martedì 4 settembre 2012

Quelli che: "facciamo il referendum..."

Ancora?

Ancora con questa storia del referendum?

Ma non ne avevamo già parlato? (Radio Popolare, 17 agosto 2012).

Scusate, sono in viaggio e non mi perdo in dettagli. Mi sembra assolutamente ovvio che chi propone oggi un referendum sull'euro, da qualsiasi parte lo faccia, è un demagogo, alla ricerca di una tardiva legittimazione democratica, e un incosciente.

Cominciamo dalla fine. Tutto quello che sappiamo circa l'uscita dall'euro ci indica che allo stato uscite consensuali non sono possibili, ma che se anche lo fossero andrebbero ovviamente gestite in segreto. Tanto più in segreto andranno gestite uscite unilaterali. Per favore, studiate e fate studiare Bootle che illustra precedenti storici e motivazioni (ovvie) di questa scelta (ma anche Sapir, per dirne un altro, la dà per scontata).

Il motivo è semplice: annunci di qualsiasi tipo darebbero il via a fughe di capitali, mettendo rapidamente il paese nell'impossibilità di finanziare il proprio deficit estero. L'argomento degli espertoni ("ma tanto i capitali sono fuggiti, ma tanto la corsa agli sportelli è già iniziata...") è corretto, ma è un argomento da espertoni.

Gli espertoni, sapete, vedono la foglia e non vedono l'albero...

Come ci siamo detti tante volte con Alessandro "Torny" Guerani, i controlli dei movimenti di capitali che bisognerà fare, le fughe che bisognerà impedire, nel momento della crisi, non sono quelle dei ricchi, che ci hanno già pensato, e che forse i capitali in Italia non  li hanno mai avuti: sono quelli dei poveracci, che rischiano di massacrarsi se, terrorizzati dalle notizie assurde sull'inflazione diffuse da criminali di ogni risma, accettassero qualsiasi condizione pur di portare i loro (pochi) soldi fuori dall'Italia (peraltro, lo sostiene efficacemente e ironicamente anche Claudio Borghi).

Ovviamente un annuncio lungo un'intera campagna elettorale è il massimo della demenza, per il motivo appena esposto. Decine di migliaia di piccoli risparmiatori si consumerebbero nell'angoscia e si rovinerebbero con le proprie mani. Chiaro il concetto? Sono sicuro che qualcuno non lo capirà: è troppo semplice e troppo pragmatico. Diranno: "Bagnai, tu vuoi uscire dall'euro a destra, vuoi salvare i capitalisti e non i piccoli risparmiatori...". Ancora?! I capitalisti, amici cari, non si combattono in questo momento: in questo momento hanno già vinto e stanno già al sicuro. I capitalisti si combattono dopo, ripristinando condizioni regolate sui mercati finanziari. Ma nel momento della crisi bisogna soprattutto evitare, lo ripeto, che siano i piccoli risparmiatori a farsi fottere il 50% nel tentativo di non perdere il 20% (che poi, dico: ma se tu resti in Italia, quale 20% perdi? Ma questo è un altro discorso, ne parliamo in un altro momento).

Ma ora ci dicono che dobbiamo fare il referendum, ora, capite? Ora! Aggiungendo al danno (quello dell'euro prima, e quello del disordine creato sui mercati dopo) la beffa: "Vedete, noi siamo democratici, l'euro lo scegliete voi!"


E questo perché?

Per consentire di rifarsi una verginità democratica a un governo di non eletti che sta facendo gli interessi della Germania svendendo l'Italia pezzo a pezzo, ad esempio. Oppure per consentirlo a un movimento che fino a ieri propugnava politiche pinochettiane basate su analisi distorte della crisi, e la cui democraticità interna risalta da noti fatti di cronaca.


Mi sembra un'ottima idea, non trovate?

Un'idea, se non altro, che pur dicendoci molto poco su come usciremo dall'euro, ci dice molto, moltissimo, su chi l'ha proposta. Dichiarare la natura fascista dell'euro (non starnazzando, ma argomentando) ha fatto effetto. Ora qualcuno prova a correre ai ripari. Ma il fatto è che se il re è nudo, il re è nudo. Punto. Un po' tardi, ora, per coprire le sue vizze e lercie pudenda con una schedina elettorale. Con quella i mercati ci faranno un'altra cosa. Se non avete capito quale, potete sempre rileggervi un altro grande classico.



(Ecchecazzo, come direbbe G.Z.! Che poi uscire dall'euro a destra è un po' come uscire dal nazismo a destra: fai 360 gradi e ti ritrovi seduto accanto a quelli che mangiano i bambini... Ma li mangiano ancora? Mi sa di no, credo si siano convertiti ai crauti...)

157 commenti:

  1. Qualcosa la si deve pur fare. Il referendum lo vedo come un segnale ai politici ed ai Governi di discontinuità con le loro politiche.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. No. L'unico segnale di discontinuità è uscire, e usciremo. L'unico segnale di discontinuità è informare correttamente, senza starnazzare, e continueremo a farlo. Quando saranno centinaia, migliaia, e non decine di italiani, a scrivere ai loro "rappresentanti" in parlamento: "Abbiamo capito", vedrai, quello sarà un bel segno di discontinuità. Un referendum con una campagna elettorale gestita da terroristi non è un segno di discontinuità: è una presa in giro e un danno economico. Se sta bene a te, fatti tuoi. A me non sta bene. Pensaci meglio.

      Elimina
    2. Finalmente una persona degna del suo sapere al servizio di chi se lo merita. L'unione bancaria se attuata, sara' l'epilogo di questa mostruosita', pensata, voluta ed attuata da illusionisti e predatori. Professor Alberto con te tutta la vita!!!

      Elimina
    3. Tuttavia pare che altri autorevoli economisti, come Tremonti, non siano dell'opinione del professore.

      C'è da dire che è sempre possibile che abbia ragione il miglior politologo italiano.

      ... Ai posteri l'ardua sentenza.

      Schneider (doppio...)

      Ps: evidentemente simili fenomeni nella sua categoria professionale sono piuttosto frequenti ;-)

      Elimina
    4. Dal tuo primo post ho sentito un sentimento verso di te, come dire, di fratellanza...

      Elimina
    5. ok d'accordo ma nel convegno sul debito pubblico cui lei è intervenuto i data 3 Luglio l'ho vista parlare animatamente con l'on Di Maio. Sempre convinto che vogliono tenersi l'euro e sono asserviti al progetto neo liberista?

      Elimina
  2. Non fa una grinza prof, e mi spargo il capo di cenere per aver prospettato un'idiozia. Ma a questo punto il problema e' un nodo gordiano, perche' un effetto analogo lo avrebbe un programma politico antieuro esposto in campagna elettorale. Servirebbe un Roosevelt (FD), che mai volle parlare di parita' aurea non solo in campagna elettorale ma anche nel primo anno di presidenza. Il problema è che non si vede possibile maggioranza politica nel paese che possa volere un'uscita. E allora hanno ragione quelli di Alba, con la loro posizione defilata (euro si' o no? Euro forse!), che deve essere interpretata come l'unica ricetta possibile? Non e' assolutamente una domanda retorica.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Vorrei fare alcune considerazioni.
      Innanzitutto chi ora propone un referendum, lo dovrà spiegare e argomentare anche in campagna elettorale, quindi l'effetto lo avrai comunque prima del voto. In questo modo però tu prolunghi soltanto l'agonia. Metti che la gente ti voti per posizioni no-euro, questi vengono eletti e poi? Indicono un referendum? Così altri quanti? 6-7-8 mesi? Con questi media poi?
      E se vincesse l'euro con Grillo al governo, lo voglio vedere a fare le sue fumose politiche DENTRO l'euro? Un anno dopo ci ritroveremmo con i carri armati per le strade e la US Air Force a tenere puliti i cieli.
      Non penso che Grillo stia dicendo che il referendum lo deve indire Monti, sarebbe come il topo che gioca con il gatto.
      Mi pare che sia un'ovvia scelta politica per cercare di non scontentare una parte dell'elettorato, tipica iniziativa piddina. Del resto, se gli stesse tanto a cuore la democrazia, perché non organizzare al LORO interno tutte queste belle cose che dice di voler fare DOPO? Ovviamente non con un sondaggio sul blog...
      Secondo me l'unica posizione razionale e ONESTA è dire la verità, non si scappa, e spiegare le cose. Se questa si diffonde allora saranno le forze politiche a doverci fare i conti.
      Se alla gente dai una spiegazione che sia credibile, non solo desiderabile, e la rassicuri in modo non paternalistico, ma onesto, secondo me si possono evitare disastri, anche anticipando che poi si preparerà l'uscita dall'euro. Io comunque non sono ottimista sul fatto che i risultati si possano ottenere subito, non c'è tempo secondo me, ma è bene provarci.
      Del resto un po' di panico ci sarà a prescindere da ogni considerazione.
      Meglio una posizione ipocrita? Mah non credo, che credibilità avresti poi dopo?

      Elimina
    2. Qua il problema rischia di travalicare velocemente l'efficacia delle spiegazioni credibili. Il massacro d'autunno, al cui confronto quello dell'anno scorso rischia di sembrare una passeggiata, chiederà risposte urgenti e immediate. Lo stanno comprendendo le parti sociali (anche se ho sentito le peggiori boiate proposte come soluzione: a che serve introdurre contratti di solidarietà per far funzionare a pieno regime gli impianti, ora? A far traboccare i magazzini di manufatti invenduti?). E' piu' probabile che qualche evento esterno faccia crollare il castello di carte (Grecia, elezioni USA, crisi delle autonomie spagnole.... non manca la scelta).

      Elimina
    3. E' probabile che finirà così, infatti mi pare che anche Bagnai veda la fine dell'euro, prima che agli elettori sia concesso il privilegio di tornare alle urne.
      Per questo ho scritto di essere pessimista.
      Ma dato che la situazione è disperata, non credi che sia meglio dire la verità ORA e sperare poi di poter costruire un futuro migliore DOPO, invece di sporcarsi la coscienza con ipocrisie o paternalismi vari e rendersi poi del tutto non-credibili?
      Secondo me noi stiamo gettando semi per il futuro.
      Ora come ora credo che l'unico modo per incidere nella realtà del paese (in modo immediato intendo) sia quello di organizzare manifestazioni di massa, ma non solo manca la massa, mancano proprio le idee, sempre che non ci pensi il pifferaio di turno ovviamente, come piano B o Z.
      Forzare la mano e i tempi senza che le persone abbiano una visione corretta della situazione lo trovo molto-molto pericoloso.
      Se si riuscisse invece ad avere il tempo necessario per diffondere un po' di informazioni, magari potrebbero essere gli stessi elettori-cittadini a chiedere conto ai loro partiti di riferimento, non tanto per cambiarli al loro interno, ma almeno per uscire dall'euro prima del patatrac (ma a questo non ci credo molto).
      Se si crolla, è meglio crollare sapendo chi sono stati i responsabili, perché poi la storia insegna che la disperazione può essere facilmente pilotata per scopi tutt'altro che nobili.
      Comunque l'Argentina ci insegna che le conseguenze non devono necessariamente essere tragiche (per la democrazia intendo), e l'Argentina non era nelle nostre condizioni.

      Elimina
    4. Egregio sig Boni le argomentazioni e fatti basta cercarli. Oggi il purulento Belgio ha piazzato 1,3 Bln a 4 mesi.Tassoall0 0,021 cioe' negativo.
      Il debito pubblico belga procapite e' del 10% superiore al nostro, che dal 2001 ad oggi e piu' che raddoppiato. Per sua opportuna conoscaenza le invio il link da cui scaricarlo. Si diverta, non c'e' nulla d'argomentare i fatti stanno nei numeri che rappresentano il disatro decennale. Cordiali saluti
      http://www.economist.com/content/global_debt_clock?fsrc=scn/tw_ec/the_global_debt_clock

      Elimina
    5. I non penso alle conseguenze (per la democrazia) dell'uscita quanto a quelle di una prolungata permanenza... ma mi sarò visto una volta di troppo "L'uovo del serpente" di Bergman.

      Elimina
    6. la democrazia e' gia' sospesa, il parlamento esautorato e noi siamo narcotizzati da una disinformazione di regime. Le pecore vanno dove vuole il pastore, i cani sono pronti ad indirizzarle.

      Elimina
    7. Io penso alle conseguenze di entrambe le situazioni.
      Se esci da Weimar con il nazismo, non è la stessa cosa che uscirne con altre modalità.
      Penso benissimo anch'io alle conseguenze della prolungata permanenza.

      Elimina
  3. Proporre un referendum è il miuglior modo per chi è pro-euro di condurre una campagna terroristica di disinformazione ed aumentare a dismisura le bugie sulle conseguenze dell'uscita dall'euro, legittimando così la scelta dell'euro con il voto di un popolo totalmente disinformato. Così prolungheranno l'agonia dell'euro molto più del necessario, anche se ad un certo punto se ne uscirà, quando ormai sarannno stati arrecati danni irreparabili al sistema produttivo ed ai dipendenti italiani.
    Dall'altra parte sanno bene come prendere in gitro la gente sull'euro, ci sono riusciti per 15 anni e forse pensano di poterci riuscire anche adesso. Ma forse questa volta l'esito delle loro operazioni non è così scontato....
    E' chiaro un referendum è sempre un rischio e se chi è a favore dell'euro arriva a proporlo, vuol dire che comincia ad avere paura di perdere il consenso. Come detto sopra una bella campagna referendaria incentrata sull'euro infarcita di menzogne, aiuterebbe forse più della situazione attuale, dove in varie sedi cominciano ad affiorare dubbi e opinioni conmtrarie all'euro.

