lunedì 24 settembre 2012

In viaggio con Goofy parte VII: beato te...

(dedicato a tutti quelli che... lo capirete ascoltando!)





Per commento, due commenti di cesare dal frate, che mi sono stati molto utili:


Grazie a lei per l'attenzione. E' da un anno che studio economia e raccolgo evidenze dirette, soprattutto le "confessioni" spontanee dei soloni che ci governano. Nulla è nascosto, tutto avviene alla luce del sole e viene ammesso e teorizzato. E' come la lettera di Poe: era così in evidenza che nessuno se ne accorgeva. Le riporto alcune "confessioni" di Mario Monti (tratte dal libro/intervista Intervista sull'Italia in Europa, 1998!!!):
p. 40-41 Domanda del giornalista (Federico Rampini)"Perché la Commissione europea ha accettato di diventare il capro espiatorio su cui scaricare l'impopolarità dei sacrifici?"
Risposta di Monti: "Perché, tutto sommato, alle istituzioni europee interessava che i Paesi facessero politiche di risanamento. E hanno accettato l'onere dell'impopolarità ESSENDO PIU' LONTANE, PIU' AL RIPARO, DAL PROCESSO ELETTORALE. Solo che questo un po' per volta ha reso grigia e poi nera l'immagine dell'Europa presso i cittadini".
Mie personali considerazioni: Monti (e non solo, basta leggere le relazioni BCE sul MES) ripete come un disco rotto che il governo dell'economia deve essere "al riparo dal processo elettorale" cioè non democratico. Ora vado a recuperare un altro passaggio in cui dice le stesse cose circa l'indipendenza della Banca Centrale e la costruzione dell'Unione europea.


in questo passo, p.51, Monti spiega come il motore dell'integrazione europea sia stata la paura (o il terrorismo psicologico per uscire dall'eufemismo): "La minaccia esterna di oggi si chiama concorrenza. Questo è un fattore potente di spinta per l'integrazione, anche se l'Europa reagisce troppo lentamente a questa minaccia. [...] Un altro fenomeno che viene percepito come minaccia esterna, e che sta spingendo l'Europa verso una maggiore integrazione, è la minaccia immigrazione. [...] QUINDI LE PAURE SONO STATE ALL'ORIGINE DELL'INTEGRAZIONE, LE PAURE HANNO CAMBIATO NATURA, PERO' RIMANGONO TRA I MOTORI DELL'INTEGRAZIONE".
Sull'indipendenza della banca centrale (p. 84, fu Monti il relatore del rapporto sull'indipendenza della Banca d'Italia sulla cui base Andreatta decise il divorzio!!): "Il rapporto fra democrazia e Banca Centrale è come un deposito che la politica fa in un luogo di lunga durata a cui affida in custodia valori che ritiene importanti. La stessa politica sa che questi valori saranno meglio tutelati, se affidati a qualcuno che può permetterselo trovandosi AL RIPARO DAL PROCESSO ELETTORALE".
AL RIPARO DAL PROCESSO ELETTORALE
AL RIPARO DAL PROCESSO ELETTORALE
AL RIPARO DAL PROCESSO ELETTORALE
Monti è un disco rotto, quando si parla di economia, che sia in ballo la commissione europea o lo statuto delle banche centrali, parte il disco rotto... Chiudo qua, avrei altre "confessioni" spontanee da riportare ma non voglio appesantire con troppi commenti. Buon lavoro!



No, Cesare, non appesantisci, riporta, riporta, che nel libro c'è ancora spazio. Anzi, se mi dai la citazione esatta del testo mi fai risparmiare tempo. Poi ti fornisco un indirizzario di persone che si stanno interrogando su quale sia l'elasticità delle esportazioni italiane al cambio reale, così magari tu gli mandi questa lista di citazioni, e vediamo qual è l'elasticità del loro cervello alla realtà dei fatti. A meno che anch'esso non sia affidato in custodia a qualcuno che lo tiene AL RIPARO DAL PROCESSO ELETTORALE...

40 commenti:

