non mi limiterò alla pipa.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Io invece il motivo lo capisco benissimo: è esattamente lo stesso per il quale il prof. Brancaccio sostiene (mai esplicitamente) che nel mio testo c'è scritto che "basta uscire è rimediamo tutto". Del resto, così come ieri l'uno continuava a dire che la colpa è dell'austerità, senza capire le relazioni fra questa e l'euro, l'altro ha scritto "l'austerità è di destra", senza capire che quello che è di destra è l'euro (ma se sei di sinistra non puoi dirlo perché la sinistra ancora rivendica l'euro).

      Bonjour tristesse.

      Sono un pochino seccato, di fronte a tanto farisaismo. Naturalmente le anime belle diranno "la colpa è di Bagnai che col suo narcisismo mira la sacra unità della sinistra " (o del keynesismo). Io penso che le cose stiano in un modo un po' diverso. E mi sembra che molti di voi colgano perfettamente l'unico possibile significato di certe posizioni: mettersi in una condizione di "asettica" e "superiore" terzietà, screziata di "sapienza" politica, per poter rapidamente cambiare di bordo al cambiare del vento.

      Occhio al boma, amici.

      Io sono tanto buono, ma oggi c'è vento...

      Come diceva giustamente @rockapasso, anche la mezza Realpolitik è comunque Realpolitik, e chi ci ha messo nella merda è la Realpolitik. L'unica speranza di chi continua con la Realpolotik oggi è sperare che gli elettori non se ne accorgano. Ma se ne accorgeranno.

      Elimina
    2. Per quel che mi riguarda, ieri ho guardato la diretta streaming e la frase che fa capire meglio il prof Piga è quella sull'uso del kalashnikov. Perché ovviamente lui che è per la pax europea se ne rattristerebbe molto, mentre il prof Bagnai ne sarebbe "tutto contento"! Ora pensare questo di lei e di noi che stiamo su questo blog proprio per evitare che si arrivi a tanto significa proprio essere albatros: volare alto con ali grandi ma non capire un cazzo di quel che succede sulla terra.
      Io ho capito benissimo che questa gente non vuole perdere i benefit che sono stati affibbiati in modo surretizio all'ideale €uropeo: bontà, libertà, progressismo, superiorità morale e intellettuale, perciò si barcamenano fra le correnti ma a terra non ci possono scendere, perché a terra sarebbero costretti a sporcarsi le mani come se le sporca lei, ad affrontare tutto quello che sta affrontando lei e a passare anche per brutti e cattivi con tante anime belle come sta capitando a lei.
      Godono anche di troppo credito, saranno gusti personali ma per me sono i peggiori.
      In questo senso anche il mio precedente intervento: un conto è essere di sinistra, un conto è atteggiarsi di sinistra. Un conto è essere earnest, un altro è sposarne uno che si chiama Ernest. Ecco, per me questi ne hanno sposato uno che si chiama Ernesto.

      Elimina
    3. @Bagnai: "Bagnai mina l' unità dei Keynesiani" io devo confessare la mia ignoranza in economia e soprattutto della sua storia; mi piacerebbe sapere se Keynes si è mai occupato di monete uniche o agganci valutari e come la pensava in proposito.
      A me sembra che l' unico modo per attuare politiche keynesiane sia non solo ristabilire la flessibilità del cambio ma anche avere una banca centrale che per norma di legge o per consuetudine consolidata concerti la sua politica monetaria con il ministero competente.
      Mi sembra che sia un palese ossimoro invocare politiche keynesiane mantenendo l'attuale regime monetario, primo perchè non c'è, né mai c'è stata, la volontà politica, secondo perchè scriveremmo il secondo e forse definitivo capitolo del mitico romanzo di centro e periferia.
      Sbaglio ? Dico cazzate ? Non so, a me delle volte le cose sembrano tanto semplici che mi sovviene una frase che dicesti tu qualche tempo fa "Una delle poche soddisfazioni degli economisti è dire qualcosa che sia originale a tutti i costi", l'impressione che ricavo io, da esterno a queste discussioni, è che siccome Bagnai è stato il primo ad esporsi pubblicamente sull' argomento con articoli prima e col libro poi, nessuno dei colleghi voglia semplicemente dire "si Bagnai ha ragione, la penso esattamente allo stesso modo", ma ognuno di loro debba fare dei distinguo, ci debba mettere a tutti i costi qualcosa di suo, per non perdere la propria fetta di pubblico o per il timore di non essere sufficientemente originale o per non voler ammettere di essere arrivato dopo.
      Magari sbaglio io ed effettivamente queste sono discussioni che arricchiscono il dibattito scientifico, critiche costruttive, etc. a me sembrano pugnette, come si dice...."la vita è quello che ti capita mentre tu sei impegnato a fare progetti per il futuro" (o a dibattere se Bagnai ha ragione...MA ANCHE no...MA ANCHE si...però solo al 98 %).

      Elimina
  31. Baudelaire?
    Dopo una citazione di tale portata, per tentare di superare simili altitudini, altro che albatros...ci vorrebbe forse un'oca! (decidete voi quale, se coi puntini in mezzo o meno)

    Proviamo volando bassi.

    Il fatto è che non riesco a non associare, ad entrambi gli articoli, l'immagine mentale dei suonatori di montagna (sì, quelli che andarono per suonare e furono...suonati) chini al cospetto dell'Angelona di Tedeschia, tronfia e sarcasticamente sorridente.

    Soprattutto qui:
    "L’unica prospettiva che essi sembrano davvero temere è che la crisi dell’euro metta in discussione anche il mercato unico europeo"
    (Brancaccio)
    e qui:
    "Sta a noi ora decidere se uscirne o rilanciare"
    (Piva)

    Decidere di rilanciare?

    Forse sto semplificando eccessivamente, lo ammetto ed era in premessa, ma credo tutto ciò faccia molto il paio con questo (e tanti altri simili):
    Ue/ Letta: Europa sia madre, non matrigna.O cade quanto costruito

    Sto prendendo un abbaglio?
    E voi chennnepenzate?