    RispondiElimina
  4. "No. L'unico segnale di discontinuità è uscire, e usciremo. L'unico segnale di discontinuità è informare correttamente, senza starnazzare, e continueremo a farlo. Quando saranno centinaia, migliaia, e non decine di italiani, a scrivere ai loro "rappresentanti" in parlamento: "Abbiamo capito", vedrai, quello sarà un bel segno di discontinuità."

    E' proprio per questo motivo che ho scelto questo blog. A me la cioccolata piace molto ed ho imparato a distinguerla da altre sostanze che le sono simili nella forma e nel colore, ma molto meno appetitose.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Una distinzione che ti fa onore, distinguendoti dalle animelle buoniste, ma soprattutto comodo! Ma forse le animelle sono di bocca buona...

      Elimina
    2. Perchè dovrebbe farmi comodo? Questa non l'ho capita.

      Elimina
    3. Perché la cioccolata lascia l'alito meno pesante della sua alternativa, credo! Quindi è una gran comodità saper distinguere. Si evitano un sacco di problemi.

      Elimina
  5. In linea di principio, io sarei anche favorevole ad un referendum. Lo strumento della democrazia diretta, infatti, sarebbe (dico sarebbe), un efficace contrappeso al vincolismo esterno derivante dall'UE.
    Il problema sta però nel metodo. In un momento caratterizzato da un'informazione monocratica e da un Parlamento che approva il pareggio di bilancio in costituzione con una maggioranza bulgara tenuta insieme dallo spread, il referendum rischia di trasformarsi in un plebiscito manovrato ad arte, come lo furono, ad esempio, le elezioni del 1924 (che portarono alla vittoria del "Listone" fascista).
    La verità, è che le democrazie e le costituzioni, da sole, non sono in grado di difendersi se non c'è una coscienza civile alla base. Ed è per questo che, alla fine, il metodo del professore risulta vincente e condivisibile: prima di esercitare la sovranità democratica, dobbiamo spezzare l'informazione monocratica e far rinascere una coscienza dei fatti nelle persone. Come insegnava, in fondo, Brecht in una sua celebre poesia: "impara! tu devi prendere il potere". Se sai le cose, se hai una cultura di base ed una coscienza critica, non sei manipolabile da nessuno.
    Oltre all'euro, credo che i piddini debbano prendere atto che anche la democrazia sorretta dal pensiero debole deve andare in soffitta. Basta con i "tecnicismi politici" ed i "vincolismi". La democrazia è un valore "forte", e come tale deve essere presentato e difeso. Altrimenti, avrà sempre buon gioco chi la vede come un semplice "costo" da tagliare.

    RispondiElimina
  6. Modestamente è quello che ho sempre provato a dire anche io ai miei interlocutori che in buona fede ma in piena ignoranza propugnavano questa soluzione demenziale. Ma oltre che un'ignoranza economica una simile proposta denuncia anche un'ignoranza giuridica, dato che la Costituzione vieta espressamente i referendum che abbiano per oggetto i trattati internazionali.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Questo commento è stato eliminato dall'autore.

      Elimina
    2. Questo dimostra che il dogma dell'infallibilità della nostra (bellissima) Costituzione è destituito di fondamento: ogni opera umana contempla l'errore, e vale anche per opere gradite agli amici di sinistra...

      Elimina
  7. /** apro parentesi
    Le segnalo questo articolo con un intervento del santo-subito-piddino Schultz.
    Ormai l'uscitadalleuro (tra l'altro nemmeno in realtà chiesta da Grillo) viene associata dai media o a Grillo o a Berlusconi (i suoi giornali danno ampio spazio a questo dibattito), in modo che sia più facile buttare in caciara il tutto o stigmatizzarla come se fosse una blasfemità (se lo dice Lui è una blasfemità senz'altro...).
    A parte rarissimi casi (gli articoletti che ha segnalato anche qui), non mi pare di avere mai sentito parlare nel mainstream di un economista o comunque di professionisti come i proponenti dell'uscita dall'euro.
    */ chiudo parentesi
    Condivido l'articolo e la sua posizione sul referendum, ma c'è una cosa che non mi è molto chiara. Lei parla di impedire ai poveracci di portare fuori dall'Italia i pochi capitali, ma il problema vero non è quello di impedire l'assalto agli sportelli per evitare il collasso del sistema bancario (o forse intende questo)? A parte le zone di frontiera, io non ce lo vedo molto il pensionato di Roma, o la casalinga di Marghera (che fa rima con Voghera) a portare capitali all'estero, secondo me non ci sono le competenze tecniche per anche solo pensare di farlo (affidarsi alle banche?!?! mah...).
    O per fughe di capitali intende anche semplicemente l'acquisto di obbligazioni in valuta estera, ma questo sarebbe un problema immediato per il paese?
    Comunque forse ha ragione, mai sottovalutare l'inventiva e l'immaginazione frutto della disperazione maturata in un'agonia lunga di mesi (quando ti dicono, o ti fanno credere di essere un malato terminale).

    RispondiElimina
  8. @Lorenza C
    il problema del referendum è che non è simmetrico!
    si doveva (a limite) fare all'inizio dopo dibattito e tenendo conto degli artt. 1 e 11 della costituzione.. per me è una cosa inconcepibile l'euro!
    ma per logica dovrebbe essere il volere della maggioranza assoluta degli italiani (cosa che non è prevista dalla costituzione) e non del 50%+1 di chi si presenta.

    Ciò premesso..
    supponiamo ci sia questo famigerato referendum..
    i mercati si ritirerebbero a lo spread salirebbe a 12.000 (aggiungo uno zero alla cavolata di Monti)...
    cosa farebbero le persone terrorizzate (che nel frattempo hanno ritirato i soldi dalla banca e messo in ginocchio un paese)?

    la democrazia è tale quando c'è serenità nelle scelte!
    e lo ripeto, anche apparendo noioso, te lo dice uno che vive in Sicilia dove la democrazia è stata minima per mancanza di lavoro..
    che libertà di scelta (da noi) ha uno che non lavorava (e non lavora)?
    e che libertà avrebbero gli italiani vedendo distrutto un sistema bancario e finanziario pubblico?
    qua non si tratta di una settimana di disagi ma di 4 mesi di inferno!

    Una votazione con una pistola puntata sulla tempia in ogni cittadino italiano non sarebbe democrazia

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Ma io sono perfettamente d'accordo sull'inopportunità di ricorrere a questo strumento nel momento attuale. Dico che lo strumento, in sè, potrebbe (per il futuro, ormai, quando si dovrà ripartire), costituire un efficace "filtro" contro il vincolismo esterno (se la costituzione non lo prevede, si può cambiare. La cambiano per il pareggio di bilancio, perché non cambiarla per migliorare l'esercizio della sovranità popolare?).
      Ma naturalmente a patto che vi siano le necessarie condizioni. Serenità nelle scelte, come giustamente dici, e piena coscienza delle problematiche dall'altra.
      Tutto questo non è certo possibile con la politica schizofrenica che abbiamo adesso (sia a livello italiano che europeo), con un'informazione che non trova di meglio da fare che disinformare sui problemi da un lato e cavalcare un antiparlamentarismo becero e pericoloso dall'altro, e con il fucile dello spread puntato contro.
      Il voto di chi è terrorizzato, è un voto pericoloso: basta vedere come i "terrorizzati" irlandesi hanno detto si al fiscal compact.

      Elimina
  9. il problema è che con l'attuale livello di disinformazione molte persone non hanno idea del fatto che l'eurozona stia crollando e indire un referendum rischia quasi di apparire, agli occhi dei più, come un atto coraggioso di tal partito e come tale meritevole di approvazione da manifestarsi in sede elettorale.. e c'è il pericolo di trovarci di nuovo Belzebù o pure GrilloBù®

    RispondiElimina
    Risposte
    1. E' anche un modo per non dire "usciamone subito", così la discussione si sposta sul referendum da fare DOPO le elezioni e non sull'urgenza di discutere ORA dell'uscita dall'euro prima che, come dici tu, non imploda per gli evidenti danni strutturali.
      Intanto si lascia carta bianca per fare ulteriori danni al paese.

      Elimina
    2. già, o ancora meglio in fase elettorale si promette un referendum sull'euro e poi DOPO non si fa più, così i capitali scappano comunque e nell'euro ci si rimane.

      Elimina
  10. Per votare una cosa del genere ci sarebbe bisogno di una legge costituzionale ad hoc, con relative maggioranze. Dacché se mai voteremo un referendum di quel tipo significherà che la "casta", dona ferens, ce lo avrà graziosamente concesso. In generale non mi piacciono i referendum ottriati, e in particolare timeo strontios. Vedremo. Per ora è solo una sparata maroniana.

    RispondiElimina
  11. Sono solo io l'antidemocratico che pensa che un referendum su un tema così complesso fatto fare a 40 milioni di persone che non ne capiscono una mazza e che nel migliore dei casi si informano sui talk show in TV sia pericoloso e controproducente? Per me la "democrazia diretta" andrebbe applicata su temi "base" in cui il cittadino, senza avere un PhD, possa capire le dinamiche dell'argomento. Qua stiamo a sbatterci da un anno e ancora c'è gente che non ha capito una mazza.

    Ma poi pensiamo che un referendum in cui vota mi cuggggggino il tornista e mi fratellllo il meccanico possa risolvere tutto.

    Purtroppo non ci credo.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Non può esistere infatti democrazia senza informazione libera. Io penso che ci sia del buono nei sogni del M5Stelle, penso che la democrazia diretta debba essere un punto di arrivo per una società migliore, ma prima occorre che l'informazione sia resa realmente libera e plurale e che i cittadini siano messi nelle condizioni di capire senza essere ricattati da manipolazioni di varia natura. Non credo all'idea che solo chi sa debba decidere, penso che chi sa ha il dovere di aiutare gli altri a capire esponendo costi-benefici in modalità trasparenti, senza il peso delle lobbies alle spalle.
      E' una visione utopica, ma immaginare un mondo dove il tornista deve solo lavorare e non può decidere su questioni complesse, beh significa per me condannarci all'estinzione sicura.

      Elimina
    2. D'accordissimo. Ma infatti dici: "ma prima occorre che l'informazione sia resa realmente libera e plurale e che i cittadini siano messi nelle condizioni di capire senza essere ricattati da manipolazioni di varia natura". Su questo siamo d'accordo. Ma visto che attualmente non esiste quello di cui parli, far decidere 40 milioni di disinformati che hanno la loro idea basata sul terrorismo psicologico di cui sopra, servirebbe solo ad affermare le convinzioni delle lobbies che decidono.

      T'immagini se le decisioni che tanto contestiamo e che chiamiamo "atidemocratiche" fossero supportate da un plebiscito? A questo punto goofyani, anatroccoli e compagnia bella sarebbero comunque visti come una minoranza di pazzi visionari ed "antidemocratici", essendo gli unici che vanno contro la maggioranza della popolazione.

      Se non altro, ora come ora abbiamo qualcuno a cui dare la colpa dello status attuale non avendoci interpellato per decisioni quali fiscal compact e pareggio di bilancio nella costituzione.

      Elimina
    3. Sono d'accordo con te, Referendum a parte mi spaventano anche le sole elezioni.

      Poichè la maggioranza della popolazione ha un basso livello di istruzione e purtroppo limitati strumenti e capacità di comprensione della realtà, dovrebbe essere compito della Politica (con la P maiuscola, non voglio usare la parola partiti) ed in particolare di quella della ormai sedicente "sinistra", svolgere quel ruolo di mediazione per trasferire concetti e analisi che possono anche essere in parte "complesse", come le analisi economiche presentate in questo blog, in una forma più accessibile alla grande maggioranza della popolazione, allo scopo di fornire delle chiavi di interpretazione della realtà, e presentarne le conseguenze, in modo da consentire scelte consapevoli.

      Ciò presuppone

      1) La capacità di analisi della realtà nei suoi diversi aspetti con criteri oggettivi
      2) La definizione dei principi nell'ambito dei quali orientare la propria azione

      Avendo la Politica della sedicente "sinistra" completamente rinunciato ad entrambe i presupposti, nella migliore delle ipotesi per ingenuità ed autoreferenzialità nel primo caso e per opportunismo e tornaconto personale nel secondo, luogocomunismo e pensiero unico avrebbero, e purtroppo hanno, buon gioco nel fare impiccare la massa con le proprie mani.

      Per questo Bagnai si è incazzato come una bestia e si è mobilitato facendo quello che sa e può fare, per questo anch'io sono incazzato come una bestia.

      In questo contesto, chi ha meno capacità e strumenti propri per interpretare la realtà, presenta ancora il riflesso condizionato di fedeltà alla linea "anche quando la linea non c'è"...... se poi non bastasse c'è sempre un pò di terrore.

      Elimina
    4. Se devo essere sincero, a prescindere dal discorso sul referendum per l'Euro, sono completamente convinto che la democrazia diretta sarebbe un'ottima cosa.

      E' vero che in questo momento c'e' il problema dell'informazione, ma è altrettanto vero che se realmente il cittadino potrebbe far pesare il suo volere su alcune importanti decisioni, allora ne scaturirebbe un dibattito e una diversa sensibilità sulle questioni statali.

      Io non voglio avere paura del prossimo ritenendolo "peggiore", tollererei meglio uno sbaglio di massa, che uno sbaglio di pochi sul groppone della massa.

      Senza considerare che i pochi non sempre sbagliano, solo fanno conti propri, non quelli della collettività.

