lunedì 20 febbraio 2012

Ah, perché voi credevate che in Grecia...

(post corto: così corto che ho deciso di allungarlo, et pour cause...)


Raccolgo lo stimolo di ecodellarete e vi propongo i dati sul rapporto fra occupati pubblici e popolazione attiva totale. Non sono dati esoterici: non c’è nulla di più disponibile al pubblico e noto agli economisti (quindi chi non li conosce non è un economista). La popolazione attiva viene dal sito dell’OCSE, sezione Labour – Labour force statistics – Annual labour force statistics. I dati sugli occupati pubblici non vengono dal sito dell’OCSE, che ritiene di non dover fornire questo trascurabile dettaglio. Del resto, si sa, lo Stato è una cosa brutta, una cosa di cui vergognarsi, per cui capisco che al Bois de Boulogne (sede dell’OCSE a Parigi), confinando col XVI (il quartiere dei ricchi), siano restii dal menzionare questa turpe parola. Però c’è il sito dell’ILO, dove cercando nelle Statistics by topic (in alto a sinistra) vi viene fornito accesso anche allo spettacolo esecrando di questa torma di cavallette, di parassiti, di nemici del genere umano che sono (che siamo) i dipendenti pubblici.

I grafici riportano i dati medi sul campione 2000-2009, il periodo di gestazione della crisi, e si commentano da sé.

Il primo grafico rappresenta l’incidenza sulla popolazione attiva dei dipendenti pubblici in senso stretto (general government employment):



mentre il secondo considera quello che una volta si chiamava (e forse ancora si chiama) il settore pubblico allargato (public sector), cioè comprende anche i dipendenti delle imprese di proprietà pubblica (il dato manca per Austria e Portogallo):



Ah, perché voi credevate che in Grecia il problema fosse la spesa pubblica assistenziale fatta per mantenere una torma di dipendenti pubblici fannulloni, che in più quando escono dall’ufficio trovano il sole e a casa hanno tutti (tutti?) la piscina? (mentre noi tedeschi produttivi troviamo solo nebbia e ghiaccio).

Ah, voi credevate... Be’, certo, ve l’avrà detto l’uccellino, il solito uccellino liberista, magari ve l’avrà detto il presidente della società Adam Smith. Chi è? Non lo so. Anzi, credo che non lo sappia nessuno.


Ma le cose stanno in un modo un po' diverso. Se consideriamo il settore pubblico in senso stretto (amministrazioni centrali, amministrazioni locali e enti previdenziali) la Grecia ha di gran lunga l’incidenza più bassa. E se invece consideriamo il settore pubblico allargato, il quadro cambia, ma la situazione greca, sulla media del decennio, rimane sempre migliore di quella di Belgio, Finlandia, Francia e Olanda. Che sono tutti fra i primi della classe.

E qual è la differenza più grande fra i due grafici? Bravi, esatto, la posizione della Grecia. Vedete? Quando consideriamo anche le imprese pubbliche, il dato cresce molto in Grecia e poco altrove. Diciamo che in termini di occupazione le imprese di proprietà pubblica contano per un 12% della popolazione attiva in Grecia, contro una media del 4% negli altri paesi. Ma... se ci sono tante imprese pubbliche... daje a privatizza’, no? Chiaro il concetto? Dice: ma perché stanno spaccando le ossa alla Grecia? Ma è chiaro! Perché gli stati periferici sono come i granchi: per arrivare alla polpa devi rompere il guscio.


E guardate un po’ dov’è più alto il rapporto? Sorpresa sorpresina... Ma è chiaro: il modello scandinavo prevede uno stato sociale forte, diciamo pure pletorico, quindi qualcuno ci dovrà lavorare. Guardando il grafico credo capiate perché questi nostri fratelli nell’euro stanno diventando così critici verso la moneta unica, e perché dall’alto del suo 24% di dipendenti pubblici questo popolo che tanto ha dato alla cultura europea, questo esportatore netto di zanzare, telefonini e forza lavoro specializzata (vedi sotto), voleva imporre alla Grecia il pignoramento del Partenone (suscitando lo sdegno del prof. Santarelli).

E credo infine capiate perché la protagonista femminile delle Memorie del sottosuolo è finlandese (sono lontano dai miei libri, non posso verificare, ma mi pare fosse proprio così). Una brava ragazza, ricorderete, che stava solo facendo il suo lavoro. Quello di finlandese.