  1. Sarebbe: beato te che nun capisci un cazzo...

    RispondiElimina
  2. Prof, è da quando ho letto il suo bellissimo post su Monti ispirato a Guerra e pace che volevo mandarle questo brano di Bacchelli. Mi sembra uno splendido (splendidamente oscuro) esempio di a che cosa possa portare il furore ideologico, la perdita dell'aderenza con la realtà e poi la terribile violenza dei fatti.
    "In cima al ponte il lavoro s'era fermato. Scendeva lungo il fiume una nebbia cruda e dolorosa, a finir di celare gli uomini e le cose, facendo quelli più astiosi e queste più ostili. <...> Già ai più lontani era arrivata la notizia che il ponte non si poteva finire, e non al generale, che parlava, forse per non dirselo anche lui, mentre non s'udivan più i tonfi della mazza sui pali, né le martellate sui chiodi:
    - Signori, questo ponte deve essere finito prima di giorno.
    - Si farà il possibile, - disse un ufficiale, che l'udiva ripetere la stessa cosa per la decima volta.
    - E l'impossibile! - disse il generale. - Non siamo forse i soldati di Napoleone?
    Bella parola, ma rispose il silenzio. Il freddo era atroce. Un altro, dubitativamente:
    - In questo buio si lavora ben male: domattina...
    <...>
    Ed ecco dal fiume notturno grida angosciose; lontanavano a valle, e tosto tacquero. Per quanto avvezzi ad ogni orrore, quelle grida nella notte e nell'acqua gelavano il sangue. Sopravvenne il capitano Mazzacorati a riferire che in un ultimo tentativo di calare un cavalletto, questo era andato travolto insieme ad alcuni soldati: aveva ordinato di sospendere il lavoro per non perdere inutilmente altri uomini e materiale prezioso.
    - Ma che dirà il viceré? - esclamò il generale costernato. - Gli ho promesso il ponte sul Vop entro stanotte.
    <...>
    <...>
    Avevan camminato più presto del solito e del credibile, sulle traccie dell'avanguardia, incitati dalla notizia di un fiume, istigati dal terrore di non giungere in tempo a passarlo prima del taglio dei ponti; tirati dalla crudeltà della speranza, che faceva creder loro di essere per trovare scampo e ristoro di là.
    Avevan camminato pestando chi cadeva di fatica e chi inciampava sui caduti, orda sanguinante, in cui si faceva ormai rado chi serbava ricordo ed animo di padre o fratello o moglie o figliuoli. Madri v'erano, che smarriti i figli non avevan voluto restare indietro a cercarli, o li avevan calpestati anche loro nella neve e nel fango, dissennate dai patimenti.
    Menati dal destino con la sferza, eran arrivati; imbroccavano ora la rampa scavata nella ripa, che conduceva al ponte. Le grida di chi s'accorse dove fosse avviata la turba, invece d'arrestarla, la sospinsero. Smanianti tutti, la calca dannata sdrucciolava sul ghiaccio della rampa; incalzata, incalzava; s'ingolfava sul ponte stretto e senza spalliere, di cui non sapeva la fine nel buio. Urlavan di spavento e d'ira; chi stramazzava sull'assito scivoloso era schiacciato o sbrattato in acqua. Non potevan comprendere gli avvisi e le grida di chi s'accorgeva dove fosse giunto. Lì era tardi. Chi voleva arrestarsi, puntare i piedi e arcuar la schiena e arretrare, era cacciato a pugni e spinte giù dal ponte, da chi subito sottostava alla sua stessa sorte, e invano strideva a sua volta e si dibatteva. Il tumulto feroce, innanzi al salto nel fiume tenebroso, ridondava a ritroso nella calca; persuadendo la folla che qualcosa o qualcuno volesse impedire il passaggio, istigava la furia, la feroce paura. Ed ecco chi non ha temuto d'aprirsi un solco, da assassino, a calci e pugni, abbattendo, calpestando senza pietà né ragione, arrivato sull'orlo vorrebbe fermare la morte, e grida pietà e ragione, e invano s'appiglia con le mani e coi denti a chi l'ha spinto e s'è spinto fin lì. Ognuno, cadendo, abbranca qualche altro."

    R. Bacchelli - Il mulino del Po

    RispondiElimina
  3. Alberto, io ho provato a spiegare ai miei cari che è pi
    probabile essere presi da un fulmine uscendo di casa che vincere alle lotterie, ma non mi credono! Glielo dico sempre: tu esci di casa tranquillo o hai paura del fulmine? Ecco, è più facile che tu rimanga fritto in quel modo che fare 6! Niente.
    Vabbeh, bel pezzo.
    E buonanotte a tutti!

    RispondiElimina
  4. che abbia pianto quel 12 novembre...
    a proposito di 12 novembre, a pagina 8 de "il fatto" si parlava di presunti trucchi contabili con i derivati per abbellire il bilancio statale ed entrare nell'euro.
    oh, ma il "fatto" è il quotidiano dell'informazione e quindi sono seguiti gli approfondimenti a questa vicenda... zero!
    Venendo a noi, si può dire tutto di Monti tranne che gli manca la tempra.. sì, quella del killer!
    ha lo sguardo cattivo, di chi se ne frega di tutto e di tutti.

    ad ogni buon conto spero che campino altri 30 anni per vedere riconosciuto il loro fallimento..
    Ma sicuri che stanno fallendo?

    PS: sindacati, stato sociale.. con Monti una bella compilation si può fare!

    RispondiElimina
  5. Quanto Stato nell’economia?
    Esiste la risposta a questa domanda, o si può solo procedere “a vista”?
    E quale Stato? Quello che (sempre meno) c’è, lo Stato “nazionale”, o quello che non c’è, lo Stato europeo?
    Ovvero: lo scenario in cui ci poniamo la domanda è l’attuale, con l’Euro, e i trattati europei, o è un altro? (quale?).

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Ottima domanda.

      Quale Stato? Direi decisamente il tanto vituperato Stato nazionale, per il semplice motivo che è meno remoto dal controllo dei cittadini (vedi la confessione di Monti riportata nel post). Va da sé che in Italia abbiamo fatto brutte esperienze. Ma la soluzione non è la dittatura, né quella fascista, né quella eurista.