      Elimina
    5. Chiedo venia per il congiuntivo/condizionale in libertà, tre ore di volantinaggio rendono dislessici alle volte :/

      Elimina
  12. Assolutamente d'accordo. Il referendum andava fatto al momento di entrare nell'€ e sicuramente avrebbe il partito anti€, come dimostrano tutte le poche consultazioni elettorali che sono state fatte per esempio in Svezia, Francia, Danimarca e Olanda. La UE e l'€ alla gente comune non piace, nonostante una propaganda martellante e una classe politica (di destra, di sinistra e di centro) tutta protesa a promuoverne gli inconfessabili fini. Chi propone un referendum sull'€ ora, è l'equivalente di un cavernicolo messo nella sala operativa di una centrale elettronucleare. E' sconvolgente come gente così ignorante e incompetente si proponga a mansioni direttive di livello nazionale.

    RispondiElimina
  13. Questa storia del referendum è veramente ridicola... Come si può anche solo pensare di mettere una data certa in cui se compriamo una valuta il giorno prima e la vendiamo il giorno dopo guadagnamo il 20% circa? Cos'è l'albero della cuccagna? Ma possibile che per giustificare l'ingiustificabile si debba fare la corsa a chi spara la scempiaggine più grossa? E' talmente evidente che quando l'€ esploderà succederà dalla sera alla mattina e gli unici capitali che si muoveranno saranno quelli dei soliti rentiers all'ultimo minuto che su questo è assurdo intavolare anche una discussione. Al massimo si può fare una scommessa su quando succederà e a quanto sarà lo spread... Tanto per ammazzare il tempo.

    RispondiElimina
  14. Però, se il problema è quello dei piccoli risparmiatori che presi dal panico cercherebbero di portare all'estero i loro spiccioli, che sommati fanno una montagna che ci seppellirà, una soluzione potrebbe essere quella che diceva Borghi: assicurare la convertibilità di un certo importo, ad esempio i 100.000 euro, senza limiti di tempo, cioè non al cambio iniziale 1 a 1 ma al cambio che si avrà al momento della conversione.

    A parte i problemi tecnici, un referendum non l'abbiamo fatto prima, non lo facciamo neppure ora... nella campagna per le elezioni politiche comunque di questo si parlerà, anche se magari non saranno quelli “di sinistra” a farlo dato che preferiscono la politica dello struzzo.

    Quelli che in segreto dovrebbero decidere l'uscita posso anche immaginarli ma nella mia immaginazione hanno il cappuccio e/o il grembiulino... :)

    La mia opinione è che non si può essere elitari o nazionalpopolari a giorni alterni: le elite ce l’hanno già messo sotto la coda (come simpaticamente diceva Casalinga di V.) portandoci nell’euro, ci porteranno fuori quando avranno elaborato un piano B per ottenere lo stesso risultato.

    Tra l’altro non vedo come si possa discutere del perché uscire dall’euro senza parlare del perché ci siamo entrati...

    RispondiElimina
  15. Un saluto al Professore Bagnai e a tutti i lettori del blog.
    Premettendo che seguo il suo lavoro da qualche mese e di economia ne capisco davvero poco, ma grazie al suo aiuto qualcosina di più, volevo sapere se secondo lei,calcolando che i media disinformano la popolazione (l'euro vi porterà benefici-la colpa è del debito pubblico ecc.), un referendum sull'entrata nell'euro non sarebbe stato inutile? O per meglio dire con una manipolazione mediatica alla quale assistiamo giornalmente il risultato non sarebbe stato scontato? Tornando ai giorni d'oggi ho capito perchè l'uscita dall'euro sarebbe meglio farla senza referendum,ma qui non c'è nessuno che dica usciamo. Quindi comunque anche se demagocica la proposta di poter dire la mia sulla questione la trovo migliore di un continuare con la politica dell'euro che non è reversibile,o per meglio dire la trovo la meno peggio. Magra consolazione lo so.

    Comunque domani dalle 14 alle 15 il Presidente del Parlamento Europeo Martin Schulz sarà in chat su Facebook disponibile a rispondere a qualsiasi domanda. Immagino che voi possiate fargliene qualcuna di parecchio scomoda! :D

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Avevo dimenticato il link http://www.europarl.europa.eu/news/it/headlines/content/20120831STO50262/html/In-chat-con-il-presidente-del-PE-Martin-Schulz

      Elimina
    2. Già Schultz... Per la serie "Quelli che... meno male che c'è l'Spd".

      Intervista a Martin Shultz di Corradino Mineo - 4/9/2012
      http://www.youtube.com/watch?v=DFc2CZ0o3Vk

      Non saprei: più piddino o più mascalzone?

      Elimina
  16. Una domanda professore.. ma lo scudo anti-spread che draghi sta cercando di far passare quanto rallenterebbe il crollo?

    RispondiElimina
    Risposte
    1. credo che la menino fino alle elezioni usa, quelle tetesche mi paiono troppo lontane

      Elimina
    2. probabilmente il prof. ti direbbe,+-, se tu avessi letto tutti miei post attentamente,non avresti fatto questa domanda.Dato che presumo sia molto affacendato e magari stanco,azzardo ,umilmente,una risposta non in sua vece ma a suo,spero, conforto.
      Risposta : il rallentamento sarebbe pari allo 0,1-0,15% della velocità attuale.
      Praticamente è come mettere un tallone(della Merkel)per frenare una macchina già avviata con velocità crescente,in discesa con forte pendenza e senza freni.Nun se po'.Un tentativo più serio sarebbe buttare Angelona sotto le ruote anteriori,ma temo lei non ci stia,in tutti i sensi.

      Elimina
    3. ...povero Mario, cosa non si farebbe per difendere il proprio posto di lavoro...

      Elimina
    4. Cose già dette e ridette anche qui, ma riporto un passaggio da un articolo recente di Ambrose Evans-Pritchard, perché la chiusa è deliziosa:

      At the end of the day, there is no plausible way to set policy for the North and South of the eurozone. The structure is unworkable.

      They can hold it together but only by creating endless distortions for one area or the other, with an endless lurch from one crisis to another, until the maniacs who created monetary union are finally hanged from lampposts by a justly enraged mob. One notes dispassionately, however, that mobs aren’t what they used to be.
      http://blogs.telegraph.co.uk/finance/ambroseevans-pritchard/100019701/fresh-glimmers-of-hope-for-the-eurozone-technical/

      Elimina
    5. @alessandro

      credo che la risposta sia questa .

      Elimina
  17. Non sono un giurista ma credo che il principio su cui si basa l'Europa (pesce grande mangia quello piccolo dopo averlo allettato dicendogli "Entra con me nella boccia, tutti insieme staremo meglio!") sia oramai codificato nero su bianco nel MES che l'Italia ha ratificato contemporaneamente all'approvazione del Fiscal Compact.

    Nel MES ci sono passaggi significativi, a mio avviso, tipo questo (par. 7, art. 4, pag. 12)

    "Il numero dei diritti di voto di ciascun membro del MES, esercitati dalla persona da esso designata o dal rappresentante di quest'ultimo in seno al consiglio dei governatori o al consiglio di
    amministrazione, è pari al numero di quote assegnate a tale membro a valere sul totale di capitale versato del MES conformemente all’allegato II." ovvero più soldi c'hai messo più voti hai (è democrazia da consiglio di amministrazione) e ovviamente noi abbiamo capito che è che ha più marchi, pardon!, euro di risparmio da versare, vero?

    il successivo par. 8 dice che se non paghi o se sei stato aiutato non conti più un cazzo! Ovvero vieni spolpato vivo.

    MA CHE BELLA UNIONE! Mi sembra l'unione degli squali: il primo che perde sangue accende la fregola dei suoi "fratelli" che se lo sbranano.

    La cosa più """divertente""" del MES è l'art. 32 sull'immunità, ma questo lo lascio ai volenterosi (e consiglio di diventarlo, qualunque sia il vostro lavoro): si parla di beni del MES non accessibili da nessuna giurisdizione, di archivi inviolabili, di memebri del MES coperti da immunità. Ci manca la pena di morte per lesa maestà e non ci si fa mancar(ma a quello ci pensa il trattato di Lisbona).

    Sembra tanto un modo per far sì che un Paese che decida di uscire dall'euro, possa un giorno rientrare in possesso di ciò che gli è stato confiscato.

    Concordo che il referendum possa diventare l'esca messa dentro la trappola. Occorre informare la gente e farle capire che in questa europa c'è solo un futuro da sudditi.


    RispondiElimina
  18. Referendum ???? processo stile norimberga sarebbe necessario ma dubito che ci ci ha infilato l'eurocappio al collo ci lasci liberi così per spirito caritatevole . capito il meccanismo della grande truffa credo che ci siano pronti i carriarmati per tenere buona la gente . mi accontenterei di una legge stile legge bancaria del '36. Ovviamente senza quello che dopo ha comportato.

    RispondiElimina
  19. Voglio far divertire il prof. Bagnai..sentite cosa scrive in un forum un troll piddino..

    "Inflazione Italia 2012: prezzi al consumo in continuo aumento, i dati Istat
    Sabato 1 Settembre 2012, 10:00 in Economia di Arianna Strada

    L'indice dei prezzi al consumo è salito in modo molto più ampio rispetto a quelle che erano le previsioni. I dati Istat.

    Il rincaro della benzina ha portato l'inflazione alle stelle ben oltre quelle che erano le aspettative. La recente impennata dei prezzi energetici, carburanti su tutti, ha fatto tornare a salire l'inflazione in Italia, che ad agosto si assesta su un preoccupante 3,2%.
    Secondo questi dati rilasciati dall'Istat l'indice dei prezzi al consumo è salito in modo molto più ampio rispetto alle previsioni che parlavano di una possibile inflazione al 3,1%: "Sono dati che ruotano tutti attorno alla componente trasporti, dove il rialzo è stato più sostenuto di quanto avevamo previsto, decisamente a causa del rincaro dei prezzi dei carburanti" le parole dell'economista di Unicredit, Loredana Federico.
    -------------------------

    Sia pure che la svalutazione possa non essere conseguenza diretta per un aumento dell’inflazione visto e considerato che i vari interventi di banche e governi possono compensare la percentuale di svalutazione, con interventi di politica dei redditi o con defiscalizzazioni varie, (che è poi la scoperta dell’acqua calda) mi piacerebbe conoscere il parere di Bagnai sul suo convincimento che l’inflazione non influisce sui prezzi al consumo. Se poi mi vuol dire che basterebbe che i commercianti od i produttori vari se si limitassero nel ricarico …. Una risatina ce la possiamo pure fare.

    La stessa che potrebbe fare la pensionata che a fronte di una inflazione non dovrebbe subirne conseguenze. Sempre a sentire il mitico Bagnai! "

    Io nn commento, spero lo faccia Bagnai con sincera ironia e compassione.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Ma sai che non capisco proprio come parla questo qui?

      "Sia pure che la svalutazione possa non essere conseguenza diretta per un aumento dell’inflazione visto e considerato che i vari interventi di banche e governi possono compensare la percentuale di svalutazione, con interventi di politica dei redditi o con defiscalizzazioni varie, (che è poi la scoperta dell’acqua calda) mi piacerebbe conoscere il parere di Bagnai sul suo convincimento che l’inflazione non influisce sui prezzi al consumo."

      Intanto, l'inflazione è la variazione dell'indice dei prezzi al consumo, quindi che significa che l'inflazione non influisce... su se stessa? Forse voleva dire "svalutazione"? Ma appunto, l'euro "forte" in un anno si è svalutato del 16% rispetto al dollaro (da agosto ad agosto), il che significa due cose:

      1) che forte non è;
      2) che se uscissimo guadagneremmo competitività rispetto alla Germania, ma difficilmente faremmo un ulteriore scivolone del 20% rispetto al dollaro!

      Insomma: restando nell'euro abbiamo tutto lo svantaggio di una svalutazione rispetto al dollaro, senza il vantaggio della svalutazione rispetto alla Germania. Uscendo avremmo il vantaggio della svalutazione rispetto alla Germania, avendo già in gran parte scontato lo svantaggio di quella rispetto al dollaro.

      Poi bisognerebbe andare a vedere i dati cosa dicono esattamente (ad es.: cosa sta facendo il prezzo del petrolio) ecc.

      In ogni caso, guardate che con una crescita reale al -2.5% non è male che ci sia un po' di inflazione. Una crescita nominale negativa implicherebbe una bella esplosione del rapporto debito/Pil, non so se è chiaro!

      Mi fa anche ridere il fatto che un 3.2 (stimato) sia ritenuto molto più ampio di un 3.1 (previsto). Questo qui trasuda dilettantismo da tutti i pori!

      Elimina
    2. Non è che una ulteriore svalutazione rispetto al dollaro farebbe proprio schifo, anzi. Dato che in molti settori settori la molla dell'outsourcing e dell'offshoring verso i paesi asiatici (che pesa, eccome) è il costo più basso dell'ULA (FTE), faccio un esempio terra terra che conosco fin troppo bene:

      costo ULA (settore chimico farmaceutico)

      2002 (cambio USD/EUR 0.9833 30/08/2002)
      USA 204.800 USD
      ITALIA 143.898 USD (153.600 eur)
      CINA N.A.