65 commenti:

  1. Anche se quelli del piano di sopra non conoscevano gli studi di Manasse e Roubini:
    "Il Sig. Juncker ha dichiarato un anno fa, che aveva notato questa grande emorragia di denaro dalla Grecia a causa di spese enormi (ed obbligatorie) per l’acquisto di vari armamenti dalla Germania e dalla Francia. Aveva capito che i nostri venditori ci portavano direttamente ad una catastrofe sicura ma ha confessato pubblicamente che non ha reagito minimamente, per non colpire gli interessi dei suoi paesi amici!" (Lettera aperta di Mikis Theodorakis).
    roberto

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    1. Ma così non vale! Mi rovini la sorpresa! In effetti nella terza puntata avrei proprio voluto raccontarvi questa e altre storielle, che a quanto pare in Europa siete i soli a non conoscere... ;)

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    2. Detto in altre parole: Manasse e Roubini li cito per gli eventuali economisti di passaggio...

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    3. Mi pare che la stessa cosa stia succedendo attualmente con la Spagna di Sanchez. Alla quale sarà consentito di derogare dal rapporto del deficit per la quindicina di miliardi di spese militari. Che dire da profano? Sperare che abbiano cambiato bersaglio o inc...- pardon- rodermi il fegato per il doppiopesismo di questa Europa?

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  2. Caro prof,
    proprio l'altro ieri discutevo con due amici del settore pubblico "malvagio" ed inefficiente per definizione(che poi non capisco perché si parla di efficienza come se fosse una variabile discreta binaria: 1=efficiente, 0=inefficiente, dove 1 sono i tedeschi e 0 noi altri fannulloni). Una delle argomentazioni che viene di solito utilizzata nel mediocre dibattito di ogni giorno è la seguente:"in Italia la spesa pubblica in rapporto al PIL è del 51%, una cosa altissima e vergognosa". Premettendo che tale dato non è assolutamente un indicatore del livello di efficienza della P.A. perché non considera i servizi effettivamente erogati, ieri sono andato a vedere i dati per vari paesi europei su eurostat e cosa scopro? Che in realtà siamo assolutamente nella media europea e che i paesi scandinavi e la Francia in particolare hanno un rapporto più alto. Ma tanto qualcuno ci dirà che in Danimarca, Finlandia e Francia sono degli spreconi. I dati elencati da lei in questo post sono ancora più interessanti e chiarificatori. Ma i soliti noti diranno (a dispetto dei dati) che in Grecia (come in Italia e Spagna) c'è troppo mare per poter lavorare.

    Con stima,
    Francesco

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  3. Da nipoti evidentemente fa abbastanza caldo per i De Nicola, ma non fa un pochino freddo per le zanzare in Finlandia?

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  4. Si, in effetti aborro (anzi: abovvo) il cosmopolitismo, e anche le zanzare mi fanno un po' schifo, spesso se si presentano in "nubi". Ora però mi è più chiaro cosa stimola i finlandesi a parlare così; l'invida!

    P.s. Quel "da nipoti" ovviamente era un "da noi". Tastiera impazzita.

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  5. Nella prima tabella (general government employment) la percentuale dell'Italia è del 15%. Nella seconda (public sector) ancora il 15%. Ergo: abbiamo già venduto tutto.

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    1. Non so, bisogna andare a vedere nel dettaglio perché i dati qualche "sporcizia" ce l'hanno. Non so dirti perché nel caso dell'Italia i due dati coincidano. Posso dirti che noi li esprimiamo in full-time equivalent, mentre altri paesi li esprimono in teste, che noi li forniamo per ogni anno, altri paesi no, che in qualche caso sono dati di contabilità nazionale, in altri provengono dall'indagine sulle forze di lavoro ecc. Lavorare coi dati non è semplice. Non credo che abbiamo venduto tutto (quasi tutto): credo che ci sia un problema coi dati.

      Ma nonostante questo "noise" statistico, il quadro non è molto diverso da quello che emerge dalla Tab. 3.a di questo working paper della Bce, commentato con molto buon senso da Gustavo Piga. Questo mi conferma nell'ipotesi che il quadro sia sostanzialmente veritiero.

      Del resto l'ILO non può avere risorse sufficienti per produrre statistiche armonizzate a livello mondiale, soprattutto in un campo in cui la verità interessa a pochi.

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    2. P.s.: ovviamente è proprio per ovviare al "noise" che ho preso le medie su un decennio...