    RispondiElimina
  32. ...penso che è proprio un lavoro difficile quello del piazzista... saltimbanco costretto a restare in equilibrio tra opportunità, possibilità, realismo e realtà! Quanta gente de sinistra... e de destra... dovrà rispondere del perché non si è voluto, non si è potuto, anche se spesso, in tanti casi, si era capito... La storia è impietosa nei suoi giudizi, fortunatamente per tanta gente, i tribunali penali lo sono molto meno... noi però sappiamo! Goofy ergo sum!

    RispondiElimina
  33. Salve, sono una new entry. Vedo ribadito il principio del vincolo esterno che dovrebbe portarci sulla retta via! Farisei! Prof. Da oggi hai un altro estimatore!

    RispondiElimina
  34. Ho come l'impressione che il prof.Piga ometta alcuni particolari dalla sua ricostruzione (basandomi su ciò che ho imparato da Lei):
    - innanzitutto ignora bellamente l'effetto redistributivo & economico che hanno i tassi d'interesse nel punto (3);
    - successivamente, nel punto (4), sembra ignorare che gli spread si sarebbero (virtualmente) abbassati fuori dall'euro a causa del rischio di cambio, e quindi non avremmo probabilmente avuto tutta questa quota di debito in mano all'estero (senza contare gli effetti benefici in termini debito estero se avessimo avuto una bilancia dei pagamenti almeno in pari);
    - nel punto (5) implica che maggiori tassi = maggiori tasse = maggiori distorsioni: non mi risulti questo fatto abbia senso in alcun modello economico;
    - infine si rende conto che i tassi d'interesse non sono per forza collegati con l'euro, sottintende che secondo noi fuori dall'euro sarebbero stati minori, e conclude quindi annunciando e elogiando la giustificazion d'essere dell'euro: condurci all'unione politica "mettendoci di fronte senza armi alle nostre diversità senza mitragliatrici".

    Non ho mai letto altro del prof. Piga, e se dovessi inquadrarlo basandomi sull'articolo linkato, non saprei sicuramente in che minestrone economico metterlo, ma è sicuramente un piddino se crede alla panzanata dell'euro che forse ci porta all'unione e ci fa mettere da parte le armi (facendo finta quindi che le vittime attuali non siano un problema, visto che non sono morte a causa di un colpo di proiettile o baionetta).
    Comunque i due articoli, quello del prof. Brancaccio e quello del prof. Piga, appaiono entrambi meravigliosamente cerchiobottisti (un colpo al cerchio dei piddini, e un colpo alla botte dei goofynomisti), e la cosa più ilare è che il colpo al cerchio (che per la solita legge di Pippo per cui "una salita vista dall'alto è una discesa", un aiuto agli "altri" risulta essere una sferzata alle teorie qui esposte), è in entrambi i casi ridicolo (e aggiungerei volutamente ignorante delle teorie da Lei esposte, che considerano e affrontano già i sedicenti problemi segnalati dai due prof.).
    Non mi arrischio a dire che i due facciano quindi parte del problema, ma sicuramente non si impegnano per far parte della soluzione.

    RispondiElimina
  35. Stamattina sentivo Caterpillar a.m. Che parlava della crisi del mercato immobiliare.
    Un operatore immobiliare ha osato attribuire la causa del calo (25%anno su anno)delle compravendite all' euro e apriti cielo: i conduttori l'hanno fermato dicendo che la colpa non è dell'euro, ma di "chi non ha controllato i prezzi, permettendo la parificazione di un euro a mille lire, praticata truffaldinamente dai commercianti".
    Meno male che chi lamenta questo mancato controllo si dice sostenitore del "libero mercato....".

    Questo argomento, del mancato controllo sui prezzi, ha molta presa sui sostenitori dell'euro, (parlo di quelli in buona fede) e non è facilissimo da confutare efficacemente.

    L'equiparazione di mille lire a un euro ( il caffè che costava mille lire e dopo un anno costava un euro) può essere definito un effetto inflattivo? Se sì tra il 2001 e il 2004 si sarebbe verificata una inflazione spaventosa di cui però non c'è traccia nei report ufficiali!

    Il fenomeno è solo italiano o si è verificato anche in altri paesi che hanno adottato l'euro?

    Quale ne è la spiegazione macroeconomica?

    Poteva in qualche modo essere evitato, o c'era un qualche meccanismo per non scaricare questo aggiustamento solo sui percettori di reddito fisso?

    Grazie se qualcuno mi chiarirà le idee su queste questioni o mi indicherà dove sono trattate adeguatamente, in modo da essere più efficace nelle mie discussioni con i sostenitori dell'euro.

    RispondiElimina
  36. citazione di Baudelaire... L'unica che mi ricordo.

    Chennepenzo? Se proprio le interessa, eccola servito.

    L'articolo di Gustavo Piga sostiene che non si può usare l'argomento del dividendo dell'euro, cioè se esso abbia comportato un risparmio sugli interessi del debito pubblico oppure no, per giudicare la bonta dell'euro, anzi pare di capire che per Piga non abbia senso giudicare il progetto dell'euro sotto la lente del buon senso economico ovvero della convenienza economica: per Piga l'euro va giudicato positivamente per quello che è, cioè uno strumento politico, che serve a ricollocare l'Italia a livello geopolitico. Penso che nelle parole di Piga rieccheggi il tema della necessità del vincolo esterno per obbligare l'Italia a diventare qualcos'altro, Piga sostiene che l'euro è positivo perchè sostituisce le bombe e le mitragliatrici e questa frase è a mio avviso rivelatrice del pensiero dell'autore; le bome e le mitragliatrici sono arnesi che normalmente vengono usati o durante una rivoluzione o durante una guerra di conquista: per Piga quindi l'euro è da giudicare positivamente in quanto è uno strumento, secondo lui non cruento, con il quale "qualcuno" sta conducendo una guerra contro "qualcun'altro". Piga conferma quindi che siamo in guerra, e allora vorrei chiedergli chi ha cominciato questa guerra? Contro chi la sta conducendo e qual'è il suo obiettivo? Io un'idea ce l'ho. E' in atto una guerra tra classi sociali sovrapposta ad una guerra tra Nazioni, dove le classi sociali che hanno iniziato la guerra hanno come Paese di riferimento quello che ha tratto finora i maggiori vantaggi dall'euro perchè in quel Paese tali classi hanno già vinto.