      2007 (cambio USD/EUR 1.361 30/08/2007)
      USA 192.000 USD
      ITALIA 209.049 USD (153.600 eur)
      CINA 100.000 USD

      Nota: dati senza valore statistico provenienti dalla mia attività, coi valori del cambio USD/EUR preso da http://www.frasi.net/utilita/cambiovalute/default.asp?ISO=USD

      Indovinate cos'e' successo? L'inizio dello smantellamento del settore in Italia, causa generalizzato disimpegno delle multinazionali che avevano strutture produttive o di ricerca in italia, e crisi delle aziende italiane che ha colpito sia quelle orientate alla ricerca che quelle orientate alla produzione (ma non quelle orientate principalmente alla commercializzazione). Questo raccontato un tanto al chilo, giusto per dare un'idea.
      Immagino che lo stesso meccanismo abbia tagliato le gambe anche ad altri settori industriali. Quindi, non solo l'euro ha sterilizzato la nostra competitività rispetto ai tedeschi, ma lo ha fatto a livello globale, con conseguenze immediate (riduzione degli investimenti, dei posti di lavoro, degli utili di esercizio, aumento dei fallimenti e delle sofferenze bancarie) e di lungo termine (il know how industriale non si impara all'università, ed è fondamentale la trasmissione di sapere tra generazioni: se il meccanismo si interrompe, tocca reinventare la ruota ogni giorno- attività non particolarmente produttiva).

      Elimina
  20. Ragazzi SVEGLIAAAAA!!!! Ma di quale referendum stiamo parlando? Informazione libera? Gente che capisce l'economia? Ma se non sono usciti dall'euro i greci usciamo noi? Me li leggo già i titoli sui giornali: "Se usciamo dall'euro faremo cadere il fogno europeo". E voi credete che i dibattiti saranno chiari, imparziali, dove tutti diranno la verità? A questo punto i partiti (sopratutto di sinistra) prima faranno i disfattisti poi dopo il patatrac, ma con la vittoria del si diranno "bè noi abbiamo sbagliato, ma anche la gggente col referendum....". Eppoi dove li mettiamo i piddini? Sono mica pochi quelli, e molti non riesci mica a convincerli manco coi numeri...

    RispondiElimina
  21. "La natura fascista dell'euro", questa me la rivendo, ovviamente citando. Erano dieci anni che ci giravo intorno cercando di elaborare il concetto ma non sarei mai riuscito a sintetizzarlo così efficacemente... genio! E per quanto riguarda il referendum sull'euro... condivido al 100%, sarebbe un bagno di sangue, e permettere che se ne parli ancora (specialmente agli Chicago Boys di Pinochetiana memoria) permettere che che anche solo si ventili l'ipotesi di una uscita unilaterale, avrebbe gli stessi effetti devastanti anche senza arrivare al referendum.
    (ops... come primo commento riconosco di essere stato un po' pirotecnico, in futuro cercherò di contenermi, giurin giurello)

    RispondiElimina
  22. cosa volete che capisca il bobbolo aizzato dai vari caporioni di turno di euro e di referendum?
    Se proprio si dovessero spendere energie per un referendum, allora facciamolo ma con il quesito:
    "Volete Voi bobbolo tajano che la vostra amata patria Taja venga annessa dalla Germania?"
    Allora spiegando al bobbolo che con l'annessione tutti i suoi problemi finirebbero, il bobbolo, salvo i mafiosi, voterebbe SI

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Carissimo, la domanda corretta è un'altra: "in caso di crisi economica, preferisci che si svaluti la moneta, o che ti tagliamo lo stipendio?" E vedi cosa risponde il popolo. Sai, in Mundell (1961) c'è scritto questo, ma al popolo non l'ha tradotto nessuno. Qui ci stiamo provando, umilmente ma tenacemente...

      Elimina
  23. Secondo Lei, il prof. Paolo Savona è ONESTO e democratico nel voler trattare l'euro ed una sua eventuale uscita ?
    Non credo voglia seminare il panico tra i piccoli ma numerosi risparmiatori-correntisti visto che il suo "vecchio" piano B. per il ministro Tremonti fu tenuto segreto fino alla fine del Governo Berlusconi.

    Grazie

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Ma veramente non capisco a quale affermazione del prof. Savona ti riferisci. A me è sembrato un po' contraddittorio, qualche volta, ma certamente è uno studioso molto serio e non vedo perché si debba mettere in dubbio la sua onestà. Magari se mi dai uno spunto più preciso... tenendo anche presente che non sono qui per dare pagelle...

      Elimina
    2. mi riferivo alle dichiarazioni Paolo Savona alla trasmissione di Gad Lerner il 4 giugno .

      http://www.youtube.com/watch?v=QrMOMOaCf_o

      "ritirata" dall'euro ( Area economica Ottimale )..

      e il piano B c'è già , dice Savona all'8 minuto, osservate come Mucchetti si muove sulla poltrona.

      e poi al 9 minuto ..." non si vuole che se ne discuta in pubblico...."

      cordiali saluti prof. Bagnai

      Giobbe 8871

      Elimina
    3. Chiunque trattasse sull'uscita da parte dell'Italia da UEM CAUSEREBBE NECESSARIAMENTE un "danno" notevole per le nostre Banche, i depositi diminuirebbero ancora di più.
      e gli idioti germanici se ne avvantaggerebbero nel breve per poi pentirsi nel lungo periodo.
      Giobbe

      Elimina
    4. Sì, però non capisco comunque la domanda, nel senso che mi pare che l'analisi sia corretta, diciamo conforme a quello che uno studioso di economia internazionale sa. Quindi il problema qual è? Ovviamente non sono d'accordo sul concetto di "unione politica", perché è chiaro che quella è infattibile proprio politicamente, e che ci porterebbe ad una annessione di fatto da parte della Germania. Le riforme istituzionali della quali il prof. parla non hanno senso, come ho spiegato in "le aporie del più Europa".

      Nota, che propone anche di abolire il divorzio. Trovo anche interessante la prospettiva internazionale nella quale si mette.

      Le considerazioni sul piano B sono piuttosto ovvie, non capisco perché ti preoccupano...

      Elimina
    5. Non sapevo che vorrebbe abolire il divorzio. Allora non è un vero Liberale.

      Nel voler coinvolgere il pubblico, il Popolo con trattazione pubblica sull'argomento Paolo Savona si mette sullo stesso piano di quelli che chiedono un Referendum. Non crede prof. Bagnai ?

      Elimina
    6. Ma de che stamo a parla'?

      Io sto parlando del divorzio fra Tesoro e Banca d'Italia (lui non lo nomina esplicitamente, ma implicitamente sì). Poi, circa il coinvolgimento del pubblico, Savona non ha detto che il "pubblico" deve decidere. Ha detto una cosa ovvia, che ho detto anch'io a Radio Popolare, cioè che è chiaro che un piano B è pronto. Mi sembra il minimo. Il che ovviamente (nella sua ottica) non vuol dire che verrà usato. Quindi cosa c'entra questo atteggiamento razionale con il delirio di Grillo o del governo?

      Elimina
    7. Pensavo volesse andare contro il Referendum sul Divorzio.

      Allora sul divorzio tra Tesoro e Banca Italia, Savona è sulla linea di Nino Andreatta.

      Col delirio di Grillo o del Governo non c'entra.

      Ma Savona come può coinvolgere il "pubblico" lasciando al Governo-Parlamento la decisione. Con il "pubblico" dibattito televisivo ?

      Mille grazie per l'attenzione prof. Bagnai
      cordiali saluti
      Giobbe

      Elimina
    8. Quindi , il prof. Paolo Savona , volendo abolire il divorzio tra Tesoro e Banca Italia si mette contro tutti i "benpensanti" economisti italiani post dimissioni Baffi-Sarcinelli. Ciampi piangerà se l'abolizione si realizzerà. e la salma di Nino Andreatta si rivolterà.

      ieri ho mal compreso sul divorzio.
      Cordialmente
      Giobbe

      p.s. la sua opera extra universitaria è utile per una piena consapevolezza della realtà economica, monetaria, finanziaria dell'Italia.

      Elimina
  24. Diranno: "Bagnai, tu vuoi uscire dall'euro a destra, vuoi salvare i capitalisti e non i piccoli risparmiatori...". Ancora?! I capitalisti, amici cari, non si combattono in questo momento: in questo momento hanno già vinto e stanno già al sicuro.

    Amen. Bisogna uscire e punto (certo ragionevolmente, con tutte le precauzioni necessarie e note).
    E fortuna che esiste una lotta tra capitalisti e non solo la lotta di classe, perché se aspettiamo "quelli che...dobbiamo uscire dall'euro a sinistra" stiamo freschi.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Ecco. Questo però qui lo abbiamo capito, e siccome non siamo tutti premi Nobel forse non è così difficile da capire, quindi chi non lo capisce...

      Elimina
    2. E' proprio questa la roccaforte difficile da espugnare, non il muro piddino, ma la rocca del piddino risparmiatore.

      Ora non so come abbia fatto a risparmiare, visto le mazzate che prendono i salariati di questi tempi, ma evidentemente parecchi ce l'hanno fatta; forse ce l'hanno fatta nei favolosi anni della lira, quando anche l'operaio riusciva a mettere qualcosina da parte, malgrado l'inflazione e le lotte sindacali.

      In ogni caso solo così riesco a spiegarmi tutto questo cieco accanimento in difesa l'euro. Forse così pensano ancora di andare in paradiso.




      Elimina
  25. @Alessandro G
    ci vogliono dire che è questione di debito privato? ahhahaha

    RispondiElimina
  26. Si ho letto Coco e l'ho anche commentato. Io non capisco come quel tipo possa definirsi "indipendent economist" su linkedin... a volte penso che si tratti solo di un alias di Giannino.

    RispondiElimina
  27. grazie alessandro mi ha messo di buon umore ;)
    ho letto solo 15righe ed era tutto chiarissimo (!!!)
    ora il problema è proprio la libera circolazione dei capitali e il mercato non regolamentato ...basta parlare di euro!

    RispondiElimina
  28. Leggetevi questa intervista. Io sono scoppiato a ridere leggendo la riaposta alla domanda sulla Silicon valley.

    http://www.linkiesta.it/produttivita-lavoro

    RispondiElimina
  29. Probabilmente uscire subito dall'euro senza se e senza ma sarebbe la cosa migliore, ma quanta gente ha questa idea in Italia, forse si e no il 10%?
    E' un idea difficilmente sostenibile, la gente ha troppa ignoranza economica e c'e in giro troppa strumentalizzazione politica.
    Personalmente non ritengo sbagliata l'idea di Grillo di informare la popolazione (adeguatamente)e poi chiamarla a decidere, forse l'unica strada per poter uscire dall'euro sconfitta che è questa moneta privata della BCE, che ingrassa le lobby bancarie e inpoverisce noi.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Più del 10%, stando ad alcuni sondaggi non di parte, dovrebbero essere il 30%, che non è poco. Gli euroentusiasti invece sono attorno al 40%, e il restante trenta non sa che pesci pigliare.

      Tra l'altro ne parlo spesso in giro, e devo dire che non mi prendono più di tanto per pazzo. A confronto delle anime belle devo dire che l'alleggerimento progressivo del portafiglio la gente l'ha sentito, e sempre di più ricordano che avremo pur avuto Silvio nel 2010, ma anche Craxi negli anni '90, e forse la discriminante non sono i personaggi, ma la moneta.

      Elimina
    2. Questo è quanto riportato da Reuters a giugno sull'€urogradimento degli italiani.

      Io parlo dai piani bassi e non trovo difficoltà nella mia opera di (misera) divulgazione.
      Parlo con lavoratori dipendenti, piccoli professionisti, piccoli e piccolissimi imprenditori, contadini, commercianti, insegnanti, mamme preoccupate.
      Vivo in un luogo turistico e durante l'estate in spiaggia ho parlato anche con gente di fuori (anche tedeschi e olandesi), tutti sicuri di averlo preso sotto la coda grazie all'Euro e all'Europa, e che i governanti ci stanno raccontando un sacco di balle.
      Gli unici veramente piddini sono dipendenti di alto livello (ingegneri, medici, dirigenti...) del nord (Lombardia, Piemonte), quelli insomma che si sentono moderni e rampanti (e di sinistra), anche perchè per ora possono permetterselo.

      Elimina
    3. @sil-viar

      Se non ci fossi, bisognerebbe inventarti (e non sarebbe facile).

      Elimina
    4. @Aleardo

      Scusa, mi spieghi cos'è questa monetasovrana? Qualcosa di diverso da quello che propongo io, cioè Banca centrale non indipendente dal governo (abolizione del golpe del 1981) e regolamentazione (repressione) dei mercati finanziari?

      Cosa c'è di più? Sai, mi interessa, perché io ho studiato economia, non marketing, quindi di brand mi intendo poco.