      Quanto Stato? Direi che bisogna fare una riflessione (e la Corte dei Conti ci aiuta a farla) sui benefici che la privatizzazione di molti servizi e di molte reti pubbliche ha portato in Italia. Sono benefici negativi, cioè malefici. Questo in termini strutturali. Affidare un servizio pubblico a una rete di società di capitali pseudo-private porta dritti al fioritismo, e fa lievitare i costi.

      In termini congiunturali, occorre almeno tanto Stato quanto è necessario per uscire da una crisi senza morire. Le varie norme di "austerità" europea sono denunciate come assurda dai massimi economisti mondiali, e sarebbero effettivamente insensate, se non facessero chiaramente parte di un disegno imperialistico di annessione della periferia da parte della Germania.

      Quindi, caro Enzo, se non vuoi diventare un "Ossi" (tedesco dell'Est: reddito medio a vent'anni dall'unificazione, il 53% di quello di un tedesco dell'Ovest), ti suggerisco di difenderti con abbastanza stato nazionale.

      Elimina
  6. E infatti un cazzo nun capivo...intuivo forse. O meglio, intuivo che la faccenda non poteva essere come veniva raccontata. Capivo di non essere libero, come invece veniva riportato così bene sul libretto di istruzioni del "buon uomo, padre e lavoratore"...
    Poi è arrivata la rete e una volta capito che la verità non è mai quella che arriva da sola, o con pochi click, ma è quella che bisogna andare a scovare come i segugi...una volta capito che la conoscenza è fatica ma rende veramente liberi...bhe, Professore, a me quel sapore di libertà piace parecchio! Seguendo il video mi è pure scesa una lacrima!(...)
    Ho letto più volte domande del tipo:"ma noi cosa possiamo fare?","ma la staranno ad ascoltare, servirà a qualcosa quello che sta facendo?". Parlo per me: mi ha reso libero e in grado di condividere semplici ovvietà. Sono artigiano e una volta lubrificati gli ingranaggi e le sinapsi sono stato in grado di rivedere e riorganizzare le politiche della mia attività arrivando a +150% in soli 90 giorni.Ovvero: ognuno deve fare la propria parte e se non è in grado lo può diventare anche grazie a persone come lei, che non fanno altro che trasmettere il proprio sapere. Io sono una briciola, è vero, ma tante briciole fanno una pagnotta, tante pagnotte fanno una cesta, e tante ceste...
    Con Stima,
    Fabio.

    RispondiElimina
  7. renzi ha dichiarato che con lui premier monti andrà al quirinale...gli Italiani saranno così sadici?

    RispondiElimina
  8. Del resto, la Grecia è la dimostrazione del successo dell'Euro.

    RispondiElimina
  9. http://www.byoblu.com/post/2012/09/24/IL-MES-TRIPLICA-E-PASSA-A-2MILA-MILIARDI.aspx#continue Notizia a pagina 17 di ieri del corsera scovata da BYOBLU. se era nera la faccenda diventa ancor più cupa!

    RispondiElimina
  10. Sull'inchiostro di una poco elegante prosa da ragioniere di provincia giunge buon ultimo anche Tremonti con il suo MANIFESTO sul FUFFINGTON POST. Toni vagamente donaldiani - lui pare fissato con gli Illuminati - e una spolverata di tradizionalismo per compiacere l'elettore medio della Val Camonica. Sarà presentato il 7 ottobre a Riccione. Dopo Rimini ora Riccione? Ma cosa sta succedendo alla bella terra di Romagna?

    http://www.huffingtonpost.it/giulio-tremonti/il-mio-manifesto_b_1910880.html?utm_hp_ref=economia

    RispondiElimina
  11. Sul FQ wilfatto ha inserito il link di un lavoro dell'OCSE sull'Italia. Non ho avuto ancora il tempo di leggerlo ma credo ci siano spunti interessanti di dibattito. Lo propongo all'att.ne di tutti gli interessati. A me a prima vista è venuto da pensare... "Se prima non ci tiriamo fuori dalla palude dell'€ come cavolo facciamo a fare tutte quelle cose?"

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Conosco molto bene i report annuali dell'OECD (che si incontrano ogni anno con qualsiasi governo italiano, lodando i "passi intrapresi", visto che sono sempre e comunque di "manovre" restrittive della spesa e di legiferazione di riforme "a costo zero").
      Si limitano a ripetere lo stesso mumbo-jumbo di parole d'ordine e soluzioni conseguenti che riguardano, as a whole, aspetti sopravvalutati o ininfluenti riguardo ai fattori che determinano crescita e correzione degli squilibri (questi ultimi accuratamente ignorati, sul presupposto che l'euro è sempre il migliore dei mondi possibili).

      Anche "implementando" tutte le riforme amministrative-strutturali suggerite -(cosa impossibile perchè fingono che non ci siano l'austerity e i tagli continui della spesa alla base del ritardo italiano, laddove le riforme stesse, invece, dati degli studi applicativi alla mano, si possono fare solo investendo molto di più)-, le cose cambierebbero in maniera marginale.
      E se poi potessimo spendere e investire, la situazione potrebbe migliorare anche senza seguire per forza le loro furbate cosmetiche (escogitate per far sentire in colpa gli stati monitorati e per alimentare pletore di espertologi altrimenti disoccupati).