    Per fare il paio con l'articolo di Brancaccio quindi, Piga ascrive sè stesso tra gli economisti che credono che, una volta sottratta l'arma incruenta dell'euro dalle mani di chi ha iniziato questa guerra, questo ricorrerà alle armi convenzionali. Mi pare quindi di capire che secondo Piga il ruolo geopolitico dell'Italia sia quello di diventare il Lander più a sud della Germania e se lo fa con l'euro bene, altrimenti si dovranno usare le panzerdivisionen . Per Piga quindi l'euro è l'arma non cruenta con la quale la Germania sta conducendo la terza guerra mondiale per la conquista del tanto agognato posto al sole. Date le premesse concordo pienamente su Piga che è del tutto inutile discutere della convenienza economica della permanenza o meno dell'Italia nell'euro andando a vedere il mezzo punto di percentuale sugli interessi, il mezzo punto di PIL, il mezzo punto di inflazione e così via: l'euro è un giogo politico, e come tale va combattuto. Poi si potrà passare a discutere di controllo sui capitali come fanno Brancaccio e Bagnai, su banche centrali risposate e così via, sempre che nel frattempo non si debba discutere su dove posizionare i vari battaglioni alpini.

    La seconda parte dell'articolo di Brancaccio si dilunga su questioni tecniche che dovranno essere affrontate nel caso si decidesse di uscire dall'euro, ma certo queste assumono una valenza secondaria e gestibile

    RispondiElimina
  37. Ma scusate, se l'euro e' uno strumento per portare i nodi al pettine, per far rimarcare le differenze e farci fare la guerra, allora bisogna vedere quale e' questa causa tanto nobile da giustificare addirittura una guerra.
    Io sono italiano e moriro' italiano, anche se vivo all'estero. Nessuno ci puo' far niente. Vogliono farmi diventare cittadino europeo? Non e' possibile.
    A me basta poter viaggiare e commerciare liberamente in europa. E per far questo non serviva ammazzare la gente o fargli fare la guerra.
    Se questo e' lo scopo dell'euro, allora e' un altro valido motivo per liberarsene.

    RispondiElimina
  38. Questo commento è stato eliminato dall'autore.

    RispondiElimina
  39. In entrambi i lavori mi pare evidente che l'intenzione (prova ne è lo spazio dedicato) è quella di confutare le due tesi pro e contro euro semplificandole ed in tal modo svilendole (maliziosamente?). Questo per portare ad una sintesi di una "terza via" quella sì argomentata poveramente e, a mio avviso, non del tutto chiara. Alle superiori il mio professore di filosofia le chiamava "fallacie argomentative".

    RispondiElimina
  40. aggiungo che adesso capisco perchè gli ammeregani si stanno muovendo mandando avanti Luttwack: è evidente che la Germania si stia allargando un po' troppo verso Sud e questo non credo che gli faccia piacere, però oltre a volersi allargare troppo attua delle politiche economiche a casa sua, e le sta ampliando anche a casa degli altri, che stanno compromettendo la ripresa economica americana della quale Obama ha tanto tanto bisogno. Se la Germania si fosse messa a spendere a deficit credo che non avremo sentito Luttwack dire le cose che ha detto contro l'euro.

    RispondiElimina
  41. "L’euro è un meccanismo per forzarci a decidere se rimanere uniti al tavolo geopolitico o no per i prossimi 100 anni. E sta facendo bene il suo mestiere, mettendoci davanti alle nostre contraddizioni, le nostre diversità e le nostre essenziali peculiarità nazionali senza mitragliatrici o bombe."

    ma perchè Piga odia così tanto l'Italia?

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Perché è nato a Bolzano. E io a Firenze. Altri motivi non riesco a immaginarli.

      Elimina
    2. Non è il solo, è l'argomento preferito da tanti "europeisti" con cui mi capita di parlare, sembra che non si rendano conto che è in gioco il loro futuro, invece ne parlano con il distacco con cui si discuterebbe di un film... Ci hanno inculcato così bene l'idea che noi italiani siamo un popolo inferiore che davanti a un invasione di un esercito straniero molti direbbero che ce lo meritiamo e non avrebbero nulla in contrario....

      Elimina
    3. adesso capisco perchè l'euro viene giudicato meglio delle bombe: invece di far saltare i tralicci dell'ENEL, è meglio comprarseli tutti

      Elimina
  42. La UE ci impone (per li nostro bene, s'intende)scelte politiche ed economiche per via subliminale, riducendoci in stato di coma farmacologico a forza di disinformazione e di misure amministrative.
    Il personale politico nazionale e internazionale che la dirige ha scommesso tutto su questa impresa, che per restare in tema con la citazione è un viaggio "au bout de l'inconnu pour trouver du nouveau",
    Per uscire dal trappolone, bisognerà svegliarsi, e cioè riportare l'azione politica sul piano della coscienza e dello scontro aperto. Non sarà uno scherzo.

    RispondiElimina
  43. Sarò banale, ma entrambi sono accomunati dal fatto che di questa crisi ne discutono, ma non la subiscono: condizione necessaria, ma non sufficente, per sbattersene gli ammenicoli delle conseguenze.