      Elimina
  30. Caro professor Bagnai, sono un novello lettore del suo blog (qualche settimana) e prima di contestarla nel merito del post preciso di essere un consapevole ignorante di economia, sotto ogni punto di vista. Anche per questo ritaglio i miei spazi quotidiani per assimilare le ottime 'istruzioni per l'uso' e capirci dentro qualcosa di più. Prendo quindi il rischio di espormi alle sue taglienti critiche. Tuttavia la mia contestazione non è, per ovvi motivi, di natura economica. Ho letto diverse sue repliche a lettori 5 stelle e le anticipo che sono uno di loro. Ho capito come la pensa sulle dinamiche del movimento ma, mi corregga se sbaglio, ho concluso che le stesse dinamiche le conosce più per sentito dire che altro. La mia critica vuole essere precisa: lei rimanda al link ''noti fatti di cronaca'', ovvero all'articolo indegno di Repubblica circa l'esposto all'Agcom (che non è all'Agcom) di presunti attivisti (che tali non sono) per sostenere la natura scarsamente democratica del mov. Da questo e altri discutibili giudizi sulle dinamiche 5 stelle credo di poter affermare (d'altronde lo fa lei stesso) che non sia così informato sul mov. da parlarne con la sicurezza con la quale pontifica ('nel senso di creare un ponte' tra noi ignorantoni e l'economia reale) su debito privato e corbellerie piddine. Concordo con la sua abbozzata analisi politica del mov. su un punto solo: Beppe di economia sa ben poco (e credo ne sia consapevole anch'esso). Dissento sulla natura vincolante dei post di Beppe per l'indirizzo del mov. e sulle manovre in malafede per accaparrare il consenso degli stolti. Penso, al contrario, che il blog di Beppe abbia dimostrato negli anni su altri temi, e possa farlo anche in campo economico, di essere un archivio di raccolta di informazioni in divenire, tale che non si farebbe alcun problema ad accettare un suo contributo, dopo quelli di B.Scienza e Benetazzo. Questo perché la natura del mov. (sarò idealista, ma sulle dinamiche del mov. sono alquanto informato) è democratica e si esprime nel confronto di personalità anche opposte sulle quali gli attivisti esprimono un giudizio (vedere bordate di insulti al video di Willer Bordon per credere) che Grillo ha più volte dimostrato di tenere in considerazione (senza contare che nel locale Beppe non interviene e la speranza è che lo stesso accada nel nazionale; attivisti come me si preparano a contrastare un indirizzo contrario). Pertanto la invito a non derubricare a 'occasione sprecata' un movimento a causa di una infelice analisi economica del suo uomo immagine o di qualche suo ospite, ma di accettare, se si presenterà l'occasione e se avrà tempo, l'idea di dare una mano, oltre che con la sacrosanta divulgazione di goofy, anche con contributi del suo livello a favore della base a 5 stelle.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Caro Simone,

      ti ringrazio per il fatto di dare per scontato che io parli per sentito dire. Che Repubblica faccia disinformazione lo so, sicuramente quella scelta non è particolarmente felice. Ma mettiamola così: tu sei una persona che crede in quello che fa, e quindi io ti rispetto. Spero quindi si sbagliarmi nelle mie valutazioni, perché altrimenti sei nella merda. Va da sé che se mi proponi di esprimermi dove si esprime certa gente, un po' ci sei già, almeno su questo blog, anche perché quando si arriva a quel livello NON esiste buona fede. Punto. Non ci sono scuse e mi dispiace per te.

      Ma io non mi riferivo tanto a questo, quanto al fatto che forse potresti scoprire che le persone nelle quali credi ti rispettano meno di quanto lo faccia io. E sarebbe triste.

      Speriamo non sia così e continuiamo a lottare per quello in cui crediamo.

      Elimina
  31. Non è che anche stavolta, come nel caso della "disputa provinciale tra keynesiani e neoliberisti" hanno concordato un attacco congiunto?

    http://www.ilfattoquotidiano.it/2012/09/02/vivere-confusi-tra-stato-e-mercato-come-secolo-fa/340636/

    Menzione per il Premio Ipocrisia 2012.

    RispondiElimina
  32. Buonasera,
    aggiungo il mio contributo, elementare, che a ben vedere il contenuto della faccenda non aggiunge nulla, ma di cui non vi è chiaramente traccia tra i proclami genovesi



    Art. 75. Cost.

    È indetto referendum popolare per deliberare l'abrogazione, totale o parziale, di una legge o di un atto avente valore di legge, quando lo richiedono cinquecentomila elettori o cinque Consigli regionali.

    NON è ammesso il referendum per le leggi tributarie e di bilancio, di amnistia e di indulto, DI AUTORIZZAZIONE A RATIFICARE TRATTATI INTERNAZIONALI.

    Hanno diritto di partecipare al referendum tutti i cittadini chiamati ad eleggere la Camera dei deputati.

    La proposta soggetta a referendum è approvata se ha partecipato alla votazione la maggioranza degli aventi diritto, e se è raggiunta la maggioranza dei voti validamente espressi.

    La legge determina le modalità di attuazione del referendum.

    RispondiElimina
  33. Da maleducato ho dimenticato i miei saluti al padrone di casa...dato che è il mio primo commento qui..chiedo venia.

    Grazie per questo bello spazio di informazione. Coraggio!

    Emiliano

    RispondiElimina
  34. Avevo sentito qualche mese fa di questo Lord Wolfson (conservatore convinto e ricchissimo finanziatore del CP inglese, amministratore delegato del think-tank neoliberale Policy Exchange vicino alla City) che aveva messo in palio un pacco di sterline per chi avesse mostrato la soluzione più convincente per uscire dall'eurolager, ma non conoscevo il vincitore: Robert Bootle (amministratore delegato dell'istituto indipendente di ricerca macroeconomica Capital Economics) e il suo team. Tra gli altri incarichi ex capo economista della banca d'affari più potente d'Europa (la inglese HSBC), ha nel suo curriculum una serie di pubblicazioni e previsioni azzeccate sulle principali crisi finanziarie scoppiate negli ultimi vent'anni. Sembra uno che sa il fatto suo insomma ed è molto stimato dagli ambienti finanziari, che probabilmente lo stanno a sentire e quindi fa testo a un livello molto alto. Vogliono insomma capire che fine farebbero i loro investimenti denominati in euro in caso di uscita di un paese dall'Uem e, possibilmente, "suggerire" la via più (mettete voi l'aggetttivo) possibile.

    Ora io non ho letto tutto il paper (si dice così giusto?), so 139 pagine e me sta a vvenì a cecagna (studia! leggi! studia!), qualcuno più volenteroso di me lo farà e capirà meglio di me. Però ho letto il sommario, dove c'è scritto che il progetto si concentra sull'uscita della Grecia, giustamente l'anello debole della catena, per la quale si dà già per scontato che oltre a ridenominare il debito sovrano nella nuova valuta debba dichiarare default sulla parte eccedente il 60% del Pil (l'Italia dovrà comportarsi nello stesso modo?); inoltre, cito, "Il Paese uscente dovrebbe immediatamente annunciare un obiettivo in termini di inflazione, che verrà monitorato da un team di esperti indipendenti, adottare una serie di rigide regole fiscali, vietare l’indicizzazione dei salari e annunciare l’emissione di titoli di stato legati all’inflazione." La questione COME si uscirà dall'euro è quindi fondamentale e in Italia temo verrà gestita dalla stessa classe tecnocratica (più che politica) che ha commissariato il paese per "mettere in sicurezza" il sistema finanziario europeo (e i crediti di Germania e Francia...): temo che sulla menata reazionaria della "credibilità" da preservare sui mercati non ci sarà una sostanziale discontinuità. Sbaglierò ma non sono ottimista quanto Bagnai sull'affermazione "I capitalisti si combattono dopo (qui sono d'accordo, ma è un dato di fatto più che altro, visto che prima non c'è state le condizioni politiche per farlo, vuoi per incapacità vuoi per collusione, ndr) ripristinando condizioni regolate sui mercati finanziari." L'ho sentita troppe volte questa della "riforma dei mercati finanziari", le discussioni infinite tra i tecnici regolatori che non portano mai a nulla. E chi dovrebbe farlo poi? Gli stessi tecnocrati che hanno creato questa architettura fascista a danno dei salariati europei? No perché un'emergenza è per sempre, ci siamo già dentro uno stato di perenne emergenza, e in questi casi non c'è mai tempo, e alla democrazia se togli il tempo rimane un consiglio di amministrazione di illuminati, svuotato di qualunque legittima democratica, che decide per tutti.

    La classe politica? Utili idioti da preservare in cambio dei privilegi di casta, basta una leggina elettorale per tenere fuori i non allineati, e forse ormai neppure quella.

    RispondiElimina
  35. Allo stesso tempo però imponenti speculazioni precedenti l'annuncio ufficiale non si possono escludere (leggo nel lavoro che ha vinto il premio: [si propone]"che i principali funzionari del Paese uscente si incontrino in segreto un mese prima di annunciare pubblicamente il giorno dell’uscita o il “D Day”, ovvero il giorno prestabilito. I partner dell’eurozona e le altre organizzazioni monetarie internazionali verrebbero informati della data in questione con tre giorni di anticipo, preferibilmente di venerdì, giorno dell’annuncio al passaggio alla nuova valuta dall’inizio della settimana successiva. Immediatamente dopo l’annuncio, le banche nazionali e i mercati finanziari dovrebbero essere chiusi per evitare la fuga di capitali.").

    Che siamo al tempo del telegrafo? Il segreto quanto potrà durare? Il Fmi è parte integrante della troika che ha messo in amministrazione controllata la Grecia, così come la Commissione Europea che è famosa per la porosità dei suoi elefantiaci apparati (che in un certo senso è un bene per l'informazione, dall'altro sarebbe una manna per gli speculatori; ci vuol poco a "suicidare" Strauss-Khan con una cameriera, figuriamoci carpire informazioni a uno sfigato funzionario europeo); le voci gireranno e non è escluso che qualche "indiscrezione" o "documento riservato" finisca pubblicato sui giornali, magari la FAZ o il Der Spiegel... Se volete darmi del complottista fate pure, ma l'asimmetria informativa è parte fondante della truffa delle oligarchie finanziarie che sulle bolle e le crisi ingrassano a danno dei risparmiatori (il parco buoi). Gli stessi che quando si parla di socializzare i profitti, per una volta ogni cento anni, ti impietosiscono ricordando la pensionata tedesca che perderebbe i suoi soldi se le banche non venissero salvate costantemente dai governi con denaro pubblico o se venissero posti limiti ai capitali dei giganteschi fondi pensione ("vuoi forse questo? nemico del popolo!"). Ci sarà da soffrire e contrastare.

    Sono sicuro invece che il prof volesse dimostrare una volta di più come non ci siano particolari difficoltà tecniche per una uscita ordinata, al contrario di quanto la propaganda terroristica paventa; le indicazioni in tal senso vengono da economisti delle più diverse convinzioni e dei più diversi percorsi professionali. Il fattore tecnico non è più un argomento contestabile.

    PS_Non trovo più il riferimento su questo blog al quadro tecnico presentato da 12 economisti francesi su Le Monde (tra cui Jacques Sapir citato nel post insieme a Bootle) in "Per una rimozione concertata dell'euro". L'avevo letto su Goofynomics (o forse lo confondo con questo) e qui.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Riccardo: leggi di più e scrivi di meno. I commenti a puntate non sono ammessi nel blog. So bene cosa scrive Bootle, so da che parte sta, non dalla mia. Le sua prospettiva politica è diversa dalla mia proposta, per capire la quale ti toccherà leggere oltre 200 pagine (I'm so sorry). L'obiettivo del posto è far capire che su uno snodo tecnico importante esiste ormai una visione di consenso che va da marxisti alla Sapir a gnomi della City come Bootle.

      Chiaro?

      E non preoccuparti, che la riforma oggi conviene a molti, vedrai.

      Elimina
    2. Ah, naturalmente, anche tu, se vuoi fare la rivoluzione, accomodati. Vai avanti tu, che a mme me vie' da ride...

      ;)

      Elimina
    3. Ma anche Sapir è marxista? :)

      Ho letto e apprezzato il suo libro, "Bisogna uscire dall'euro?", ma non ho trovato (è sempre possibile che abbia letto male) nulla di quello che sembra obbligatorio per la categoria... :)

      A proposito di sorprese, questo mi sembra interessante, dopotutto.

      Elimina
    4. Qualcuno abbia pietà di quel mentecatto e gli spieghi che in italiano "balance" si traduce "saldo".

      Elimina
    5. Primo e ultimo commento a puntate (neanche gli atti?). Pensi che una volta scrivevo molto più di oggi, ricavo più tempo per leggere ma avendo interessi moltepici... lei capirà. Fossero anche 800 le pagine del suo libro le onorerò, stia tranquillo, altrimenti non sarei qui ma a leggere le proposte post-pre-moderne di Policy Exchange...

      Sì, chiaro. Infatti ho scritto solo per completezza dell'informazione, non per lei che già sapeva (io non sapevo ad esempio). La rete è vasta e magari qualcuno pensa ancora che come uscire non è importante, l'importante è uscire: un po' come l'abito mentale usato dai PDini per giustificare la permanenza dell'Italia nell'eurozona...

      Non sono il tipo "armiamoci e partite". Non ho ancora trovato un buon motivo per morire: appena lo trovo le faccio sapere. :)

      Elimina
    6. Io penso che come uscire non è importante, e che l'importante è uscire, e non sono un piddino, sono solo uno che ha in orrore i demagoghi cerchiobottisti, e che ha assistito già in Francia al dibattito "usciamo a sinistra invece che a destra", e ha visto come è andato a finire (come IO avevo pronosticato: sì: IO, il più lurido dei pronomi). Mio caro, credo che il tuo blog sia un altro. Peccato che sia un blog dove i lettori non possono commentare. Ma meglio leggere un blog che non si può commentare, che commentare un blog che non si può capire: o no? In amicizia, va a sé! Non saranno ottocento pagine, tranquillo...

      Elimina
    7. Addirittura bollato come starnazzatore mi manda a giocare ai giardinetti, così, d'amblè? No grazie ho smesso, ben prima che in Italia la MMT smettesse di essere solo un acronimo volgare.

      Non mi sono spiegato bene: non voglio crepare nell'euro logorato dal dubbio se uscire a destra o a sinistra! Prima si esce e meglio è. Non ho seguito da vicino il dibattito poltico in Francia, ma so che il Front de Gauche non era per l'uscita dall'euro (né a destra né a sinistra), era dichiaratamente contro Sarkozy e l'Ump ma non contro Hollande e il Ps (i socialisti cabriolèt alla DSK, tra l'altro, che se non ci fosse stata una cameriera di mezzo...). Infatti, COME LEI HA SCRITTO PRIMA DELLE ELEZIONI PRESIDENZIALI FRANCESI, l'ambiguità non ha pagato ed è stato un meritato disastro: al primo turno Mèlenchon ha preso l'11,1% (il cartello elettorale dei partiti comunisti perderà 9 seggi alle elezioni politiche successive), molto meno del Front National che invece ha fatto campagna per uscire dall'euro ma non ha comunque raggiunto il secondo turno. Il FdG non appoggia ufficialmente la coalizione Ps+Verdi attualmente al governo, ma dopo la solita spaccatura sono in cerca di "mediazioni" in vista di future "intese"... E intanto i compiti a casa non si possono rimandare.