      Per dire, su miglioramento della qualità della regolazione e accertamento di impatto, UK è molto più avanti, ma non ha certo una competitività paragonabile a quelle tedesche e olandesi (che dunque dipende da tutt'altri fattori, come spiega bene goofy).
      L'unica cosa "sostanziale" che affermano (che è poi il piatto che vogliono propinare, circondandolo di tali "diversivi") è la deflazione salariale (proposte in forma, guarda caso, di "riforme strutturali").
      Ovviamente la fonte che te li ha citati non ci arriva proprio, nè ci arriverà mai...

      Elimina
    2. Io ho provato ad iniziare a leggerlo, ma non ce l'ho mica fatta.
      A parte che diffido dei lavori di sto tipo, nei quali non compare alcun nome, ma tutto si trincea dietro l'altisonante nome dell'OCSE, comunque mi pare proprio un manifesto alle ricette (neo)liberiste.
      Siccome sono pigro, mi sono immediatamente fermato a pag.5 sullo schemino sintetico delle:"Policy areas, main recent OECD recommendations".
      Le raccomandazioni dell'OCSE non mi sembrano poi tanto geniali (ne copio-incollo solo alcune):

      -Reduce public ownership, especially in TV media, transport
      and energy utilities, local public services.
      -Privatise and liberalise in energy and transport sectors.
      -Remove unnecessary licensing in professional services.

      Questi erano per il settore produttivo, per quello sull'educazione andiamo ancora meglio:

      -Improve business-academic research links.
      -Increase student contribution to the cost of tertiary
      education, provide income-contingent-repayment loans.

      ...e sul lavoro:

      -Reform permanent employment protection (e qui siam stati bravi :-)

      ...sulla ricerca invece:

      -Make science, technology and innovation policy more
      business-oriented and receptive to the varied needs across
      the whole spectrum of firms, including SMEs.
      -Simplify and rationalise public support for business R&D
      and innovation, by achieving an appropriate mix of direct
      and indirect measures.


      Mi sa che per ora dell'OCSE conviene che ci teniamo solo i dati, quelli grezzi però, perchè se glieli lasciamo anche elaborare mi sa che un pò la manina gli scivola.

      Elimina
    3. L'OCSE come centro raccolta dati la nostra testa il posto migliore dove elaborarli. In effetti sembra di sentir parlare il nostro attuale premier...

      Elimina
  12. Professore ha letto l ultima fatica letteraria del suo A&Grazie sul corriere del 23 settembre? Ci stanno preparando ai tagli necessari per rispettare la follia del fiscal compact, dopo mercato del lavoro e pensioni adesso è la volta del sistema sanitario... Continua la opera di adeguare la realtà ai loro folli modelli...

    RispondiElimina
  13. Commovente, magari mette pure l'incipit "Uno spettro si aggira per l'€: ..." [L'INFLAZZZIONE?]

    Da confrontare il Tremonti deamicisiano (ecco perchè la romagna) di oggi:

    "Il mercato va benissimo, ma a condizione che faccia solo il mercato e non pretenda di prendere il posto dello Stato.
    Devono esserci tutti e due insieme: il mercato ove possibile, lo Stato se necessario!
    E lo Stato è ancora necessario, ed a fianco dello Stato è necessario tutto ciò che nella società è comunitario, a partire dal volontariato. Tutti e due, Stato e ciò che è comunitario e volontario sono ancora necessari per i troppi che ormai nella vecchiaia non vedono più pace e sicurezza, come una volta, ma angoscia, ansia, disperazione per sé e per il futuro dei loro figli. Un futuro che per la prima volta rischia di essere peggiore e non migliore.
    Lo Stato e tutto ciò che è comunitario e volontario sono ancora necessari per non dimenticare i giovani in cerca di lavoro, i cassintegrati, gli esodati, i coniugi abbandonati, le madri sole." [E GLI ORFANI? E LE VEDOVE?]

    con il Tremonti d'annata autore di "Lo Stato criminogeno":

    [lo] "Stato italiano ha assunto una posizione dominante di energumeno e di factotum politico: datore di lavoro, benefattore, cliente, committente, imprenditore, azionista, socio occulto, banchiere, estorsore, ricattatore, complice". [lo] "Stato non e' piu' la soluzione dei problemi, ma diventa il problema".

    che conteneva anche queste perle:

    "L'estensione dello Stato causa la proliferazione delle leggi; la proliferazione delle leggi causa la moltiplicazione degli illeciti, reali o potenziali; la moltiplicazione degli illeciti causa, infine, prima la diffusione e poi la banalizzazione dei crimini" [CONTROINTUITIVO!]

    [A PROPOSITO DI RAI] "E' assurdo che il servizio pubblico si occupi solo di intrattenimento. Va riorganizzato e finalizzato alla formazione di massa". [E CI SONO RIUSCITI BENISSIMO]

    P.S.: Ma il Fuffington Post Italia non è diretto da Lucia Annunnziata? E lei non dirige anche la rivista dell'Aspen Institute Italia? E Tremonti non è presidente dell'Aspen Institutre Italia? Attenti, c'è dietro UN COMPLOTTO!!!!!

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Grazie per aver messo insieme questi pezzi.
      Come gira il vento...