    RispondiElimina
  44. Da non economista la mia analisi è molto "di pancia".
    Piga utilizza quel trucchetto dialettico, noto ai politici ed usatissimo nei talk show di mettere in bocca agli altri concetti mai sostenuti, per poi sbeffeggiarli e mostrarne l'assurdità. Il "dividendo dell'euro" è un cavallo di battaglia dei "fermatori", ma mai e poi mai dei goofysti; accumunare specularmente le posizioni per poi dimostrarne l'assurdo mi pare scorretto e (non) cela il tentativo di porsi super partes ed accreditarsi come "quello ragionevole". Il finale è poi da piddino DOC.
    Brancaccio è più subdolo: riportando fedelmente, ma in maniera incompleta il discorso sull'uscita, pienamente sviluppato sui capitoli finali del "Tramonto", può criticare come incompleta e mancante di concretezza una soluzione che non è quella da lei proposta! Questo gli permette parimenti di fare la figura del "adesso ve lo spiego io cosa fare" e, come Piga, di accreditarsi come quello giusto per questi mari procellosi.
    La cosa che mi ha dato più fastidio è che l'aggiustamento ragionevole proposto è farina del suo sacco, prof, esattamente quanto da lei proposto, compreso l'inevitabile controllo dei movimenti di capitali! Mi ricorda un po' la mosca cocchiera di Fedro: alla fine sarà stato lui a tirare il carro...!

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Sì, l'ambizione è quella, mettere il proprio centesimo alla banca del'"io l'avevo detto". Per questo motivo non posso accedere alle richieste di colleghi anche stimabili e in buona fede. Vorrei che si rendessero conto che atteggiamenti di questo tipo ci danneggiano tutti, perché ledono la credibilità della professione (come del resto la lede il non impegno nella divulgazione corretta). Inutile fare tanti complimenti "Bagnai quanto sei bravo a divulgare" e poi tanti predicozzi "Bagnai non ledere l'unità della sinistra".

      Farsi un po' più il culo, come me lo sto facendo io, e essere un po' più leali ritengo siano un'alternativa valida. Per il resto c'è la SStoria. Io aspetto.

      Elimina
    2. PenZo sia come scrivi poco sopra, prof.
      Poi stamattina, essendomi svegliato in versione ecumenicazezzaista, voglio ricordarvi così.
      Brancaccio ha modificato e limato di molto il suo approccio all'Euro anche spinto dalle tue serrate argomentazioni, ma forse non l'ammetterà mai. La chiave - empatica - sta forse nell'ouverture - spassosissima - del suo intervento napoletano?Quién sabe...
      Forse lui è sempre stato più organico alla sinistra, tu hai sempre detto di esserti occupato d'altro (e a me, e oso dire a noi, questo piace da matti) e spesso sembra che te lo vogliano far scontare, ma entro rozzamente in un campo che non mi appartiene solo su tua richiesta.
      Piga non so come faccia a non unire i puntini e mi dispiace veramente, perché mi sembra animato da sincera passione, deve essere un ottimo professore dal punto di vista didattico, ma se alla fine s'è incazzata pure l'ape e l'ha punto alle 11 di sera un motivo ci sarà!
      (Prof. Piga si scherza, essere punto da un'ape è una mia fobia atavica e ha tutta la mia più viva compassione).

      Elimina
  45. Buongiorno a Voi tutti,
    secondo me sia Piga che Brancaccio sono accomunati dalla ossessiva paura del distacco da una forma di consenso che hanno acquisito all'interno di ambienti politici e accademici che ne condiziona il pensiero e l'opera di divulgazione, come dice Alberto piu' in cima al post, il porsi in una posizione di terzieta', infatti credo sia questo il problema,secondo me, li fa percepire come economisti " giusti " piu' seri, , piu' credibili, mi ritorna in mente < La banalità del male > di Arendt, eppur certe volte non schierarsi e' peggio che schierarsi se poi il risultato che ne consegue e frammentare la divulgazione rendondola incompleta e fuorviante, tra i due apprezzo di piu' Piga, ma questi sono gusti personali..

    RispondiElimina
  46. Salve a tutti, volevo solo mettere in evidenza questo articolo http://www.ilsole24ore.com/art/notizie/2013-05-15/europa-mitiga-conflitti-accentua-063731.shtml?uuid=AbHQ3xvH

    Ormai leggendo alcuni articoli su quel sito mi sembra di stare su goofy!

    RispondiElimina
  47. Piga accetta pacificamente la natura antidemocratica dell’euro come meccanismo per “forzarci a decidere”: i risultati sono sotto gli occhi di tutti, così come la natura “democratica” delle decisioni prese. L’approccio geopolitico è ancora quello ottocentesco da età degli imperi (durante la quale, per inciso, l’Italia potè giocare le sue carte appoggiandosi una volta ad uno ed una volta ad un altro): bene, manderemo le cannoniere con la bandiera blu (penta- o pluri-stellata) sullo Yangtze. Le considerazioni sul dividendo sono poco rilevanti, anche perché il debito pubblico (con i relativi interesssi) NON è il problema. IL problema è la distruzione dell’economia nazionale che l’euro ha consentito.

    Brancaccio invece è fuuuurbo, non affronta direttamente il dentro/fuori (che NON E’ solo un problema economico ma riguarda tutta l’impalcatura legale che cancella sovranità nazionale e democrazia, anche se lui non lo dice) e propone: ricattiamo la Germania minacciando uscita+dazi (e se ci dicono di no? ), il tutto per salvare la baracca europea (più o meno così com’è) a condizioni meno pesanti per noi. Ciò non risolve il problema, prolunga solo l’agonia, ma il pensiero sottostante è che nel frattempo, tra l’algonchino e il samoiedo si realizzerebbe la solidarietà internazionalista, i soviet da Wolfsburg si estenderebbero a tutta l’Europa (Gabanelli docet), gli operai cinesi riscoprirebbero il comunismo ecc. ecc.….

    RispondiElimina
  48. L'articolo di Piga e' avvilente: a parte le considerazioni sull'incertezza dei tassi reali in caso di mancato ingresso nell'euro, che pure mi sembrano un po' campate per aria (nel senso che ovviamente se te ne stai fuori poi trovi il modo di far fare alla Banca Centrale quello che ti serve anche se e' formalmente indipendente, che e' esattamente quello che fanno qui in UK, con tutte le conseguenze del caso), come si fa a riconoscere che l'euro "ci forza" a proseguire felici verso il Fogno e a non rilevare l'ovvia logica pinochettiana del meccanismo? Albatronomics?