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  6. Caro, carissimo prof, sarai postkeynesiano, neopostkeynesiano, neoafterpotkeynesiano, ma stai facendo un lavoro in senso marxiano straordinario. Nel caso non mi fossi spiegato bene: stra-or-di-na-rio.
    Grazie
    Sergio

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    1. Grazie. Ma non sono straordinario io. Sono straordinari i tempi, che rendono, come continuo a ripetere, rivoluzionario ciò che è in realtà assolutamente ovvio.

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    2. Aggiungo una postilla: perché questo lavoro straordinario non lo fate voi, che siete marxiani, anziché lasciarlo fare a un "keynesiano di merda" (che poi sarei io secondo qualche amico tuo)?

      Non ti preoccupare, non mi sono offeso, mi ci sono solo fatto una bella risata, giuro! Ti sto solo facendo capire la differenza fra il giudicare dalle intenzioni (di uno che nemmeno si conosce), e il giudicare dai risultati, in un mondo nel quale le etichette sinceramente mi pare che si siano tutte scollate dai rispettivi barattoli.

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    3. Aggiungo la risposta: perché non siete in grado e/o perché ve la fate sotto. Un paio di marxiani li conosco e me l'hanno detto proprio così. E,ribadisco, giuro, sono sincero: non li ho minimamente disprezzati per questo. Sono scelte individuali. Che nel mio caso diventano collettive perché... sorpresa: tengo famiglia anch'io...

      Comunque, come avrai capito, io sono solo post-toscano. E da noi si dice: "meglio perder un amico che una buona risposta". Vallo a dire ai tuoi ammuffiti compagni...

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  7. Caro Professore, il suo sito è una miniera! Le segnalo questo scambio al Tg La7 tra l'economista Emiliano Brancaccio e un giornalista tedesco. Mi pare che Brancaccio ponga problemi simili ai suoi:


    http://www.emilianobrancaccio.it/2012/02/14/se-passa-lo-straniero/


    Avanti così!!

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    1. Carissimo: in tutto il mondo, Europa compresa, ci si pongono questi problemi. Non siamo bravi io e Brancaccio. Sono bravi i telegiornali, i giornali, e chi li possiede.

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    2. (e a me piace branciaccio intediamoci ) mi fa incazzare
      quando fa passare il messaggio che le famose privatizzazioni degli anni'9' sarebbero conseguenza della svalutazione della lira ... poi chiude con la litote : per quanto queste privatizzazioni non ebbero esito brilantissimo...mmmhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhh:§(

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    3. Della sua ipotesi ne abbiamo già parlato. Nel caso attuale non si applica per i motivi espressi qui e nel relativo Quod erat demonstrandum.

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  8. una sintesi efficace:
    http://leftycartoons.com/regarding-the-ongoing-irrelevance-of-keynesian-economics/
    Giuseppe

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    1. Poi bisognerebbe anche spiegare bene che nel nuovo vocabolario della lingua italiana (e francese, tedesca, belga, olandese) "internazionale" vuol dire "capitalistico". Finché non aggiorneranno il vocabolario (qui in Francia ci stanno riuscendo) non riusciranno a cooperare al cambiamento. "Proletari di tutto il mondo, unitevi, che mentre ci provate io vi faccio il culo settantasette volte sette" (dice il capitale finanziario). Glielo spieghi tu ai marZiani?

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    2. Potrebbe spiegarglielo il Moro stesso.
      Dal Manifesto (quello di Marx, non mi fraintenda!):
      "Se non nel contenuto, senz’altro formalmente la lotta del proletariato contro la borghesia è in un primo momento una lotta nazionale. Va da sé che il proletariato di ciascun paese deve vedersela in primo luogo con la propria borghesia”
      Giuseppe

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    3. Pensa che io me ne ero accorto da solo. Invece questi no (penso all'amico Marco Basilisco, che ormai non mi telefona nemmeno più, per paura di essere intercettato dalla Bce)!