      Elimina
  14. "At the other end of the scale is
    Germany, where persistent excess
    capacity in the economy, because
    of weak domestic demand, has
    kept inflation below the euro area
    average. With a common nominal
    interest rate across the euro area,
    below-average inflation has resulted
    in above-average (ex-post) real
    interest rates in Germany, which
    has further depressed domestic
    demand and inflation (see Box 2).
    Below-average inflation has set in
    motion an economic force that
    works to offset the drag from high
    real interest rates: German exporters
    have become more competitive—
    the so-called “competitiveness
    channel” of adjustment—and
    German exports have surged. Over
    time, the competitiveness channel
    may come to dominate the depressing
    effect of high real interest
    rates, but the German case shows
    that this adjustment process
    takes a damagingly long time,
    even in a highly open economy.
    The announced 2007 tax hike
    should further delay the revival of
    domestic demand.

    ...Given their level of development,
    the economic structures
    and financial systems in the new
    member states will continue to
    change as they converge to
    income levels in the EU-15 countries.
    These changes may require
    significant real exchange rate
    adjustment if the new member
    states are to maintain international
    competitiveness and prevent
    deep recessions and bouts of high
    inflation. Within EMU, real
    exchange rate adjustment can
    only be brought about through
    CHANGES in domestic prices and
    WAGES

    http://aei.pitt.edu/8334/1/PB200601_Euro.pdf

    Citazioni tratte (ma è tutto orrendamente significativo) dal bruegel brief 2006 sull'area euro.
    Monti conosceva dall'inizio il prezzo da pagare e le analisi da lui dirette coincidono, quanto alle dinamiche dell'OCA imperfetta, con quelle qui operate. Solo che per lui, addirittura, queste distorsioni erano sì inevitabili ma "auspicabili" per obbligare a raggiungere i "veri" obiettivi dell'euro.
    E' chiaro che questi ultimi rimangono roba per i "programmatori" a tavolino della nuova "società" e che l'elettorato non può e non deve entrarci (leggersi tutto è molto interessante e, per noi, altrettanto, mooolto familiare).
    Insomma, Goofy gli ha decodificato tutta il gioco.
    A proposito vedersi i commercial partners del Bruegel oltre agli Stati euro: per l'Italia c'è banca Intesa e Telecom...

    RispondiElimina
  15. Suggerimento per il titolo del libro.

    DEMOCRAZIA VS EUROCRAZIA

    Buon lavoro.

    RispondiElimina
  16. Riguardo democrazia ed economia il fenomeno a mio avviso più inquietante è il MES, Lidia Undiemi l'ha eccellentemente analizzato, io ho scritto una breve analisi della relazione di accompagnamento della BCE https://docs.google.com/document/d/1Dw-q4jz5p5_dfO463I4FR1v58rNbTh3_b5Exj0kYRGk/edit
    Il libro delle citazioni (le pagine le ho già riportate) è: Mario Monti, Intervista sull'Europa, Laterza, Torino, 1998.
    Ci sarebbero tante altre confessioni di Monti nel libro, inizio a riportarne alcune.
    Sullo scopo dell'euro e dell'unione (che non è collaborativa ma competitiva al ribasso): P. 12: "Quali Paesi, convivendo in un mercato unico, riusciranno ad essere competitivi e a dare così più lavoro e benessere ai propri cittadini? L'ingresso nella moneta unica è l'ingresso in un girone ulteriore. Entrarvi non garantisce nulla, se non l'aver evitato una condanna preventiva. Entrarvi con una preparazione non adeguata evita sì la condanna preventiva, MA NON LA PENA SUCCESSIVA".
    Monti commenta anche l'unione monetaria italiana e i suoi squilibri, suggerendo come rimedio la deflazione nel Sud tramite salari più bassi (p. 15): Giornalista: "Quali sono gli interventi prioritari perché il Mezzogiorno non resti ai margini dell'Europa?". Risposta di Monti: "[...] La flessibilità, nel senso di mercati meno sclerotizzati. In particolare, un mercato del lavoro che consenta alle retribuzioni di essere più basse rispetto alle aree maggiori sono i livelli di produttività e il costo della vita".
    Sulla crisi del 92 e la libertà di movimento dei capitali come strumento di "disciplina" e "pressione" politica, p. 57: "Se l'Italia avesse anticipato la liberalizzazione dei movimenti di capitali a metà degli anni Ottanta [...], questo avrebbe avuto due vantaggi. Uno, di non far crescere quell'accumulo di fabbisogno di svalutazione che poi è sbottato nel 1992. E l'altro, avrebbe fatto giocare l'effetto disciplina più simmetricamente: cioè non l'avrebbe esercitato esclusivamente sulle imprese (con un cambio che in termini reali era sempre più apprezzato), ma l'avrebbe fatto giocare per tempo anche sul settore pubblico, costringendolo a disciplinare il disavanzo, dal momento che il risparmio degli italiani non sarebbe più stato costretto a convogliarsi largamente verso i titoli di Stato, in quanto avrebbe potuto impiegarsi anche all'estero".

    RispondiElimina
  17. Utili anche le confessioni di Tremonti.
    Da Giulio Tremonti, Uscita di sicurezza, Rizzoli, Milano, 2012; p. 117-118.