    Riguardo a Brancaccio, aveva ragione lei a Napoli: sembra uno che ha letto solo la prima meta' del suo libro, visto che tutte le misure che propone lui le ha proposte lei, soprattutto nella parte finale. Lo sto rileggendo ora quindi so bene di cosa parlo.

    RispondiElimina
  49. Chennepenzo?

    Che la "biodiversità" crea diverse verità soggettive che si posano come un velo sulla verità oggettiva.

    Che per scostare il velo, più che il Brill'andante, puoi solo sottoporti alla selezione naturale dei libri sfigurati, cosa che da sopra, sanno benissimo.

    Che la politica economica, per l'effetto che dispiega su miliardi di esseri umani, non POSSA esser sottratta al controllo democratico, per quanti autorevoli studi possano dire il contrario.

    RispondiElimina
  50. Penzo che mi annoio.Dei due ho letto più spesso Piga che Brancaccio;delle volte,non certo nel pezzo linkato,analizza la situazione in maniera soddisfacente scartando però all'improvviso davanti alla soluzione più facile.Non ha mai nascosto di volere mantenere l'euro cambiando le linee sostanziali della politica europea.
    Brancaccio invece:(...)nel libro "L'austerità è di destra.E sta distruggendo lìEuropa" abbiamo sostenuto che l'esplicito riferimento a una opzione neo-protezionista rappresenta forse l'ultima carta che i paesi periferici potrebbero credibilmente giocare in sede europea per convincere la Germania(...).Il che sottintende la stessa idea.
    Ci andassero loro da Schaeuble con il cappello in mano,poi noi magari li intervistiamo quando tornano.

    RispondiElimina
  51. Ma Piga e Boldrin e altri non si rendono conto che insistendo con l'Euro anche paesi cardine dell'Europa come la Francia stanno andando inesorabilmente in recessione?

    Se anche la Francia fara' la nostra fine (presto!), cosa resta del giorno?

    Ma perche' dobbiamo tenerci una moneta solo perche' "ci pone di fronte alle nostre contraddizion" !

    E a me chemmenefrega delle contraddizioni se andiamo in rovina? Ma un po' di salutare e pragmatico buon senso nooo? Meglio assistere ad uno tsunami e vedere confermata la teoria che ci sono contraddizioni in Danimarca?

    Tocca fare il tifo per le disgrazie altrui per evitare peggiori disgrazie.



    RispondiElimina
  52. Questo commento è stato eliminato dall'autore.

    RispondiElimina
  53. Io vedo un paio di analogie, sebbene scrivono cose diverse. Una sarebbe la superficialità con la quale si riferiscono al suo lavoro di divulgazione. Sul blog ma anche sul libro l’argomento del dividendo è stato utilizzato in reazione ai fermatori che ne facevano, se non l’argomento principale, uno fra i più importanti a cui fare affidamento. Scrivere di intellettuali ed economisti che vogliono uscire dall’euro e scrivere che da sola non basta se non si pone la giusta attenzione sull’indicizzazione, sul movimento dei capitali etc. proprio qui da lei si sfonda una porta aperta. Quindi mi chiedo, considerandoli in buona fede, perché non sanno che il prof. Bagnai queste cose le ha già dette o non riportano in modo corretto la posizione del Prof. sul dividendo? Dunque, sono andato a vedere la data di pubblicazione dei due post, quello del prof. Piga è datato 4 novembre 2012, mentre quello del prof. Brancaccio è del 17 luglio 2012. “Il tramonto dell’euro” è uscito il 7 novembre del 2012, quindi non potevano conoscere il contenuto del testo, rimane, però, il fatto che il blog è pubblico (che bella parola questa, non vorrei perderla mai…) da molto più tempo e che li, cioè qui, c’è scritto tutto ciò di cui stiamo ora dibattendo. Si può obbiettare che non hanno avuto il tempo di leggerselo tutto ed anche questo è plausibile. La malafede non ritengo di doverla scomodare perché io non ho elementi validi a supporto.
    L’altra analogia può essere l’approccio che entrambi hanno utilizzato nello scrivere i loro post. Si pongono, o meglio si ponevano - oggi bisogna vedere qual è l’evoluzione della loro posizione -, come si è posto il conduttore de “L’ultima parola” quando, nell’ultima apparizione del professore, liquidò sia il prof. Bagnai che il Signor Giannino nella maniera in cui sappiamo. Come dire tra i due litiganti il terzo gode…
    Fra i due io preferisco di gran lunga il professore Emiliano Brancaccio perché più vicino alla “narrazione” corretta dello stato di cose presenti e perché, secondo me, è stato l’unico che abbia messo in difficoltà il professore Bagnai. Credo (se sbaglio mi corriggerete) che poi è ciò che cerca il professore Bagnai: essere messo di fronte ad argomenti legittimi, specifici - e non stronzate - per poi controbattere punto su punto, insomma quello che si dice un leale contraddittorio da cui si possono trarre dei benefici. Perché poi è solo grazie a questo tipo di confronto, che sono tra l’altro i più stimolanti, che l’essere umano può veramente progredire ed evolvere verso stati conoscitivi di ordine superiore, anziché doversi trovare davanti a personaggi dallo scarso spessore intellettuale che ti fanno perdere tempo e non aggiungono nulla di utile.
    Infine, visto che stiamo scrivendo del prof. Brancaccio, se me lo permette ho un dubbio che vorrei sottoporre alla sua attenzione professore e all’attenzione di tutti i commentatori. Il professore Brancaccio, nel video linkato appena sopra, al minuto 15:25, consiglia agli apologeti della parola “Patria” di leggersi “Sessualità e nazionalismo” di George L. Mosse. Che cosa voleva dire con questa, diciamo, provocazione?
    Mentre questa è OT: ai tempi dell’Università ricordo che sul libro di economia c’era un indicatore che si chiamava P.N.L.: prodotto nazionale lordo. Di questo indicatore non ne ho mai sentito parlare né sul mainstream né da lei. Che cosa è?