      Se crede che darei legittimazione a una "uscita da sinistra" (uno slogan) con la stessa classe politica che ci ha portato a questo punto o movimenti d'opinione affini, crede male. IO NON LA VOGLIO PIU' VEDERE NEPPURE DIPINTA QUESTA GENTE CHE SI E' VENDUTA IL MIO PAESE, INSIEME A TUTTI I MISTIFICATORI E DEMAGOGHI CERCHIOBOTTISTI CHE CONTINUANO A FALSARE IL DIBATTITO DEMOCRATICO NEL PAESE CHE NON VOGLIO LASCIARE (ecco, magari adesso da un'altra parte mi darebbero del fascista populista). Ma lei stesso ha scritto che si uscirà in ogni caso, al netto di referendum (che tanto non si terranno mai) e paraculismi, giusto? Il "come" uscire lo intendo nella scelta politica di reindicizzare all'inflazione i salari o meno, ad esempio. Era solo uno spunto, se reindicizzare i salari dopo l'uscita dall'eurozona è di sinistra allora idealmente sono per una uscita a sinistra. Sicuramente non è di sinistra eliminarla, come l'anno scorso ha fatto in Spagna il governo Zapatero vincolato da Commissione Europea e BCE (lettera estiva da Francoforte anche per loro, altrimenti niente acquisti di titoli spagnoli sul mercato secondario...): per me è un dibattito fondamentale ma penso di aver capito che prima di scriverne qui sarà meglio leggersi il suo prossimo libro.

      Elimina
    8. Ma ho scritto post interi parlando della scala mobile... Ma uno cosa deve fare, cazzo! Andare in giro al centro di Roma come un uomo sandwich!

      Daje, famo pace...

      Elimina
  36. ci sono molti testoni anche qui..non è possibile indire nè un referendum ne fare una consultazione elettorale con uscita euro..provocherebbe panico...blocco della liquidità delle banche...bisogna farlo di sabato sera all'improvviso e bloccare i movimenti dicapitale e un governo saldo...con la classe politica di inetti sicuramente l'unica cosa sicura è che ce la prendiamo in chiulo

    RispondiElimina
  37. Ma di cosa vi preoccupate, è tornato Quelo

    Certo, la risposta è dentro di te, ed è SBAGLIATA!

    RispondiElimina
  38. Egregio prof. Bagnai,

    a questo punto Lei ha già chiarito a moltissimi, in modo molto convincente, la necessità di uscire dall'euro il prima possibile.

    Il problema che mi permetto di sollevare è che questa Sua importantissima opera di divulgazione, per cui La ringrazio, può sicuramente favorire l'uscita dall'euro, ma non nell'immediato:

    solo dopo che Lei insieme ad altri che la pensano come Lei avrete convinto ancora più cittadini, che so, almeno il 30 % della popolazione.

    Le tempistiche per arrivare a questo risultato, necessariamente lunghe, non si conciliano con l'obbiettivo, uscire dall'euro il prima possibile.

    Sembra che Lei pensi che nessuno degli attuali partiti e/o movimenti possa favorire l'immediata uscita dall'euro.

    Ci può cortesemente illustrare la Sua eventuale proposta per raggiungere questo risultato ?

    La ringrazio in anticipo.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Dunque.

      1) non l'ho chiarito io ma i dati e fior di premi Nobel;
      2) l'uscita dall'euro (vedo che non è chiaro) non verrà decisa dai cittadini ma dai mercati e gestita dal governo che si troverà al potere.

      Dati questi due elementi, se lei vuole fare la rivoluzione, si accomodi. Io informo la gente, perché la cosa più importante è arrivare al DOPO con una consapevolezza diffusa. Se vuole dare una mano è ovviamente il benvenuto.

      Elimina
  39. Risposte
    1. E' un modo come un altro di dire: "Presto l'€ esploderà perchè non ce la facciamo più a nascondere la verità e dopo quando torneremo alla lira ci riprenderemo". Sicuramente non grazie a lui.

      Elimina
    2. A me quest'uomo preoccupa e non poco, non tanto perché sia nel completo panico, ma per la sua ascientificità (non so nemmeno se esiste questa parola, ma tant'è). Questo è un esempio del perché molti non credono nell'economia come scienza (sull'argomento rimando a un bel libro di Eichner: "Why economics is not yet a science). Voglio dire, se i numeri ti danno torto può significare due cose: (se i numeri sono giusti), o hai applicato male la teoria sulla base della quale hai agito o quella teoria è da buttare nel cesso. Simple as that. In economia, almeno in questo caso, non mi pare accada e mi sembra di potere affermare che questo è dovuto all'ideologia sottostante qualsiasi teoria economica. Mi sembra che quest'uomo, fisicamente parlando, stia ancora a quel complesso marchingegno che era il sistema Tolemaico con le sue ipotesi ad hoc e con i suoi 16 livelli di epicicli mentre la realtà è copernicana.

      Il mio è solo un commento di un ignorante in economia che si diletta nel suo studio come in quello della matematica, come in quello della letteratura. Null'altro.

      Elimina
    3. Monti,il bocconiano cooptato è ormai groggy. Bolso farfuglia, con sguardo assente, mantra paranoici che lo relegano più ad un malato mentale che ad un leader di governo.Lo sguardo inebetito di chi si rende conto che la sua enorme presunzione ed inettitudine non hanno avuto aggio sul suo spirito imbelle. Sta soccombendo alla propria miseria e purtroppo con lui, l'Italia.

      Elimina
    4. @Mons colombo
      "Senti, Necchi, tu non ti devi permettere di intervenire quando io faccio la supercazzola!" (cit.)

      Elimina
    5. Questo spara più cazzate di Belzebù. Solo che gliele fanno passare.

      Elimina
    6. "Cerca la risposta che è dentro di te. Ed è sicuramente sbagliata".
      Citazione da Quelo. l'anno non lo ricordo, ma è universale.
      Tito

      Elimina
    7. @Aloisio

      Mi sono fatto l'idea (sicuramente sbagliata :) che Monti creda davvero in quello che dice. E' una specie di liberale reazionario piccolo borghese e provinciale un tantino paranoico (sicuramente esagero :) che giunto al momento giusto è stato messo al posto giusto, non solo questa volta ma nel corso di un'intera carriera.

      Per questo ora è groggy: i risultati smentiscono tutto quello che ha sempre pensato.

      E se si salverà sarà grazie a una BCE che stampa moneta... grazie a quella operazione che ha sempre aborrito e contro la quale ha lottato per una vita.

      Se ti capita, l'intervista che gli ha fatto Rampini nel 1998 “Intervista sull’Italia in Europa” è davvero illuminante: Monti condannava in blocco la storia italiana dal fascismo fino al 1981. Non si è rispettata la "scarsità del denaro", diceva.

      In un commento inviato al Corriere qualche mese fa dicevo che Monti governa più a destra di tutti i governi che si sono succeduti dai tempi di Bava Beccaris. Non era solo una mia impressione, è quello che si riproponeva di fare, nero su bianco!

      :)

      Elimina
    8. Anche l'ombrello di Altan da mo' che è dentro di te...

      Franco

      Elimina
    9. @Aloisio: probabilmente quando sei incensato da tutti a tutti i livelli corri il rischio di montarti la testa, soprattutto se non hai lo schiavo che ti regge l'alloro sulla testa e ti dice " Memento mori! Memento te hominem esse! Respice post te! Hominem te esse memento!". Ma che sia in buona fede mi stupirebbe. In ogni caso devo dire che anche a me Monti e il suo governo mi sono sembrati di estrema destra fin dal primo momento, in tutte le loro espressioni. Mi chiedo come veramente faccia la base del PD a non vederlo, di questo periodo dovranno interessarsi non solo gli economisti del futuro, ma anche gli psicologi.

      Elimina
  40. Dal ....festo di oggi
    Visto che i fondamentali giustificano uno spread fra il 164 e il 200, la differenza fino ai 450 è colpa di quelli che dicono che l'€ è una ciofeca.
    Un colpo al cerchio ed uno alla botte? cassoni tramezzati? dalla padella alla brace?

    RispondiElimina
  41. News da Deutschland: asta flop bund decennali, rendimento 1,42% con volume domanda pari a 3,93 miliardi rispetto ai 5 miliardi offerti.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. La quota ritenuta dalla Bundesbank, pari al 27,8%, è la più alta di tutto l'anno e l'asta di conseguenza è stata marchiata come la peggiore del 2012. Tratto da articolo Isabella Bufacchi, Sole24Ore http://www.ilsole24ore.com/art/commenti-e-idee/2012-09-06/berlino-suona-allarme-083041.shtml?uuid=AbZ7EDZG . Praticamente la BuBa ha trattenuto 1,09miliardi dei 3,93 "domandati". Però...che flop...

      Elimina
  42. By the way...Bootle pare dar ragione a una delle tesi (timori) di Brancaccio, asserendo la necessità, nel post euro-break, di mettere al bando ogni "indicizzazione salariale" per controllo(ossessivo?) dell'inflazione (ma forse si riferisce alla sola Grecia?)

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Ma naturalmente. E poi ci sono anche quelli (forse pure Bootle) che dicono che la Banca centrale, oimmena, te ttu la devi lasciare indipendente, altrimenti un sia mai l'inflazione cresce, la vedova e l'orfano e i pproletario piangano...

      Ma queste sono cazzate.

      Facciamo (congiuntivo esortativo) insieme il faticoso ma necessario lavoro di prendere da ognuno il buono che ha da dare!

      Elimina
  43. E questo?!?!?!?! http://www.athensnews.gr/portal/1/57952

    RispondiElimina
  44. Per chi avesse ancora bisogno di "prove" circa il fatto che l'obiettivo da colpire (oggettivamente, dato il meccanismo dell'unione monetaria come c'è l'ha illustrato il prof.; e soggettivamente, in termini di attori sociali - uno con la barba avrebbe detto "classi") sono i lavoratori, leggetevi le richieste dei "creditori" alla Grecia, come condizione per il secondo "salvataggio" (ammazza che salvezza!!!!)

    https://apps.facebook.com/theguardian/business/2012/sep/04/eurozone-six-day-week-greece

    prove tecniche di neocolonialismo intereuropeo?

    ed i prossimi chi sono?

    RispondiElimina
  45. referendum? saremmo comunque pronti per un referendum?
    dopo che Marini (pezzo grosso del PD) invita Passera a fare parte del PD e addirittura del Governo prossimo e nessuno si indigna? Dopo che Vendola propone Prodi per il Quirinale e nessuno si indigna?
    E' ovvio che parlare di referendum, a prescindere dalle osservazioni, è una follia.
    Vengono proposti Prodi e Passera per ricoprire ruoli istituzionali altissimi e nessuno che fa 2+2 sullo stato economico attuale, peraltro proposte che vengono da ciò che viene definita sinistra... paradosso tra i tantissimi altri, ma l'italiano medio non ne ha notato manco uno per ora, nemmeno l'ombra di uno...

    RispondiElimina
  46. Scusi prof, è un off topic, ma sto impazzendo. Senta un po', a proposito di blocco della mobilità sociale, cosa mi arriva dalla presentazione del nuovo libro di tal Cazzola (nomen omen) "Figli miei, precari immaginari":

    “Mia madre è un’operaia e mi ha detto che non consentirà mai che io faccia una vita come la sua”. È in questa frase di una giovane precaria di Anzola Emilia che si racchiude il senso di "Figli miei precari immaginari" saggio scritto da Giuliano Cazzola, parlamentare del PDL e relatore del discusso disegno di legge sulla riforma di lavoro, edito da Guerini e Associati e in uscita nelle librerie il 6 settembre.
    Una politica educativa che in un paese manifatturiero ha puntato sulla formazione a professioni intellettuali, famiglie che spingono i figli a non accettare lavori che si ritengono al di sotto delle aspettative, mentre i posti di lavoro vengono occupati dagli stranieri. Una diagnosi lucida e politicamente scorretta quella di Cazzola, che cerca di superare la mistica del precariato “il «pensiero unico»: i giovani sono precari. La verità rivelata che non ammette opinioni contrarie o repliche”.

    Ma naturalmente! E certo che l'operaia non deve pretendere che la figlia faccia una vita diversa! LA VITA DIVERSA DEVONO GIA' FARLA I FIGLI DI CAZZOLA! Sono sicura, sicurissima che Cazzola ha sudato sangue per convincere i suoi figli e nipoti a restare nel manufatturiero. Sono più che certa che fanno tutti gli idraulici, i panettieri e i piastrellisti. Insomma, capito di chi è la colpa, se siamo in crisi come paese manifatturiero? Delle madri operaie che speravano per i figli un futuro migliore! Vai Cazzola, hai trovato l'uovo di Colombo per dirimere i problemi del paese manifatturiero che siamo: che i poveri continuino a fare vita e mestieri da poveri, che per i posti buoni ci siete già tutti voi.
    Ma, prof, nota la spudoratezza con cui è scelto l'esempio da mettere in epigrafe? E se la madre che non voleva che la figlia facesse l'operaia fosse stata un medico, un'avvocatessa o un magistrato, che avrebbe detto Cazzola?