    «C’è il rischio dell’abuso dello “stato di necessità”, con l’invadenza e la prevalenza, sulla democrazia classica, di istituzioni parademocratiche o puramente tecnocratiche, oggi capaci, dato lo spirito del tempo che viviamo, un tempo che è prevalentemente “economico”, di sublimare il primato dell’economia sulla politica. Tipico, da ultimo, il caso della lettera strictly confidential inviata il 5 agosto 2011 dalla BCE e dalla Banca d’Italia al Governo italiano. Una lettera di apostolato finanziario, contenente un programma di governo preparato dall’autorità monetaria per l’ autorità politica, e scandito per tempi e contenuti di obbligata e minutamente specificata e calendarizzata azione, tra l’altro richiesta più come azione esecutiva che parlamentare, pena la reale, pur se non scritta, minaccia di negazione di aiuto all’Italia. Un aiuto che sarebbe stato operato a mezzo di acquisto sul mercato secondario di titoli pubblici italiani, una forma di aiuto che ha peraltro un’utilità tecnica molto parziale e discutibile.
    Ma ciò che conta, qui, più del dato economico, è il dato politico. Un tipo di condizionalità simile a quella dettata in questi termini dalla BCE e dalla Banca d’Italia è infatti quella normalmente imposta dal Fondo Monetario Internazionale. Ma con la differenza che questo – se pure normalmente molto aggressivo, molto poco “democratico”, e per la verità anche molto poco fortunato, portando in sé e con sé lo stigma globale della cattiva sorte – è almeno totalmente trasparente, perché dice di poter intervenire e dice chiaro quello che si deve fare. Mentre la BCE e la Banca d’Italia operano nell’“occultismo”: dicono di non poter fare quello che in realtà fanno, e questo potere si usa politicamente, selettivamente, a condizione che non lo si dica troppo in giro.
    [...]
    Una volta il pronunciamento lo facevano i militari. Occupavano la radio-tv, imponevano il coprifuoco di notte eccetera. Oggi, in versione post-moderna, lo si fa con l’argomento della tenuta sistemica dell’euro, con il connesso capo d’accusa spiccabile contro un Paese di far fallire per sua specifica colpa l’intero eurosistema, come se questo da solo e per suo conto fosse invece davvero stabile (!); lo si fa condizionando e commissariando governi e parlamenti; sperimentando la cosiddetta nuova governance europea “rafforzata”. Ed è la finanza a farlo, il pronunciamento, imponendo il proprio governo, fatto quasi sempre da gente con la sua stessa uniforme, da tecnocrati apostoli cultori delle loro utopie, convinti ancora del dogma monetarista; ingegneri applicati all’economia, come era nel Politburo prima del crollo; replicanti totalitaristi alla Saint-Simon».

    La lettera della BCE e di Banca d’Italia al Governo è stata pubblicata dal Corriere della Sera ed è leggibile qui:
    http://www.corriere.it/economia/11_settembre_29/trichet_draghi_italiano_405e2be2-ea59-11e0-ae06-4da866778017.shtml?fr=correlati

    RispondiElimina
  18. A proposito di "AL RIPARO DAL PROCESSO ELETTORALE", vi pare un caso che tutte le magagne di nord, sud, centro, destra, sinistra e chi più ne ha più ne metta stanno uscendo proprio adesso? Non è che la diretta conseguenza di ciò sarà: "è evidente che i partiti hanno un problema di credibilità, pertanto dovremo continuare altri 5 anni con un governo non eletto se no i mercati ci mandano a quel paese"?

    Vorrei sbagliarmi.....

    A me pare un bel preambolo di una lunga e dolorosa "dittatura" dell'unione europea. Mentre stiamo a discutere su come cambiare le cose, questi hanno già de facto distrutto la democrazia ed il potere del popolo.

    Hanno vinto.

    RispondiElimina
  19. Prof. Bagnai, la leggo con interesse, e avrei qualche domanda: si sa (oppure Lei sa o ha un'opinione) perché l'Euro ha portato un forte aumento dei prezzi e un calo nel potere (percepiti o reali che siano)? E appunto: detto aumento è solo percepito (come dicono le statistiche) o reale? E, benché percepito ovunque nella zona euro, perché è in Italia che pare si sia manifestato più che altrove?

    RispondiElimina
  20. Colgo l'occasione per riflettere sul fatto che negli ultimi 3 decenni la politica si è sostanzialmente "deresponsabilizzata", e, parallelamente, in un momento in cui era sempre più facile "scaricare" sull'integrazione europea la responsabilità politica di certe scelte (quante volte ci è stato detto: "lo chiede l'Europa" al fine di ottenere un consenso a-critico alle misure volute?). Ovviamente, questo processo di deresponsabilizzazione ha dato luogo ad una classe politica sostanzialmente autoreferente e sbilanciata (al 100%), sulla mera ricerca del consenso. Una politica così, non sorretta da alcuna visione ideale della società, è facile che si corrompa ed infatti così è stato. Allo stesso tempo, l'Europa è stata costruita in maniera prettamente economicistica. "Austriaca", si potrebbe dire. Ed infatti anche il processo di integrazione europea è connotato -sempre a mio personale avviso- da una profonda asimmetria: tanto solerte nell'espropriazione della sovranità economica degli stati quanto lento nella costruzione dell'europa politica e federale (ormai una chimera: ce lo si vede un finlandese a convivere con un Greco?). Che concretizza effettivamente la visione della scuola austriaca: moneta "merce", con elevato valore intrinseco, e che non appartiene a nessuno.