    RispondiElimina
  54. Che ne penso?
    "L'arte di ottenere ragione esposta in 38 stratagemmi - Di Arthur Schopenauer" Ed. Adelphi 8\10 euro circa... Consigliato per qualunque discussione, disputa verbale\scritta....
    Ma in definitiva, ottenere ragione, non ha nessuna importanza!
    Gli stupidi discutono per ottenere ragione, le persone *illuminate* discutono per ottenere "la verità".
    Che la "Luce" sia con voi.
    Il.gem

    RispondiElimina
  55. Provo a dire timidamente la mia, sapendo di rischiare di essere bollata come anima buona. Riguardo Brancaccio, trovo comunque molto coraggioso da parte sua suggerire come possibile strumento di difesa il protezionismo commerciale (questo termine evoca forse più scalpore di svalutazione della moneta) in note trasmissioni televisive. Riguardo Piga, ieri mi è sembrato che abbia provato a gettare le basi per un'alleanza / complicità con lei, ma forse si è visto sbattere una porta in faccia e ha subito desistito (preciso: non le sto dando alcun suggerimento implicito! Anzi, sa che le dico? Lei è il mio preferito! che poi è quello che sinceramente penso!).

    RispondiElimina
  56. La differenza tra Piga e Brancaccio? Mah, da ignorante di economia, ma ritagliando una considerazione politica sulle loro silhouettes, direi che il prof. Brancaccio si pone come maitre à penser (perdonate l'assenza di circonflesso) del piddinismo alla Fassina, con velleità di fare il piacione anche alla cd. "sinistra radicale", mentre il prof. Piga è ancora in stand by sul "libero mercato" politico, e forse si sente anche un po' orfano ora che il neo-senatore Corradino Mineo non è più a RaiNews 24.
    Ps.: Profe, ma tra i volatili da abbattere ha dimenticato i gabbiani. Stanno invadendo le città facendo killeraggio contro i piccioni e, non da ultimo, non c'è poesia italiana novecentesca sul paesaggio marino che non ce ne infili almeno uno. Hanno proprio rotto, 'sti gabbiani.

    RispondiElimina
  57. Se il riferimento di Brancaccio alla "seconda categoria di economisti di sinistra" fosse stato diretto a Bagnai l'analogia tra i due pezzi sarebbe quella di svilire, edulcorare, semplificare, l'attività divulgativa di questo blog e del suo autore. Siccome Brancaccio ha chiarito che non si riferiva al prof, e il prof ha ammesso di saperlo già prima e che la sua successiva "asfaltatura" voleva essere una utile provocazione, non c'è analogia su questo punto ma rimane lo svilimento, edulcoramento, ecc. del pezzo del Piga (pro domo sua o meno non lo so e nemmeno mi interessa).

    Quindi l'unica analogia che vedo è che entrambi ricordano come "i tavoli siano sempre aperti", e che in fondo, nel valutarne l'efficiacia, l'euro (o gli USE...) come variabile politica avrà sempre più peso che come variabile economica. Cioè, da una parte la "speranza&sogno" di Piga, dall'altra la "minaccia" di Brancaccio, e in mezzo la cruda verità fattuale dei dati (e dei morti).

    PS_Comunque Brancaccio mi pare molto più onesto intellettualmente di Piga (IMHO).

    RispondiElimina
  58. Divertente il filmato.

    Divertente come il Prof. Piga ci tenga a evidenziare le battaglie che ha sostenuto (Io, io, io, io!) alcuni anni fa, solo, indifeso contro i potentati, che per la sua audacia lo hanno poi escluso dal "club", per punire tale impudenza.

    Divertente anche vedere da un lato Lei, Professore, evidenziare che in pratica tutti gli economisti di una certa caratura avevano previsto fin dall'inizio che l'Euro sarebbe stato un fallimento e che pertanto la professione non puó essere considerata colpevole per il pastrocchio euro, che fu, invece, un progetto eminentemente politico e dall'altro lato invece il prof. Piga non cogliere una buona occasione per darLe ragione su un fatto sostanzialmente indiscutibile, e sostenere invece che gli economisti furono colpevoli, per aver sostenuto l'espandersi della bolla (per la solita corruzione, casta, cricca etc.). É quasi come sentire dire che la svalutazione del 1992 della lira fu colpa di Soros.

    Sono situazioni esilaranti, ma anche tristi. Mi é sempre piaciuto un detto, ripreso da un film: "you either define the moment, or the moment defines you". Vediamo piú e piú esempi di persone che sembrano piú impegnate a fare i giocolieri, a tenere i piedi in molteplici staffe, che a svolgere la propria professione al meglio delle loro capacitá.

    La ammiro Professore ed é incredibile che Lei sia il solo ad abbracciare la Veritá. Eppure un economista, in particolare un economista che veda l'economia come una scienza, dovrebbe essere un amante della logica, perché solo nella veritá e proprio grazie ad essa si puó trovare una risposta ad un problema esaminato. Che valore ha una bugia per scienza? O forse dovrei dire che disvalore?

    Lei nel post di oggi scrive "Amica mia, ho mentito per tutta la vita. Anche quando dicevo la verità. Non ho mai parlato per la verità, ma solo per me". Eppure secondo me mentire per raggiungere uno scopo significa tradire se stessi, significa perdere se stessi. Se si sceglie di lavorare in un'area della scienza, piú o meno esatta, a cui si dedica la propria vita, e poi si aggiusta la propria posizione per comoditá, che autostima si puó avere? Se si mente in una delle due aree chiave della propria vita di uomo, cosa ci si puó aspettare nelle altre?

    Ed invece proprio Lei, che invece é un musicista, sta dando all'economia quel rispetto che si merita, mostrando come essa sia bella e interessante, talvolta ancche banale, perché in fondo la risposta é giá dento di Noi, ed é esatta, mentre tutti questi grandi Professori dovrebbero ricordarsi della regola numero sei simpaticamente raccontata da Benjamin Zander.
    Grazie Professore, Lei ha dato un contributo, significativo e positivo, alla mia vita.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Il parere di Caterina è che tu avessi una vita veramente sfigata.