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Al netto della disistima per Cazzola.....Non mi pare che sia del tutto falsa(in contessa si rivendicava con orgoglio che anche l'operaio vuole il figlio dottore)!
      Io posso solo riportare la mia esperienza personale,ci sono finito in fabbrica,perchè non ho terminato gli studi,dopo qualchè anno quella fabbrica chiuse i battenti(€)?
      Ho cambiato molti lavori,sto ancora cercando un posto come la fabbrica(come ambiente empatico intendo).
      Poi che dire sai quante volte ho sentito madri e padri dire "studia sennò finisci a fare l'operaio",ma non mi è mai capitato di sentirlo da un operaio,gente fiera e coi coglioni,ma credo che non abbia nulla a che fare con la crisi del manifatturiero,che penso sia dovuta al fascio(vincolo) esterno.
      Io penso che Cazzola(per il quale gli epitteti che il prof usa per il papero sarebbero ugualmente calzanti)segua la solita logica ipocrita e meschina:"i nostri genitori hanno vissuto al di sopra delle nostre possibilità e hanno cercato di farlo con i figli"......Forse però qualcosa al di sopra delle nostre possibilità l'abbiamo fatta(o meglio abbiamo dovuto subirla),adottare una moneta che non potevamo permetterci.Vale sempre la tara:"gli aneddoti personali,non sono spegazioni2.Ciao

      Elimina
    2. Ah, il figlio di Cazzola non fa il piastrellista, che strano... E ho pure come il dubbio che non sia neppure precario, o sbaglio? Chiudo con una frase che mi ha colpito dell'ultimo saggio di Luciano Gallino (so che ha pubblicato assurdità sull'inflazione da uscita dall'Euro, ma comunque): "Non è affatto venuta meno la lotta di classe. Semmai, la lotta che era stata condotta dal basso per migliorare il proprio destino ha ceduto il posto a una lotta condotta dall'alto per recuperare i privilegi, i profitti e soprattutto il potere che erano stati in qualche misura erosi nel trentennio precedente. <...> Questa forma di lotta può consistere anche nel tentare di dimostrare che chi ha un destino ingrato - sul piano del lavoro, della salute, dell'educazione, della fruizione di aspetti significativi dell'esistenza, della mancanza di potere e di prospettive - in fondo lo deve unicamente a se stesso. Tale schema interpretativo fa parte da almeno duecento anni della lotta di classe, ma viene oggi utilizzato come forse mai in passato" (L. Gallino, La lotta di classe dopo la lotta di classe)

      Elimina
    3. Non ho letto il libro di Cazzola e non credo lo farò, però con degli amici si rifletteva su una cosa, e mi piacerebbe sentire l'opinione di altri (o di Bagnai, che da dentro l'Università può sicuramente avere un parere più informato).
      Quello di cui si parlava è che, in Italia ma credo non solo in Italia, si è sostituito il miglioramento delle condizioni di lavoro con il miraggio della promozione sociale attraverso l'istruzione. Si è cioè barattato (o meglio, costretto a barattare) il miglioramento del proprio salario, della qualità del lavoro, della sicurezza sul lavoro con una promessa per i propri figli di una promozione sociale attraverso l'università.
      Questo ha portato masse di persone a protrarre studi di dubbia utilità, senza avere reali prospettive di un'occupazione legata a quegli studi (sì, c'è probabilmente del razzismo in questo, ma sono convinto dell'inutilità di alcuni percorsi di studio sia dal punto di vista "professionalizzante" che dal punto di vista della più generale "crescita culturale"). A questo si accompagna una visione dell'istruzione sempre più legata a qualifiche specifiche, che trascurano il ruolo di formazione culturale di base che la scuola dovrebbe innanzi tutto avere (almeno, secondo me). Si è passati, tanto per buttarla in slogan, da un paese in cui i portinai erano filosofi a un paese in cui i filosofi fanno i portinai (o almeno così pare, dato che io non c'ero quando i portinai erano filosofi). E quello che mi viene da pensare è che 1. non ci dovrebbe essere nulla di male a fare il portinaio se per un motivo qualsiasi non si desidera continuare gli studi, o non si ambisce ad altro dal punto di vista lavorativo 2. il lavoro "umile" non dovrebbe essere vilipeso sul piano sociale ed economico 3. se qualcuno sale sulla scala sociale, qualcuno dovrà anche scendere (anche se in media magari tutti salgono). Che ruolo dovrebbe avere a questo punto l'istruzione? La scuola dovrebbe essere certo molto di più uno strumento di eguaglianza sociale, ma poi? Un'università elitaria basata sul merito invece che sul reddito? Non mi ispira molta simpatia.
      Insomma, quello che intendo è che credo che le risposte facilone di questo tal Cazzola, se capisco bene dal commento, siano senza dubbio delle stronzate, ma nascano da degli interrogativi legittimi.
      Una discussione di questi temi molto più interessante l'ho trovata qui: http://gu.com/p/37z4z (per gli anglofoni)

      Elimina
  47. Ecco il consiglio della "Troika" ad Atene
    Lavorare sei giorni su sette
    http://www.rainews24.rai.it/it/news.php?newsid=169001

    Devo ancora accettare il livello di follia e stupidità... Ogni giorno riescono a stupirmi
    Penso che un'europa così vada smantellata immediatamente

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Ma no, cosa dici... Ascolta i miei colleghi... Bisogna valutare bene i pro e i contro economici, col bilancino del farmacista...

      Elimina
    2. Io sono un misero "uomo della strada", e ragiono da "uomo della strada". Premessa indispensabile.
      Bene, da semplice "uomo della strada", vorrei domandare a questi "tecnici" della Troika:
      a) se uno statale greco lavora anche il sabato, a prescindere dalle reali necessità, quale vantaggio avrebbe l'economia greca? Beh, diciamo che uffici aperti pure il sabato=consumi e necessità di servizi=lavoro per le imprese che li offrono. Ma così, allora, lo "statocattivobrutto" non si taglia, ma lo si aumenta.....
      b)I lavoratori di un'impresa greca lavorano anche il sabato. Dovrebbe essere non retribuito, ovviamente, in modo da far scaricare sul salario l'aggiustamento. Insomma, in soldoni, se l'euro è sempre quello, con il lavoratore che lavora anche il sabato non solo si "produce" di più, ma, soprattutto, il prezzo del prodotto dovrebbe scendere. Se no, i prodotti non si vendono.
      c) Ma è davvero una ricetta che funziona? Da "uomo della strada", la mia impressione è che il grande successo storico del capitalismo sia dovuto al consumo di massa. Ma se tu deflazioni un intero continente, non stai forse uccidendo la tua risorsa?
      Perchè -se ho capito bene il detto di Goofy- un altra frase da dire sarebbe "è strano come un lavoratore, in un negozio o in una concessionaria, somigli ad un consumatore". Se quello è un poveraccio in nome del produttivismo, nel negozio e nella concessionaria non ci entra. Ma questo, i sacerdoti del liberismo, sembrano averlo dimenticato.
      O meglio: forse si sono illusi che mettendogli in mano una carta di credito e dicendogli "paghi a settembre dell'anno prossimo" il problema era risolto. Botte piena (lavoratore cinesizzato e "produttivo"), e moglie ubriaca (consumatore che spende e spande con prestiti, mutui e carte di credito al consumo, ossia con ciò che NON guadagna). Ebbene sì: mentre lo stato deve avere il bilancio in pareggio, la casalinga di voghera, col salario al palo, deve spendere a deficit! Il giocattolo però si è rotto. E secondo me, non lo si risolve "lavorando anche il sabato".....

      Elimina
  48. Ecco invece il consiglio di Prodi
    (mi sono fatto l'idea comunque che Prodi ci crede veramente a quello che dice,il che secondo me è peggio..)

    UE: PRODI, TRE PUNTI PER USCIRE DALLA CRISI

    (AGENPARL) - Roma, 12 lug - "L'unità politica è un approdo necessario, pena l'insignificanza. Separati non contiamo nulla". L'ex premier Romano Prodi, intervistato da Famiglia Cristiana, commenta la situazione dell'Unione Europea. "Sono cambiati i rapporti di forza - afferma in merito all'ultimo Consiglio Europeo - la Francia ha finalmente capito qual è il suo interesse cioè di schierarsi con la Spagna e con l'Italia perché piaccia o non piaccia anche lei condivide i nostri stessi rischi socioeconomici. Questo nuovo clima non è contro la Germania ma serve alla Germania per capire che o ci si mette davvero insieme o si soccombe". Poi Prodi elenca le tre cose che servono per uscire dalla crisi: "Primo: una Banca centrale europea molto forte, che faccia per il Vecchio Continente quello che le Banche centrali nazionali fanno per i singoli Stati: piena sovranità monetaria, controllo sugli istituti di credito, politica dei tassi. Secondo: gli eurobond. Occorre mettere insieme i singoli debiti nazionali per far sì che la speculazione non possa più attaccare con successo. Terzo: un bilancio comune europeo più ricco, che preveda una riserva da usare in caso di crisi".

    http://www.agenparl.it/articoli/news/esteri/20120712-ue-prodi-tre-punti-per-uscire-dalla-crisi

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Le affermazioni di Prodi sulla Francia coincidono schifosamente con quelle di un mio conoscente che l'altro giorno mi ha detto: "per fortuna da quando c'è Hollande, la Merkel è più isolata"

      Oggi una mia amica mi ha chiesto: "Tu che leggi quel professore in internet, hai visto quante belle cose sta facendo in Francia Hollande?".
      A quanto pare c'è qualcosa che gira in rete, ma non l'ho trovato; poi mi ha detto un po' di cose che avrebbe fatto Hollande, non ricordo bene.

      Ammetto che non so cosa stia facendo Hollande (a parte incontrare Monti, bleah!) ma d'istinto ho risposto "Se non dice che l'euro va dismesso, vuol dire che è anche lui della cricca, dà solo un po' di colore alla minestra".

      Ho detto una cagata? Qualcuno molto cortesemente mi potrebbe riassumere brevemente cosa sta facendo Hollande e se davvero sono cose così belle e buone e giuste? O sono i soliti argomenti piddini?
      GRAZIE

      Elimina
    2. A me non risulta che Hollande stia facendo gran che in Francia. L'ultimo che ci ha creduto è stato Di Cori Modigliani, facendo una grezza micidiale coi suoi lettori. Di cosa NON potrà fare Hollande abbiamo già parlato su questo blog, non credo ci sia altro da aggiungere.

      Elimina
    3. Qualunque cosa abbia fatto (abbassamento età pensionistica per alcune categorie, nuove assunzioni e nuovi contratti nel pubblico impiego) è solo pappoccio transitorio, perchè ha già detto che "adesso" deve ridurre il deficit "perchèlovuolel'europa" e, teoricamente, entro il 2014, di oltre 4 punti (essendo in crescita poco superiore allo zero già ora).
      Allora, dopo i controproducenti risultati della supertassazione a gettito simbolico sui supericchi, scopriranno anche la parte negativa del moltiplicatore (dei tagli) della spesa pubblica...e il bello è che lo sanno e stanno già mettendo le mani avanti.
      Questo il piddino non può ammetterlo fino a ordine preciso (via telepatica, col "software" in automatico di repubblica e il "pluralismo" di opinioni del corsera)

      Elimina
    4. @Silvia
      Credo che la tua amica abbia letto la bufala che da mesi gira in rete.
      Ci sono molte persone che si "informano" leggendo le scemenze che la gente ripubblica su facebook dove, tra aforismi da bacio perugina, marketing diretto o indiretto di aziende, guerrilla marketing tra i più spudorati, propaganda politica di varia natura, rimane ben poca cosa di interessante. Solitamente poi nessuno compie lo sforzo mentale di verificare ciò che c'è scritto (vedi EpicFail con il fotomontaggio su Grillo), ed ecco che le bufale si diffondono rapidamente (cosa che manda in visibilio chi si occupa di marketing virale).

      Elimina
    5. @ Ivan
      BRAVISSIMO, sì sì è proprio quello, corrisponde in pieno, auto blu comprese, eh eh eh!!!

      Ricordavo cosa aveva scritto di Hollande, professore, e quindi immaginavo che non fosse vero, ma adesso so per certo che sono solo le solite balle piddine e posso ribattere con cognizione di causa. Sono proprio patetici!

      Grazie anche a Quarantotto!

      Elimina
  49. Mettiamo un qualsiasi partito che abbia dichiarato nettamente la volontà di uscita dall'euro.
    Questa presa di posizione cosi chiara ovviamente da il via a fughe di capitali nel momento stesso in cui il partito vince le elezioni...

    Un partito che non fa dichiarazioni in tal senso, è facile che dica il contrario, ovvero: "resteremo con l'euro"
    Ma questi chi fra noi li voterebbe?

    Ne consegue che la strada 'dell'icertezza democratica' potrebbe essere una soluzione per attuare il tutto in maniera molto subdola, ovvero vinte le elezioni prima che il referendum venga messo in piedi, attuare tutte le misure necessarie per evitare le fughe di capitali ed attendere l'esito senza rischi.

    Voi che ne pensate?

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Penso che sia una osservazione molto intelligente, che comunque si salda con una mia profonda convinzione: è assolutamente ovvio che usciremo dall'euro con il governo "sbagliato", il quale ci tirerà fuori non per intima convinzione, ma perché costretto a farlo. Il referendum è una stronzata in ogni caso, non credo abbia tra l'altro particolare fondamento giuridico, e comunque è un assurdo economico.

      Il punto è che PRIMA si esce, e DOPO si fanno i conti. Oggi tutti hanno due facce, te lo dico per esperienza: una pubblica e una privata. Dopo, a una delle due dovranno rinunciare per forza.