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  9. Interessante il post di Piga (lui come dato porta il 29% per l'occupazione nel settore pubblico in Grecia), però... peccato che quando l'ho visto a "Piazza pulita" da Formigli sulla 7 non mi è sembrato così combattivo in forza di quei dati e di quel suo articolo, che reca la data del 12, mentre da Formigli c'è stato il 16.
    Cmq., non ho visto tutta la trasmissione, per cui posso essermi perso qualche scatto da centometrista.
    Poi c'è anche da dire che questi guru mediatici dell'informazione """alternativa""" interrompono spesso i discorsi degli ospiti per dire le loro cavolate, come i pidiellini (ogni tanto fa bene ricordare anche loro) ai tempi d'oro.
    roberto

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    1. Ma è solo perché il paper della Bce divide per gli occupati anziché per la popolazione attiva. I numeri sono quelli. Ecodellarete aveva numeri ancora più bassi perché erano divisi per la popolazione totale. Se volete faccio il riassunto con i tre denominatori. La classifica più o meno resta quella. Non ho letto in dettaglio il paper Bce, quindi non so che fonte usino, ma tanto siamo lì...

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    2. Il problema sono le virgolette, appunto. Gustavo fa delle analisi sempre molto interessanti, e cerca anche di tenere un profilo che gli consenta di raggiungere certi media. Ritengo faccia molto bene a farlo. Lo stesso vale per Brancaccio (vedi sotto), che nella mia percezione però è più accurato nella diagnosi (squilibri esterni, ecc.), ma meno "rivoluzionario" nella terapia. Ma questa è solo la mia percezione. Non ho mai avuto occasione di approfondire questi temi con loro.

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  10. Professore comincio davvero a non capirci più niente. I ragionamenti provo a seguirli, ma sembra che non vanno tutti dalla stessa parte.
    Prima sembrava che l'euro l'aveva voluto la Germania per succhiarci quattrini con l'export delle merci, poi ha detto che l'euro è il grimaldello del capitale finanziario internazionale per americanizzare l'Europa, ora che la Grecia ha spinto troppo sul pedale dell'accelleratore.
    Insomma, ma l'euro l'hanno voluto gli esportatori tedeschi o la finanza internazionale? Quello che vogliono è ridurci come la Germania, con tanti lavoratori sottopagati o avere anche in Europa, magari anche in Germania, un'economia delle bolle?
    Oppure magari chi ha prestato doveva essere più prudente, ma la Grecia ha comunque "spinto troppo" e sarebbe nei guai anche senza euro?

    Altra cosa solo per curiosità. Ho provato a guardare sul sito che diceva ma non mi sembra molto chiaro. Soprattutto per la Finlandia non ho trovato differenze tra general government e public sector. Come fanno a essere diverse le colonnine delle due figure?

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    1. Caro perplesso,

      ti stupirò: i processi storici non sono l'emanazione di un'unica volontà e di un unico attore. Le spiegazioni che ti ho fornito sono tre aspetti dello stesso problema, visti da due prospettive geografiche diverse (il Nord e il Sud) e sotto due risvolti diversi (quello economico e quello finanziario).

      Intanto, volere un'economia più finanziarizzata non è assolutamente in contrasto con il voler "succhiare soldi" (come dici) agli altri. Anzi! E al contempo la finanziarizzazione è proprio quello che fornisce ai paesi della periferia i mezzi per spingere sul pedale dell'acceleratore.

      Ma secondo te, perplesso caro, gli esportatori tedeschi gli euro che guadagnano se li tengono in tasca? Li mettono sotto al materasso? Hanno un salvadanaio grande come un mammut nel cortile della loro fabbrica? Suvvia, caro...

      Mi sembra evidente che loro i loro soldini li mettono nella grandi banche europee, che non sono isolate dai grandi circuiti finanziari internazionali, dei quali condividono logica e operatività. E mi sembra anche chiaro che se l'imprenditore del Nord vuole fare soldi, vuole vendere il suo eccesso di produzione, qualcuno dovrà far credito al paese del Sud. E chi sarà? Guarda un po', proprio la banca del Nord, che prestando al Sud, e permettendo, anzi inducendo, anzi imponento al Sud di vivere al di sopra dei propri mezzi, consente all'imprenditore del Nord di smaltire il proprio surplus e di (ri)portare denaro al Nord. Del resto, la banca del Nord coi soldi se non li presta che ci fa?

      Ti sei accorto che i tedeschi sono molto rigorosi ma non vogliono che i greci taglino le spese militari?

      Ah già, ma tu sei perplesso, ti sarà sembrato strano anche questo. Spero di no...

      Per inciso: anche la Cina presta agli Usa i soldi con i quali gli Usa comprano beni cinesi. Lo sapevi?