      Elimina
    2. É incredibile vero? Eppure non sa quanto questa conoscenza che Lei mi ha trasmesso mi ha aiutato nel mio lavoro e nella mia vita. Il valore della veritá - incredibile. E chissá quanti avrebbero fatto scelte diverse se avessero saputo queste cose, e creduto in esse, anche solo qualche anno fa.

      Elimina
    3. Un po' eccessivo il parere di Caterina. :)

      Elimina
  59. Evidentemente negli articoli citati Piga e Brancaccio prendono le distanze da affermazioni che attribuiscono - falsamente - al Prof.
    A questo punto del dibattito non si tratta di ignoranza o superficialità, semplicemente di piccola falsificazione.
    Tanto basta a chiarire che lo scopo della polemica non è l'approfondimento della questione o la ricerca della verità; tolti di mezzo questi obbiettivi resta solo un qualche tipo di gioco di potere. Non qualcosa di grossolano da comunicatore mercenario travestito da economista o da portavoce della posizione ufficiale del partito, qualcosa di più leggero e sfumato. A sensazione potrebbe legarsi a una qualche idea (illusione) di possibile egemonia culturale, ma francamente questo è poco interessante.
    Resta la sostanza: non la raccontano tutta e tutta giusta. Poi se vogliono fare polemica contro l'austerità, probabilmente sarà sempre meglio del "non ci sono alternative" del PUDE più ortodosso.

    RispondiElimina
  60. @Riccardo ed altri
    ammettere di aver appoggiato un'idea fascista è pesante per uno che si dichiara di sx.. non è semplice.
    di sicuro c'è solo che ormai capiamo quasi tutto dei comportamenti e dichiarazioni scellerati dei nostri politici.. e ringraziamo il prof per questo

    RispondiElimina
  61. Analogia? A mio parere, sotto le differenze "di superficie" Piga e Brancaccio sono sostanzialmente identici: due paraculi che vogliono mettersi in luce nella speranza di arrivare in alto.

    Come scrisse tempo fa (se la memoria non mi inganna riportava una discussione fatta alla cena con Frenkel) la sincerità non è virtù apprezzata da chi detiene il potere perché domani potrebbe ritorcersi contro di loro. I due economisti (me se ne potrebbero aggiungere a decine) lo sanno e se ne tengono alla larga. Ognuno dice pizzichi di verità, sapientemente dosati nella grande menzogna per far vedere quanto sono bravi (mi sembra già di sentirli quando affermeranno: "l'avevo detto IO") senza inimicarsi nessuno.

    Non farei la distinzione che Piga ci crede e Brancaccio no. Piga non è scemo, quindi non può credere a quello che dice. Più di una volta ho colto nelle sue parole un sentimento "ariano" anche se ultimamente è più critico verso la Germania (ora si può dire, una volta no).
    Io voto spazzatura (non riciclabile) per entrambi.
    Se sono stata troppo esplicita non pubblichi.


    RispondiElimina
  62. Bagnai e Brancaccio vi leggo emtrambi e vi trovo molto allineati con qualche sfumatura diversa,anche se ho l'impressione che Brancaccio il suo libro non l'ha letto(secondo prassi consolidata),ma solo sfogliato (forse ha pure delegato),traendo spunto solo dagli attacchi personali. Il Prof Piga l'ho seguo poco, a parer mio,crede ancora nella soluzione politica collaborativa. Bagnai hai il merito di averlo detto fin dall'inizio,imbroccandole tutte : in più di un anno vissuto
    umoristicamente.

    RispondiElimina
  63. Non so se il tempo di questo post è scaduto.
    Spero che stia scadendo il tempo delle ambiguità, delle cose dette e non dette, di parole a casaccio e delle sentenze.
    Piga:
    “Se invece dimostrassimo come esigua tale cifra che ci stiamo a fare ?”
    “Se l’Italia non fosse entrata nell’euro avrebbe svalutato? Chissà, forse l’orgoglio ferito ci avrebbe spinto a far meglio dell’euro.
    “4) Certo, se i pagamenti degli interessi vanno (come sono andati in parte) all’estero la cosa ha una qualche rilevanza, che va affrontata con un qualche rigore (vedi post su Krugman di qualche settimana fa). Ma non in questo ambito conflittuale: chi sono io per dire se la quota detenuta dagli investitori esteri sarebbe cresciuta o diminuita fuori dall’euro?”

    “Insomma, bravo euro, ma per ben altre ragioni che l’illusoria riduzione delle spese per interessi. E se vogliamo far fuori l’euro, per favore basta con la storia che non ci ha permesso di risparmiare un granché di interessi.”
    Ma che ca..o dice !!!
    Ma l’ha una benché minima idea di che vuol dire battere moneta ?
    Bravo euro che ?
    Non ho capito chi dice che è meglio uscire perché ci ha fatto risparmiare poco di interessi.
    Credo che a troppo gente faccia male studiare.
    Sarebbe meglio che taluni dedicassero più tempo a tr....re.

    Brancaccio:
    “l’austerità è di destra !”
    Invece in URSS erano così di manica larga !
    La questione Euro, mercato unico e libera circolazione di capitali.
    Intanto spread alto non vuol dire che i capitali non hanno gran che voglia di stare da noi ? Lo spread non prezza il rischio default, rischio che si azzererebbe riprendendoci la moneta ? Condizione nella quale i capitali non rischiano.
    L’euro ci mette in condizione di dipendere dai capitali stranieri, soprattutto in condizione di deficit della bilancia commerciale, deficit che come vediamo tende inevitabilmente a divergere con il cambio bloccato.
    Euro e liberismo economico sono devastanti se coesistono, con la sovranità monetaria il mercato unico è una opportunità, non un problema.
    Secondo Brancaccio l’uscita potrebbe portare a situazioni poco piacevoli: si, certo, infatti rimanere è così piacevole.
    Dovremmo uscire da sinistra, invece che da destra: ma di sinistra in questa Europa al momento cosa c’è ?
    La maggiore perplessità è data però dal fatto che entrambi i testi mi danno la sensazione di non averci capito niente.
    Magari è così.