    RispondiElimina
  21. Professore conosce mica questo paper, cercano di mettere Keynes sotto gli equilibri generali neoclassici: http://papers.nber.org/papers/w18413

    RispondiElimina
  22. Reinserisco il link col bruegel brief su euro-area e prospettive del 2006 (nota bene). Riassume l'analisi macroeconomica dell'area condotta dal Bruegel group sotto la direzione monti (il sempre lodato).
    http://aei.pitt.edu/8334/1/PB200601_Euro.pdf

    L'interessantissimo documento dimostra come nel monti-pensiero (se vogliamo chiamarlo così) la questione degli squilibri commerciali dell'area fosse chiarissima e negli stessi termini "smascherati" in dettaglio su questo sito.
    Solo che, in più passaggi, non ha esitazioni,: la germania è competitiva perchè ha represso la domanda interna e i salari, gli altri devono fare altrettanto senza troppe storie. Il resto dei principi e delle clausole del trattato, se ostacolano tale disegno (lanciato dunque dai tedeschi e dunque lo sapeva benissimo), non conta una cippola emerita: come se non ci fosse. Allo stesso modo, è facile immaginare quanto si preoccupi delle clausole e dei principi costituzionali italiani che si trova a calpestare con spocchiosa sufficienza...E te credo che non vuole che l'elettorato si pronunci! E se si pronuncia chissenefrega, si va avanti lo stesso: noi abbiamo deciso già e si fa così.

    E "loro" chi sono?
    http://www.bruegel.org/
    Ma un gruppo di ricerca sotto l'egida UE, per fornire consulenza ai governi che ne sono membri, mentre ne sono partners privati le maggiori "firms" UE (per l'Italia Intesa e telecom).
    Ad oggi, interessanti articoli di economia. Il primo nella homepage:
    "Fiscal rules: Timing is everything. 17th September 2012 by Benedicta Marzinotto, André Sapir (Alberto ma è lo stesso Sapir?)

    The strengthening of the European Union’s fiscal rules with the approval of the so-called ‘six-pack’, and the parallel worsening of economic conditions in Europe, re-opened the debate about the relationship between fiscal discipline and growth. (E MENO MALE CHE AMMETTONO CHE IL DIBBBATTITO E' RIAPERTO: IN ITALIA NON CI SONO DUBBI TRA LE FORZE POLITICHE...) Influential voices (EH SI' KRUGMAN, STIGLITZ, DE GRAUWE, FELDSTEIN...) have argued against the EU’s perceived obsession with fiscal discipline, which risks being self-defeating in bad times.
    E QUI VIENE LA PERLA: However, EU fiscal rules are not as rigid as commonly thought, but represent a sophisticated system of surveillance and ex-post control that provides sufficient room for manoeuvre under exceptional circumstances.

    L'ARTICOLO CAMBIA REGISTRO RISPETTO AL 2006: EURO E SBQUILIBRI DEI CAMBI REALI SCOMPAIONO, SI DOVESSE AFFRONTARE QUESTI PROBLEMI!, E SI PONE IL "LEGGERO" DUBBIO CHE IL SIX PACKS SIA SBAGLIATO NEI TEMPI...PER POI RIGETTARLO, DATO CHE GLI SPAZI DI MANOVRA (DI MASSACRO) IN FONDO CI SONO LO STESSO...
    E POI DICONO CHE NON BISOGNA ESSERE COMPLOTTISTI!

    RispondiElimina
  23. Interessante il pezzo inerente la relazione tra bisogni indotti e libertà. Questa è anche la giusta chiave di lettura per capire come si muovono le classi al potere nel passaggio cruciale tra anni 60 e 70. Anni in cui si passa dal clerico-fascismo democristiano, al sistema dei bisogni indotti sul modello consumistico americano al quale i socialisti ed ex comunisti si sono genuflessi. È veramente difficile cancellare 40 anni e più di marketing, di lavaggio del cervello che hanno infuso nell’elettore la convinzione che la libertà è quella che si esercita nella cabina elettorale. Io da qualche anno sono sempre più convinto, come da lei evidenziato nel video (ma anche da altre parti) che la libertà si esercita anche con i consumi (o i non consumi). Certo bisogna aggiungere anche la “coscienza di classe” e quindi la riappropriazione del plusvalore lavoro rubato dalla classe dirigente, per liberarsi finalmente della schiavitù dalle merci. Oggi siamo di fronte ad una realtà in cui non c’è manco il lavoro, altro che plusvalore. Ecco perché occorre liberarsi dell’attuale classe politica e uscire dal disco rotto “ce lo chiede l’Europa”.
    Infine, oggi, uscito dall’assemblea della CGIL in preparazione dello sciopero del 28, mi sento molto carico. http://www.youtube.com/watch?v=NwiML8pCB7E

    RispondiElimina
  24. aggiungo solo un piccolo corollario alla descrizione della "lotteria della vita" nel mondo capitalistico che io trovo particolarmente odioso: che bisogna sbattersi come dei tappetini tutto il giorno sacrificando il tempo libero e il tempo da dedicare ai propri cari per cercare di progredire. Ovviamente a favore di chi?
    Notte a tutti, a domani!