      Circa i dati non so cosa dirti. Mandami il foglio Excel che hai scaricato e ti dico se coincide con quello che ho io. Io ho preso le medie su 1999-2010.

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    2. Altro inciso: l'economia delle bolle è un'economia della disuguaglianza. Lo spiego in Crisi finanziaria e governo dell'economia, e riferimenti ivi citati.

      Fammi sapere se è più chiaro, altrimenti insisto!

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  11. Ma non mi sembra che Brancaccio dica che "furono conseguenza", come se solo la svalutazione le abbia provocate. Lui dice una cosa diversa: che la svalutazione ridusse il valore di vendita delle imprese privatizzate. E la litote brancaccesca a me è piaciuta molto, per me lui in tv è bravissimo!

    Prof. Bagnai, perché non chiedere all'Unità o al Fatto Quotidiano di ospitare i suoi articoli? I lettori di quei giornali sono ignorantissimi su queste cose e lei gli farebbe capire come stanno i fatti! speriamo che chi possiede quei giornali sia bravo, però. :-)) Saluti!

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    1. Ma amico caro! Se perfino il Manifesto non più tardi di quattro mesi or sono (ti ricordi cosa stava succedendo) si è pubblicamente vantato di aver disinformato sull'euro (probabilmente perché voleva la mancetta che poi alla fine non avrà), tu pensi che giornali molto più collusi, e direi vittoriosamente collusi (a differenze di quei perdenti del Manifesto) col potere siano disposti ad accogliere la verità?

      Sono disposti solo se viene sufficientemente edulcorata.

      Tutto il succo dell'attività di Brancaccio finora è stato quello di dire che l'euro si può salvare. Ecco perché te lo fanno vedere! E guarda che io Brancaccio lo stimo, perché ha fatto delle diagnosi estremamente corrette e tempestive. Ma se le sue terapie fossero allineate alle sue diagnosi, né io né te sapremmo che esiste: tu perché non lo avresti mai visto in televisione, io perché non lo ho mai visto nelle riviste di economia internazionale dove scrivo. Chiaro, no?

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    2. Lele (prima che Mora diventasse famoso)21 febbraio 2012 alle ore 16:29

      Io ricordo che ha detto che alla Grecia conviene uscire e che se dobbiamo ripetere il 1992 meglio uscire subito. Però è vero, lui è ambiguo: propone una cosa che si chiama "standard salariale europeo" e poi però dice che la zona euro è insostenibile. I piedi su due staffe? o dialettica? o paraculaggine partenopea? mah!

      Comunque meno male che Brancaccio c'è! Quello che forse non mi convince di lui è che a volte, quando si trova i lacché contro di lui, si incazza di brutto e diventa arrogante. Segno di buona fede ma forse spaventa le vecchiette... (De Cecco invece non le spaventa ma le addormenta? eheheh)

      Forza Bagnai, ora tocca a lei andare in tv e fare la quadra. :-)

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  12. E qual è l'economia dell'uguaglianza?

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    1. Il solito bolscevico che fa le domande trabocchetto... Storicamente è quella che prevale per un paio di decenni dopo la fine della catastrofe alla quale l'egoismo regolarmente conduce il genere umano. Una cosa un po' vichiana, non so se rendo... Non importa se è un'economia curtense, mercantilista, capitalista, marZiana. Importa che gli uomini recuperino per un po' il buon senso prima di perdere ciclicamente la memoria.

      Chiaro? Quindi... forse... dovrei chiudere il blog, perché non si può fermare il vento con le mani, e nemmno coi post!

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    2. Chiaro. Prima di risorgere bisogna passare per il Calvario.

      tre giorni, vent'anni, che vuoi che siano...

      (nel frattempo Donald si prende delle enormi soddisfazioni:
      http://rassegna.camera.it/chiosco_new/pagweb/immagineFrame.asp?comeFrom=rassegna&currentArticle=1B1GUY)

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    3. Veramente il Calvario preferirei evitarlo. Ma sai meglio di me che abbiamo conquistato la stazione eretta solo 4 milioni di anni or sono. Cosa ti lascia pensare che negli ultimi 60 anni siamo cambiato radicalmente?

      Su Rampini:

      1) l'attacco ai parametri di Maastricht viene da molto più lontano della MMT (almeno da Buiter, Corsetti e Roubini, 1993),

      2) le critiche presentate come rivoluzionarie alla teoria della sostanibilità del debito implicita in questi parametri sono assolutamente standard nella letteratura, sono anche nel mio articolo del 1996,

      3) la terapia che consiste nello stampare più moneta, cioè nel trasformare la Bce in una Fed "generosa", è fasulla perché non inciderebbe sugli squilibri regionali.