      Auguro a tutti buona fortuna!

      Elimina
    2. E il governo sbagliato sarà senz'altro questo o al massimo il prossimo (cioè ancora questo).

      Elimina
    3. Ne consegue che vivremo un uscita dall'euro alquanto violenta e poco controllata?

      Suppongo che una situazione del genere mal gestita, quindi uscita dall'euro con il Governo sbagliato, porti a dure conseguenze per noi.

      Non essendo un economista non riesco ad immaginare esattamente gli scenari post default. E mi riferisco a fatti pratici, cosa accadrà per esempio alla vita di un operaio con 1000euro di stipendio? Cosa accadrà ai risaprmi? Cosa ci aspetta prima di risalire la china? Insomma nella vita reale quali sono le conseguenze a breve e lungo termine?

      Elimina
    4. Basta solo aspettare che realizzano, appena al governo, cosa significa il fiscal compact che hanno votato, e poi si ride (cioè si piange, bè, insomma....)

      Elimina
    5. La cosa più plausibile, secondo me, è che la rottura sarà concordata fra i paesi principali, governi e forze politiche, tutti, non possono permettersi di aggiungere alla responsabilità della istituzione dell'euro (ormai manifesta) anche la colpa di un terremoto sociale.
      Forse è ancora digeribile l'uscita isolata di una Grecia, non quella di Italia o Spagna, nè un blitz euronord della Germania.
      Forse sono troppo ottimista, ma non riesco a immaginare mezza Europa in disordine sociale e l'altra mezza a contare le perdite.

      Piuttosto il mio dubbio è un altro: che per una rottura controllata non si inventino un percorso tipo quello di istituzione dell'euro ma all'incontrario, semmai più veloce. E cioè qualcosa tipo banda di oscillazione di cambio. Uno stillicidio che potrebbe dosare i vantaggi, a uso e consumo dei paesi del centro.

      Prof. Questa è l'ipotesi di un "ingegnere", che comincia a capire qualcosa ma stenta a formulare ipotesi. Sarei comunque curioso di sapere se ha una minima plausabilità "economica", e in ogni caso aspetto il libro.

      Elimina
  50. Visto che si è discusso tanto di Grillo e compagni, permettetemi di segnalarvi questo simpatico articolo. La morale è: chi di web ferisce, di web perisce....dal ridere.
    Non se la prendano, gli amici del M5S, si fa per scherzare, eh!

    RispondiElimina
  51. Per i politici in questo momento quello che conta è non essere etichettati come i responsabili del crollo del sogno europeo e quindi dell'euro che lo incarna. Usciremo ma solo perchè contagiati da greci o spagnoli e a causa della cattiveria dei tedeschi e non per nostra colpa. L'importante è che passi l'idea che nessun politico poteva prevedere il crollo proprio adesso che lo spread inziava a scendere e questo ovviamente causerà dei momenti di confusione per l'inaspettata nuova situazione. Nel polverone ovviamente si manovrerà alla grande. E saranno ovviamente botte da orbi.

    RispondiElimina
  52. oggi in prussia qualche scricchiolio sulle aste del bund decennale
    domanda inferiore all'offerta e rendimento un 'infimo 1.47%( comunque i conti non tornano )
    se scoppiasse la bolla in 3 settimane crollerebbe l'euro ?

    RispondiElimina
  53. Dai su, il referendum sull'euro è una cazzata galattica, così come nessuno ci ha chiesto se volevamo entrare nessuno deve FINGERE di chiederci se vogliamo uscire ma che roba sarebbe questa?
    Provate un po' a pensare a quali sarebbero le ipotetiche domande...:

    Dopo essere stato preso per i fondelli negli ultimi 30 anni vuoi tu schiavo italiano mandarci a quel paese?

    Oppure, in alternativa:

    Caro schiavo italiano prendi la matita e metti una ics qui se non lo fai il latte costerà 3 mld di lire al bicchiere, la benzina tipo 2,05 euro al litro e dovrai venderti la suocera muoviti e firma ignorante.

    E' del tutto evidente che il referendum sull'euro è una cazzata sarebbe come se qualcuno avesse chiesto ai polacchi se volessero essere invasi dai nazisti ammantando la cosa come il raggiungimento del paradiso terrestre.

    Dire si sarebbe anche illegale, (giudici permettendo).

    Giuseppe

    RispondiElimina
  54. @Dino977
    che uno sogni il figlio astrofisico e cardio chirurgo non c'è nulla di male.
    ma la maggior parte dei ragazzi non si laurea e quindi deve gioco forza fare lavori più manuali.

    oh, per spiegare quanto Cazzola spari SuperC, basta citare quel gran genio di Prodi che in Veneto se l'è presa con i ragazzi perché non si sono laureati pensando ad andare a lavoro in età giovanile

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Siamo d,accordo.....Io sognavo di fare il cibernetico!!!!!
      Trovo che alcuni lavori "manuali" meccanico,elettricista,siano molto più intellettuali e creativi di quanto un lavoratore "cognitivo"(come direbbe un piddino),sia capace di immaginare.
      Vedi ho fatto anche il precario all'INPS,ma io preferisco la fabbrica!(devo esse proprio de coccio).
      Cazzola,basta la parola!

      Elimina
  55. non so se è lo spazio appropriato ma ne aveva parlato il prof. giorni fa.
    notizia di oggi su "libero":
    <>.

    non so se ridere o piangere

    RispondiElimina
  56. @Dino977:
    questi sono di coccio!
    in realtà, capisco che il lavoro con la produzione in serie sia palloso ma ce ne sono tanti in cui l'abilità intellettiva deve essere pazzesca.
    il problema è che devi veder lavorare artigiani e operai, come si coordinano per comprendere la cosa.
    ma loro queste cose non le sanno.

    e sia chiara una cosa: le capacità intellettive per lo più sono specifiche seppure plasmabili.
    penso proprio che tutta questa "superiorità" per chi cita questo e quell'altro per dare senso alle loro superCaZ2oLe non esista e non esisterà mai.
    ma loro scrivono e si fanno leggere (e ascoltare) mentre gli altri no!

    ma ripeto: ma se non c'è lavoro, cosa deve fare un ragazzo?
    semplice: rubare ruote delle macchine (pare che oggi ci si specializzi a pezzi), nelle case altrui, scippi.
    ecco, qua non serve un grosso ingegno

    RispondiElimina
  57. @Andrea:
    il tuo discorso è "correttissimo" ma bisogna chiarire (PENSO!) alcuni punti:
    1) oggi con un diploma non vai da nessuna parte (salvo fortune varie);
    2) una volta un ragioniere ben inserito (in un'azienda) si faceva i soldi.
    3) una volta i professionisti avevano i soldoni


    Ovvio che 1+1+1 fa ritenere che sia meglio laurearsi
    e considera un punto 4) ovvero che molti hanno visto una situazione economica deteriorarsi e quindi hanno prolungato i loro studi sperando, come in passato, che la situazione si aggiustasse.

    in sintesi, per me, un padre che abbia visto il proprio figlio laurearsi quando nessuno nella sua famiglia lo ha fatto in 50 anni non ha prezzo in termini di gioia.
    e nessuno (ovvero il 99%) poteva immaginare che nel 2012 anche le figure iper istruite avrebbero guadagnato cifre che non gli permettono di formare una famiglia.
    figurarsi un operaio.
    oggi si parla per un operaio (non in nero ovviamente) di salari di 800-900€ e per un impiegato 1000-1200€.
    dove si vanno con questi soldi?
    Pensi che i nostri genitori immaginavano una situazione del genere?

    Un mio amico mi ha scritto dal Brasile che a posteriore sarebbe stato meglio per lui imparare a fare l'idraulico perché costa un millesimo della fatica per istruirsi rispetto ad un laureato e ci si guadagna di più... e si avverte meno la crisi.
    la sua è una provocazione però..

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Quello che intendo è proprio quello che dici. Al di là dei casi particolari (ben venga il figlio laureato primo in 50 anni ecc. ecc.), quello che mi pare sia successo è che:
      - salari e condizioni di lavoro immutate o in peggioramento negli ultimi trent'anni (e con goofy ho capito perché)
      - tu fai una vita un po' di merda, ma al figlio tuo danno un sogno, e di conseguenza pure a te: egli si laureerà e sarà quindi ricco e stimato
      - purtroppo si erano sbagliati, avere n+1 laureati nella x materia non ci ha resi davvero più ricchi, quindi il laureato farà pure lui una vita un po' di merda

      E con questo non intendo certo dire che fare l'operaio porti a condizioni migliori, eh! (magari per l'idraulico si, non so, non sono addentro)

      Quello che mi chiedo è: c'è davvero un vantaggio a spingere tante persone a laurearsi? (E ripeto: laurearsi, non farsi una "cultura generale" come a scuola, ma specializzarsi in qualcosa) E non è una domanda retorica! Mi chiedo se ci siano degli studi a proposito. Ho letto qualcosa a riguardo (http://www.guardian.co.uk/books/2010/aug/29/ha-joon-chang-23-things e scusate per l'inglese di nuovo, ma così è) ma sarei interessato a capirne di più, perché credo sia un punto importante. Mi chiedo se questo sia uno degli zuccherini dati per indorare la schifezza in cui siamo stati cacciati.

      Qui però si va sull'OT pesante, e temo di esser redarguito, quindi saluto.

      Elimina
  58. @Andrea
    ma hai ragione, non servono!
    ma una cosa è la risposta data adesso un'altra quella che si è data sino a 10 anni fa.

    ti faccio una domanda: una donna a parte fare la commessa e la cameriera cosa può fare? ovvio che pensa a laurearsi!
    perché le piace, perché ci sono tante cose belle!
    ma se la crisi ha previsto mille tagli per cui tante risorse per le belle arti, istruzione, scienza sono state SEGATE ovvio che ci sarà disoccupazione e il laureato dovrà andare a fare il portinaio!

    ma questo è un ragionamento che pochi hanno fatto sino a 5-10 anni fa mentre oggi è valido (a posteriori).

    e bisogna ricordarsi che la vita è questione di speranza.. altrimenti ci spareremmo tutti in fronte

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Non parlo delle scelte personalil, ma della scelta politica che è stata fatta di spingere molte persone che altrimenti non lo avrebbero fatto a continuare gli studi e a snobbare altre strade. Quanto di questa scelta è stata una "gentrificazione" di una rivendicazione sociale (ad esempio rivendicazione di una condizione più che dignitosa - economica, culturale e sociale - per lavoratori manuali o meno "istruiti")? Quanto è stato scopiazzamento di scelte ammericane (del cazzo, aggiungerei)? Quanto è stato voluto e se è stato voluto, perché?

      Elimina
  59. Credo che senza la definizione di "legislativo" o "deliberativo" senza quorum, il referendum sia solo una messinscena per giustificare un'apparenza di democraticità dello stato sovrano moderno.
    Da parte mio vedo un sola soluzione possibile: il cambiamento della forma di stato da "accentrato" a "federale", intendendo il federalismo come "contratto politico" coerente con la legge di Natura.

    RispondiElimina
  60. l'hyperlink "dichiarare la natura fascista dell'euro" sul manifesto non è più disponibile. saluti

    RispondiElimina
  61. Professore, ma se un referendum potrebbe portare a una catastrofe(per i cittadini "normali" e per i piccoli risparmiatori), allora non è ancora peggio basare la propria campagna elettorale sull'uscita dall'Euro?
    La cosa migliore da fare sarebbe dichiararsi pro-euro o come minimo non-contro e poi organizzare tutto alla chetichella?

    RispondiElimina
  62. Forse è il caso di aggiornare il link al lavoro di Roger Bootle, Wolfson Economics Prize 2012 (nella pagina del premio 2014 c'è un link al vincitore del 2012, ma non è molto evidente).

    RispondiElimina
  63. Ho letto, Bagnai diciamolo è una tragica enpasse.
    Le racconto la storia di una gara di F1 in cui vinse un fuoristrada:
    Tutte le compagnie di formula uno erano così fissate a guardare il loro ombelico ed i loro regolamenti che non si accorsero che nel frattempo qualcuno aveva sviluppato un fuoristrada così efficiente da batterle tutte. Fece una ed una sola gara, vincendo a mani basse e seguendo il tracciato fuori dalla pista, per poi andarsene per i cazzi suoi.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Caro, lei fa apologhi, ma non so se se lo possa permettere. Si dice "impasse". Lei non è europeo. Quindi lasci perdere: questo non è un blog per diversamente europei. Ogni ortografia rinvia a un'etica. La sua è quella di chi crede di essere su un fuoristrada. E in effetti, se lo lasci dire, temo che lei sia fuoristrada.

      Elimina
    2. Non voglio insegnarle nulla, ci mancherebbe, mi faccio persino figurette di m. sbagliando termini di una lingua che non conosco.
      L'apologo deriva da una considerazione proveniente dalla mia area di competenza, la gretta informatica. Quando un "incumbent" tiene in scacco un territorio strategico ed anche le risorse, non puoi che evolvere l'ecosistema a tal punto da riuscire a sfruttare un territorio molto più difficile per superare il blocco. Posso fornire esempi.
      Se dall'euro non si può uscire partendo dal basso, non si uscirà mai perchè le forze politiche attuali o non vogliono farlo (quasi tutti) o difficilmente in grado di farlo (m5s, lega). Mi pare evidente. Quindi o si convince un'intera popolazione, o si forniscono fuoristrada alla suddetta popolazione. Il primo è utopia, l'altro è fantascienza, ma la fantascienza a volte ci becca.

      Elimina

Tutti i commenti sono soggetti a moderazione.