    RispondiElimina
  25. scusate, cosa vi fa pensare che se usciamo dall' euro, svalutiamo e poi magari innalziamo qualche barriera ai capitali tedeschi poi la Germania non decida di essere lei a buttare in aria il tavolo del mercato comune e a porre qualche dazio ? Non sto dicendo che il gioco non vale la candela ma suggerirei una visione piu' problematica della situazione.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Grazie per il suggerimento, che equivale a dare dei sempliciotti non tanto a noi, quanto a Sapir, Bootle, Krugman, Stiglitz, ecc. Devi essere un grande, mandaci il tuo cv, a Stoccolma ti aspettano a braccia aperte... E mi raccomando, tieniti l'euro. Sai, l'euro è una cosa di sinistra, perché te l'hanno raccontata così. Tu sei di sinistra, perché ti racconti così. E quindi siete fatti l'uno per l'altro. A te basterà questo.

      Con gli altri parlerò, come abbiamo fatto migliaia di volte, delle varie clausole di salvaguardia previste dai Trattati europei, di quali siano i reali interessi delle parti in gioco, ecc. Ma tu tieniti l'euro, che è di sinistra. Lo dicono tutti, da Bersani a Vendola. La sai quella storia delle mosche e della merda, no?

      Elimina
    2. non sono di sinistra, sono marxista. Non è che io mi voglia tenere l' euro, è semplicemente che non mi da fastidio, è una cosa loro, è la moneta delle banche. Le cose che mi danno fastidio sono due. La prima è che debba essere io a pagare per la temerarietà e gli errori ( ovviamente assolutamente volontari) delle banche. Le banche che hanno fatto cazzate semplicemente non si salvano, punto e basta. La seconda cosa che mi da fastidio è che non affianchiamo all' euro una moneta nazionale, in un regime di libera concorrenza tra monete.

      Elimina
    3. Ma Marx credeva nella concorrenza? Così, giusto per capire, perché io di Marx so poco, ma sulla concorrenza qualcosa da dire ce l'avrei. Poi tu non sei quello (o sbaglio) che è partito dicendo che non voleva restituire sovranità monetaria allo Stato? Cioè: sei marxista, però credi nella concorrenza, però ti sta bene il sistema a moneta privatizzata (Parguez) nel quale viviamo... Sai che non riesco a seguirti...

      Elimina
  26. Posto un link ad un articolo del Daily Telegraph ripreso da wall street italia.
    Ci stanno arrivando anche gli altri a ciò che il prof. Bagnai e pochi altri (cfr.C. Borghi) stanno dicendo da anni.

    http://www.wallstreetitalia.com/article/1437883/crisi-debito/la-spagna-deve-abbandonare-l-area-euro.aspx

    RispondiElimina
  27. c'è differenza tra circolazione di merci (che è nei limiti libera) e di capitali.
    può porre la Germania tutti i dazi di questo mondo ma credo che siano contro qualche trattato sparso qua e là.
    non è fattibile come cosa.

    il problema di fondo è che quando ho capito (Grazie Prof) cosa significa (realmente, non il concetto di infamia) svalutazione mi sono messo a ridere..
    vi immaginate una porsche da 70k € che in pochi gg costerebbe:
    90k lire in Italia
    100k pesetas in Spagna
    120k dracma in Grecia
    ?

    questi non venderebbero più un auto.. li voglio vedere!


    PS: ovvero dovrebbero delocalizzare, fare iper sconti e non godrebbero più di nessun vantaggio gratuito. dovrebbero calare le corna e non fare gli sboroni

    RispondiElimina
  28. "La vera libertà è la libertà dal bisogno". D'altronde, come dicono i migranti di "Furore" di Steinbeck, "Ma come, non eravamo nella terra della libertà? Si, ma la libertà è solo per chi può pagarsela"

    RispondiElimina
  29. Ho appena rivisto un imprenditore che conosco e gli ho chiesto come va col lavoro e mi ha risposto, a volte si a volte no, nel prosieguo della conversazione io "attacco" col "cambio"e lui completa la frase dicendo che se costa di più posso decidere se comprare o meno.... e così abbiamo chiuso con un arrivederci a domenica prossima.
    Ci siamo capiti.
    Qualcosa, anche se molto in ritardo, filtra nonostante la continua disinformazione.
    Ha aggiunto che questi politici fanno solo danni e devono andarsene ma non se ne vanno,se deve muoversi la gente ci sarà violenza, nella storia è sempre stato così.

    Grazie professore, buona serata.
    Con affetto
    M.

    RispondiElimina
  30. visto come siamo, ho capito che hanno messo proprio l'Italia AL RIPARO DAL PROCESSO ELETTORALE

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Visto? Certe cose sarebbe meglio capirle prima, ma purtroppo è andata così.

      Elimina

Tutti i commenti sono soggetti a moderazione.