      Per questi, e altri, motivi, ritengo che ci sia molta ciarlataneria un certe teorie. Certo: se mi ci mettessi anch'io il blog quintuplicherebbe i visitatori in un quarto d'ora. Vogliamo provare?

      Ma a me uno che viene e mi dice che ha inventato la ruota, non so perché, mi suscita un po' di perplessità. Capisco, scuso, e solidarizzo con chi, non essendo del mestiere, non coglie queste sfumature.

      Detto in altre parole, temo non saranno quattro ciarlatani che fanno bandwagoning a salvare il mondo. Ciò posto, ecco: lo ho detto. Così qualcuno (me compreso) potrà dirmi che ho sbagliato. E va sempre detto che il modo in cui un giornalista riferisce il pensiero altrui va sempre preso con le pinze!

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    4. "Cosa ti lascia pensare che negli ultimi 60 anni siamo cambiato radicalmente?"

      Sei riuscito a farmi ridere...

      A presto

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    5. Riso amaro. Come vedi, per quanto un piddino possa esibire latitudine di visuali, Goofy lo supererà sempre di parecchi gradi...

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    6. Prof, questo però Rampini non l'ha detto:

      "The more important question is this: Is the EMU worth saving? Probably not.
      I was never convinced that monetary union was a good idea, even in the best of circumstances. The arguments for it—that it would reduce all the transactions costs associated with exchanging currencies — were always overblown.
      Greater integration of Europe — commercially, culturally, socially — did not require it.
      And it is the EMU that is now tearing Europe apart.
      "

      E allora forse i ciarlatani sono i giornalisti, no? Questi ciarlatani che lei dice, dicono le stesse cose che dice lei (anche perchè, le dicono tutti):

      What’s the problem in Euroland? Power. Private creditors in central Europe have too
      much of it; sovereigns on the periphery have too little. The creditors are starving the member
      states, aided and abetted by the euro, which usurped sovereign power and handed it over to the
      banking elite. ...
      Germany has specialized in modern Mercantilistic dynamics that are well-suited to the way the European Monetary Union was set up. It has held the line on nominal wages while greatly increasing productivity. As a result, in spite of reasonably high living standards it has
      become a low-cost producer in Europe.
      ...Those noncompetitive wages and prices among the rest of the EMU members almost guarantee current account deficits that in turn, by identity, guarantee rising debt—either by the government or by the private sector. And if debt grows faster than GDP, the debt ratio rises.
      Note that these are statements informed by identities; they are not meant to be policy statements.
      But policy cannot avoid identities. Reduction of deficits and debts in periphery nations require
      changes to balances outside the periphery. If we want Greece or Ireland to lower debt ratios they
      must change current account balances. That in turn requires that some nations reduce their
      current account surpluses. For example, if Germany would be willing to run large current account deficits, it would be easier for periphery nations to reduce domestic deficit spending.
      ... With current accounts biased toward deficits, it is not a surprise to find that the Mediterraneans have bigger government and private sector debt loads. Take a look at Italy. Given moderate private sector surpluses and growth of its current account deficit after German
      unification, it must have a government budget deficit. While its deficit is not large for a sovereign government, it is far too big for a country that has tied itself to a foreign currency... But if Germany refuses to inflate and if the PIIGS
      (Portugal, Italy, Ireland, Greece and Spain) cannot depreciate their currencies, then debt
      deflation dynamics are the only way to avoid increasingly noncompetitive wages and prices.


      Cosa c'è di sbagliato? Forse ho capito male il suo discorso?

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    7. Caro Bathjuska, sono cose molto vecchie e molto giuste, ed è molto ovvio che Rampini non le dica su Repubblica (infatti se, dopo esserti ripreso dallo sdegno per la lesa maestà che ho perpetrato, avessi letto bene, vedi che concludo proprio affermando che bisogna dubitare). Il fatto che uno dica cose che dicono tutti è positivo se sono vere e se uno non pretende di aver inventato la ruota.

      Io, ad esempio, prendo sempre in giro (amichevolmente) gli ingenui che parlano di "Bagnai pensiero". Sottolineo sempre che non c'è niente di originale qui. E secondo me nemmeno altrove. Ci siamo capiti. Il dibattito sarà aperto a suo tempo!