    RispondiElimina
  64. Mai come in questo post non ho approvato così tanti commenti.
    Esprimo lo stesso la mia opinione consapevole che non sarà condivisa nemmeno da Alberto.
    Trascurando i due articoli linkati nei quali c'è un riferimento esplicito in un caso e malcelato nell'altro alle nostre (ipotetiche!) posizioni non sarei così severo con Piga e Brancaccio.
    Li seguo regolarmente, quando e come posso, e li ritengo degli ottimi professionisti, forniscono spesso analisi precise ed altrettanto spesso in linea con quelle ritrovate su goofynomics.
    Sarà una mia impressione ma leggendoli noto spesso fra le righe un forte messaggio critico verso la classe politica, la politica economica europea e la stessa moneta unica.
    In cosa differiscono da Bagnai? Dal non prendere una posizione netta, non sbilanciarsi, non azzardare, non rischiare, non esporsi (se non supportati dal branco dietro lo scudo di una regolare affrancatura). I motivi non mi riguardano, forse non sono molto distanti da quelli che spingono me a stare dietro un nick, ma non si può dire che hanno svenduto il cervello al miglior offerente come tanti soggetti di nostra conoscenza.
    Insomma, sbaglierò, ma non me la sento di suocerarli perché non sentono il dovere di riparare a danni causati da altri.
    Per quel che può servire meritano tutta la mia stima anche se non, come Alberto, la mia gratitudine.
    Per ora almeno.
    Io spero.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Credo volessi dire "condiviso", perché "approvarli" spetta a me. Carissimo: sei una persona molto signorile e molto in buona fede. Da questo deriva anche una certa sana e del tutto condivisibile ingenuità. I due post che ho linkato sono due evidenti tentativi di fare lo sgambetto al sottoscritto per offrirsi sul mercato politico in una fattizia e analiticamente improponibile posizione di superiore terzietà. Io non pretendo che gli altri siano leali con me, non mi interessa nemmeno il loro rispetto, come non mi interessa la politica, ma se non riescono a esserlo, gli consiglio di ignorarmi. La cronologia indica che non sono stato io a cercare loro, ma loro a cercare me distorcendo i miei argomenti. Può darsi che non li abbiano capiti: siamo sempre in tempo a rimediare. Ma non credo...

      Questi economisti che s'offrono mentre tanta gente soffre mi infastidiscono non per un fatto personale, ma perché discreditano una categoria con la quale io ho già troppe difficoltà ad identificarmi e della quale mi trovo a dover difendere l'onorabilità per un puro paradosso dell'esistenza.

      Entrerò poi nel merito scientifico dei principali argomenti che ci dividono. Una cosa è certa: quando in Italia saremo in tre a dire in privato quello che diciamo in pubblico, le cose cambieranno. Per ora siamo in due, che in effetti, come è noto, non è un numero sufficiente. Strano che qualcuno mi accusi di essere "veracemente due"...

      Elimina
    2. Ovviamente intendevo "condivido".
      Il mio pensiero sui due pezzi che ti riguardano l'avevo già espresso in un commento precedente, in breve, attribuire ai goofysti teorie mai sostenute per poi spappagallare gli stessi concetti.
      In un'altra occasione invece li ho definiti quelli che 2+2=11.
      Non pretendo che sia la critica corretta, ma è la mia.
      E' che mi illudo che le scelte di certe intelligenze siano sempre sagge, motivate da buoni propositi.

      Elimina
  65. penso pure io che queste persone abbiano difficoltà a comprendere cosa stia succedendo nel mondo reale.
    premetto che le dinamiche economiche sono chiare e si spiegano facilmente (pazzesco ma vero.. non ci vuole una laurea per capirlo).. ma manca l'empatia!
    voglio dire, o una prova queste cose sulla propria pelle oppure penso che questi non ci arriveranno mai.
    badate bene: non sto dicendo che uno deve provarle ma basta avere due occhi e 2 neuroni collegati per capirle!

    'sta gente (e Brancaccio è pure bravo ma ahimé politicamente compromesso e non potrà mai appoggiare idee che spiegano il fascismo di sx.. a meno di fare un mea culpa!)
    non sa cosa significa presentarsi in un'azienda, stare un'ora per pianificare il lavoro di manutenzione e dopo non so quanto andare dall'amministratore per concordare il prezzo e avere come risposta: "€ 15 euro!"
    sì, avete letto ben, QUINDICI EURO!

    oppure non sanno cosa significa avere arretrati di un anno e accettare "acconti" di 100 euro solo per andare dal medico per una visita (privatizziamo la sanità!)..
    non conoscono il significato di miseria (materiale) umana... altro che economisti screditati!

    hanno mai sentito uno dire che si chiude nel posto dove lavora perché non viene pagato e deve mantenere la propria famiglia?
    lo hanno visto nei suoi occhi disperati mentre schiuma rabbia e preoccupazione per un futuro che non esiste?

    la risposta sarà ovviamente positiva (te pareva!).. ma una cosa è leggere un'altra cosa vederli con i propri occhi e immedesimarsi.

    E venendo a noi, fare il salto mentale e attribuire questa ecatombe di stampo fascismo all'icona dell'euro ovvero la porta alla carriera di molti sciacquetti.. beh, non è facile!
    serve un salto triplo mortale.
    o forse semplicemente una passeggiata per le strade per capire cosa significa questa vita

    RispondiElimina
  66. mi scuso per aver dimenticato un altro aneddoto.
    Avete mai sentito un ragazzino schiumare di rabbia e dirvi: "cazzo, a catania vanno avanti solo quelli che non lavorano.. mi sa che devo incominciare a fare come loro!"

    a proposito dei costi della sicurezza pubblica (privatizziamo pure questa).

    RispondiElimina

Tutti i commenti sono soggetti a moderazione.