      Ma... Rampini si sarà inventato lui che i MMTisti hanno scoperto la critica ai parametri di Maastricht? Ma che ne sa lui, poraccio! Evidentemente qualcuno gli ha dato questa impressione. E questo è millantato credito, ed è anche andare contro la convenzione di Ginevra: uno che dice che il 60% è assurdo oggi spara sulle ambulanze con 20 anni di ritardo. Capisco che a qualcuno possa sembrare un bell'exploit!

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    8. Sì, ma meno male che lei aveva un metodo: leggere direttamente un autore prima di dargli del ciarlatano.

      Comunque mi fa piacere che lei riconosca che sono "cose molto vecchie e molto giuste". Così abbiamo chiarito che si stanno dicendo le stesse cose, e l'unica contesa è sui diritti d'autore.

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    9. Bathjuska caro, quello che ho letto io tu non lo sai, insieme a molte altre cose, come del resto io non so tante cose di te. Chi è del mestiere queste cose le sa da 50 anni, come credo di avervi spiegato, quindi, ti prego, credimi: i diritti di autore ormai sono scaduti. Motivo per il quale se uno si presenta (anche surrettiziamente) come autore un legittimo sospetto mi sembra giustificato. Tu sei libero di credere a chi ti pare a casa tua, e io sono libero di esprimermi sul mio blog. Vivremo abbastanza per capire chi aveva ragione. Grazie.

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  13. Ha ragione ma c'è anche la lettera degli otto governi che chiedono politiche della crescita e dicono che si deve aprire il settore dei servizi e allargare al livello mondiale l'apertura del mercato in tutta Europa. Ho visto anche che la Germania non l'ha firmata. Per questo non capisco. Sembra che Monti e altri vogliono liberalizzare per aprire ai capitali tedeschi ma anche che vorrebbero aprire anche il mercato tedesco mentre i tedeschi non vogliono. C'è una finanza internazionale che vuole entrare in Germania e che è diversa da quella tedesca che vuole entrare in Grecia e in Italia?

    Per la Finlandia non ho scaricato Excel. Ho guardato by topic come diceva lei, ho guardato Public sector employment e ho scelto la Finlandia. Ho visto più o meno a mezza pagina che General governmnet sector (1+2+3) è sempre uguale a Public sector (4+5).

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    1. Grazie della segnalazione, poi controllo la loro proposta. Hai mica un link? Mi era sfuggita. Non sembra, ma veramente in questi giorni sto lavorando sul commercio delle economie asiatiche...

      Normalmente le economie che applicano strategie di "imperialismo mercantile" (per capirci), come l'Inghilterra all'inizio del XIX secolo, sono molto aperte a casa degli altri, e piuttosto chiuse a casa propria. Non ci sarebbe nulla di nuovo.

      Poi ricontrollo anche i dati, grazie mille, eventualmente rettifico e ti ringrazio.

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    2. Egregio Prof. Bagnai, la ringrazio per il suo blog, sono da poco un suo nuovo lettore. Questo è il link che chiedeva all'amico perplesso. Anche io ieri l'avevo notato e volevo chiederLe se per Lei poteva essere un famoso inizio per una efficace azione per i paesi attualmente in crisi. Ieri c'era anche il documento in inglese ma ogg non l'ho trovato.

      http://www.ilsole24ore.com/art/notizie/2012-02-20/piano-crescita-europa-testo-180227.shtml

      La ringrazio e la saluto,
      Flavio Rovere

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    3. Grazie per il link. Se il piano vale qualcosa, sicuramente se ne parlerà!

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  14. http://media.ft.com/cms/93cf9a44-57ec-11e1-ae89-00144feabdc0.pdf

    http://blogs.ft.com/martin-wolf-exchange/2012/02/16/can-one-have-balance-of-payments-crises-in-a-currency-union/#axzz1n0g4R8FN

    due contributi interessanti da due contribuenti interessanti.

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    1. Ecco, questo è un post-keynesiano... e non perché è amico mio!

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    2. Fantastico Wolf! Risponde come volevo rispondere io (dopo avervi spiegato la bilancia dei pagamenti) a quei poveri coglioni che dicono "ma dove saremmo andati con la nostra liretta", cioè che confondono una crisi valutaria con una crisi di BdP. Questa è l'illusione ottica che ha tratto in inganno i piddini. Ci torneremo.

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    3. Ed è esattamente quello che ho cominciato da tempo a farvi intuire quando vi dico (me lo avrete sentito dire più volte, no?) che avere una Banca d'Italia non ha risolto lo squilibrio fra Nord e Sud (con il Sud in deficit strutturale per il 17% del suo Pil: chiaro? Diciassette per cento!).

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    4. e lo vedi che alla fine non sono poi così non-entities i postK che seguo io. ah!

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    5. Ma amico caro, Thirlwall non è una non-entity. Sono non-entities quelli che oggi hanno scoperto che i parametri di Maastricht sono assurdi! Suvvia... tu mi intendi!

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    6. e io la intendo sì, è solo per ridere su questo dibattito stupidotto, ma stai attento che superficialmente, all'occhio poco vispo anche tu hai colto l'assurdità europea da 5 mesi. you know what I mean?

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    7. Forse. Magari vuoi dire:

      1) che quando dicevo nel 2004 che la Bce non lavorava bene non lo dicevo al telegiornale,

      2) che quando dicevo nel 1997 (a) che l'idea che l'euro ci avrebbe liberato dalla German dominance, e (b) che il calo dei tassi di interesse avrebbe portato occupazione in Europa erano due pie illusioni (contro quello che diceva Modigliani) non lo dicevo a Ballarò,

      ecc. e quindi ovviamente "er granne pubblico" non lo sa. Ma che me ne frega?

      Ripeto: qui l'importante non è quando si è detta una cosa. L'importante è che sia giusta e che venga ripetuta al momento giusto. Cioè adesso: usciamo.

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    8. Sì intendevo dire esattamente questo + technicalities.

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    9. Quelle sai che puoi sempre dirmele a parte. Ma io non sono in cerca della gloria! Quella se la meritano (e l'hanno avuta, perché IL MERCATO FUNZIONA) (tiè) Feldstein, Dorbusch, Krugman, ecc.

      A me di quello che penso io non me ne importa niente, e di quello che pensano gli altri poco, quindi... ;)

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    10. Interessante l’articolo di Thirlwall. Finalmente qualcuno che trova le cause delle differenze strutturali tra nord e sud non solo nella criminalità organizzata o nella negligenza dei meridionali che pensano solo ad andare al mare e dormire il pomeriggio.

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    11. e pensa che l'articolo è del 1991. e mi sa che la lotta a chi fu il primo a mostrare scetticismo per il progetto europeo la vince Thirlwall. a parte forse un muratore italiano che nel 1987 gli dissero "ma sai che andremo a unirci con gli europei" e lui rispose semplicemente "ma sticazzi". 1987, non 1998 come krugman e compagnia. sono 11 anni e ho detto tutto.

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  15. La differenza tra lei, Piga e Brancaccio io non la riesco a cogliere a livello dottrinale ma a livello caratteriale moltissimo. Insieme fareste un buon tridente d'attacco, da soli entrambi prestate il fianco a qualche critica. Brancaccio un pò troppo severo, Piga un pò troppo naif(la sua collega di dipartimento mi dirà dove ne intravvedeva la perversità), lei un pò troppo inasprito.
    Da una parte ringrazio tutti e tre (l'ho fatto formalmente, appena conosciuti) perchè dai vostri blog traspare impegno civile e competenza dall'altro tutta 'sta blogosfera fa tanto scrivo, informo, commento, cazzeggio...combino un cazzo.

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    1. Tutto giusto. Scusa che devo capire come mai su Comtrade trovo un tasso di crescita delle esportazioni del Nepal pari al 120% nel 1992. Torno a lavorare. E le informazioni corrette tu da oggi te le fai dare dal Tg3, perché so che a quello ci credi. Ti dicessi Tg1 ti offenderesti, ma il 3 è il numero perfetto...

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    2. alle 19 faccio mangiare i pupi...ti ho già ringraziato abbastanza ora vedi di intuire se ne sei capace perché leggere SOLO alla fine è deprimente

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    3. Sì, perché tu sei barricadero e vuoi fare l'offensiva del Tet. Ti ho mai detto che qui in Francia lavoro con una vietnamita?

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  16. Mi intrometto solamente per dissentire all'eventuale chiusura del blog. Proprio adesso che comincio a capire qualche virgola sarebbe oltremodo fuori tempo, per me, chiaro.
    Fortunato

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